Cos'è l'arte se non la capacità di trasmettere emozioni attraverso una espressione del sentire? Sia essa un dipinto, un disegno, una musica, uno scritto, una fotografia, una recitazione, un'interpretazione, una scultura: una qualsiasi esternazione delle sensazioni dell'anima che arriva a coinvolgere ed emozionare un'altra anima. Credo sia possibile raggiungere la consapevolezza di cosa sia davvero "ARTE" solo studiando l'etimologia del termine stesso e soprattutto la sua accezione filosofica, il suo percorso attraverso i secoli, fino a giungere a oggi. Perché parlo di consapevolezza? Perché dell'oggi non mi piace l'abitudine diffusa a definire artistico tutto ciò che viene prodotto, indipendentemente dal suo contenuto e dalla sua consistenza. Personalmente percepisco e definisco "artistico" un prodotto della creatività quando, osservandolo o ascoltandolo o toccandolo, carpisce il mio stato d'animo e lo modifica: mi accompagna in un viaggio, anche momentaneo, verso una direzione che non ho deciso io. Ma l'artista. Ovvio che la soggettività di chi "assiste" influenza il grado di partecipazione emotiva e quindi, soggettivamente, ci si sente più coinvolti da una certa forma d'arte piuttosto che da un'altra, ma ci sono artisti che non possono lasciarti indifferente a livello emotivo, se ami l'arte. Io ho estremo rispetto di chi si distingue per essenza artistica, quel rispetto che ti fa "invidiare" la sua capacità di espressione, la sua potenza comunicativa. Oggi è il compleanno di una donna che stimo davvero tanto, la cui essenza artistica mi coinvolge al punto che spesso vado a cercare emozione nelle sue creazioni anche a metà di una notte di lavoro, quando voglio che qualcuno mi distolga dal mio pensare e mi porti nel suo sentire. Lei è TIZIANA CERA ROSCO artista nella quale ritrovo la mia idea di sensualità completa, matura, crescente. Sensualità nell'accezione più alta, lontanissima dal significato superficiale comune odierno. Sensualità in termini di intensità di stimolo dei SENSI. E in questo giorno voglio fare gli auguri a Tiziana regalando a voi la possibilità di conoscerla, se ancora non vi fosse successo di emozionarvi con lei. A lei dedico un sorriso che l'accompagni nei suoi viaggi emozionali e il mio ringraziamento per l'emozione che mi dà osservare le sue opere e SENTIRCI DENTRO il suo percorso personale. Intenso, sempre. Tra le maggiori personalità artistiche femminili del Novecento, Frida Kahlo è forse l'unica in cui riconosco una così ampia poliedricità ma la percepisco attraverso una sorta di disagio interno, e questo ha molto condizionato la mia attenzione nell'ambito del percorso della mostra alle SCUDERIE DEL QUIRINALE. A questa mostra devo molto dal punto di vista personale perché mi ha dato la possibilità di comprendere quanto contenuto ci sia nelle opere della Kahlo, che ho sempre "schivato": non mi piacciono in senso estetico superficiale e non metterei mai un suo dipinto in casa mia fatta esclusione per il Mosè (o Nucleo Solare) che mi toglie il respiro attraverso la sensazione di completezza che mi stimola. La mostra è un percorso attraverso l'intera carriera artistica della Kahlo e raccoglie oltre 40 opere provenienti da collezioni private e pubbliche da ogni dove. Il filo conduttore non poteva altro essere che l'espressione dell'essenza di una donna che in vita ha spesso dichiarato di aver avuto due disgrazie: il terribile incidente che da adolescente le causò fratture multiple e la condannò ad una vita di dolore e sofferenza, tra cui quella di non poter diventare madre, e l'incontro con Diego Rivera, grande pittore di murales che sposò due volte, con cui visse un amore travolgente, passionale, sofferto, intriso di tradimenti e rotture, che lei stessa sosteneva fosse "certamente la peggiore".
