PROSTITUZIONE MINORILE: POTREBBE FARLO ANCHE VOSTRA FIGLIA

C'è ancora chi sorride sornione quando propongo certi argomenti, come se fossero cose molto lontane dal loro mondo, come se fossero cose che succedono solo agli altri! Ma io non mi arrendo, chi mi conosce sa quanto credo che vivere nell'ignoranza e nell'ipocrisia generi disastro mentale a livello societario. 
E allora finisce sempre che mi trovo a discutere con madri che davanti alla scuola la mattina esordiscono con frasi plateali del tipo: "Vabbé ma se aveva una figlia di 14 anni che faceva la mignotta, non poteva non saperlo." Il concetto non è questo, care madri modello! Il fatto è che quando una madre arriva a capire che sua figlia si presta sessualmente in cambio di una ricarica del telefono o di soldi per comprarsi cose, è già troppo tardi. 
Il 6 e il 7 settembre scorsi due diverse trasmissioni hanno affrontato ottimamente il fenomeno della baby prostituzione: Cielo Tv per l'ottimo ciclo THE BODY OF SEX ha presentato la realtà della baby-prostituzione con il documentario Le ragazze di Phnom Phen, riprese e riflessioni sulla realtà nuda e cruda della vita che conducono le minorenni in Cambogia, prostitute senza via di scampo. La loro non è una scelta, non si prostituiscono per avere abiti firmati o per vivere nel lusso ma per dare il minimo indispensabile per campare alle proprie famiglie. Ragazzine che a 16 anni trascorrono notti intere con i turisti del sesso fissando un prezzo di 50 dollari e, la mattina dopo, vengono pagate si e no 20 dollari, per una notte di sesso senza regole di alcun genere, a volte al'insegna della violenza e che non di rado le lascia incinte o contagiate di HIV e altre malattie a trasmissione sessuale. Il documentario è ben articolato e mostra le due facciate della vita di queste giovanissime donne che di sera davanti al turista del sesso appaiono icone della sessualità (tristemente scelte come se fossero merce pura) e di giorno vivono una realtà di povertà estrema e condizioni al limite della sopravvivenza. So che leggendo queste parole il pensiero che viene spontaneo è: sì vabbè, lo sappiamo che funziona così. Anche io lo sapevo, certo, ma vedere in modo diretto attraverso le riprese la loro reale situazione, la "casa" in cui vivono, il cibo che non hanno, le "cliniche" in cui vanno per abortire, la delusione quando una notte di soprusi ha dato loro 10 dollari, gli uomini a cui devono assoggettarsi, i figli che devono affidare a qualcun altro perché altrimenti morirebbero di fame e vivrebbero una situazione ingestibile. 
La sera dopo aver visto questo documentario, è stata la volta di PRESA DIRETTA con UTILIZZATORI FINALI: un viaggio di conoscenza partito dagli appartamenti dei Parioli frequentati dalla Roma bene fino ad arrivare alle giovanissime ragazzine che si prostituiscono o vendono loro immagini di nudo in cambio di una ricarica di cellulare o di un drink in quale locale. Ragazzine iscritte a siti frequentati da milioni di utenti che, per avere in cambio una loro immagine sulla quale "fantasticare", comprano a pochi euro la loro intimità. Intimità, diciamolo, resa assolutamente scarna di valore e smaliziata nel senso più concreto del termine, nel senso che per le ragazzine non è difficoltoso cedere la propria nudità, anzi, è diventata semplicemente un mezzo per ottenere rapidamente beni fuori dal controllo genitoriale: la mamma non ti da 10 euro per la ricarica perché questo mese te ne ha già dati troppi e, giustamente, vorrebbe educarti ad una gestione consapevole dei soldi? Semplice... vendi una foto su questo sito e la ricarica è tua!
