![]() Fotogrammi di memoria. Sono scatti appena mostrati. Bisogna che tu sappia che la mia testa non è per chiunque. Lei non è per tutti. Lei è un mondo. Un mondo a parte. Un mondo dentro il quale è difficile entrare. Impossibile uscire. Il ricordo è forte ma le sensazioni sembrano essere state troppo intense per riprodurle con il ricordo. Chiedono pelle, chiedono testa, chiedono respiro, chiedono espressione di viso, chiedono calore. Questi fotogrammi che tornano, mentre cammino tra la gente, mentre il tempo esige, mentre mi distendo annusando il cuscino per cercare il tuo odore e nutrirmi di te. Rientrarti in me. Ancora. In me. Nella mia testa. Sarà la tua prigione. Prigione di passione. Da cui non vorrai più evadere. PHOTOGRAMMES DE MéMOIRE. Photogrammes de mémoire. Ils sont déclenchement à peine montrés. Il faut que tu saches que ma tête n'est pas pour n'importe qui. Elle n'est pas pour tous. Elle est un monde. Un monde à part. Un monde dans lequel il est difficile d'entrer. Impossible sortir. Le souvenir est fort mais les sensations semblent avoir été trop intenses pour leur reproduire avec le souvenir. Elles demandent peau, elles demandent tête, elles demandent souffle, elles demandent expression du visage, elles demandent chaleur. Elles demandent. Ces photogrammes qu'ils reviennent, pendant que je marche entre les gens, pendant que le temps exige, pendant que je m'étends en flairant le coussin pour chercher ton odeur et me nourrir de toi, te me rentrer. Encore. Dans moi. Dans ma tête. Elle sera ta prison. Prison de passion, de qui tu ne voudras plus exécuter.
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![]() Non c’è spazio per pensare ai motivi, alle ragioni. Solo una ragione. La mia. Quella della mia pelle e del tuo odore, della mia bocca e del tuo calore, dei miei pensieri e delle tue risposte. Hai timore di perdere la testa per me? E’ proprio quello che voglio: la tua testa, il tuo pensiero, il tuo desiderio. Non temere ripercussioni, fidati di me, fidati della mia mente. Voglio aprirti la mia testa almeno quanto desidero in questo momento aprire le gambe davanti ai tuoi occhi. Sentirmi il tuo desiderio addosso attraverso lo sguardo, ma ancora di più attraverso l’intensità dell’immaginazione. Amo i tuoi silenzi perché mi spingono a pensieri sempre più profondi per stimolare il tuo desiderio, per accendere i tuoi sensi. Fino a che non ce la fai più a trattenerti. Fino a che vuoi godere di me. ![]() E se fosse che eri già dentro me. E se fosse che mi hanno insegnato ad alzare un muro dentro me. E se fosse che in fondo ai miei pensieri ce n’era uno che non ho mai voluto leggere. Un solo neurone forse ha capito davvero il significato di quella frase, uno solo, in mezzo a milioni. Ma non si è isolato, non si è spento. Ha lentamente iniziato ad irradiare informazioni ai neuroni vicini. Qualcuno ha respinto. Qualcuno si è modificato. Qualcuno ha continuato ad agire sinapticamente. E ora sei qui, nella mia testa. I miei pensieri sono pieni di te, di sensazioni immaginate, di emozioni desiderate. ![]() La mia testa freme e il mio corpo pure. Cercano te. Bramano te. Non fermerò i miei pensieri e non taccerò la mia bocca. Respirerò il tuo odore e ti dirò quello che sento. Immaginerò il tuo piacere e ti griderò il mio. Animerò il tuo desiderio e ti restituirò le mie sensazioni. Mi sentirai nelle tue mani. Stringerai. E capirai che sono tua. ![]() Nella mia bocca c’è ancora il sapore della tua bocca. Mentre respiro sento ancora l’odore della tua pelle. Sto chiudendo i pugni per stringere ancora la tua carne. La tua voce risuona nella mia testa, mi vuoi ancora. Mi piace godere di te in mezzo alla gente. Quella gente che si scandalizza se scrivo di sensazioni, di pelle, di amore. Quella gente che sogna storie impossibili, rincorre sentimenti che si spengono, rimpiange le sensazioni provate pensando che fossero uniche, ineguagliabili, insuperabili. Quella gente che vive in ciò che è stato, che si ferma a ciò che la morale gli consente. Dietro l’apparenza, dietro l’ostentata ipocrisia c’è la vergogna, c'è la paura, c'è l’incapacità di abbandonarsi a ciò che è vero. Io e te. Veri. |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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