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MILF, TARDONE E LUOGHI COMUNI

27/2/2017

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​Era da un po' di tempo che volevo scrivere due righe a riguardo e oggi arriva lo stimolo giusto.
Siamo tutti consapevoli, credo, che la nostra epoca sia scandita dalla necessità di categorizzare: dall'etnia, ai prodotti di commercio, allo status, alle caratterialità, alle fisicità. Tutto! Perché essendo una società che ragiona principalmente sul pregiudizio, se non abbiamo una dicitura che ci indica il genere, in qualsiasi cosa, ci troviamo destabilizzati.
L'argomento è molto vasto ma io, chiaramente, mi limito a riflettere sulle categorizzazioni nell'ambito sessuale, quello a me pertinente. 
Stamattina mi sono trovata a leggere questo interessante racconto che riguarda "le tardone", scritto da  Laura Costantini, giornalista e scrittrice per la quale nutro molta stima. E anche oggi non mi ha delusa, portando all'attenzione dei suoi lettori una situazione che richiama le più vecchie dinamiche sessuali del ragazzino che aspira al letto della appetibile ultra quarantenne. Quella che, volendola categorizzare, viene definita con l'acronimo MILF.
Ecco qui... alla parola MILF la maggior parte degli uomini ha un movimento ormonale (anche inconscio, eh) difficile da tenere a freno: i ragazzini perdono la ragione, i giovani fremono, gli adulti comunque si figurano un'avvenente figura composta di due gambe ben tornite, un seno abbondante, fianchi dalla presa facile e tanto desiderio sessuale che la vede incapace di resistere a qualsiasi uomo le passi davanti, specie se più giovane di lei. 
Insomma: un'affamata di sesso, resa ancora più famelica dal tempo che le sta per scadere. 

​
Ma posticipiamo le considerazioni e leggiamo il racconto di Laura Costantini, che potete trovare anche qui: 

Un raccontino sulle “tardone” e le sorprese che possono riservare...
 
