E' forse una delle domande più frequenti che mi sento fare e scopro sempre, con molto dispiacere, che c'è ancora una reale e diffusa ignoranza riguardo all'anatomia del corpo (soprattutto femminile) e alla sua fisiologia. Per parlare del piacere femminile potremmo tranquillamente tornare alla Grecia antica per saperne di più o affidarci alle dottrine induiste che hanno mappato il corpo definendo "primo chakra" quello alla base della colonna vertebrale, tra l'ano e gli organi genitali esterni nella zona del plesso coccigeo. Ebbene il primo chakra corrisponde esattamente alla geografia del nervo pelvico che le neuroscienze hanno dimostrato essere molto semplice nell'uomo: una sola diramazione che dalla colonna vertebrale arriva al pene. Molto complessa e articolata nella donna invece: dalla colonna vertebrale il nervo pelvico si divide in tre diramazioni che vanno a loro volta a diramarsi in tutto il ventre femminile, formando una rete di terminazioni nervose che interessa tutta la zona pelvica. La curiosità, che risponde anche alla domanda "Perché le donne hanno orgasmi diversi?", è che mentre nell'uomo la conformazione del nervo pelvico è una e praticamente uguale per tutti gli uomini, nelle donne è diversa da donna a donna: questa rete di terminazioni nervose non ha la stessa geografia in ogni donna ma è fisiologicamente soggettiva. Perché vi ho fatto questo discorso quasi "medico"? Per farvi capire che mentre nell'uomo la zona recettiva al piacere è quindi sostanzialmente solo quella del pene o poco più distesa, nella donna è diversamente molto più diffusa. Ecco perché si dice che una donna è clitoridea, una vaginale, etc. Quel che poco si dice è che le potenzialità femminili, ignorando il discorso anatomico, sono ancora "sfruttate" in minima parte perché si pensa che la donna goda solo con la penetrazione o con la masturbazione della clitoride. Punto. Non è così! Intanto va considerato che tutta la struttura dell'apparato riproduttivo della donna è innervato, quindi la zona recettiva alle stimolazioni è molto ampia, e che ogni donna è diversamente innervata quindi ha la necessità di capire quali siano le proprie zone maggiormente erogene. Se mettiamo in conto che ancora oggi molte donne non praticano la masturbazione per condizionamenti socio-educativi vari, è facile capire perché altrettante donne non sono in grado di raggiungere l'orgasmo: non si conoscono e quindi l'assenza dell'orgasmo potrebbe essere determinata dal fatto che durante l'atto sessuale non vengono stimolate le zone di soggettiva recettività erogena. Io sembro un po' fissata quando dico che la masturbazione è fondamentale e non solo nel periodo pre-adolescenziale e adolescenziale ma anche nel corso della vita adulta perché certi eventi possono cambiare la recettività. E le terminazioni nervose sono talmente tante che succede spesso di scoprire anche dopo anni di masturbazione nuove zone di piacere. Perché l'ignoranza in materia sessuale determinata dall'assenza di educazione sessuale (per condizionamenti religiosi e sociali) ci ha relegate a credere che o arrivi all'orgasmo con la penetrazione o ci arrivi con la stimolazione della clitoride o sei fuori: non puoi avere orgasmo! Be'... non è così! Qualcuna ad esempio ha bisogno di entrambe le stimolazioni in simultanea, qualcuna ha necessità invece di una stimolazione del perineo, qualcuna ha bisogno di una penetrazione molto profonda, qualcuna ha bisogno della stimolazione anale... insomma... ogni donna arriva a godere in modo diverso. Ma arriviamo anche a rispondere alla domanda di partenza: perché le donne possono avere più orgasmi consecutivi, senza il bisogno di aspettare? Perché avendo a disposizione diverse terminazioni nervose, un minimo cambio di posizione o di stimolazione va ad interessare terminazioni diverse da quelle che possono averle appena portate all'orgasmo e consentono quindi di avere nuovi orgasmi. Molto semplice no? Per i maschietti, ahimè, la storia è diversa: evito di annoiarvi con discorsi specifici sulla fisiologia dei neurotrasmettitori e quanto altro e semplifico molto dicendovi che il nervo è uno, si dirama all'interno della struttura del pene e quindi, una volta sollecitate quelle terminazioni, si arriva all'orgasmo e serve poi un tempo variabile da uomo a uomo perché la struttura nervosa diventi di nuovo recettiva e funzionale. La cosa curiosa, a livello "sociale" direi, è pensare che per centenni siamo state relegate ad essere lo strumento per il piacere maschile mentre l'anatomia ci spiega che NOI DONNE SIAMO FATTE PER GODERE, che abbiamo potenzialità orgasmiche molto più ampie degli uomini e quindi, concludo banalmente ma nemmeno troppo, strutturalmente dovremmo essere noi quelle che godono di più!! Capito fanciulle perché vi stimolo a continuare a masturbarvi e a cercare di conoscervi sempre di più?
