![]() Victoria Milan, in queste ore, torna a far parlare di tradimento le principali testate giornalistiche, pubblicando un articolo che stila una classifica dei "traditori" in base al ruolo professionale: broker e operatori finanziari al primo posto, seguiti da piloti e assistenti di volo, medici e infermieri, uomini d'affari e segretarie, e così via. Anche se è ovvio che Victoria Milan abbia tutto l'interesse a diffondere la cultura del tradimento, quindi tendenzialmente di parte, è molto interessante leggere gli articoli del blog perché sono quasi sempre supportati da sondaggi e raccolte dati piuttosto attendibili che dipingono le dinamiche relazionali in maniera decisamente disincantata, e a me questo piace. Cosa io pensi del TRADIMENTO (parola che non amo) lo trovate qui in alcuni post che trattano l'argomento in aspetti diversi. Sappiamo bene che il tradimento, considerato e dichiarato "comportamento sbagliato" e condannabile dall'unanimità sociale, in realtà è perpetrato da una percentuale molto alta di uomini e donne, difficilmente definibile numericamente solo per l'ovvia riservatezza di tanti a confessarlo. Personalmente non ritengo interessante stabilire quanti tradiscono perché il fenomeno è ovvio e nemmeno nuovo... mi stupisce di più il fatto che ancora non si riesca a dargli una connotazione di "normalità" basandosi sui principi oggettivi che lo determinano. Mi stupisce ancora questa idea generale che alla base di un tradimento ci sia per forza una "mancanza" o uno "sbaglio" e non si instauri invece un concetto oggettivo basato sulla conoscenza che abbiamo, in termini antropologici. Anche in psicologia, ancora oggi, si elabora il tradimento come fosse una conseguenza di problematiche riguardanti l'inconscio in senso psicanalitico mentre sappiamo perfettamente che le pulsioni hanno radici ben più profonde e non razionalizzabili. Ma parliamo in maniera semplice, ché la questione è resa già fin troppo complicata dai centenni di condizionamenti morali che continuano ad accumularsi, e partiamo dal presupposto fondamentale del rapporto di coppia: la dinamica di accoppiamento (in termini di monogamia) è una strategia sociale che si è instaurata per preservare la riproduzione. In parole semplici si fonda una società all'interno della quale i due soci producono e si adoperano per garantire sostentamento a essi stessi e al prodotto della società (figli), e ovviamente c'è bisogno che i due soci investano tutto in questa società. O almeno, questo è ciò che il contratto richiede. Il problema dove nasce? Proprio dal fatto che si sia applicata una strategia razionale a ciò che di meno razionale abbiamo: l'istinto. L'antropologia ci ha ben dimostrato che la nostra natura non è monogama e che non è sufficiente che un partner ci garantisca amore e rispetto per non provare attrazione o desiderio per altre persone. Certo, le regole morali hanno tentato e ancora tentano di contenere i comportamenti che minano "il sistema coppia" ma con scarsi risultati e conseguenze non proprio positive sulle persone che durante il tradimento subiscono il malessere dei sensi di colpa (altra strategia sociale nata per preservare la coppia) e nel momento in cui vengono scoperte a tradire, quindi ad attuare un comportamento d'istinto, vengono investite di una connotazione negativa: "Gli/Le hai fatto le corna quindi sei una brutta persona". Lo so, siete già agitati, state già pensando ai vari "Eh sì, il senso di colpa è il minimo, vorrei vedere!" "Ah be', ha tradito, ha mentito, doveva essere sincero/a". Ecco. Proprio su questo vorrei invitarvi a riflettere: come possiamo continuare a ragionare e giudicare in termini di "sincerità" quando abbiamo fondato una strategia (quella della fedeltà di coppia) su un concetto falso? NOI NON SIAMO MONOGAMI, non lo siamo per natura, addirittura ci sono studi accreditati sulla mappatura genetica che hanno provato che i portatori del gene 334 hanno un istinto più elevato alla "multipartnerialità". Io vi invito solo a riflettere su questo ora: è impossibile accettare che il "per sempre" a cui ci hanno educati sia stato, in fin dei conti ma conti alla mano, un errore di sistema? Si può davvero pensare che funzioni un sistema creato su presupposti che non sono reali o, peggio, sono l'opposto della realtà? Si può davvero pensare di gestire razionalmente una caratteristica irrazionale senza che nascano problemi? Lo so amici monogami e contenti che vi arrabbiate quando dico queste cose ma non lo faccio per cattiveria, credetemi, e non voglio nemmeno convincervi del contrario... Io credo alla vostra felicità però non posso esimermi dal dirvi che non siete migliori di chi tradisce ma semplicemente il condizionamento sociale su di voi è stato più efficace che su altri. Come sempre, da un anno a questa parte, vi invito a leggere "IN PRINCIPIO ERA IL SESSO" di Christopher Ryan e Cacilda Jethá non per farvi cambiare idea ma perché dovete conoscere il nostro percorso antropologico se volete capire come siamo arrivati a essere ciò che siamo. Se invece non volete conoscere, liberi di non leggerlo, ma allora non arrogatevi il diritto di giudicare chi tradisce.
