![]() Chi mi segue su Facebook sa che da qualche tempo, nell'ambito di uno studio riguardante gli approcci sui social network, sto pubblicando i contenuti di alcune chat che, tra il serio e l'ironico, hanno lo scopo di stimolare gli uomini a riflettere sul "come" approcciare una donna online. Molte le critiche pervenute riguardo a #chatting (così ho titolato la "serie" di pubblicazioni), soprattutto da parte degli uomini che si sentono derisi e offesi. Puntualmente ho provato a spiegare che uso le chat in modo ironico perché l'ironia è per me strumento di diffusione: non credo di dovermi giustificare se attuo strategie di pubblicazione perché trovo abbastanza normale in qualità di blogger cercare di farmi leggere da più persone possibili. Ma difficilmente mi sentono, arroccati dietro a pregiudizi del tipo "tu ce l'hai con gli uomini", spesso contestano le pubblicazioni arrivando anche a chiedere "Perché non fai lo stesso per le donne? Guarda che anche loro sono ridicole spesso o biasimabili". Io non voglio biasimare nessuno, semplicemente essendo donna mi approcciano gli uomini e non posso riportare esperienza diretta sul fare femminile. Detto questo (che piaccia o non piaccia è una situazione oggettiva) non posso non specificare che NON TUTTI GLI UOMINI approcciano in maniera ridicola, ripetitiva o banale. Alcuni lo fanno in maniera creativa, interessante, coinvolgente e anche simpatica. Solitamente ciò che "infastidisce" una donna nella maggioranza degli approcci che riceve è la serialità e l'evidente sensazione di essere oggetto di attenzione impersonale, nel senso che ti scrivono senza nemmeno prima guardare chi sei, cosa fai, dove vivi, di cosa ti interessi. Guardando ad esempio la bacheca di Facebook di una persona (non a caso ho scelto questo social per lo studio) è abbastanza facile capire con chi ci stiamo rapportando no? A parte le informazioni che ognuno di noi decide di mettere a disposizione degli altri, anche dare un'occhiata ai link pubblicati e al genere di post scritti da una persona può essere molto indicativo riguardo al tipo di persona a cui ci stiamo rivolgendo. E allora succede che quando arrivano messaggi da un uomo che comincia a chiederti di dove sei, cosa fai nella vita e se sei sposata (quando tu nelle info hai messo tutti questi dati) già storci il naso perché questo ti sta scrivendo senza nemmeno aver guardato chi sei. Dopo tre messaggi al massimo hai già la sensazione che questo abbia scritto a te ma avrebbe potuto scrivere a mille altre con lo stesse interesse: butto l'amo, vediamo chi abbocca... come fossero dei pescatori. La sensazione che hanno le donne, con i pescatori virtuali, è quella del "Se abbocca, me la mangio! Virtualmente o anche realmente se accetta di incontrarci." Qui nasce la diatriba: anche alle donne piace ricevere proposte, non ci stiamo nascondendo, ma non ci piace che avvenga in questo modo! Ci hanno cresciute con le favole delle principesse, vi ricordate? Ma ciò non significa che ci scaldiamo per ogni principe che ci fa provare la scarpa... abbiamo questo dannato (per voi) bisogno di sentirci uniche. E i pescatori questo lo sanno quindi inviano complimenti a go go che però al netto del numero degli approcci che riceviamo, sono un ripetersi dei soliti apprezzamenti (bellissima, meravigliosa, intrigante, intelligente, dea, magnifica creatura...). Quindi, diranno gli uomini, che ciccio andate cercando? Anche niente a volte, ma un uomo che si propone distinguendosi, facendoci capire che è interessato proprio a noi e non a qualsiasi essere di genere femminile che possa inviargli una foto osé o concedere una videochiamata sessuale, potrebbe anche coinvolgerci. Sì, è vero, siamo impegnative (anche pesanti spesso) ma siamo fatte così... prendetene atto. Quindi che succede? Tra cento approcci di tipo "pescatore seriale" arriva invece quello di un tipo con il quale già pubblicamente interagisci da un po' e che un po' conosci perché avete "parlato" di diversi argomenti magari. Ti scrive in privato senza subito "puntarti" e lo scambio è anche piacevole. Ha un certo modo di fare, si rivolge a te in maniera consona (nel senso che anche lui un po' ti conosce quindi non hai la sensazione del "fa così con tutte". E' una persona che dimostra una certa cultura, parlare con lui è davvero interessante e stimolante. Magari ci scappa un invito per un caffè o qualche allusione al piacere che ci sarebbe nell'incontrarsi o nel videochiamarsi... perché no? Questo è diverso. Poi succede che, come nella realtà, magari ti trovi a parlare con un'amica comune e dici: "Sai che Tizio ci sta provando e, ti dirò, ci sto facendo un pensiero?" " Ah sì? Sai che ci sta provando pure come me?" "Dai!" "Sì sì e anche io ci stavo facendo un pensierino... Mi scrive cose molto belle, mi manda suoi scritti, mi dedica anche pensieri che sembrano quasi poesie..." "Ehm... tipo?" " Aspetta, ti faccio leggere quello che mi ha mandato stamattina" e te lo copia in chat "Ahahahahah!!! È lo stesso che ha mandato a me ieri sera!" "No dai!" "Giuro!" Ci ridete su e vi viene anche voglia di scrivere a un'altra amica che avete in comune con lui e, facile da prevedere, anche lei è "sotto approccio". E indovinate un po'!! La stessa "poesia" (che si riferiva ai vostri occhi, alla vostra anima e alla vostra femminilità) lei l'ha ricevuta l'altro ieri! Risata generale, nessuna rimane troppo delusa e, ahimè per lui, inevitabilmente diventa oggetto di derisione, perdendo chiaramente quell'aurea del "lui è diverso". Che a dire la verità un po' si è distinto, non è un pescatore seriale ma un pescatore seriale intellettuale. Ovviamente ci scherziamo su e questa situazione fa parte della "normalità": non è sicuramente un problema ma ho voluto scriverne qualche riga per stimolare gli INTELLECTUAL SERIAL FISHERMEN con un consiglio: state andando benino, meglio dei pescatori "semplici", ma se volete che funzioni abbiate la prontezza di non approcciare le amiche a tappeto e non con gli stessi slanci poetici dicendo che sono scritti per lei ad hoc... ché lo sapete che le donne hanno la mania di confidarsi con l'amica, no? ;) ![]() La primavera, si sa, è periodo di ormoni sessuali fisiologicamente in ripresa. E le confidenze delle mie donne, così come le temperature di questi giorni, confermano che quest'anno la primavera è in netto anticipo. Detta così può sembrare l'inizio di una festa e, in modalità pregiudizio, già immagino gli uomini che sorridono dentro e si fregano le mani. ALT! Prendetevi dieci minuti per riflettere insieme a me, mettetevi in modalità "ascolto" e spegnete quella del "io non sono così" perché questo post vuole essere un suggerimento, non una critica. Chi mi legge lo sa, non mi interessa accusarvi, anche perché a me non porterebbe proprio nessuna soddisfazione farlo, mentre mi appaga molto pensare di poter essere stimolo a migliorare i rapporti e le relazioni, in termini di benessere. Oggi parto dal punto di vista femminile, non perché le donne abbiano sempre ragione ma perché le loro confidenze ultimamente fanno molto riflettere e credo possano esservi utili alcuni suggerimenti su una condizione che molti criticheranno (ma noi di quelli ce ne freghiamo pari pari): quella di amanti. E allora vi spiego alcune cose, nella speranza che la modalità "ascolto" resti attiva e vi permetta di sfruttare alcuni aspetti. Perché si decida di avere una storia extra coniugale, lo sappiamo, è molto soggettivo: chi lo fa per cercare ciò che manca nel rapporto stabile ha sicuramente, a mio pare, la motivazione più deprimente ma molto diffusa e intrisa di conflitti deleteri, se non servono a crescere in senso affettivo. Ma oggi ci occupiamo di quelli che invece hanno una relazione duratura, appagante, che non cercano un rifugio ma semplicemente non hanno una mentalità legata all'esclusivismo sessuale e amano vivere emozioni diverse, con persone diverse. In fin dei conti ognuno di noi è diverso ed emoziona l'altro in modo diverso. Sì, lo so, volete affermare che se si cerca altro qualcosa manca, ma non è così, e quindi voi che non avete la mentalità di cui stiamo parlando non potete giudicare, ok? Ve lo vieto proprio, oggi. Torniamo agli amanti per scelta e non per necessità. Una donna che imbastisce una relazione sessuale extraconiugale per scelta, cerca intensità. È appagata dal rapporto coniugale ma ama vivere situazioni che le diano scosse di passione... quella passione che, bando alle ipocrisie, è data dalla scoperta, dal vivere un nuovo odore di pelle, una nuova mente. Quell'emozione che stimola la produzione di oppioidi endogeni e che regala intensità con leggerezza (in senso positivo), quello stato che non condiziona la relazione stabile e che, semmai, le dona anche lustro. Lo so che in tanti stanno corrucciando il viso e vorrebbero bastonarmi ma non potete, ho detto! Dunque... io di queste donne ne conosco parecchie: hanno mandato a quel paese il senso di colpa dopo aver capito che fa bene a loro stesse e pure alla loro relazione stabile. Ma cosa cercano? È presto detto: un uomo che sappia trasmettere forza, un uomo risolto, non banale, non in cerca di una mamma o di una fidanzata ma di momenti ad alta intensità. Un uomo che non le tenga ore e ore in discorsi sui problemi personali, soprattuto legati a eventuali mogli o fidanzate, presenti o passate. Un uomo che non le renda partecipi delle mille difficoltà a trovare il modo per vedersi, ma sappia autogestirsi e dire "ci sono". Non servono miliardi di messaggi al giorno, non servono fiori, non servono regali... serve passione, e tanta! Non serve nemmeno esserci sempre ma ESSERCI in quelle due ore che ci si ritaglia dalla quotidianità. Serve creare desiderio, serve attenzione al momento dell'incontro, serve essere in grado di farla sentire desiderata (e non solo a parole). Serve non crearle problemi, serve non metterle ansia, serve non essere gelosi, serve essere in grado di amarla (sì, ho scritto amarla) di quell'amore in grado di scindere dal tempo, anche in termini di evoluzione della storia. Vada come vada insomma, godiamoci l'un l'altro finché vogliamo farlo, finché ci appaga. Ché poi lo sappiamo tutti che sono storie destinate a finire e, se vissute con la giusta mentalità, possono finire anche molto bene, senza tragedie e senza pianti apocalittici: come guardare un bel film insomma... magari dispiace che sia finito ma portare avanti la trama avrebbe portato noia, perché a eccitare una donna, in tutto questo, è la conoscenza. Lo stimolo che solo la novità può dare. Poi può succedere di tutto: qualche incontro e poi amici come prima o anche una relazione più duratura, ma non infinita. Può essere l'occasione per vivere quelle esperienze che si ha il timore di proporre alla partner abituale (lo so, le "abituali" si offendono ma la realtà è questa). Può diventare una amicizia particolare, che solo chi vive o ha vissuto sa capire. Concludo dicendovi perché ho scritto questo post: la maggior parte delle donne di cui abbiamo parlato sopra lamentano, da parte degli uomini, l'incapacità di "entrare nel film" in veste di protagonista. Uomini che, magari conosciuti online, quando giunge il momento del "real" sfioriscono in intensità. Cioè, sembrano avere più vita virtuale che reale. Per non parlare di quelli (numerosi) che si lanciano in promesse da mille e una notte poi magari (è successo) "cedessero" dopo pochissimi minuti, magari pure ammettendo di essere affetti da un problema di lunga data. Ora, non incazzatevi subito... keep calm: non sto bastonando chi ha problemi relativi alla sessualità ma credo sia questione di coerenza affrontarli prima di surriscaldare una donna per poi chiedere comprensione, visto che non stiamo parlando di storie "canoniche" imbastite nell'ottica di arrivare insieme alla pensione! Stiamo parlando di storie sessuali, che possono avere sfumature di affettività, di sentimenti veri e propri pur non essendo usuali, ma sono comunque storie basate sulla sessualità. E poi ci sono i "cuccioli": quelli che non sanno essere propositivi, cercano una guida, una mamma, una seconda fidanzata. Ecco... per quelli ho un solo consiglio: lasciate perdere. Queste donne non fanno per voi. Per avere una storia con queste donne serve determinazione, serve la capacità di vivere la storia per quello che è, serve essere in grado di "possedere" a termine, di estraniarsi dal contesto esterno e da tutte quelle dinamiche che aspirano al "per sempre". Se vi si è spenta la modalità "ascolto", riaccendetela e siate obiettivi: può esservi solo utile. MILF, TARDONE E LUOGHI COMUNI27/2/2017 ![]() Era da un po' di tempo che volevo scrivere due righe a riguardo e oggi arriva lo stimolo giusto. Siamo tutti consapevoli, credo, che la nostra epoca sia scandita dalla necessità di categorizzare: dall'etnia, ai prodotti di commercio, allo status, alle caratterialità, alle fisicità. Tutto! Perché essendo una società che ragiona principalmente sul pregiudizio, se non abbiamo una dicitura che ci indica il genere, in qualsiasi cosa, ci troviamo destabilizzati. L'argomento è molto vasto ma io, chiaramente, mi limito a riflettere sulle categorizzazioni nell'ambito sessuale, quello a me pertinente. Stamattina mi sono trovata a leggere questo interessante racconto che riguarda "le tardone", scritto da Laura Costantini, giornalista e scrittrice per la quale nutro molta stima. E anche oggi non mi ha delusa, portando all'attenzione dei suoi lettori una situazione che richiama le più vecchie dinamiche sessuali del ragazzino che aspira al letto della appetibile ultra quarantenne. Quella che, volendola categorizzare, viene definita con l'acronimo MILF. Ecco qui... alla parola MILF la maggior parte degli uomini ha un movimento ormonale (anche inconscio, eh) difficile da tenere a freno: i ragazzini perdono la ragione, i giovani fremono, gli adulti comunque si figurano un'avvenente figura composta di due gambe ben tornite, un seno abbondante, fianchi dalla presa facile e tanto desiderio sessuale che la vede incapace di resistere a qualsiasi uomo le passi davanti, specie se più giovane di lei. Insomma: un'affamata di sesso, resa ancora più famelica dal tempo che le sta per scadere. Ma posticipiamo le considerazioni e leggiamo il racconto di Laura Costantini, che potete trovare anche qui: Un raccontino sulle “tardone” e le sorprese che possono riservare... LAURA ZG COSTANTINI·LUNEDÌ 27 FEBBRAIO 2017 Davide è un ragazzo sulla ventina senza particolari attrattive, più trendy che elegante. Ha in mano una rosa rossa a stelo lungo quando entra nel ristorante preceduto dal cameriere che lo guida al tavolo “Tavolo d’angolo, signore, come aveva chiesto.” “Grazie.” Davide si siede, avendo cura di scegliere la sedia che guarda verso l’ingresso del ristorante. Il cameriere intanto accende la candela sul tavolo. “Aspettiamo la signora per la scelta dei vini?” “Si, grazie.” E’ evidente che vuole liquidare il cameriere. L’uomo recepisce e si allontana. Appena esce di scena, Davide infila la mano in tasca e ne estrae un telefonino. Un unico tasto di chiamata rapida e dopo pochi secondi è in linea. “Ohi, Giacomo, sono io. Sono appena arrivato al ristorante. No, macchè, vedrai che si farà aspettare, la tardona. Beh, oddio, a giudicare dalla foto su Meetic ha un suo perché, ma lo sai che non è questo che mi interessa. E che vuol dire? Certo che me le scopo, ma si tratta pur sempre di una tesi sperimentale, no? La tua è solo invidia, caro mio. Se l’idea fosse venuta a te, adesso non faresti tanto il moralista. Rossana, Rossana, stai diventando un disco rotto: sei amico mio o di Rossana? Certo che è la mia ragazza, ma questo che c’entra? Per studiare i rapporti intergenerazionali tra i sessi ai tempi di Internet bisogna scendere sul campo ed è proprio questo che faccio. Si, esatto. Il mio è interesse antropologico e ti consiglierei di provare. Le tardone hanno una marcia in più, caro mio. Hanno una fame repressa e la possibilità di sfogarla, ti assicuro che se ne provi una, dopo guardi tua madre con altri occhi. Ma che c’entra! Certo che non mi farei mai mia madre, ma adesso so che non è una creatura asessuata, come mi è sempre piaciuto pensare. E certo! Ti pare che la tua non doveva essere diversa? Ma piantala che secondo me i tuoi non scopano più da una vita. Beh, si, perché no? Magari neanche i miei sono tanto attivi sessualmente, ma questo non significa che mia madre, se ne avesse la possibilità, non si farebbe una scappatella con un pischello della mia età. Le donne sono arrapate quanto noi. Si, infatti, è questa la tesi che voglio sostenere e che sto scientificamente dimostrando. A Rossana ho detto quello che le dico tutte le volte: sto lavorando per la tesi. Che poi è la sacrosanta verità.” Davide punta lo sguardo verso l’ingresso e assume una postura meno rilassata sulla sedia. “Ti mollo Giac, è arrivata ed è decisamente in gran tiro. Poi ti racconto.” Chiude la comunicazione e infila il cellulare in tasca, poi si alza in piedi e mette la rosa dietro la schiena. Fiorella è una bella donna, elegante e curata in ogni particolare, si vede che ha una quarantina ma li porta alla grande. Entra accompagnata dal cameriere che si allontana subito. Davide si produce in un baciamano, poi le offre la rosa. “Addirittura!” commenta ironica. Davide le gira attorno per scostarle la sedia, poi torna al suo posto. “Eccoci qui, finalmente.” “Finalmente?” “Beh, non è un segreto per nessuno che morivo dalla voglia di incontrarti.” Fiorella giocherella con la rosa. “Si era parlato di massima sincerità, quindi non sentirti in dovere di essere galante e romantico.” “E tu non sentirti in dovere di fare la cinica. Dopo un mese di chat ti conosco meglio di quanto pensi.” “Ma davvero?” Fiorella aspira il profumo della rosa e continua a fissarlo, Davide sostiene lo sguardo, poi alza la mano per fare cenno al cameriere che arriva prontamente con i menù. “Buonasera signora, la scelta è ampia ma, se posso, consiglierei la spigola al sale.” Fiorella scorre rapidamente il menù. “Tutto a base di pesce”, commenta rivolta a Davide. Lui sorride e assume un’aria complice. “Non si dice sia afrodisiaco?” sussurra incurante della presenza del cameriere. “Vada per la spigola al sale, ma prima, per rimanere in tema, prendiamo un antipasto di ostriche e tartine di aragosta.” “Ottima scelta, signora. Posso consigliare un Ferrari per accompagnare l’antipasto?” “Volentieri, ma per la spigola ci porti la carta dei vini.” Il cameriere si allontana. Fiorella fruga nella borsetta e ne estrae il cellulare che consulta prima di chiuderlo e posarlo sul tavolo. “Mi devi scusare, ma con il lavoro che faccio devo sempre essere reperibile.” Davide allunga la mano attraverso il tavolo con aria complice. Lei lo lascia fare. “Ti ammiravo mentre ordinavi. Mi piacciono le donne che sanno quello che vogliono.” “Altrimenti non saresti qui, ma con qualche tua coetanea.” “Le mie coetanee non stimolano il mio interesse. Per lo più sono noiose e insicure, alla continua ricerca di conferme su quanto sono belle, quanto sono magre, quanto sono alla moda, quanto sono brave a letto.” Fiorella mima un applauso. “Bella sfilza di luoghi comuni, bravo.” “E’ la verità, ne abbiamo già parlato.” “Certo, tu sei quello che si trova bene con le tardone.” “Non ho mai usato quella parola.” “Non davanti a me.” “Non cercare complimenti, non ne hai bisogno.” “E allora tu non farne.” Il cameriere si avvicina con il Ferrari nel cestello e Davide lo blocca. “Lasci, faccio io.” “Come desidera, signore”, si allontana. Davide stappa con abilità lo spumante e lo versa nelle