Ieri una persona mi ha fatto la domanda più interessante di tutta la mia carriera: perché fissarsi a parlare di prostituzione?
A quella persona ho già risposto, ma lo scrivo anche qui: perché la prostituzione è la chiave di lettura dalla quale partire per snocciolare la questione della disparità tra i generi. State pensando che io sia impazzita? In effetti, per trovare il filo a questo discorso ho rischiato grosso e, chi non vuol capire, probabilmente dirà che qualche rotella spostata ce l'ho. Sono anni che il pensiero laterale mi porta ad analizzare la dinamica della prostituzione da un punto di vista alternativo. Di tante cose che si dicono sulla prostituzione, che sia il mestiere più vecchio del mondo lo abbiamo detto più o meno tutti, almeno una volta nella vita... giusto? Ed è verissimo, perché quel mestiere è quello che ci è stato attribuito ai tempi della nascita della proprietà privata, nell'era dell'agricoltura, quando il potere economico è stato attribuito agli uomini e alle donne è stato attribuito il ruolo di colei che riceve sostentamento in cambio di accudimento ed esclusivismo sessuale. Le prime prostitute sono state proprio quelle donne che, se volevano campare, dovevano diventare esse stesse proprietà di un uomo, accudirlo, dargli figli. E se ancora oggi esiste la prostituzione è perché la società è evoluta perpetuando il concetto per il quale l'uomo elargisce potere economico (che poi sono soldi) alla donna in cambio di accudimento anche sessuale. Siamo d'accordo tutti che poco è cambiato su questo, riflettendosi anche negli àmbiti lavorativi? I ruoli di accudimento (dal fare pulizie, al babysitteraggio, alla segretaria del capo, ecc.) sono in maggioranza svolti ancora da donne, no? Che sono le prime a perdere il lavoro se arriva una crisi. Che, quando un lavoro ce l'hanno, difficilmente raggiungono la parità salariale. Che, quando raggiungono il successo, in realtà semplicemente eguagliano un risultato maschile. Questo perché? Perché nella nostra società, da millenni a questa parte, non è mai esistito un modello di successo femminile. Noi non abbiamo un modello di riferimento, per l'autorealizzazione: corriamo appresso a quello maschile. Perché sono loro che hanno deciso come si dovesse sviluppare la società, sono loro che hanno determinato il sistema socio-economico in cui viviamo. Il potere decisionale e governativo è sempre stato maschile e, ovviamente, è stato costruito con mentalità maschile. Badate bene, non sto accusando nessuno, non sto recriminando niente. Sto solo spiegando oggettivamente come sono andati i fatti. E solo se conosciamo i fatti, possiamo comprendere certe dinamiche. Quella della prostituzione, appunto, è mantenuta viva dal fatto che le donne sono sempre nella posizione del dover dimostrare di valere più di una semplice "accudente". Devono dimostrare di valere quanto un uomo. E, in un modello di società in cui l'uomo ha il potere economico e la donna sopravvive se accudisce, la donna può davvero ottenere potere economico, senza battagliare, solo accudendo al meglio. Pensate, per esempio, a questo fatto: un uomo di cinquant'anni, che dispone di un discreto/buono/ottimo potere economico, se non ha una moglie/mamma che si occupa delle faccende domestiche, in media paga una donna che assolva a queste incombenze e utilizza il denaro anche per offrire cene, viaggi, ecc. al fine di avere compagnia femminile. O paga donne che gli dedichino compagnia per ore o giornate. Elargisce potere economico per essere accudito. Ovviamente, i soldi elargiti per l'accudimento sessuale sono i più piacevoli, perché - appunto - legati alla sfera del piacere. Se poi vogliamo pensare agli uomini che una donna che li accudisca in senso domestico ce l'hanno, pagano una prostituta quando? Quando la donna accudente non accudisce più sessualmente. Qui dovrei snocciolarvi la miriade di condizionamenti che hanno contribuito a mantenere vivo questo sistema: basti pensare al concetto di fedeltà, che da sempre vede la donna che tradisce come una troia, mentre l'uomo che lo fa ha un'aura di figaggine. Non a caso, la donna che tradisce viene lasciata senza alimenti più spesso di quella che viene lasciata per scelta maschile. Ti tolgo il sostentamento, perché tu non mi hai accudito. Non siamo, allora, sempre a quell'epoca là? Ecco cos'è, quindi, la prostituzione: tu, donna, mi accudisci sessualmente, io ti riconosco il sostentamento. E che il ruolo femminile sia ancora quello, oggi, lo dicono chiaro i numeri: su 101.000 persone che hanno perso il posto di lavoro causa Covid, 99.000 sono donne. Se qualcuno deve perdere potere economico nella nostra società, ancora oggi, è la donna. Lo sappiamo, direte voi. È normalità, praticamente. Già. Ma sapete anche che, nel bisogno di denaro per sostentarsi, le donne hanno la prostituzione come soluzione più immediata? Mi ripeto dicendo che c'è poco da moralizzare, se le donne si prostituiscono (virtualmente e non solo), se la forma mentis rimane questa, se il potere economico continua a essere prevalentemente in mano maschile e se le donne non hanno un modello femminile di successo. Ragazze mie, leggetevi IL VIAGGIO DELL'EROINA, Maureen Murdock, Ed. Dino Audino. È proposto come manuale di sceneggiatura, ma date retta: le prime dieci pagine sono quanto di più consapevolizzante io abbia mai letto o sentito dire. Vi manderà un po' in crisi perché vi spiegherà che quella sensazione di "vuoto" che le donne sentono a un certo punto dell'età adulta non dipende esclusivamente