Premesso che non amo il termine fedeltà perché mi riporta l'immagine mentale di un cane che in casa sta libero ma che quando esce viene messo al guinzaglio, trovo l'argomento sempre molto interessante. E non solo io. Quando parlo di fedeltà a #LaPecoraNelBosco succede che nelle diverse caselle di posta mi si scateni il putiferio! E-mail, Facebook, What'sapp, Twitter... piovono feedback da ogni dove e io, come sempre, mi dolgo di non poter rispondere a tutti singolarmente ma cerco di farlo globalmente con questo post, tralasciando i "marpioni": quelli non hanno capito nulla del mio espormi sull'argomento dinamiche sessuali e il gioco del buon Stefano Molinari, che con l'aplomb di sempre cerca scherzosamente di prendermi in castagna applicando il modello confessionale, fa loro credere che il mio modo libero di parlare di sessualità equivalga all'essere di facile abbordaggio. Spiacente per loro, è l'esatto contrario: sono molto esigente! Ma tornando alle dinamiche sessuali e di coppia io da "confessare" ho ben poco, nel senso che posso raccontare molto di me stessa ma ben poco che assomigli ad una confessione perché ciò che esprimo come parere solitamente corrisponde al mio modo di vivere. Ciò che mi piace molto de LA PECORA NEL BOSCO è che mi permette di parlarvi direttamente delle mie conoscenze, delle mie opinioni e soprattutto è un buon mezzo per invitare chi ascolta a riflettere sulla soggettività delle dinamiche! Per questo non mi infastidisce per nulla che durante trasmissione la mia privacy finisca " in scacco" perché il mio mettermi in gioco pubblicamente è da sempre il modo più efficace per coinvolgere chi mi ascolta o mi legge. Dunque nella trasmissione di ieri, che potete rivedere QUI abbiamo parlato di fedeltà (e tradimento, ovvio!) partendo da un quesito interessante mentre in regia mandavano questo sondaggio su Twitter: la fedeltà oggi è una scelta controcorrente? Ed è vero, come qualcuno afferma, che possa addirittura essere una variante erotizzante? E' controcorrente se pensiamo alla consistenza numerica di quanti tradiscono ma più che una libera scelta mi sembra un'opera di auto-censura, di auto-prigonia, un darsi dei limiti per essere sicuri che anche l'altro non li oltrepasserà. Insomma, una battaglia tra ciò che siamo e ciò che vorremmo/dovremmo essere per la morale. Ci mettiamo al sicuro dalle tentazioni per evitare di perdere il partner. Ci siamo giurati di non tradirci, così staremo per sempre insieme. Che va benissimo se entrambi i partner questo vogliono, desiderano. Se questo li fa star bene, per loro è la scelta adatta. Diciamo che, riflettendo in termini di equilibrio della coppia, la cosa fondamentale è che ci sia compatibilità in termini di fedeltà, poi che la maggior parte delle persone pretenda la fedeltà dal proprio partner anche laddove la vita di coppia non è appagante solo per il timore di perderlo è un'altra storia (e quindi parliamo di attaccamento, non di amore). Sul fatto che la scelta di fedeltà sia erotizzante... be'... attendo con ansia che qualcuno che ne è convinto (perché vive questa condizione) mi spieghi cosa significa e in quali termini diventa erotizzante. Quel che mi preme sottolineare è che la fedeltà è un concetto che abbiamo assunto attraverso l'educazione ed è quindi un comportamento "imposto" da valori socio-morali, che ha subito diverse variazioni di rilevanza nell'arco del tempo fino a giungere ad oggi, momento storico in cui stiamo sicuramente facendo i conti con cambiamenti repentini e molto variegati della scala dei valori. Se aveste voglia di leggere IN PRINCIPIO ERA IL SESSO sarebbe molto facile capire che la fedeltà di coppia altro non è che un comportamento imposto che ognuno di noi, soprattutto ora, ha la possibilità di rivalutare in chiave soggettiva senza che succeda nulla di grave, anzi! C'è la necessità di comprendere che perché una coppia funzioni non è tanto necessario essere fedeli al 100% in chiave classica quanto riuscire a stabilire un livello di confronto sincero tra partner riguardo il grado di esclusivismo all'interno della coppia. Perché il concetto di fedeltà che ognuno di noi ha è diverso e non ne esiste uno giusto o uno sbagliato, esistono diverse sfumature che possono essere tutte funzionali purché i partner della coppia siano compatibili nella stessa sfumatura. Cosa significa ciò? Che i partner devono essere compatibili sull'idea di fedeltà, indipendentemente da quale essa sia. C'è chi si sente a proprio agio nell'idea classica di fedeltà (quindi la coppia funziona se entrambi i partner non hanno storie extra) mentre c'è chi ha un'idea di fedeltà relativa semplicemente alla correttezza, alla sincerità del condividere con consapevolezza la dinamica di coppia aperta. In mezzo ci stanno decine di sfumature diverse e possono funzionare tutte, l'unica variabile imprescindibile è la compatibilità tra i partner: entrambi devono avere lo stesso concetto di fedeltà, altrimenti si passa a quei modelli di coppia in cui le cose funzionano apparentemente, magari anche molto bene, ma solo per l'apparenza... in realtà le situazioni in cui si è costretti a "mentire" sono ansiogene e influiscono negativamente sul benessere (per effetto del "senso di colpa" pressante o latente che sia la sua manifestazione). Quel che mi piacerebbe che restasse a quanti leggeranno questo post è che la fedeltà intesa come esclusivismo sessuale non è l'unica interpretazione che fa la felicità di una coppia. E' la compatibilità di pensiero che fa funzionare le cose, non l'essere ineccepibili dal punto di vista moralista. Quindi non perdiamo tempo a giudicare le dinamiche degli altri, meglio investirlo nel confrontarsi con il partner per instaurare un canale comunicativo efficace basato sul nostro reale modo di essere e non sull'apparenza, non su ciò che pensiamo che l'altro si aspetti da noi. Ah... solo ad un messaggio di quelli ricevuti ieri vorrei rispondere in maniera specifica: un religioso (di professione proprio) mi ha scritto invitandomi a riflettere sul fatto che le mie affermazioni possono destabilizzare molto le persone e creare danno alla loro felicità. E' vero, ne sono consapevole, ma i miei inviti a riflettere non saranno mai dannosi quanto le obsolete imposizioni e le censure perpetrate e perpetuate dalla Chiesa nelle epoche trascorse, riguardo alla sessualità soprattutto. Riflessione: curioso che un religioso ascolti La Pecora Nel Bosco, no?! Personalmente lo trovo apprezzabile e stimolante anche se rimango sempre del parere che per dare consigli sulla vita di coppia sia sì necessario essere competenti ma anche viverla in prima persona. #MaLaChiesaCheDice?
