Venerdì sono andata a prendere mio figlio a scuola e mi è venuto incontro nascondendo questo biglietto sotto la felpa. Aveva il viso "strano", una di quelle espressioni che da mamma ti fa scattare immediato il "Che succede?" e altrettanto automaticamente "Niente mamma, auguri" e mi bacia porgendomi il biglietto. Occhio lucido... vero che è un bambino sensibile e succede che si emozioni in certi momenti, poi magari davanti alla scuola in mezzo ai suoi amici non vuole rischiare di emozionarsi troppo. Insomma, corre a giocare con gli amici, io apro il biglietto e ci riconosco tutto il suo essere: "Vedi i cuori che stanno all'esterno... contali per mille! Ti voglio bene, ti adoro, ti amo. Tommaso (Nano)". Un'esternazione fantasiosa (due cuori per mille), tre verbi diversi di manifestarmi il suo amore (ti voglio bene, ti adoro, ti amo) e tra parentesi (Nano) il soprannome con cui lo chiamiamo suo papà e io. Dopo qualche minuto torna, il viso buio e mi dice "Andiamo?" mentre i suo amici ancora giocavano (di solito è l'ultimo a volersene andare!). Saliamo in macchina: "Mamma, ma ti è piaciuto il biglietto?" -viso triste- "Moltissimo amore, grazie! E' bellissimo! ma perché quella faccia? Che c'è?" "No niente, è che la maestra mi ha detto che dovevo rifarlo perché quello che ho scritto non vuol dire niente" "E tu che le hai detto?" "Le ho chiesto cosa dovevo scrivere." "E lei?" "Lei mi ha detto di guardare la lavagna dove lei aveva scritto delle cose da copiare" "E tu?" "Niente, l'ho lasciato così. Cioè, ho tolto un -be'- che forse non ci stava bene ma poi l'ho lasciato così. E poi non gliel'ho più fatto vedere! Cosa vuole? Perché non posso scriverti quello che voglio?!" Questo il regalo più bello che potesse farmi: essere se stesso e non cambiare il suo pensiero per me solo per rispondere all'aspettativa della maestra. Che poi voleva cosa? Che lui scrivesse che sono bella come una farfalla, dolce come un cioccolatino o che sono la miglior mamma al mondo? Cara maestra... una mamma, io almeno, il giorno della festa della mamma e tutti gli altri giorni della vita, vuole che il proprio figlio si senta libero di esprimere ciò che prova non che sia bravo a ricopiare ciò che lei ha deciso che lui deve scrivere sul biglietto! Il compito di un educatore è quello di dare strumenti ai ragazzi affinché loro possano esprimere al meglio le proprie competenze e la propria essenza. Mio figlio non è un soldatino di fila che ricopia ciò che per lei sta bene scrivere su un biglietto di auguri... ha una testa pensante e nemmeno poco! Lei si senta bella come una farfalla, io mi tengo la gran bella testa del mio Nano! ...e SENTIMENTALE aggiungo! Qualche mese fa (era il periodo dei dibattiti sulla legge matrimoni/adozioni gay), sulla chat del gruppo-genitori della squadra di calcio di mio figlio, un papà ha postato un'immagine uguale a quella che trovate qui sotto, mancava giusto la scritta "non ricchioni". Diciamo che lasciava solo sottintendere. Ironica, non ne discuto. Ma non sono riuscita a trattenermi e gli ho risposto che, nonostante io apprezzi l'ironia, ero molto dispiaciuta di vedere che un padre postasse cose del genere e che riflettesse riguardo a quanto l'ironia di questo genere possa incidere su un ragazzino meno che adolescente, nel caso lo avesse visto. Gli ho chiesto se avesse mai pensato che il figlio, qualora in futuro avesse scoperto di essere gay, probabilmente avrebbe avuto seri problemi a confidarsi con un padre che deride i gay (per onor di cronaca veritiera, ho scritto ironicamente che se lo avessi avuto davanti gli avrei dato un calcio nel culo!). Mi rispose malissimo naturalmente, dicendo praticamente che non gliene fregava nulla e che io non avevo nulla da insegnargli. Dopo poco la moglie ha commentato a difesa del marito dicendo che il marito non è omofobo ma, essendo ad una cena un po' ubriaco, aveva postato la foto nel gruppo sbagliato. Il che naturalmente non cambiava nulla. Non era il gruppo sbagliato, il problema, no?
Comunque, a parte che chiaramente la coppia in questione ora fatica a salutarmi, nel pomeriggio ho postato questa riflessione su Facebook: "Se siete genitori, ogni volta che vi sovviene di fare una battuta sugli omosessuali, pensate ai vostri figli. Pensate che potrebbero esserlo o avere dubbi sul proprio orientamento sessuale. Pensate al fatto che non avrebbero il coraggio di parlarvene proprio perché vi sentono deridere. Magari lo fate senza darci peso. Non è che siete omofobi è che la battuta è facile, divertente o anche solo carina.. O stare dalla parte di chi deride vi mette al sicuro dall'essere giudicati gay. Pensate che li fate soffrire. ...sempre che il vostro amore per loro sia superiore al bisogno di ridicolizzare un aspetto dell'essere umano che di ridicolo non ha nulla." Ne è scaturito un dibattito e dopo poche ore ho ricevuto questa mail:"Ciao ho letto il tuo post su fb e ho pensato di scriverti. In questo periodo sto male xché quando guardo video porno mi eccito di più a guardare quelli tra i gay. Secondo te sono gay? Io non li ho mai guardati poi con degli amici un pomeriggio li abbiamo visti per ridere. Quando sono stato da solo sono andato a rivederli e adesso mi masturbo guardandoli ma appena ho sborrato mi faccio schifo. Non ne parlo con nessuno xché so che i miei amici mi prenderebbero in giro fino a fottermi xché una volta mi sono azzardato a dire di lasciare in pace un ragazzino un po' effemminato che a scuola prendono in giro e mi hanno detto allora sei finocchio anche tu. Con i miei non ho mai parlato di sesso. Mio papa' poi li chiama checche quindi figurati. Tre mesi fa ho anche scritto a uno psicologo in un forum ma lui mi ha detto che dovevo andare a fare terapia da uno e io non ci penso neanche. Non ho mai scopato con una ragazza mi sono solo fatto fare un pompino da una in discoteca mentre lo faceva ad altri amici per gioco e mi è piaciuto. A volte penso a lei quando mi faccio una sega ma sborro di più guardando i video gay. Sono un finocchio secondo te? Vorrei scoparmi una ragazza per vedere ma ho anche paura che non mi diventi duro e di fare una figuraccia. Quando sono in palestra vedere gli altri nudi non mi fa un gran effetto ma se li penso a incularsi mi diventa di marmo. Cioè le donne mi piacciono, guardare le tette me lo fa diventare duro ma non voglio fare una figura di merda che se poi lei lo va a raccontare in giro? Da qualche parte ho anche letto che uno ha provato con una troia così non correva il rischio ma io non ho i soldi e neanche la macchina per ora. Quindi secondo te dovrei provare prima a scoparmi una ragazza o un ragazzo? XXX" Credo che qualsiasi genitore possa immaginare il mio stato d'animo quando ho letto questa mail. I punti su cui riflettere sono molteplici: - il malessere psico-fisico manifestato dal ragazzo per non essere in grado di comprendere la propria sessualità; - l'impellenza, il bisogno di capire subito; - la difficoltà di fare delle scelte sul come comportarsi per arrivare a capire se stesso; - il timore del giudizio da parte degli amici; - il linguaggio... purtroppo tipico di questa fascia adolescenziale, male educata ai rapporti in generale, utilizzano con adulti e sconosciuti la stessa terminologia che usano tra di loro, segnale che non sanno valutare la differenza dell'esporsi nei diversi ambiti (l'apoteosi sarebbe essere in grado di cambiare l'utilizzo di questo linguaggio anche tra di loro, il che sarebbe segnale dell'aver modificato il loro approccio mentale al problema); - l'impossibilità di chiedere consiglio ai genitori per la mancanza di dialogo e per la chiara idea che il padre non accetterebbe di avere un figlio "checca". Il timore di deludere il padre; - lo smarrimento di un adolescente che è buttato (come tutti gli adolescenti) in una vita sessuale non sana (credetemi che di ragazze che fanno a gara sui rapporti orali ho sentito parlare centinaia di volte dai ragazzi). La modalità con la quale questo ragazzo si rapporta alla sessualità è, mi sembra ovvio, molto indicativa di come i giovani vivano la sessualità oggi. Non stiamo più parlando dei sogni e dei timori che assillavano noi da adolescenti in attesa de "la prima volta" ma di trovare una soluzione rapida per risolvere un problema di classificazione: sono gay o non sono gay? La sofferenza è intrinseca, chiaro, ma pur considerando il coraggio di questo ragazzo a scrivermi, sono rimasta colpita dal fatto che per lui la problematica sia più relativa al mondo che lo circonda che alla comprensione della propria sessualità. E non c'è nessun accenno all'aspetto dell'affettività. Nessuno. Ho molto riflettuto su questa mail e sinceramente mi sono sentita totalmente disarmata: mi chiedeva un consiglio, niente più, che non mi sono sentita di dargli perché a parer mio andava educato da zero! Lui voleva una risposta pratica, immediata, che facessi io la scelta al posto suo. Ho pensato, in termini adolescenziali, che avrebbe voluto una APP probabilmente! Mi ha "usata" come si usa una APP: a domanda corrisponde soluzione! Perché ho scritto questo post? Oggi dopo aver letto che un diciottenne si è suicidato sotto un treno perché i genitori non accettavano la sua indole gay mi sono sentita in colpa! Io a quel ragazzino avevo risposto che non mi sentivo di dare consigli perché non lo conoscevo, non conoscevo la sua realtà e che ritenevo sbagliato mettersi alla prova fisicamente solo per capire; che un'esperienza affrontata con quello stato d'animo non gli avrebbe dato nessuna sicurezza, anzi, forse gli avrebbe causato maggior confusione. Gli ho scritto che forse sarebbe stato più utile "entrare in stand-by", sospendere momentaneamente la ricerca forsennata di una risposta ma lasciare che l'affettività lo guidasse. "...Prova a non pensare di dover capire ora, subito. Prova a non vivere situazioni come quella della ragazza dei pompini ma cerca invece di uscire con una ragazza o un ragazzo che ti stimola, che ti piace, con cui ti diverti e ti senti a tuo agio. Poi saranno le sensazioni che vivi a indicarti cosa ti da benessere e cosa no. Non avere fretta di "scoparti" una o l'altro. Essere eterosessuale, omosessuale o bisessuale non significa "scopare" degli orifizi ma trovare soddisfazione nel condividere il proprio corpo con una persona che ti piace, che ti da benessere..." Mi ha risposto con un semplice "Ok" ma è chiaro che la mia risposta, molto lontana da quanto avrebbe fatto una APP, non gli è piaciuta: ho dilatato i tempi, non ho risolto nulla, gli ho chiesto di essere diverso da quel che è, e cioè un figlio dell'immediato, del "datemi una soluzione". Naturalmente lui ha tutta la mia comprensione perché non è sicuramente colpa sua se abbiamo cresciuto una generazione ineducata sulla sessualità e sull'affettività. Non è colpa sua se riteniamo che l'affettività sia innata e non capiamo che nell'era delle APP non lo è! Non è colpa sua se continuiamo a far finta che gli adolescenti siano asessuati e a incutere loro la vergogna di parlacene. Non è colpa sua se per la vergogna di affrontare il discorso continuiamo a dire: "ci siamo passati tutti e non siamo morti!". Non è colpa sua se per stupidi moralismi continuiamo a ritenere la sessualità un aspetto secondario e li lasciamo ad autogestirsi tra pornografia online, chat a sfondo sessuale e bagni di discoteche in cui si fanno le "gare di pompini". Oggi, leggendo l'articolo del ragazzino suicidatosi, mi sono chiesta: e se fosse lui? Non era lui ma questo non mi rasserena comunque. Che società è quella in cui un ragazzo non sopporta più di vivere per i pregiudizi che lo circondano? Società che ha fallito, che fallisce ogni volta che un ragazzino soffre inutilmente: Società che usa le notizie come questa per vendere giornali o ottenere visualizzazioni ma non affronta il problema, se non in poche, inefficaci e sporadiche iniziative. Adesso la colpa ricade sui genitori naturalmente, che noi tutti stiamo additando e riguardo ai quali ci chiediamo "come hanno potuto"? Ma finisce tutto qui, fino al prossimo eclatante titolo sul giornale! Io ero una di quelli che pensava che i gay non dovessero avere figli perché, se la natura non glieli ha dati, significa che non devono averli. Poi ho pensato anche che in natura l'uomo e la donna non nascono monogami. Lo sono diventati per evoluzione delle dinamiche sociali. E ho pensato anche che, se il criterio di valutazione è la "naturalità", una coppia donna-uomo che non riesce ad avere figli naturalmente non dovrebbe avere la possibilità di averli in altro modo. Non possiamo fare secondo natura solo quando ci viene comodo! Le dinamiche sociali cambiano, ad ogni periodo storico, e un Governo ha il dovere di rispondere alle necessità dei cittadini del proprio Paese. Continuare a negare l'essenza e l'esigenza di una realtà solo perché non risponde all'ideale conservatore, è una soluzione fittizia, indice di incapacità ad affrontare le evoluzioni. Consiglierei a quelli del #familyday di riunirsi nuovamente per riflettere piuttosto sulla decadenza del modello classico di famiglia che, vogliano ammetterlo o no, vive di apparenza ed è alquanto deficitario nella consistenza reale dei rapporti. Dimostrateci che il vostro modello papà-mamma-bambini funziona, perché allo stato attuale delle cose l'Istat dice che nel 2014 si sono celebrati 142.754 primi matrimoni e separazioni-divorzi 141.638. Il 52,8% delle separazioni è avvenuta in famiglie con figli minori. Questi sono i numeri relativi al modello di famiglia classico che tanto vantate, voi che sembrate essere quelli che hanno la verità in tasca in fatto di modelli educativi per una crescita positiva dei bambini. I bambini hanno bisogno di adulti consapevoli, di figure di riferimento capaci di insegnare loro il rispetto per sé stessi e per l'altro. Vi siete chiesti quanti figli dei "due milioni" del familyday possono avere un orientamento sessuale diverso da quello che mamma e papà modello classico ritengono "giusto"? Vi siete chiesti quanti adolescenti, già in pieno confronto con la propria sessualità, si siano sentiti sbagliati quel giorno e ogni giorno che vivranno nella famiglia "modello" che non accetta l'omosessualità? Voi che "volete difendere i vostri figli" siete consapevoli che se vostro figlio ha un orientamento sessuale diverso da quello che vi piace, lo state facendo sentire inadeguato, errante, diverso e colpevole di non rispondere ai vostri requisiti? E di quanto malessere induca, nei ragazzini in evoluzione, questa vostra mancanza di rispetto per la loro natura? Perché l'omosessualità (lo ribadisco nonostante le vostre orecchie non vogliano udire) è una condizione NATURALE e non patologica: l'OMS la definisce una variante naturale del comportamento umano e non potete sostituire "variante" con "perversione" perché non lo è! Riflettete se volete davvero "difendere i vostri figli"! Salvateli dall'ipocrisia e dal vostro perpetuo negare la realtà. Vi invito a leggere questo articolo che trovo davvero oggettivo e riporta dati interessanti Mi sono casualmente imbattuta in questo film diretto da Lucia Puenzo e presentato al Festival di Taormina del 2007, vincitore della Settimana della Critica a Cannes. Molto interessante trovarsi a riflettere su uno di quegli argomenti che raramente vengono affrontati perché riguarda una ristrettissima fascia