flutes. “A questo incontro a lungo desiderato.” “A questo incontro”, gli fa eco Fiorella, poi posa il bicchiere. “Dunque, mi dicevi che sei uno studente universitario.” “Laureando per l’esattezza. Sto preparando la tesi in Sociologia.” “Argomento?” “I rapporti intergenerazionali tra i sessi ai tempi di Internet.” “Quindi stasera ti sei portato i compiti a casa.” “Non ancora, ma conto di farlo.” “Molto sicuro di te, direi.” “Più che sicuro, pieno di fondate speranze.” “Interessante.” Fiorella gioca con il cellulare e lo spinge verso il centro del tavolo. “E sentiamo, dottor Davide, cosa pensi di poter offrire a una donna della mia età, una che potrebbe esserti madre?” “Mi stai intervistando?” “Perché no? Mi incuriosisce la tua scelta.” “Sei una donna stupenda.” “Quanti anni hai, Davide?” “Ventitrè, lo sai bene. E tu ne hai venti più di me. Però io non lo vivo come un problema. Una donna della tua età ha fascino.” Fiorella scuote la testa. “Ancora luoghi comuni, Davide, non ci siamo.” “Non posso dire le cose che tu vuoi sentirmi dire.” “E quali sarebbero?” Il cameriere si avvicina con il vassoio delle ostriche e le tartine di aragosta. Devono aspettare di essere serviti. “La lista dei vini, signora.” Fiorella la scorre rapidamente. “Direi Falanghina, ben freddo, mi raccomando.” “Ottima scelta, signora.” Il cameriere si ritira e Fiorella addenta una tartina. “Dicevamo?” “Dicevamo che sono un ragazzo con molti più talenti di quanto immagini, ma che non riesco ancora a leggerti nel pensiero.” “Oh, ne troveresti di sorprese!” “Ma renderebbe tutto troppo facile, non trovi?” “Con me niente è facile.” “Me ne sto accorgendo.” “Sei sempre in tempo per tirarti indietro.” “E se ti dicessi che mi piacciono le sfide?” “Direi che hai quasi esaurito l’elenco dei luoghi comuni.” “Bene, allora ribaltiamo il gioco: perché hai accettato di incontrarmi?” “Perché sono curiosa. Succede sempre più spesso, a me e alle mie amiche, di essere corteggiate da ragazzini della tua età.” “Non sono un ragazzino.” “E il divario è talmente enorme che non riesco a capire come sia possibile. Cosa abbiamo in comune io e te?” “Ci piacciono le ostriche, per esempio.” “Che altro?” “Siamo stufi della banalità che ci circonda.” Fiorella si guarda intorno. “Potresti scoprire che una coppia male assortita ormai è più banale di quanto immagini. Altro?” “Siamo attratti fisicamente.” “Mi vedi oggi per la prima volta.” “Dimentichi le foto in rete.” “E che sono attraente lo hai deciso da pochi pixel su Internet?” “Non è quello che hai fatto anche tu?” “No.” “No?” “No.” “Questo vuol dire che non mi trovi attraente?” Davide cerca di dirlo con tono ironico, ma è colpito. “Lo vedi che sei un ragazzino?” “E tu sei una strega. Queste ostriche sono favolose.” Ne prende una con la forchettina e gliela porge attraverso il tavolo. Fiorella accetta di farsi imboccare, poi fa altrettanto. “Si, sei proprio una strega.” “Siamo solo all’antipasto, Davide. Non bruciare le tappe.” “Per me potremmo anche saltare la cena.” “Per arrivare dove?” “Alla conoscenza. Quella più vera, profonda, carnale.” “Quindi si tratta di questo, sostanzialmente.” “Conosci qualcosa di meglio?” “Se conosco qualcosa di meglio di una sveltina nel discreto alberghetto qui accanto? Si, direi proprio di si.” “Chi ha parlato di una sveltina?” “La tua faccia, Davide. Stai correndo troppo con la fantasia e la fantasia, alle volte, gioca brutti scherzi.” “Ok, madame, prendiamocela con calma. Potremmo parlare del tuo lavoro.” “No, per carità. Non parlo d’altro tutti i giorni. Tu, piuttosto, ce l’hai una ragazza?” “Se ce l’avessi sarei qui con te, ora?” “Vuoi sapere quello che penso? Si, saresti esattamente dove ti trovi.” “Infatti”, ridacchia lusingato. “Quindi una ragazza c’è.” “Beccato!” “E come si chiama?” “Rossana.” “E’ carina?” “Vuoi sapere se può competere con te? No, non può.” “Perché?” “Perché non ha niente da insegnarmi.” “Quindi stiamo parlando del solito mito della nave scuola, giusto?” “Che c’è di male? Te l’ho detto fin dall’inizio, una donna che sa quel che vuole, in ogni circostanza, è una vincente. Tu hai un lavoro di successo, hai una posizione, sei bella e non ti lasci scegliere.” “Non mi lascio scegliere?” “Esatto. Non è andata così tra noi? Non sei stata tu a pescarmi tra le facce e i ridicoli annunci di Meetic?” “E da questo cosa si arguisce?” “Che sei una donna cui piace fare la prima mossa, tenere ben salde le redini del gioco. Non è così?” “Forse, ma in quanto rappresentante della categoria maschi, non dovresti sentirtene troppo lusingato.” “Al contrario. Mi lusinga moltissimo, perché tra tanti hai scelto proprio me.” “Potrei dirti che tu o un altro non faceva nessuna differenza.” “E saresti ingiusta nei confronti di entrambi.” “Tu non capisci. Non mi lascio scegliere perché se aspettassi da un uomo la prima mossa, starei fresca. Credi che gli uomini della mia età siano diversi da te? Ti sbagli. Voi maschi odiate la fatica della conquista, del corteggiamento. Trovate irresistibile una donna che ha le idee chiare, perché vi serve su un piatto d’argento ciò che più desiderate.” “E’ vero ma insisto: che c’è di male in questo?” “Per esempio che la tua… Rosanna?” “Rossana.” “Che la tua Rossana potrebbe fare esattamente come te e cercare in un uomo di vent’anni più vecchio, qualcuno che sappia farla sentire desiderata, circondata di attenzioni, ricercata come una rarità. Gli uomini della mia generazione non si sprecano con le coetanee, ma sono molto bravi a imbambolare ragazzine. Come reagiresti?” “Rossana non è il tipo.” “Davvero?” “Davvero. E adesso basta parlare di lei. Come ci sei finita su un sito per cuori solitari?” “Ci sono finita perché sono una single. Io.” “Difficile credere che una donna come te abbia bisogno di Meetic per trovare compagnia.” “La compagnia in realtà si trova facilmente.” “Adesso sei tu che scadi nel luogo comune. Vuoi farmi credere che tutte le tue coetanee che si mettono on line sono alla ricerca dell’anima gemella? Dai!” “Dimenticavo di avere davanti un vero esperto in sociologia dei rapporti umani in rete.” “Puoi dirlo forte. Le donne dai 35 in su viaggiano su Internet alla ricerca di sesso. Del sano, vigoroso, soddisfacente sesso.” “Parli per esperienza diretta?” “Diciamo che si, qualche esperienza diretta l’ho avuta.” “Qualche?” “Sono un gentiluomo, non dimenticarlo. Però parlo a ragion veduta e credo sia giunto il momento di sfatare la concezione della donna romantica, poco interessata al sesso fine a se stesso. Soprattutto voi adulte dovreste prendere atto che il desiderio e il piacere sessuale hanno per la donna lo stesso valore che hanno per il maschio. Tutto il resto è sovrastruttura sociale, condizionamento morale e religioso.” “Interessante punto di vista. Ma continuo a chiedermi se una simile apertura mentale valga anche per la tua fidanzata. Se anche lei, in questo momento, fosse a caccia di sesso?” Davide si protende a prenderle le mani, ammiccante. “Cosa vuoi sentirti dire, dolce Fiorella?” “Fa’ uno sforzo di creatività.” “Vuoi che ti dica che in questo momento l’unica cosa che realmente mi interessa è riuscire a portarti a letto?” “Poco romantico ma efficace.” “Vuoi che ti dica che non vedo l’ora di dimostrarti cosa sa fare tra le lenzuola un ragazzino come me?” “E dicevi di non saper leggere nel pensiero.” “Posso chiamare il cameriere e dirgli che per quelle spigole al sale sarà per la prossima volta?” “Direi che devi.” Davide non sta più nella pelle. Si sbraccia in direzione del cameriere che arriva rapidamente. “Posso portare via, signori?” “Si, e può anche portarci il conto.” “C’è stato qualche problema, signore?” “Nessun problema.” “Avete qualche lamentela sulla freschezza delle ostriche?” “Niente di tutto questo. Abbiamo semplicemente fretta”, gli strizza l’occhio, cercando una complicità tra maschi. “Metta in conto anche le spigole, se necessario.” “Come vuole signore, il conto arriva in un attimo.” Il cameriere si allontana. “Finalmente l’ha capita. Dovrebbero trovare personale più perspicace.” “La perspicacia non è una dote molto diffusa, Davide.” “Me ne sono accorto.” “Davvero?” Qualcosa nel tono di Fiorella lo colpisce. “Ho detto qualcosa di sbagliato?” “Non chiederlo a me”, gli porge il telefonino. “C’è qualcuno che vuole parlarti.” Davide se lo porta istintivamente all’orecchio. “Pronto?” “Davide, mi senti?” “Rossana? Ma cosa? Come?” “Vuoi sapere chi è la donna che non vedevi l’ora di portarti a letto?” “Rossana, aspetta.” “E’ mia madre.” “Rossana, non hai capito.” “Ti ho capito benissimo e adesso sparisci dalla mia vita.” Rossana ha riattaccato. Fiorella sfila dolcemente il telefonino dalle mani di Davide e lo mette in borsa. Intanto il cameriere arriva con il conto ma percepisce qualcosa di strano ed esita con il vassoio tra le mani. “Prego”, lo incoraggia Fiorella. “Lo consegni al signore e si assicuri che le aggiunga una lauta mancia. E questa”, gli porge la rosa, “la porti alla sua fidanzata. La apprezzerà.” Prende la borsa ed esce senza neanche uno sguardo per Davide che rimane lì, seduto al tavolo. Laura, con ironia e brillantezza, ha fatto un puzzle di tutti i luoghi comuni che riguardano le MILF (se non sapete cosa significhi questo acronimo, usatemi la cortesia di googlarlo) andando poi a chiudere evidenziando una situazione che non è sicuramente rara, anzi. Sui siti di incontri sono innumerevoli i ragazzi sotto i trent'anni che cercano sesso con ultra quarantenni. E io proprio su questo mi vorrei soffermare: d'accordo che Freud possa dire la sua, d'accordo che la maturità sessuale abbia un tempo, d'accordo pure che l'inesperto cerchi l'esperta, sia per imparare ma soprattutto, e ribadisco soprattutto, per vantare la propria capacità sessuale. A sé stesso, se la performance è buona, agli altri indipendentemente