E' da ieri pomeriggio, da quando ho letto la notizia che il giudice ha sentenziato, che questi due bimbetti mi girano in testa.
Quindi che ho fatto? Sono andata a leggermi più che potevo su questa storia! Chiaro che le fonti sono i media e null'altro, non sempre attendibili, mai completi (anche per la delicatezza della situazione) e quindi mi attengo a ciò che è pubblico. Perché l'ho fatto? Perché ognuno di noi dovrebbe, credo, porsi delle domande riguardo a queste situazioni che fortunatamente sono casi isolati ma sono comunque eventi conseguenti alla manipolazione della natura. Ora, non sono assolutamente contraria alla fecondazione assistita, ci mancherebbe. Sono piuttosto contraria al sistema che definisce genitori "naturali" la coppia a cui è stata data facoltà di riconoscere legalmente i gemelli: cosa c'è di NATURALE in questa storia? Storia che, non dimentichiamolo, non dovrebbe essere quella di una contesa ma quella di due bambini che si trovano a nascere da una donna estranea geneticamente, mentre i genitori che li hanno concepiti si trovano a non avere il diritto di crescerli. Ma andiamo per gradi, perché io non mi sto schierando, sto semplicemente riflettendo sulla decisione di questo giudice, passando attraverso le due situazioni che si sono forzatamente trovate a scontrarsi. La prima coppia, quella che ha concepito i gemelli: un giorno gli viene comunicato che, per errore, i loro embrioni fecondati sono stati impiantati nell'utero della donna di un'altra coppia e che la gravidanza sta proseguendo. La seconda coppia: un giorno, al quarto mese della gravidanza, facendo la villocentesi, vengono a scoprire che i figli per avere i quali avevano fatto di tutto, non sono geneticamente loro! Sono figli di un'altra coppia. La prima coppia cerca un confronto, un accordo con la seconda coppia. La seconda coppia rifiuta, decidendo di proseguire con la gravidanza e tenersi i bambini perché stanno nel loro grembo. La prima coppia chiede, attraverso la legalità, che all'atto della nascita i figli non siano legalmente registrati con il cognome della seconda coppia perché geneticamente i bambini sono nati da loro. I bambini nascono. Il giudice nega la richiesta della prima coppia, consentendo alla seconda coppia di riconoscere legalmente i gemellini, definendo la coppia come i "genitori naturali". Ma COSA C'e' DI NATURALE IN TUTTO CIO'? Io non sono un giudice, non sono uno psicologo, non sono un avvocato. Ma sono una mamma. Che un figlio l'ha concepito, portato in grembo, partorito e cresciuto. E che quando l'ha partorito, per un errore sui braccialetti d'identità, ha rischiato di portarsi a casa il figlio di un'altra coppia: per questo mi trovo spesso, ancora oggi, a riflettere su cosa sarebbe successo se io quel giorno non mi fossi accorta di quell'errore e non mi fossi "impuntata". Oggi rifletto su questa situazione dei gemelli e non posso, da madre, non chiedermi come possano sentirsi genitori quelli definiti "naturali" dal giudice. Come possono, avendo oltretutto vissuto lo stesso percorso dell'altra coppia pur di avere un figlio, negare che la paternità è di chi lo ha concepito? Comprendo perfettamente l'immensità di dolore che avranno provato sapendo che i figli che tanto desideravano, di fatto non sono loro. Comprendo che sia difficilissimo pensare di portare a termine la gravidanza e poi dare i figli all'altra coppia. Comprendo benissimo che possano avercela a morte con chi ha commesso l'errore e pretendere giustizia all'ennesima potenza. Quello che non comprendo è il loro egoismo: una coppia di psicologi, ancor di più, dovrebbe aver trovato la forza di accettare l'accaduto. Non per fare un piacere all'altra coppia. Ma per concedere a questi due bambini di crescere con chi li ha concepiti e li ha deiderati allo stesso modo in cui loro desieravano avere figli. E mi chiedo: come potranno guardare negli occhi questi due piccoli e