LAURA ZG COSTANTINI·LUNEDÌ 27 FEBBRAIO 2017
Davide è un ragazzo sulla ventina senza particolari attrattive, più trendy che elegante. Ha in mano una rosa rossa a stelo lungo quando entra nel ristorante preceduto dal cameriere che lo guida al tavolo
“Tavolo d’angolo, signore, come aveva chiesto.”
“Grazie.”
Davide si siede, avendo cura di scegliere la sedia che guarda verso l’ingresso del ristorante. Il cameriere intanto accende la candela sul tavolo.
“Aspettiamo la signora per la scelta dei vini?”
“Si, grazie.”
E’ evidente che vuole liquidare il cameriere. L’uomo recepisce e si allontana. Appena esce di scena, Davide infila la mano in tasca e ne estrae un telefonino. Un unico tasto di chiamata rapida e dopo pochi secondi è in linea.
“Ohi, Giacomo, sono io. Sono appena arrivato al ristorante.
No, macchè, vedrai che si farà aspettare, la tardona.
Beh, oddio, a giudicare dalla foto su Meetic ha un suo perché, ma lo sai che non è questo che mi interessa.
E che vuol dire? Certo che me le scopo, ma si tratta pur sempre di una tesi sperimentale, no?
La tua è solo invidia, caro mio. Se l’idea fosse venuta a te, adesso non faresti tanto il moralista.
Rossana, Rossana, stai diventando un disco rotto: sei amico mio o di Rossana?
Certo che è la mia ragazza, ma questo che c’entra? Per studiare i rapporti intergenerazionali tra i sessi ai tempi di Internet bisogna scendere sul campo ed è proprio questo che faccio.
Si, esatto. Il mio è interesse antropologico e ti consiglierei di provare.
Le tardone hanno una marcia in più, caro mio. Hanno una fame repressa e la possibilità di sfogarla, ti assicuro che se ne provi una, dopo guardi tua madre con altri occhi.
Ma che c’entra! Certo che non mi farei mai mia madre, ma adesso so che non è una creatura asessuata, come mi è sempre piaciuto pensare.
E certo! Ti pare che la tua non doveva essere diversa? Ma piantala che secondo me i tuoi non scopano più da una vita.
Beh, si, perché no? Magari neanche i miei sono tanto attivi sessualmente, ma questo non significa che mia madre, se ne avesse la possibilità, non si farebbe una scappatella con un pischello della mia età. Le donne sono arrapate quanto noi.
Si, infatti, è questa la tesi che voglio sostenere e che sto scientificamente dimostrando.
A Rossana ho detto quello che le dico tutte le volte: sto lavorando per la tesi. Che poi è la sacrosanta verità.”
Davide punta lo sguardo verso l’ingresso e assume una postura meno rilassata sulla sedia.
“Ti mollo Giac, è arrivata ed è decisamente in gran tiro. Poi ti racconto.”
Chiude la comunicazione e infila il cellulare in tasca, poi si alza in piedi e mette la rosa dietro la schiena.
Fiorella è una bella donna, elegante e curata in ogni particolare, si vede che ha una quarantina ma li porta alla grande. Entra accompagnata dal cameriere che si allontana subito. Davide si produce in un baciamano, poi le offre la rosa.
“Addirittura!” commenta ironica.
Davide le gira attorno per scostarle la sedia, poi torna al suo posto.
“Eccoci qui, finalmente.”
“Finalmente?”
“Beh, non è un segreto per nessuno che morivo dalla voglia di incontrarti.”
Fiorella giocherella con la rosa.
“Si era parlato di massima sincerità, quindi non sentirti in dovere di essere galante e romantico.”
“E tu non sentirti in dovere di fare la cinica. Dopo un mese di chat ti conosco meglio di quanto pensi.”
“Ma davvero?”
Fiorella aspira il profumo della rosa e continua a fissarlo, Davide sostiene lo sguardo, poi alza la mano per fare cenno al cameriere che arriva prontamente con i menù.
“Buonasera signora, la scelta è ampia ma, se posso, consiglierei la spigola al sale.”
Fiorella scorre rapidamente il menù.
“Tutto a base di pesce”, commenta rivolta a Davide.
Lui sorride e assume un’aria complice.
“Non si dice sia afrodisiaco?” sussurra incurante della presenza del cameriere.
“Vada per la spigola al sale, ma prima, per rimanere in tema, prendiamo un antipasto di ostriche e tartine di aragosta.”
“Ottima scelta, signora. Posso consigliare un Ferrari per accompagnare l’antipasto?”
“Volentieri, ma per la spigola ci porti la carta dei vini.”
Il cameriere si allontana. Fiorella fruga nella borsetta e ne estrae il cellulare che consulta prima di chiuderlo e posarlo sul tavolo.
“Mi devi scusare, ma con il lavoro che faccio devo sempre essere reperibile.”
Davide allunga la mano attraverso il tavolo con aria complice. Lei lo lascia fare.
“Ti ammiravo mentre ordinavi. Mi piacciono le donne che sanno quello che vogliono.”
“Altrimenti non saresti qui, ma con qualche tua coetanea.”
“Le mie coetanee non stimolano il mio interesse. Per lo più sono noiose e insicure, alla continua ricerca di conferme su quanto sono belle, quanto sono magre, quanto sono alla moda, quanto sono brave a letto.”
Fiorella mima un applauso.