dalla menopausa, come questa società ci racconta da millenni. Quella è l'ennesima modalità di definirci "isteriche". In realtà, quel vuoto che assale anche quando abbiamo tutto (affetti, denaro, successo), è dovuto al fatto che ci siamo realizzate su un modello societario maschile... che non è il nostro. Lo so. Probabilmente avete mille obiezioni da muovere, a questo scritto... ma usatemi la cortesia di farlo solo a ragion veduta. Leggete quel libro, poi sono qui con piacere. Leggete anche "In principio era il sesso" di Ryan e Jethà, poi sono qui con piacere. Sto dicendo: andate a conoscere la storia antropologica delle relazioni, perché solo avere consapevolezza delle radici sociali dalle quali ancora siamo nutriti, può renderci consapevoli che il terreno velenoso dà frutti velenosi. E la chiusa è sempre la stessa: ci vuole impegno a conoscere per poter attuare un cambiamento. E ci vuole intento educativo per un cambiamento costruttivo. Se poi volete capire oggettivamente il discorso della prostituzione, legato al ruolo femminile nella società, io ho scritto NON CHIAMATELE PUTTANE e HO FATTO LA CAM GIRL (Ed. Effetto), come sapete bene perché vi sto sfracellando i neuroni da tre giorni. È autopromozione? Sì, anche. Ma è soprattutto desiderio che si prenda consapevolezza dell'oggettività delle cose. #abbattiamoipregiudizi Ché sono loro a mantenerci in questa situazione.
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Sto concludendo un libro-inchiesta sulla prostituzione. In particolare su quella fascia di prostitute che non trovi la sera lungo le strade ma che scelgono la prostituzione come mestiere sì spinte dal bisogno economico ma anche dal lato piacevole che questo tipo di lavoro offre loro. E ci sono sempre state. Nelle case chiuse non si trovavano solo donne costrette a farlo ma anche donne che lo facevano perché "portate", così come avviene anche oggi all'estero, nei Paesi che (bando all'ipocrisia) hanno deciso di regolarizzare l'attività. In seguito ad una discussione stimolata dalla pubblicazione di questo mio post su Facebook: "Il mondo è pieno di prostitute e di uomini che non pagherebbero mai una donna per fare sesso! I conti non tornano..." ho deciso di pubblicare qui uno stralcio dell'inchiesta, secondo me molto significativo. BIANCA Presenza notevole quella di Bianca: sarà alta un metro e settantacinque ma indossa un tacco dodici quindi è impossibile non notare una donna di quell’altezza. Le gambe camminano eleganti e sicure, appaiono forti. I muscoli scolpiti, decisi. Elegante e sensuale, in abito nero molto semplice che sembra esserle stato creato addosso. Un corpo importante, spalle larghe, fianchi evidenti ma non sgarbati. Armoniosa. Ha quasi quarantacinque anni ma ne dimostra trentotto, trentanove al massimo. Pelle candida, trucco impercettibile, labbra ben disegnate di un rosso intenso naturale. Il pensiero che ho avuto vedendola è stato questo: “Qualsiasi uomo pagherebbe per venire a letto con te… ne sono certa” e lei ha sorriso, lo sa meglio di me! Bianca è sposata da diciotto anni con un marito che venera. Lui sa che lei si prostituisce, è una soluzione che hanno trovato insieme dopo che la ditta del marito, in cui lavorava anche Bianca, è stata pignorata. Hanno tre figli, in età adolescente, e si sono trovati da un momento all’altro senza soldi per vivere. Non conducevano una vita di lusso prima del pignoramento, una vita normale ma fatta di buon vivere, vacanze e sufficiente serenità economica. In pochi mesi si sono trovati a non avere più i soldi nemmeno per pagare le utenze. Tra Bianca e il marito c’è sempre stata un’ottima intesa, hanno vissuto vicende intense ma sono sempre stati affiatati. A sentire lei l’affiatamento è sempre aumentato, anno dopo anno, vicenda dopo vicenda. MI RACCONTI COME SIETE ARRIVATI A QUESTA SOLUZIONE? In un modo molto semplice, abbiamo unito l’utile al dilettevole. Non ci siamo arrivati subito, non è che appena chiusa l’azienda ho iniziato a prostituirmi. L’idea mi è venuta un giorno, leggendo il giornale. Mio marito in quel periodo faceva turni notturni in nero in una fabbrica dove fortunatamente è stato preso subito ma con i soldi che portava a casa non riuscivamo più a sostenere la famiglia. L’articolo di quel giornale diceva che una donna era stata arrestata per prostituzione, per un giro di affari altissimo, e quella sera stessa lanciai a mio marito una battuta: “Ma se ci provassi anche io?”. Glielo dissi con molta ironia, come se stessi scherzando, ma in realtà volevo vedere la sua reazione. Lui ed io siamo molto legati, anche sessualmente… il nostro è stato un percorso intenso: siamo passati dal semplice conoscerci ad amarci realmente per quello che siamo, senza gelosie, senza pudori, senza limiti. Lui è la persona che meglio mi conosce al mondo e sa come sono fatta. Gli sono stata fedele per molti anni poi un giorno mi è scattato qualcosa: ho sentito che per amarlo intensamente avevo bisogno di avere stimoli nuovi ma temevo che cambiasse qualcosa nel nostro rapporto, così ho iniziato a tradirlo. Non una storia d’amore ma innamoramenti. Tanti. Sapevo di piacere agli uomini e ho semplicemente smesso di dire di no quando mi facevano proposte uomini che mi intrigavano. Poi ho iniziato anche io a esplicitare il mio interesse, ero capace di vedere un uomo che mi piaceva per strada e seguirlo dentro al bar magari, facendo in modo che si accorgesse della mia attenzione nei suoi confronti e cercando di creare la situazione giusta per innescare