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![]() Premesso che non amo il termine fedeltà perché mi riporta l'immagine mentale di un cane che in casa sta libero ma che quando esce viene messo al guinzaglio, trovo l'argomento sempre molto interessante. E non solo io. Quando parlo di fedeltà a #LaPecoraNelBosco succede che nelle diverse caselle di posta mi si scateni il putiferio! E-mail, Facebook, What'sapp, Twitter... piovono feedback da ogni dove e io, come sempre, mi dolgo di non poter rispondere a tutti singolarmente ma cerco di farlo globalmente con questo post, tralasciando i "marpioni": quelli non hanno capito nulla del mio espormi sull'argomento dinamiche sessuali e il gioco del buon Stefano Molinari, che con l'aplomb di sempre cerca scherzosamente di prendermi in castagna applicando il modello confessionale, fa loro credere che il mio modo libero di parlare di sessualità equivalga all'essere di facile abbordaggio. Spiacente per loro, è l'esatto contrario: sono molto esigente! Ma tornando alle dinamiche sessuali e di coppia io da "confessare" ho ben poco, nel senso che posso raccontare molto di me stessa ma ben poco che assomigli ad una confessione perché ciò che esprimo come parere solitamente corrisponde al mio modo di vivere. Ciò che mi piace molto de LA PECORA NEL BOSCO è che mi permette di parlarvi direttamente delle mie conoscenze, delle mie opinioni e soprattutto è un buon mezzo per invitare chi ascolta a riflettere sulla soggettività delle dinamiche! Per questo non mi infastidisce per nulla che durante trasmissione la mia privacy finisca " in scacco" perché il mio mettermi in gioco pubblicamente è da sempre il modo più efficace per coinvolgere chi mi ascolta o mi legge. Dunque nella trasmissione di ieri, che potete rivedere QUI abbiamo parlato di fedeltà (e tradimento, ovvio!) partendo da un quesito interessante mentre in regia mandavano questo sondaggio su Twitter: la fedeltà oggi è una scelta controcorrente? Ed è vero, come qualcuno afferma, che possa addirittura essere una variante erotizzante? E' controcorrente se pensiamo alla consistenza numerica di quanti tradiscono ma più che una libera scelta mi sembra un'opera di auto-censura, di auto-prigonia, un darsi dei limiti per essere sicuri che anche l'altro non li oltrepasserà. Insomma, una battaglia tra ciò che siamo e ciò che vorremmo/dovremmo essere per la morale. Ci mettiamo al sicuro dalle tentazioni per evitare di perdere il partner. Ci siamo giurati di non tradirci, così staremo per sempre insieme. Che va benissimo se entrambi i partner questo vogliono, desiderano. Se questo li fa star bene, per loro è la scelta adatta. Diciamo che, riflettendo in termini di equilibrio della coppia, la cosa fondamentale è che ci sia compatibilità in termini di fedeltà, poi che la maggior parte delle persone pretenda la fedeltà dal proprio partner anche laddove la vita di coppia non è appagante solo per il timore di perderlo è un'altra storia (e quindi parliamo di attaccamento, non di amore). Sul fatto che la scelta di fedeltà sia erotizzante... be'... attendo con ansia che qualcuno che ne è convinto (perché vive questa condizione) mi spieghi cosa significa e in quali termini diventa erotizzante. Quel che mi preme sottolineare è che la fedeltà è un concetto che abbiamo assunto attraverso l'educazione ed è quindi un comportamento "imposto" da valori socio-morali, che ha subito diverse variazioni di rilevanza nell'arco del tempo fino a giungere ad