“Bella sfilza di luoghi comuni, bravo.”
“E’ la verità, ne abbiamo già parlato.”
“Certo, tu sei quello che si trova bene con le tardone.”
“Non ho mai usato quella parola.”
“Non davanti a me.”
“Non cercare complimenti, non ne hai bisogno.”
“E allora tu non farne.”
Il cameriere si avvicina con il Ferrari nel cestello e Davide lo blocca.
“Lasci, faccio io.”
“Come desidera, signore”, si allontana.
Davide stappa con abilità lo spumante e lo versa nelle flutes.
“A questo incontro a lungo desiderato.”
“A questo incontro”, gli fa eco Fiorella, poi posa il bicchiere. “Dunque, mi dicevi che sei uno studente universitario.”
“Laureando per l’esattezza. Sto preparando la tesi in Sociologia.”
“Argomento?”
“I rapporti intergenerazionali tra i sessi ai tempi di Internet.”
“Quindi stasera ti sei portato i compiti a casa.”
“Non ancora, ma conto di farlo.”
“Molto sicuro di te, direi.”
“Più che sicuro, pieno di fondate speranze.”
“Interessante.”
Fiorella gioca con il cellulare e lo spinge verso il centro del tavolo.
“E sentiamo, dottor Davide, cosa pensi di poter offrire a una donna della mia età, una che potrebbe esserti madre?”
“Mi stai intervistando?”
“Perché no? Mi incuriosisce la tua scelta.”
“Sei una donna stupenda.”
“Quanti anni hai, Davide?”
“Ventitrè, lo sai bene. E tu ne hai venti più di me. Però io non lo vivo come un problema. Una donna della tua età ha fascino.”
Fiorella scuote la testa.
“Ancora luoghi comuni, Davide, non ci siamo.”
“Non posso dire le cose che tu vuoi sentirmi dire.”
“E quali sarebbero?”
Il cameriere si avvicina con il vassoio delle ostriche e le tartine di aragosta. Devono aspettare di essere serviti.
“La lista dei vini, signora.”
Fiorella la scorre rapidamente.
“Direi Falanghina, ben freddo, mi raccomando.”
“Ottima scelta, signora.”
Il cameriere si ritira e Fiorella addenta una tartina.
“Dicevamo?”
“Dicevamo che sono un ragazzo con molti più talenti di quanto immagini, ma che non riesco ancora a leggerti nel pensiero.”
“Oh, ne troveresti di sorprese!”
“Ma renderebbe tutto troppo facile, non trovi?”
“Con me niente è facile.”
“Me ne sto accorgendo.”
“Sei sempre in tempo per tirarti indietro.”
“E se ti dicessi che mi piacciono le sfide?”
“Direi che hai quasi esaurito l’elenco dei luoghi comuni.”
“Bene, allora ribaltiamo il gioco: perché hai accettato di incontrarmi?”
“Perché sono curiosa. Succede sempre più spesso, a me e alle mie amiche, di essere corteggiate da ragazzini della tua età.”
“Non sono un ragazzino.”
“E il divario è talmente enorme che non riesco a capire come sia possibile. Cosa abbiamo in comune io e te?”
“Ci piacciono le ostriche, per esempio.”
“Che altro?”
“Siamo stufi della banalità che ci circonda.”
Fiorella si guarda intorno.
“Potresti scoprire che una coppia male assortita ormai è più banale di quanto immagini. Altro?”
“Siamo attratti fisicamente.”
“Mi vedi oggi per la prima volta.”
“Dimentichi le foto in rete.”
“E che sono attraente lo hai deciso da pochi pixel su Internet?”
“Non è quello che hai fatto anche tu?”
“No.”
“No?”
“No.”
“Questo vuol dire che non mi trovi attraente?”
Davide cerca di dirlo con tono ironico, ma è colpito.
“Lo vedi che sei un ragazzino?”
“E tu sei una strega. Queste ostriche sono favolose.”
Ne prende una con la forchettina e gliela porge attraverso il tavolo. Fiorella accetta di farsi imboccare, poi fa altrettanto. “Si, sei proprio una strega.”
“Siamo solo all’antipasto, Davide. Non bruciare le tappe.”
“Per me potremmo anche saltare la cena.”
“Per arrivare dove?”
“Alla conoscenza. Quella più vera, profonda, carnale.”
“Quindi si tratta di questo, sostanzialmente.”
“Conosci qualcosa di meglio?”
“Se conosco qualcosa di meglio di una sveltina nel discreto alberghetto qui accanto? Si, direi proprio di si.”
“Chi ha parlato di una sveltina?”
“La tua faccia, Davide. Stai correndo troppo con la fantasia e la fantasia, alle volte, gioca brutti scherzi.”
“Ok, madame, prendiamocela con calma. Potremmo parlare del tuo lavoro.”
“No, per carità. Non parlo d’altro tutti i giorni. Tu, piuttosto, ce l’hai una ragazza?”
“Se ce l’avessi sarei qui con te, ora?”
“Vuoi sapere quello che penso? Si, saresti esattamente dove ti trovi.”
“Infatti”, ridacchia lusingato.
“Quindi una ragazza c’è.”
“Beccato!”
“E come si chiama?”
“Rossana.”
“E’ carina?”
“Vuoi sapere se può competere con te? No, non può.”
“Perché?”
“Perché non ha niente da insegnarmi.”
“Quindi stiamo parlando del solito mito della nave scuola, giusto?”
“Che c’è di male? Te l’ho detto fin dall’inizio, una donna che sa quel che vuole, in ogni circostanza, è una vincente. Tu hai un lavoro di successo, hai una posizione, sei bella e non ti lasci scegliere.”
“Non mi lascio scegliere?”
“Esatto. Non è andata così tra noi? Non sei stata tu a pescarmi tra le facce e i ridicoli annunci di Meetic?”
