Che l'eccitazione sessuale trovi un input molto forte nel GUARDARE è ovvio ormai, fuori discussione! Quel che forse sta cambiando è che fino a qualche anno fa era una prerogativa quasi strettamente maschile o, meglio, le donne avevano un po' più riserve sui giochi di esibizionismo. Oggi anche le donne, vuoi che stiano provando ad uscire dalla gabbia di sensi di colpa e obblighi morali che per decenni le ha limitate (come scrivevo in questo post sul tradimento) vuoi che stiano cercando il modo per sentirsi più attraenti, sono diventate più "elastiche" sulle dinamiche di seduzione. La storia pubblicata su STARBENE Mondadori n°31 (in edicola oggi) parla proprio di questo: esibizionismo, autoerotismo, seduzione che, come commenta il Dott.Marco Rossi psichiatra e sessuologo, sono componenti positive sia nel rapporto verso l'altro che verso sé! La conoscenza del proprio corpo attraverso l'autoerotismo, l'accrescimento dell'autostima nel sentirsi apprezzate, la "forza seduttiva" e la sicurezza che ne deriva... insomma... l'eccesso di esibizionismo può diventare volgare ma un gioco seduttivo che non ha timore di mostrarsi è sicuramente intrigante e stimolante! E non solo il mostrarsi, attizza le donne, ma anche il guardare... uno sconosciuto di indubbia prestanza fisica è da sempre un must nell'immaginario erotico femminile e la "vista" inizia a giocare un ruolo piuttosto importante anche per le donne (come si diceva in questo post sul porno al femminile). Quindi, provate a lasciare un po' andare quella sensazione di "non si fa" che vi hanno buttato addosso per tanti anni... e il divertimento (sano) è assicurato! Ringrazio il Dott. Marco Rossi per la collaborazione. Come sa bene chi mi legge, ritengo l'orgasmo con SQUIRTING una delle esperienze sessuali più appaganti in assoluto per una donna. Non per le dinamiche, quanto per la condizione di piacere che comporta. Ve ne ho parlato qui e qui. Cosa mi stimola oggi a scrivere di nuovo? Le critiche! Sì... le critiche banali e l'autocommiserazione femminile, che tanto mi rende triste. Ma andiamo con calma. Dopo la pubblicazione di uno scritto riguardante lo squirting, sulla rivista STARBENE Mondadori e sul sito, sono stata oggetto di diverse "accuse", in primis da componenti e rappresentanti di alcuni movimenti femministi ma anche da parte di donne che non hanno particolare tendenza all'estremizzazione. Qualcuna lo ha fatto in modo molto incalzante, qualcuna con meno enfasi. Nessun uomo. Ma "accuse" in che senso? Messaggi privati e commenti pubblici che criticano il mio diffondere conoscenza e/o stimolare curiosità riguardo a questa pratica sessuale. Perché la criticano? Perché secondo queste persone è sbagliato andare a turbare il già delicato equilibrio femminile rispetto alla sessualità. Nello specifico tutte queste critiche "calde" affermano che, essendo una pratica che richiede attitudine, impegno e non sempre riesce, la mia "stimolazione" arrecherebbe danno alla psicologia femminile di quante, non riuscendo a raggiungerlo, vivrebbero sentimento di frustrazione. Senza parlare del fatto che, dagli uomini, queste donne sarebbero classificate come donne di serie B perché non in grado di squirtare. Ora. io sono molto tollerante e anche molto rispettosa delle riflessioni altrui ma, in questo caso, trovo esagerato e di una banalità incredibile pensare che una donna si senta frustrata dal non raggiungere un tipo di orgasmo. Probabile che piacerebbe a tutte riuscirci ma che la frustrazione da mancato-squirting sia addirittura DANNOSA per l'equilibrio psico-sessuale di una donna... Permettetemi di dubitarlo! O quanto meno di dubitare che la frustrazione dipenda unicamente dallo squirting. Ricordo che qualcuna, all'epoca del primo post, mi disse che trovava terribile il fatto che io andassi a incidere ancor più profondamente la ferita aperta che le donne hanno rispetto alla sessualità, dovuta alla condizione di inferiorità rispetto all'uomo (parli per sé, scusate, io