GRAZIA SCANAVINI È QUESTIONE DI PELLE

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CLUB PRIVE'. PERCHE' FANNO TANTO SCALPORE?

24/2/2015

 
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Sul n°10 di STARBENE (MONDADORI) in edicola oggi, vi parlo dell'esperienza di una lettrice in un Club Privé.
Lo scambismo è un fenomeno crescente e le dinamiche alla base di questo ambito della sessualità sono svariate, così come i pregiudizi di chi non ha mai frequentato l'ambiente e di chi ritiene impossibile che il rapporto di una coppia scambista sia "sano" ed equilibrato.
I dibattiti sono attuali e molto articolati in questo periodo. L'argomento è trattato frequentemente anche su canali televisivi, sia a livello documentaristico che opinionistico.
Le opinioni sono per lo più basate sul moralismo, da parte di chi non frequenta l'ambiente e non conosce le dinamiche specifiche, ma è importante focalizzare il fatto che in Italia, oggi, almeno due milioni di persone hanno provato almeno una volta e mezzo milione frequenta abitualmente i locali destinati allo scambio di coppia (fonte: Federsex).
Opinioni soggettive a parte è basilare, come in ogni argomento che considera un comportamento sessuale, tenere presente che ognuno di noi ha un'essenza sessuale diversa per vissuto. Non c'è un comportamento sessuale giusto o sbagliato, è questione di compatibilità tra i partner: nulla è perverso se il comportamento rispetta il partner o i partner sessuali e questi sono consenzienti.
Lo scambio di coppie fa ancora (e chissà per quanto tempo lo farà) molto scalpore... perché? Perché decenni di ostruzionismo alla libertà sessuale ci hanno insegnato che certe cose non si fanno, che se c'è amore in una coppia il sesso deve essere esclusivo e che se fai certe cose sei "malato" di sesso.
E' davvero così difficile staccarsi dagli stereotipi moralisti e pensare che, se "qualcuno" (ripeto: mezzo milione di italiani abituali) fa scambio di coppia e dichiara di avere una vita sentimentale e sessuale appagante, forse ha semplicemente dinamiche diverse dalle nostre ma non necessariamente peggiori o patologiche?
Mi fanno ridere per l'incoerenza quelli che si schierano contro e affermano che una coppia scambista si ama meno di una coppia "tradizionale": come fanno a dirlo? Hanno provato? 
Se hanno provato dovrebbero avere comunque il rispetto e la coerenza di comprendere che se lo scambismo non fa per loro, non significa che gli altri sono sbagliati o amano meno: basterebbe schierarsi sul: "Non fa per me, non mi piace."
Se non hanno provato, tacciano: come si fa a giudicare una cosa quando non la si conosce? E che valore ha il giudizio di una persona che parla senza cognizione di causa? Giudicare senza conoscere è uno dei difetti più diffusi nella nostra società e una società che si basa sui pregiudizi è terreno fertile per le incoerenze e l'ignoranza, in ogni ambito.


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CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO: ANESTESIA DEI SENSI