da come vada a finire la storia: l'importante è vantarsi. D'accordo, dicevo, che le donne che hanno esperienze sessuali con uomini più giovani lo sappiano e d'accordo pure che alcune ne siano fiere, ma quel che mi preme specificare, concludendo questo post, è che: - la pornografia influisce talmente tanto sulla nostra vita che un termine, nato negli anni ’90 in alcuni newsgroup di Internet riferito alla signora Robinson del film “Il laureato” (considerata la prima milf della storia del cinema), e diffusosi nell'ambiente porno fino a creare un vero e proprio mercato di video e foto specifico, ora fa parte della normalità nel definire una 35-50enne. Laura non ha usato questo termine e, se la conosco almeno un po', non è un caso: nessuna donna con una buona capacità intellettiva ama essere categorizzata con un termine che la annulla, che la volgarizza e ne rende un'immagine da film porno; e lei, credo, non ha voluto usarlo nemmeno per definire un personaggio di creatività per non sminuirne l'intelligenza; - la maturità sessuale di una quarantenne, in linea di massima, è innegabilmente ciò a cui un uomo aspira, ma la maturità sessuale femminile non sottintende che la donna in oggetto abbia perso la lucidità nel gestire le proprie relazioni sessuali, in base ai propri desideri, gusti e soggettività. Traduco: una donna matura sessualmente non necessariamente si scoperebbe chiunque, pur di scopare! - l'idea che una donna "matura" debba sentirsi lusingata dai complimenti o dai tentati approcci di un uomo più giovane, è frutto della vostra creatività! Ce ne saranno, ne sono certa, ma non stiamo sicuramente parlando di donne risolte (le quali non trovano appagamento nell'essere la Mother I'd Like to Fuck, bensì in un rapporto che appaghi la loro totale essenza); - quando usate il termine MILF o COUGAR o qualsiasi altro termine che categorizzi una donna ricordatevi sempre che quel termine viene usato anche per definire vostra madre, vostra moglie, vostra figlia che in quel momento, qualsiasi sia il momento, viene associata a un comportamento di richiamo pornografico. Non ci provate a dirmi che voi lo usate il termine milf, ma in senso ironico, affettuoso, carino ecc... digitate la parola MILF su Google immagini e fatemi sapere cosa ci trovate di carino e affettuoso. Potete trovare contenuti ironici, sì... marche di abbigliamento, di tutto... Chiudo chiedendovi di ragionare su questo: categorizzare una persona, uomo o donna che sia, a livello mentale implica una deformazione (vostra) della percezione di quella stessa persona e vi limita nella conoscenza perché partite già da un pregiudizio. Stabilire a priori come andranno le cose con una donna potrebbe essere fuorviante... potrebbe riservarvi delle sorprese! Come ci ha narrato Laura, che ringrazio. CUNNILINGUS E VIRILITÀ18/1/2017 ![]() "Lo sapevate che in molte zone d'Italia praticare il sesso orale alla propria moglie (non all'amante di turno) è considerato poco virile, da "femminucce" perché l'uomo non si dovrebbe mai abbassare alla stregua di un cane che lecca?" A porre questa domanda, sulla sua bacheca Facebook, è Francesco Blaze Esposito ed è stato molto interessante leggere il dibattito che ne è seguito. A intervenire sono state solo donne ma si sa che questi argomenti agli uomini risultano piuttosto scomodi e non necessariamente perché maschilisti ma perché discutere di questi fatti, per loro, sembra essere difficile e troppo impegnativo. La prima a intervenire è Carolina Mattera, laureata in Giurisprudenza, della quale cito il commento: "Lo stalking è un problema in primis femminile e con esso tante altre forme di violenza contro le donne (senza voler considerare però i casi inversi, sicuramente di numero inferiore ma non per questo inesistenti). sicuramente Finché ci saranno donne che invocando una tradizione per certi versi ormai oltraggiosa, al grido "mammà così mi ha insegnato, cosa penserà la gente", ci sarà sempre un uomo che si sentirà in diritto di esercitare il suo potere e di pretendere di essere obbedito. È un problema, grave, di schemi sociali e mentali, che non devono essere ribaltati ma più semplicemente equilibrati. Parlarne è un buon inizio...". Fin qui tutto bene perché credo che nessuno possa ribattere tale riflessione. I problemi sono arrivati nel momento in cui un'altra lettrice ha chiesto al Dott. Blaze Esposito in quali zone si verificasse questo fenomeno: "Da intercettazioni telefoniche per reati associativi è emerso, tra le altre cose, che affiliati alla associazioni criminali facessero considerazione del genere. Si parla di alcune zone del sud ed isole, dove possiamo dire che la tradizione è radicata. Poi che io sappia per conoscenza diretta echi di questa mentalità li troviamo in tutta Italia." Qui sono insorte allusioni a discriminazione culturale: chi afferma che la cultura del Sud non sia più così arretrata e chi sostiene che invece il retaggio culturale riferito alla condizione "donna" sia ancora molto radicato. Diciamo che si è perso il binario principale della discussione che il Dott Blaze Esposito aveva proposto, ma solo apparentemente, nel senso che partendo dall'analisi di un comportamento sessuale come punto di vista alternativo si è finiti a scontrarsi sulla questione vera e propria, quella a cui aveva fatto riferimento Carolina Mattera. Si è scatenato un diverbio tra donne che non lavorano perché la donna deve stare a casa con i bambini e donne che rivendicano il diritto a realizzarsi anche al di fuori della famiglia. Le prime, avendone anche la possibilità economica, affermano che vogliono essere donna non uomo e che i pantaloni li devono portare i mariti, non le mogli: "Ci sono troppe donne che fanno l'uomo e troppi uomini che fanno le donne." e forse è proprio per questo che i matrimoni non funzionano più. Ribadiscono che la loro è una libera scelta, non sono obbligate dal marito, e non evitano di affermare che molte cose vanno male perché le donne preferiscono fare carriera anziché crescere i figli. Di contro, le seconde affermano che i figli si fanno in due, che non tutte le donne vogliono essere solo moglie e madre e che non tutte, comunque, hanno la possibilità economica di scegliere. Com'è finita? Non è finita. Nel senso che hanno smesso di commentare quando la tensione si è alzata ed esaurita in una sorta di "se tu non capisci, non è colpa mia." Premettendo che la mia posizione è quella del "anche se potessi permettermelo, non rinuncerei al lavoro" e non perché mi darebbe fastidio essere mantenuta da mio marito ma perché amo sentirmi parte attiva di un sistema produttivo, credo che il confronto nato sullo stimolo del Dott Blaze Esposito abbia dimostrato quanto siano radicate le convinzioni condizionate dalla mentalità retrograda: possiamo davvero ancora affermare che se un matrimonio non funziona è perché la donna esce dal ruolo che la vede esclusivamente moglie e madre? Non è forse, anche se dichiarato di libera scelta, un comportamento che riporta all'incipit del Dott Blaze Esposito? Sì. È vero che per molti uomini praticare sesso orale a una donna è segno di debolezza, di mancanza di virilità. Magari meno diffuso negli ultimi anni ma per nulla di poco conto. Rimane arroccato, nella nostra cultura, il concetto che la donna debba soddisfare l'uomo e non necessariamente viceversa. Sono di due anni fa i dati riportati al congresso della Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità (SIAMS), dai quali si evince che tredici milioni di donne italiane sono insoddisfatte sessualmente e che attestano una minor consapevolezza degli uomini sul benessere sessuale. Le testimonianze di donne obbligate (magari non "a botte" ma pur sempre obbligate) a soddisfare il compagno/marito sono numerosissime e credo basti questa per far riflettere: "È un buon marito, non mi lamento di questo. Lavora, mantiene me e i miei figli, ma a letto gli interessa solo soddisfare se stesso. Ho provato ad andare sull'argomento: le prime volte non mi ha risposto proprio poi una volta lo ha fatto: quello è il suo modo di fare l'amore e se non mi sta bene posso cercarmi un altro, ma che mi mantenga anche. Sono rimasta arrabbiata per una settimana e mi sono negata sessualmente ma ho ottenuto solo la sua rabbia nei miei confronti. Non mi guardava più in faccia e mi ha tolto il bancomat dal portafogli senza dirmi nulla. Mi sento una stupida a raccontare questo perché, come dice mia mamma, forse sono irriconoscente. Un marito come il mio se lo sognano in tante, dice. E allora che faccio? Dico sì anche quando non vorrei, ho smesso di chiedere, lo accontento e continuiamo il nostro tran tran. Ho anche pensato di tradirlo, di cercarmi qualcuno, ma qui dove vivo io se solo mettessi il naso fuori di casa lui lo saprebbe in un minuto. Lui, e mia mamma, e chiunque altro. Separarmi? Non lo vorrei perché io con lui non ci sto male se non sollevo polemiche e poi dove vado senza un lavoro, con due figli e nessun aiuto? Perché i miei mi ucciderebbero se me ne andassi da lui solo perché se ne frega di me sessualmente." Riprendo un attimo il post del Dott Blaze Esposito per invitarvi a una riflessione: i dati dicono che gli uomini che non praticano sesso orale alla propria moglie, lo fanno invece all'amante. Perché? Perché per queste mentalità la moglie è una certezza, un dato assunto. L'amante invece è una donna da conquistare, Nella quale mantenere vivo l'interesse che non è scontato, quindi occorre dare più piacere possibile. E non implica la perdita dello status di "quello che comanda in casa" sia perché non c'è una casa in comune, sia perché non c'è la sicurezza data da una donna che dipende. Una donna che dipende, per scelta (non sempre consapevole) o per obbligo, è SEMPRE in condizione di svantaggio. Lo sapete, non sono una