![]() Anche Repubblica si occupa di HO FATTO LA CAM GIRL (Edizioni Effetto). In questi giorni sono usciti diversi articoli sul saggio dedicato all'indagine sul mondo del sesso virtuale a pagamento, e devo dire che ognuno di loro mi ha appagato perché hanno tutti centrato i concetti che volevo trasmettere. E con punti di vista davvero interessanti. Come questo, di Eleonora Giovinazzo, che ringrazio davvero dall'anima. È una bella soddisfazione che testate nazionali riconoscano un valore nella mia attività, e soprattutto che lo facciano con l'intento di diffondere consapevolezza. Hanno capito che c'è un nesso sociologico che va ben oltre la superficialità alla quale i pregiudizi e gli stereotipi ci hanno abituati, e questo non può fare che bene. ![]() Il 14 Luglio di sei anni fa ero a Fiuggi, a ritirare il Premio "Dolcetta d'oro" per il Miglior Romanzo Erotico Italiano dell'anno con LA RAGIONE DEI SENSI. Quel romanzo da principiante, scritto seduta al banco di una tabaccheria (ah Fellini, se fossi stato ancora vivo da potertelo dire!), inviato a un editore quasi per scherzo, venduto ancor prima di averlo finito. Quel romanzo che è stato l'inizio di una vita diversa, che non sognavo, a cui non aspiravo, nemmeno ci pensavo. Quel romanzo che è stato il biglietto per un viaggio in continua evoluzione tra esperienze e persone di ogni genere, non di rado al limite del credibile. A volte penso che se scrivessi una biografia dei miei ultimi sei anni, mi crederebbero solo quelli che li hanno condivisi con me. Dal lavorare per gente che è morta (ma poi è ricomparsa) a ricatti e intercettazioni da chi mi voleva complice consapevole in un affare politico (ma i soldi non mi comprano). Dalla conoscenza intima di personaggi che il pubblico giudica idoli (fragili e bastardi da provocare nausea) all'amicizia con veri professionisti capaci che, esclusi dalle lobby, passano per incapaci o vedono sfruttato il loro lavoro senza riceverne il giusto compenso. Quanta soddisfazione però... Dalla mia crescita personale a quella della relazione con mio marito: quanti fatti ci hanno messo alla prova e ci hanno messi spalle al muro, con decisioni e confronti le cui conseguenze non erano per nulla scontate! L'affrontare momenti che avrebbero potuto affossarci, separarci e che ci hanno invece permesso di conoscerci nel profondo e capire che il nostro non era un banale attaccamento ma quell'amore che pochi hanno la fortuna di arrivare a costruire. Dalle esperienze sul campo nella sessualità (bondage, tantra, cam, prostituzione...) agli inviti a convegni di psicologia e psichiatria in veste di collaboratrice giornalistica o di esperta in materia. Dal lavorare per testate giornalistiche nazionali, alle trasmissioni in radio, alla scrittura di sceneggiature, alle consulenze per problemi di relazione sessuale e non, a quelle su come educare gli adolescenti alla sessualità. Dall'essere considerata trasgressiva all'essere invitata in Vaticano. Ma un ricordo tra tutti rimane l'emblema del mio percorso per portare il discorso "sessualità" a un livello culturale: l'essere stata la prima a presentare un romanzo erotico in Campidoglio, laddove le porte non erano mai state aperte all'erotismo. E se quella porta si è aperta per me, la motivazione è quella che mi aveva portata a vincere proprio questo premio: "Scrivere di eros e di sesso senza utilizzare termini volgari significa avere la capacità di portare il lettore ad un coinvolgimento emotivo profondo, ad una immedesimazione totale. Significa conoscere le dinamiche psicologiche dell'eros." Mi sembra un tempo lontanissimo, quel 14 Luglio 2011, ma è presente ogni giorno. Un premio che non è un vanto. È vita. ![]() Ancora una volta il box office internazionale attesta il successo di Cinquanta sfumature di nero interpretato da Dakota Johnson e Jamie Dornan. Sono oltre dieci milioni gli incassi, ad oggi. Devo ammettere che la regia di James Foley ha regalato un imprinting diverso, un po' più dinamico, ma i miracoli ancora non si possono fare e solo Quentin Tarantino potrebbe rendere coinvolgente una trama così scarna di suo. Dopo anni di queste Sfumature che dettano legge in termini di marketing, mi sono rassegnata al fatto che le favole piacciano, del resto proprio a colpi di favole veniamo cresciute noi donne e l'aspirazione ad essere principesse e crocerossine è ormai un costrutto educativo inaffondabile, ahimè. Ben vengano quindi le favole, se questo il pubblico vuole, perché il fine di film come questo è l'incasso e all'incasso si deve puntare. L'obiettivo di questo film è reso evidente dall'interpretazione simil soap opera dei protagonisti: abbiamo un Jamie Dornan visivamente più adatto al ruolo ma ancora lontano dall'essere un master, che si definisce sadico ma ne interpreta una caricatura, più che altro. Poi abbiamo una Dakota Johnson che ancora una volta risulta efficace nel permettere alle aspiranti principesse di identificarsi in questo personaggio femminile dal conflitto comune a moltissime donne: il desiderio, la volontà di essere indipendenti e l'incapacità di sottrarsi alla dipendenza da un uomo che non è come lo si vorrebbe e che si aspira a cambiare, combattute tra il lasciarlo e il salvarlo. Personaggio chiave, ovviamente, per la riuscita del film. Un'Anastasia fragile, che sembra tentare una crescita ma non può, schiava non di Grey ma dell'amore che prova per lui e bandiera del "al cuor non si comanda". Lei, che per un tentativo di approccio fisico da parte del capo magari un po' forte (ma niente di particolare), sembra uscire traumatizzata che nemmeno in un assalto terroristico. Lei, che quando Grey le dice: "E se ti dessi le chiavi (di casa)?", sfodera un'espressione stupita (e da stupida) che nemmeno in Beautiful abbiamo mai visto. Banalità insomma, questo vedo nella trama. Ottimamente interpretata dagli attori. Speravo in una crescita dei personaggi, in questa seconda fase del sequel, ma non sono stata accontentata. Pazienza. Ma veniamo all'aspetto per me principale, nel recensire quel che viene definito un film erotico. Già nel primo, chi sa di cosa si parli quando vengono tirati in ballo sensualità ed erotismo, è rimasto a bocca asciutta: anestesia dei sensi. E nulla è cambiato nel secondo. Scene erotiche rese ridicole dalle incoerenze con la realtà: un rapporto orale di lui a lei, lei in piedi, a gambe chiuse; lui che la tocca in un ascensore gremito di persone, lei ansima incapace di non abbandonarsi al piacere, lui le dice di non venire, gli altri non si accorgono di nulla; lei che esce dal letto dopo aver fatto sesso e indossa le mutande o che ha dormito con la camicia di lui addosso e quando si alza la camicia è stirata; sculacciate che di intenso hanno solo l'idea; la stanza rossa che dovrebbe essere un punto cruciale della storia, in realtà sembra contenere solo bende e legacci... giusto un divaricatore rigido per le gambe. Chiara indicazione che il Bdsm è stato usato solo come esca per stimolare pruriti di una massa che ha bisogno di sentirsi autorizzata a guardare contenuti considerati trasgressivi ma che non lo sono affatto e, men che meno, hanno a che fare con le reali dinamiche Bdsm. Insomma: anche la coerenza vuole la sua parte! Così come la vorrebbero i dialoghi: infantili, banali, scialbi. Cosa c'è di buono in questo film? Alcuni aspetti mi sono piaciuti: la fotografia, ad esempio. La scena banale, trita e ritrita, in cui al ristorante lui le chiede di togliere gli slip è resa preziosa dall'immagine sensuale delle gambe e dei piedi (con scarpa indovinata) di Anastasia, sotto al tavolo. Il momento in cui lei si veste prima di una festa: in lingerie, davanti a uno specchio, e lui che le infila le "palline vaginali". Peccato che poi, alla festa, lei quella lingerie non la indossi più... Positivo il segnale di consapevolezza di Anastasia quando dice a Grey che non potrà mai essere tutto quello che lui vuole in termini di sottomissione. "Scopati qualcuno che possa renderti più in gamba, non solo più ricca", frase pronunciata dal capo di Anastasia, invidioso di Grey, forse è l'unico momento di brillantezza mentale del film. Il passaggio della pazza ex sottomessa di Grey, che si fa trovare nell'appartamento di Anastasia e vuole spararle, dà un tocco di real al personaggio di Grey: forse l'unico momento in cui lui mostra un atteggiamento da master. Concludendo: lasciamo passare la pessima scena dell'elicottero in avaria, lasciamo pure passare il finale da serie tv a cui mancava solo che comparisse una scritta tipo "se vuoi sapere come finisce, torna l'anno prossimo" ma non passi che Cinquanta sfumature di nero sia un film erotico. Narrare una storia che ha una base sessuale non necessariamente coincide con una narrazione erotica. Il mercato offre ciò che la massa vuole e la fantastica operazione di marketing del primo libro, ha usato la dicitura "erotico" senza che di fatto il libro lo fosse. Così pure, naturalmente per i film. Come per il primo, vi dico: se il genere vi piace, andate a vederlo ma non chiamatelo EROTICO. L'erotismo pretende sensualità, coinvolgimento in termini di senso, coerenza con la realtà, intensità di emozioni. E continuo a sperare di incontrare un giorno, in Italia, un produttore disposto a fare un film davvero EROTICO. ![]() Cos'è l'arte se non la capacità di trasmettere emozioni attraverso una espressione del sentire? Sia essa un dipinto, un disegno, una musica, uno scritto, una fotografia, una recitazione, un'interpretazione, una scultura: una qualsiasi esternazione delle sensazioni dell'anima che arriva a coinvolgere ed emozionare un'altra anima. Credo sia possibile raggiungere la consapevolezza di cosa sia davvero "ARTE" solo studiando l'etimologia del termine stesso e soprattutto la sua accezione filosofica, il suo percorso attraverso i secoli, fino a giungere a oggi. Perché parlo di consapevolezza? Perché dell'oggi non mi piace l'abitudine diffusa a definire artistico tutto ciò che viene prodotto, indipendentemente dal suo contenuto e dalla sua consistenza. Personalmente percepisco e definisco "artistico" un prodotto della creatività quando, osservandolo o ascoltandolo o toccandolo, carpisce il mio stato d'animo e lo modifica: mi accompagna in un viaggio, anche momentaneo, verso una direzione che non ho deciso io. Ma l'artista. Ovvio che la soggettività di chi "assiste" influenza il grado di partecipazione emotiva e quindi, soggettivamente, ci si sente più coinvolti da una certa forma d'arte piuttosto che da un'altra, ma ci sono artisti che non possono lasciarti indifferente a livello emotivo, se ami l'arte. Io ho estremo rispetto di chi si distingue per essenza artistica, quel rispetto che ti fa "invidiare" la sua capacità di espressione, la sua potenza comunicativa. Oggi è il compleanno di una donna che stimo davvero tanto, la cui essenza artistica mi coinvolge al punto che spesso vado a cercare emozione nelle sue creazioni anche a metà di una notte di lavoro, quando voglio che qualcuno mi distolga dal mio pensare e mi porti nel suo sentire. Lei è TIZIANA CERA ROSCO artista nella quale ritrovo la mia idea di sensualità completa, matura, crescente. Sensualità nell'accezione più alta, lontanissima dal significato superficiale comune odierno. Sensualità in termini di intensità di stimolo dei SENSI. E in questo giorno voglio fare gli auguri a Tiziana regalando a voi la possibilità di conoscerla, se ancora non vi fosse successo di emozionarvi con lei. A lei dedico un sorriso che l'accompagni nei suoi viaggi emozionali e il mio ringraziamento per l'emozione che mi dà osservare le sue opere e SENTIRCI DENTRO il suo percorso personale. Intenso, sempre. ![]() Dopo aver appreso la notizia del suicidio di Tiziana Cantone, ho ascoltato e osservato per quarantotto ore le azioni e reazioni sul web a questo fatto. Non mi sono espressa subito in merito perché lo sconforto di queste tragedie conseguenti la complessità del vivere in una società 3.0 mi porta sempre a riflettere sul "come" aiutare le giovani donne, soprattutto, a difendersi da queste situazioni e a evitare di subirne le conseguenze. Chi mi conosce sa che mi occupo di sessualità e soprattutto delle dinamiche relative, tra le quali oggi largamente prendono spazio le dinamiche virtuali, di ogni genere. Perché oggi, più che mai, il sesso viaggia in rete e viaggia velocissimo, senza soste né confini, senza possibilità di fermarne i contenuti nel momento in cui prendono il largo, senza potere di gestione alcuno, anche quando una sentenza stabilisce che quei contenuti sono stati illegalmente diffusi e ne dispone la rimozione. Quindi succede che il gioco di un momento, fatto in maniera più o meno consapevole, diventi oggetto di una condanna alla persona senza via di scampo. E nessuna attenuante, perché la morale di una società che istiga e promuove il protagonismo ad ogni costo è inversamente proporzionale agli strumenti che mette a disposizione. Cosa significa? Siamo una società che non educa alla consapevolezza sessuale ma bombarda gli adolescenti con contenuti sessuali da ogni dove. Non siamo in grado di parlargliene, non esiste un progetto ministeriale sulla consapevolezza sessuale degli adolescenti ma ogni giorno diamo loro mezzi sempre più sofisticati e accattivanti per esserne protagonisti, non solo spettatori. Certo, quando permettiamo loro di iscriversi a un sito di chat erotiche o cam sessuali facciamo cliccare un "accetto le condizioni d'uso" e ci puliamo da ogni responsabilità, sapendo benissimo che quelle condizioni d'uso spesso sono scritte con formule incomprensibili appositamente per fuorviare gli utenti perché, se davvero sapessero a cosa possono andare incontro, nessuno ingrasserebbe il mercato che ci sta dietro. Stessa cosa succede con i social network più diffusi: Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat... tutti danno l'illusione di fornirti uno spazio TUO che puoi modificare a tuo piacimento, per entrare in relazione con gli altri. Di fatto, anche se abbiamo "accettato" diversi anni fa, solo oggi cominciamo davvero a renderci conto che ogni nostra azione sul web altro non è che una cessione di noi stessi al mercato che lo gestisce. Tiziana è morta. E' morta perché non era consapevole delle conseguenze che può avere farsi fare un video durante un momento sessuale. Che l'avesse divertita farlo nessuno lo mette in dubbio e personalmente non ci trovo niente di strano (l'ipocrisia la lascio a quelli che ancora pensano che una donna che si diverte sessualmente sia una poco di buono) ma sicuramente se avesse saputo prima dove questa leggerezza del momento l'avrebbe portata, avrebbe evitato. Ora non starò qui a discutere sul giusto o sbagliato, sono scelte personali. Ciò che mi preme è sensibilizzare riguardo alla consapevolezza. Perché il mercato non possiamo fermarlo, quello ogni giorno inventa un modo nuovo per istigarci a fare ciò che non capiamo, ma i nostri figli dobbiamo tutelarli. Rammentate l'uscita de LA BIBBIA 3.0 qualche mese fa? Anche in quell'occasione (brutta occasione) alla base dei fatti stavano l'inconsapevolezza delle ragazze e la malafede di chi non si fa scrupoli né a condividere contenuti amplificandone le conseguenze né a giudicare e demolire una ragazza pur di mostrarsi figo o migliore in