Non svegliarmi stanotte. Annusa la mia pelle per respirarmi. Sfiora le mie labbra delicatamente. Scopri i miei seni e bagnali leggermente perché reagiscano al fresco dell’aria. Accarezza dolcemente il mio ventre. Legami senza che io possa accorgermene. Toccami come se le tue mani fossero le mie. Fai che il mio desiderio cresca come se fosse un sogno. Fino a che sentirai il mio respiro cambiare. Fino a che il mio corpo inizierà a seguire le tue carezze. Fino a che i miei occhi si dischiuderanno a cercare i tuoi. Fino a che la mia eccitazione crescerà scoprendomi legata. Fino a che ti implorerò di farmi godere.
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Bambina quando sogno di volare. Donna quando ti prendo e ti porto nelle mie fantasie. Bambina quando guardo le stelle. Donna quando mi tocchi alla luce della luna. Bambina perché amo giocare. Donna quando i miei giocattoli sono la tua mente e il tuo corpo. Bambina mentre rincorro le onde. Donna quando mi immergo nella tua passione. Bambina tra le tue braccia. Donna nelle tue mani. Bambina quando cerco carezze. Donna quando parlo al tuo desiderio. Bambina quando canto sottovoce. Donna quando ti urlo il mio piacere. Bambina docile, quando mi baci in mezzo alla gente. Donna prepotente, quando ti comando di farmi godere. "E’ necessario un richiamo alla ragione affinché assuma nuovamente il più arduo dei suoi compiti, cioè la conoscenza di sé, e istituisca un tribunale che la tuteli nelle sue giuste pretese, ma tolga di mezzo quelle prive di fondamento, non già arbitrariamente, ma in base alle sue leggi eterne e immutabili; e questo tribunale altro non è se non la critica della ragion pura stessa. Con questa espressione non intendo alludere a una critica dei libri e dei sistemi, ma alla critica della facoltà della ragione in generale". (Critica della ragion pura- Immanuel Kant). I fatti soli, sono fatti. Tutto ciò che noi pensiamo riguardo ai fatti sono interpretazioni condizionate dal nostro vissuto e dalle nostre aspettative. E per questo assumono un valore diverso, connotati non originari che possono deviare il significato dei fatti. Fermare il pensiero sui fatti, investendoli il meno possibile delle nostre aspettative, ci aiuta a vivere ciò che accade con maggiore serenità, con minore dispendio di energie e con maggior credibilità in noi stessi e nelle nostre possibilità. Sembrano solo parole. Prese ed assimilate con la giusta dose di autocritica, consentono una serenità troppo spesso turbata: apparentemente da ciò che gli altri fanno ma in realtà dalla nostra interpretazione. Chiudi gli occhi e vieni con me. Pensa alla mia pelle calda di desiderio. Ascolta il mio respiro fremente ed appassionato. Immagina la mia voce che invoca piacere. Tormenta i miei seni bramosi della tua bocca. Senti il mio odore che chiama il tuo desiderio. Impossessati della mia mente e usa il mio corpo. Segui la mia mano che percorre la via del piacere. Portami a godere. …ovvero quel certo non so che!! Questa canzone ha quel-certo-non-so-che che solo la lingua francese può comunicare. L’ho conosciuta tantissimi anni fa, quando ancora pensavo che per tenersi un uomo bisogna confarsi al suo modo di essere. La canzone rimane di un’intensità rara: vuoi la voce della Dion, vuoi che ascoltata a tutto volume senza distrazioni cattura il pensiero, vuoi che il francese ha un fascino cui l’anima difficilmente resiste. MA! …ma quelle parole, che quasi 20 anni fa mi erano così amiche e parevano darmi forza, stanotte (riascoltate a distanza di tanto tempo) mi hanno segnato i giorni trascorsi. Mi hanno