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...RIMANE UNO DEGLI ARGOMENTI PIU' CLICCATI NELL'AMBITO DELLA SESSUALITA'. Non ci credete? Questa volta mi baso su un dato "soggettivo" nel senso che questo post http://graziascanavini.weebly.com/eventi-e-momenti/squirting-e-possibile-che-il-70-delle-donne-non-sappia-nemmeno-cose di qualche settimana fa è stato visalizzato da oltre 15.000 lettori. Senza contare quanti mi hanno scritto cercando di avere riferimenti, chiarimenti e consigli. Il che mi fa venir voglia di scriverne di nuovo e in modo un po' più approfondito, visto che quel post era solo "di contorno". Da dove parto? Da questo breve video https://www.youtube.com/watch?v=tSjdXSTH5Ho che vi invito a guardare perché mi sembra la giusta introduzione all'argomento. A parte la presentazione del prodotto, mi piace l'idea che sentiate direttamente da Franco Trentalance questa introduzione perché immagino che molti, come me prima di conoscerlo, si aspettino che un porno attore tratti l'argomento "sesso" con modalità piuttosto superficiali o comunque "scarne". Sorvoliamo sul fatto che la conoscenza personale mi abbia portata ad avere un giudizio totalmente diverso da quello che avevo (che altro non era che un pregiudizio) e partiamo dalle sue parole per capire cosa sia lo squirting. Pensate che c'è ancora chi si oppone fermamente all'esistenza di questo fenomeno sessuale quando già Aristotele (oltre 2400 anni fa) in alcuni trattati sulle donne aveva parlato dell'emissione di un getto durante l'orgasmo. Dopo di lui ne parlarono Galeno nel II secolo d.c., Matteo Realdo Colombo nella seconda metà del Cinquecento e Regnier De Graaf a metà del '600 ma nessuna branca della scienza condusse mai studi specifici a riguardo. Nel 1926 T.H. Van De Velde pubblicò un manuale per coppie sposate in cui spiegava la possibilità anche per le donne di arrivare alla eiaculazione. Furono molti i testi a trattare l'argomento ma la mancanza di studi scientifici (abbinata al bisogno sociale di mantenere la donna sessualmente "castigata") ha etichettatto l'eiaculazione femminile come una invenzione da maniaci sessuali, un'illusione per pervertiti. Solo nel 1981 per la prima volta uno studio scientifico attesta la composizione del liquido di eiaculazione, differenziandolo in maniera definitiva dal liquido urinario e tacciando quindi quanti affermavano che il fenomeno altro non fosse che l'emissione di urina durante il rapporto. Ma ancora non fu sufficiente a far cadere le opinioni "anti-squirting". Solo nel 2002 l'endocrinologo Emanuele Jannini (docente di sessuologia medica) ha dato una spiegazione concreta al fenomeno: le ghiandole periuretrali si riempiono di questo liquido durante il rapporto sessuale e le contrazioni ritmiche dei muscoli pelvici durante l'orgasmo producono una spinta tale da indurre la fuoriuscita del liquido: SQUIRTING (emissione a spruzzo) o GUSHING (emissione lenta). Il quantitativo di liquido è variabile ed è possibile che molte donne siano predisposte all'eiaculazione ma fermino la fuoriuscita del liquido scambiandolo per lo stimolo ad urinare (essendo che il flusso passa per l'uretra). Naturalmente è stata la mancanza di conoscenza del fenomeno, fomentata dal moralismo, ad etichettare lo "squirting" come un must per perversi. La riflessione che mi viene spontanea ora è che, se il dubbio sociale sulla capacità dell'eiaculazione femminile permane nonostante la conoscenza sia anatomica che fisiologica si siano evolute, il moralismo ha avuto ruolo primario in passato ma continua ad averlo, considerato che ancor oggi lo SQUIRTING è ritenuto un fenomeno da baraccone! Ma il counter del mio sito mi supporta nel credere che molte donne e molti uomini stanno uscendo dal buio dell'ombra moralista e hanno voglia di evolvere, conoscere, vivere, GODERE!!! E io gioisco! Perché