LA PROSTITUZIONE PER SCELTA23/10/2020 ![]() Ieri sera ero in fila fuori dalla farmacia e un signore, passando, ha scambiato qualche battuta con uno in fila con me. "Sei in forma, vè!?" "Talmente in forma che se torno a nascere giro con un materasso a cavallo della vita!" Espressione che si usa un po' in tutta Italia, penso. In casa nostra io sono quella che, se voglio brontolare, dico ironicamente "Se torno a nascere, faccio la balarina" e mio marito e mio figlio mi prendono in giro, dicendo che tanto non mi prende nessuno, oppure mi dicono "Ok, ciao!" come a dire che sono libera di andare. Ridiamo, insomma. Mentre aspettavo il mio turno per la farmacia ho pensato a tutte le prostitute che ho conosciuto, che ho intervistato, con le quali ho condiviso cose, ascoltando la loro storia, per scrivere un reportage. Ho sorriso chiedendomi come sarà finita qualche storia particolare che mi hanno raccontato, o se quella che aveva scelto di usare la disponibilità economica, e il tempo a disposizione, per tornare all'università a trentotto anni, si sia poi laureata. Ho pensato a come mi sono sentita io mettendo annunci e andando a incontrare potenziali clienti. Ho pensato a quello che non ho mai voluto incontrare e che a distanza di due anni continua a scrivermi a cadenza settimanale, nonostante nessuna risposta da parte mia. Poi è toccato a me, entrare. Questo mese, per una tosse di Tommaso, ho già speso duecento euro circa di farmaci e la tosse sta ancora lì, imperterrita. Duecento euro una prostituta della fascia che ho intervistato io, li fa in un'ora e mezza, circa. Io quanto impiego? Lasciamo perdere. Sono salita in macchina pensando che la maggior parte delle persone parla delle prostitute senza averne mai conosciuta una ed emette verdetti pregiudizievoli su chi le frequenta. E magari gli dorme al fianco ogni notte. Io la prostituzione la divido in due fasce: di sfruttamento e volontaria. Assolutamente contraria a qualsiasi sfruttamento. Assolutamente favorevole quando prostituirsi è una scelta. Qualcuno afferma perentoriamente che la prostituzione per scelta non esiste, che se lo fai pensando di farlo per scelta comunque non è vero: sei condizionata da bisogno economico. Il che all'inizio è probabilmente vero, ma se continui a farlo anche quando non sei più con l'acqua alla gola non è ovviamente così. Qualcuna dice effettivamente che non fa salti di gioia, ma chiudo questo discorso con l'affermazione che mi colpì di una morettina minuta e disincantata: "Non è forse vero che ognuno di noi fa cose che non ama ma se le fa mettere? Piuttosto che pulire bagni a sei euro l'ora, preferisco frequentare uomini che comunque non mi fanno stare male. Avevo fatto sesso un sacco di volte nella mia vita senza trarne grande appagamento: quante volte andiamo a letto con uomini e sveltiamo la pratica perché guardare un film di Muccino è più stimolante? Lasciamo stare i condizionamenti, che tanto ce li abbiamo tutti: potevo scegliere e ho scelto di prostituirmi. Lo faccio volontariamente e mi sento meno male di quando pulivo i bagni." Dopo cena mi sono seduta in studio e ho ripensato ad alcune di loro, ho riletto diverse riflessioni che avevo appuntato a fine reportage. Chissà perché ci danno così fastidio quelle che vendono il corpo e quelli che vendono il cervello no. Ma al netto delle domande retoriche, in una società in cui è il guadagno a dettare legge e non di certo i sentimenti, è così difficile capire che -se si allentasse la malevolenza rispetto alle prostitute, -se si mettesse fine al pregiudizio, -se la prostituzione fosse un lavoro di scelta che nessuno mal giudicasse, -se abbattessimo la vergogna in chi la pratica e in chi la frequenta, -se dopo millenni di esistenza di questo mestiere (il più antico del mondo, lo si die sempre, no?) riuscissimo finalmente a farci gli affari nostri (ché nessuno ci obbliga a prostituirci o a farci andare a prostitute) e smettessimo di giudicare ciò che non conosciamo, favoriremmo l'estinzione della prostituzione di strada? Lo so, avete in testa quelle parole: la mercificazione del corpo. Ma, ribadisco, perché ci dà così fastidio chi mercifica il corpo e non chi mercifica se stesso. E un facchino? Non mercifica il proprio corpo? E uno gigolò? Ah però quello è figo, fortunato. Così come lo è l'attore porno. Troia, invece, l'attrice. Sono solo pregiudizi, tutti. E, se persiste la prostituzione di sfruttamento, la colpa è proprio del pregiudizio sociale che -negandola, stigmatizzandola, additando chi la usa- la rende merce da sottobanco. Lo so che avete mille "ma" da dire. Non fatelo se non conoscete l'àmbito della prostituzione per scelta. Non intervenite per sentito dire perché non fate altro che confermare ciò che ho detto sopra, riguardo ai pregiudizi. Chi pregiudica non ha conoscenza per giudicare, ok? Chiedetevi piuttosto perché vi dia fastidio pensare alla prostituzione. Proprio a voi, come individui dico: cosa cambia nella vostra vita se una donna decide di dedicare il proprio tempo, con il proprio corpo -e diverse volte anche con il piacere di farlo- a uomini che corrispondono in denaro? Vi dico in due parole generaliste cosa ne evince chi studia il fenomeno da un punto di vista sociologico: alla maggior parte delle donne dà fastidio che esistano le prostitute perché un eventuale compagno/marito potrebbe frequentarle; alla maggior parte degli uomini dà fastidio se non hanno la capacità economica per frequentarle. In tutto questo, gli uomini che frequentano sono quelli che più spesso "pubblicamente" prendono distanza. "Io non ci sono mai andato e mai ci andrei". È oggettività, non vi piccate. Non sto giudicando malamente nessuno, invito semplicemente a riflettere. Perché il mondo è pieno di prostitute e di uomini che non pagherebbero mai una donna per fare sesso. Lo capite bene che i conti non tornano. Se vi interessa conoscere davvero cosa significa prostituirsi per scelta e capire la differenza che passa tra la prostituzione di sfruttamento -che noi tutti con i nostri pregiudizi concorriamo a mantenere attivissima- e quella per libera scelta, qui trovate il reportage. EVENTI E MOMENTIBlog dedicato a riflessioni su fatti specifici, film, libri e opere artistiche varie.
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