Mi è piaciuta la chiave di presentazione di questa inchiesta perché, per chi ha seguito, ha reso chiaro l'effetto che questo fenomeno sta avendo nell'ambito adolescenziale. Così come ha reso chiaro che gli "utilizzatori finali" sono uomini di qualsiasi età, con vite apparentemente normali, di ceto medio-elevato e che non si curano delle età delle ragazze. Infatti, l'inchiesta portata a testimonianza è stata strutturata in questo modo: una giornalista pubblica un annuncio dichiarandosi una studentessa diciannovenne. Riceve centinaia di telefonate (da uomini di ogni età) e, una volta al telefono con il "cliente", confessa di essere minorenne: solo una blandissima parte dei clienti si dice contrario all'incontro, scoprendo di trovarsi di fronte ad una minorenne. E qui decadono (come era ovvio) le scusanti degli indagati e poi processati che usufruivano dei servizi nell'appartamento dei Parioli, i quali dichiararono di esserci andati solo perché non sapevano che le ragazzine erano minorenni.
L'inchiesta di Presa Diretta è esplicativa all'ennesima potenza di quanto sia dilagante, benché apparentemente sommerso, il fenomeno della prostituzione minorile anche in Italia. 
Il punto drammatico, però, quale è? Lo puntualizza Iacona con una ricostruzione fictional dai verbali di inchiesta sul caso dei Parioli: una delle due ragazzine interrogata dal magistrato competente, dice chiaro che non crede che una volta uscita dalla storia giudiziaria in corso e, quindi dal periodo riabilitativo in struttura adeguata, smetterà di prostituirsi! Non è intenzionata a rinunciare allo stile di vita che la prostituzione le consente: la facilità di ottenere soldi e condurre la bella vita (vestiti firmati, spostamenti in taxi anziché con i mezzi pubblici e potere economico senza limite) l'hanno resa schiava di un sistema da cui non ha intenzione di uscire. Questo dovrebbe farci riflettere profondamente sui valori che governano la vita dei nostri adolescenti e chiarirci che l'epoca del consumismo ha prodotto questo risultato e continua a nutrirlo con la diffusione incontrollata di mezzi virtuali per fomentare la prostituzione e l'impunità o blanda condannabilità degli UTILIZZATORI FINALI.
Non meno interessante infine l'inchiesta filmata di Federico Ruffo che segue i "viaggiatori" italiani impegnati in tour sessuali all'estero, dall'Austria alla Thailandia, attraverso realtà molto diverse ma che hanno un unico comun denominatore: si paga per sesso e, mentre l'apparente bella vita delle prostitute si rivela avere un retro dissacrante soprattutto a livello mentale, gli utilizzatori finali hanno una percezione altamente superficiale e priva di una decenza anche minima; in questa inchiesta assistiamo a testimonianze di uomini privi di una moralità, anche minima. Ottimamente condotta da Federico Ruffo, l'inchiesta mostra senza filtri quale sia l'atteggiamento degli uomini che affrontano e perpetuano questo tipo di esperienze.
Per non parlare del sistema: siti che liberamente sul web sono contattabili per ottenere una vacanza organizzata all'insegna di sesso con minorenni a bassissimo costo.
Qui potete vedere la puntata di presa Diretta di cui ho scritto: http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-25faa6a8-12fb-4d08-ba9d-6139da1194c9.html
Chi mi conosce lo sa, non sono bigotta e la prostituzione (adulta) né mi sconvolge né mi infastidisce. Ma un fatto è parlare di una donna che decide consapevolmente di prostituirsi in un ambiente sicuro e secondo i propri canoni di scelta, un fatto è parlare di una ragazzina che per assoggettazione al sistema consumistico, ovvia una sana crescita sessuale, condizionando quella che sarà la propria vita sessuale da adulta.
Concludo rivolgendomi ai genitori: il silenzio su certi argomenti rende i vostri figli deboli e facilmente manovrabili. Comprendo che sia difficile affrontare certi temi con le vostre figlie, soprattutto se venite da un'educazione piuttosto rigida riguardo a questi argomenti e se considerate le vostre bambine ancora piccole per certe cose. Ma ragionate su questo: un adolescente su quattro (tra i 13 e i 18 anni) ha già postato sul web una sua foto o un suo video in atteggiamento sessuale. Dato ufficiale, quanto è ufficiale che già a 12 anni ragazzine vendono le proprie foto sul web attraverso social network che abitualmente frequentano.
Solo il confronto aperto con i vostri figli può arginare questo sistema che sta dilagando e puoi aiutarli ad essere consapevoli attraverso la conoscenza. Evitare di parlarne è come metterli nudi di fronte a chi li vuole guardare, e non solo guardare!