senso morale. Perché c'è chi condivide per fare il gradasso, chi perché lo considera divertente, chi perché (giudicando poco seria una donna) si sente "migliore", si assicura una buona immagine agli occhi dei moralisti. Credo sia superfluo specificare che provo disprezzo per quanti in queste ore ho visto denigrare ulteriormente l'immagine di Tiziana, insultandola e asserendo che se la sia cercata, come fossero giudici di una corte suprema. Ho visto immagini modificate ad hoc per ridicolizzarla. Ho letto commenti sprezzanti, volgari all'ennesima potenza, agghiaccianti in senso antropologico. E, mio malgrado, per aver definito disgustosi i commenti di uno di questi "giudici" mi sono ritrovata questa immagine pubblicata su una pagina Facebook. Come ovvio che sia, esigo rispetto da questa persona e quindi seguiranno le procedure consone ma mi preme sottolineare quale sia la differenza tra Tiziana e me: solo una! Tutte e due avevamo una propria sessualità, ma lei purtroppo è morta. Morta perché inconsapevole dei danni che il sistema del web può portare. LABIBBIA 3.0: RIGUARDA NOI E I NOSTRI FIGLI. SIA CHE SIANO IN QUESTO ARCHIVIO, SIA CHE NON CI SIANO19/5/2016 ![]() Forse ne avete già sentito parlare in questi giorni o forse vi giunge del tutto nuovo ma se siete genitori (soprattutto di adolescenti) conviene che sappiate! Cos'è LABIBBIA 3.0? E' una raccolta di 10.380 file (video e foto) di adolescenti e giovani ragazze italiane in posa di seminudo, nudo, in atteggiamenti sessuali o riprese durante rapporti sessuali veri e propri. Non stiamo parlando di video e foto di una produzione pornografica ma di un gruppo di cracker (non hacker) che ha raccolto materiale finito negli archivi della rete, dal 1996 ad oggi, e materiale fornito da pubblico collaborante. Che significa? Che questi file sono immagini prelevate dagli archivi di alcuni siti di chat o di alcune app, oppure sono state volontariamente inviate ai cracker da parte di ragazzi che, avendo ricevuto queste immagini o video direttamente dalle ragazzine o dagli amici, le hanno girate ai creatori de La Bibbia. Quindi, accedendo al sito, si trovano le istruzioni per effettuare il download della raccolta e cosa succede quando lo si apre? Ci si trova davanti a 27 cartelle con denominazioni volgari e dispregiative: 26 di queste contengono foto e video di ragazzine, anche a volto chiaramente riconoscibile, ma anonime; una cartella invece, denominata "Bagasce con Nome e Cognome", contiene circa 300 sottocartelle denominate con il nome e il cognome della ragazzina che ci troverete all'interno, in scatti fotografici o video sessuali espliciti. Ora non intendo "perdere" tempo nel fare considerazioni di etica perché ormai è tardi ma personalmente ritengo che la prima fonte giornalistica che ha pubblicato la notizia dovesse attendere che il sito fosse oscurato e, di conseguenza, il download non fosse più possibile, per evitare ulteriore diffusione del materiale. Ma è tardi. Tutti i giornali ne stanno parlando e ancora la Polizia Postale non ha ottenuto l'oscuramento del sito perché burocraticamente la questione è molto complessa, essendo sì un fenomeno tutto italiano, ma sito registrato in Montenegro che utilizza server di altre nazioni, dove vige altra giurisdizione. Quindi bisognerà attendere e, grazie all'uscita sensazionalista della notizia, i download in questi giorni sono alle stelle. Tra chi ha scaricato questi file ci sono anche io, naturalmente, perché volevo capire di cosa trattasse e ve lo spiego in un modo molto semplice: ho aperto un video a caso in cui una ragazzina viene ripresa durante un rapporto orale da colui che lo riceve. Ho copiato il suo nome e incollato sul motore di ricerca di Facebook e... eccola lì! Sorridente in una foto con le amiche all'uscita della scuola. Ha compiuto 15 anni l'ottobre scorso. Le ho scritto chiedendole se sapesse cos'è La Bibbia 3.0 e lei mi ha risposto: l'ha saputo perché la sua amica, attraverso il fratello, aveva visto il video e le foto in questione. Le chiedo dove avessero potuto prendere quel materiale e lei ha risposto che pensa che sia stato il suo ex a inviare quel materiale perché sono tutte e solo foto che lei ha inviato a lui. Ha paura. Non sa se dirlo ai propri genitori perché teme la vergogna e che loro si arrabbino. Non sporgerà denuncia, naturalmente. Da 4 giorni, dice, non dorme al pensiero che qualcuno possa riconoscerla, perché qualche amico secondo lei già lo sa. Sembra quasi rassegnata a subire ciò che succederà. Tenterà la vendetta ecco, perché anche lei ha foto di lui nudo... Insomma. Nessuna consapevolezza. Che è il problema di base, no? Non credo ci sia bisogno di spiegare quali conseguenze possa avere tutto ciò sul piano sociale per queste ragazzine e su quello personale: la paura del giudizio e il timore che i genitori lo scoprano quali comportamenti potrebbero stimolare in questa ragazzina? E in tutte le altre migliaia presenti in questi file? Quando ho appreso questa notizia ho iniziato a riflettere e mi sono chiesta quale comportamento dovrebbe avere un genitore nel caso in cui la propria figlia fosse presente in questi archivi e questa mattina mi sono consultata con il Dottor Daniele Bonanno Psicologo Sessuologo presso AISPS Roma. La prima cosa che il Dott Bonanno consiglia è contestualizzare l'evento con le dinamiche attuali: non partiamo dal pregiudizio che queste siano dinamiche "malate". Lo scambio di fotografie un po' spinte per i ragazzini di oggi è la normalità, è il loro modo di sperimentare. Così come noi giocavamo al dottore! Possiamo ritenerlo sbagliato e in effetti stiamo vedendo in questa occasione che è pericoloso su diversi fronti ma la realtà è che i comportamenti adolescenziali diffusi sono questi. Prendiamone atto, non ragioniamo come fossero dei malati. I mezzi per farlo glieli abbiamo dati noi come società, quindi non possiamo non essere consapevoli che il permesso di farlo glielo abbiamo dato nel momento in cui gli abbiamo concesso di usare Internet. Chiaro che ora non possiamo colpevolizzarli se il sistema di emancipazione che credevamo essere Internet ha portato, invece, ad una involuzione affettiva: prima la sessualità la si sperimentava con fisicità ed emotività, adesso lo si fa con la virtualità prima che con la fisicità. Perché è più facile, è più immediato, è più accattivante, se non lo fai sei "handicappato", sei uno che dorme! La contestualizzazione serve a capire che non dobbiamo affrontare il discorso con loro colpevolizzandoli perché creeremmo un'ulteriore destabilizzazione rispetto alla situazione di crisi in cui si trovano, messi di fronte al fatto che il genitore sa. Sì, bisogna dirglielo! Spiegargli che questa foto è lì, che non la stiamo giudicando perché sappiamo che lo fanno tutti ma che proprio per questo noi diciamo sempre di fare molta attenzione a Internet e all'invio di materiali. Fondamentale è darle la sensazione di accoglienza e non di giudizio. So che non è facile trattenere il "te l'avevo detto" ma questa volta serratelo tra i denti, ha davvero bisogno che voi la tuteliate ora, non che la facciate sentire in colpa. Con questo non sto dicendo che dovete giustificarla ma magari è proprio il momento buono per aiutarla a prendere consapevolezza che una foto mandata anche attraverso Snapchat e che si autodistrugge sul telefono di chi la riceve, rimane invece negli archivi di rete e può succedere che qualcuno le utilizzi in questo modo... è successo! Ditele di non parlarne con amici o amiche, non per ora, e rassicuratela sul fatto che nel momento in cui qualcuno dovesse riconoscerla e quindi prenderla in giro, offenderla o