non mi sento inferiore a nessuno sessualmente parlando). Devo sorvolare, scusatemi, sulle diatribe estremiste perché i movimenti femministi (soprattutto quelli all'eccesso) mi mettono una tristezza tale... Sono consapevole che ci siano donne che vanno aiutate ad uscire dal loro stato di subordinazione mentale e fisica dagli uomini, che per una fragilità personale e per fattori contingenti si vengono a trovare in situazioni davvero lesive della loro incolumità psico-fisica. Ma non credo serva un movimento femminista, quanto una persona normo-situata nella società che abbia la capacità di accompagnare e guidare queste donne verso il raggiungimento di una indipendenza psico-fisica. Credo sarebbe più che sufficiente e anche più efficace. Eliminate quindi le critiche delle femministe, passo alle donne "normali", quelle che senza estremizzare dicono che divulgare il discorso squirting è come regalare frustrazione alle donne che non lo raggiungono. Dico solo questo: io da piccola sognavo di fare la ballerina, ci ho anche provato a ballare ma da adolescente avevo la grazia di un palo della luce (avete presente i tralicci?) e la delicatezza di un caterpillar... quindi mi sono data al volley... ma non mi sento frustrata per non essere diventata una ballerina! E' una libera scelta, per la donna, quella di provare o non provare a raggiungere l'orgasmo da squirting. Così come lo è incolpare me della frustrazione femminile. Allora dovremmo incolpare Belen per la sua bellezza tanto apprezzata dagli uomini perché noi non risultiamo alla sua altezza. O le pornostar perché hanno stimolato l'immaginazione dei nostri uomini mettendosi nude e facendo ciò che loro vorrebbero vederci fare. O le prostitute perché sono la risposta al bisogno sessuale degli uomini della società, da sempre. Insomma... vogliamo ridare il VIA alla "caccia alle streghe" o vogliamo piuttosto crescere e decidere autonomamente chi essere, cosa fare ed essere responsabili noi stesse di ciò che ci fa sentire frustrate? Immagine gentilmente concessa da L.Gabesch Sul n°10 di STARBENE (MONDADORI) in edicola oggi, vi parlo dell'esperienza di una lettrice in un Club Privé. Lo scambismo è un fenomeno crescente e le dinamiche alla base di questo ambito della sessualità sono svariate, così come i pregiudizi di chi non ha mai frequentato l'ambiente e di chi ritiene impossibile che il rapporto di una coppia scambista sia "sano" ed equilibrato. I dibattiti sono attuali e molto articolati in questo periodo. L'argomento è trattato frequentemente anche su canali televisivi, sia a livello documentaristico che opinionistico. Le opinioni sono per lo più basate sul moralismo, da parte di chi non frequenta l'ambiente e non conosce le dinamiche specifiche, ma è importante focalizzare il fatto che in Italia, oggi, almeno due milioni di persone hanno provato almeno una volta e mezzo milione frequenta abitualmente i locali destinati allo scambio di coppia (fonte: Federsex). Opinioni soggettive a parte è basilare, come in ogni argomento che considera un comportamento sessuale, tenere presente che ognuno di noi ha un'essenza sessuale diversa per vissuto. Non c'è un comportamento sessuale giusto o sbagliato, è questione di compatibilità tra i partner: nulla è perverso se il comportamento rispetta il partner o i partner sessuali e questi sono consenzienti. Lo scambio di coppie fa ancora (e chissà per quanto tempo lo farà) molto scalpore... perché? Perché decenni di ostruzionismo alla libertà sessuale ci hanno insegnato che certe cose non si fanno, che se c'è amore in una coppia il sesso deve essere esclusivo e che se fai certe cose sei "malato" di sesso. E' davvero così difficile staccarsi dagli stereotipi moralisti e pensare che, se "qualcuno" (ripeto: mezzo milione di italiani abituali) fa scambio di coppia e dichiara di avere una vita sentimentale e sessuale appagante, forse ha semplicemente dinamiche diverse dalle nostre ma non necessariamente peggiori o patologiche? Mi fanno