di persone: gli intersessuali (chi non avesse nozioni minime, può leggere qui). Nonostante all'epoca della pubblicazione siano nate alcune contestazioni da parte del Comitato Scientifico MULTITASK (Unione Italiana Sindrome Klinefelter), il film è indubbiamente buono: una regia apparentemente arida, minimalista, dialoghi asciutti, lunghi silenzi necessari a focalizzare l'intensità emotiva di immagini tendenzialmente esplicite sulla situazione ma senza eccessiva invadenza. La trama si svolge in Uruguay ed è ben articolata, soddisfacente nel considerare gli aspetti della problematica, soprattutto perché relativa al periodo adolescenziale in cui Alex, personaggio principale interpretato magistralmente da Inés Efron, si trova a dover decidere se salvare di sé la parte femminile (predominante nell'aspetto fisico e nella voce) o quella maschile (predominante nell'istinto sessuale). E' sostanzialmente una riflessione profonda sulla ricerca di identità di genere e sull'orientamento sessuale. Trama molto coerente per le dinamiche famigliari: genitori che (molto preoccupati al punto di essersi trasferiti da Buenos Aires alle coste dell'Uruguay nel tentativo di preservare Alex e sé stessi dai problemi indotti dal confronto con la società) dapprima sembrano voler condizionare la scelta di Alex in base all'apparenza fisica ma sviluppano in profondità la ricerca della comprensione della reale natura della figlia, affrontando la situazione con enorme consapevolezza. La chiave vincente del personaggio di Alex è la perfetta espressione di entrambe le componenti di genere che porta a focalizzare come una persona possa avere caratteristiche femminili e maschili diverse dalla maggioranza e trovare un equilibrio con sé stessa nel momento in cui la "resa pubblica" della propria conformazione fisica la rende libera di decidere. La componente "sociale" della questione è condizionante e determinante, come in qualsiasi situazione considerata "diversa" dalla normalità. Preziosa, al fine di allargare la riflessione, la relazione che si instaura gradualmente tra Alex e Alvaro, adolescente attratto della parte femminile di Alex come vettore di innamoramento ma attratto dal suo ruolo maschile nella sessualità, che va quindi ad appagare il lato omosessuale di Alvaro, anch'esso ancora alla ricerca del proprio orientamento sessuale. Anche grazie al personaggio di Alvaro consiglio sicuramente la visione di questo film perché permette di riflettere anche a chi non ha diretta esperienza sulla questione ma vuole comprendere meglio le dinamiche emotive legate alla ricerca dell'identità sessuale: Alvaro (il cui padre teme l'omosessualità) sembra trovare in Alex il soddisfacimento ideale alla propria identità bisessuale. Insomma, lo trovo un ottimo strumento di riflessione. Un consiglio? Predisponetevi a guardarlo con meno pregiudizi possibili e, se ce la fate, guardate anche questo, altro ottimo film per ragionare su dinamiche considerate "anormali" ma che maturate con intelligenza e consapevolezza, possono essere molto più appaganti della normalità per convenzione. Oggi è una delle due giornate mondiali (l'altra è il 31 Luglio) in cui si inneggia, festeggia, promuove l'orgasmo, questo fenomeno così ambito e innegabilmente piacevole che vede ancora statistiche spaventose: pare che solo una donna su dieci non finga, che una donna su cinque non l'abbia mai raggiunto e che oltre il 70% delle donne abbia finto l'orgasmo almeno una volta nella vita! Insomma... una tragedia, statisticamente parlando! Quando leggo questi risultati mi ridimensiono... io che di solito mi stupisco che le donne non sappiano cosa sia lo squirting, quando leggo che una donna su cinque non ha mai avuto un orgasmo in generale penso a quanto benessere in più potrebbe circolare su questo mondo! E' una battuta? Forse sì ma non voleva esserlo, lo credo proprio! Il momento del climax, lo sappiamo benissimo, è un concentrato di ben essere fisico e mentale che è difficile paragonare ad altro ma nonostante le migliaia di guide pubblicate, video tutorial e corsi dedicati, rimane un momento non facile! I condizionamenti sono i più disparati dal non conoscere il proprio corpo per limitazioni nell'autoerotismo al fatto di fare sesso con il proprio partner convenzionale, con il quale però non c'è affinità sessuale. In realtà pare che la ricorrenza di oggi sia di origine inglese, un po' più approssimativa e molto più attuale di quella originaria: il Global Orgasm Day, nato in Brasile nel 2005 per promuovere la pace... Si chiede cioè alle persone che nella giornata del 21 dicembre abbiano almeno un orgasmo pensando a ideali pacifisti! Naturalmente l'appeal dell'argomento orgasmo ha sovrastato il significato pacifista ma fondamentalmente si spera che nel momento dell'orgasmo, almeno, gli istinti bellici vengano dimenticati.... no?! Ma il motivo originario sulla scelta delle date, ahimé, non l'ho trovato. E guardando il sito ufficialehttp://www.globalorgasm.org/Global_Orgasm/Welcome.html parrebbe essersi fermata al 2013 ed essere stata un'esperienza molto mistica... Diciamo che come ogni cosa ormai, è diventata "famosa" in versione pagana! Vabbé... alleggeriamo il tutto e GODIAMOCI questa giornata!! Quando nel 2010 scrissi il primo articolo sullo SQUIRTING fu meraviglia per me, nel senso che avevo da poco conosciuto la sua esistenza e capito come funzionava a livello pratico e ne scrissi un post nemmeno tanto articolato: fu letto da 1100 persone nell'arco di ventiquattro ore, numeri che allora (avevo appena iniziato a scrivere pubblicamente) per me erano stratosferici. Questo mi diede da subito l'idea che fosse un argomento che "tirava". A quel tempo c'era chi non conosceva proprio l'argomento e c'era chi, conoscendolo, dubitava sul fatto che esistesse. Per molto tempo lo squirting è stato etichettato come puro fenomeno di finzione da film hard e qualcuno ancora pensa che lo sia ma, per la mia felicità, oggi sembrano un po' essersi attenuate le discussioni "contro" e si avverte invece il desiderio di conoscerlo, al di là delle varie battaglie sulle dinamiche fisiologiche che lo determinano: in sostanza, alla gente, non interessa più tanto capire da dove viene o di cosa sia composta l'eiaculazione femminile... interessa provarla! Questo, come si diceva a LA PECORA NEL BOSCO con ENRICO SILVESTRIN e STEFANO MOLINARI nella trasmissione di lunedì 19 ottobre , è dimostrato dal fatto che il termine SQUIRTING negli ultimi mesi è il più ricercato dalle donne sul sito PornHub. In sostanza, lasciamo che la comunità scientifica (dopo anni di disinteresse, di censura e di scaramucce tra diverse correnti di pensiero) continui a studiare, noi ci mettiamo avanti con la pratica: ci informiamo, cerchiamo di capire e soprattutto proviamo a godercelo! Come già detto in altri post come questo, questo o quest'altro ancora, il motivo per cui ricorro spesso nello scrivere e parlare di squirting è che trovo assurdo che un aspetto del piacere così intenso sia stato vittima di censura tale che ancora moltissime donne non sanno nemmeno che esiste. E allora, adesso che l'argomento un po' è stato sdoganato e l'interesse è evidente, ho deciso che è il momento giusto di partire con un progetto iniziato un paio di anni fa che aspettava solo il momento per essere messo in pratica: l'APE-SQUIRTING! Di cosa sto parlando? Molto semplice: un ciclo di incontri in modalità aperitivo durante i quali parlare del fenomeno squirting, con consapevolezza. Niente di volgare, niente di eccessivo... solo un modo per incontrarsi, dibattere, informarsi su come provare a raggiungerlo. Ne parleremo in allegria, con ironia ma soprattutto con cognizione