Io sono "votata" ai locali che offrono buona cucina, birra al top e relax e quindi del mio martedì di questa settimana non posso non raccontarvi! Dove sono stata? PUB NUMBER TEN che si trova a Bologna, in via Emilia Ponente, dal 1976 (avevo 3 anni appena). La storicità del locale è anche la sua forza perché... "Lo zio degli attuali gestori, emigrante in Gran Bretagna, aveva là potuto cogliere la tipica caratteristica di quei luoghi di ritrovo: trasmette questo amore ai nipoti che così si accingono ad aprire qualcosa di simile nella città felsinea. L'intento è quello di ricreare quell'atmosfera così particolare che a quei tempi in Italia e a Bologna manca. Trovato il locale, pare come una coincidenza di buon auspicio che esso si trovi in via Emilia al n° 10: un indirizzo in cui la "bolognesità" sembra felicemente sposarsi con un tocco britannico, allo stesso numero civico di Downing Street si trova infatti la sede del primo ministro inglese; nessun dubbio quindi sul nome del locale: pub number ten. Il locale è uno dei primi pub inglesi in Italia e a Bologna; si fa promotore di una vera e propria "cultura della birra” che gli intenditori apprezzano per l'estrema cura posta in ogni fase della spinatura , mantenimento e servizio; inoltre una gamma sempre più vasta di marchi e di tipi di birra diffonde in tutta la città e oltre la fama del locale." Questo è ciò che riporta la home del loro sito ma ciò che voglio fare invece è raccontarvi come sono stata io in questo locale! Sono andata martedì, come dicevo, per un incontro di lavoro (con chi dovete essere bravi ad indovinarlo guardando le foto appositamente poco esplicite) e mi sono sentita subito ottimamente accolta (grazie al c.... unica donna su 16 commensali!). L'atmosfera è quella del "sentiti a casa tua, qui abbiamo poche storie, ci piace stare bene!" alias: allegria, zero ipocrisia, ben poche formalità e tantissimo gusto! Gusto sia nel rapporto gestori-cliente che nella qualità del pranzo: la mia mente si è rilassata allegramente e la mia pancia ha goduto: frittata di uova su letto di salsiccia, verdure fresche, stinco, dolci... birra sulla quale impossibile discutere (e smettere di bere), il tutto tra persone che amano condividere tavola e gusti! L'unica a lamentarsi è stata la mia bocca (colpa di un habanero che ho spontaneamente deciso di addentare, che mi ha punita con una mezz'ora buona di fuoco contro cui nessun rimedio ha potuto -credevo di morire!). Insomma: ottima cucina, ottima birra, ottima compagnia e, ciliegina sulla torta, per chi come me ama gli whisky, qui non esce a bocca asciutta! Perché questo post? Perché se passate per Bologna o ci abitate e non siete mai stati al PUB NUMBER TEN, non avventuratevi in un pub qualsiasi dove (come spesso succede) siete solo un cliente che deve consumare una cosa qualsiasi nel minor tempo possibile e senza disturbare troppo... entrate qui e prendetevi tutto quello che una "gestione per passione" può darvi!! Grazie a Cristiano e a tutti gli altri presenti per l'ottimo tempo trascorso insieme! http://www.pubnumberten.it/ Questa settimana sul numero 29 di STARBENE (MONDADORI) vi propongo una situazione sulla quale, secondo me, c'è da riflettere per non cadere nell'ovvietà e nella banalità dei luoghi comuni: IL SESSO A PAGAMENTO! Non sto parlando di escort, non sto parlando di prostitute e nemmeno di locali che offrono questo. Vi parlo di un'esperienza molto diversa: quella che non vede nel denaro la modalità di riconoscimento di una prestazione sessuale ma una sorta di valorizzazione dell'intesa sessuale. Lo so, scatenerò l'ira delle femministe convinte e non solo ma, piaccia o no all'opinione pubblica, ci sono donne che scoprono di sentirsi appagate nel riconoscimento delle proprie capacità amatorie e nell'interesse che l'uomo dimostra prendendosi cura del loro benessere, anche dal lato economico. E io le rispetto. Se ragioniamo