il gioco! Sì, era un gioco, il gioco di un attimo. La realtà è che tutti mi volevano. Pochissimi uomini rimanevano indifferenti nei miei confronti e quindi ero libera di scegliere. Non sono mai stata rifiutata o lasciata, nemmeno una volta, perché ognuno si innamorava di me a suo modo ma in nessuno avevo mai trovato una quantità tale di caratteristiche e stimoli da saziarmi, da farmi smettere di "cercare" in continuazione nuove emozioni. Naturalmente mio marito ha sospettato dopo pochissimo tempo e mi ha affrontata a viso aperto. Abbiamo parlato a lungo, ci siamo confrontati e abbiamo capito che potevamo farlo insieme. A lui eccitava ad esempio l’idea di guardarmi fare l’amore con un altro, quindi in pochi mesi abbiamo trovato un equilibrio fantastico: non avevo più bisogno di tradirlo… mi bastava dire quale fosse la situazione fantasiosa che desideravo e lui si amalgamava al mio desiderio. Così, quando ho lanciato quella battuta sull’articolo del giornale ho visto il viso di mio marito “rimescolarsi”. Un misto di paura, eccitazione, timore e positività. Come me pensava che ero stata con altri uomini gratuitamente, solo per il piacere, perché non unire l’utile al dilettevole? Poi la ragione, naturalmente, ci ha portati a considerare i rischi e tutto il resto, e allora abbiamo deciso di provare a pianificare questa attività: una sorta di progetto! Volevamo capire se era fattibile senza che accadesse nulla, senza avere conseguenze. Non ci abbiamo impiegato molto, tre giorni dopo stavamo già cercando clienti. Sono molto selettiva: solo uomini distinti, intorno ai cinquant’anni meglio, solo sposati (per evitare di avere problemi da single che si innamorano) e solo nell’appartamento in cui lavoro. Lo abbiamo affittato non in regola, senza contratto, in centro. Roma è talmente grande che nessuno fa caso a chi entra o esce da quel palazzo e gli inquilini degli altri interni li incontro raramente. L’appartamento è l’unico ricavato sul terrazzato del tetto, quindi non ho vicini e oltre a godermi la vista della città in modo fantastico, posso godere di tranquillità assoluta. Abbiamo predisposto tutto insomma: i miei figli e tutti sanno che lavoro come manager, quindi è normale che ogni tanto io esca a cena o dorma via o trascorra qualche giornata fuori città. Tendo a non lavorare di sera comunque, per stare con i ragazzi. Intanto mio marito ha trovato impiego in un’azienda in regola e quindi siamo una famiglia normale che ora, grazie alle mie entrate, può pagare i debiti che ha con lo Stato e con le banche. Loro ci hanno instradato a questo, nessun lavoro mi avrebbe mai permesso di pagare le cifre che siamo arrivati ad accumulare con gli interessi, nel tentativo di salvare l’azienda. Per noi la prostituzione, se così vogliamo chiamarla, è stata il giro di svolta insomma, la salvezza. Certo che per fortuna io ho questa predisposizione al sesso e il legame con mio marito è talmente forte già da prima che non abbiamo mai problemi dettati dalla gelosia, anzi, spesso mi chiede di raccontargli cosa succede quando sono con altri… lo eccita. PROSTITUZIONE, SE COSI’ VOGLIAMO CHIAMARLA, DICI… TU TI SENTI UNA PROSTITUTA? Per nulla. Mi sento una donna, punto. Donna che sfrutta la sua attitudine con il mondo maschile, niente di più. La prostituta, nell’immaginario della gente, è una donna “sporca”, senza amor proprio, che sottostà agli uomini per compiacerli, che farebbe qualsiasi cosa per denaro. Io non sono così. Io mi dedico a loro realmente, per questo la selezione dei clienti è molto importante in ciò che faccio: quando arrivo a conoscerli, di loro mi sono già fatta un’idea attraverso la corrispondenza online e, solitamente, non sbaglio. Il momento della conoscenza è fondamentale e non transigo: la persona deve piacermi e corrispondere ai canoni di sicurezza che io e mio marito abbiamo stabilito, altrimenti non se ne fa nulla. In un mese posso conoscere e avere una storia (di qualsiasi livello di intensità) con una decina di nuovi uomini e continuare le storie in atto con quelli presenti da giorni, da mesi, da anni. Sì, perché in tutte le nuove conoscenze scelgo di continuarne qualcuna e qualcuna resta il ricordo di un caffè, una cena, una scopata. Con qualcuno si instaurano rapporti intensissimi, con alcuni un po' più freddi, con alcuni puramente sessuali. Le prime volte ho anche intrattenuto relazioni basate su una soglia di sopportazione: ci stavo giusto per non dir di no, per non rinunciare al denaro ma in realtà non ne avevo voglia perché non mi sentivo stimolata né intellettualmente né fisicamente. Quindi il rapporto si riduceva a un incontro che sentivo pesantissimo e, pensa, la parte meno pesante era il momento sessuale. Per farti un esempio, i primi tempi ho conosciuto un avvocato, persona distinta, gentilissimo, sempre molto attento e rispettoso nei miei confronti. Troppo. Sai quegli uomini che ti venerano in tutto e per tutto, che farebbero qualsiasi cosa per compiacerti… Ecco, ogni volta che dovevo incontrarlo sentivo una pesantezza enorme anche se mi dispiaceva perché di fatto era una buonissima persona, ma pesante caspita! Ogni volta che entrava in casa mi prendeva una tristezza tale da diventare quasi asettica quando attaccava a raccontare dei suoi problemi, del figlio ammalato, della moglie distaccata. E’ caratteristica di tanti clienti quella di “usarmi” per parlare, per sfogarsi, per alleggerire la mente, soprattutto quando la frequentazione diventa abituale e si instaura una sorta di confidenza. Solitamente