di fatto: non ci interessa tanto sapere le composizioni chimiche dello squirt ma ci interessa godercelo! Vi piace l'idea? A me molto... quindi a breve le date degli incontri che toccheranno diverse città d'Italia. STAY TUNED! ...and let's have a good time us! PS. Con Stefano e Enrico ne avevamo già parlato anche in altro momento molto divertente! Che la verve di STEFANO MOLINARI e ENRICO SILVESTRIN mi piaccia non è un segreto ma potrei metaforizzare dicendo che questa settimana in un intervento con loro a LA PECORA NEL BOSCO ho raggiunto il climax! Sì perché nella trasmissione di martedì siamo partiti parlando "semplicemente" di dinamiche interpersonali ma siamo finiti su uno degli argomenti di cui in assoluto preferisco parlare perché ancora troppo nascosto, sconosciuto e messo in discussione: lo SQUIRTING! E uso questa metafora del climax perché per la prima volta in un intervento pubblico vengo "istigata" a continuare ed approfondire anziché essere invitata a "moderarmi". Per la prima volta, lo giuro, non ho avvertito la tensione del "oddio, questo in radio non si può dire, vacci piano che non siamo in fascia protetta". Meraviglioso. Ho goduto della totale assenza di ipocrisia e della spinta a conoscere, diffondere, informare. Bello, bello, bello! Che il nostro "rapporto" di martedì sia stato appagante lo dimostra il numero di messaggi e mail arrivatimi fin dall'attimo in cui è finito il programma da persone incuriosite dal tema, interessate ad un approfondimento e entusiaste della modalità in cui l'argomento è stato affrontato. E chi ascoltava non può non aver compreso che di sessualità anche particolareggiata si può parlare a qualsiasi ora senza bisogno di censura... basta farlo senza malizia, con un pizzico di ironia e con parole molto semplici. Per coloro che non avessero assistito alla trasmissione in diretta, IN QUESTO VIDEO trovate la registrazione della puntata a cui mi riferisco in cui abbiamo anche dato qualche consiglio che potrebbe essere utile... Quindi non posso che ringraziare ENRICO e STEFANO per il sempre brillante coinvolgimento e l'ottima conduzione, VALERIA ERCOLI e MASSIMILIANO MASCIOLI per la gestione del "dietro le quinte". Grazie ragazzi! Sempre un piacere!! LA PECORA NEL BOSCO http://www.radioradio.it/ DALLE 13 ALLE 14 DAL LUNEDì AL VENERDì FM 104.5 SKY 518 Chi mi conosce sa che non elargisco complimenti a destra e manca per compiacere perché non fa parte di me. Sono critica, molto critica, soprattutto quando si tratta di argomenti che riguardano il mio lavoro. Ecco. Qualche giorno fa mi è arrivata una mail in mattinata che mi chiedeva di intervenire ad una trasmissione radiofonica per parlare di gelosia, partendo da questo mio articolo. Come ogni volta in cui ricevo proposte per interviste o cose del genere, ero già scocciata... Perché? Perché è una noia mortale sentirsi rivolgere sempre le solite domande banali e chiudere avendo l'impressione che chi ti intervista abbia la testa dai neuroni standardizzati. Il più delle volte rifiuto (soprattutto se si tratta di riviste di gossip e similari) per evitare di buttare tempo a rifocillare le teste di quelli che pensano che scrivere di erotismo sia una sorta di bisogno di mettere in mostra la perversione. Ve lo dico quale è la domanda più ricorrente (e più stupida) in assoluto? "Ma ciò che scrivi è autobiografico?" La mia risposta ormai è più standard delle loro domande: "Certo che lo è perché quello che penso viene dalla mia testa, quindi potrebbe non esserlo? Io quelle cose le vivo... poi che le viva fisicamente o solo mentalmente sono affari miei!". Ma venerdì ho avuto input neuronale di accettare: non conoscevo la trasmissione ma la mail di contatto inviatami dalla redazione mi ha dato buona sensazione, così ho accettato... e ne sono stata davvero felice!! Il motivo lo capirete da voi guardando il video della trasmissione ma vi anticipo che una volta tanto ho trovato persone pronte ad interagire senza false ipocrisie e senza pregiudizi... tale per cui meritano di essere ascoltati e seguiti!!! Grazie a Stefano Molinari, Enrico Silvestrin e Valeria Ercoli. Buon lavoro ragazzi! RadioRadio FM 104.5 / SKY 518 LA PECORA NEL BOSCO Conducono: Enrico Silvestrin e Stefano Molinari Dalle 13:00 alle 14:00 dal Lunedì al Venerdì Non sono impazzita, tranquilli... è proprio così! Oggi è una delle due giornate mondiali (l'altra è il 21 Dicembre) in cui si inneggia, festeggia, promuove l'orgasmo, questo fenomeno così ambito e innegabilmente piacevole che vede ancora statistiche spaventose: pare che solo una donna su dieci non finga, che una donna su cinque non l'abbia mai raggiunto e che oltre il 70% delle donne abbia finto l'orgasmo almeno una volta nella vita! Insomma... una tragedia, statisticamente parlando! Quando leggo questi risultati mi ridimensiono... io che di solito mi stupisco che le donne non sappiano cosa sia lo squirting, quando leggo che una donna su cinque non ha mai avuto un orgasmo in generale penso a quanto benessere in più potrebbe circolare su questo mondo! E' una battuta? Forse sì ma non voleva esserlo, lo credo proprio! Il momento del climax, lo sappiamo benissimo, è un concentrato di ben essere fisico e mentale che è difficile paragonare ad altro ma nonostante le migliaia di guide pubblicate, video tutorial e corsi dedicati, rimane un momento non facile! I condizionamenti sono i più disparati dal non conoscere il proprio corpo per limitazioni nell'autoerotismo al fatto di fare sesso con il proprio partner convenzionale, con il quale però non c'è affinità sessuale. In realtà pare che la ricorrenza di oggi sia di origine inglese, un po' più approssimativa e molto più attuale di quella originaria: il Global Orgasm Day, nato in Brasile nel 2005 per promuovere la pace... Si chiede cioè alle persone che nella giornata del 21 dicembre abbiano almeno un orgasmo pensando a ideali pacifisti! Naturalmente l'appeal dell'argomento orgasmo ha sovrastato il significato pacifista ma fondamentalmente si spera che nel momento dell'orgasmo, almeno, gli istinti bellici vengano dimenticati.... no?! Ma il motivo originario sulla scelta delle date, ahimé, non l'ho trovato. E guardando il sito ufficialehttp://www.globalorgasm.org/Global_Orgasm/Welcome.html parrebbe essersi fermata al 2013 ed essere stata un'esperienza molto mistica... Diciamo che come ogni cosa ormai, è diventata "famosa" in versione pagana! Vabbé... alleggeriamo il tutto e GODIAMOCI questa giornata!! Parto da qui oggi: Youtube.
Il fenomeno webstars è sicuramente, diffusissimo, seguitissimo e attualissimo, favorito naturalmente dalla possibilità che ognuno ha di diffondere in rete un proprio video, facendolo diventare simile ad una trasmissione televisiva interattiva ma anche fruibile dagli spettatori in qualsiasi momento. E io non sono contraria, ci mancherebbe... ma da mamma di bambino che segue FaviJ mi sono ritrovata a guardare, studiare, cercare di capire quale sia la forza di queste trasmissioni. Vabbè, FaviJ dice un sacco di parolacce ma tutto sommato capisco che la sua capacità di trascinare è legata ad una capacità comunicativa imponente e alla inevitabile passione per i videogames: quindi pre-adolescenti e adolescenti si fiondano su FaviJ come api sul miele! Poi una settimana fa mi sono trovata casualmente sul canale di questa ragazza e ho guardato questo suo video sul sesso. Lei è la DIVA DEL TUBO o megliom questo è il nickname che ha scelto per la scalata al successo! Successo è una parola grossa ma il numero delle visualizzazioni dei suoi video è anche troppo altro se i contenuti che diffonde nelle sue trasmissioni sono questi! A farmi pensare che certe persone