ricordato un percorso difficile, intenso e mi hanno mostrato il cambiamento, il mio cambiamento. Mi hanno dato la sensazione che questa canzone fosse la PARTENZA e che il mio benessere di oggi sia il TRAGUARDO. Chi mi legge ormai sa cosa penso in materia di relazioni sentimentali, sensuali e sessuali, ma anche io ho avuto momenti in cui credevo che l'unico modo per essere felici accanto ad un uomo fosse accontentarlo. Adesso penso che per essere felici accanto ad un uomo, bisogna star bene con sé stesse. Se 15 anni fa percepivo queste parole come una efficace e focosa lezione alla dedizione, adesso mi appaiono un atto di negazione della donna. Una donna disposta a diventare un’altra perché un uomo le resti accanto: JAMAIS! PS. Traduzione del testo della canzone per chi non conosce il francese:http://www.celinemaniacs.com/alb1_file/albf7.html#1T Desidero i tuoi occhi, forse più delle tue mani. Desidero il tuo sguardo, forse più del tuo tocco. Resta lì. Non muoverti. Non dire nulla. Bramerò il tuo sguardo mentre si nutrirà del mio essere. Ascolterò il tuo respiro seguire l'intercedere del mio. Accarezzerò il mio corpo desiderando le tue mani. Amerò godere per il tuo piacere. E sarà il mio. Per sentirsi davvero appagati è necessario che le parole di chi ci ama (per la vita o per una notte sola) arrivino a scriversi sulla nostra pelle, si fondano con i nostri nervi, sconvolgano i nostri neuroni con l’impeto dei fuochi d’artificio e infine accarezzino i nostri muscoli dopo averli spasmodicamente stimolati. Ti voglio e ti avrò. Non puoi nulla contro il mio essere. Puoi provare a resistere al mio corpo, ma non resisterai alla mia mente. Puoi credere di guidare, ma ti accorgerai di camminare nella mia direzione. Puoi combattere per restare distaccato, ma ti sentirai sempre a un respiro dalla mia pelle. Puoi mentire a te stesso, ma ti sentirai uomo solo nei miei pensieri. Cammino irrequieta tra la gente, per ubriacarmi di volti sconosciuti e di vociare senza senso, con il solo desiderio di perdere i troppi pensieri che si affollano nella mia testa. Cammino velocemente come se avessi un posto in cui andare, come se qualcuno mi stesse aspettando, come se dal mio respiro affannato potesse disperdersi l'ansia dell'essere. Cammino vagando verso una meta che non ha punto fermo, come se ad ogni passo cambiasse il mio percorso, come se cercassi una via che non trovo. Cammino smarrita senza cercare indicazioni, come se la mia mente avesse smarrito l'orientamento senza volerlo ritrovare, come se l'orizzonte s'allontanasse quasi a non volersi lasciar raggiungere. E passo dopo passo, viso dopo viso, mi sento sempre più lontana e sola. Non dire nulla quando me ne andrò. Lo farò in punta di piedi sentendomi dentro il rumore dei miei passi che calpestano la tua anima. Me ne andrò, passo dopo passo, per una strada già disegnata. Era già scritta e ci camminerò sopra senza voltarmi indietro. Ogni passo calpesterà un ricordo, un respiro, una carezza, un gesto forte. Me ne andrò, perché non reggerò più la pressione della ragione sull'anima, perché il timore di perdere la mia identità spegnerà i miei sensi, legherà il mio impeto, schiaccerà il mio essere, soffocherà il desiderio. Non cercarmi quando ti accorgerai di avermi persa. Non mi hai mai avuta completamente, non perché sono mia ma perché tu non hai saputo rispettare il mio essere. Una donna che mi ha dato la vita, che mi ha insegnato ad amare, prima di tutto a rispettare. Perché lei ama. Ama incondizionatamente. Tutto e tutti, con il suo rispetto, con la sua dignità, con la sua attenzione, con il suo