non mi da fastidio, anzi, ma con lui proprio non ce la facevo, era più forte di me. Sono arrivata al punto di trattarlo quasi male, o per lo meno in modo totalmente diverso sia dal mio modo di fare che dal mio modo di essere. Non sopportavo la sua presenza e cercavo sempre di portarlo a letto subito, in modo che se ne andasse il prima possibile. Era l’unico con il quale ero fiscale sul tempo: due ore, non di più. Se concordavamo di vederci dalle dieci a mezzogiorno e arrivava in ritardo anche di un’ora per il traffico, comunque alle dodici doveva andarsene… inventavo scuse di ogni genere affinché non prolungasse la sua presenza. Mi chiedevo come facesse a chiamarmi “amore”, “tesoro”, a desiderare di stare in mia compagnia nonostante e a pagarmi duecentocinquanta euro quando io lo trattavo con insofferenza. Era davvero impossibile per me comportarmi diversamente. A letto facevo in modo che godesse prima possibile… già lui soffriva di eiaculazione precoce, quindi diventava una lotta tra i miei movimenti che sapientemente cercavano di portarlo all’orgasmo subito e la sua difficoltà a cercare di resistere, perché non si esaurisse tutto in pochi minuti. Mi dava proprio fastidio averlo addosso, non sopportavo che mi baciasse e chiudevo la bocca, giravo il viso di lato. Parlare con lui mi annoiava, fare sesso anche perché non era per niente eccitante, mi guardava come se fossi la Madonna scesa in terra, era come se io fossi su un piedistallo e lui fosse disposto a qualsiasi cosa pur di stare ai miei piedi. Io non amo gli uomini “oggetto”, quelli che si assoggettano alle donne. Amo il confronto alla pari, sia dal punto di vista relazionale che sessuale. Evito sempre di conoscere gli “schiavi” ad esempio, quelli che cercano una donna che li domini: non è nel mio carattere e non riesco a comandare nessuno. Preferisco un uomo deciso, che sappia quello che vuole, che mi tenga testa insomma. Quindi, appena il giro di clienti me lo ha permesso, ho chiuso la relazione con questo anche perché mi metteva a disagio prendere i suoi soldi senza dargli ciò che cercava, non mi sembrava giusto. Io sono fatta così! Gli uomini che pagano per stare con me, che sia sesso o compagnia, devono avere il meglio, devono essere soddisfatti quando mi salutano, altrimenti mi sento in difetto. Questa è solo una parte di una delle venti storie riportate dalle protagoniste di questa inchiesta che va a rivelare le dinamiche caratteristiche della fascia di prostitute che, anche attraverso percorsi diversi, è arrivata a scegliere la prostituzione come professione. Professione che tutti giudicano, nessuno confessa di usufruirne ma non tutte le donne sarebbero in grado di sostenere. Per concludere, vi riporto la riflessione di Roberta, una delle protagoniste dell'inchiesta: "Quando sento le persone giudicare le prostitute e dire che ci piacciono i soldi facili o temiamo la fatica, mi viene una gran voglia di chieder loro se davvero pensano che loro stesse o loro moglie abbia le caratteristiche psicologiche e mentali per far star bene un uomo al punto che questo arrivi a pagarle anche mille euro per trascorrere una serata insieme! E magari senza fare sesso! Per fare l'amante a pagamento, come mi definisco io, bisogna avere la capacità di innamorarsi di nuovo, sempre, e riuscire a trovare sempre il lato positivo delle caratteristiche di un uomo. Potrebbero farlo quel branco di isteriche che si accontentano di guardare reality e inventano mal di testa ogni due per tre?" Ho scoperto da pochi giorni di essere arrivata seconda. Seconda su una riflessione sulla quale credevo di avere già una conclusione. Mirca Viola, con il suo film Camgirls (non l'ho ancora visto), credo abbia fatto un po' quel che ho fatto io: cercare di capire. Sarà molto interessante confrontare i risultati della regista con i miei. Lo stimolo a prendere in esame questa riflessione mi è venuta dopo aver partecipato a "PORNO MONDO" http://graziascanavini.weebly.com/eventi-e-momenti/2 . Non sapevo che il fenomeno delle Cam girls fosse così diffuso. In realtà credevo fosse un qualcosa di molto limitato, uno dei tanti modi per prendersi un po' di piacere virtuale, un divertimento effimero, fine a se stesso. Stimolata dalle argomentazioni dello spettacolo, mi sono messa in gioco e ho approfondito (molto approfondito) creandomi un profilo da camgirl! Sì sì, ho fatto la camgirl per quattro settimane!! Ho scelto un sito che ha altissima frequentazione, ho studiato per un mese le dinamiche di approccio e di interazione e poi mi sono lanciata! Non scriverò il nome che ho usato (ma giuro che è stato azzeccatissimo), mi sono immedesimata nel personaggio (dovevo fare l'attrice io!!) e mi sono buttata, proponendomi come donna in affari che si eccita a fare sesso in cam a pagamento!! Lo so, lo so, state pensando che sono pazza, che queste cose non si fanno, che sono cose da pervertiti mentali ma (come già assistendo a PORNO MONDO avevo intuito) quelli che le persone estranee al cyber sex ritengono pervertiti mentali sono milioni, sono persone normalissime, sono geometri, ingegneri, bancari, avvocati, commercialisti, facchini, segretarie, studenti, portieri, autisti, insegnanti, rappresentanti... insomma... i nostri mariti, le nostre mogli, i nostri figli! Sì sì, anche i nostri figli perché sappiate che, come anche PORNO MONDO ha reso noto, un ragazzo su quattro tra i 13 e i 18 anni ha già messo in rete un proprio filmato o foto in situazione sessuale!! 