ridere per l'incoerenza quelli che si schierano contro e affermano che una coppia scambista si ama meno di una coppia "tradizionale": come fanno a dirlo? Hanno provato? Se hanno provato dovrebbero avere comunque il rispetto e la coerenza di comprendere che se lo scambismo non fa per loro, non significa che gli altri sono sbagliati o amano meno: basterebbe schierarsi sul: "Non fa per me, non mi piace." Se non hanno provato, tacciano: come si fa a giudicare una cosa quando non la si conosce? E che valore ha il giudizio di una persona che parla senza cognizione di causa? Giudicare senza conoscere è uno dei difetti più diffusi nella nostra società e una società che si basa sui pregiudizi è terreno fertile per le incoerenze e l'ignoranza, in ogni ambito. Essere attratti da scene erotiche non è patologico così come non lo è provare piacere nel "mostrarsi" purché non diventi indispensabile. Di questo vi parlo oggi su Starbene n°6 nella rubrica SESSO SENZA TABU'. Argomento che potrebbe sembrare superato e banale... ma davvero lo è? Per gli addetti ai lavori è normale e sdoganata la possibilità di guardare ed eccitarsi o farsi vedere ed eccitarsi, nella misura in cui non diventi un comportamento patologico, e cioè ci si ecciti o si provi piacere solo guardando altri o facendosi guardare da altri. Voi che ne pensate? Ringrazio per la collaborazione il Dott.Daniele Bonanno, psicologo e psicoterapeuta AISPS Roma. http://www.aisps.net/ Quando è lei passa per una pervertita... e ve lo dico io! Tant'è che esiste perfino un termine che contraddistingue le donne che preferiscono partner sessuali più giovani mentre di definire il fenomeno contrario (che di fenomenale non nulla, se non l'incidenza altissima) non si è preoccupato nessuno perché tanto è normale che un uomo adulto preferisca una venticinquenne ad una coetanea o giù di lì. E' chiaro che la base di partenza nel considerare il rapporto in base all'età non può ovviare lo standard relazionale millenario: le donne, raggiungendo la maturità cerebrale prima degli uomini, hanno da sempre instaurato relazioni con uomini di età superiore, sia che si trattasse di relazioni esclusivamente sessuali che relazioni coniugali. Siamo passati attraverso anni in cui una donna che andasse con un ragazzo più giovane fosse dichiarata "una strega", una "ammaliatrice", una donna "contro-natura" apparentemente autrice di una situazione in cui il ragazzo in questione diventava una vittima. Sapete sicuramente che, in slang sessuale, la donna che preferisce ragazzi giovani è definita COUGAR... quello che forse non sapete è che il Cougar, oltre ad essere letteralmente "puma"(quindi un predatore) è anche un mezzo corazzato sviluppato per resistere alle esplosioni di mine terrestri. Curioso, no?! Una donna che va a caccia di rapporti sessuali con partner più giovani è quindi in grado di resistere ad una "esplosione" sessuale e uscirne indenne!! Indenne e appagata!! Quel che mi dispiace è che quando una donna viene definita COUGAR non ho mai l'impressione che sia un complimento, mentre, al solito, quando si parla di un uomo che va a caccia di giovani donzelle non si usa un termine in particolare ma non ho mai la sensazione che lo si giudichi negativamente... sembra essere una cosa naturale. Io rimango sempre della mia opinione: non dovrebbero essere età o altre standardizzazioni a guidarci nella scelta del partner... solo le sensazioni e la compatibilità. Allora di questo vi parlo su STARBENE n°2 (MONDADORI) in edicola da ieri: una storia tra una donna adulta e un ragazzo giovane, vissuta con naturalità, senza il bisogno di categorizzare e senza tutte quelle distorsioni di moralità che ammazzano le emozioni. Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Laura Grimelli, psicologa presso Psyche Centro Studi & Training di Milano e VicePresidente dell'Associazione Giovani Psicologi Lombardia. http://www.psychecentro.it/ http://www.giovanipsicologi.it/ Oggi su STARBENE (Mondadori) vi ho parlato di una situazione che rappresenta una delle fantasie sessuali più diffuse tra le donne, nonché uno dei desideri sessuali più ambiti. Ma che differenza c'è tra una fantasia sessuale e un desiderio sessuale? La nostra sessualità è mediata da un insieme complesso di fattori, tra i quali la fantasia sessuale che rappresenta “un film mentale” eccitante che serve ad alimentare e stimolare il nostro desiderio sessuale. Di conseguenza attiva e incrementa la nostra eccitazione sessuale. L’immaginario erotico infatti, attraverso le fantasie sessuali, costituisce la nostra capacità di autoerotizzarci mentalmente: la nostra mente vive quell’immagine erotica “come se” stessimo vivendo realmente la situazione immaginata, determinando un rapido aumento in noi del desiderio sessuale e la conseguente eccitazione con tutti i risvolti fisiologici ad essa correlati (es. erezione nell’uomo o lubrificazione nella donna). Ma avere una fantasia sessuale non significa necessariamente desiderare di mettere in atto quella situazione, ovvero, tra fantasia e desiderio c’è differenza! Le situazioni che noi immaginiamo non sempre fanno parte di ciò che desideriamo mettere davvero in pratica nella nostra sessualità: è qui che sta la differenza tra ciò che appartiene alla sfera del desiderio e ciò che appartiene alla sfera della fantasia. La sfera del desiderio è costituita da ciò che mi eccita e vorrei mettere in pratica nella mia vita sessuale. Spesso ciò che desideriamo, fa parte anche delle nostre fantasie, costituendo un pensiero di per sé eccitante e sessualmente stimolante. La sfera della fantasia sessuale invece, è costituita da immagini mentali che non necessariamente vorrei mettere in pratica ma che sono molto stimolanti dal punto di vista dell'eccitazione. Ad esempio, una fantasia sessuale femminile ricorrente è quella di essere presa sessualmente con la forza e sottomessa. Raramente però essa corrisponde ad un reale desiderio e se agita nella realtà viene vissuta come spiacevole e per nulla eccitante. Ed è qui che si tende a fare maggiormente confusione, facilitando l’insorgere dei sensi di colpa. Le fantasie sessuali sono un importante indicatore di benessere psicosessuale ma succede spesso che vengano vissute con senso di colpa per la mancata distinzione tra immaginare qualcosa e voler agire qualcosa (differenza tra fantasia sessuale e desiderio sessuale). Il senso di colpa è maggiore se il soggetto della nostra fantasia non è il proprio partner: spesso, soprattutto le donne, temono che l’avere fantasie erotiche riguardanti un uomo diverso dal proprio partner significhi che non si è più innamorate del proprio compagno o che non lo si desidera più. Sbagliatissimo!! La ricerca ha infatti dimostrato che più tempo dura una relazione, più è facile che le persone abbiano fantasie divergenti, cioè su partner diversi dal proprio. Dopo circa due anni di vita di coppia è normale avere fantasie dove il proprio partner viene sostituito con il/la collega, lo/la sconosciuto o chiunque altro stimoli la nostra fantasia. Tutto ciò è fisiologico ovvero serve a far sì che la coppia possa restare unita, sebbene sia stata superata la fase di innamoramento e passione dell’inizio: cambiare partner nelle fantasie non equivale ad un tradimento perché non costituisce qualcosa che desidereremmo realmente fare. Ma così come può farci sperimentare eccitazione il vedere la scena di un film erotico, una fantasia sessuale divergente aiuta a mantenere vivo il desiderio, mantenendo di fatto la relazione stabile. Per sintetizzare, la consapevolezza che una fantasia è una fantasia non deve comportare il senso di colpa perché non c'è l'intenzione a mettere in pratica la situazione sognata. Per quanto riguarda il desiderio, il senso di colpa diventa soggettivo (c'è chi si sente in colpa cercando di realizzare un sogno erotico che prevede "tradimento", c'è chi non ha un partner e quindi nessuno verso il quale sentirsi in colpa, c'è chi ha un partner