20/2/2015

 
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Recensioni di questo film ne abbiamo già lette tante e direi che l'opinione più accreditata e diffusa è racchiusa nella prima che ho letto, quella del critico cinematografico e regista Marco Spagnoli, che potete leggere qui: http://giornaledellospettacolo.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=79918&typeb=0.
Ieri sera l'ho guardato e trovo inutile farne una recensione che altro non sarebbe una ripetizione di mille altre perché l'oggettività su questo film vuole che sia un prodotto confezionato ad hoc per incassare: il film, assolutamente coerente con il libro da cui è tratto, rispetta l'incoerenza e la banalità della favola narrata. Tutto qui. E' l'esatta trasposizione in immagini delle parole scritte.
Caratteristica che sarebbe positiva se non fosse che, come per il libro, è sbagliata la definizione di genere: erotico. 
EROTICO? Da uno a dieci, quattro! 
Cinquanta sfumature di grigio non è un film erotico!
Per essere definito erotico, un film come uno scritto, deve riuscire a coinvolgere lo spettatore trasmettendo le sensazioni che i protagonisti stanno vivendo. Convolgere il pubblico al punto di "smuoverne" l'energia sessuale attraverso il processo di immedesimazione, altrimenti che differenza ci sarebbe tra un film d'amore e un film erotico?
In questo film la banalità dei dialoghi, la scarsa resa emozionale delle immagini durante i brevi momenti sessuali e l'incoerenza degli eventi non permettono allo spettatore alcun moto di coinvolgimento mentale.
La carica sessuale trasmessa dai protagonisti rasenta l'inesistenza: così come il libro propone una serie di eventi sessuali narrati senza riuscire a trasmettere alcuna intensità, anche il film racconta superficialmente una storia che già di suo è poco credibile ma non per la storia in sé (qualsiasi storia per eccessiva che sia può essere resa credibile) quanto per la superficialità con cui viene esposta.
Per non parlare della incapacità assoluta di rendere chiaro al pubblico il livello di intensità a cui può arrivare un rapporto di tipo BDSM.
Ecco... a questo tengo molto: non pensiate che quello che avete visto o vedrete in questo film sia una rappresentazione delle dinamiche dei rapporti BDSM.
Le scene sessuali, eccessivamente limitate e censurate per essere un film erotico che ha creato aspettative impressionanti, in alcuni momenti rasentano il ridicolo; l'enfasi emotiva dalla bella Dakota Johnson, che ha il pregio di rivestire perfettamente il ruolo dell'Anastasia descritta nel libro, cozza totalmente con l'ideale erotico che una storia del genere dovrebbe suscitare ma è il personaggio in sé ad essere talmente non credibile: lo spettatore è più stimolato a schernirne i comportamenti che ad immedesimarsi. 
Non mi è piaciuto per nulla Jamie Dornan nel ruolo di Grey forse perché, se favola volevamo che fosse e volevamo un dominatore protagonista, ci avrei visto un bello e dannato davvero, fisicamente, e non un surrogato di principino (più da United Kingdom che da Seattle). Hai visto mai un dominatore che chiede "Ti prego" ogni 20 minuti?
Sinceramente ho trovato più dominatore Richard Gere in Pretty Woman... almeno era lui a condurre e decidere!
Insomma... all'incoerenza dei personaggi e degli eventi, alla banalizzazione dei rapporti BDSM e alla totale assenza di stimolo sensuale che caratterizzavano il romanzo, il film ha aggiunto le immagini. Punto. Come se fosse un foto-romanzo. I dialoghi sembrano frasi da nuvolette d'espressione, quelle che leggevamo trent'anni fa in un buon-vecchio LANCIO!
Tutto il resto è denaro. Tanto! Perché in una settimana il film ha raggiunto i 311.673.020 milioni di dollari di incasso. 
Un indiscusso successo di mercato, un ennesimo fallimento per la cultura dell'erotismo, usato come "mezzo" per vendere il prodotto ma completamente omesso nei contenuti del prodotto stesso. 
Sono sempre più convinta che manchi il genere erotico nel cinema e, questo attesissimo caso cinematografico, me lo conferma.
L'erotismo si realizza attraverso la sensualità: CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO è anestesia dei sensi.



Fonte incasso: http://giornaledellospettacolo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=80167&typeb=0&20-02-2015--50-sfumature-di-grigio-supera-i-300-milioni-di-dollari


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TRE GIORNI DI BUIO di Franco Trentalance e Gianluca Versace (Edizioni ULTRA)

18/2/2015

 
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Arrivato da pochi minuti sul mio tavolo, esce oggi per Edizioni ULTRA il romanzo TRE GIORNI AL BUIO nato dalla collaborazione tra Franco Trentalance e Gianluca Versace. Due personaggi noti e stimati, diversi per ambito lavorativo e per vissuto, che hanno racchiuso in queste pagine immaginazione e conoscenza, amalgamando la loro esperienza per trarne un thriller che appassionerà molto.