altro voi ci sarete. Sarete accanto a lei anche se ha disubbidito, se ha omesso le vostre raccomandazioni: l'importante adesso è tutelarla! Quindi affrontate un confronto costruttivo, fate il possibile per farle capire che tutto ciò che va in rete rimane in rete per sempre, anche se si pensa di inviare un messaggio privato. Ditele che volete fidarvi di lei e capire che ha compreso che telefoni e pc vanno usati con consapevolezza. Ulteriore consiglio: evitate di vietarle l'uso del telefono o di pressarla quando la vedete armeggiare... non serve a nulla e leggerebbe questo vostro comportamento come l'esatto contrario di ciò che le avete appena detto e cioè che vi fidate di lei. Serve a responsabilizzarla, non dimenticatelo. E se vostra figlia non c'è? Meglio naturalmente ma non omettete di parlarle comunque di questo fatto perché se ancora non lo ha fatto o non è finita in quella raccolta, non è detto che non potrebbe succedere. E fino a ora mi sono riferita solo alle adolescenti, perché in questa vile azione di cracker sono state loro il bersaglio. Questo però non significa che anche i maschi non siano soggetti al pericolo. In questo caso la natura dell'attacco è visibilmente sessista e ancora una volta di stampo offensivo verso il genere femminile ma la pornografia e la pedo-pornografia di questo tipo non fa distinzione di sesso, sappiatelo. Concludo con una riflessione, un po' triste direi, ma necessaria. Non possiamo colpevolizzare i nostri figli per questi comportamenti semplicemente perché come società non abbiamo dato loro una educazione sessuale efficace che li facesse crescere sperimentando consapevolmente. Sicuramente molti di noi lo fanno nella realtà famigliare ma sono ancora poche le famiglie in cui il sesso è argomento affrontato con il giusto approccio. E abbiamo dato loro in mano strumenti che li hanno esposti al pericolo senza essere, noi per primi, consapevoli di dove tutto ciò potesse portarli. Siamo tutti consapevoli poi della realtà sessuale in cui si trova la nostra generazione di adolescenti? Sappiamo che a scuola ci sono "le ragazze del bagno" che sono quelle che basta chiedere e ti fanno una prestazione orale? Sappiamo che quando mangiano la pizza a casa di un amico fanno "il gioco della pietra" in cui i ragazzi stanno seduti al tavolo, un ragazzina sotto il tavolo si inginocchia davanti a uno a caso che non deve far capire agli altri di essere stato il prescelto, altrimenti paga pegno? Sappiamo che in discoteca due ragazzine si siedono sul wc e hanno davanti la fila di ragazzi per gareggiare a "chi ne fa godere di più"? Sappiamo che il pomeriggio quando sono a casa dell'amica a fare i compiti nella stanza da letto accendono la cam e si spogliano per giocare con la propria sessualità nascente per ottenere pochi euro da chi le guarda? E' una situazione pericolosa sotto ogni punto di vista quella in cui noi, inconsapevoli di queste dinamiche, li abbiamo lasciati finire. Proviamo a rimediare, non pensiamo "tanto mia figlia quelle cose non le fa" o "no ma mio figlio è ancora piccolo per quelle cose". Sono piccoli, è vero. Sono immaturi, è vero. Ma queste cose per loro sono diventate la normalità, una normalità che non sono in grado di gestire. E finché non ci sarà consapevolezza sociale sul fatto che DEVE ESSERCI un'educazione sessuale efficace, non saremo in grado di gestirla nemmeno noi! LA BIBBIA 3.0, purtroppo, ce lo ha dimostrato! Rammento che chi scarica questo materiale può essere condannato per detenzione di materiale pedo-pornografico, essendo presenti immagini e video relativi a minorenni. Vi invito a non effettuare il download al fine di soddisfare la curiosità. ![]() Non sono un'appassionata di reality, anzi, diciamo che l'ultimo che ho visto è stata la prima edizione del Grande Fratello perché stazionavo sul divano 24 ore al giorno con un ginocchio rotto. E mi sono sempre posta dubbi sul termine "reality" perché di reale in questi programmi ci vedo ben poco. Quindi non ho guardato L'isola dei famosi mai e nemmeno questa volta. L'ho "vissuta" attraverso i video e i post pubblicati da Matteo Azzali grande amico di Giacobbe Fragomeni che con lui condivide questa che ho scoperto essere una grande arte e passione: la boxe. Di Matteo, Giacobbe e tutti i loro colleghi-amici ho avuto un'ottima sensazione fin da quando li ho conosciuti, per l'azione e la partecipazione che hanno dimostrato nell'ambito di diversi eventi a favore della solidarietà e beneficenza, in cui sono impeccabili. E Matteo sa quanta stima ho nei loro confronti. Stima che, a riflettori spenti, voglio pubblicamente manifestare a Giacobbe perché la sua essenza e la sua tenacia hanno dimostrato che essere sé stessi e battersi lealmente paga più dell'essere famosi, avere sponsor e cercare di ottenere un risultato mediante sotterfugi. Sì! Lui con la sua forza, con quella del sostegno fortissimo della moglie, degli amici, dei simpatizzanti e di chi lo ha conosciuto seguendo la trasmissione ha sconfitto la celebrità effimera, quella fatta di protesi per abbellirsi, sceneggiate per attirarsi il pubblico e giochi di sponsorizzazioni. Non che Giacobbe sia una persona completamente sconosciuta, anzi, il titolo di Campione del mondo professionisti WBC nel 2008 gli rende più onore sicuramente di chi di mestiere fa la showgirl o similari, ma sappiamo benissimo come funziona l'essere famosi e che in Italia è più famoso un calciatore anche mediocre che un campione mondiale in altri sport (ahimè). Ma tirando le somme sulla vincita di Giacobbe sorrido soddisfatta perché lui ha dimostrato che l'isola c'è! Quella che sulla quale sono l'impegno e la consapevolezza a renderti vincente; sono gli affetti e il riflesso di ciò che sei a renderti il migliore; sono il sostegno di chi ti conosce e ti ama a fare più di quanto possono fare sponsor e macchinazioni! Giacobbe ha vinto. Ha vinto totalmente. Una vittoria fatta di passione, affetto, verità d'animo e forza guadagnata in un percorso di vita mai facile, senza sconti. Non avrà mai il dubbio sul motivo della sua vittoria: ha vinto l'essenza sull'apparenza! Questo sì lo possiamo chiamare REALITY! Tutta la mia stima! ![]() Io ero una di quelli che pensava che i gay non dovessero avere figli perché, se la natura non glieli ha dati, significa che non devono averli. Poi ho pensato anche che in natura l'uomo e la donna non nascono monogami. Lo sono diventati per evoluzione delle dinamiche sociali. E ho pensato anche che, se il criterio di valutazione è la "naturalità", una coppia donna-uomo che non riesce ad avere figli naturalmente non dovrebbe avere la possibilità di averli in altro modo. Non possiamo fare secondo natura solo quando ci viene comodo! Le dinamiche sociali cambiano, ad ogni periodo storico, e un Governo ha il dovere di rispondere alle necessità dei cittadini del proprio Paese. Continuare a negare l'essenza e l'esigenza di una realtà solo perché non risponde all'ideale conservatore, è una soluzione fittizia, indice di incapacità ad affrontare le evoluzioni. Consiglierei a quelli del #familyday di riunirsi nuovamente per riflettere piuttosto sulla decadenza del modello classico di famiglia che, vogliano ammetterlo o no, vive di apparenza ed è alquanto deficitario nella consistenza reale dei rapporti. Dimostrateci che il vostro modello papà-mamma-bambini funziona, perché allo stato attuale delle cose l'Istat dice che nel 2014 si sono celebrati 142.754 primi matrimoni e separazioni-divorzi 141.638. Il 52,8% delle separazioni è avvenuta in famiglie con figli minori. Questi sono i numeri relativi al modello di famiglia classico che tanto vantate, voi che