femminista e non accuso gli uomini per partito preso, anzi. Analizzo le situazioni per quello che sono e la situazione italiana rimane comunque ancora molto condizionata dal concetto assunto che "la donna deve fare la donna". Io sono una donna, pur lavorando, pur condividendo con mio marito l'impegno dei figli e pur chiedendo soddisfacimento. E ho una vita di coppia serena e molto appagante. Lavorare non significa fare l'uomo. Chiedere soddisfacimento sessuale non significa fare l'uomo. Queste dinamiche sono spesso inconsapevoli, nel senso che si cresce in questi retaggi culturali che sembrano essere la normalità, la cosa giusta. Quindi non offendetevi (mi rivolgo a uomini e donne) quando un professionista come il Dott Blaze Esposito riporta dei dati e vi stimola a riflettere: i retaggi culturali sono insiti in noi e non è facile riconoscerceli addosso. Si ripercuotono sul vivere quotidiano determinando situazioni a volte anche sostenibili ma altre davvero terribili. Evolvere è difficile e faticoso. Impossibile farlo, però, se si continua a credere che una coppia possa funzionare solo se "è l'uomo a portare i pantaloni". PS: vi invito a leggere questo... spunti a go go! ![]() Sicuramente la gelosia è uno di quegli argomenti che, sempre molto attuale ma da sempre senza soluzione, è diventato quasi noioso, ridondante. Questo stato d'animo così sanguigno per molti è lo strumento di misura dell'amore perché "se non sei geloso del partner, non lo ami davvero". Per qualcuno è diventato il mal di vivere, dall'ossessione di controllo sul partner a tragedie vere e proprie, fatti di cronaca che ogni giorno leggiamo sui quotidiani. Ma per qualcuno è acqua passata, o quasi. IMPOSSIBILE! grida la maggioranza delle persone perché se ami una persona non puoi non avere il timore di perderla. Non tutti sanno che questo sentimento è nato con l'avvento della proprietà privata, all'inizio dell'era dell'agricoltura, quando si sono instaurate le dinamiche di coppia "fedele" atta alla preservazione dello status, che allora significava semplicemente sopravvivere, avere cibo e mezzi di sostentamento. La fedeltà era garanzia di sopravvivenza. Era quindi legata all'aspetto economico, non a quello sentimentale, e sottintendeva quindi il concetto del possesso e dell'esclusivismo sessuale e sentimentale. In questi termini, non ci siamo evoluti un granché e, sopraggiunte anche le regole moralistiche della Chiesa, non ce ne siamo più liberati. Ma oggi che succede? Perché ci sono persone eccessivamente gelose e persone per le quali la gelosia è solo un vecchio ricordo? I vissuti, le soggettività, l'educazione hanno fatto tanto, certo, ma in linea generale possiamo affermare che le persone meno gelose sono quelle che non vivono una relazione amorosa basata sull'attaccamento all'oggetto del possesso ma più come una situazione ideale in cui condividersi per migliorare il benessere. Cosa significa? Che sono persone piuttosto indipendenti, che non annientano la propria soggettività nella coppia ma per le quali la coppia è la condizione nella quale aumentare il benessere soggettivo e il senso di appartenenza non è un dovere o un diritto ma semplicemente una condizione naturale che viene dal benessere. Ed è proprio il benessere il nocciolo della questione. Il benessere psichico intendo. Se siamo individui risolti e abbiamo come obiettivo la serenità, siamo in grado di amare senza possedere l'altro. Mi spiego meglio: io amo mio marito perché la sua presenza nella mia vita aumenta il mio benessere, ma non ho nei suoi confronti un'ideale di possesso, lui non è mio. Condivido un senso di appartenenza dovuto al benessere che viene dal nostro convivere ma non nutro nei suoi confronti il timore di perderlo perché il mio obiettivo è il benessere. Se lui dovesse, per qualsiasi evenienza, incontrare una persona che lo fa stare meglio di me, a nulla servirebbe il possesso perché sarebbe solo una clausola da sormontare. E io, che lo amo, non vorrei che restasse con me solo perché è mio... verrebbe meno il mio benessere, sapendo che resta con me solo perché essendo una coppia ci apparteniamo. Quando affronto questo tema, di solito, mi sento rispondere: "Sì ma tu la fai facile... il discorso fila ma poi in realtà come si fa?". Si tratta di mettere a fuoco l'obiettivo, di pensare che è inutile arrovellarsi dietro a dinamiche di controllo, che generano ansia e non sono assolutamente garanzia di successo, perché lo sapete meglio di me... potete controllare tutti i telefoni e i pc che volete ma già perdete la serenità facendolo (e non siete sereni se avete bisogno di farlo) e poi i messaggi, le telefonate, le cronologie... chi non vuol farveli trovare, sa come fare. E non basterà vietargli di uscire o cose simili per evitare che vi lasci... anzi! Le limitazioni di libertà e le manifestazioni di mancanza di fiducia, altro non fanno che generare ansia. E allora provate a pensare che sarà la serenità il miglior deterrente all'eventuale dipartita del vostro partner... non il controllo che esercitate su di lui! Poi comunque andrà come deve andare, perché il "per sempre" a cui vi hanno educati fin da piccoli, credetemi, non è una decisione che si prende su un foglio di carta... è solo la serenità a creare le condizioni necessarie perché si avveri! ![]() Che i social network siano una giungla, in cui puoi vivere avventure meravigliose ma dove i pericoli sono sempre in agguato, lo sappiamo tutti. Lo sappiamo ma sicuramente sottostiamo i pericoli e le vicende tristemente famose degli ultimi tempi lo dimostrano: contenuti personali anche diffusi in via confidenziale a una persona di cui ci si fida, possono diventare virali e mettere a repentaglio la reputazione, in una società che acclama la libertà dai giudizi moralistici ma che in realtà li coltiva e non ci pensa un attimo a fomentarli per interesse personale. Ma se a fare notizia solitamente sono le vicende che interessano le donne oggi vorrei redarguirvi su un fenomeno dilagante in Facebook, che sta mettendo a repentaglio la reputazione e i portafogli degli uomini. La situazione tipo vede una fanciulla che vi chiede l'amicizia: se guardate il suo profilo potrebbe avere foto abbastanza esplicite sull'avvenenza fisica ma potrebbe anche apparire come una ragazza normalissima, niente di che. Non vi offenderete se dico che so che ricevere una richiesta di amicizia da una bella sconosciuta vi attizza, soprattutto se la suddetta fanciulla inizia a scrivervi messaggi che lasciano intendere una possibilità di "conoscersi meglio". Nulla di male fin qui anche perché non siete proprio da buttare via e magari la fanciulla in questione ha trovato in voi qualcosa di stimolante, di accattivante. Sì... ha visto che siete sposati ma a lei non interessa, vuole solo scambiare due chiacchiere o "giocare" un po' senza crearvi problemi. Perché voi problemi non ne volete giusto? E problemi non ce ne sono finché si scrive, anche in modo spinto. E lei sa spingere! Non impiegherà molto tempo a inviarvi una foto in cui vi mostra le natiche allo specchio nel tentativo di "accendervi" o due foto (in mise intima) diverse per chiedervi quale le doni di più. A questo punto che si fa? Iniziare a giocare è un attimo naturalmente. Se anche non siete sul social con intenzioni sessuali di alcun tipo, un po' vi stuzzica l'idea, no? E poi è solo un gioco. Qualche messaggio ancora e lei vi dirà che è sola sul letto, seminuda, eccitata e ha una voglia matta di vedervi, di toccarsi con voi. Le possibilità che offre spaziano dalla videochiamata su Fb a quella su Skype, ooVoo, FaceTime e via discorrendo. Qualcuno non ci pensa proprio, qualcuno tentenna ma poi cede, qualcuno ci mette un attimo, non vedeva l'ora... Si apre la schermata, ci si diverte per una decina di minuti e poi ci si saluta in un clima ludico di bell'amicizia. Tutti soddisfatti, "Sono stata benissimo, mi hai fatta impazzire" e baci baci. E mentre ancora state godendo del relax di quel momento ludico arriva un suo messaggio, lo aprite sorridendo ma il sorriso vi passa in un attimo: c'è un video allegato... ed è il video che vi ritrae durante quella videochiamata. Volete chiederle cosa significa? Ve lo spiego io: vuole denaro per non renderlo pubblico, per non metterlo su Youtube, YouPorn o altre piattaforme social. Per forti che siate, per single che siate, per liberi sessualmente che siate... è panico! Non volevate problemi ma i problemi sono arrivati e in un attimo vi trovate a non sapere che fare. Innanzitutto calma! Cercate di non farvi prendere dall'ansia (lo so, non è facile ma dovete agire lucidamente). Non rispondete al messaggio (non serve a nulla perché insulti o preghiere non faranno cambiare idea a quella che sembrava essere una donna speciale ma che in realtà, probabilmente, ha alle spalle un'organizzazione vera e propria che ha fatto di queste truffe un business). Non pagate nessuna cifra (se anche vi chiedesse solo 10€, sarebbero solo i primi di una lunga serie). Prendete rapidamente nota di tutti i contatti che vi ha fornito, fate uno screenshot del suo profilo, segnalatelo per spam/truffa poi rimuovetelo dai contatti e bloccatelo, sia su Fb che sulla piattaforma usata per la videochiamata. Aumentate il livello di privacy del vostro account Fb. Nel caso in cui il video fosse già stato caricato su YouTube, quando lei ve lo invia, fate subito segnalazione del filmato per contenuti espliciti e sarà rimosso entro 24 ore. E adesso che avete fatto tutto questo? Non vi sentite meglio, lo so. Ragioniamo quindi in termini emotivi: le domande che vi saltano alla mente sono centinaia e riguardano le conseguenze che tutto ciò potrebbe avere nel vostro ambiente famigliare, in quello lavorativo e in quello sociale. Non voglio prendervi in giro naturalmente, quindi non posso