![]() Molto interessante leggere un dibattito stimolato sulla bacheca Fb da Alessandro Pellizzari: "Provocazione pre-chiusura del giornale. Ho diversi amici gay che stanno insieme come marito e moglie da anni. Sono coppie che, qualche volta, come solidità, danno dei punti a quelle etero. Se c'è una cosa che non discuto sono le preferenze sessuali: nel sesso non ci sono regole, e mai devono esserci. È il privato del privato, è la scelta delle scelte. Sono quindi favorevole ai matrimoni gay, nonostante io sia cattolico credente, e penso che molti gay siano ottimi cristiani. Detto questo sono contrario all'adozione di bambini o similari (utero in affitto ecc) da parte delle coppie gay per un solo motivo: la mancanza della madre biologica vera, presente. Chi ha figli, soprattutto se è padre, può vedere, sentire, toccare con mano il profondo vincolo, viscerale, biologico, genetico che i suoi figli hanno con la mamma. Un vincolo che neanche il padre biologico può sostituire, e che si vede dal momento in cui il piccolo viene messo sul ventre della madre e succhia il primo latte, alle sue confidenze di semiadulto adolescente che cerca ancora la coccola della madre. Fino alla morte della madre, una mutilazione per qualsiasi figlio. Alessandro Pellizzari " che altro non è, a mio parere, che un frammento dello specchio della nostra società: il diverso c'è, esiste e crea destabilizzazione. Io sono chiaramente a favore dei matrimoni gay, ci mancherebbe, chi sono io per decidere con chi deve condividere la vita un altro? Ho avuto riserve sul fatto dell'adozione da parte di coppie gay fino a che ragionavo esclusivamente in base alle leggi della natura: pensavo che la genitorialità dovesse essere competenza solo di chi può avere figli naturalmente. Poi ho cambiato punto di vista da quando sono diventata madre, da quando ho preso coscienza di cosa significhi crescere un figlio, non partorirlo. Partorire un figlio non è essere madre e l'istinto materno, se riusciamo ad andare oltre l'aspetto poetico, altro non è che l'amalgama di amore e desiderio di impegnarsi nella crescita di un essere umano. E' fuori discussione che il legame biologico sia la base perfetta del rapporto madre-figlio ma solo se consideriamo il fatto da un punto di vista "idealizzato": la condizione ideale è che ogni madre che partorisce un figlio se ne prende cura con amore e capacità educativa fino a che il bambino raggiunge l'età adulta. Fantastico, no? Ma la realtà è un'altra e non possiamo ovviarla per idealismo poetico. Il Prof Vittorino Andreoli, che io vorrei come Presidente della Repubblica, ha racchiuso il tutto in un ragionamento molto semplice e pragmatico: chiaro che l'iter ideale sarebbe che un bambino venisse cresciuto dalla madre e dal padre biologici con amore, rispetto e capacità educativa. Ma piuttosto che un bambino cresca in un orfanotrofio, preferisco che sia cresciuto nell'amore che anche una coppia gay può dare allo stesso livello di una coppia etero. E' fuori discussione che i bambini in questione dovranno affrontare purtroppo momenti di difficoltà sociale perché l'educazione ottusa di questa epoca ancora non predispone al rispetto dell'altro ma bensì alla sovrastazione. Ma più che vietare che questi bambini vengano adottati da coppie gay bisognerebbe educare i figli delle coppie etero a non schernirli, offenderli o ferirli. NON SI PUO' CONTINUARE A RAGIONARE IN BASE ALLA PERFEZIONE perché la perfezione non è realtà. Sinceramente, ho visto e vedo figli di coppie etero cresciuti in clima di totale disamore e diseducazione che non posso non credere che, probabilmente, sarebbero cresciuti più serenamente con una coppia gay che magari non avrà istinto materno biologico ma decide in modo consapevole di impegnarsi amorevolmente nella crescita di un bambino. Ammetto di concordare con Alessandro sul fatto che un figlio "di ventre" sia un'altra storia ma non è scontato, non è assoluto e quindi, ben venga che qualsiasi persona che si prende l'impegno consapevole ed affettivo di crescere un bambino abbandonato, possa farlo! Indipendentemente dall'inclinazione sessuale che, personalmente, è solo una variabile di disagio perché si trova a scontrarsi con la morale ipocrita del nostro tempo. Le favole non esistono, i bambini negli istitui sì! Io la penso così... chiaro che vorrei (nella visione "favolistica" della questione) che ogni madre biologica a questo mondo avesse le capacità psichiche, pratiche ed attitudinali di crescere il proprio figlio, allora potremmo basarci sul discorso della naturalità. Se non ci fosse nemmeno un bambino abbandonato, maltrattato o (cosa che sembra poco grave ma io la ritengo immane) cresciuto in un ambiente diseducativo, potremmo ragionare in termini di naturalità, ma lo stato della nostra società non ce lo consente. Non mi pare che sia discutibile il rapporto viscerale, ma che c'entra il rapporto viscerale con l'adozione da parte di gay? Non è che vengano tolti figli a madri con cui hanno rapporto viscerale e vengano affidati ai gay. Semmai il concetto di base che spicca nella provocazione di Pellizzari è che ai gay no e agli etero sì! Ma nemmeno nell'adozione da parte di coppie etero abbiamo "la madre biologica vera, presente" (cito Alessandro). E allora, se questo è il concetto portante di questa discussione, dovremmo non appoggiare qualsiasi tipo di adozione, no?! Secondo me l'unico "ma" può essere determinato dal fatto che, finché l'adozione da coppie gay sarà un "fenomeno" da stabilizzare, i bambini adottati potrebbero subire maltrattamenti psicologici da parte di coetanei male-educati o peggio da adulti ottusi. Io vedo questo unico problema! Concludo il discorso dedicato all'adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso puntualizzando che 20 Paesi al mondo consentono l'adozione e, in Australia ad esempio, questi sono i risultati. So che lo spirito conservatore dela nostra società ci tiene legati alla coppia tradizionale ma #ilprosciuttovamessosulpane http://www.ilpost.it/2014/07/08/figli-coppie-omosessuali-studio-australia/ EVENTI E MOMENTIBlog dedicato a riflessioni su fatti specifici, film, libri e opere artistiche varie.
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