Ci sono anime che non ce l'hanno fatta a mettersi in fila con le altre perché la loro essenza è quella dell'arte, delle sensazioni. Che gli ambiti siano diversi per genere artistico poco importa perché quando due personalità come quella di Franco Trentalance e Vittorio Sgarbi si trovano ad interagire in modo informale, nonostante la location sia quella di un talk show, l'interesse va oltre lo specifico e le caratteristiche si amalgamano in un mix di ironia, cultura e riflessione. Questo è ciò che è successo ieri sera al Ristorante Charlot di Casalecchio di Reno durante il Talk Show itinerante CHIACCHIERE PRIVATE ideato e condotto da Trentalance, che ha già visto ospiti anche Carmelo Abbate, Giuseppe Giacobazzi, Roberto Re, i Fichi D'india ed altri personaggi. E' un Franco Trentalance che sta evolvendo quello che ho visto ieri sera, che ha voglia di riscoprirsi mettendosi in gioco con altre capacità rispetto a quelle dimostrate finora, che non rinnega assolutamente. Un Trentalance che ha voglia di divertirsi creando armonie che siano cinema (ha appena terminato il mediometraggio TERRAIN con la regista Nora Fabi Coffee Maniacs Movies), che siano scrittura (è in uscita il suo prossimo libro), che siano spettacolo. Spettacolo in cui Vittorio Sgarbi sembra trovarsi non solo a proprio agio ma piacevolmente coinvolto e coinvolgente. Dapprima con la presentazione del libro Il punto di vista del cavallo. Caravaggio (Bompiani) attraverso la proiezione di immagini che sono andate a mostrare al pubblico l'essenza caravaggiana e l'attinenza quasi preveggente dell'artista, che Sgarbi definisce l'autore che attraverso la pittura rende per primo l'idea di "scatto fotografico", fermo di immagine. E' sempre un piacere seguire Vittorio nei suoi viaggi che stimolano riflessione nella conoscenza e altrettanto piacevole è stato il passaggio al talk show vero e proprio, durante il quale Franco Trentalance con ironia e non chalance guida Sgarbi in una esternazione di concezioni personali, episodi particolari e vita quotidiana. Decisamente una serata che trascorre in modo piacevole, anche per la disponibilità sia di Trentalance che di Sgarbi ad interagire con il pubblico: punto di forza dei due personaggi che hanno (nonostante la notorietà e l'immagine che perviene dai media) un'ottima predisposizione a intrattenersi con il pubblico. E, per concludere, ancora una volta metto in campo un'analisi si scontra con i pregiudizi: Trentalance ha una personalità che va ben al di là delle sue indubbie capacità di porno attore e Sgarbi può stimolare in modo molto significativo l'interesse per l'arte, con la sua capacità sicuramente singolare di proporre lo studio delle opere. In una serata come quella ha cui ho partecipato ieri sera le caratteristiche luogo-comune dei due personaggi diventano semplicemente un contorno per giocare con l'ironia: i film porno e le capre diventano un momento per scherzare ma ad evidenziarsi sono le reciproche personalità. Se lo spettacolo (gestito dalla MICHAEL FELDHAUS MANAGEMENT) dovesse capitarvi a portata di cena, io ve lo consiglio!! Contatti: https://www.facebook.com/pages/Franco-Trentalance-Quello-Vero/131022053734216?fref=ts mfmanagement@live.it https://www.facebook.com/il.disubbidiente.9/about Partiamo dal mio concetto di arte, che è soggettivo chiaramente ma che non ho nessuna intenzione di cambiare, non perché lo ritenga il migliore in assoluto ma perché il mio modo di percepire le emozioni artistiche mi da talmente soddisfazione che non voglio perderlo! Cos'è l'arte se non la capacità di trasmettere emozioni attraverso una espressione del sentire? Sia essa un dipinto, un disegno, una musica, uno scritto, una fotografia, una recitazione, una scultura: una qualsiasi esternazione delle sensazioni dell'anima che arriva a coinvolgere ed emozionare un'altra anima.