ma riesce a fermare il pensiero e realizzare il desiderio pensando che qualle situazione esula in tutto e per tutto dal rapporto con il partner stesso...) Il tema del pezzo pubblicato oggi su STARBENE è fantasia e desiderio di tantissime donne: avere almeno una volta nella vita un rapporto sessuale con due uomini contemporaneamente. La Dottoressa Anna Carmela Caruso psicologa e psicoterapeuta ci dice che solitamente le donne evitano questa situazione, per timore di non essere all’altezza e, soprattutto, per l’educazione perbenista ricevuta. Se le donne valutassero in base al potenziale di sensazioni che potrebbero provare, probabilmente si concederebbero questa esperienza. La predisposizione a prendersi il piacere è quel quid in più che contraddistingue una maturità sessuale completa. A voi ragazze decidere: è una fantasia o un desiderio? http://www.psicology-a.it/chi_sono.html Questa settimana sul numero 29 di STARBENE (MONDADORI) vi propongo una situazione sulla quale, secondo me, c'è da riflettere per non cadere nell'ovvietà e nella banalità dei luoghi comuni: IL SESSO A PAGAMENTO! Non sto parlando di escort, non sto parlando di prostitute e nemmeno di locali che offrono questo. Vi parlo di un'esperienza molto diversa: quella che non vede nel denaro la modalità di riconoscimento di una prestazione sessuale ma una sorta di valorizzazione dell'intesa sessuale. Lo so, scatenerò l'ira delle femministe convinte e non solo ma, piaccia o no all'opinione pubblica, ci sono donne che scoprono di sentirsi appagate nel riconoscimento delle proprie capacità amatorie e nell'interesse che l'uomo dimostra prendendosi cura del loro benessere, anche dal lato economico. E io le rispetto. Se ragioniamo per luoghi comuni entrano in ballo la mercificazione del corpo, l'inflazione del sentimento, la denigrazione della valenza femminile e mille altri valori etico-morali. Ma ci sono situazioni, innegabili visto che esistono, in cui l'etica non ha accesso per luogo comune e la morale va oltre l'apparenza: si parla di un gioco e, ancor di più a volte, di un legame erotico in cui il riconoscimento della femminilità attraverso il denaro è una dinamica di affinità. Il punto di vista psicologico questa settimana è affidato al Dott.Daniele Bonanno psicologo e psicoterapeuta presso AISPS Roma, che potete trovare alla pagina https://www.facebook.com/sessuologiaroma?fref=ts o sul sito http://www.aisps.net/. Sono come al solito disposta al confronto sulla tematica ma, prima di eruttare banali affermazioni di sentenza leggete la storia. Poi ne parliamo! Non solo è possibile, è anzi purtroppo realtà! Poco più di 1/4 delle donne sa di cosa si tratta e di questo 30% solo una parte è riuscita a raggiungerlo. Ma sfatiamo subito i falsi miti: non è vero che solo un 10% delle donne può arrivarci! La prova, in barba ai pochi e imprecisi studi che sono stati effettuati i cui risultati sono tutti assolutamente condizionati dalla morale pubblica, ce la danno (pensate un po') realtà sociali che noi riteniamo retrograde e inferiori a noi, come ad esempio certe tribù africane nelle quali le donne anziane insegnano alle adolescenti ad arrivare a questo tipo di orgasmo, che è competenza necessaria allo scopo del matrimonio. Sì, avete capito bene, le ragazze sono dichiarate pronte al matrimonio solo quando raggiungono una capacità orgasmica di questo tipo! Fino a che non raggiungono un certo grado di intensità eiaculatoria, non possono sposarsi!! E noi cominciamo a parlottarne ora, ancora a denti stretti e in un marasma di contraddizioni mirate a preservare la figura di ingenuità sessuale femminile: alla donna ancora non è consentito "godere" per provare piacere, è inutile che ce la raccontiamo... ancora per troppi la donna che prova piacere è una libertina!! Comunque, polemiche a parte, oggi su Starbene (MONDADORI) si parla di SQUIRTING! Ed è soddisfazione per me che una testata giornalistica che non ha la tendenza alle esagerazioni in materia sessuale