![]() Cammino irrequieta tra la gente, per ubriacarmi di volti sconosciuti e di vociare senza senso, con il solo desiderio di perdere i troppi pensieri che si affollano nella mia testa. Cammino velocemente come se avessi un posto in cui andare, come se qualcuno mi stesse aspettando, come se dal mio respiro affannato potesse disperdersi l'ansia dell'essere. Cammino vagando verso una meta che non ha punto fermo, come se ad ogni passo cambiasse il mio percorso, come se cercassi una via che non trovo. Cammino smarrita senza cercare indicazioni, come se la mia mente avesse smarrito l'orientamento senza volerlo ritrovare, come se l'orizzonte s'allontanasse quasi a non volersi lasciar raggiungere. E passo dopo passo, viso dopo viso, mi sento sempre più lontana e sola.
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![]() Non sapeva perché lo stesse facendo, ma non voleva chiederselo. Stava camminando fiera del rumore dei suoi tacchi che scandivano ogni suo passo. L'intercedere era deciso e con quel che di sicura leggerezza di chi ha deciso e non tornerà indietro. Stava camminando con una sensazione di libertà mai provata prima. "SONO MIA. DI NESSUN ALTRO. Voglio godere. Godere mentalmente, perdermi nel piacere." Un nuovo piacere. Come avrebbe aperto? Le aveva detto di suonare "Astolfi": che strano cognome, vecchio e goffo. Come avrebbe aperto? E cosa avrebbe detto? L'avrebbe fatta accomodare offrendole qualcosa da bere o avrebbe allungato le mani sui fianchi per sentirsela subito addosso? "SUBITO. PRENDIMI SUBITO." Una strada, che non è la tua solita. La percorri senza incertezze, spinta dal desiderio di arrivare, di guardare ad occhi pieni cosa ti aspetta all'arrivo. Affronti i bivi con un respiro profondo, rallenti un attimo e riparti, mettendoci ancora più impegno perché credi nelle scelte che hai fatto. Continui a camminare anche quando la stanchezza si fa sentire e ti accorgi, guardando indietro, che il percorso era in salita, che hai evitato ostacoli quasi non accorgendotene perché volevi raggiungere il traguardo. E li hai superati con la convinzione che quella fosse la strada giusta. Guardi avanti ancora. Cammini ed ogni passo diventa più pesante. Lo vedi. Il tuo obiettivo è lì, a pochi passi. Ma non ha il colore che immaginavi, non ha i profumi che ti aspettavi, non ha la consistenza che sognavi. E ti fermi. Ti siedi. Lo guardi. E guardi indietro. La tua testa sembra impazzire in un mare di indecisione. Sei ad un passo da quello che credevi l'obiettivo della tua vita e solo ora ti accorgi che era un castello con muri di compromessi e finestre di finzione. Pensi di tornare indietro. Entrare in quel castello sarebbe assuefarsi ad idee che non sono le tue, vestirsi di abiti che non sono della tua misura, camminare su pavimenti incerti. Dov'è finito l'entusiasmo che avevi alla partenza? Non si è spento per la fatica. Si è dissolto guardando quelle finestre di finzione che avevi creduto solide. Ti alzi e cammini. Cammini in direzione di quel castello, a passi lenti, quasi avessi il timore del non ritorno. E ora sei lì, davanti a quella porta immensa e serrata. Puoi aprirla. Ce l'hai la chiave. Infili la mano in tasca e la senti: fredda, pesante, inerte. La stringi nel palmo della mano e la infili nella serratura. Giri. Basterebbe spingere ora per entrare. All'improvviso la mente si fa lucida. Sulle tue labbra emerge un sorriso che nasce da dentro, dal tuo profondo, dai tuoi pensieri. Fai un passo indietro. Volgi lo sguardo al cielo, oltre il tetto di questo enorme e grigio castello. Che appare morto al confronto con l'azzurro limpido del cielo. Puoi entrare, la porta è aperta. Mentre sorridi, ti allontani e vai oltre. Una nuova strada. Non tornerai indietro, quel cammino ti è costato fatica e ti ha messa alla prova. E ora cammini serena, lasciandoti i compromessi alle spalle. Fiera di non aver permesso alla finzione di prendersi la tua vita. La vita è oltre. |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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