sorriso aperto a tutti, con il suo soffrire in silenzio quando qualcosa la turba,con il suo accettare anche le cose che non condivide, con il suo abbracciare mentalmente ogni mio gesto, ogni mio fatto. Donna libera, che ha amato un marito non sempre facile ma sempre meritevole. Donna libera, che ha aiutato anche chi non ha chiesto. Donna libera, che non un attimo ho sentita distante in tutta la mia vita. Donna libera, le cui parole sono state guida e conforto, i cui gesti sono stati amore e affetto. Donna libera, il cui istinto è andato oltre i pregiudizi, la cui vicinanza sentirò finché il respiro me lo consentirà. Donna libera, a cui devo gran parte del mio benessere mentale. La radice dei miei neuroni. ...perché anche mia nonna, è questione di pelle L'ultima fiamma rimasta accesa ma non dormirò. Ne accenderò un'altra e un'altra ancora... Resterò qui dove sai che sono ad aspettare te, che non verrai. Lo so che non verrai. Non sai ancora chi sono. Non sai che potevo stringerti fino ad arrivarti all'anima e accarezzartela piano. Vorresti calore ma il timore di bruciarti è più forte. Cercami. Vieni. Lasciati andare. Stenditi qui sul tuo letto, quello dove io ti sto aspettando, dove le mie mani aspettano di averti portare via dalla tua testa i problemi di ogni giorno, quelli che ti appaiono insormontabili, che ti mettono continuamente alla prova, che ti fanno credere di voler star solo. Accenderò candele, una dopo l'altra. E resterò nuda perché voglio che mi trovi così domani. Spogliata di ogni paura. Nuda perché la mia pelle vorrà sentirti subito e darti calore senza ostacoli. Vestita solo del riflesso dell'ultima fiamma. Mi guardo allo specchio e mi piaccio Dovrei vergognarmene? Per niente. Guardo il mio viso e non vedo bellezza, vedo solarità. Guardo le mie rughe e non vedo difetti, vedo i sorrisi fatti. Guardo i miei occhi e non vedo il trucco, vedo la passione di una donna che ama. Guardo i miei seni e non vedo gli anni trascorsi, vedo gli occhi di mio figlio mentre si nutriva. Guardo il mio corpo e non vedo rilassamento sento l'energia che infonde. In quello specchio vedo l'impegno per le cose che ho fatto, vedo l'amore per le persone che ho amato vedo il calore che non ho negato vedo le lotte che ho combattuto. In quello specchio vedo la mia vita. E mi piace. Dovrei vergognarmene? Non fermarti. Amami per quel che senti. Godimi per il piacere che provi. Vivimi per gli stimoli che percepisci. Non pensare a ciò che sarà. Perché sarà. Questa è la primavera. Fatta di sguardi insicuri ed irrazionali, dell'emozione del conoscersi e dell'alternanza delle sensazioni. Farà presto molto caldo. Il calore della mia pelle sulla tua pelle e dell'intensità della mia pelle dentro la tua pelle. L'estate dei sensi, l'estasi dei sensi. Verrà autunno. Di sensi nutriti e di anima piena. Il corpo e la mente non soffriranno le distanze, respireranno dell'appartenersi. E quando la ragione vorrà portare l'inverno ci troverà abbracciati. Appagati e felici di esserci vissuti. Ti sto cercando. Sei al di là di una porta chiusa, di cui io non so trovare la chiave. Vorrei aprirla, spalancarla, e correre dentro, dentro te. Non riesco, non ce la faccio. Tutte le chiavi che provo sembrano sbarrare sempre più quell’unica via per raggiungerti, quella porta. Fatta di apparenza e di ipocrisia. Aprimi. Una donna realmente innamorata (e non "attaccata") ama ascoltare il suo uomo. Ama conoscere il suo Io e perdersi dentro al suo pensiero. Cerca di entrare dentro all'uomo attraverso la conoscenza del suo pensiero. Possibile che la donna abbia bisogno di ascoltarlo