andrebbero limitate nelle diffusioni è una ragione molto semplice: finché dici banalità ci sto, se alla gente piace che ci possiamo fare? Ma quando una donna (quanti anni potrà avere questa?) dice che la pillola anticoncezionale è ottima perché ti permette di avere le mestruazioni quando vuoi e quindi assumerla senza criterio, io mi incazzo! Mi incazzo perché già immagino che le 60.000 persone che hanno guardato questo video e seguono una che parla solo di chirurgie plastiche, denaro e grovigli di superficialità non abbiano un Quoziente Intellettivo al top (fosse almeno divertente, ironica, teatrale... niente di tutto ciò!) ma mi chiedo quante ragazzine ora crederanno che la pillola sia il modo per fermare il ciclo ormonale ogni volta che si vuole? Per il mare, la piscina, un'uscita.... Allora dico... ok che ognuno possa trasmettere quello che vuole ormai su YouTube ma secondo voi, adolescenti e preadolescenti, sono in grado di scindere i contenuti diffusi da questi YouTubers in cerca di fama? Io me lo sto chiedendo, tutto qui... Non me la prendo con questa ragazza, che immagino agisca e parli per il grado di cultura che ha. Non è una cosa personale contro di lei... è solo un esempio, in mezzo ad altri migliai di YouTubers. Quanti danni possono creare? Cara DIVA DEL TUBO le ovaie sono un organo fondamentale nell'omeostasi del corpo femminile che tu, se vuoi, puoi continuare a deturpare a tuo piacimento ma evita di consigliare comportamenti che possono avere conseguenze per nulla superficiali! NOVITA' NEL MONDO DEI SEX TOYS: ARRIVA LO SMART, CON TANTO DI APP, CHE TI MIGLIORA LA PERFORMANCE!24/7/2015 Di crowdfunding ne ho visti di ogni genere e con obiettivi diversamente curiosi ma questo che nasce a Sna Francisco, direi che li supera tutti! Forza ragazzi... quanto siete disposti ad investire per avere a vostra disposizione LOVELY? Se avete cliccato sul link e sapete l'inglese, avete già capito di cosa si tratta: un anello di silicone vibrante da indossare intorno al pene. E cosa fa? Migliora l'erezione? Sì ma fosse solo questo... ne abbiamo già a migliaia in commercio! LOVELY ha dei sensori i quali inviano i dati della vostra performance ad una app scaricabile sullo smartphone e questi dati permettono di monitorare le prestazioni sessuali, in base alle quali la app manda consigli su come migliorare l'attività sessuale, rileva quante calorie si sono bruciate, la velocità massima raggiunta (?) e il numero dei movimenti, in quale posizione si sono ottenuti i migliori risultati (chissà in base a quali canoni), mantiene in memoria il rapporto più lungo (come nei videogiochi, no?) e altro ancora! Vi stimola? Credo abbia un'unica pecca a livello promozionale: se, come Runtastic e app del genere, LOVELY condividesse i dati sui social network......... sarebbe uno spasso!! Tra le funzioni, anche un sistema di messaggistica con cui si possono inviare i dati al partner o anche chimarlo in caso di... ehm... necessità? Attenzione però se eventualmente dovessero produrlo e doveste quindi accaparrarvene uno: non ho ben capito come funziona il discorso dei messaggi... recapitare i dati della prestazione al vostro capoufficio o alla mamma sarebbe piuttosto imbarazzante!! Stay tuned! Fervono i preparativi a MARTINSICURO perché tra una settimana parte il week end marittimo all'insegna dell'eros. Proprio così! Sull'onda disegnata da Rosalba Scaglioni, ideatrice e organizzatrice di UN PO DIVERSO, UN PO DI EROS Festival della letteratura erotica di Zibello (PR) alla sua quinta edizione proprio quest'anno, Antonella Aigle ha pensato a una versione estiva in località di mare. Così il 31 Luglio prende il via la prima edizione del Festival della letteratura erotica di Martinsicuro. Come potete vedere dal programma nell'immagine sopra, ad aprire le danze sarà Franco Trentalance e si susseguiranno diversi appuntamenti interessanti. Quando Antonella mi ha chiesto di partecipare per condurre la seconda serata, non ho potuto esimermi perché, come succede ogni anno al Festival di Zibello, sono sicura che i dibattiti e gli interventi saranno di ottima qualità e il clima pure (non quello relativo alle temperature chiaramente!)... come mancare? Avremo belle argomentazioni, oltre alla presentazione di libri eromanzi di genere e a esibizioni di tango. Insomma... farà caldo... molto caldo! E non dipenderà solo dall'estate! Ringrazio quindi Antonella Aigle per l'invito e... vi aspetto a Martinsicuro per un week end tutto eros! Che l'eccitazione sessuale trovi un input molto forte nel GUARDARE è ovvio ormai, fuori discussione! Quel che forse sta cambiando è che fino a qualche anno fa era una prerogativa quasi strettamente maschile o, meglio, le donne avevano un po' più riserve sui giochi di esibizionismo. Oggi anche le donne, vuoi che stiano provando ad uscire dalla gabbia di sensi di colpa e obblighi morali che per decenni le ha limitate (come scrivevo in questo post sul tradimento) vuoi che stiano cercando il modo per sentirsi più attraenti, sono diventate più "elastiche" sulle dinamiche di seduzione. La storia pubblicata su STARBENE Mondadori n°31 (in edicola oggi) parla proprio di questo: esibizionismo, autoerotismo, seduzione che, come commenta il Dott.Marco Rossi psichiatra e sessuologo, sono componenti positive sia nel rapporto verso l'altro che verso sé! La conoscenza del proprio corpo attraverso l'autoerotismo, l'accrescimento dell'autostima nel sentirsi apprezzate, la "forza seduttiva" e la sicurezza che ne deriva... insomma... l'eccesso di esibizionismo può diventare volgare ma un gioco seduttivo che non ha timore di mostrarsi è sicuramente intrigante e stimolante! E non solo il mostrarsi, attizza le donne, ma anche il guardare... uno sconosciuto di indubbia prestanza fisica è da sempre un must nell'immaginario erotico femminile e la "vista" inizia a giocare un ruolo piuttosto importante anche per le donne (come si diceva in questo post sul porno al femminile). Quindi, provate a lasciare un po' andare quella sensazione di "non si fa" che vi hanno buttato addosso per tanti anni... e il divertimento (sano) è assicurato! Ringrazio il Dott. Marco Rossi per la collaborazione. I LOVE BDSM! DA LEGGERE SIA CHE SIATE INTERESSATI SIA CHE NON VOGLIATE FARE LA FIGURA DELLE CAPRE12/7/2015 Che non sia facile comprendere le dinamiche del BDSM, per chi è completamente a digiuno, è normale considerando l'educazione sessuale che il sistema Italia garantisce (nulla quando va bene, distorta quando va peggio). E se non è facile comprendere, non lo è descrivere e men che meno scrivere in modalità esaustiva senza produrre un mattone, essendo l'argomento così vasto e bisognoso che si forniscano indicazioni precise e corrette . Ci è riuscito molto bene AYZAD con il suo I LOVE BDSM (Ed.80144edizioni)! E' un volumetto di circa duecento pagine, scritto in modo fluente e piacevole da leggere nonostante le tante (indispensabili) nozioni: è un manuale che introduce il BDSM e i suoi contenuti di base in maniera semplice e fruibile da chiunque (maggiorenni!) sia interessato a capire cosa sia REALMENTE il BDSM e quale sia l'approccio mentale corretto per non rimanere delusi ma soprattutto per non arrecare/subire danni che, come ribadisce molte volte lo scrittore stesso, possono essere davvero importanti e, laddove si verifichino, sono dovuti ESCLUSIVAMENTE ad errori commessi se non si è preparati a dovere! Del resto non dovrebbere essere difficile da comprendere: anche per andare in bicicletta e non cadere bisogna prima imparare, no?! Se si sale sulla bicicletta senza sapere come si fa e senza tutelarsi adeguatamente i rischi sono i più svariati, dalla banale sbucciatura