“E da questo cosa si arguisce?”
“Che sei una donna cui piace fare la prima mossa, tenere ben salde le redini del gioco. Non è così?”
“Forse, ma in quanto rappresentante della categoria maschi, non dovresti sentirtene troppo lusingato.”
“Al contrario. Mi lusinga moltissimo, perché tra tanti hai scelto proprio me.”
“Potrei dirti che tu o un altro non faceva nessuna differenza.”
“E saresti ingiusta nei confronti di entrambi.”
“Tu non capisci. Non mi lascio scegliere perché se aspettassi da un uomo la prima mossa, starei fresca. Credi che gli uomini della mia età siano diversi da te? Ti sbagli. Voi maschi odiate la fatica della conquista, del corteggiamento. Trovate irresistibile una donna che ha le idee chiare, perché vi serve su un piatto d’argento ciò che più desiderate.”
“E’ vero ma insisto: che c’è di male in questo?”
“Per esempio che la tua… Rosanna?”
“Rossana.”
“Che la tua Rossana potrebbe fare esattamente come te e cercare in un uomo di vent’anni più vecchio, qualcuno che sappia farla sentire desiderata, circondata di attenzioni, ricercata come una rarità. Gli uomini della mia generazione non si sprecano con le coetanee, ma sono molto bravi a imbambolare ragazzine. Come reagiresti?”
“Rossana non è il tipo.”
“Davvero?”
“Davvero. E adesso basta parlare di lei. Come ci sei finita su un sito per cuori solitari?”
“Ci sono finita perché sono una single. Io.”
“Difficile credere che una donna come te abbia bisogno di Meetic per trovare compagnia.”
“La compagnia in realtà si trova facilmente.”
“Adesso sei tu che scadi nel luogo comune. Vuoi farmi credere che tutte le tue coetanee che si mettono on line sono alla ricerca dell’anima gemella? Dai!”
“Dimenticavo di avere davanti un vero esperto in sociologia dei rapporti umani in rete.”
“Puoi dirlo forte. Le donne dai 35 in su viaggiano su Internet alla ricerca di sesso. Del sano, vigoroso, soddisfacente sesso.”
“Parli per esperienza diretta?”
“Diciamo che si, qualche esperienza diretta l’ho avuta.”
“Qualche?”
“Sono un gentiluomo, non dimenticarlo. Però parlo a ragion veduta e credo sia giunto il momento di sfatare la concezione della donna romantica, poco interessata al sesso fine a se stesso. Soprattutto voi adulte dovreste prendere atto che il desiderio e il piacere sessuale hanno per la donna lo stesso valore che hanno per il maschio. Tutto il resto è sovrastruttura sociale, condizionamento morale e religioso.”
“Interessante punto di vista. Ma continuo a chiedermi se una simile apertura mentale valga anche per la tua fidanzata. Se anche lei, in questo momento, fosse a caccia di sesso?”
Davide si protende a prenderle le mani, ammiccante.
“Cosa vuoi sentirti dire, dolce Fiorella?”
“Fa’ uno sforzo di creatività.”
“Vuoi che ti dica che in questo momento l’unica cosa che realmente mi interessa è riuscire a portarti a letto?”
“Poco romantico ma efficace.”
“Vuoi che ti dica che non vedo l’ora di dimostrarti cosa sa fare tra le lenzuola un ragazzino come me?”
“E dicevi di non saper leggere nel pensiero.”
“Posso chiamare il cameriere e dirgli che per quelle spigole al sale sarà per la prossima volta?”
“Direi che devi.”
Davide non sta più nella pelle. Si sbraccia in direzione del cameriere che arriva rapidamente.
“Posso portare via, signori?”
“Si, e può anche portarci il conto.”
“C’è stato qualche problema, signore?”
“Nessun problema.”
“Avete qualche lamentela sulla freschezza delle ostriche?”
“Niente di tutto questo. Abbiamo semplicemente fretta”, gli strizza l’occhio, cercando una complicità tra maschi. “Metta in conto anche le spigole, se necessario.”
“Come vuole signore, il conto arriva in un attimo.”
Il cameriere si allontana.
“Finalmente l’ha capita. Dovrebbero trovare personale più perspicace.”
“La perspicacia non è una dote molto diffusa, Davide.”
“Me ne sono accorto.”
“Davvero?”
Qualcosa nel tono di Fiorella lo colpisce.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“Non chiederlo a me”, gli porge il telefonino. “C’è qualcuno che vuole parlarti.”
Davide se lo porta istintivamente all’orecchio.
“Pronto?”
“Davide, mi senti?”
“Rossana? Ma cosa? Come?”
“Vuoi sapere chi è la donna che non vedevi l’ora di portarti a letto?”
“Rossana, aspetta.”
“E’ mia madre.”
“Rossana, non hai capito.”
“Ti ho capito benissimo e adesso sparisci dalla mia vita.”
Rossana ha riattaccato. Fiorella sfila dolcemente il telefonino dalle mani di Davide e lo mette in borsa. Intanto il cameriere arriva con il conto ma percepisce qualcosa di strano ed esita con il vassoio tra le mani.
“Prego”, lo incoraggia Fiorella. “Lo consegni al signore e si assicuri che le aggiunga una lauta mancia. E questa”, gli porge la rosa, “la porti alla sua fidanzata. La apprezzerà.”
Prende la borsa ed esce senza neanche uno sguardo per Davide che rimane lì, seduto al tavolo.
 