per sentircisi dentro mentre l'uomo ha la possibilità di entrare dentro alla donna in modo più immediato? Ergo: la donna penetra mentalmente? E l'uomo che non si apre mentalmente alla sua donna, equivale ad una donna che non vuole essere penetrata? Vieni. Appoggiati alle mie spalle. E toccami. Appoggia il viso tra i miei capelli. E respirami. Appoggia le labbra al mio collo. E mordilo. Lascia andare la testa, non devi temere. Ti prendo la realtà, solo per un attimo. Un attimo in cui voglio che tu pensi solo al piacere. Un attimo in cui voglio sentirti entrare dentro me con tutta la forza delle volte in cui ti sei trattenuto. Un attimo in cui voglio darti tutto quello che ho dentro. Un attimo in cui devi godere di tutto quello che ho dentro. Vieni. Ti prendo la realtà un attimo. Te la rendo intrisa di piacere. Sola, in un mondo di frenesia, in una stanza di tempo fermo. Sola con la mia pelle, sola con i miei pensieri, sola con la luce di una candela che scalda come fosse fuoco. Musica che suona dolcemente, che entra piano, che brucia dentro. Incanto, pensieri lievi che si fanno fiamme, odore intenso che toglie il respiro. Sola, abbracciata dal tuo pensiero, avvolta dal tuo desiderio, scaldata dalla tua passione. Amo stare sola. Quante volte mi hai chiesto di non dire, di fermarmi, di non portarti in mezzo ai miei pensieri. E ogni volta quella richiesta era un invito a continuare, ad insistere, ad abbattere le tue resistenze. Il tuo silenzio è lo spazio infinito in cui si muovono il mio desiderio, la mia passione. Lo ascolto ogni giorno, mi chiama ogni notte, mi dice più delle tue parole. Il tuo silenzio, mentre guardi quella scatola, che contiene tutta me stessa. Così vorrei arrivarti, al semibuio, in silenzio. In quel silenzio che ti ferma per il timore di perderti nella mia testa, che ti urla dentro la fame che ho di te. Quel silenzio che mi tiene lì, dentro al tuo pensiero, a un soffio dalla tua pelle. Pensieri in confusione. Cuore che batte all’impossibile. Pelle calda e sensibile, ogni centimetro. L’odore della tua pelle è la sola aria che mi ossigena. Aria che mi sfiora ed è carezza irresistibile. Le tue mani mi rubano la realtà, assecondano ogni mia fantasia, trasportano i miei sensi, mi accompagnano nel mio mondo. Mondo fatto di pelle, di odore, di calore, di piacere. Piacere intenso, e sempre diverso. Sono attimi. Durano una vita. Succede di rado che le persone ti stupiscano… soprattutto piacevolmente. Ci sono sguardi che ti scivolano addosso senza che tu te ne accorga, per lungo tempo, per anni. Non li percepisci, forse deviata dall’atteggiamento scherzoso, giocoso, apparentemente superficiale. Poi succede che un giorno nasce un gioco, sembra casuale, qualche battuta che capisci non essere uno scherzo, non essere il solito gioco. Parole che escono, una dopo l’altra, quasi legate al filo del tempo, del lungo tempo in cui sono state taciute. Escono come una liberazione pacata, un’ammissione del sentire quasi non importassero le conseguenze. Un dire gentile, un chiedere dolcemente, nulla pretendere. Parole che non ti aspettavi, pensieri che non immaginavi. La cosa strana è che non ti sconvolgono, ti sembrano quasi una carezza, un lieve sfiorare il tuo essere, un dolce cullare il tuo aver vissuto. Ti fermi. Non pensi. Non ti chiedi cosa vorresti, se vorresti. Non ci avevi mai pensato, non vuoi pensarci. Resti lì, immobile, a lasciarti accarezzare dalla dolcezza di quei pensieri, senza chiederti dove porteranno. |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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