E ieri la mia anima ha preso una batosta incredibile! Incredibile non perché non sia credibile nel mondo mediatico in cui viviamo, ma incredibile per me che da ogni espressione artistica traggo nutrimento, emozione, intensità. Positiva o negativa che sia la mia reazione, comunque è uno stimolo alla crescita. In misura variabile a seconda del genere artistico e anche della mia predisposizione mentale del momento, chiaramente. Ma andiamo ai fatti. In questi giorni sto affrontando la preparazione di un progetto letterario che vuole definire la sensualità attraverso un excursus del significato che la sensualità stessa ha per artisti significativi della nostra epoca. Quindi sto contattando le personalità artistiche italiane che ritengo essere icone rappresentative del nostro tempo. Devo dire che la risposta alla mia richiesta da parte i questi artisti è stata fino a ieri ben accolta e recepita, anche perché è molto immediata e impegna giusto il tempo di qualche frase, salvo che l'artista stesso sia stimolato ad un approfondimento personale nel discorso, al quale io sono sempre molto disponibile e interessata. Fino a ieri dico perché ieri ho scritto ad un artista teatrale (ma non solo) che ritengo molto profondo, molto intenso. Non voglio deviare i fatti con una interpretazione, quindi copio e incollo qui direttamente i testi dello scambio via mail. Non comparirà il nome dell'artista né i vari banner pubblicitari (copia-incollati al posto della firma) della persona che mi ha risposto. Non compariranno non perché io tema alcunché ma semplicemente perché credo che se il contatto fosse stato diretto con l'artista, il risultato sarebbe stato ben diverso (o almeno lo spero) quindi non intendo ledere la sua immagine. Questo mio articolo non è una critica al personaggio o al suo staff, è semplicemente un mezzo per analizzare l'evoluzione del concetto di essere artisti... "Buongiorno ********. Sono Grazia Scanavini, fondatrice dell'Associazione Culturale SensualMente di Roma, scrittrice di romanzi e di articoli per riviste. Sto preparando un trattato che si articola attraverso l'elaborazione delle idee di sensualità di alcuni artisti e personaggi che ritengo significativamente legati a questo concetto. Ti contatto per chiederti la disponibilità ad una breve intervista riguardo alla tua idea di sensualità. Potrebbe svolgersi nella maniera che più ritieni opportuna: chiaramente io preferirei un face-to-face perché la comunicazione è più efficace ma posso farmi bastare anche uno scambio telefonico o skype. Mi farebbe davvero piacere avere una tua considerazione/esternazione nell'ambito del progetto. Ti ringrazio per l'attenzione e ti auguro una buona giornata Grazia Scanavini" "Buongiorno sono l'ufficio stampa di ********. Ho provato a chiamarla al cellulare ma non ha risposto. La ringrazio di aver pensato a ******** per il suo progetto ma purtroppo abbiamo già concordato una serie di interventi media per il prossimo anno e l'intervento sulla sensualità non rientra tra i nostri obiettivi di comunicazione. Sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordialmente ****" "Gentilissima **** le chiedo scusa ma sono in viaggio e non avevo sentito il telefono. Che risposta lontanissima da quello che io avevo proposto. Chiedevo semplicemente di sapere quale significato avesse (per l'uomo ********) la sensualità e il suo punto di vista sarebbe stato citato in questo libro. Trovo terribile che le menti artistiche siano assoggettate ai planning mediatici. Avrei compreso una non disponibilità da parte di ******** ad esprimere pubblicamente questo concetto. L'avrei ritenuta una scelta personale rispettabile. Scusi se le esprimo il mio punto di vista ma sono rimasta davvero colpita: è unica nel genere di risposte che ho ricevuto in questi giorni dagli altri artisti/personaggi