Non dirò a nessuno che questo è un romanzo bellissimo, perché la banalità dell'espressione potrebbe portare a pensare che sia bellissimo come mille altri. Chi conosce la scrittura di Salvatore Basile sa che non delude mai, ma questo è un viaggio davvero incredibile. Prima della pubblicazione l'ho letto solo cinque volte, sullo schermo, e a ognuna diventava più grande, scavava più a fondo per restituire più Bellezza. Il 14 aprile, leggerlo sulla carta, stringendolo in mano... e stata ancor più Bellezza. Poi mi direte se non è impressionante quanto la ragazza del ritratto in copertina sia esattamente LEI. Maria, la giovane protagonista che ci trasporta l'anima in questo viaggio di formazione e ci tocca tutti i tasti più profondi dell'essenza umana. Dell'essere umani, non superbì, e del dover affrontare stereotipi, pregiudizi e difficoltà che spingerebbero ad arrendersi. Se avessi la possibilità economica, ne comprerei due camion con rimorchio e mi metterei a regalarlo a tutte le persone che conosco... anche a quelle brutte, ché magari ne guadagneremmo tutti. Mento poco. Sui libri MAI. Vi faccio un regalo. Ho letto un romanzo e vorrei raccontarvelo, ma preferisco rinunciare a questo per regalarvi la meraviglia di leggere una scrittura del genere senza sapere cosa vi aspetti. Lasciarvi la possibilità di stupirvi parola dopo parola, come è successo a me. Qualcuno che mi conosce bene, e mi regala sempre Bellezza, me lo ha donato, io ho aperto e iniziato a leggere. Non vi anticipo nulla. Vi dico solo che è una di quelle narrazioni così potenti che mi ha fatto pensare a quanto sia inutile e sfiancante perdere il tempo dietro a gente disonesta, in discussioni sterili, quando posso invece dedicarlo a drogarmi di Bellezza. Compratelo e buttatevi dentro senza leggere né sinossi online, né la seconda di copertina... niente. Senza sapere di cosa parli. E, quando arrivate al punto in cui nomina la canzone, attaccatela e lasciatela andare in loop. Vi condizionerà al punto che, poi, la sentirete proprio amalgamarsi a ciò che siete e portarvi ancor più dentro alla storia. Non sono solo una canzone e un romanzo intensamente legati, sono un'esperienza emotiva a tutto tondo. Aspettando Bojangles, di OlivierBourdeaut. Se non lo leggete, vi fate un torto. È scritto con la stessa arte di Jerry Jeff Walker, che ha scritto questa canzone, che cantata dalla voce di Nina Simone è già di per sé un regalo. Se non volete leggere il romanzo, insomma, cliccate e fate almeno partire la canzone e leggete la traduzione qui sotto, se non conoscete l'inglese. Conoscevo un tale Bojangles che avrebbe ballato per te nelle sue scarpe consumate Capelli argentati, camicia stracciata, pantaloni larghi e scarpe morbide Saltava così in alto, saltava così in alto e poi atterrava gentilmente Mr. Bojangles, Mr. Bojangles, balla Lo incontrai in cella a New Orleans, ero triste e abbattuto Mi guardò negli occhi e mi parlò con saggezza della vita, della vita e si picchiava sulla gamba Mr. Bojangles, Mr. Bojangles, balla Disse di chiamarsi Bojangles e improvvisò un balletto nella cella e si prese i pantaloni per una performance migliore Oh, saltò così in alto e fece scioccare gli stivali E scoppiò a ridere, a ridere, e lanciò i vestiti ovunque Mr. Bojangles, Mr. Bojangles, balla, yeah, balla Aveva ballato per quegli spettacoli itineranti e alle feste di paese in tutto il sud Parlò con lacrime vecchie di quindici anni di come lui e il suo cane avevano viaggiato insieme Ma il suo cane morì, morì e dopo vent'anni lui ancora lo piange Mr. Bojangles, Mr. Bojangles, balla Disse: "Ora balla in ogni balera in cambio di cibo e di mance ma buona parte del tempo la passo al bancone