dirvi "Tranquilli, non succederà nulla" ma posso comunque farvi riflettere su alcuni aspetti tranquillizzanti nel senso che un video pubblicato su YouTube con il vostro nome e cognome (perché così agiscono solitamente queste organizzazioni) è in effetti parecchio compromettente ma in realtà, salvo che siate personaggi famosi o youtubers, chi potrebbe proprio nell'arco di quelle 24 ore cercare un vostro video su YouTube? Se avessero caricato il video su YouPorn o piattaforma simile sarà un po' più difficile ottenerne la rimozione ma i contenuti caricati su questi siti sono talmente tanti (ma tanti ma tanti ma tanti) che la possibilità di essere riconosciuti è davvero molto blanda. Nei giorni successivi mantenete monitorata la situazione digitando vostro nome e cognome su un motore di ricerca privo di blocchi, giusto per accertarvi che non compaia il video, ma è difficile pensare che vi perseguitino se non gli avete dato soldi... è più facile che si dedichino a "nuova pesca". Siete un po' più sereni? Riflettiamo ora sul da farsi se siete sposati o avete un legame sentimentale. Conviene "confessare" in modo da non dover poi eventualmente rispondere anche dell'aver tentato di nascondere l'accaduto o conviene tacere e vedere che succede? A questo quesito non posso darvi una soluzione purtroppo, nel senso che la cosa migliore da fare potete stabilirla solo voi che conoscete la vostra compagna, conoscete il vostro rapporto e potete avere un'idea di come potrebbe reagire a questa situazione: io da moglie preferirei saperlo, non ci troverei nulla di così condannabile e vorrei essere un sostegno per mio marito contro l'accaduto ma io non faccio testo... Di sicuro vi consiglio però di mantenere più leggerezza possibile sulla situazione: fare sexting ormai è pratica diffusissima e a quelli che potrebbero puntare il dito risponderei con una sola affermazione/richiesta: "dammi il tuo telefono e fammi guardare la cronologia del tuo Pc!". Insomma fanciulli, se la frittata è fatta cercate di riparare i danni al meglio ma NON PAGATE perché diventerebbe solo il primo di tanti versamenti perché, una volta capito che possono attingere, non si faranno scrupoli. Ultimo consiglio, ma non in ordine di importanza, è FARE DENUNCIA ALLA POLIZIA POSTALE fornendo tutti i dati in vostro possesso (screenshot, foto della ragazza, contatti...). Andate senza timore perché oramai per loro è prassi, tanto diffuse sono queste situazioni. Se invece non vi è ancora successo e avete dei dubbi rispetto a chi vi contatta, segnalate senza farvi troppi scrupoli... voi magari non ci sareste cascati, sapete o non siete interessati a fare sexting ma segnalare profili sospetti è sicuramente un aiuto nella lotta a queste truffe. TRADIMENTO... ANCORA!?19/10/2016 ![]() Victoria Milan, in queste ore, torna a far parlare di tradimento le principali testate giornalistiche, pubblicando un articolo che stila una classifica dei "traditori" in base al ruolo professionale: broker e operatori finanziari al primo posto, seguiti da piloti e assistenti di volo, medici e infermieri, uomini d'affari e segretarie, e così via. Anche se è ovvio che Victoria Milan abbia tutto l'interesse a diffondere la cultura del tradimento, quindi tendenzialmente di parte, è molto interessante leggere gli articoli del blog perché sono quasi sempre supportati da sondaggi e raccolte dati piuttosto attendibili che dipingono le dinamiche relazionali in maniera decisamente disincantata, e a me questo piace. Cosa io pensi del TRADIMENTO (parola che non amo) lo trovate qui in alcuni post che trattano l'argomento in aspetti diversi. Sappiamo bene che il tradimento, considerato e dichiarato "comportamento sbagliato" e condannabile dall'unanimità sociale, in realtà è perpetrato da una percentuale molto alta di uomini e donne, difficilmente definibile numericamente solo per l'ovvia riservatezza di tanti a confessarlo. Personalmente non ritengo interessante stabilire quanti tradiscono perché il fenomeno è ovvio e nemmeno nuovo... mi stupisce di più il fatto che ancora non si riesca a dargli una connotazione di "normalità" basandosi sui principi oggettivi che lo determinano. Mi stupisce ancora questa idea generale che alla base di un tradimento ci sia per forza una "mancanza" o uno "sbaglio" e non si instauri invece un concetto oggettivo basato sulla conoscenza che abbiamo, in termini antropologici. Anche in psicologia, ancora oggi, si elabora il tradimento come fosse una conseguenza di problematiche riguardanti l'inconscio in senso psicanalitico mentre sappiamo perfettamente che le pulsioni hanno radici ben più profonde e non razionalizzabili. Ma parliamo in maniera semplice, ché la questione è resa già fin troppo complicata dai centenni di condizionamenti morali che continuano ad accumularsi, e partiamo dal presupposto fondamentale del rapporto di coppia: la dinamica di accoppiamento (in termini di monogamia) è una strategia sociale che si è instaurata per preservare la riproduzione. In parole semplici si fonda una società all'interno della quale i due soci producono e si adoperano per garantire sostentamento a essi stessi e al prodotto della società (figli), e ovviamente c'è bisogno che i due soci investano tutto in questa società. O almeno, questo è ciò che il contratto richiede. Il problema dove nasce? Proprio dal fatto che si sia applicata una strategia razionale a ciò che di meno razionale abbiamo: l'istinto. L'antropologia ci ha ben dimostrato che la nostra natura non è monogama e che non è sufficiente che un partner ci garantisca amore e rispetto per non provare attrazione o desiderio per altre persone. Certo, le regole morali hanno tentato e ancora tentano di contenere i comportamenti che minano "il sistema coppia" ma con scarsi risultati e conseguenze non proprio positive sulle persone che durante il tradimento subiscono il malessere dei sensi di colpa (altra strategia sociale nata per preservare la coppia) e nel momento in cui vengono scoperte a tradire, quindi ad attuare un comportamento d'istinto, vengono investite di una connotazione negativa: "Gli/Le hai fatto le corna quindi sei una brutta persona". Lo so, siete già agitati, state già pensando ai vari "Eh sì, il senso di colpa è il minimo, vorrei vedere!" "Ah be', ha tradito, ha mentito, doveva essere sincero/a". Ecco. Proprio su questo vorrei invitarvi a riflettere: come possiamo continuare a ragionare e giudicare in termini di "sincerità" quando abbiamo fondato una strategia (quella della fedeltà di coppia) su un concetto falso? NOI NON SIAMO MONOGAMI, non lo siamo per natura, addirittura ci sono studi accreditati sulla mappatura genetica che hanno provato che i portatori del gene 334 hanno un istinto più elevato alla "multipartnerialità". Io vi invito solo a riflettere su questo ora: è impossibile accettare che il "per sempre" a cui ci hanno educati sia stato, in fin dei conti ma conti alla mano, un errore di sistema? Si può davvero pensare che funzioni un sistema creato su presupposti che non sono reali o, peggio, sono l'opposto della realtà? Si può davvero pensare di gestire razionalmente una caratteristica irrazionale senza che nascano problemi? Lo so amici monogami e contenti che vi arrabbiate quando dico queste cose ma non lo faccio per cattiveria, credetemi, e non voglio nemmeno convincervi del contrario... Io credo alla vostra felicità però non posso esimermi dal dirvi che non siete migliori di chi tradisce ma semplicemente il condizionamento sociale su di voi è stato più efficace che su altri. Come sempre, da un anno a questa parte, vi invito a leggere "IN PRINCIPIO ERA IL SESSO" di Christopher Ryan e Cacilda Jethá non per farvi cambiare idea ma perché dovete conoscere il nostro percorso antropologico se volete capire come siamo arrivati a essere ciò che siamo. Se invece non volete conoscere, liberi di non leggerlo, ma allora non arrogatevi il diritto di giudicare chi tradisce. IL SAPORE DELLO SPERMA. NESSUNO NE PARLA MA CONDIZIONA LA VITA SESSUALE. #lospermastacambiando2/10/2016 ![]() Gli uomini stanno pensando "Che ciccio dice questa...", le donne stanno esultando. Molte almeno perché molte sono quelle che dicono che a loro non dispiace fare sesso orale a un uomo ma che questo bisogno che hanno di volerlo "fino alla fine" le rende allergiche alla pratica. Sì lo so, gli uomini non crederanno ma la maggior parte delle donne dice che alla vostra domanda "Ti piace bere lo sperma?" le donne vi pensano dei minorati mentali perché è come dire "Ti piace il vino"? Sì ok, ci piace, ma non tutto... quello che ci lascia cattivo gusto in bocca anche no! Lo so, voi generalmente non sapete che gusto ha e cambia pure, quindi non è colpa vostra. Ma è anche e soprattutto una questione di dieta quindi magari qualche accorgimento si può provare a osservarlo e chissà che la partner non diventi meno riluttante... Gli odori e i sapori piacciono anche alle donne, che siano sì naturali ma non sgradevoli. Eccezion fatta, naturalmente, per le soggettività. Credo che questo sia un tabù per le donne. Il fatto di non dirvelo, o vi è capitato? Io l'ho pensato ma non l'ho mai detto, per esempio. Una delle fantasie sessuali più diffusa fra gli uomini, è quella di eiaculare in bocca o sul corpo della partner. Personalmente lo trovo molto erotico e sensuale sulla schiena... però credo di aver iniziato a "chiederlo" per evitare la bocca. Diciamo che ho conosciuto un piacere alternativo per "colpa" di un condizionamento e molte donne mi raccontano di usare strategie diversissime per evitarlo. Naturalmente è un problema, crea dissapori... amarezze. A lui piace un sacco, lo vorrebbe. Lei, se può, evita. Allora dai, facciamo un patto! Voi seguite qualcuno almeno di questi suggerimenti e io faccio pubblicità alle donne "LO SPERMA STA CAMBIANDO". Che soddisfazione sarebbe per me avvicinarvi in questa pratica così intensa. Più di una penetrazione. Molte donne ritengono la condivisione orale molto più intensa di quella genitale. E poi vi dico un'altra piccola particolarità: per molte donne fa differenza la posizione. Soprattutto per le donne che non amano giochi di ruolo o hanno un carattere particolarmente forte, e non amano inginocchiarsi ai vostri piedi, vi preferiscono stesi sul letto, completamente abbandonati. Gradito che ogni tanto "partecipiate" con movimenti del bacino o con le mani sulla testa (ci siamo capiti) però alternanza è la parola chiave. A qualcuna piace che le si tolga il fiato, non a tutte. Lasciate che ve lo faccia capire lei... Ma torniamo agli accorgimenti che altrimenti voi vi agitate, partite di immaginazione e non finite di leggere. Il liquido seminale per il 90% è costituito da un liquido di acqua, zuccheri, proteine, vitamine e sali minerali provenienti dagli alimenti.