di ginocchia alla morte per trauma cranico, giusto? Il pregio di Ayzad, nel redarre questo volume, è sicuramente quello di rendere chiaro che il BDSM NON E' QUELLO CHE AVETE VISTO IN CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO e non è quello che avete sentito dire dal chiacchiericcio sociale degli ultimi vent'anni! Se si nomina il BDSM in un contesto di quotidianità, minimo minimo le espressioni degli interlocutori diventano imbarazzate, schifate, sfottenti ma, credetemi, chi reagisce in questo modo NON conosce il BDSM ma giudica esclusivamente in base ai pregiudizi assunti per sentirsi parte del mondo "sano di mente". Bravo l'autore a fare invece una chiara e semplice panoramica della consistenza del BDSM, delle sue pratiche e delle relative dinamiche mentali e relazionali. Ottimo lo stimolo al dialogo e al confronto fra i partner, che ribadisce più volte, e l'invito costante al rispetto, qualsiasi sia il ruolo che "si sceglie" (non è una scelta razionale, chiaramente... è una presa di consapevolezza della propria personalità). Scoprirete, leggendolo, che già parecchi aspetti del BDSM fanno probabilmente parte della vostra sessualità e magari capirete che siete "adatti" ad approfondire o forse scoprirete che non fa per voi e non c'è nulla di che! Ci tengo a sottolineare un aspetto che Ayzad usa all'infinito: il reciproco rispetto e l'osservanza di regole di comportamento stabilite insieme (ma niente contratti come la James ha voluto tra Grey e Anastasia) sono la base fondamentale per vivere il BDSM (che diventi uno stile di vita o sia semplicemente un gioco occasionale). Altrettanto basilare è comprendere che, se già in un rapporto sessuale "normale" è necessario "agire in sicurezza", nel BDSM non ci si può affidare al primo arrivato! E Ayzad in questo volume vi spiega come diventare più avezzi alle modalità di conoscenza e valutazione del possibile partner BDSM. Personalmente per capire qualcosa del BDSM e andare al di là della conoscenza improvvisata mi sono rivolta qualche anno fa a Stefano Laforgia, che ha collaborato con Ayzad in questo stesso volume. Quindi sono certa che, conoscendo personalmente Stefano e la sua attenzione per la necessità di essere competenti in questo ambito, non avrebbe avvallato il progetto se lo avesse ritenuto non corretto in toto. Non che io avessi dubbi su Ayzad che, basta informarsi sul web, ha sicuramente una cultura vasta e testata sul campo... del resto, diversamente, non avrebbe potuto scrivere un testo di questo genere, per nulla banale e frutto di una conoscenza di tipo esperienziale (che personalmente prediligo sempre) oltre che teorica. Consiglio la lettura a chiunque, anche a chi non è per nulla interessato al BDSM... leggere questo volume sarebbe un impegno molto limitato e piacevole che vi eviterebbe di far parte di quel branco di capre (Sgarbi docet) che invece di parlare con consapevolezza per ciò che sa, ripete pappagallando luoghi comuni dettati dall'ignoranza e dall'ipocrisia che ne consegue. Anche solo sui termini ad esempio... a volte chi giudica senza conoscere si rende ridicolo da sé usando vocaboli BDSM ma senza sapere nemmeno a cosa si riferiscono! Vi allego un paio di brevissimi stralci tra i punti che ho trovato molto interessanti e significativi... e sono tanti! Io, come sa chi mi conosce, mi destreggio tra cibo e sesso senza troppa parsimonia al punto che risposerei mio marito (cuoco) anche domattina e posso parlare di sesso tranquillamente anche a tavola con "sconosciuti". Quello che è successo ieri sera a La cantina del Giannone, ottimo locale che ha ospitato la serata organizzata da Giovani Psicologi Lombardia nell'ambito della rassegna Food & Soul Expo in Città Del binomio cibo-sessualità si parla dalla notte dei tempi e mi pareva un discorso trito e ritrito, risvegliato solo dal must del momento: EXPO. Ma la prima vera riflessione sull’attinenza cibo-sesso in realtà io l’ho fatta proprio dopo che Laura Grimelli mi ha invitata a condurre questa serata insieme a Vidheya Del Vicario: non mi ero mai “analizzata” da quel punto di vista ma se penso a come mangio e bevo, alle dinamiche legate al cibo, ci ritrovo perfettamente il mio Io sessuale. Dire che cibo e sesso sono due modi diversi ma molto simili per provare piacere ormai sembra quasi una banalità ma solo se la prendiamo come tale! Ricette afrodisiache, remember di film che hanno "scandalizzato" per l'uso erotico del cibo... le solite cose insomma. Ma in cosa sono simili? -partiamo dall’ovvio: i sensi! Gusto, odore, tatto, olfatto… l’udito magari un po’ meno condiviso ma io personalmente godo a sentir stappare una bottiglia di vino, ad esempio! -Mangiare in compagnia di una persona che ci piace, che ci stimola, che ci prende è un gran bel vivere, no? Magari un po’ meno appagante mangiare con una persona che parla poco, non si esprime su ciò che sta mangiando e bevendo, non partecipa al convivio ma sembra quasi “sopportare”, tollerare o farlo per abitudine. Non è forse ciò che succede anche a letto? E va benissimo anche mangiare da soli: si ha tempo per parlare con sé stessi e meglio godere soli che con una presenza che non da feedback positivi. -E adesso prendiamo il vostro ristorante preferito! Andreste a cena lì ogni sera e se doveste scegliere un ristorante “per sempre” sarebbe quello. Ma… immaginiamo che siate realmente obbligati alla scelta: da domani solo e sempre pranzo e cena lì! I primi giorni niente male, si cambiano le pietanze, si varia spaziando nel menù ma ahimè poi diventa normalità (non sembra più così buono) fino a diventare addirittura nauseante! Eppure era buonissimo! Cosa fare per "farcelo” piacere e non sgattaiolare in qualche pizzeria o fast-food o altro ristorante di nascosto? Necessario parlare con l’oste, chiedere un’alternativa basata sui propri desideri che rappresentano sì la risposta al proprio gusto, ma che cambiano necessariamente per avere pieno appagamento. L'attinenza di questa dinamica con quella sessuale direi che è esplicita: se in Italia i tradimenti sono un fenomeno ad alta incidenza e da lunga data, è perché molto spesso il timore del confronto con l'oste (partner) o la paura che certe richieste abbiano conseguenze sugli equilibri, spinge a preferire la sgattaiolata al fast-food! -Ognuno ha i propri gusti, non dimenticate però che solo “assaggiando” abbiamo scoperto piacevole un cibo che pensavamo non fosse di nostro gradimento. E nel sesso? La stessa identica cosa! Le situazioni, le variazioni, vanno sperimentate per dire: "Non mi piace". Nel sesso, com in ogni altro ambito della vita, dovremmo perdere l'abitudine di giudicare in base ai pregiudizi! Io fino a 35 anni non ho mangiato le olive nere perché pensavo fossero aspre, così come una mia cara amica fino a qualche tempo fa pensava di essere esclusivamente eterosessuale ma senza aver mai provato. Poi si è trovata in una situazione in cui ha fermato il pregiudizio e si è lasciata andare alle sensazioni... Abbiamo entrambe capito che ci eravamo trincerate dietro ad una convinzione e che dire "non mi piace, mi fa schifo" di una cosa che non si è provata è limitante (oltre che incoerente). -Il cibo stimola reminiscenza, ricordi vaghi e imprecisi a volte, molto determinati altre: i tortellini della nonna per me, la cassoeula o la cotoletta per i milanesi ricordano l’infanzia. Anche il sesso lo fa, inconsciamente… se siamo più propensi a certe “pratiche” sessuali è anche dovuto ai ricordi che abbiamo, al nostro vissuto. Non vi è mai successo che un comportamento del partner, a letto, vi ricordasse momenti vissuti con altri partner. E magari in termine di paragone! Così come il cibo: se