per luoghi comuni entrano in ballo la mercificazione del corpo, l'inflazione del sentimento, la denigrazione della valenza femminile e mille altri valori etico-morali. Ma ci sono situazioni, innegabili visto che esistono, in cui l'etica non ha accesso per luogo comune e la morale va oltre l'apparenza: si parla di un gioco e, ancor di più a volte, di un legame erotico in cui il riconoscimento della femminilità attraverso il denaro è una dinamica di affinità. Il punto di vista psicologico questa settimana è affidato al Dott.Daniele Bonanno psicologo e psicoterapeuta presso AISPS Roma, che potete trovare alla pagina https://www.facebook.com/sessuologiaroma?fref=ts o sul sito http://www.aisps.net/. Sono come al solito disposta al confronto sulla tematica ma, prima di eruttare banali affermazioni di sentenza leggete la storia. Poi ne parliamo! Ci sono anime che non ce l'hanno fatta a mettersi in fila con le altre perché la loro essenza è quella dell'arte, delle sensazioni. Che gli ambiti siano diversi per genere artistico poco importa perché quando due personalità come quella di Franco Trentalance e Vittorio Sgarbi si trovano ad interagire in modo informale, nonostante la location sia quella di un talk show, l'interesse va oltre lo specifico e le caratteristiche si amalgamano in un mix di ironia, cultura e riflessione. Questo è ciò che è successo ieri sera al Ristorante Charlot di Casalecchio di Reno durante il Talk Show itinerante CHIACCHIERE PRIVATE ideato e condotto da Trentalance, che ha già visto ospiti anche Carmelo Abbate, Giuseppe Giacobazzi, Roberto Re, i Fichi D'india ed altri personaggi. E' un Franco Trentalance che sta evolvendo quello che ho visto ieri sera, che ha voglia di riscoprirsi mettendosi in gioco con altre capacità rispetto a quelle dimostrate finora, che non rinnega assolutamente. Un Trentalance che ha voglia di divertirsi creando armonie che siano cinema (ha appena terminato il mediometraggio TERRAIN con la regista Nora Fabi Coffee Maniacs Movies), che siano scrittura (è in uscita il suo prossimo libro), che siano spettacolo. Spettacolo in cui Vittorio Sgarbi sembra trovarsi non solo a proprio agio ma piacevolmente coinvolto e coinvolgente. Dapprima con la presentazione del libro Il punto di vista del cavallo. Caravaggio (Bompiani) attraverso la proiezione di immagini che sono andate a mostrare al pubblico l'essenza caravaggiana e l'attinenza quasi preveggente dell'artista, che Sgarbi definisce l'autore che attraverso la pittura rende per primo l'idea di "scatto fotografico", fermo di immagine. E' sempre un piacere seguire Vittorio nei suoi viaggi che stimolano riflessione nella conoscenza e altrettanto piacevole è stato il passaggio al talk show vero e proprio, durante il quale Franco Trentalance con ironia e non chalance guida Sgarbi in una esternazione di concezioni personali, episodi particolari e vita quotidiana. Decisamente una serata che trascorre in modo piacevole, anche per la disponibilità sia di Trentalance che di Sgarbi ad interagire con il pubblico: punto di forza dei due personaggi che hanno (nonostante la notorietà e l'immagine che perviene dai media) un'ottima predisposizione a intrattenersi con il pubblico. E, per concludere, ancora una volta metto in campo un'analisi si scontra con i pregiudizi: Trentalance ha una personalità che va ben al di là delle sue indubbie capacità di porno attore e Sgarbi può stimolare in modo molto significativo l'interesse per l'arte, con la sua capacità sicuramente singolare di proporre lo studio delle opere. In una serata come quella ha cui ho partecipato ieri sera le caratteristiche luogo-comune dei due personaggi diventano semplicemente un contorno per giocare con l'ironia: i film porno e le capre diventano un momento per scherzare ma ad evidenziarsi sono le reciproche personalità. Se lo spettacolo (gestito dalla MICHAEL FELDHAUS MANAGEMENT) dovesse capitarvi