Naturalmente non vi sto dicendo di non mangiare più certe cose ma magari, saperlo, vi farà cambiare abitudini sugli eccessi. E chissà... Don't forget! Se voi vi impegnate un po' io pubblicizzo alle fanciulle che #lospermastacambiando NON CHIAMATELE PUTTANE21/8/2016 ![]() Sto concludendo un libro-inchiesta sulla prostituzione. In particolare su quella fascia di prostitute che non trovi la sera lungo le strade ma che scelgono la prostituzione come mestiere sì spinte dal bisogno economico ma anche dal lato piacevole che questo tipo di lavoro offre loro. E ci sono sempre state. Nelle case chiuse non si trovavano solo donne costrette a farlo ma anche donne che lo facevano perché "portate", così come avviene anche oggi all'estero, nei Paesi che (bando all'ipocrisia) hanno deciso di regolarizzare l'attività. In seguito ad una discussione stimolata dalla pubblicazione di questo mio post su Facebook: "Il mondo è pieno di prostitute e di uomini che non pagherebbero mai una donna per fare sesso! I conti non tornano..." ho deciso di pubblicare qui uno stralcio dell'inchiesta, secondo me molto significativo. BIANCA Presenza notevole quella di Bianca: sarà alta un metro e settantacinque ma indossa un tacco dodici quindi è impossibile non notare una donna di quell’altezza. Le gambe camminano eleganti e sicure, appaiono forti. I muscoli scolpiti, decisi. Elegante e sensuale, in abito nero molto semplice che sembra esserle stato creato addosso. Un corpo importante, spalle larghe, fianchi evidenti ma non sgarbati. Armoniosa. Ha quasi quarantacinque anni ma ne dimostra trentotto, trentanove al massimo. Pelle candida, trucco impercettibile, labbra ben disegnate di un rosso intenso naturale. Il pensiero che ho avuto vedendola è stato questo: “Qualsiasi uomo pagherebbe per venire a letto con te… ne sono certa” e lei ha sorriso, lo sa meglio di me! Bianca è sposata da diciotto anni con un marito che venera. Lui sa che lei si prostituisce, è una soluzione che hanno trovato insieme dopo che la ditta del marito, in cui lavorava anche Bianca, è stata pignorata. Hanno tre figli, in età adolescente, e si sono trovati da un momento all’altro senza soldi per vivere. Non conducevano una vita di lusso prima del pignoramento, una vita normale ma fatta di buon vivere, vacanze e sufficiente serenità economica. In pochi mesi si sono trovati a non avere più i soldi nemmeno per pagare le utenze. Tra Bianca e il marito c’è sempre stata un’ottima intesa, hanno vissuto vicende intense ma sono sempre stati affiatati. A sentire lei l’affiatamento è sempre aumentato, anno dopo anno, vicenda dopo vicenda. MI RACCONTI COME SIETE ARRIVATI A QUESTA SOLUZIONE? In un modo molto semplice, abbiamo unito l’utile al dilettevole. Non ci siamo arrivati subito, non è che appena chiusa l’azienda ho iniziato a prostituirmi. L’idea mi è venuta un giorno, leggendo il giornale. Mio marito in quel periodo faceva turni notturni in nero in una fabbrica dove fortunatamente è stato preso subito ma con i soldi che portava a casa non riuscivamo più a sostenere la famiglia. L’articolo di quel giornale diceva che una donna era stata arrestata per prostituzione, per un giro di affari altissimo, e quella sera stessa lanciai a mio marito una battuta: “Ma se ci provassi anche io?”. Glielo dissi con molta ironia, come se stessi scherzando, ma in realtà volevo vedere la sua reazione. Lui ed io siamo molto legati, anche sessualmente… il nostro è stato un percorso intenso: siamo passati dal semplice conoscerci ad amarci realmente per quello che siamo, senza gelosie, senza pudori, senza limiti. Lui è la persona che meglio mi conosce al mondo e sa come sono fatta. Gli sono stata fedele per molti anni poi un giorno mi è scattato qualcosa: ho sentito che per amarlo intensamente avevo bisogno di avere stimoli nuovi ma temevo che cambiasse qualcosa nel nostro rapporto, così ho iniziato a tradirlo. Non una storia d’amore ma innamoramenti. Tanti. Sapevo di piacere agli uomini e ho semplicemente smesso di dire di no quando mi facevano proposte uomini che mi intrigavano. Poi ho iniziato anche io a esplicitare il mio interesse, ero capace di vedere un uomo che mi piaceva per strada e seguirlo dentro al bar magari, facendo in modo che si accorgesse della mia attenzione nei suoi confronti e cercando di creare la situazione giusta per innescare il gioco! Sì, era un gioco, il gioco di un attimo. La realtà è che tutti mi volevano. Pochissimi uomini rimanevano indifferenti nei miei confronti e quindi ero libera di scegliere. Non sono mai stata rifiutata o lasciata, nemmeno una volta, perché ognuno si innamorava di me a suo modo ma in nessuno avevo mai trovato una quantità tale di caratteristiche e stimoli da saziarmi, da farmi smettere di "cercare" in continuazione nuove emozioni. Naturalmente mio marito ha sospettato dopo pochissimo tempo e mi ha affrontata a viso aperto. Abbiamo parlato a lungo, ci siamo confrontati e abbiamo capito che potevamo farlo insieme. A lui eccitava ad esempio l’idea di guardarmi fare l’amore con un altro, quindi in pochi mesi abbiamo trovato un equilibrio fantastico: non avevo più bisogno di tradirlo… mi bastava dire quale fosse la situazione fantasiosa che desideravo e lui si amalgamava al mio desiderio. Così, quando ho lanciato quella battuta sull’articolo del giornale ho visto il viso di mio marito “rimescolarsi”. Un misto di paura, eccitazione, timore e positività. Come me pensava che ero stata con altri uomini gratuitamente, solo per il piacere, perché non unire l’utile al dilettevole? Poi la ragione, naturalmente, ci ha portati a considerare i rischi e tutto il resto, e allora abbiamo deciso di provare a pianificare questa attività: una sorta di progetto! Volevamo capire se era fattibile senza che accadesse nulla, senza avere conseguenze. Non ci abbiamo impiegato molto, tre giorni dopo stavamo già cercando clienti. Sono molto selettiva: solo uomini distinti, intorno ai cinquant’anni meglio, solo sposati (per evitare di avere problemi da single che si innamorano) e solo nell’appartamento in cui lavoro. Lo abbiamo affittato non in regola, senza contratto, in centro. Roma è talmente grande che nessuno fa caso a chi entra o esce da quel palazzo e gli inquilini degli altri interni li incontro raramente. L’appartamento è l’unico ricavato sul terrazzato del tetto, quindi non ho vicini e oltre a godermi la vista della città in modo fantastico, posso godere di tranquillità assoluta. Abbiamo predisposto tutto insomma: i miei figli e tutti sanno che lavoro come manager, quindi è normale che ogni tanto io esca a cena o dorma via o trascorra qualche giornata fuori città. Tendo a non lavorare di sera comunque, per stare con i ragazzi. Intanto mio marito ha trovato impiego in un’azienda in regola e quindi siamo una famiglia normale che ora, grazie alle mie entrate, può pagare i debiti che ha con lo Stato e con le banche. Loro ci hanno instradato a questo, nessun lavoro mi avrebbe mai permesso di pagare le cifre che siamo arrivati ad accumulare con gli interessi, nel tentativo di salvare l’azienda. Per noi la prostituzione, se così vogliamo chiamarla, è stata il giro di svolta insomma, la salvezza. Certo che per fortuna io ho questa predisposizione al sesso e il legame con mio marito è talmente forte già da prima che non abbiamo mai problemi dettati dalla gelosia, anzi, spesso mi chiede di raccontargli cosa succede quando sono con altri… lo eccita. PROSTITUZIONE, SE COSI’ VOGLIAMO CHIAMARLA, DICI… TU TI SENTI UNA PROSTITUTA? Per nulla. Mi sento una donna, punto. Donna che sfrutta la sua attitudine con il mondo maschile, niente di più. La prostituta, nell’immaginario della gente, è una donna “sporca”, senza amor proprio, che sottostà agli uomini per compiacerli, che farebbe qualsiasi cosa per denaro. Io non sono così. Io mi dedico a loro realmente, per questo la selezione dei clienti è molto importante in ciò che faccio: quando arrivo a conoscerli, di loro mi sono già fatta un’idea attraverso la corrispondenza online e, solitamente, non sbaglio. Il momento della conoscenza è fondamentale e non transigo: la persona deve piacermi e corrispondere ai canoni di sicurezza che io e mio marito abbiamo stabilito, altrimenti non se ne fa nulla. In un mese posso conoscere e avere una storia (di qualsiasi livello di intensità) con una decina di nuovi uomini e continuare le storie in atto con quelli presenti da giorni, da mesi, da anni. Sì, perché in tutte le nuove conoscenze scelgo di continuarne qualcuna e qualcuna resta il ricordo di un caffè, una cena, una scopata. Con qualcuno si instaurano rapporti intensissimi, con alcuni un po' più freddi, con alcuni puramente sessuali. Le prime volte ho anche intrattenuto relazioni basate su una soglia di sopportazione: ci stavo giusto per non dir di no, per non rinunciare al denaro ma