mangio i tortellini, la mia mente va a quelli che faceva mia nonna. Posso pensare che i tortellini di mia nonna erano più buoni, ma posso anche pensare che questi non sono niente male... diversi, ma niente male! Idem for sex. Penso che potrei continuare per ore a constatare situazioni parallele dinamicamente parlando tra il sesso e il cibo. Rifletto ora sul fatto che nel romanzo La ragione dei sensi ho scandito ogni momento intenso con qualche particolare gusto che ho in fatto di cibo o bevanda che adoro... In cosa sono diversi? Solo nella leggerezza del poi: un piatto che non ti piace non lo ordini più! Punto! Con le relazioni è un po’ più difficile ma se imparassimo a gestire le cose diversamente, sarebbe molto più facile. Non sto minimizzando le dinamiche relazionali, ci mancherebbe ma un po’ più di consapevolezza e determinazione aiuterebbero di certo! Mi piace. Lo mangio. Non mi piace più… che faccio? Non possiamo non accennare ai CIBI AFRODISIACI ma che noia! Ormai li conosciamo tutti! Io, seguendo un po' Franco Trentalance nei suoi talk show live dedicati, saprei elencarli a memoria: peperoncino, ostriche, mandorle, cioccolato, avocado, zenzero, banana… ma riguardo al MACA ROSSO? Avete provato? Del piacere legato al cibo e di buona cucina ieri sera abbiamo parlato anche con Marco Mangiarotti, che non conoscevo personalmente, con il quale ho piacevolmente condiviso la tavola: il suo "raccontare" la cucina, facendo puntuali riferimenti storici ma non solo ai piatti tipici milanesi e della provincia parmense (che entrambi apprezziamo), comunica una tale passione... La serata, insomma, è stata davvero positiva; ringrazio Cecilia Pecchioli, Presidente di GPL, per l'ospitalità e il Dott. Fulvio Giardina Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi, presente all'evento e simpaticamente "destabilizzante" per il ruolo che riveste: è stato curioso che l'organizzazione si sia sentita in dovere, per rispetto naturalmente, di chiedere al Dott.Giardina "quanto" ci si poteva addentrare nel discorso sessuale. Curioso perché, anche in questa occasione, il discorso "sesso" è apparso imbarazzante e bisognoso di stabilire prima cosa dire e come dirlo. Questo è ciò che accade quasi sempre negli eventi ufficiali: l'argomento è il sesso e quindi si ha la necessità di stabilire a priori quanto dire, cosa dire... Perché? Perché per molto (troppo) tempo l'argomento è stato trattato con malizia e volgarità, quindi si tende sempre a temere l'eccesso. Qui confermo il mio intento a diffondere il concetto che di sessualità si può parlare anche in maniera approfondita senza scadere nella volgarità e senza imbarazzi. E mi piacerebbe che proprio dai Giovani Psicologi partisse un cambiamento sulla "normalizzazione" del parlare di sesso... se non loro, chi può educare le nuove generazioni al fatto che la sessualità non è qualcosa di cui imbarazzarsi ma semplicemente il motore della vita! Il lavoro di GPL mi piace, il loro approccio innovativo alle questioni psicologiche e alla diffusione del sapere nel campo. Semmai vorrei stimolare loro, e anche gli altri psicologi italiani, a rendersi più comunicativi verso le persone estranee alla loro professione: il lavoro psicologico ha bisogno di perdere quell'aurea di "vecchio e austero strizzacervelli" rinchiuso ad aspettarti nello studio, in cui ti rechi solo quando non ce la fai più! La psicologia dovrebbe essere la guida al benessere, un favorente, un indicatore... una sorta di vigile urbano che ti dice in che direzione andare per evitare di imbottigliarti! In Italia manca sicuramente un tramite tra popolazione sana e psicologia: si pensa che lo psicologo serva solo a chi ha turbe mentali ma se la loro conoscenza fosse diffusa in modalità comprensibile ed usufruibile da parte della gente "comune", la tendenza al benessere sarebbe più facilmente raggiungibile, ne sono certa! Lo dimostra il fatto che le riviste in generale pubblicano in continuazione articoli di simil-psicologia che acchiappano il lettore ma forniscono consigli e indicazioni da rischio di lesione cerebrale! I contenuti sono spesso luoghi comuni dettati da moralismo e giocano sul lato malizioso della sessualità, più che su quello coerente. In bocca al lupo quindi ai GPL per un futuro che vorrei li vedesse sempre attivi e stimolanti come nella serata di ieri!! Non c’è eros senza cibo, non c’è cibo senza eros. Dai banchetti degli antichi romani a 9 settimane e mezzo, passando per i sonetti D’Annunziani e L’ultimo tango a Parigi, i migliori momenti erotici sono da sempre il connubio di sensazioni di pelle e palato. Difficile pensare di sedurre una donna senza invitarla a cena e gustare un ottimo vino, pregustando il dopo cena. I testi riguardanti il cibo non hanno a che fare con questioni sessuali, tuttavia il sesso anche quando sembra assente è presente, intenzionalmente o inconsciamente. La lettura erotica, dalla più antica a quella attuale, amalgama il gusto e l’olfatto in una danza di seduzione fatta di sapori e odori culinari determinanti. Sarà forse questo il motivo per cui le scene di «Cinquanta Sfumature di Grigio» non sono riuscite a stimolare i sensi? Ne parleremo mercoledì 8 Luglio 2015 con Vidheya Del Vicario psicologa e psicoterapeuta, Vice Presidente della Scuola ISPSI Istituto Scientifico di Psicosessuologia Integrata, in clima allegro e conviviale durante l'evento organizzato da Giovani Psicologi Lombardia sempre attivi, propositivi e innovativi nel trattare le diverse tematiche. Nell'ambito del terzo ciclo Food & Soul Expo in Città trascorreremo una serata di piacevole confronto mirato a coinvolgere e interagire con chi ha compreso che la psicologia non è più quel concetto astratto, infinito e noioso a cui è soggetto chi ha turbe mentali ma uno stimolo dinamico a guadagnare benessere, in ogni campo! L'appuntamento è per mercoledì 8 luglio 2015 alle ore 20.30 La cantina del Giannone Via Pietro Giannone 10, 20154 Milano. Per info clicca qui o invia mail a info@giovanipsicologi.it L'anteprima estiva delle presentazioni de "LA RAGIONE DEI SENSI", che ufficialmente partiranno dopo l'estate, meglio non poteva andare ieri sera: ottimo il menù che lo Chef BRUNO BRUNORI ha pensato per la serata, ottima l'ospitalità, ottima la sinergia con le persone intervenute. La terrazza di CASA BRUNORI, che dona una vista mozzafiato su Roma, mi ha regalato una serata introduttiva realmente piacevole all'insegna di un brillante confronto con il pubblico e di un clima assolutamente allegro, ironico ed informale, anche grazie alla presenza casuale di GIANFRANCO BUTINAR la cui simpatia mi era sconosciuta e le cui capacità artistiche si evidenziano nell'immediato. I miei ringraziamenti per l'organizzazione a: Lucia Migliaccio, Presidente dell'Associazione PRIMA Insieme per la qualità della vita Maria Grazia Merola, Presidente dell'Associazione Ma.gra.mé Luigia Paglia, Vicepresidente dell'Associazione SensualMente Bruno Brunori proprietario di CASA BRUNORI Gianna Gigante titolare di Italy Shoppers I ringraziamenti per la partecipazione a quanti sono intervenuti, più che per la presenza in sé, per l'ottima interazione. Non posso esimermi dal rinnovare l'esternazione della soddisfazione che provo quando persone, che all'inizio degli eventi mi appaiono scettiche e prevenute sull'argomento sessualità, si rilassano e interessano al punto da rendere la serata un momento di crescita e di condivisione. Sappiamo tutti che l'eros è argomento "che tira" ma quando lo fa in maniera culturale, ironica e brillante mi stimola ulteriormente a continuare il mio percorso professionale! LA RAGIONE DEI SENSI è stato per me l'input per tutto questo. E a