1 su 4!!! L'esperienza è stata davvero interessante anche perché mi ha rivelato, ancora una volta, che i pregiudizi non hanno nulla a che fare con la coscienza del conoscere. Il sistema CAMGIRLS sostanzialmente si articola su due fronti: la richiesta e l'offerta. Le donne sono l'offerta, la parte attraente e pagata, gli uomini sono la controparte: il pubblico pagante! Come ogni mercato, anche questo offre ciò che la richiesta cerca, quindi considerando le diverse tipologie di approccio mentale alla sessualità, le camgirls sono diversissime una dall'altra, sia per l'aspetto fisico che per l'aspetto mentale. Soprattutto per l'aspetto mentale. Fisicamente parlando andiamo dalla camgirl bellissima e con corpo statuario a quella che rispecchia appieno la casalinga normalissima che ha avuto 3 gravidanze. Dalla adolescente alla matura (e per matura intendo anche 70enne), dalla efebica alla giunonica (ma anche extra-large o bbw come vengono definite nell'ambiente), dalla chirurgicamente rifatta alla naturalissima. Ancora più vasta è la scelta se tentiamo una "classificazione" dal punto di vista di approccio, di tipo di esibizione, e quindi di esternazione del proprio essere esibizionista delle camgirls. Sì perché ognuna di loro esprime un tipo di sessualità diversa, soggettiva: dalla fredda escutrice di show alla sensualissima, dalla simpaticona alla scontrosa, dalla dolce, carina e fine alla più volgare che possa esserci, dalla slave alla mistress. Insomma... ce n'è per tutti i gusti!! E proprio questo intendevo dire quando ho scritto che il mercato offre la risposta ad ogni tipo di richiesta, perché ognuna di queste ragazze/donne corrisponde all'immaginario sessuale maschile a seconda delle caratteristiche fisiche e comportamentali. Quando ho iniziato questo studio ero, pregiudizievolmente, partita formulando l'ipotesi che gli uomini cercassero in cam un appagamento puramente visivo, approcciandosi alla donna che più corrispondesse al proprio immaginario erotico. In effetti l'ipotesi è stata confermata ma il mio approccio di studio era troppo limitato, limitante e restrittivo. Man mano che ho curato la parte inerente l'approccio (il contatto pre-cam), ho iniziato a capire che anche per ogni diversa camgirl ci sono diverse tipologie di uomini che l'approcciano. Per intenderci: io sono un tipo di donna, con un tipo di fisicità e di comportamento che è un modo di essere. Uno. Ma vengo approcciata da uomini che hanno aspettative e caratteristiche comportamentali diversissime l'uno dall'altro. C'è quello che, bando alle ciance, ti chiede subito quanto vuoi per un cam to cam, che metodi di pagamento accetti, cosa fai e se usi sex toys. Diretto e conciso, questo è l'uomo che mira al puro soddisfacimento del desiderio di fare sesso virtuale, senza troppi coinvolgimenti, un momento a sé stante; effettua il pagamento, si collega e trascorso il tempo concordato, ti saluta e ti ringrazia, spesso dicendoti che sei stata BRAVA. Quando ti ricontatta per un nuovo cam to cam, ti chiede se sei libera, effettua il pagamento e di nuovo finisce facendoti i complimenti. Diciamo che per le camgirls questi sono i clienti ideali: si investe poco tempo nell'approccio e tutto fila liscio. Un po' più impegnativo è quello timido, che parte da lontano: ciao come stai? che fai? ah sei al lavoro? e che lavoro fai? e che tempo fa oggi da te? Insomma, a un certo punto sta alla camgirl, rischiando di sembrare maleducata, tirare a concludere e trovare il modo più carino per finalizzare (e finirla con la miriade di domande banali e inconcludenti che lui sta facendo). Arrivare al nocciolo è un po' pesante e laborioso ma diciamo che il timido andava solo stimolato. In cam poi non è nemmeno tanto timido, era più una questione di approccio. Quello che invece davvero diviene estenuante, e che per me è stata la vera scoperta durante questo percorso, è quello che (magari anche senza esserne consapevole) entra in una chat-cam per cercare una compagna virtuale. Attenzione: lui non lo dice... non è che si presenta dicendolo ma con lui inizia un tipo di rapporto vero e proprio; magari al primo approccio chiede cam subito, è sbrigativo come quello che cerca sesso virtuale solo per divertimento ma, appena chiusa la cam del primo incontro, comincia a scrivere messaggi di complimenti, di ringraziamenti profondi, di carinerie eccessive. Scrive la mattina appena accende il pc, cominciando da un semplice "buongiorno e buon lavoro" e, con messaggi continui nell'arco della giornata, cerca di sapere di più della vita della camgirl, delle sue abitudini, delle sue attitudini, cercando di trovare interessi comuni pur di stimolare la ragazza ad interagire con lui in continuazione, anche fuori dal discorso sessuale. Qui mi è suonato un campanello: possibile che un avvocato non abbia nulla da fare tutto il giorno? L'avvocato ha da fare! Mille cose!! Le solite noiosissime, pesantissime e ripetitive mille cose che fa tutti i giorni della vita: rincorre le pratiche, i clienti, i colleghi, la moglie, la spesa, l'auto da cambiare, la cena coi parenti, il weekend da organizzare, l'investimento da fare, il tennis del figlio, la danza della figlia e le medicine della mamma... insomma... rincorre!! Arriva in ufficio e accende il pc. Ti scrive. E' la prima cosa che fa. Il perché, il motivo di questo comportamento può sembrare banale: è annoiato, vuole evadere! Anche! Ma non solo... L'apparenza sottintende tutto ciò che il pregiudizio non ci fa vedere: siamo talmente convinti della nostra opinione su un fatto (che in realtà