sembrate essere quelli che hanno la verità in tasca in fatto di modelli educativi per una crescita positiva dei bambini. I bambini hanno bisogno di adulti consapevoli, di figure di riferimento capaci di insegnare loro il rispetto per sé stessi e per l'altro. Vi siete chiesti quanti figli dei "due milioni" del familyday possono avere un orientamento sessuale diverso da quello che mamma e papà modello classico ritengono "giusto"? Vi siete chiesti quanti adolescenti, già in pieno confronto con la propria sessualità, si siano sentiti sbagliati quel giorno e ogni giorno che vivranno nella famiglia "modello" che non accetta l'omosessualità? Voi che "volete difendere i vostri figli" siete consapevoli che se vostro figlio ha un orientamento sessuale diverso da quello che vi piace, lo state facendo sentire inadeguato, errante, diverso e colpevole di non rispondere ai vostri requisiti? E di quanto malessere induca, nei ragazzini in evoluzione, questa vostra mancanza di rispetto per la loro natura? Perché l'omosessualità (lo ribadisco nonostante le vostre orecchie non vogliano udire) è una condizione NATURALE e non patologica: l'OMS la definisce una variante naturale del comportamento umano e non potete sostituire "variante" con "perversione" perché non lo è! Riflettete se volete davvero "difendere i vostri figli"! Salvateli dall'ipocrisia e dal vostro perpetuo negare la realtà. Vi invito a leggere questo articolo che trovo davvero oggettivo e riporta dati interessanti ![]() Mi sono casualmente imbattuta in questo film diretto da Lucia Puenzo e presentato al Festival di Taormina del 2007, vincitore della Settimana della Critica a Cannes. Molto interessante trovarsi a riflettere su uno di quegli argomenti che raramente vengono affrontati perché riguarda una ristrettissima fascia di persone: gli intersessuali (chi non avesse nozioni minime, può leggere qui). Nonostante all'epoca della pubblicazione siano nate alcune contestazioni da parte del Comitato Scientifico MULTITASK (Unione Italiana Sindrome Klinefelter), il film è indubbiamente buono: una regia apparentemente arida, minimalista, dialoghi asciutti, lunghi silenzi necessari a focalizzare l'intensità emotiva di immagini tendenzialmente esplicite sulla situazione ma senza eccessiva invadenza. La trama si svolge in Uruguay ed è ben articolata, soddisfacente nel considerare gli aspetti della problematica, soprattutto perché relativa al periodo adolescenziale in cui Alex, personaggio principale interpretato magistralmente da Inés Efron, si trova a dover decidere se salvare di sé la parte femminile (predominante nell'aspetto fisico e nella voce) o quella maschile (predominante nell'istinto sessuale). E' sostanzialmente una riflessione profonda sulla ricerca di identità di genere e sull'orientamento sessuale. Trama molto coerente per le dinamiche famigliari: genitori che (molto preoccupati al punto di essersi trasferiti da Buenos Aires alle coste dell'Uruguay nel tentativo di preservare Alex e sé stessi dai problemi indotti dal confronto con la società) dapprima sembrano voler condizionare la scelta di Alex in base all'apparenza fisica ma sviluppano in profondità la ricerca della comprensione della reale natura della figlia, affrontando la situazione con enorme consapevolezza. La chiave vincente del personaggio di Alex è la perfetta espressione di entrambe le componenti di genere che porta a focalizzare come una persona possa avere caratteristiche femminili e maschili diverse dalla maggioranza e trovare un equilibrio con sé stessa nel momento in cui la "resa pubblica" della propria conformazione fisica la rende libera di decidere. La componente "sociale" della questione è condizionante e determinante, come in qualsiasi situazione considerata "diversa" dalla normalità. Preziosa, al fine di allargare la riflessione, la relazione che si instaura gradualmente tra Alex e Alvaro, adolescente attratto della parte femminile di Alex come vettore di innamoramento ma attratto dal suo ruolo maschile nella sessualità, che va quindi ad appagare il lato omosessuale di Alvaro, anch'esso ancora alla ricerca del proprio orientamento sessuale. Anche grazie al personaggio di Alvaro consiglio sicuramente la visione di questo film perché permette di riflettere anche a chi non ha diretta esperienza sulla questione ma vuole comprendere meglio le dinamiche emotive legate alla ricerca dell'identità sessuale: Alvaro (il cui padre teme l'omosessualità) sembra trovare in Alex il soddisfacimento ideale alla propria identità bisessuale. Insomma, lo trovo un ottimo strumento di riflessione. Un consiglio? Predisponetevi a guardarlo con meno pregiudizi possibili e, se ce la fate, guardate anche questo, altro ottimo film per ragionare su dinamiche considerate "anormali" ma che maturate con intelligenza e consapevolezza, possono essere molto più appaganti della normalità per convenzione. ![]() Oggi è una delle due giornate mondiali (l'altra è il 31 Luglio) in cui si inneggia, festeggia, promuove l'orgasmo, questo fenomeno così ambito e innegabilmente piacevole che vede ancora statistiche spaventose: pare che solo una donna su dieci non finga, che una donna su cinque non l'abbia mai raggiunto e che oltre il 70% delle donne abbia finto l'orgasmo almeno una volta nella vita! Insomma... una tragedia, statisticamente parlando! Quando leggo questi risultati mi ridimensiono... io che di solito mi stupisco che le donne non sappiano cosa sia lo squirting, quando leggo che una donna su cinque non ha mai avuto un orgasmo in generale penso a quanto benessere in più potrebbe circolare su questo mondo! E' una battuta? Forse sì ma non voleva esserlo, lo credo proprio! Il momento del climax, lo sappiamo benissimo, è un concentrato di ben essere fisico e mentale che è difficile paragonare ad altro ma nonostante le migliaia di guide pubblicate, video tutorial e corsi dedicati, rimane un momento non facile! I condizionamenti sono i più disparati dal non conoscere il proprio corpo per limitazioni nell'autoerotismo al fatto di fare sesso con il proprio partner convenzionale, con il quale però non c'è affinità sessuale. In realtà pare che la ricorrenza di oggi sia di origine inglese, un po' più approssimativa e molto più attuale di quella originaria: il Global Orgasm Day, nato in Brasile nel 2005 per promuovere la pace... Si chiede cioè alle persone che nella giornata del 21 dicembre abbiano almeno un orgasmo pensando a ideali pacifisti! Naturalmente l'appeal dell'argomento orgasmo ha sovrastato il significato pacifista ma fondamentalmente si spera che nel momento dell'orgasmo, almeno, gli istinti bellici vengano dimenticati.... no?! Ma il motivo originario sulla scelta delle date, ahimé, non l'ho trovato. E guardando il sito ufficialehttp://www.globalorgasm.org/Global_Orgasm/Welcome.html parrebbe essersi fermata al 2013 ed essere stata un'esperienza molto mistica... Diciamo che come ogni cosa ormai, è diventata "famosa" in versione pagana! Vabbé... alleggeriamo il tutto e GODIAMOCI questa giornata!! ![]() Quando nel 2010 scrissi il primo articolo sullo SQUIRTING fu meraviglia per me, nel senso che avevo da poco conosciuto la sua esistenza e capito come funzionava a livello pratico e ne scrissi un post nemmeno tanto articolato: fu letto da 1100 persone nell'arco di ventiquattro ore, numeri che allora (avevo appena iniziato a scrivere pubblicamente) per me erano stratosferici. Questo mi diede da subito l'idea che fosse un argomento che "tirava". A quel tempo c'era chi non conosceva proprio l'argomento e c'era chi, conoscendolo, dubitava sul fatto che esistesse. Per molto tempo lo squirting è stato