quando 7/8 anni fa ho studiato questo fenomeno su me stessa (senza conoscerne quasi nulla se non ciò che trovavo sul web e che comunque mi faceva sentire tra i "depravati") ho faticato sia a capire come funzionava sia a parlarne con altre donne. Quando poi ho capito a quale grado di piacere potesse portare, mi sono levata di dosso l'etichetta di depravata e ho volutamente stimolato più donne possibili a provarci. Qualcuno mi ha criticato dicendo che rischiavo di far sentire "incomplete" le donne che non ci riuscivano e a determinare in loro, quindi, uno stato di frustrazione. Ho asciugato presto queste critiche perché, come in ogni cosa della vita, c'è chi riesce e chi non riesce, no?! Non riusciamo tutti nella stessa misura. Io, ad esempio, vorrei con tutta me stessa sapermi esprimere in alcuni tipi di ballo (tango, latino-americani...) ma ho la sinuosità ballerina di un palo della luce, quindi non mi riesce di ballare, ma non per questo mi sento frustrata o inferiore a chi balla. Semplicemente ci ho provato e non mi riesce. Di squirtare invece mi riesce. E se stimolo le donne a provarci è perché la sensazione che si prova è talmente forte e piacevole che vale sicuramente la pena tentare... Anche il percorso non è male poi, quindi perché non insistere? Senza che l'aspettativa ammazzi il piacere, naturalmente, ma uscendo comunque dall'ipocrita credenza sociale che l'eiaculazione femminile sia una cosa sporca e perversa. MA COSA SI SENTE? Difficile spiegarlo in termini pratici, nel senso che tutte le donne-squirting che ho conosciuto faticano a descrivere la sensazione. Io lo definisco un piacere primitivo: è talmente intenso che non riesci a gestirlo perché per arrivarci devi lasciarti andare completamente e quindi perdi il controllo sul tuo comportamento. Senti questa esplosione di ben essere che parte da lì ma si diffonde a tutto il corpo e il cervello va in black out. E' un riflesso, una reazione che io non mi vergogno di definire "animalesca" ma proprio per dare l'idea di quanto sia insita a livello pulsionale. Vi copio parte di un messaggio che ho scambiato con una donna che mi chiedeva consigli: "Adesso, dopo anni, io ci arrivo, oltre che con la stimolazione manuale, anche con la penetrazione vaginale in certe posizioni e con quella anale se sto di schiena, con una gamba sulla sua spalla e l'altra aperta verso l'esterno. E lì orgasmo fortissimo, da svenirci più di una volta, soprattutto se intanto mi masturbo anche: è un mix di stimolazioni che ti fa esplodere!" Perché vi ho copiato questa cosa molto personale? Perché voglio farvi capire che estraniandosi dalla finta morale e dall'ipocrisia dell'apparenza si possono sentire emozioni non solo intense ma di una intensità tale fino ad arrivare a quello che credo sia essere il massimo del piacere provato. NB Franco Trentalance è il consulente di riferimento del progetto http://www.hersexhero.com/, la prima community in Italia che svela i segreti dei professionisti del Sesso per rendere gli uomini più abili a letto, e le donne (di conseguenza) più felici e appagate! Insieme ad altri professionisti Franco, utilizzando videoclip esclusivi girati appositamente, si occupa di svelare tecniche e segreti del mestiere che chiunque potrà utilizzare per: durare di più a letto, provare e far provare orgasmi più intensi, ma anche comunicare meglio e con più naturalezza con il proprio partner, vivendo una sessualità più appagante e completa. Il tutto, senza tralasciare l'aspetto psicologico e l'atteggiamento mentale da adottare nei confronti di se stessi e del partner. |
GRAZIA SCANAVINI Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Blog con intento educativo.
L'obiettivo è stimolare riflessione al fine di favorire la consapevolezza personale nelle relazioni.
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