oggi, momento storico in cui stiamo sicuramente facendo i conti con cambiamenti repentini e molto variegati della scala dei valori. Se aveste voglia di leggere IN PRINCIPIO ERA IL SESSO sarebbe molto facile capire che la fedeltà di coppia altro non è che un comportamento imposto che ognuno di noi, soprattutto ora, ha la possibilità di rivalutare in chiave soggettiva senza che succeda nulla di grave, anzi! C'è la necessità di comprendere che perché una coppia funzioni non è tanto necessario essere fedeli al 100% in chiave classica quanto riuscire a stabilire un livello di confronto sincero tra partner riguardo il grado di esclusivismo all'interno della coppia. Perché il concetto di fedeltà che ognuno di noi ha è diverso e non ne esiste uno giusto o uno sbagliato, esistono diverse sfumature che possono essere tutte funzionali purché i partner della coppia siano compatibili nella stessa sfumatura. Cosa significa ciò? Che i partner devono essere compatibili sull'idea di fedeltà, indipendentemente da quale essa sia. C'è chi si sente a proprio agio nell'idea classica di fedeltà (quindi la coppia funziona se entrambi i partner non hanno storie extra) mentre c'è chi ha un'idea di fedeltà relativa semplicemente alla correttezza, alla sincerità del condividere con consapevolezza la dinamica di coppia aperta. In mezzo ci stanno decine di sfumature diverse e possono funzionare tutte, l'unica variabile imprescindibile è la compatibilità tra i partner: entrambi devono avere lo stesso concetto di fedeltà, altrimenti si passa a quei modelli di coppia in cui le cose funzionano apparentemente, magari anche molto bene, ma solo per l'apparenza... in realtà le situazioni in cui si è costretti a "mentire" sono ansiogene e influiscono negativamente sul benessere (per effetto del "senso di colpa" pressante o latente che sia la sua manifestazione). Quel che mi piacerebbe che restasse a quanti leggeranno questo post è che la fedeltà intesa come esclusivismo sessuale non è l'unica interpretazione che fa la felicità di una coppia. E' la compatibilità di pensiero che fa funzionare le cose, non l'essere ineccepibili dal punto di vista moralista. Quindi non perdiamo tempo a giudicare le dinamiche degli altri, meglio investirlo nel confrontarsi con il partner per instaurare un canale comunicativo efficace basato sul nostro reale modo di essere e non sull'apparenza, non su ciò che pensiamo che l'altro si aspetti da noi. Ah... solo ad un messaggio di quelli ricevuti ieri vorrei rispondere in maniera specifica: un religioso (di professione proprio) mi ha scritto invitandomi a riflettere sul fatto che le mie affermazioni possono destabilizzare molto le persone e creare danno alla loro felicità. E' vero, ne sono consapevole, ma i miei inviti a riflettere non saranno mai dannosi quanto le obsolete imposizioni e le censure perpetrate e perpetuate dalla Chiesa nelle epoche trascorse, riguardo alla sessualità soprattutto. Riflessione: curioso che un religioso ascolti La Pecora Nel Bosco, no?! Personalmente lo trovo apprezzabile e stimolante anche se rimango sempre del parere che per dare consigli sulla vita di coppia sia sì necessario essere competenti ma anche viverla in prima persona. #MaLaChiesaCheDice? |
GRAZIA SCANAVINI Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Blog con intento educativo.
L'obiettivo è stimolare riflessione al fine di favorire la consapevolezza personale nelle relazioni.
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