perché bevo un po'" Scosse la testa, sì, scosse la testa Qualcuno gli chiese: "Per favore... Mr. Bojangles, Mr. Bojangles, balla, balla Mr. Bojangles, balla" Vi ho già parlato di un romanzo che mi aveva presa, caricata su un treno e portata via: LO STRANO VIAGGIO DI UN OGGETTO SMARRITO, di Salvatore Basile. Lettura che ho amato al punto che, il giorno dopo, ho letto pure questo sotto... il suo secondo romanzo. Temendo che Salvatore mi prendesse per una stalker, non conoscendomi, ho aduggiato* l'entusiasmo e non ho fatto nessun post, ripromettendomi di farlo un po' più in là. Se con il primo romanzo mi ha portata in treno, con il secondo mi ha portata al mare e mi ha fatto lo sgambetto per farmi tuffare dentro all'anima di una storia che non fa sconti. Adesso Basile sa che non sono una stalker. Una rompicojoni sì, ma stalker no. Adesso sa che mi sono innamorata dei suoi "come se" e del suo modo di usare le parole per portare chi legge a una profondità di pensiero assurda. Il suo stile è divertimento puro, per chi ama il gioco delle parole che creano immagini mentali e inducono all'identificazione. Se d'abitudine, in tutto ciò che leggo, sottolineo i passaggi che mi stupiscono e mi divertono mentalmente, in questo romanzo non c'è una pagina intonsa. Il consiglio è sempre lo stesso. Leggetelo se volete farvi un gran bel viaggio. Ma leggetelo pure se volete imparare a scrivere, perché qui non si tratta di letture tanto per... si tratta di maestria. LA LEGGENDA DEL RAGAZZO CHE CREDEVA NEL MARE *aduggiato, me lo ha insegnato lui e adesso faccio la strafiga! Si fa presto a dire LIBRO. Quanti ne leggo all'anno... cinquanta, sessanta? Romanzi, quanti... venti? E mi piacciono quasi tutti, perché - salvo proprio strafalcioni o noia - ognuno di loro fornisce uno spunto di riflessione, un punto di vista alternativo o una storia che avrei voluto che qualcuno mi raccontasse. Poi ne arriva uno che mi inchioda. Posso anche chiuderlo a metà e andare a fare altro, ma lui continua a starmi in testa finché non ci torno. Eccolo. La copertina non mi aveva attratta (lo dico nell'ovvietà delle percezioni soggettive) ma ero curiosa di leggerlo perché considero lui, Salvatore Basile, decisamente più che ammirevole nel campo del cinema. E, leggerlo in un romanzo, mi incuriosiva. Non posso dire altro che "Mi ha divertito l'anima". È un viaggio - tanto assurdo, quanto vero - dentro l'essere umano. L'assurdità umana in senso positivo. La sua complessità snocciolata. Una storia resa unica da personaggi caratterizzati in modo magistrale. Uno stile narrativo che... non lo leggi: lo vedi e lo senti. Boh, vorrei raccontarvi la storia, i mille particolari che mi hanno colpito. Vorrei copiare qui tutte le cose che ho sottolineato con l'entusiasmo del "vorrei averlo pensato io", ma in senso di stupore, meraviglia, incanto. Sono malata per le storie di Vita e per le Parole, un'ossessione proprio. E questo romanzo è una medicina buonissima, che fomenta la mia dipendenza. A Salvatore ribadisco la mia ammirazione, con tutta la stima che posso. E lo ringrazio anche perché, leggere lui, mi ha sbattuto in faccia l'immaturità di un mio romanzo che deve uscire dopo l'estate, ma che ieri ho deciso di riscrivere completamente. Perché LO STRANO VIAGGIO DI UN OGGETTO SMARRITO è un romanzo di formazione in tutti i sensi. A chi scrive dico che, analizzare questo romanzo, è un ottimo corso intensivo di scrittura. A tutti gli altri dico che, non leggendolo, vi perdereste davvero un gran bel viaggio. |
GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Accanita divoratrice di film, libri, serie tv e... di Vita. Blog dedicato a fatti, film, libri, serie tv e cose belle.
|