![]() Mentile. Non dirle che verrai ad annusare la mia pelle a respirare piacere dalla mia aria a mangiare vita della mia bocca a prendere sesso dal mio corpo. Non dirle che i tuoi occhi mi guarderanno toccarmi che si perderanno nella mia sensualità che viaggeranno oltre i piaceri provati che dimenticheranno d'aver visto mai godere un'altra donna. Non dirle che quando te ne andrai avrai già voglia di avermi ancora.
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![]() Sensazioni. Emozioni scaturite da attimi fuggenti, magari inconcepibili ma naturali reazioni dell’esistere. Inutile respingerle, i sensi non si spengono a comando, chiedono alla mente di fremere e assecondare il piacere. E allora chiudo gli occhi. Per farmi trasportare da emozioni calde e inquietanti. Non le lascio svanire in vortici di compromessi e pregiudizi. Me le tengo addosso. ![]() Ho dischiuso gli occhi. Mentre ancora l’odore caldo della tua pelle e il tuo respiro profondo carezzavano i miei sogni. Sono tornata qui. Come se l’intercedere delle emozioni che si alternano da questa notte dentro di me, potessero placarsi solo assoggettandosi al ritmo dell’intercedere delle onde. Chiudo gli occhi. E ascolto l’incalzare dell’acqua. Onde che si inseguono e si susseguono come i nostri respiri questa notte. Moti armonici, che appaiono disgiunti ma si amalgamano in una danza armoniosa. Respiro profondamente. La mia mente si abbandona all’incalzare della corrente, ritorna all’essere incondizionato. E resto qui. Nel rischiarare della notte. Lascio che la mia anima segua la corrente, infranga gli schemi, sfoghi le tensioni, riacquisti la quiete. Se sapessi già a che ora sorge il sole, forse smetterei di aspettare l’alba. Se avessi certezza di quel che sento, forse non proverei più emozioni. ![]() E se fosse che eri già dentro me. E se fosse che mi hanno insegnato ad alzare un muro dentro me. E se fosse che in fondo ai miei pensieri ce n’era uno che non ho mai voluto leggere. Un solo neurone forse ha capito davvero il significato di quella frase, uno solo, in mezzo a milioni. Ma non si è isolato, non si è spento. Ha lentamente iniziato ad irradiare informazioni ai neuroni vicini. Qualcuno ha respinto. Qualcuno si è modificato. Qualcuno ha continuato ad agire sinapticamente. E ora sei qui, nella mia testa. I miei pensieri sono pieni di te, di sensazioni immaginate, di emozioni desiderate. ![]() Sento il tuo desiderio di me cerco la dimensione in cui incontrarlo. Sento il tuo pensiero sulla mia pelle cerco la chiave per leggerlo. Sento la tua immagine farsi spazio tra i miei neuroni cerco di elaborarla e darle una collocazione. Sento l’intensità della tua carne che chiama la mia cerco il tuo respiro per lasciarmi andare. Sento passione indecisa, impaurita cerco di capire qual è il grado di piacere che riesci a sopportare. ![]() Non c’è spazio nella mia mente per trattenere le cose che gli altri non vogliono sentire, per tacciare i miei sensi, per non dire le cose che sento. Non voglio che l’attività dei miei cari neuroni sia rallentata dai pensieri non detti, dalle emozioni non comunicate, dalle sensazioni trattenute. Vivo in questo attimo, che può essere uno solo. Le sinapsi devono poter funzionare veloci, percorso pulito, non irretito da quel che dovrebbe essere. E’ così, e così va bene. ![]() Fumo lentamente, respiro profondamente, quasi a voler prolungare il mio benessere. Provo a carpire qualcuno dei miei pensieri che sembrano rincorrersi, incapaci di darsi pace. Inutile sai. Li catturo dolcemente quasi fossero bolle di sapone. Non li ascolto, non li leggo, li accarezzo appena, senza infrangerli perché possano continuare la loro danza fino a dissolversi lontano dal mio controllo, vicino al tuo respiro. Desiderano trovarti, per nutrirsi dell’odore della tua pelle, della carezza del desiderio del tuo sguardo. Io sono questa. ![]() Ancora una volta davanti a quello specchio. Guardati. Sei l'anima di quel corpo, sei l'odore di quella pelle, sei il movimento di quelle mani, sei l'ardore di quelle labbra, sei l'intensità di quello sguardo. Respirati. Come se a respirarti fosse uno sconosciuto. Ora guardalo quel corpo riflesso nello specchio. E smetti di vederlo. Non esiste. Non ha difetti. Non è altro che lo strumento per vivere le sensazioni. Lasciale fluire. Non cercare l'ordine. Non rinchiuderti nella ricerca della perfezione corporea e nelle limitazioni dell'idea di inadeguatezza. I sensi non chiedono impeccabilità, vogliono dare per nutrirsi. Che sia sull'orlo e fino al limite, dove i limiti non esistono. Perché questo è quel che sei. Un intenso fluire di emozioni e sensazioni. ![]() Emozioni a piede libero in una gabbia di lenzuola. Anima svestita. Incauto intercedere. Sensi di colpa che non arrivano. Domande che annientano le risposte. Immagini che non trovano posto. Odori che non se ne vogliono andare. Respiri che tolgono il fiato. Timori che fanno arretrare. E diventa stupido sopravvivere... Lavati l'anima prima di toccare la mia. Liberala dagli occhi degli altri. Rendila sorda al tempo. Accarezzala, rendila placida. Lasciamela sfiorare con le labbra, accarezzare con gli occhi, scopare con la testa. Fotografia di un respiro. Immagine di un momento. Tu su quel letto. Ritorno all'essere incondizionato. ![]() Gli occhi di una donna che conosce se stessa e segue le proprie sensazioni hanno colori vivi e decisi. Catturano ogni movimento sensuale. Non guardano per curiosità, scrutano per nutrirsi. Colgono la sconfitta negli occhi spenti dell'uomo che non potrà avere una donna così. Riconoscono l'invidia nello sguardo della donna che la osserva per trovarle un difetto. Difetti non ne ha. Ama se stessa. Guardatela fino a che vorrete. Non avrà timore. Il suo sguardo non vi sfiderà. Non ha il vostro bisogno di dimostrare. Ma guardatela senza parlare... preferisce il rumore del vento. |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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