![]() "Lo sapevate che in molte zone d'Italia praticare il sesso orale alla propria moglie (non all'amante di turno) è considerato poco virile, da "femminucce" perché l'uomo non si dovrebbe mai abbassare alla stregua di un cane che lecca?" A porre questa domanda, sulla sua bacheca Facebook, è Francesco Blaze Esposito ed è stato molto interessante leggere il dibattito che ne è seguito. A intervenire sono state solo donne ma si sa che questi argomenti agli uomini risultano piuttosto scomodi e non necessariamente perché maschilisti ma perché discutere di questi fatti, per loro, sembra essere difficile e troppo impegnativo. La prima a intervenire è Carolina Mattera, laureata in Giurisprudenza, della quale cito il commento: "Lo stalking è un problema in primis femminile e con esso tante altre forme di violenza contro le donne (senza voler considerare però i casi inversi, sicuramente di numero inferiore ma non per questo inesistenti). sicuramente Finché ci saranno donne che invocando una tradizione per certi versi ormai oltraggiosa, al grido "mammà così mi ha insegnato, cosa penserà la gente", ci sarà sempre un uomo che si sentirà in diritto di esercitare il suo potere e di pretendere di essere obbedito. È un problema, grave, di schemi sociali e mentali, che non devono essere ribaltati ma più semplicemente equilibrati. Parlarne è un buon inizio...". Fin qui tutto bene perché credo che nessuno possa ribattere tale riflessione. I problemi sono arrivati nel momento in cui un'altra lettrice ha chiesto al Dott. Blaze Esposito in quali zone si verificasse questo fenomeno: "Da intercettazioni telefoniche per reati associativi è emerso, tra le altre cose, che affiliati alla associazioni criminali facessero considerazione del genere. Si parla di alcune zone del sud ed isole, dove possiamo dire che la tradizione è radicata. Poi che io sappia per conoscenza diretta echi di questa mentalità li troviamo in tutta Italia." Qui sono insorte allusioni a discriminazione culturale: chi afferma che la cultura del Sud non sia più così arretrata e chi sostiene che invece il retaggio culturale riferito alla condizione "donna" sia ancora molto radicato. Diciamo che si è perso il binario principale della discussione che il Dott Blaze Esposito aveva proposto, ma solo apparentemente, nel senso che partendo dall'analisi di un comportamento sessuale come punto di vista alternativo si è finiti a scontrarsi sulla questione vera e propria, quella a cui aveva fatto riferimento Carolina Mattera. Si è scatenato un diverbio tra donne che non lavorano perché la donna deve stare a casa con i bambini e donne che rivendicano il diritto a realizzarsi anche al di fuori della famiglia. Le prime, avendone anche la possibilità economica, affermano che vogliono essere donna non uomo e che i pantaloni li devono portare i mariti, non le mogli: "Ci sono troppe donne che fanno l'uomo e troppi uomini che fanno le donne." e forse è proprio per questo che i matrimoni non funzionano più. Ribadiscono che la loro è una libera scelta, non sono obbligate dal marito, e non evitano di affermare che molte cose vanno male perché le donne preferiscono fare carriera anziché crescere i figli. Di contro, le seconde affermano che i figli si fanno in due, che non tutte le donne vogliono essere solo moglie e madre e che non tutte, comunque, hanno la possibilità economica di scegliere. Com'è finita? Non è finita. Nel senso che hanno smesso di commentare quando la tensione si è alzata ed esaurita in una sorta di "se tu non capisci, non è colpa mia." Premettendo che la mia posizione è quella del "anche se potessi permettermelo, non rinuncerei al lavoro" e non perché mi darebbe fastidio essere mantenuta da mio marito ma perché amo sentirmi parte attiva di un sistema produttivo, credo che il confronto nato sullo stimolo del Dott Blaze Esposito abbia dimostrato quanto siano radicate le convinzioni condizionate dalla mentalità retrograda: possiamo davvero ancora affermare che se un matrimonio non funziona è perché la donna esce dal ruolo che la vede esclusivamente moglie e madre? Non è forse, anche se dichiarato di libera scelta, un comportamento che riporta all'incipit del Dott Blaze Esposito? Sì. È vero che per molti