SCHEDA DEL LIBRO:
http://www.castelvecchieditore.com/tre-giorni-di-buio/


https://www.facebook.com/pages/Franco-Trentalance-Quello-Vero/131022053734216?fref=ts


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EDITORIA E ONESTA': VORREI L'OBBLIGO DI SEGNALAZIONE SU OGNI COVER DI LIBRO PUBBLICATO A PAGAMENTO

18/2/2015

 
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UTOPIA, lo so! Ma stamattina mi sono trovata ben tre messaggi di "editori" che mi propongono di pubblicare un libro con loro: non importa se il libro è un saggio, un romanzo o una raccolta di poesia; non importa nemmeno chi sono; men che meno importa se quello che scrivo ha una valenza o è "carta straccia". Loro me lo pubblicano!
Partiamo dal capo della questione però, perché credo riguardi molte persone che conosco, sia in veste di "scrittore" o di "editore".
Quando voi entrate in libreria (virtuale o reale che sia), cosa cercate? Io un libro che abbia una consistenza, che sia stato selezionato per i contenuti e la cui lettura mi garantisca un APPAGAMENTO: sì! Io voglio che il libro che acquisto mi dia soddisfazione, che non vuol dire che deve "dire" ciò che io mi aspetto ma che quando finisco di leggerlo, anche se dice l'esatto contrario di ciò che penso, io senta di aver investito bene i miei soldi e anche il mio tempo. quindi come minimo deve avere un contenuto consistente/coerente e la grammatica deve essere impeccabile. 
E' questione di rispetto nei confronti di chi acquista il libro e della cultura, perché chi compra un libro deve essere certo di avere un prodotto di qualità e il libro deve essere (qualsiasi genere tratti) diffusione di sapere e non di pressapochismo.
Questo invece è ciò che succede sempre più spesso: vengono pubblicati libri che soddisfano l'ego di chi aspira ad etichettarsi scrittore ma non corrispondono per nulla ai criteri letterari di base, figuriamoci a quelli di merito aggiunto.
Questo succede perché un cospicuo numero di signori hanno deciso di chiamarsi "editori" e mandare in stampa qualsiasi cosa che li faccia guadagnare, non per la qualità dei libri pubblicati ma per la quantità di "scrittori" dai quali si fa pagare per stampare i libri. Così funziona: voi scrivete, pagate con formule diverse (dall'obbligo di acquisto copie allo staccare assegni veri e propri) e l'"editore" va in una tipografia, spende 1 o 2 euro a copia, ci fa mettere il marchio della propria "casa editrice" et voilà... siete degli scrittori. L'editing è a parte, se lo volete dovete pagarlo; se non lo pagate, il file va in stampa così com'è, errori compresi.
CHE SENSO HA TUTTO QUESTO? 
Riempire le tasche di un editore che non farà nulla per promuovervi perché lui guadagna già su ciò che vende a voi (che sia il servizio di stampa o di editing o di entrambi) e, non avendo investito denaro, non ha necessità di rientrare... solo di trovare un altro aspirante scrittore e non faticherà, perché i Social Network sono diventati dei laghetti di pesca per gli editori in cerca di "nuovi talenti". 