spiegargli (perché un giorno dovranno farlo) l'accaduto? Io so, da madre, che periodo intenso sia quello della gestazione, ma come si può pensare di separare i figli dai genitori per una vita intera, solo per compensare il proprio desiderio di maternità e paternità? D'accordo, alla base ci sta un errore di terzi, ma il fatto non si può ovviare così come credo che sia inovviabile il fatto che questi due gemelli sono figli di chi li ha cercati e concepiti. Portano il patrimonio genetico dei genitori, genitori che stanno lottando per averli perché quelli sono i figli che sentono essere loro. Sono loro. Il mio appoggio è sicuramente per quella madre che ha vissuto 5 mesi sapendo che i suoi figli erano nel grembo di un'altra donna. Che un'altra donna li ha partoriti e presi in braccio appena nati. Che un'altra donna li sta allattando. E sono certa che quella donna, anche se per loro ha sicuramente un affetto fortissimo avendoli portati in grembo, non potrà mai, nemmeno una volta, guardarli senza sentire che non sono i suoi figli. Un reale istinto materno dovrebbe ragionare in base a cosa sia meglio per i bambini, a cosa porterebbe loro meno problemi nella crescita, a quale sia la cosa più giusta per loro. Ieri, in radio, Vittorino Andreoli commentava l'accaduto, e lo ha fatto portando come rafforzativo la parabola di Re Salomone: "Due donne si presentarono da Salomone: ciascuna aveva partorito un figlio a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro ed entrambe dormivano nella stessa casa. Una notte accadde che uno dei due bambini morì e sua madre, secondo l'accusa, aveva scambiato il figlio morto con quello vivo dell'altra donna mentre questa dormiva. Salomone, dopo aver ascoltato le due donne sostenere più volte le loro tesi, fece portare una spada e ordinò che il bambino vivente fosse tagliato a metà per darne una parte a ciascuna di esse. Allora la vera madre lo supplicò di consegnare il bimbo all'altra donna, pur di salvarlo. Salomone capì così che quella era la vera madre e le restituì il bambino." Da donna e madre credo che morirei sapendo che non posso crescerei miei figli perché per errore sono finiti nel grembo di un'altra donna. Così come morirei di sensi di colpa pensando di crescere due bambini che, per errore mi sono stati messi in grembo, ma che a pochi km i loro veri genitori li stanno desiderando più di ogni cosa al mondo. Ai gemellini auguro che non debbano essere dei burocrati a decidere con chi dovranno crescere ma che la coscienza di questa coppia trovi prestissimo la lucidità per comprendere che, per quanto amore possano sentirsi in grado di donare ai gemelli, questi non saranno mai i loro figli. L'egoismo di non farli crescere con i reali genitori è il medesimo della donna che nella parabola di Salomone, pur di avere un figlio, lo aveva sottratto ad un'altra. E il mio non vuole essere un giudizio di critica per posizione presa, comprendo benissimo quanto possa essere difficile prendere una decisione di questo genere per chi ha tanto desiderato avere un figlio. Ma essere genitori, più di ogni altra cosa, è prendere decisioni (per quanto difficili) che abbiano come obiettivo primario il benessere dei figli. E quale sarebbe l'evoluzione di vita meno difficoltosa per i due gemelli, in questi due casi possibili? Scoprire crescendo che quelli che hanno chiamato mamma e papà per una vita, in realtà li hanno avuti solo per un errore di un medico e li hanno privati di crescere con i loro veri genitori o scoprire che, per un errore del medico siete stati partoriti da un'altra donna ma che mamma e papà vi hanno concepiti e cresciuti? In bocca al lupo piccoli!!! Che la serenità vi avvolga prestissimo!!! |
GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Accanita divoratrice di film, libri, serie tv e... di Vita. Blog dedicato a fatti, film, libri, serie tv e cose belle.
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