uomini praticare sesso orale a una donna è segno di debolezza, di mancanza di virilità. Magari meno diffuso negli ultimi anni ma per nulla di poco conto. Rimane arroccato, nella nostra cultura, il concetto che la donna debba soddisfare l'uomo e non necessariamente viceversa. Sono di due anni fa i dati riportati al congresso della Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità (SIAMS), dai quali si evince che tredici milioni di donne italiane sono insoddisfatte sessualmente e che attestano una minor consapevolezza degli uomini sul benessere sessuale. Le testimonianze di donne obbligate (magari non "a botte" ma pur sempre obbligate) a soddisfare il compagno/marito sono numerosissime e credo basti questa per far riflettere: "È un buon marito, non mi lamento di questo. Lavora, mantiene me e i miei figli, ma a letto gli interessa solo soddisfare se stesso. Ho provato ad andare sull'argomento: le prime volte non mi ha risposto proprio poi una volta lo ha fatto: quello è il suo modo di fare l'amore e se non mi sta bene posso cercarmi un altro, ma che mi mantenga anche. Sono rimasta arrabbiata per una settimana e mi sono negata sessualmente ma ho ottenuto solo la sua rabbia nei miei confronti. Non mi guardava più in faccia e mi ha tolto il bancomat dal portafogli senza dirmi nulla. Mi sento una stupida a raccontare questo perché, come dice mia mamma, forse sono irriconoscente. Un marito come il mio se lo sognano in tante, dice. E allora che faccio? Dico sì anche quando non vorrei, ho smesso di chiedere, lo accontento e continuiamo il nostro tran tran. Ho anche pensato di tradirlo, di cercarmi qualcuno, ma qui dove vivo io se solo mettessi il naso fuori di casa lui lo saprebbe in un minuto. Lui, e mia mamma, e chiunque altro. Separarmi? Non lo vorrei perché io con lui non ci sto male se non sollevo polemiche e poi dove vado senza un lavoro, con due figli e nessun aiuto? Perché i miei mi ucciderebbero se me ne andassi da lui solo perché se ne frega di me sessualmente." Riprendo un attimo il post del Dott Blaze Esposito per invitarvi a una riflessione: i dati dicono che gli uomini che non praticano sesso orale alla propria moglie, lo fanno invece all'amante. Perché? Perché per queste mentalità la moglie è una certezza, un dato assunto. L'amante invece è una donna da conquistare, Nella quale mantenere vivo l'interesse che non è scontato, quindi occorre dare più piacere possibile. E non implica la perdita dello status di "quello che comanda in casa" sia perché non c'è una casa in comune, sia perché non c'è la sicurezza data da una donna che dipende. Una donna che dipende, per scelta (non sempre consapevole) o per obbligo, è SEMPRE in condizione di svantaggio. Lo sapete, non sono una femminista e non accuso gli uomini per partito preso, anzi. Analizzo le situazioni per quello che sono e la situazione italiana rimane comunque ancora molto condizionata dal concetto assunto che "la donna deve fare la donna". Io sono una donna, pur lavorando, pur condividendo con mio marito l'impegno dei figli e pur chiedendo soddisfacimento. E ho una vita di coppia serena e molto appagante. Lavorare non significa fare l'uomo. Chiedere soddisfacimento sessuale non significa fare l'uomo. Queste dinamiche sono spesso inconsapevoli, nel senso che si cresce in questi retaggi culturali che sembrano essere la normalità, la cosa giusta. Quindi non offendetevi (mi rivolgo a uomini e donne) quando un professionista come il Dott Blaze Esposito riporta dei dati e vi stimola a riflettere: i retaggi culturali sono insiti in noi e non è facile riconoscerceli addosso. Si ripercuotono sul vivere quotidiano determinando situazioni a volte anche sostenibili ma altre davvero terribili. Evolvere è difficile e faticoso. Impossibile farlo, però, se si continua a credere che una coppia possa funzionare solo se "è l'uomo a portare i pantaloni". PS: vi invito a leggere questo... spunti a go go!
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GRAZIA SCANAVINI Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Blog con intento educativo.
L'obiettivo è stimolare riflessione al fine di favorire la consapevolezza personale nelle relazioni.
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