però non conosciamo perché non l'abbiamo vissuto), che non riusciamo a vedere cosa ci sia sotto ad un fenomeno del genere. CI SIAMO NOI. Noi con il nostro vero essere, non quello schiacciato dai pregiudizi. Ci siamo noi. Il nostro ES, le nostre pulsioni, il nostro desiderio di essere noi stessi, quello che non non riusciamo ad essere nella vita extra-virtuale. Non a caso uso il termine extra-virtuale perché per tante persone i rapporti in cam diventano importanti. Ma per tanti altri diventano importanti al punto da rendere i rapporti che vivono nella realtà quasi un peso, un obbligo, la fatica da fare prima di ritrovarsi lì, a chattare con la camgirl. Questo è diventato fulcro del mio interesse nell'ambito di questo studio, al punto di decidere (visto il molto materiale raccolto) di farne studio particolareggiato. Ora lo studio è finito. Ed è diventato un manoscritto di libro... USCIRE CON UN GIGOLO... E PERCHE' NO?! DA RICHARD GERE A ROY DOLCE. DAL SOGNO ALLA REALTA'.28/4/2014 Era l’inizio degli anni Ottanta quando Richard Gere, in arte Julian, indossava abiti eleganti, saliva a bordo della sua auto e guidava in direzione di una donna, che lo aspettava per godersi un sogno. Il sogno di una sera.
A distanza di trent’anni, nulla è cambiato: Roy Dolce sale sulla sua auto e guida anche ore per raggiungere il luogo fissato per l’appuntamento con una donna, spesso piacente e per nulla bisognosa di “comprare” un uomo. E allora, perché una donna monetizza la compagnia di un uomo? Ve lo spiego portandovi con me in un breve viaggio nel mondo dei gigolo. Da Roy Dolce, attualmente il più quotato accompagnatore per donne in Italia e non solo, ai siti per sceglierne uno “su misura”. PERCHE’ USCIRE CON UN ACCOMPAGNATORE? I motivi sono i più svariati e si riassumono nell’offerta dei servizi che i gigolo offrono ma, in linea di massima, una donna chiede un appuntamento ad un accompagnatore quando vuole trascorrere una serata elegantemente diversa dal solito, alternativa e senza strascichi: è il caso di donne spostate o impegnate sentimentalmente, che si concedono una serata particolare o donne che non vogliono legami sentimentali e usufruiscono dei servizi di uno gigolo per uscire a cena, andare a teatro, uscire per fare shopping, trascorrere un week end alle terme o in qualche località di svago, partire per una vacanza o per avere compagnia in qualsiasi altra occasione. Bando all’ipocrisia, sono anche donne che vogliono trascorrere una serata di sesso sicuro, stuzzicante e di classe con un uomo che, del piacere fisico e mentale delle donne, è un professionista: sia per esperienza che per attitudine. I SERVIZI CHE OFFRONO Il gigolo professionista si propone come accompagnatore per i momenti più pubblici o più intimi: può accompagnarti con eleganza a cerimonie, a teatro, a cene di gala, eventi particolari o semplicemente ad una cena e un dopocena all'insegna del piacere. E’ disponibile per tattiche di ingelosimento, prove di fedeltà, prime esperienze, un regalo originale o ad interpretare il personaggio di cui la donna ha bisogno in quel momento: finto fidanzato, marito, amante, amico ecc. Mette a disposizione le proprie conoscenze e può servire da Sexual Trainer per risolvere dubbi e insicurezze nell’ambito della sfera sessuale. Può semplicemente essere Gigolò Speed per un incontro di sesso mordi e fuggi. Diventa un Women's life coach se la donna vuole capire dove sbaglia con gli uomini e correggere i propri comportamenti. Si mette a disposizione della donna per qualsiasi esigenza, armato di guardaroba per tutte le richieste, classico/elegante o casual, ma sempre raffinato, appropriato per ogni occasione. SERVIZI CURIOSI -SEX COACH: Quanto sei brava a letto? Quante volte dopo aver fatto l'amore col tuo compagno ti sei chiesta: “Ma gli sarà piaciuto? So veramente come dargli piacere?” La fellatio è un tuo tabù? Sai cosa piace agli uomini? Ti senti imbranata o vorresti essere più disinibita? Hai paura di brutte figure col tuo nuovo fidanzato? Un accompagnatore professionista può essere una guida che ti insegna come approcciare, come sedurre, come stimolare la fantasia di un uomo. Ti farà da Cicerone nell’universo del piacere maschile, guidandoti senza pregiudizi nei meandri della sessualità maschile, sia parlandoti dal punto di vista dell’approccio mentale che della pura fisicità. In pratica ti segreti del piacere maschile. -PRIME ESPERIENZE SESSUALI: Hai poca o nessuna esperienza sessuale o ti sei avvicinata in passato ai piaceri del sesso, ma non te la sei mai sentita di andare fino in fondo? Sei incorsa in una brutta esperienza vissuta troppo presto o qualcosa ti ha bloccata e ora ti senti una donna sbagliata o non capace di dare piacere ad un uomo? Può essere difficile per una donna trovare qualcuno con cui parlare dei propri tabù o blocchi riguardanti la propria sessualità , sia per il timore di essere giudicata sia perché oggi giorno è sempre più complesso instaurare un’amicizia che consenta di aprirsi completamente, soprattutto sulla sfera della propria sessualità, dell’erotismo, della sensualità. I gigolo professionisti si propongono di coadiuvarti e supportarti nell’abbattimento dei tuoi tabù. Con la cautela necessaria, ti guidano attraverso il confronto con le tue paure e le tue incertezze, come farebbe un amico con il quale confidarsi e a cui chiedere consiglio. -PERDITA DELLA VERGINITà: Sei vergine? E magari hai un’età in cui questa esperienza, per le dinamiche sessuali ritenute “normali”, dovresti essere nel