Sappiate che chi si occupa di fare recensioni a livello professionale e in modo serio (siti, riviste, giornalisti) non prende in considerazione i libri pubblicati da editori a pagamento (salvo qualche rarissima circostanza fortuita in cui il libro è diventato un caso letterario).
CHE CONSEGUENZE HA TUTTO QUESTO?
-Voi sarete soddisfatti ed emozionati perché siete diventati degli "scrittori" ma chi eventualmente leggerà il vostro libro -il più delle volte andato in stampa senza editing perché troppo costoso- con cognizione di causa e ne farà magari una recensione, vi taglierà le gambe letterarie e... di sicuro non comprerà il vostro secondo libro, anche se questo dovesse essere pubblicato con editore serio e capace. ERGO: finireste per passare per un autore mediocre, forse anche solo per questione di forma.
-Le librerie diventano un "buco nero" all'interno del quale trovi la spazzatura accanto alla cultura (giuro che ho visto pubblicate cose che voi umani.........) e solo dopo aver acquistato i volumi ve ne renderete conto. ERGO: le librerie non sono più quei luoghi in cui potete entrate per il gusto di scegliere e acquistate un libro andando a sensazione; il fatto che un libro sia stato pubblicato non è più un indicatore di qualità certa (indipendentemente dal genere letterario). Qualcuno dirà che non lo è mai stato: io dico che mai come oggi ho avuto la sensazione che le librerie siano come un magazzino di scatole chiuse delle quali solo il 20% contiene qualcosa ma, cosa contenga la scatola che scegliete, lo scoprirete solo dopo esservela portata a casa e averla aperta.
-Le pubblicazioni meritevoli di essere edite, per il quale un editore serio investe tempo e denaro, finiscono nel vortice di quel "buco nero".
-La cultura viene penalizzata, in larga scala, come avviene per qualsiasi prodotto di mercato di qualità mescolato a migliaia di prodotti scadenti: se poi facciamo una media, che livello qualitativo abbiamo?
Insomma... io vorrei poter entrare in una libreria e scegliere un prodotto in base alla sensazione del momento ma senza dover fare cernita tra la spazzatura e la cultura. E allora perché non chiedere che, per legge, i libri pubblicati a pagamento abbiano impresso un marchio che li distingue da quelli pubblicati perché meritevoli?
Sì... una dicitura che ci informi prima dell'acquisto che quel libro non è stato scelto tra altre migliaia per la pubblicazione, che potrebbe non essere stato sottoposto ad editing e che la qualità non è garantita.
Sarebbe un modo per riportare la cultura in primo piano perché credo che ben pochi autori accetterebbero di "svelare" che hanno pagato per "diventare scrittori":
Vien da sé che gli editori a pagamento dovrebbero cambiare mestiere e che i libri potrebbero riappropriarsi di quell'alone di importanza che dovrebbero non aver mai perso!!