distanza di quasi cinque anni dalla prima pubblicazione resta la chiave empatica per eccellenza. Ci credevo allora. Oggi di più! Piacevole scoperta ieri sera! HAPPY FEW. AMA CHI VUOI (2010). Che io ami la lingua francese non è un segreto e anche il cinema francese, nonostante siano pochi i film francesi che realmente mi colpiscono. Dei film francesi amo l'atmosfera, quella sorta di sensazione di "real life" che trasmettono attraverso fotografia e dialoghi. Quella che il regista Antony Cordier ha magistralmente rappresentato è la storia di un menage à quatre con particolare attenzione alle dinamiche relazionali che possono insorgere in una situazione in cui due coppie instaurano una relazione che non si ferma allo scambio di coppia banalmente inteso come pratica sessuale ma evolve in una relazione d'amore vera e propria tra tutti e quattro i protagonisti. Stiamo parlando di due coppie sposate, con figli, che vivono una storia d'amore "raddoppiata". Quattro storie d'amore in una sola praticamente. Tra Rachel, moglie di Franck, e Vincent, marito di Teri, nasce una passione molto intensa alla quale non vogliono rinunciare, così come non vogliono rinunciare ai rispettivi matrimoni perché entrambi realmente innamorati dei propri coniugi. Decidono quindi di organizzare una cena a quattro e far incontrare anche Franck e Teri. Stiamo naturalmente parlando di una situazione in cui i protagonisti sono sessualmente consapevoli e aperti a esperienze di sperimentazione. Al termine della cena le coppie, complici il vino e l'allegria, si scambiano condividendosi fino quasi a confondersi. Nasce una relazione importante in cui i quattro protagonisti, ovviando qualsiasi banalità, mirano a conciliare il loro desiderio di conservare la relazione legittima con quello di spendersi anche in un altro sentimento importante. La chiave vincente del film è l'accurata attenzione che il regista mette nell'osservare i comportamenti e le emozioni dei protagonisti, le loro reazioni. Un film in cui i quattro protagonisti sono ugualmente e vicendevolmente trainanti e trainati, alternando momenti di slancio e momenti di chiara destabilizzazione emotiva. Un intreccio dall'aspetto sessuale ma dalla consistenza sentimentale davvero interessante e ben rappresentato. Ma come può evolvere una storia in cui quattro persone si fondono anima e corpo? Vorrei dirvelo per spiegarvi le dinamiche che stanno alla base ma mi tratterrò perché mi piacerebbe che lo guardaste come ho fatto io, gustando le sfumature di una storia che definirei di amore classico, con tutti i meccanismi di una relazione d'amore normale, non fosse per il fatto che anziché di un uomo e una donna si parla di due uomini e due donne. Ho inviato i miei complimenti a Antony Cordier questa mattina. Ho trovato il suo lavoro di un'efficacia disarmante: la capacità di mostrare le dinamiche, attraverso sì gli eventi ma soprattutto la sensualità, la sensorialità e l'emotività, è davvero ineccepibile. E' un film erotico? Non per intento. Un film sensuale direi dove le scene sessuali sono piuttosto esplicite ma di estrema naturalità, stile vincente nel bandire totalmente ogni possibile appiglio di volgarità. Personalmente lo giudico davvero un buon film e, parlando di film la cui tematica è a sfondo erotico/sessuale, senz'altro più coinvolgente di CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO! Stamattina ricevo un messaggio che dice questo: "Cara Grazia, sono rimasta molto delusa da te. Ti seguo da parecchio perché ho sempre amato il tuo modo di parlare di sessualità in modo pulito e disincantato ma il tuo articolo che consiglia alle donne di iscriversi ad Annunci69 mi ha fatto cambiare idea su di te. Dove è finita la tua passione per le cose vere se spingi le donne a diventare carne da macello? Peccato. Amelia delusa" Naturalmente ho risposto in privato ad Amelia ma ora ci tengo a fare una puntualizzazione, che non credevo necessaria per chi ha compreso il mio modo di trattare l'argomento sessualità! Io non sono una paladina delle storie da Harmony: ciò che mi piace del mio lavoro è trattare l'argomento sessualità a 360° senza falsi moralismi e senza inutili ipocrisie (di cui, ritengo, siamo già saturi). Questo presuppone che io analizzi le dinamiche per descriverle e per consapevolizzare chi mi legge, il che significa anche dare gli strumenti necessari per scegliere i comportamenti più adatti al proprio modo di essere nell'affrontare certe situazioni. L'ho fatto per lo squirting, per lo scambio di coppia, per il sexting per il bondage e per tanti altri aspetti pratici della sessualità. Ciò non significa che ogni lettore debba necessariamente approvare, mettere in pratica o amare ciò di cui io parlo. Se così fosse allora da domani dovremmo essere tutte prostitute considerando uno degli ultimi articoli che ho pubblicato (qui). L'articolo a cui si riferisce Amelia, per chi non l'avesse letto, è questo, e non è un invito a tutte le donne ad iscriversi ad Annunci69 per fare porcate quanto più una guida per chi cerca uno o più partner sessuali e anche non. Amelia lo ha trovato evidentemente troppo audace ma, considerando che in un paio di settimane è stato visualizzato quasi 7000 volte, direi che a qualcuna è piaciuto (e spero soprattutto sia servito!). Non ho mai spinto nessuno a diventare "carne da macello" e mai lo farò. Se vi delude il mio essere francamente coerente alla realtà, me ne dispiaccio (per voi perbenisti) ma non me ne pento! La vita è una, non createvi mal di pancia per ciò che a voi non piace, per ciò che non avete il coraggio di provare o per ciò che non vi assomiglia... godetevi il resto semmai! Vi presento Matteo Azzali... E chi è Matteo? Uno che mena forte di sicuro (e vi basta guardare le foto del suo profilo Fb per capire perché dico questo) ma che nulla ha a che fare con l'immagine bruta e aggressiva che solitamente ci figuriamo quando pensiamo ad un boxeur... vi basterà buttare un occhio alle sue foto in Fb e godervi il lato "tenero" per nulla velato. Per questo mi piace Matteo... perché quando leggo i suoi post, spesso corredati di foto ad hoc, trovo sempre un momento di vita, di condivisione, di bell'anima. E stamattina ha pubblicato un post che "mi prende" particolarmente sia per l'iniziativa che annuncia, sia per il messaggio brillante ed efficace stampato sulla sua maglietta: "A parole siamo tutti bravi, ma poi c'è lui. Un pugno al cancro". Queste sono le maglie che tutti i Pugili e Maestri della Boxe Parma e Pugilistica KID Saracca indosseranno Venerdì 8 Maggio 2015 per gli incontri di pugilato che si terranno al Palazzetto dello Sport di Parma. Sarà una grande serata di sport e l'incasso verrà devoluto all'Ospedale Oncologico di Parma. Cito le testuali parole che ha usato Matteo nel presentare le maglie perché ci tengo a non storpiare il messaggio che ha voluto lanciare: IL CANCRO FA MOLTA PAURA ED È UN AVVERSARIO MOLTO FORTE MA CON LA RICERCA E L' AIUTO DI TUTTI, LO SI PUÒ PRENDERE A PUGNI.....E RIPRESA DOPO RIPRESA GUADAGNARSI LA VITTORIA FINALE!!!! FORZA!!!! Insomma... l'iniziativa merita di essere sostenuta da chi è in zona ma anche da chi ha voglia di farsi un giro e godersi lo spettacolo di uno sport che non è certamente indicativo di violenza, come il luogo comune vorrebbe, ma bensì una mera espressione fisica e mentale di forza, tecnica e anima! Matteo. Bell'anima. Lui e tutti quelli che come lui lottano... anche per gli altri! |
GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Accanita divoratrice di film, libri, serie tv e... di Vita. Blog dedicato a fatti, film, libri, serie tv e cose belle.
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