pieno della maturità sessuale? Quella che a lungo è stata considerata una virtù per la donna può in alcuni casi diventare un problema, la verginità è una condizione di cui sempre più spesso le donne si vergognano, ma può essere successo che nel tuo percorso di maturazione sessuale qualcosa abbia determinato un blocco, una resistenza, una difficoltà ad affrontare la fatidica PRIMA VOLTA. E questo ti fa sentire inadeguata, essendo il tempo dell’adolescenza passato. Nell’epoca in cui ovunque si parla di gli scambismo, club privè, BDSM, sesso virtuale e mille altre sfaccettature delle dinamiche sessuali, una donna che, aspettando l'uomo giusto, è rimasta vergine si trova ad affrontare sensazioni di inadeguatezza, insicurezza, immaturità, quasi si sentisse deficitaria. E magari adesso, proprio adesso, ha iniziato a frequentare un uomo che le pare quello giusto. Come parlargli di questo “problema”? Come dirgli che non hai mai avuto esperienze sessuali, senza temere che lui abbia dubbi o perplessità? E’ un segreto difficile da nascondere ma forse ancora più difficile da comunicare. I gigolo professionisti propongono di coadiuvarti o direttamente facendoti vivere la prima esperienza (se non vuoi dirlo all’uomo per il quale avresti desiderio di essere una navigata conoscitrice del sesso) o supportandoti, con consigli e spiegazioni (se è proprio con questo uomo che desideri perdere quella condizione che per tanti anni hai ritenuto un valore troppo importante per sprecarlo con il primo venuto). -UN REGALO ORIGINALE: Vuoi regalare un serata alternativa alla tua amica più cara o a quella che ritieni più “aperta mentalmente”? Chiami un accompagnatore professionista e insieme organizzerete al meglio l’incontro a sorpresa più alternativo che la tua amica potesse aspettarsi. Non sarà chiaramente obbligata a nulla: potrà semplicemente approfittare di trascorrere qualche ora a cena con un uomo elegante, di piacevole aspetto, interessante, e poi decidere se andare oltre o fermarsi. Sappi però che il prezzo concordato con il gigolo non cambia in base alla prestazione! Che la tua amica decida di salutarlo dopo la cena o di concedersi una notte di passione, il prezzo che tu hai pattuito con lui resta invariato. -VENDETTA Hai scoperto che il tuo lui ti tradisce? Vorresti vendicarti sminuendo la sua fisicità, la sua presenza fisica? Vuoi fargli vedere che puoi avere “di meglio”? Fissi un appuntamento con il gigolo in un luogo dove sai che il tuo lui ti vedrà o gli sarà sicuramente riferita la tua presenza con un tipo di aspetto superiore alla norma, e il gioco è fatto! -PROVE DI FEDELTà Qui il servizio proposto è diretto a mariti o fidanzati che vogliono mettere alla prova la propria donna: ingaggiano il gigolo perché le induca in tentazione e non solo. L’accompagnatore approccerà le malcapitate e… quel che succede, succede! Certo che non è leale e quantomeno “reale” indurre in tentazione una donna servendosi di un uomo che la avvicina e la corteggia, forte del proprio sex-appeal e di indiscusso savoir faire. -DONNE IN RINASCITA In questo caso i gigolo si propongono come coadiutori dell’autostima: se ti senti un po’ giù di corda, meno piacente per gli anni che passano o semplicemente è un periodo in cui nessuno ti corteggia e ti sembra che gli uomini abbiano perso interesse per la tua femminilità, gli accompagnatori professionisti hanno l’obiettivo di farti sentire di nuovo una donna desiderabile e al centro dell’attenzione. Resta da capire se, pagare un uomo per essere il centro delle sue attenzioni e dei suoi desideri, possa appagare realmente l’autostima. Mai dire mai, magari qualche ora di raffinatezza, passionalità e piacere potrebbero risvegliare la donna che è in te. DOVE TROVARLI? L’offerta ormai è molto diffusa, ma diffidate degli annunci amatoriali pubblicati sui siti d’incontri. Affidatevi all’esperienza di professionisti che si sono iscritti a siti come www.gigolo.it . Questi professionisti pagano per essere iscritti a questo sito; in sostanza investono denaro per essere riconosciuti e conosciuti non come un improvvisato amante a pagamento ma vogliono affermare la propria professionalità nell’ambito di genere. Se ne trovano per ogni gusto estetico, per ogni livello socio-culturale, per ogni possibilità economica. Chiaro che, i professionisti più affermati ( e quindi con tariffe più alte) sostengono di fornire un servizio di alta qualità, come un po’ succede in tutti gli ambiti professionali. Personalmente, se dovessi scegliere, mi affiderei al gigolo italiano oggi giorno ritenuto più affidabile e professionale: http://www.roygigolo.com/gigolo.html . Sia per fama ma anche perché ho cercato ed ottenuto di parlare con lui per addentrarmi nel mondo degli accompagnatori; ho trascorso piacevolmente qualche ora in sua compagnia per capire le dinamiche degli approcci, degli incontri e delle situazioni relative all’”affittare” un uomo. Davvero una persona gradevole e che si contraddistingue per la serietà. Ma i gigolo sono tanti, e basta cliccare questo termine su un motore di ricerca e compaiono centinaia di link di accompagnatori professionisti più o meno conosciuti. Si possono consultare i siti privati di ognuno di loro, contattarli e cercare di capre a priori se si ha a che fare con un uomo che corrisponde alle nostre necessità (di ogni genere) oppure no. La maggior parte di loro è piacevolmente disponibile ad approfondire la possibilità di feeling mediante contatto telefonico o via email. Hanno il pregio di essere molto