Laura, con ironia e brillantezza, ha fatto un puzzle di tutti i luoghi comuni che riguardano le MILF (se non sapete cosa significhi questo acronimo, usatemi la cortesia di googlarlo) andando poi a chiudere evidenziando una situazione che non è sicuramente rara, anzi. Sui siti di incontri sono innumerevoli i ragazzi sotto i trent'anni che cercano sesso con ultra quarantenni.
E io proprio su questo mi vorrei soffermare: d'accordo che Freud possa dire la sua, d'accordo che la maturità sessuale abbia un tempo, d'accordo pure che l'inesperto cerchi l'esperta, sia per imparare ma soprattutto, e ribadisco soprattutto, per vantare la propria capacità sessuale. A sé stesso, se la performance è buona, agli altri indipendentemente da come vada a finire la storia: l'importante è vantarsi.
D'accordo, dicevo, che le donne che hanno esperienze sessuali con uomini più giovani lo sappiano e d'accordo pure che alcune ne siano fiere, ma quel che mi preme specificare, concludendo questo post, è che:
- la pornografia influisce talmente tanto sulla nostra vita che un termine, nato negli anni ’90 in alcuni newsgroup di Internet riferito alla signora Robinson del film “Il laureato” (considerata la prima milf della storia del cinema), e diffusosi nell'ambiente porno fino a creare un vero e proprio mercato di video e foto specifico, ora fa parte della normalità nel definire una 35-50enne. Laura non ha usato questo termine e, se la conosco almeno un po', non è un caso: nessuna donna con una buona capacità intellettiva ama essere categorizzata con un termine che la annulla, che la volgarizza e ne rende un'immagine da film porno; e lei, credo, non ha voluto usarlo nemmeno per definire un personaggio di creatività per non sminuirne l'intelligenza;
- la maturità sessuale di una quarantenne, in linea di massima, è innegabilmente ciò a cui un uomo aspira, ma la maturità sessuale femminile non sottintende che la donna in oggetto abbia perso la lucidità nel gestire le proprie relazioni sessuali, in base ai propri desideri, gusti e soggettività. Traduco: una donna matura sessualmente non necessariamente si scoperebbe chiunque, pur di scopare!
- l'idea che una donna "matura" debba sentirsi lusingata dai complimenti o dai tentati approcci di un uomo più giovane, è frutto della vostra creatività! Ce ne saranno, ne sono certa, ma non stiamo sicuramente parlando di donne risolte (le quali non trovano appagamento nell'essere la Mother I'd Like to Fuck, bensì in un rapporto che appaghi la loro totale essenza);
- quando usate il termine MILF o COUGAR o qualsiasi altro termine che categorizzi una donna ricordatevi sempre che quel termine viene usato anche per definire vostra madre, vostra moglie, vostra figlia che in quel momento, qualsiasi sia il momento, viene associata a un comportamento di richiamo pornografico.

Non ci provate a dirmi che voi lo usate il termine milf, ma in senso ironico, affettuoso, carino ecc... digitate la parola MILF su Google immagini e fatemi sapere cosa ci trovate di carino e affettuoso.
Potete trovare contenuti ironici, sì... marche di abbigliamento, di tutto... 
​
Chiudo chiedendovi di ragionare su questo: categorizzare una persona, uomo o donna che sia, a livello mentale implica una deformazione (vostra) della percezione di quella stessa persona e vi limita nella conoscenza perché partite già da un pregiudizio. Stabilire a priori come andranno le cose con una donna potrebbe essere fuorviante... potrebbe riservarvi delle sorprese! 
Come ci ha narrato Laura, che ringrazio.
 


1 Comment
Laura Costantini link
27/2/2017 09:21:07 am

È un onore essere stata spunto per una riflessione e, sì, il termine MILF mi repelle. E, sebbene si prestasse, ho preferito non usarlo. Per non offendere Fiorella e le donne in generale.

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    ​GRAZIA SCANAVINI
    ​
    Ricercatrice
    Educatrice umanista
    Counselor filosofica
    ​
    Blog con intento educativo.
    L'obiettivo è stimolare riflessione al fine di favorire la consapevolezza personale nelle relazioni.

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