![]() Io, come sa chi mi conosce, mi destreggio tra cibo e sesso senza troppa parsimonia al punto che risposerei mio marito (cuoco) anche domattina e posso parlare di sesso tranquillamente anche a tavola con "sconosciuti". Quello che è successo ieri sera a La cantina del Giannone, ottimo locale che ha ospitato la serata organizzata da Giovani Psicologi Lombardia nell'ambito della rassegna Food & Soul Expo in Città Del binomio cibo-sessualità si parla dalla notte dei tempi e mi pareva un discorso trito e ritrito, risvegliato solo dal must del momento: EXPO. Ma la prima vera riflessione sull’attinenza cibo-sesso in realtà io l’ho fatta proprio dopo che Laura Grimelli mi ha invitata a condurre questa serata insieme a Vidheya Del Vicario: non mi ero mai “analizzata” da quel punto di vista ma se penso a come mangio e bevo, alle dinamiche legate al cibo, ci ritrovo perfettamente il mio Io sessuale. Dire che cibo e sesso sono due modi diversi ma molto simili per provare piacere ormai sembra quasi una banalità ma solo se la prendiamo come tale! Ricette afrodisiache, remember di film che hanno "scandalizzato" per l'uso erotico del cibo... le solite cose insomma. Ma in cosa sono simili? -partiamo dall’ovvio: i sensi! Gusto, odore, tatto, olfatto… l’udito magari un po’ meno condiviso ma io personalmente godo a sentir stappare una bottiglia di vino, ad esempio! -Mangiare in compagnia di una persona che ci piace, che ci stimola, che ci prende è un gran bel vivere, no? Magari un po’ meno appagante mangiare con una persona che parla poco, non si esprime su ciò che sta mangiando e bevendo, non partecipa al convivio ma sembra quasi “sopportare”, tollerare o farlo per abitudine. Non è forse ciò che succede anche a letto? E va benissimo anche mangiare da soli: si ha tempo per parlare con sé stessi e meglio godere soli che con una presenza che non da feedback positivi. -E adesso prendiamo il vostro ristorante preferito! Andreste a cena lì ogni sera e se doveste scegliere un ristorante “per sempre” sarebbe quello. Ma… immaginiamo che siate realmente obbligati alla scelta: da domani solo e sempre pranzo e cena lì! I primi giorni niente male, si cambiano le pietanze, si varia spaziando nel menù ma ahimè poi diventa normalità (non sembra più così buono) fino a diventare addirittura nauseante! Eppure era buonissimo! Cosa fare per "farcelo” piacere e non sgattaiolare in qualche pizzeria o fast-food o altro ristorante di nascosto? Necessario parlare con l’oste, chiedere un’alternativa basata sui propri desideri che rappresentano sì la risposta al proprio gusto, ma che cambiano necessariamente per avere pieno appagamento. L'attinenza di questa dinamica con quella sessuale direi che è esplicita: se in Italia i tradimenti sono un fenomeno ad alta incidenza e da lunga data, è perché molto spesso il timore del confronto con l'oste (partner) o la paura che certe richieste abbiano conseguenze sugli equilibri, spinge a preferire la sgattaiolata al fast-food! -Ognuno ha i propri gusti, non dimenticate però che solo “assaggiando” abbiamo scoperto piacevole un cibo che pensavamo non fosse di nostro gradimento. E nel sesso? La stessa identica cosa! Le situazioni, le variazioni, vanno sperimentate per dire: "Non mi piace". Nel sesso, com in ogni altro ambito della vita, dovremmo perdere l'abitudine di giudicare in base ai pregiudizi! Io fino a 35 anni non ho mangiato le olive nere perché pensavo fossero aspre, così come una mia cara amica fino a qualche tempo fa pensava di essere esclusivamente eterosessuale ma senza aver mai provato. Poi si è trovata in una situazione in cui ha fermato il pregiudizio e si è lasciata andare alle sensazioni... Abbiamo entrambe capito che ci eravamo trincerate dietro ad una convinzione e che dire "non mi piace, mi fa schifo" di una cosa che non si è provata è limitante (oltre che incoerente). -Il cibo stimola reminiscenza, ricordi vaghi e imprecisi a volte, molto determinati altre: i tortellini della nonna per me, la cassoeula o la cotoletta per i milanesi ricordano l’infanzia. Anche il sesso lo fa, inconsciamente… se siamo più propensi a certe “pratiche” sessuali è anche dovuto ai ricordi che abbiamo, al nostro vissuto. Non vi è mai successo che un comportamento del partner, a letto, vi ricordasse momenti vissuti con altri partner. E magari in termine di paragone! Così come il cibo: se mangio i tortellini, la mia mente va a quelli che faceva mia nonna. Posso pensare che i tortellini