Piccola riflessione: diamo a Cesare quel che è di Cesare:
"Ti interessa collaborare con saggi, poesie o racconti?
Anticipo a tutti che, in base all’ideologia equo/solidale delle nostre iniziative, invieremo a chi interessato i vari format esplicativi corrispondenti, che, con massima equità, prevederanno una quota minima di collaborazione anticipata ai costi di editing, stampa e spedizione (quota equivalente all'acquisto minimo di 3 copie, al costo indicato sopra -45, 60 o 83€/3volumi)."
Questo uno stralcio di uno dei messaggi ricevuti questa notte... l'ideologia equo/solidale ancora non me l'aveva provata a rifilare nessuno! Complimenti per l'inventiva!


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SIT Settimana Informazione Terapeutica -Milano dal 24 al 28 Marzo.

17/2/2015

 
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La mia passione per lo studio della psicologia è ciò che mi ha sempre stimolata a conoscere, partendo dagli studi al Liceo Scientifico, attraverso quelli infermieristici, fino al diploma magistrale e alla facoltà di Scienze dell'Educazione. Nel percorso di studi che ho scelto la psicologia ha sempre avuto una componente piuttosto importante (così come la pedagogia e la filosofia) e il mio lavoro tutt'oggi non sarebbe affrontabile se non continuassi ad aggiornarmi sulle dinamiche psicologiche, sulle elaborazioni e sui nuovi approcci. 
Così a Novembre del 2014 ho partecipato ad un Convegno sulle dipendenze (affettive e tutte le altre) per conoscere l'evoluzione nel campo e farne un articolo pubblicato su STARBENE (lo trovate qui: http://www.graziascanavini.com/eventi-e-momenti/le-dipendenze-affettive-avete-unidea-di-quante-persone-dipendono-affettivamente ). Proprio in quell'occasione ho conosciuto la Dott.ssa Laura Grimelli, Vicepresidente della GPL Associazione Giovani Psicologi Lombardia e con lei è iniziato un rapporto di confronto e scambio su contenuti che riguardano gli interessi di entrambe. 
A colpirmi, nel modo in cui la Dott.ssa Grimelli e la GPL conducono la loro attività, sono state sicuramente la dinamicità, l'energia e le idee innovative nei metodi di approccio allo studio e all'applicazione della psicologia. Idee innovative che non dimenticano assolutamente la storia della psicologia, anzi, ma sono volte a ottimizzare e "svecchiare" i percorsi di studio e lavorativi: passatemi il termine ma mi sembra l'unico che renda davvero l'idea dell'obiettivo della GPL.
Vi faccio un piccolo esempio per spiegare cosa intendo con "svecchiare": l'associazione organizza gli PSICOAPERITIVI! Cosa sono? Semplicemente serate in cui si trattano tematiche di interesse psicologico in un ambito giovane, energico e di socializzazione.
Questi incontri, dallo stampo innovativo, hanno creato sinergia tra le figure professionali e interesse diffuso al punto che oggi GPL sta ricevendo una risposta ben più ampia dello sperato su un progetto in cui l'associazione crede molto, sul quale ha lavorato in modo determinato ma che essendo parecchio innovativo temeva di trovare resistenze. 
Niente di tutto ciò! Il progetto SIT sta riscuotendo un interesse quasi incredibile, considerando che in Italia le idee dei giovani sono spesso prese sotto gamba, soprattutto in ambienti professionali in cui a predominare sono i professionisti di lunga data (sicuramente competenti ma che difficilmente mettono in gioco la propria staticità per promuovere l'evoluzione e l'innovazione.
Ma la staticità ai Giovani Psicologi Lombardi non piace e, in collaborazione con Spazio Iris (che si occupa da sempre di formazione qualitativa e di tutela della professione) hanno dato il via al progetto SIT - SETTIMANA INFORMAZIONE TERAPEUTICA che si svolgerà a Milano dal 24 al 28 Marzo 2015.
Cos'è? Un progetto di informazione e divulgazione della cultura terapeutica che ha come obiettivo integrare i giovani colleghi, divenando un punto di riferimento nell'ambito della processualità formativa dello psicologo. 
GPL, che nasce proprio per contribuire a formare, tutelare e mettere a confronto i giovani psicologi, con il SIT propone un momento formativo ben più ampio e costruttivo dei soliti incontri accademici:

"Il progetto SIT non si pone come un semplice open-day, in cui le scuole di specializzazione presentano il loro percorso di studi portando la testimonianza diretta del direttore o di un docente di spicco, bensì crea una “narrazione” della scelta, riducendo gli aspetti di formalità e permettendo agli studenti di acquisire le informazioni che ritengono più adatte e utili nel loro individuale processo di scelta.
Per raggiungere questa importante e coraggiosa aspettativa, il SIT si sviluppa appunto come un momento informativo esplicitato progettualmente nell’incontro tra lo studente in uscita e lo studente in entrata, come passaggio tra generazioni professionali vicine e distanti allo stesso modo. Un movimento culturale che permette allo studente del quarto anno, in chiusura del suo percorso, di essere il portatore del modello terapeutico.
La “narrazione” si sviluppa anche attraverso iniziative parallele, dalla possibilità di partecipare a laboratori esperienziali alle interviste di personaggi dello spettacolo su tematiche psicologiche, dalla divulgazione dell’evento in tutte le università alla collaborazione e adesione di tutte le scuole di psicoterapia del territorio lombardo, dalla costruzione di un vademecum sulla scelta alla storicità di un sito internet.
Un “narrazione” che vuole inserirsi all’interno dei progetti di orientamento alla formazione post-universitaria pensati e attivati dall’Ordine Psicologi della Lombardia, portando una possibilità innovativa nel processo di contatto e/o confronto diretto tra le scuole e i futuri studenti."