a portata di cena, io ve lo consiglio!! Contatti: https://www.facebook.com/pages/Franco-Trentalance-Quello-Vero/131022053734216?fref=ts mfmanagement@live.it https://www.facebook.com/il.disubbidiente.9/about Di omosessualità si parla parecchio, sempre, anche se raramente in modo costruttivo ed educativo. Ometto volutamente qualsiasi commento sul "caso Alfano" di questi giorni per rispetto alla mia intelligenza e di quelli che hanno un'idea piuttosto chiara e determinata dell'evoluzione che dovrebbero avere le dinamiche sessuali a livello societario e, sopratutto, hanno rispetto totale del modo di vivere la sessualità di chiunque purché non leda la libertà altrui. Di bisessualità invece si parla meno, decisamente poco.. e perché? Perché la condizione di bisessualità non genera disagi sociali, non mette in crisi le istituzioni e nemmeno tanto le mentalità bigotte. La bisessualità, soprattutto quella femminile, è vista come una caratteristica trasgressiva ma con accezione nemmeno tanto negativa per un semplice motivo: due donne che fanno sesso sono da sempre nell'immaginario erotico degli uomini uno stimolo all'eccitazione e in quello delle donne, non poche, un qualcosa di nemmeno troppo spinto, comprensibile e che non scatena posizoni pregiudizievoli o accusatorie, se non quando la situazione richiede di essere socialmente consone! Perché se ci chiamano a commentare questo argomento ci diciamo tutte schifate. La bisessualità maschile, invece, è già meno tollerata e più giudicata, anche se (potenzialità bigotta della nostra società) un bisessuale è sempre meno "grave" di un omosessuale perché comunque conserva un minimo di POTENZA MASCOLINA (quindi di autorità) sopratutto se è un bisessuale attivo! Che cazzate (scusate, ma mi è scappato!). E per quanto riguarda le donne? Accettabilissima la bisessualità, all'opposto l'omosessualità, anche se riscuote meno interesse sociale: lo dimostra il fatto che non è in uso comune utilizzare il termine "lesbica" per "offendere" o schernire una donna, mentre quotidianamente le parole "frocio, finocchio" e similari sono sfruttate all'ennesima potenza. Se vuoi sminuire un uomo, dandogli del gay e con un termine dispregiativo sei sicuro di colpirlo nel vivo (ma è una sconfitta per te che lo fai, sappilo, significa che non hai argomentazioni migliori che i luoghi comuni di basso livello!) Mi è piaciuto lavorare a questo articolo forse perché fa parte di uno di quegli argomenti che facilmente mi permettono di affermare il mio principio riguardante la sessualità: il sesso non è uno schema da seguire, né per le pratiche sessuali né per le dinamiche di relazione! Io sono assolutista in questo, polemiche bigotte esente: la sessualità andrebbe vissuta semplicemente come una risposta ad uno stimolo. E che vuol dire questo? E' il ragionamento più elementare che si possa fare: se vengo stimolata da una situazione significa che qualcosa dentro di me "spinge in quella direzione". Molto apertamente, affermo che i disagi relativi alla sessualità, ma anche alle dinamiche relazionali, vedranno la decadenza solo e quando capiremo che le sensazioni non vanno pregiudicate, non devono essere razionalizzate se non con la ragione dei sensi (ops... ecco da dove veniva il titolo del mio romanzo). Vi invito naturalmente a leggere il pezzo uscito ieri su Starbene (MONDADORI) sul numero 27 e dirmi, secondo voi, cosa c'è di incomprensibile e deviato in una storia di questo genere.... Ringrazio la Dott.ssa Cristina Mambelli, psicologa e psicoterapeuta Centro di Psicoterapia e Ricerca C.P.R | Centro di Psicoterapia e Sessuologia SPECiALiSTiKA http://www.psicologoimola.it/ per la consulenza fornita. |
GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Accanita divoratrice di film, libri, serie tv e... di Vita. Blog dedicato a fatti, film, libri, serie tv e cose belle.
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