etichettato come puro fenomeno di finzione da film hard e qualcuno ancora pensa che lo sia ma, per la mia felicità, oggi sembrano un po' essersi attenuate le discussioni "contro" e si avverte invece il desiderio di conoscerlo, al di là delle varie battaglie sulle dinamiche fisiologiche che lo determinano: in sostanza, alla gente, non interessa più tanto capire da dove viene o di cosa sia composta l'eiaculazione femminile... interessa provarla! Questo, come si diceva a LA PECORA NEL BOSCO con ENRICO SILVESTRIN e STEFANO MOLINARI nella trasmissione di lunedì 19 ottobre , è dimostrato dal fatto che il termine SQUIRTING negli ultimi mesi è il più ricercato dalle donne sul sito PornHub. In sostanza, lasciamo che la comunità scientifica (dopo anni di disinteresse, di censura e di scaramucce tra diverse correnti di pensiero) continui a studiare, noi ci mettiamo avanti con la pratica: ci informiamo, cerchiamo di capire e soprattutto proviamo a godercelo! Come già detto in altri post come questo, questo o quest'altro ancora, il motivo per cui ricorro spesso nello scrivere e parlare di squirting è che trovo assurdo che un aspetto del piacere così intenso sia stato vittima di censura tale che ancora moltissime donne non sanno nemmeno che esiste. E allora, adesso che l'argomento un po' è stato sdoganato e l'interesse è evidente, ho deciso che è il momento giusto di partire con un progetto iniziato un paio di anni fa che aspettava solo il momento per essere messo in pratica: l'APE-SQUIRTING! Di cosa sto parlando? Molto semplice: un ciclo di incontri in modalità aperitivo durante i quali parlare del fenomeno squirting, con consapevolezza. Niente di volgare, niente di eccessivo... solo un modo per incontrarsi, dibattere, informarsi su come provare a raggiungerlo. Ne parleremo in allegria, con ironia ma soprattutto con cognizione di fatto: non ci interessa tanto sapere le composizioni chimiche dello squirt ma ci interessa godercelo! Vi piace l'idea? A me molto... quindi a breve le date degli incontri che toccheranno diverse città d'Italia. STAY TUNED! ...and let's have a good time us! PS. Con Stefano e Enrico ne avevamo già parlato anche in altro momento molto divertente! ![]() Che la verve di STEFANO MOLINARI e ENRICO SILVESTRIN mi piaccia non è un segreto ma potrei metaforizzare dicendo che questa settimana in un intervento con loro a LA PECORA NEL BOSCO ho raggiunto il climax! Sì perché nella trasmissione di martedì siamo partiti parlando "semplicemente" di dinamiche interpersonali ma siamo finiti su uno degli argomenti di cui in assoluto preferisco parlare perché ancora troppo nascosto, sconosciuto e messo in discussione: lo SQUIRTING! E uso questa metafora del climax perché per la prima volta in un intervento pubblico vengo "istigata" a continuare ed approfondire anziché essere invitata a "moderarmi". Per la prima volta, lo giuro, non ho avvertito la tensione del "oddio, questo in radio non si può dire, vacci piano che non siamo in fascia protetta". Meraviglioso. Ho goduto della totale assenza di ipocrisia e della spinta a conoscere, diffondere, informare. Bello, bello, bello! Che il nostro "rapporto" di martedì sia stato appagante lo dimostra il numero di messaggi e mail arrivatimi fin dall'attimo in cui è finito il programma da persone incuriosite dal tema, interessate ad un approfondimento e entusiaste della modalità in cui l'argomento è stato affrontato. E chi ascoltava non può non aver compreso che di sessualità anche particolareggiata si può parlare a qualsiasi ora senza bisogno di censura... basta farlo senza malizia, con un pizzico di ironia e con parole molto semplici. Per coloro che non avessero assistito alla trasmissione in diretta, IN QUESTO VIDEO trovate la registrazione della puntata a cui mi riferisco in cui abbiamo anche dato qualche consiglio che potrebbe essere utile... Quindi non posso che ringraziare ENRICO e STEFANO per il sempre brillante coinvolgimento e l'ottima conduzione, VALERIA ERCOLI e MASSIMILIANO MASCIOLI per la gestione del "dietro le quinte". Grazie ragazzi! Sempre un piacere!! LA PECORA NEL BOSCO http://www.radioradio.it/ DALLE 13 ALLE 14 DAL LUNEDì AL VENERDì FM 104.5 SKY 518 ![]() Chi mi conosce sa che non elargisco complimenti a destra e manca per compiacere perché non fa parte di me. Sono critica, molto critica, soprattutto quando si tratta di argomenti che riguardano il mio lavoro. Ecco. Qualche giorno fa mi è arrivata una mail in mattinata che mi chiedeva di intervenire ad una trasmissione radiofonica per parlare di gelosia, partendo da questo mio articolo. Come ogni volta in cui ricevo proposte per interviste o cose del genere, ero già scocciata... Perché? Perché è una noia mortale sentirsi rivolgere sempre le solite domande banali e chiudere avendo l'impressione che chi ti intervista abbia la testa dai neuroni standardizzati. Il più delle volte rifiuto (soprattutto se si tratta di riviste di gossip e similari) per evitare di buttare tempo a rifocillare le teste di quelli che pensano che scrivere di erotismo sia una sorta di bisogno di mettere in mostra la perversione. Ve lo dico quale è la domanda più ricorrente (e più stupida) in assoluto? "Ma ciò che scrivi è autobiografico?" La mia risposta ormai è più standard delle loro domande: "Certo che lo è perché quello che penso viene dalla mia testa, quindi potrebbe non esserlo? Io quelle cose le vivo... poi che le viva fisicamente o solo mentalmente sono affari miei!". Ma venerdì ho avuto input neuronale di accettare: non conoscevo la trasmissione ma la mail di contatto inviatami dalla redazione mi ha dato buona sensazione, così ho accettato... e ne sono stata davvero felice!! Il motivo lo capirete da voi guardando il video della trasmissione ma vi anticipo che una volta tanto ho trovato persone pronte ad interagire senza false ipocrisie e senza pregiudizi... tale per cui meritano di essere ascoltati e seguiti!!! Grazie a Stefano Molinari, Enrico Silvestrin e Valeria Ercoli. Buon lavoro ragazzi! RadioRadio FM 104.5 / SKY 518 LA PECORA NEL BOSCO Conducono: Enrico Silvestrin e Stefano Molinari Dalle 13:00 alle 14:00 dal Lunedì al Venerdì ![]() Non sono impazzita, tranquilli... è proprio così! Oggi è una delle due giornate mondiali (l'altra è il 21 Dicembre) in cui si inneggia, festeggia, promuove l'orgasmo, questo fenomeno così ambito e innegabilmente piacevole che vede ancora statistiche spaventose: pare che solo una donna su dieci non finga, che una donna su cinque non l'abbia mai raggiunto e che oltre il 70% delle donne abbia finto l'orgasmo almeno una volta nella vita! Insomma... una tragedia, statisticamente parlando! Quando leggo questi risultati mi ridimensiono... io che di solito mi stupisco che le donne non sappiano cosa sia lo squirting, quando leggo che una donna su cinque non ha mai avuto un orgasmo in generale penso a quanto benessere in più potrebbe circolare su questo mondo! E' una battuta? Forse sì ma non voleva esserlo, lo credo proprio! Il momento del climax, lo sappiamo benissimo, è un concentrato di ben essere fisico e mentale che è difficile paragonare ad altro ma nonostante le migliaia di guide pubblicate, video tutorial e corsi dedicati, rimane un momento non facile! I condizionamenti sono i più disparati dal non conoscere il proprio corpo per limitazioni nell'autoerotismo al fatto di fare sesso con il proprio partner convenzionale, con il quale però non c'è affinità sessuale. In realtà pare che la ricorrenza di oggi sia di origine inglese, un po' più approssimativa e molto più attuale di quella originaria: il Global Orgasm Day, nato in Brasile nel 2005 per promuovere la pace... Si