sia disposta a parlare di questo argomento: è soddisfazione perché mi piace l'idea che si comincino ad introdurre certi argomenti ritenuti spinti (che sciocchezza!) anche su media che non sono specifici per la sessualità. Per la consulenza dello psicologo mi sono rivolta al Dott. Daniele Bonanno, psicologo e psicoterapeuta presso AISPS Roma, che potete trovare alla pagina https://www.facebook.com/sessuologiaroma?fref=ts o sul sito http://www.aisps.net/. E' da un po' che ci penso: mi piacerebbe presentare presto un corso esplicativo, informativo e istruttivo su questa caratteristica del piacere femminile che, lasciatelo dire a chi lo ha scoperto 4 anni fa e ci ha lavorato un sacco su, è una conquista vera e propria nell'ambito del piacere! Si potrebbe fare un APE-SQUIRTING!! Si beve un bicchiere di vino in compagnia (per rompere il ghiaccio) e poi si viaggia verso un mondo ancora troppo sconosciuto alle donne!!! Che ne dite? Intanto leggetevi il pezzo su STARBENE poi ci organizziamo!! Un breve assaggio di esperienza... il MASSAGGIO TANTRICO!! Oggi alla pag.117 di STARBENE (Mondadori) trovate un mio articolo che racconta la positività di questo tipo di massaggio, quando viene eseguito da professionisti nel campo. Oggi l'amica poetessa Marcella Boccia, donna che stimo davvero tanto, profonda estimatrice, studiosa e conoscitrice della cultura Indiana) dopo aver visto l'articolo mi dice che in realtà questo massaggio in India non esiste, che il "massaggio tantra" è un'invenzione occidentale. E' veramente arrabbiata in realtà, giustamente detesta che si utilizzi inadeguatamente un nesso culturale per monetizzare!! Credo allora che sia assolutamente doveroso sottolineare che questo tipo di massaggio che io descrivo è chiamato TANTRA in Italia ma non fa parte della cultura tantrica. Così come Marcella, anche io amo che le cose abbiano la loro corretta definizione e che il termine che le definisce sia indice dell'effettiva consistenza. Riflettendo su questo, mi trovo a pensare che anche questo qui-pro-quo sia da attribuirsi all'effetto globalizzazione. Mi spiego: credo che sia un po' la stessa cosa di quando andiamo al ristorante cinese pensando di mangiare cucina cinese ma in realtà mangiamo cibi studiati ed adattati al gusto occidentale, che perdono quindi l'origine culturale della cucina cinese. L'effetto è una chiara distorsione della cultura di base, spesso utilizzata a fine di commercio e tante volte il prodotto finale non ha nulla a che fare con la cultura da cui ha preso il nome. La dicitura diviene quindi una sorta di appellativo convenzionale. Come sempre, colgo con molto piacere le critiche costruttive e amo che intervengano persone esperte per specificare eventuali incongruenze; quindi ringrazio Marcella Boccia per aver chiarito questo difetto concettuale. Ritornando all'articolo, e specificando quindi che il massaggio tantra in Occidente è così definito erroneamente rispetto alla cultura da cui ha preso il nome, invito comunque chi ne fosse incuriosito a regalarsi un momento di benessere così intenso... magari senza più chiamarlo "tantra" ma prestando sempre molta attenzione alla scelta del massaggiatore! Il mondo dei massaggiatori è spesso ambiguo per chi non lo conosce e, troppo spesso, aspiranti massaggiatori o "palpeggiatori" poco seri si introducono nell'ambiente definendosi massaggiatori senza averne le capacità e soprattutto con fini poco chiari! Per questo ci tengo a sottolineare la totale affidabilità di Giuseppe e ad invitare le donne che vogliono provare questo massaggio a non affidarsi al primo arrivato!! Ma se non lo chiamiamo più TANTRA... come potremmo chiamarlo? Io l'ho definito un VIAGGIO DI PELLE E DI TESTA!! https://www.facebook.com/giuseppe.massaggi |
GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Accanita divoratrice di film, libri, serie tv e... di Vita. Blog dedicato a fatti, film, libri, serie tv e cose belle.
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