accoglienti, ben disposti e mostrarsi di essere “dalla vostra parte”. Lo saranno fino in fondo, questo è il loro obiettivo professionale: far sentire la donna a proprio agio. COME SELEZIONARLI? Dove contattarli lo abbiamo stabilito, ma come capire chi fa al caso vostro? Semplice! Lasciarsi andare alle sensazioni. Lo si chiama e gli si fanno tutte quelle domande che i dubbi (normalissimi per questa nuova situazione) nascono nella mente. Prendetevi tutto il tempo necessario. Loro staranno ad ascoltarvi e risponderanno alle vostre domande senza nessuna fretta e nessun problema: devono rendersi interessanti ai vostri occhi, coinvolgenti e darvi la sensazione di essere l’uomo giusto per soddisfare le vostre esigenze. Se vi sentite a vostro agio e stimolate all’incontro, fissate un appuntamento e andate serene. Se, nonostante una o più telefonate, vi sentite ancora dubbiose, ripartire con la selezione: non abbiate fretta o non sentitevi in obbligo di fissare l’appuntamento solo perché lo avete contattato. Deve soddisfare le vostre esigenze, altrimenti risulterebbe un’esperienza inutile e poco appagante. LE TARIFFE? Riguardo alle tariffe non c’è una regola, ognuno dei professionisti propone un proprio tariffario. Risulta forse banale dirlo, ma il gigolo che vi propone una notte di passione per 100 euro è altamente sconsigliabile. Potremmo paragonarlo ad un avvocato che vi propone di difendervi in una causa per una cifra molto modica: magari potrebbe anche farvi vincere la causa, ma è immediato ritenerlo meno affidabile di chi ha un tariffario per lo meno in linea con quello dei colleghi. La cifra da corrispondere va comunque pattuita direttamente con il gigolo durante l’approccio conoscitivo e sappiate che, sia che la serata trascorra rispondendo alle vostre aspettative o che vada veramente male per qualsiasi motivo dipendente dalla situazione o dagli eventi, dovrete corrispondere la cifra concordata. Per questo motivo, la maggior parte dei professionisti, chiede di essere corrisposto appena vi incontrate: sia per eliminare la tensione e l’imbarazzo del doverlo pagare (quando? In che modo? che dire?) ma soprattutto perché loro si sono messi a disposizione per il tempo concordato, quindi, sia che la serata vi appaghi oppure no, loro c’erano! E’ un po’ come andare al cinema: paghi il biglietto, guardi il film, ma se alla fine non ti è piaciuto, il botteghino non ti restituisce il prezzo del biglietto. QUALI SONO LE REGOLE DI SICUREZZA SIA DI PRIVACY CHE SANITARIA ? Per la privacy è insito che è nell’interesse dell’accompagnatore non rivelare ad altri informazioni che potrebbero mettervi in difficoltà: il loro lavoro si basa sul fatto che voi diventiate anche eventualmente una cliente abituale. Quindi non metterà in alcun caso a rischio la vostra privacy, non vi chiamerà se non per accordo precedente con voi, non entrerà nella vostra vita oltre il limite che voi deciderete di mettere. Lasciatelo fuori dalla vostra vita… nemmeno tanto per il timore di problemi relativi alla privacy ma soprattutto perché vi state prendendo un momento di svago o state soddisfacendo una vostra esigenza. Prendetevelo appieno, estraniatevi dall’abitudine e dai problemi quotidiani e godetevelo! Per quanto riguarda la vostra sicurezza sanitaria, sappiate che i professionisti si presentano all’incontro con tanto di certificazione sanitaria attestante il loro stato di salute rispetto alle malattie trasmissibili per via sessuale. Attenzione!! Non mettiamo in discussione la certificazione ma va tenuto ben presente che i periodi di incubazione della malattie sono diversi e a volte di durata importante. Non vale la pena esporsi al rischio di malattia per una serata “diversa dal solito”. Con i gigolo come con qualunque altra persona. Voi fatevi mostrare la certificazione (è comunque indice della professionalità dell’accompagnatore) ma ditelo chiaramente e senza problemi che per preservare la vostra salute e il vostro benessere preferite il sesso sicuro. Per loro è routine, non preoccupatevi di offenderli. Il valore della vostra salute è molto più alto di una possibile offesa. E se si offende non è un professionista! CHI SONO LE DONNE CHE CHIAMANO UNO GIGOLO? Donne di ogni livello socio-culturale che, ovviata l’ipocrisia, decidono di regalarsi un momento diverso dal solito, con un uomo sicuramente piacente, dato che se lo è scelto. Single, mogli, madri che scelgono un uomo che piace loro sia per l’aspetto fisico, sia per l’idea che questo gigolo può infondere in loro di passionalità, di desiderio, di interesse… di qualsiasi caratteristica maschile possa dare piacere ad una donna. Diversamente da come sarebbe immediato pensare, l’età media delle donne che usufruiscono dei servizi dei gigolo va dai 35 ai 50 anni. Oggi giorno la donna ultracinquantenne pare aver perso interesse a farsi vedere in giro con il ragazzo più giovane; preferisce piuttosto spostarsi nei luoghi di turismo sessuale, dove è normale per una donna 55/60enne assicurarsi la compagnia di un piacevole e giovane amico. Curioso e significativo vedere che, a livello di social network, pagine come questa https://www.facebook.com/pages/GIGOLO/238466572862158 sono seguite da migliaia di persone!! A voi la scelta ora... se l'idea vi attizza!!! |
GRAZIA SCANAVINI Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Blog con intento educativo.
L'obiettivo è stimolare riflessione al fine di favorire la consapevolezza personale nelle relazioni.
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