chiede cioè alle persone che nella giornata del 21 dicembre abbiano almeno un orgasmo pensando a ideali pacifisti! Naturalmente l'appeal dell'argomento orgasmo ha sovrastato il significato pacifista ma fondamentalmente si spera che nel momento dell'orgasmo, almeno, gli istinti bellici vengano dimenticati.... no?! Ma il motivo originario sulla scelta delle date, ahimé, non l'ho trovato. E guardando il sito ufficialehttp://www.globalorgasm.org/Global_Orgasm/Welcome.html parrebbe essersi fermata al 2013 ed essere stata un'esperienza molto mistica... Diciamo che come ogni cosa ormai, è diventata "famosa" in versione pagana! Vabbé... alleggeriamo il tutto e GODIAMOCI questa giornata!! NOVITA' NEL MONDO DEI SEX TOYS: ARRIVA LO SMART, CON TANTO DI APP, CHE TI MIGLIORA LA PERFORMANCE!24/7/2015 ![]() Di crowdfunding ne ho visti di ogni genere e con obiettivi diversamente curiosi ma questo che nasce a Sna Francisco, direi che li supera tutti! Forza ragazzi... quanto siete disposti ad investire per avere a vostra disposizione LOVELY? Se avete cliccato sul link e sapete l'inglese, avete già capito di cosa si tratta: un anello di silicone vibrante da indossare intorno al pene. E cosa fa? Migliora l'erezione? Sì ma fosse solo questo... ne abbiamo già a migliaia in commercio! LOVELY ha dei sensori i quali inviano i dati della vostra performance ad una app scaricabile sullo smartphone e questi dati permettono di monitorare le prestazioni sessuali, in base alle quali la app manda consigli su come migliorare l'attività sessuale, rileva quante calorie si sono bruciate, la velocità massima raggiunta (?) e il numero dei movimenti, in quale posizione si sono ottenuti i migliori risultati (chissà in base a quali canoni), mantiene in memoria il rapporto più lungo (come nei videogiochi, no?) e altro ancora! Vi stimola? Credo abbia un'unica pecca a livello promozionale: se, come Runtastic e app del genere, LOVELY condividesse i dati sui social network......... sarebbe uno spasso!! Tra le funzioni, anche un sistema di messaggistica con cui si possono inviare i dati al partner o anche chimarlo in caso di... ehm... necessità? Attenzione però se eventualmente dovessero produrlo e doveste quindi accaparrarvene uno: non ho ben capito come funziona il discorso dei messaggi... recapitare i dati della prestazione al vostro capoufficio o alla mamma sarebbe piuttosto imbarazzante!! Stay tuned! ![]() Fervono i preparativi a MARTINSICURO perché tra una settimana parte il week end marittimo all'insegna dell'eros. Proprio così! Sull'onda disegnata da Rosalba Scaglioni, ideatrice e organizzatrice di UN PO DIVERSO, UN PO DI EROS Festival della letteratura erotica di Zibello (PR) alla sua quinta edizione proprio quest'anno, Antonella Aigle ha pensato a una versione estiva in località di mare. Così il 31 Luglio prende il via la prima edizione del Festival della letteratura erotica di Martinsicuro. Come potete vedere dal programma nell'immagine sopra, ad aprire le danze sarà Franco Trentalance e si susseguiranno diversi appuntamenti interessanti. Quando Antonella mi ha chiesto di partecipare per condurre la seconda serata, non ho potuto esimermi perché, come succede ogni anno al Festival di Zibello, sono sicura che i dibattiti e gli interventi saranno di ottima qualità e il clima pure (non quello relativo alle temperature chiaramente!)... come mancare? Avremo belle argomentazioni, oltre alla presentazione di libri eromanzi di genere e a esibizioni di tango. Insomma... farà caldo... molto caldo! E non dipenderà solo dall'estate! Ringrazio quindi Antonella Aigle per l'invito e... vi aspetto a Martinsicuro per un week end tutto eros! ![]() Che l'eccitazione sessuale trovi un input molto forte nel GUARDARE è ovvio ormai, fuori discussione! Quel che forse sta cambiando è che fino a qualche anno fa era una prerogativa quasi strettamente maschile o, meglio, le donne avevano un po' più riserve sui giochi di esibizionismo. Oggi anche le donne, vuoi che stiano provando ad uscire dalla gabbia di sensi di colpa e obblighi morali che per decenni le ha limitate (come scrivevo in questo post sul tradimento) vuoi che stiano cercando il modo per sentirsi più attraenti, sono diventate più "elastiche" sulle dinamiche di seduzione. La storia pubblicata su STARBENE Mondadori n°31 (in edicola oggi) parla proprio di questo: esibizionismo, autoerotismo, seduzione che, come commenta il Dott.Marco Rossi psichiatra e sessuologo, sono componenti positive sia nel rapporto verso l'altro che verso sé! La conoscenza del proprio corpo attraverso l'autoerotismo, l'accrescimento dell'autostima nel sentirsi apprezzate, la "forza seduttiva" e la sicurezza che ne deriva... insomma... l'eccesso di esibizionismo può diventare volgare ma un gioco seduttivo che non ha timore di mostrarsi è sicuramente intrigante e stimolante! E non solo il mostrarsi, attizza le donne, ma anche il guardare... uno sconosciuto di indubbia prestanza fisica è da sempre un must nell'immaginario erotico femminile e la "vista" inizia a giocare un ruolo piuttosto importante anche per le donne (come si diceva in questo post sul porno al femminile). Quindi, provate a lasciare un po' andare quella sensazione di "non si fa" che vi hanno buttato addosso per tanti anni... e il divertimento (sano) è assicurato! Ringrazio il Dott. Marco Rossi per la collaborazione. I LOVE BDSM! DA LEGGERE SIA CHE SIATE INTERESSATI SIA CHE NON VOGLIATE FARE LA FIGURA DELLE CAPRE12/7/2015 ![]() Che non sia facile comprendere le dinamiche del BDSM, per chi è completamente a digiuno, è normale considerando l'educazione sessuale che il sistema Italia garantisce (nulla quando va bene, distorta quando va peggio). E se non è facile comprendere, non lo è descrivere e men che meno scrivere in modalità esaustiva senza produrre un mattone, essendo l'argomento così vasto e bisognoso che si forniscano indicazioni precise e corrette . Ci è riuscito molto bene AYZAD con il suo I LOVE BDSM (Ed.80144edizioni)! E' un volumetto di circa duecento pagine, scritto in modo fluente e piacevole da leggere nonostante le tante (indispensabili) nozioni: è un manuale che introduce il BDSM e i suoi contenuti di base in maniera semplice e fruibile da chiunque (maggiorenni!) sia interessato a capire cosa sia REALMENTE il BDSM e quale sia l'approccio mentale corretto per non rimanere delusi ma soprattutto per non arrecare/subire danni che, come ribadisce molte volte lo scrittore stesso, possono essere davvero importanti e, laddove si verifichino, sono dovuti ESCLUSIVAMENTE ad errori commessi se non si è preparati a dovere! Del resto non dovrebbere essere difficile da comprendere: anche per andare in bicicletta e non cadere bisogna prima imparare, no?! Se si sale sulla bicicletta senza sapere come si fa e senza tutelarsi adeguatamente i rischi sono i più svariati, dalla banale sbucciatura di ginocchia alla morte per trauma cranico, giusto? Il pregio di Ayzad, nel redarre questo volume, è sicuramente quello di rendere chiaro che il BDSM NON E' QUELLO CHE AVETE VISTO IN CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO e non è quello che avete sentito dire dal chiacchiericcio sociale degli ultimi vent'anni! Se si nomina il BDSM in un contesto di quotidianità, minimo minimo le espressioni degli interlocutori diventano imbarazzate, schifate, sfottenti ma, credetemi, chi reagisce in questo modo NON conosce il BDSM ma giudica esclusivamente in base ai pregiudizi assunti per sentirsi parte del mondo "sano di mente". Bravo l'autore a fare invece una chiara e semplice panoramica della consistenza del BDSM, delle sue pratiche e delle relative dinamiche