Non svegliarmi stanotte. Annusa la mia pelle per respirarmi. Sfiora le mie labbra delicatamente. Scopri i miei seni e bagnali leggermente perché reagiscano al fresco dell’aria. Accarezza dolcemente il mio ventre. Legami senza che io possa accorgermene. Toccami come se le tue mani fossero le mie. Fai che il mio desiderio cresca come se fosse un sogno. Fino a che sentirai il mio respiro cambiare. Fino a che il mio corpo inizierà a seguire le tue carezze. Fino a che i miei occhi si dischiuderanno a cercare i tuoi. Fino a che la mia eccitazione crescerà scoprendomi legata. Fino a che ti implorerò di farmi godere.
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Succede di rado che le persone ti stupiscano… soprattutto piacevolmente. Ci sono sguardi che ti scivolano addosso senza che tu te ne accorga, per lungo tempo, per anni. Non li percepisci, forse deviata dall’atteggiamento scherzoso, giocoso, apparentemente superficiale. Poi succede che un giorno nasce un gioco, sembra casuale, qualche battuta che capisci non essere uno scherzo, non essere il solito gioco. Parole che escono, una dopo l’altra, quasi legate al filo del tempo, del lungo tempo in cui sono state taciute. Escono come una liberazione pacata, un’ammissione del sentire quasi non importassero le conseguenze. Un dire gentile, un chiedere dolcemente, nulla pretendere. Parole che non ti aspettavi, pensieri che non immaginavi. La cosa strana è che non ti sconvolgono, ti sembrano quasi una carezza, un lieve sfiorare il tuo essere, un dolce cullare il tuo aver vissuto. Ti fermi. Non pensi. Non ti chiedi cosa vorresti, se vorresti. Non ci avevi mai pensato, non vuoi pensarci. Resti lì, immobile, a lasciarti accarezzare dalla dolcezza di quei pensieri, senza chiederti dove porteranno. Acqua che scorre. Bagna i capelli desiderosi delle tue carezze, scivola sulle palpebre chiuse ad immaginare la tua pelle, stuzzica le labbra socchiuse dall’idea di respirarti, disseta la bocca assetata del tuo piacere. Acqua che scorre. Lusinga il collo come fossero labbra, vezzeggia i seni come fosse bocca, eccita i capezzoli come fosse lingua, rilassa il ventre come fossero mani. Acqua che scorre. Lava la pelle che brama carezze, bagna il corpo che chiede possesso, distende tensioni che diventano innocue, da spazio al pensiero che cerca incessante. Acqua che scorre. Ma non lava via dalla pelle il desiderio di te. Desiderio battente. Intenso. Incalzante. Inarrestabile. Del tuo odore, del tuo sapore, della tua intensità. Immagine tratta dal web: Mauro Zani |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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