0 Comments
Un paio di giorni fa ho condiviso questo post su LinkedIn e ne è nata una discussione davvero interessante e costruttiva (se volete leggerla la trovate qui) e facendo un sunto di tutti i commenti appare evidente che il problema di definire il tradimento nasce dal fatto che la sessualità sia stata subordinata al concetto di amore. Ma se vogliamo ragionare in modo obiettivo è fondamentale puntualizzare che la sessualità è un istinto (quello che guida la vita, per intenderci) e la sua subordinazione al concetto di amore è un fatto culturale, non naturale. Qui nasce l'inghippo. Chi non tradisce lo fa per condizionamento culturale, perché reprime l'istinto sessuale inconsapevolmente (mannaggia al SuperIo!). So di dire cose poco popolari e per qualcuno spiacevoli o addirittura etichettate come sovversioni atte al libertinismo ma la sessualità e l'amore sono due cose completamente scindibili, il cui legame è determinato solo dal tipo di educazione ricevuta e dall'effetto del condizionamento moralistico della società in cui si vive. Perché di fatto avere un rapporto o una relazione sessuale con una persona non esclude la possibilità di amarne un'altra: l'esclusivismo sessuale è un valore conseguente a regole sociali, che non fa parte della natura umana. La discussione su LinkedIn, che va avanti da due giorni, mi soddisfa molto perché si svolge intelligentemente non con l'intento di giudizio ma partendo dal concetto di base che il tradimento esiste da sempre ed è diffusissimo, quindi non può essere considerato un fenomeno legato a poche persone "deviate" ma piuttosto come un segno che indica la difficoltà umana a sottostare ad una regola morale imposta dalla società. Possiamo negarlo questo? Naturalmente l'influenza della Chiesa e dei valori cristiani hanno giocato un ruolo fondamentale in tutto questo: il peccato, la fedeltà eterna, la sessualità concessa solo a fini riproduttivi, l'obbligo di restare sposati indipendentemente dall'efficacia del rapporto... sono tutti concetti innegabilmente imposti, che non prendono in considerazione il benessere personale e condannano l'istinto. La Chiesa altro non ha fatto che recludere la sessualità assoggettandola al concetto di amore. Ora, è chiaro che il sesso è una cosa magnifica fatta con la persona che si ama, ma può essere molto soddisfacente anche in altre situazioni, in cui non ci sia necessariamente un rapporto d'amore... o vogliamo negarlo? Il concetto di tradimento risulta poi essere molto soggettivo proprio per il fatto che lo acquisiamo con l'educazione, non è un concetto oggettivo: per qualcuno tradire significa avere un rapporto carnale, per qualcun altro è sufficiente che il partner faccia sesso virtuale per incolparlo di tradimento e per altri ancora anche un semplice sguardo troppo intenso rivolto ad un'altra persona è una colpa! Le persone che tradiscono senza sentirsi in colpa hanno semplicemente scelto consapevolmente di scindere il concetto di sessualità da quello di amore. Per questo non si sentono di mancare a livello di fedeltà. Poi, diverso ancora il discorso, ci sono persone che hanno scelto consapevolmente lo stile di vita poliamoroso, che a livello "gestionale" ha difficoltà non indifferenti posto a livello di struttura e regolamentazione sociale ma che sicuramente consente a chi lo sceglie di vivere intensamente più emozioni e più amore, ci piaccia oppure no! Insomma, il tradimento è stato, è e sarà una lotta senza fine fino a che il sesso non sarà visto per quello che è: un istinto votato al piacere, all'accrescita dell'autostima, all'appagamento dei sensi, al benessere psicofisico. (come al solito mi sento di puntualizzare che non voglio incentivare il tradimento, non è questo il mio obiettivo, quanto quello di stimolare alla riflessione e alla comprensione che certe dinamiche non sono una "colpa personale" bensì un modo individuale, soggettivo, consapevole di vivere in virtù della propria essenza). |
GRAZIA SCANAVINI Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Blog con intento educativo.
L'obiettivo è stimolare riflessione al fine di favorire la consapevolezza personale nelle relazioni.
|