Quando ti svegli pensa alla mia pelle ancora calda di letto. Mentre entri in doccia pensa che vorrei che l’acqua che ti scivola addosso bagnasse i nostri corpi insieme. Quando bevi il primo caffè pensa che vorrei sentire che sapore ha nella tua bocca. Mentre esci pensa che mi metterei davanti alla porta per non lasciarti uscire. Spogliarti. Prenderti di nuovo. Quando entri in macchina pensa alle mie mani che ti accarezzano mentre guidi. Mentre cammini pensa alle mie gambe che bramano di stringerti, di intrecciarsi con le tue. Quando rientri pensa che ti aspetterei per non darti il tempo di respirare. Mentre ti addormenti pensa al mio odore e portatelo nei sogni. Ma questo non è un sogno. Immagine tratta dal web.
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Vivi la mia pelle, vivi la mia testa, vivi il mio essere fuori dalle righe, vivi la mia intensità, vivi la mia passione. Vivi il mio abbandonare i pensieri quando mi danno negatività, vivi la mia irriverenza per l’ipocrisia, vivi la mia incomprensione per chi continua a farsi del male, vivi la mia intolleranza per chi critica senza riflettere. Hai vissuto le mie lacrime, hai vissuto il mio amarti contro tutti e tutto, hai vissuto la mia convinzione che ciò che sentivo non poteva essere un errore. Non sono una donna qualunque, e tu lo sai. Tu mi conosci fino a dove i miei pensieri vanno a nascondersi per creare un ordine, che agli occhi degli altri sembra arrogante pazzia. E tu sai bene che pazzia non è. Sono stanca ma non dormo perché i miei neuroni vogliono continuare a sognare. Sognare a occhi aperti, per decidere dove il sogno deve portarmi…. Pensi o vivi? Vivo di pensieri, che sembrano sogni, che diventano realtà. Quello studio, il temporale, lampi improvvisi che entrano dal lucernario ed illuminano i miei piedi scalzi. Penso o vivo? Stanotte vorrei vivere. Un attimo. Solo un attimo. Qualcuno ti dice una frase e ti fermi a pensare. Ti chiedi perché quelle parole ti fanno riflettere così intensamente. Cosa non dovrei dire? E perché non dovrei sentire? Forse perché mi hanno cresciuto dicendomi cosa non si fa e cosa non si dice? Sono io, sono questa. Amo me stessa almeno quanto rispetto gli altri. Posso dar fastidio solo a chi si interessa al mio modo di essere per criticarlo. E non mi curo del fastidio che suscito in queste persone. Non perché io sia meglio degli altri, ma semplicemente perché sono serena e vivo la mia vita. La mia vita. foto dal web Prendi i miei pensieri e falli tuoi. Dagli l’intensità del nostro sfiorarci. Del nostro desiderarci. Del nostro averci. Usali per portarci altrove. Alla passione. Al piacere. Nutrili senza limiti. Senza freni. Senza inibizioni. Prendi il mio corpo e fallo tuo. Ascolta quello che chiede. Che attende. Che brama. Assaggiane ogni minimo spazio. Ogni anfratto. Ogni sinuosità. Usalo come fosse tuo. Mio. Nostro. Non svegliarmi stanotte. Annusa la mia pelle per respirarmi. Sfiora le mie labbra delicatamente. Scopri i miei seni e bagnali leggermente perché reagiscano al fresco dell’aria. Accarezza dolcemente il mio ventre. Legami senza che io possa accorgermene. Toccami come se le tue mani fossero le mie. Fai che il mio desiderio cresca come se fosse un sogno. Fino a che sentirai il mio respiro cambiare. Fino a che il mio corpo inizierà a seguire le tue carezze. Fino a che i miei occhi si dischiuderanno a cercare i tuoi. Fino a che la mia eccitazione crescerà scoprendomi legata. Fino a che ti implorerò di farmi godere. Bambina quando sogno di volare. Donna quando ti prendo e ti porto nelle mie fantasie. Bambina quando guardo le stelle. Donna quando mi tocchi alla luce della luna. Bambina perché amo giocare. Donna quando i miei giocattoli sono la tua mente e il tuo corpo. Bambina mentre rincorro le onde. Donna quando mi immergo nella tua passione. Bambina tra le tue braccia. Donna nelle tue mani. Bambina quando cerco carezze. Donna quando parlo al tuo desiderio. Bambina quando canto sottovoce. Donna quando ti urlo il mio piacere. Bambina docile, quando mi baci in mezzo alla gente. Donna prepotente, quando ti comando di farmi godere. "E’ necessario un richiamo alla ragione affinché assuma nuovamente il più arduo dei suoi