Acqua che cade, leggera, quasi intoccabile. Acqua che bagna, le cose vere e le cose sognate. Acqua che chiama, i ricordi, le sensazioni. Acqua che entra nell’anima. E lì innonda i pensieri, trasporta il desiderio, annega la razionalità. Acqua. Acqua sui nostri corpi, che bagna le nostre labbra, che ci rende fluidi al nostro desiderio. E’ solo acqua ma tu ed io siamo fatti di acqua. Immagine tratta dal web, di Diego Fazio
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Tensione che sale. Passione che infervora. Occhi che scrutano. Corpi che fremono. Bocche che ardono. Mani che si toccano. Braccia che stringono. Pensieri che si liberano. Immagini che si accavallano. Gambe che si allentano per dare spazio al desiderio. Polmoni che si affannano a respirare odori. Schiene che si inarcano in una danza liberatoria. Muscoli che si contraggono per liberare il desiderio. Voci che soffocano in grida di piacere. Prendi i miei pensieri e falli tuoi. Dagli l’intensità del nostro sfiorarci. Del nostro desiderarci. Del nostro averci. Usali per portarci altrove. Alla passione. Al piacere. Nutrili senza limiti. Senza freni. Senza inibizioni. Prendi il mio corpo e fallo tuo. Ascolta quello che chiede. Che attende. Che brama. Assaggiane ogni minimo spazio. Ogni anfratto. Ogni sinuosità. Usalo come fosse tuo. Mio. Nostro. Quante volte mi hai chiesto di non dire, di fermarmi, di non portarti in mezzo ai miei pensieri. E ogni volta quella richiesta era un invito a continuare, ad insistere, ad abbattere le tue resistenze. Il tuo silenzio è lo spazio infinito in cui si muovono il mio desiderio, la mia passione. Lo ascolto ogni giorno, mi chiama ogni notte, mi dice più delle tue parole. Il tuo silenzio, mentre guardi quella scatola, che contiene tutta me stessa. Così vorrei arrivarti, al semibuio, in silenzio. In quel silenzio che ti ferma per il timore di perderti nella mia testa, che ti urla dentro la fame che ho di te. Quel silenzio che mi tiene lì, dentro al tuo pensiero, a un soffio dalla tua pelle. Entra. Non dire niente. Parla ai miei sensi. Parlagli piano e forte. Con carezze e schiaffi, con saliva e morsi, con anima e corpo, con diletto e passione. Concedimi. E privami. Dammi. E prendimi. Chiedimi. E comandami. Sussurrami. E urlami. Non un attimo. Non un’ora. Non una notte. Giorni e giorni. Chiusi nel nostro piacere. Non ci sarà abito bianco prezioso per un giorno. Non ci sarà noiosa abitudine a stancarci della vita. Non ci sarà un letto assonnato a spegnere la passione. Non ci saranno giornate nere a portarci insoddisfazione. Non ci saranno voci inutili a darci consiglio. Non ci sarà un tempo fissato perché tutto questo finisca. Ci sarà pelle, ci sarà calore, ci sarà piacere. Ci saranno anima e carne, ci saranno mani e bocche, ci saranno sguardi e parole. Ci sarà un vestito nero in cui gli occhi degli altri vedranno il peccato, guarderanno con disprezzo per celare invidia, sogneranno di indossare almeno un minuto nella vita. Non lo toglierò. Mai. Distendo le gambe sul lenzuolo bagnato, di acqua di passione. Si allenta la tensione delle braccia e delle mani. Che hanno toccato intensamente. Respiro affannosamente. Non di fatica. Discosto i capelli umidi di intensità dal viso. Appoggio sul cuscino la testa ancora intrisa di suoni di piacere, di parole forti, di sensazioni lancinanti. Chiudo gli occhi. Mentre lentamente svanisce la percezione di averti dentro. Il cuore continua a battere impazzito. Sembra continuare a godere. Notte di pensieri. Notte di passioni. Notte di fumo e di whisky. Notte di parole già scritte. E scrivo proprio lì. sullo stesso foglio. Parole di vite diverse, di sensazioni simili. Come fossero allo specchio. Una testa che mi attrae. Dai pensieri che come mare trascinano al largo. Dai pensieri che come onde impetuose portano intensità e d’improvviso se la portano via. Restano note che sembrano dar voce alle tue parole che le urlano dentro fino a farle sbattere contro la pelle. E la pelle vuole. Il vento ci accarezza… il mio sa di terra, il tuo sa di mare. Ma non c’è spazio che ci divide. La notte è la stessa. Il cielo è lo stesso. Il tuo vento non si ferma, fino ad essere mio. C’è il desiderio che ci unisce, la passione che ci infiamma, l’inconscio che ci lega, ci prende e poi ci lascia andare. Fino alla prossima volta. Tra un’ora, un giorno, un mese. Fino a toccarci. Toccarci. Vorrei che l’aria che sto respirando fosse l’odore della tua pelle. Odore sconosciuto in questo momento eppure mi è indispensabile. Il mio respiro lo cerca, la mia anima si tormenta in un susseguirsi di parole. Mi prendi la testa, tu me la scopi la testa. Mai parole mi legarono così al desiderio di un odore. Fa impazzire i miei sensi. Odore bramato dai miei neuroni. Odore conosciuto al mio pensiero, caro al mio desiderio, legato alla mia passione. Fumo lentamente, respiro profondamente, quasi a voler prolungare il mio benessere. Provo a carpire qualcuno dei miei pensieri che sembrano rincorrersi, incapaci di darsi pace. Inutile sai. Li catturo dolcemente quasi fossero bolle di sapone. Non li ascolto, non li leggo, li accarezzo appena, senza infrangerli perché possano continuare la loro danza fino a dissolversi lontano dal mio controllo, vicino al tuo respiro. Desiderano trovarti, per nutrirsi dell’odore della tua pelle, della carezza del desiderio del tuo sguardo. Io sono questa. Dai. L'ultima sigaretta e poi andiamo. Torniamo a quella finta vita. Io alla mia, tu alla tua. Con il desiderio di essere di nuovo vicini. Con la sensazione di esserci ancora dentro. Con gli odori delle nostre pelli ancora addosso. Con i segni della bramosia che ci ha presi. Con il calore del piacere che ci siamo dati. Con la convinzione che l'abitudine soffocherebbe la passione. O forse no. Sento il tuo desiderio di me, cerco la dimensione in cui incontrarlo. Sento il tuo pensiero sulla mia pelle, cerco la chiave per leggerlo. Sento la tua immagine farsi spazio tra i miei neuroni, cerco di elaborarla e darle una collocazione. Sento l'intensità della tua carne che chiama la mia, cerco il tuo respiro per lasciarmi andare. Sento passione indecisa, impaurita, cerco di capire qual è il grado di piacere che riesci a sopportare. Voglio il tuo odore, voglio il tuo calore, voglio la tua passione. Non voglio che tu sia mio come non voglio essere tua, mai. Voglio che resti nostro il desiderio di averci, con la stessa intensità, con la stessa energia, come se fosse sempre un esito incerto. Che non cambi, che non si spenga, la voglia di goderci. Ogni giorno diversamente. |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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