di mia nonna erano più buoni, ma posso anche pensare che questi non sono niente male... diversi, ma niente male! Idem for sex. Penso che potrei continuare per ore a constatare situazioni parallele dinamicamente parlando tra il sesso e il cibo. Rifletto ora sul fatto che nel romanzo La ragione dei sensi ho scandito ogni momento intenso con qualche particolare gusto che ho in fatto di cibo o bevanda che adoro... In cosa sono diversi? Solo nella leggerezza del poi: un piatto che non ti piace non lo ordini più! Punto! Con le relazioni è un po’ più difficile ma se imparassimo a gestire le cose diversamente, sarebbe molto più facile. Non sto minimizzando le dinamiche relazionali, ci mancherebbe ma un po’ più di consapevolezza e determinazione aiuterebbero di certo! Mi piace. Lo mangio. Non mi piace più… che faccio? Non possiamo non accennare ai CIBI AFRODISIACI ma che noia! Ormai li conosciamo tutti! Io, seguendo un po' Franco Trentalance nei suoi talk show live dedicati, saprei elencarli a memoria: peperoncino, ostriche, mandorle, cioccolato, avocado, zenzero, banana… ma riguardo al MACA ROSSO? Avete provato? Del piacere legato al cibo e di buona cucina ieri sera abbiamo parlato anche con Marco Mangiarotti, che non conoscevo personalmente, con il quale ho piacevolmente condiviso la tavola: il suo "raccontare" la cucina, facendo puntuali riferimenti storici ma non solo ai piatti tipici milanesi e della provincia parmense (che entrambi apprezziamo), comunica una tale passione... La serata, insomma, è stata davvero positiva; ringrazio Cecilia Pecchioli, Presidente di GPL, per l'ospitalità e il Dott. Fulvio Giardina Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi, presente all'evento e simpaticamente "destabilizzante" per il ruolo che riveste: è stato curioso che l'organizzazione si sia sentita in dovere, per rispetto naturalmente, di chiedere al Dott.Giardina "quanto" ci si poteva addentrare nel discorso sessuale. Curioso perché, anche in questa occasione, il discorso "sesso" è apparso imbarazzante e bisognoso di stabilire prima cosa dire e come dirlo. Questo è ciò che accade quasi sempre negli eventi ufficiali: l'argomento è il sesso e quindi si ha la necessità di stabilire a priori quanto dire, cosa dire... Perché? Perché per molto (troppo) tempo l'argomento è stato trattato con malizia e volgarità, quindi si tende sempre a temere l'eccesso. Qui confermo il mio intento a diffondere il concetto che di sessualità si può parlare anche in maniera approfondita senza scadere nella volgarità e senza imbarazzi. E mi piacerebbe che proprio dai Giovani Psicologi partisse un cambiamento sulla "normalizzazione" del parlare di sesso... se non loro, chi può educare le nuove generazioni al fatto che la sessualità non è qualcosa di cui imbarazzarsi ma semplicemente il motore della vita! Il lavoro di GPL mi piace, il loro approccio innovativo alle questioni psicologiche e alla diffusione del sapere nel campo. Semmai vorrei stimolare loro, e anche gli altri psicologi italiani, a rendersi più comunicativi verso le persone estranee alla loro professione: il lavoro psicologico ha bisogno di perdere quell'aurea di "vecchio e austero strizzacervelli" rinchiuso ad aspettarti nello studio, in cui ti rechi solo quando non ce la fai più! La psicologia dovrebbe essere la guida al benessere, un favorente, un indicatore... una sorta di vigile urbano che ti dice in che direzione andare per evitare di imbottigliarti! In Italia manca sicuramente un tramite tra popolazione sana e psicologia: si pensa che lo psicologo serva solo a chi ha turbe mentali ma se la loro conoscenza fosse diffusa in modalità comprensibile ed usufruibile da parte della gente "comune", la tendenza al benessere sarebbe più facilmente raggiungibile, ne sono certa! Lo dimostra il fatto che le riviste in generale pubblicano in continuazione articoli di simil-psicologia che acchiappano il lettore ma forniscono consigli e indicazioni da rischio di lesione cerebrale! I contenuti sono spesso luoghi comuni dettati da moralismo e giocano sul lato malizioso della sessualità, più che su quello coerente. In bocca al lupo quindi ai GPL per un futuro che vorrei li vedesse sempre attivi e stimolanti come nella serata di ieri!! |
GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Accanita divoratrice di film, libri, serie tv e... di Vita. Blog dedicato a fatti, film, libri, serie tv e cose belle.
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