contattati. Una risposta come questa è lontanissima dalle emozioni che ******** trasmette con la sua arte. La ringrazio per la cortese attenzione e le auguro una buona serata. Grazia Scanavini" "la risposta è unica perché ******** è unico..." "Gentilissima ****, concordo con lei concettualmente nonostante la banalità della risposta ma questa standardizzazione mediatica non assomiglia in nulla e per nulla alle emozioni che ******** stimola. Di nuovo grazie per l'attenzione e buona serata Grazia Scanavini" "cara Grazia penso abbia espresso benissimo il suo concetto..Nonostante ciò è molto banale anche la richiesta di intervista a ******* sulla sensualità, ma questo io non gliel'ho detto.. le ho risposto sinceramente senza esprimere giudizi sulla sua richiesta e senza nascondermi dietro parole senza senso. Io e ******** lavoriamo insieme da oltre 18 anni e se ******** le piace così tanto forse in parte è anche "merito" dei miei planning mediatici... la ringrazio per l'attenzione ****" "Gentilissima ****, Lei è risentita ma non era mia intenzione giudicare il suo lavoro quanto piuttosto riflettere insieme a lei sul concetto della standardizzazione, che inevitabilmente adduce banalità. Concorderà con me che la standardizzazione banalizza, sopratutto laddove parliamo di arte. È indubbio che lei è la parte mediatica che sicuramente funziona. Se le sembra banale elaborare l'ambito della sensualità attraverso le espressioni delle personalità artistiche di un'epoca, evidentemente abbiamo un concetto di sensualità molto diverso. Non si offenda di nuovo, la prego, non ritengo il mio migliore del suo, sono semplicemente diversi. La saluto serenamente ****, per me i confronti sono sempre costruttivi. Una buona serata Grazia Scanavini" "Concordo" Non stavo mentendo giuro, per me è stato comunque piacevole riflettere sulle dinamiche che oggi regolamentano il fare artistico e, condizionano quindi, l'essere un artista. Ed è chiaro che la Signorina **** fa il suo lavoro, ma è innegabile che questo modo di gestire l'arte devia l'essenza artistica. Ribadisco qui, come ho scritto alla Signorina **** che non pretendevo una risposta affermativa, ma avrei preferito ricevere una risposta che riportava l'essenza personale dell'artista: mi va, non mi va, mi interessa, non mi interessa... era uguale! Perché per me arte è essere capace di trasmettere ciò che si prova, emozionarsi trasmettendo emozioni e c'entra poco con i planning mediatici. Non vivo nel mondo delle favole, è chiaro che gli artisti abbiano bisogno ogni giorno di più di pianificare per vendersi il meglio possibile, così come è sicuro che non possano esserci sempre e per chiunque ma mi mette tristezza pensare che ormai la linea guida sia questa! E che la capacità artistica sia sempre e in ogni caso (anche quando si tratta di scambiare 4 parole) modulata dal manager o dall'ufficio stampa o da chissà quale figura che, inevitabilmente, mi rimanda ad una sola immagine: il denaro. Non il valore, il denaro. Sono una "romantica" che non si adatta ai tempi moderni? Non particolarmente ma alla risposta ricevuta dalla Signorina **** ho preferito la telefonata di Vittorio Sgarbi alle 3 e mezzo della notte, lo sguardo intenso di Alessandro Haber mentre mi porge il fuoco per accendere la sigaretta seduti ad un tavolo di trattoria a Trastevere o una qualsiasi altra situazione che mi abbia comunicato l'essenza artistica della persona. E non perché mi hanno dato ciò che cercavo (il loro concetto di sensualità) ma perché in qualche modo mi hanno emozionata. L'arte è emozione o era emozione? Dov'è finito il sentire? |
GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Accanita divoratrice di film, libri, serie tv e... di Vita. Blog dedicato a fatti, film, libri, serie tv e cose belle.
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