mentali e relazionali. Ottimo lo stimolo al dialogo e al confronto fra i partner, che ribadisce più volte, e l'invito costante al rispetto, qualsiasi sia il ruolo che "si sceglie" (non è una scelta razionale, chiaramente... è una presa di consapevolezza della propria personalità). Scoprirete, leggendolo, che già parecchi aspetti del BDSM fanno probabilmente parte della vostra sessualità e magari capirete che siete "adatti" ad approfondire o forse scoprirete che non fa per voi e non c'è nulla di che! Ci tengo a sottolineare un aspetto che Ayzad usa all'infinito: il reciproco rispetto e l'osservanza di regole di comportamento stabilite insieme (ma niente contratti come la James ha voluto tra Grey e Anastasia) sono la base fondamentale per vivere il BDSM (che diventi uno stile di vita o sia semplicemente un gioco occasionale). Altrettanto basilare è comprendere che, se già in un rapporto sessuale "normale" è necessario "agire in sicurezza", nel BDSM non ci si può affidare al primo arrivato! E Ayzad in questo volume vi spiega come diventare più avezzi alle modalità di conoscenza e valutazione del possibile partner BDSM. Personalmente per capire qualcosa del BDSM e andare al di là della conoscenza improvvisata mi sono rivolta qualche anno fa a Stefano Laforgia, che ha collaborato con Ayzad in questo stesso volume. Quindi sono certa che, conoscendo personalmente Stefano e la sua attenzione per la necessità di essere competenti in questo ambito, non avrebbe avvallato il progetto se lo avesse ritenuto non corretto in toto. Non che io avessi dubbi su Ayzad che, basta informarsi sul web, ha sicuramente una cultura vasta e testata sul campo... del resto, diversamente, non avrebbe potuto scrivere un testo di questo genere, per nulla banale e frutto di una conoscenza di tipo esperienziale (che personalmente prediligo sempre) oltre che teorica. Consiglio la lettura a chiunque, anche a chi non è per nulla interessato al BDSM... leggere questo volume sarebbe un impegno molto limitato e piacevole che vi eviterebbe di far parte di quel branco di capre (Sgarbi docet) che invece di parlare con consapevolezza per ciò che sa, ripete pappagallando luoghi comuni dettati dall'ignoranza e dall'ipocrisia che ne consegue. Anche solo sui termini ad esempio... a volte chi giudica senza conoscere si rende ridicolo da sé usando vocaboli BDSM ma senza sapere nemmeno a cosa si riferiscono! Vi allego un paio di brevissimi stralci tra i punti che ho trovato molto interessanti e significativi... e sono tanti! ![]() Non c’è eros senza cibo, non c’è cibo senza eros. Dai banchetti degli antichi romani a 9 settimane e mezzo, passando per i sonetti D’Annunziani e L’ultimo tango a Parigi, i migliori momenti erotici sono da sempre il connubio di sensazioni di pelle e palato. Difficile pensare di sedurre una donna senza invitarla a cena e gustare un ottimo vino, pregustando il dopo cena. I testi riguardanti il cibo non hanno a che fare con questioni sessuali, tuttavia il sesso anche quando sembra assente è presente, intenzionalmente o inconsciamente. La lettura erotica, dalla più antica a quella attuale, amalgama il gusto e l’olfatto in una danza di seduzione fatta di sapori e odori culinari determinanti. Sarà forse questo il motivo per cui le scene di «Cinquanta Sfumature di Grigio» non sono riuscite a stimolare i sensi? Ne parleremo mercoledì 8 Luglio 2015 con Vidheya Del Vicario psicologa e psicoterapeuta, Vice Presidente della Scuola ISPSI Istituto Scientifico di Psicosessuologia Integrata, in clima allegro e conviviale durante l'evento organizzato da Giovani Psicologi Lombardia sempre attivi, propositivi e innovativi nel trattare le diverse tematiche. Nell'ambito del terzo ciclo Food & Soul Expo in Città trascorreremo una serata di piacevole confronto mirato a coinvolgere e interagire con chi ha compreso che la psicologia non è più quel concetto astratto, infinito e noioso a cui è soggetto chi ha turbe mentali ma uno stimolo dinamico a guadagnare benessere, in ogni campo! L'appuntamento è per mercoledì 8 luglio 2015 alle ore 20.30 La cantina del Giannone Via Pietro Giannone 10, 20154 Milano. Per info clicca qui o invia mail a info@giovanipsicologi.it ![]() Piacevole scoperta ieri sera! HAPPY FEW. AMA CHI VUOI (2010). Che io ami la lingua francese non è un segreto e anche il cinema francese, nonostante siano pochi i film francesi che realmente mi colpiscono. Dei film francesi amo l'atmosfera, quella sorta di sensazione di "real life" che trasmettono attraverso fotografia e dialoghi. Quella che il regista Antony Cordier ha magistralmente rappresentato è la storia di un menage à quatre con particolare attenzione alle dinamiche relazionali che possono insorgere in una situazione in cui due coppie instaurano una relazione che non si ferma allo scambio di coppia banalmente inteso come pratica sessuale ma evolve in una relazione d'amore vera e propria tra tutti e quattro i protagonisti. Stiamo parlando di due coppie sposate, con figli, che vivono una storia d'amore "raddoppiata". Quattro storie d'amore in una sola praticamente. Tra Rachel, moglie di Franck, e Vincent, marito di Teri, nasce una passione molto intensa alla quale non vogliono rinunciare, così come non vogliono rinunciare ai rispettivi matrimoni perché entrambi realmente innamorati dei propri coniugi. Decidono quindi di organizzare una cena a quattro e far incontrare anche Franck e Teri. Stiamo naturalmente parlando di una situazione in cui i protagonisti sono sessualmente consapevoli e aperti a esperienze di sperimentazione. Al termine della cena le coppie, complici il vino e l'allegria, si scambiano condividendosi fino quasi a confondersi. Nasce una relazione importante in cui i quattro protagonisti, ovviando qualsiasi banalità, mirano a conciliare il loro desiderio di conservare la relazione legittima con quello di spendersi anche in un altro sentimento importante. La chiave vincente del film è l'accurata attenzione che il regista mette nell'osservare i comportamenti e le emozioni dei protagonisti, le loro reazioni. Un film in cui i quattro protagonisti sono ugualmente e vicendevolmente trainanti e trainati, alternando momenti di slancio e momenti di chiara destabilizzazione emotiva. Un intreccio dall'aspetto sessuale ma dalla consistenza sentimentale davvero interessante e ben rappresentato. Ma come può evolvere una storia in cui quattro persone si fondono anima e corpo? Vorrei dirvelo per spiegarvi le dinamiche che stanno alla base ma mi tratterrò perché mi piacerebbe che lo guardaste come ho fatto io, gustando le sfumature di una storia che definirei di amore classico, con tutti i meccanismi di una relazione d'amore normale, non fosse per il fatto che anziché di un uomo e una donna si parla di due uomini e due donne. Ho inviato i miei complimenti a Antony Cordier questa mattina. Ho trovato il suo lavoro di un'efficacia disarmante: la capacità di mostrare le dinamiche, attraverso sì gli eventi ma soprattutto la sensualità, la sensorialità e l'emotività, è davvero ineccepibile. E' un film erotico? Non per intento. Un film sensuale direi dove le scene sessuali sono piuttosto esplicite ma di estrema naturalità, stile vincente nel bandire totalmente ogni possibile appiglio di volgarità. Personalmente lo giudico davvero un buon film e, parlando di film la cui tematica è a sfondo erotico/sessuale, senz'altro più coinvolgente di CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO! |
GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Accanita divoratrice di film, libri, serie tv e... di Vita. Blog dedicato a fatti, film, libri, serie tv e cose belle.
|