compiti, cioè la conoscenza di sé, e istituisca un tribunale che la tuteli nelle sue giuste pretese, ma tolga di mezzo quelle prive di fondamento, non già arbitrariamente, ma in base alle sue leggi eterne e immutabili; e questo tribunale altro non è se non la critica della ragion pura stessa. Con questa espressione non intendo alludere a una critica dei libri e dei sistemi, ma alla critica della facoltà della ragione in generale". (Critica della ragion pura- Immanuel Kant). I fatti soli, sono fatti. Tutto ciò che noi pensiamo riguardo ai fatti sono interpretazioni condizionate dal nostro vissuto e dalle nostre aspettative. E per questo assumono un valore diverso, connotati non originari che possono deviare il significato dei fatti. Fermare il pensiero sui fatti, investendoli il meno possibile delle nostre aspettative, ci aiuta a vivere ciò che accade con maggiore serenità, con minore dispendio di energie e con maggior credibilità in noi stessi e nelle nostre possibilità. Sembrano solo parole. Prese ed assimilate con la giusta dose di autocritica, consentono una serenità troppo spesso turbata: apparentemente da ciò che gli altri fanno ma in realtà dalla nostra interpretazione. Chiudi gli occhi e vieni con me. Pensa alla mia pelle calda di desiderio. Ascolta il mio respiro fremente ed appassionato. Immagina la mia voce che invoca piacere. Tormenta i miei seni bramosi della tua bocca. Senti il mio odore che chiama il tuo desiderio. Impossessati della mia mente e usa il mio corpo. Segui la mia mano che percorre la via del piacere. Portami a godere. …ovvero quel certo non so che!! Questa canzone ha quel-certo-non-so-che che solo la lingua francese può comunicare. L’ho conosciuta tantissimi anni fa, quando ancora pensavo che per tenersi un uomo bisogna confarsi al suo modo di essere. La canzone rimane di un’intensità rara: vuoi la voce della Dion, vuoi che ascoltata a tutto volume senza distrazioni cattura il pensiero, vuoi che il francese ha un fascino cui l’anima difficilmente resiste. MA! …ma quelle parole, che quasi 20 anni fa mi erano così amiche e parevano darmi forza, stanotte (riascoltate a distanza di tanto tempo) mi hanno segnato i giorni trascorsi. Mi hanno ricordato un percorso difficile, intenso e mi hanno mostrato il cambiamento, il mio cambiamento. Mi hanno dato la sensazione che questa canzone fosse la PARTENZA e che il mio benessere di oggi sia il TRAGUARDO. Chi mi legge ormai sa cosa penso in materia di relazioni sentimentali, sensuali e sessuali, ma anche io ho avuto momenti in cui credevo che l'unico modo per essere felici accanto ad un uomo fosse accontentarlo. Adesso penso che per essere felici accanto ad un uomo, bisogna star bene con sé stesse. Se 15 anni fa percepivo queste parole come una efficace e focosa lezione alla dedizione, adesso mi appaiono un atto di negazione della donna. Una donna disposta a diventare un’altra perché un uomo le resti accanto: JAMAIS! PS. Traduzione del testo della canzone per chi non conosce il francese:http://www.celinemaniacs.com/alb1_file/albf7.html#1T Desidero i tuoi occhi, forse più delle tue mani. Desidero il tuo sguardo, forse più del tuo tocco. Resta lì. Non muoverti. Non dire nulla. Bramerò il tuo sguardo mentre si nutrirà del mio essere. Ascolterò il tuo respiro seguire l'intercedere del mio. Accarezzerò il mio corpo desiderando le tue mani. Amerò godere per il tuo piacere. E sarà il mio. Per sentirsi davvero appagati è necessario che le parole di chi ci ama (per la vita o per una notte sola) arrivino a scriversi sulla nostra pelle, si fondano con i nostri nervi, sconvolgano i nostri neuroni con l’impeto dei fuochi d’artificio e infine accarezzino i nostri muscoli dopo averli spasmodicamente stimolati. Ti voglio e ti avrò. Non puoi nulla contro il mio essere. Puoi provare a resistere al mio corpo, ma non resisterai alla mia mente. Puoi credere di guidare, ma ti accorgerai di camminare nella mia direzione. Puoi combattere per restare distaccato, ma ti sentirai sempre a un respiro dalla mia pelle. Puoi mentire a te stesso, ma ti sentirai uomo solo nei miei pensieri. |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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