Per maggiori informazioni www.informazioneterapeutica.it
Dott. Luca Granata
Responsabile progettazione e sviluppo del progetto SIT


Credo che le parole sopra citate abbiano perfettamente espresso in cosa vogliono differenziarsi i GPL, quale sia il loro impegno per coadiuvare i giovani che si approcciano alla professione e per contribuire alla crescita della professione in termini di competenza e di consapevolezza.
Il progetto ha ottenuto anche il patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia, questo a confermare la validità dell'impegno di questi professionisti.
Cosa c'è di meglio in una società che non cresce, non si muove e non si promuove?
Io ci sarò!



https://www.facebook.com/profile.php?id=100004517596509
https://www.facebook.com/giovanipsicologi?fref=ts
http://www.giovanipsicologi.it/


citazione tratta da: http://brainfactor.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1010:sit-2015-a-milano-la-settimana-dellinformazione-terapeutica&catid=23:psico-a-sociale&Itemid=3


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QUANDO UN MARCHIO EDITORIALE DIVENTA EMOZIONE

9/2/2015

 
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LA RAGIONE DEI SENSI emozioni me ne ha date parecchie: prima fra tutte quella di scriverlo. Non avevo mai scritto un romanzo erotico e "il viaggio" della stesura mi ha portata a capire che descrivere le sensazioni è un po' come viverle. 
Poi la pubblicazione: tutti dicevano che nessun editore legge e tantomeno pubblica un libro, se non a pagamento, di un autore sconosciuto. L'editore Borelli lo ha letto e lo ha consigliato alla Rusconi, che lo ha pubblicato dopo qualche mese, a Ottobre del 2010.
Alla pubblicazione è seguita una mia metamorfosi mentale, indotta dal rendere pubblico il mio interesse per la sessualità e l'erotismo. Un percorso non facile ma molto stimolante e accrescitivo, che mi ha resa consapevole di quanto non mi importassero i pregiudizi di chi giudica "immorale" che una mamma scriva "quelle cose"!
A Luglio 2011 viene premiato come Miglior Romanzo Erotico Italiano del 2010 a Fiuggi per il Premio Dolcetta d'Oro. Da questo riconoscimento poi si sono messi in moto tutta una serie di meccanismi che mi hanno portata a diversi traguardi professionali e personali. 
Un sacco di esperienze interessanti, costruttive, stimolanti, conoscitive... di tutto! Dalle testate giornalistiche per cui ho scritto e scrivo, ai vari eventi culturali, alle persone e personalità conosciute, alla fondazione dell'Associazione Culturale SensualMente, alle esperienze condotte sul campo per studio, alle consulenze sulla Consapevolezza del sé che soddisfazoni me ne hanno date davvero tante: quella di vedere una persona "riscoprirsi" attraverso la mia guida.
Nel 2013 sono riuscita a riavere i diritti del romanzo, precedentemente ceduti alla Rusconi, e a svincolarmi dall'obbligo di pubblicazione con loro.
Oggi l'emozione è quella di aver ceduto i diritti al marchio editoriale che avrei sempre desiderato vedere impresso su questo libro: TEA, del Gruppo Editoriale MAURI-SPAGNOL.

Perché emozione? 
Forse perché il primo romanzo erotico che mi ha affascinato è stato "Le età di Lulù" di A.Grandes e portava il marchio TEA. 
Forse perché Tea era il nome della mia maestra alle elementari. 
Forse perché "the tea" è una bevanda così intrisa di storia e gusto che ha dell'infinito.
Insomma, firmare il contratto con TEA mi ha emozionata anche più di quando il romanzo vinse il premio... e volevo dirvelo! 

LA RAGIONE DEI SENSI  a inizio estate uscirà con impresso il marchio TEA.

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