Partiamo dal mio concetto di arte, che è soggettivo chiaramente ma che non ho nessuna intenzione di cambiare, non perché lo ritenga il migliore in assoluto ma perché il mio modo di percepire le emozioni artistiche mi da talmente soddisfazione che non voglio perderlo! Cos'è l'arte se non la capacità di trasmettere emozioni attraverso una espressione del sentire? Sia essa un dipinto, un disegno, una musica, uno scritto, una fotografia, una recitazione, una scultura: una qualsiasi esternazione delle sensazioni dell'anima che arriva a coinvolgere ed emozionare un'altra anima.
E ieri la mia anima ha preso una batosta incredibile! Incredibile non perché non sia credibile nel mondo mediatico in cui viviamo, ma incredibile per me che da ogni espressione artistica traggo nutrimento, emozione, intensità. Positiva o negativa che sia la mia reazione, comunque è uno stimolo alla crescita. In misura variabile a seconda del genere artistico e anche della mia predisposizione mentale del momento, chiaramente. Ma andiamo ai fatti. In questi giorni sto affrontando la preparazione di un progetto letterario che vuole definire la sensualità attraverso un excursus del significato che la sensualità stessa ha per artisti significativi della nostra epoca. Quindi sto contattando le personalità artistiche italiane che ritengo essere icone rappresentative del nostro tempo. Devo dire che la risposta alla mia richiesta da parte i questi artisti è stata fino a ieri ben accolta e recepita, anche perché è molto immediata e impegna giusto il tempo di qualche frase, salvo che l'artista stesso sia stimolato ad un approfondimento personale nel discorso, al quale io sono sempre molto disponibile e interessata. Fino a ieri dico perché ieri ho scritto ad un artista teatrale (ma non solo) che ritengo molto profondo, molto intenso. Non voglio deviare i fatti con una interpretazione, quindi copio e incollo qui direttamente i testi dello scambio via mail. Non comparirà il nome dell'artista né i vari banner pubblicitari (copia-incollati al posto della firma) della persona che mi ha risposto. Non compariranno non perché io tema alcunché ma semplicemente perché credo che se il contatto fosse stato diretto con l'artista, il risultato sarebbe stato ben diverso (o almeno lo spero) quindi non intendo ledere la sua immagine. Questo mio articolo non è una critica al personaggio o al suo staff, è semplicemente un mezzo per analizzare l'evoluzione del concetto di essere artisti... "Buongiorno ********. Sono Grazia Scanavini, fondatrice dell'Associazione Culturale SensualMente di Roma, scrittrice di romanzi e di articoli per riviste. Sto preparando un trattato che si articola attraverso l'elaborazione delle idee di sensualità di alcuni artisti e personaggi che ritengo significativamente legati a questo concetto. Ti contatto per chiederti la disponibilità ad una breve intervista riguardo alla tua idea di sensualità. Potrebbe svolgersi nella maniera che più ritieni opportuna: chiaramente io preferirei un face-to-face perché la comunicazione è più efficace ma posso farmi bastare anche uno scambio telefonico o skype. Mi farebbe davvero piacere avere una tua considerazione/esternazione nell'ambito del progetto. Ti ringrazio per l'attenzione e ti auguro una buona giornata Grazia Scanavini" "Buongiorno sono l'ufficio stampa di ********. Ho provato a chiamarla al cellulare ma non ha risposto. La ringrazio di aver pensato a ******** per il suo progetto ma purtroppo abbiamo già concordato una serie di interventi media per il prossimo anno e l'intervento sulla sensualità non rientra tra i nostri obiettivi di comunicazione. Sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordialmente ****" "Gentilissima **** le chiedo scusa ma sono in viaggio e non avevo sentito il telefono. Che risposta lontanissima da quello che io avevo proposto. Chiedevo semplicemente di sapere quale significato avesse (per l'uomo ********) la sensualità e il suo punto di vista sarebbe stato citato in questo libro. Trovo terribile che le menti artistiche siano assoggettate ai planning mediatici. Avrei compreso una non disponibilità da parte di ******** ad esprimere pubblicamente questo concetto. L'avrei ritenuta una scelta personale rispettabile. Scusi se le esprimo il mio punto di vista ma sono rimasta davvero colpita: è unica nel genere di risposte che ho ricevuto in questi giorni dagli altri artisti/personaggi contattati. Una risposta come questa è lontanissima dalle emozioni che ******** trasmette con la sua arte. La ringrazio per la cortese attenzione e le auguro una buona serata. Grazia Scanavini" "la risposta è unica perché ******** è unico..." "Gentilissima ****, concordo con lei concettualmente nonostante la banalità della risposta ma questa standardizzazione mediatica non assomiglia in nulla e per nulla alle emozioni che ******** stimola. Di nuovo grazie per l'attenzione e buona serata Grazia Scanavini" "cara Grazia penso abbia espresso benissimo il suo concetto..Nonostante ciò è molto banale anche la richiesta di intervista a ******* sulla sensualità, ma questo io non gliel'ho detto.. le ho risposto sinceramente senza esprimere giudizi sulla sua richiesta e senza nascondermi dietro parole senza senso. Io e ******** lavoriamo insieme da oltre 18 anni e se ******** le piace così tanto forse in parte è anche "merito" dei miei planning mediatici... la ringrazio per l'attenzione ****" "Gentilissima ****, Lei è risentita ma non era mia intenzione giudicare il suo lavoro quanto piuttosto riflettere insieme a lei sul concetto della standardizzazione, che inevitabilmente adduce banalità. Concorderà con me che la standardizzazione banalizza, sopratutto laddove parliamo di arte. È indubbio che lei è la parte mediatica che sicuramente funziona. Se le sembra banale elaborare l'ambito della sensualità attraverso le espressioni delle personalità artistiche di un'epoca, evidentemente abbiamo un concetto di sensualità molto diverso. Non si offenda di nuovo, la prego, non ritengo il mio migliore del suo, sono semplicemente diversi. La saluto serenamente ****, per me i confronti sono sempre costruttivi. Una buona serata Grazia Scanavini" "Concordo" Non stavo mentendo giuro, per me è stato comunque piacevole riflettere sulle dinamiche che oggi regolamentano il fare artistico e, condizionano quindi, l'essere un artista. Ed è chiaro che la Signorina **** fa il suo lavoro, ma è innegabile che questo modo di gestire l'arte devia l'essenza artistica. Ribadisco qui, come ho scritto alla Signorina **** che non pretendevo una risposta affermativa, ma avrei preferito ricevere una risposta che riportava l'essenza personale dell'artista: mi va, non mi va, mi interessa, non mi interessa... era uguale! Perché per me arte è essere capace di trasmettere ciò che si prova, emozionarsi trasmettendo emozioni e c'entra poco con i planning mediatici. Non vivo nel mondo delle favole, è chiaro che gli artisti abbiano bisogno ogni giorno di più di pianificare per vendersi il meglio possibile, così come è sicuro che non possano esserci sempre e per chiunque ma mi mette tristezza pensare che ormai la linea guida sia questa! E che la capacità artistica sia sempre e in ogni caso (anche quando si tratta di scambiare 4 parole) modulata dal manager o dall'ufficio stampa o da chissà quale figura che, inevitabilmente, mi rimanda ad una sola immagine: il denaro. Non il valore, il denaro. Sono una "romantica" che non si adatta ai tempi moderni? Non particolarmente ma alla risposta ricevuta dalla Signorina **** ho preferito la telefonata di Vittorio Sgarbi alle 3 e mezzo della notte, lo sguardo intenso di Alessandro Haber mentre mi porge il fuoco per accendere la sigaretta seduti ad un tavolo di trattoria a Trastevere o una qualsiasi altra situazione che mi abbia comunicato l'essenza artistica della persona. E non perché mi hanno dato ciò che cercavo (il loro concetto di sensualità) ma perché in qualche modo mi hanno emozionata. L'arte è emozione o era emozione? Dov'è finito il sentire? |
GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Accanita divoratrice di film, libri, serie tv e... di Vita. Blog dedicato a fatti, film, libri, serie tv e cose belle.
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