in realtà non ne avevo voglia perché non mi sentivo stimolata né intellettualmente né fisicamente. Quindi il rapporto si riduceva a un incontro che sentivo pesantissimo e, pensa, la parte meno pesante era il momento sessuale. Per farti un esempio, i primi tempi ho conosciuto un avvocato, persona distinta, gentilissimo, sempre molto attento e rispettoso nei miei confronti. Troppo. Sai quegli uomini che ti venerano in tutto e per tutto, che farebbero qualsiasi cosa per compiacerti… Ecco, ogni volta che dovevo incontrarlo sentivo una pesantezza enorme anche se mi dispiaceva perché di fatto era una buonissima persona, ma pesante caspita! Ogni volta che entrava in casa mi prendeva una tristezza tale da diventare quasi asettica quando attaccava a raccontare dei suoi problemi, del figlio ammalato, della moglie distaccata. E’ caratteristica di tanti clienti quella di “usarmi” per parlare, per sfogarsi, per alleggerire la mente, soprattutto quando la frequentazione diventa abituale e si instaura una sorta di confidenza. Solitamente non mi da fastidio, anzi, ma con lui proprio non ce la facevo, era più forte di me. Sono arrivata al punto di trattarlo quasi male, o per lo meno in modo totalmente diverso sia dal mio modo di fare che dal mio modo di essere. Non sopportavo la sua presenza e cercavo sempre di portarlo a letto subito, in modo che se ne andasse il prima possibile. Era l’unico con il quale ero fiscale sul tempo: due ore, non di più. Se concordavamo di vederci dalle dieci a mezzogiorno e arrivava in ritardo anche di un’ora per il traffico, comunque alle dodici doveva andarsene… inventavo scuse di ogni genere affinché non prolungasse la sua presenza. Mi chiedevo come facesse a chiamarmi “amore”, “tesoro”, a desiderare di stare in mia compagnia nonostante e a pagarmi duecentocinquanta euro quando io lo trattavo con insofferenza. Era davvero impossibile per me comportarmi diversamente. A letto facevo in modo che godesse prima possibile… già lui soffriva di eiaculazione precoce, quindi diventava una lotta tra i miei movimenti che sapientemente cercavano di portarlo all’orgasmo subito e la sua difficoltà a cercare di resistere, perché non si esaurisse tutto in pochi minuti. Mi dava proprio fastidio averlo addosso, non sopportavo che mi baciasse e chiudevo la bocca, giravo il viso di lato. Parlare con lui mi annoiava, fare sesso anche perché non era per niente eccitante, mi guardava come se fossi la Madonna scesa in terra, era come se io fossi su un piedistallo e lui fosse disposto a qualsiasi cosa pur di stare ai miei piedi. Io non amo gli uomini “oggetto”, quelli che si assoggettano alle donne. Amo il confronto alla pari, sia dal punto di vista relazionale che sessuale. Evito sempre di conoscere gli “schiavi” ad esempio, quelli che cercano una donna che li domini: non è nel mio carattere e non riesco a comandare nessuno. Preferisco un uomo deciso, che sappia quello che vuole, che mi tenga testa insomma. Quindi, appena il giro di clienti me lo ha permesso, ho chiuso la relazione con questo anche perché mi metteva a disagio prendere i suoi soldi senza dargli ciò che cercava, non mi sembrava giusto. Io sono fatta così! Gli uomini che pagano per stare con me, che sia sesso o compagnia, devono avere il meglio, devono essere soddisfatti quando mi salutano, altrimenti mi sento in difetto. Questa è solo una parte di una delle venti storie riportate dalle protagoniste di questa inchiesta che va a rivelare le dinamiche caratteristiche della fascia di prostitute che, anche attraverso percorsi diversi, è arrivata a scegliere la prostituzione come professione. Professione che tutti giudicano, nessuno confessa di usufruirne ma non tutte le donne sarebbero in grado di sostenere. Per concludere, vi riporto la riflessione di Roberta, una delle protagoniste dell'inchiesta: "Quando sento le persone giudicare le prostitute e dire che ci piacciono i soldi facili o temiamo la fatica, mi viene una gran voglia di chieder loro se davvero pensano che loro stesse o loro moglie abbia le caratteristiche psicologiche e mentali per far star bene un uomo al punto che questo arrivi a pagarle anche mille euro per trascorrere una serata insieme! E magari senza fare sesso! Per fare l'amante a pagamento, come mi definisco io, bisogna avere la capacità di innamorarsi di nuovo, sempre, e riuscire a trovare sempre il lato positivo delle caratteristiche di un uomo. Potrebbero farlo quel branco di isteriche che si accontentano di guardare reality e inventano mal di testa ogni due per tre?" FEMMINICIDIO. TU COSA PUOI FARE?11/6/2016 ![]() Oggi arriviamo a quota sessanta. Sessanta donne uccise in Italia, dall'inizio dell'anno, per mano di chi "le amava e non poteva sopportare di perderle". Questo titolano i giornali ogni volta che un fidanzato o un marito ammazzano la propria donna perché li ha lasciati o ha intenzione di farlo, no? E il problema reale sta proprio in queste poche parole, che sono diventate la normalità nella comunicazione mediatica (magari allegate a un selfie della coppia, scattato in un momento di "guardate quanto siamo felici"). Io sono schifata dai titoli che vengono utilizzati e anche dal modo in cui, solitamente, vengono redatti gli articoli su questi fatti, perché spesso usano le parole dell'assassino (per fare clamore) e hanno sempre un che di "giustificazione sommaria" dell'accaduto che inconsapevolmente va a "scusare" l'azione: "L'amavo troppo", "Non sopportavo di perderla" ,"Ho perso la testa perché voleva lasciarmi", "Non potevo vivere senza di lei". Sono tutte rivelazioni sensazionali, che esprimono cioè uno stato d'animo di sofferenza, un'attenuante, e altro non sono che la conferma perpetua di una convinzione patologica che non vede evoluzione dalla notte dei tempi: il partner è una nostra proprietà. Convinzione non solo maschile con l'unica differenza che mentre le donne, da sempre meno educate alla violenza rispetto al genere maschile, agiscono mediante ricatti morali e rigature delle auto o tagli delle gomme, gli uomini arrivano anche a usare la forza fisica perché quella, hanno insegnato loro, è la massima espressione di quanto vale un uomo. Quindi attraverso l'omicidio rivendica la proprietà mentre nell'omicidio/ suicidio, immagina di ritrovare nella morte quell'unità che si stava perdendo in vita. Ogni volta che viene mediaticamente diffusa una notizia relativa alla violenza sulle donne mi dispiaccio e mi stupisco di come non si arrivi mai al nocciolo della questione, che non troverà mai soluzione nel " deve essere impazzito, era un bravo ragazzo" e nemmeno nel "è sempre stato un violento". Personalmente sono convinta che l'unica soluzione possibile sia andare al di là dei singoli accadimenti (che sono l'estrema punta dell'iceberg) e comprendere che alla base ci sta la convinzione che se abbiamo una relazione con una persona, quella persona diventa di nostra proprietà e che non possa cambiare idea senza subirne le conseguenze, qualsiasi esse siano. Questo comportamento ha radici lontanissime, lo sappiamo bene: nel momento storico in cui le donne sono diventate dipendenti dall'uomo economicamente parlando, e cioè alla nascita dell'era dell'agricoltura, si è instaurato il meccanismo dell'esclusivismo sentimentale e sessuale come valore assoluto, un garante dello status: io uomo lavoro e ti garantisco il cibo e la protezione, tu donna devi garantirmi l'accudimento e la procreazione di figli che continuino la mia dinastia. Sono trascorsi millenni... ma cosa è cambiato? Niente, o poco, semmai l'evoluzione ha portato a una "relativa" indipendenza economica delle donne (conquistata a suon di battaglie ancora in corso) per la quale la donna, oltre ad accudire e procreare, ha "ottenuto" di poter lavorare. Ma in realtà l'approccio mentale è evoluto ben poco, talmente poco che ancora oggi l'unico garante dell'amore rimane ai nostri occhi il possesso dell'altro, non il piacere della condivisione della vita con una persona compatibile. E mentre la maggior parte delle donne, se scopre tradimento, mette in atto una serie di comportamenti atti a colpire l'uomo in modo che abbia problemi con un'eventuale nuova partner, l'uomo agisce usando la forza sia per preservare il proprio onore (che un uomo tradito è da sempre vittima di derisione e non può accettarlo), sia per ribadire il concetto di proprietà (tu sei mia e se ti ribelli, non sarai di nessun altro). MIA. Quante volte alle donne ha fatto piacere sentirsi dire "tu sei mia!"? Anche a quelle stesse donne che in queste tre parole hanno trovato la morte sarà capitato di provare un brivido piacevole all'epoca in cui si scattavano i selfie con il loro amato, con quell'uomo che le aveva portate a toccare il cielo con un dito. I film, la letteratura, le poesie sono intrisi di scene strappacuore in cui il dirsi "sei mia" "sono tua" ha scatenato coinvolgimento emotivo all'ennesima potenza. E questa è e rimane la nostra gabbia, dalla quale purtroppo ancora pochissime persone riescono a liberarsi. E allora io vi invito a riflettere su questo: se non apprendiamo la necessità di educare le nuove generazioni a non dipendere dall'altro, a non instaurare relazioni che si basino sull'attaccamento, a non considerare l'altro come una nostra proprietà, come possiamo credere che questa mattanza finisca? Non sicuramente a suon di denunce per stalking, che ovviamente vanno fatte e prese in considerazione con molta molta serietà, a cui dovrebbero seguire pene imponenti, ma hanno il limite di agire solo laddove la situazione è già a rischio. Non con manifestazioni femministe, che non nego avere estrema importanza per stimolare le donne a non piegarsi, a non sottomettersi, ma che sulla mentalità sociale hanno impatto relativo perché solitamente vi partecipa solo chi ha già chiaro il problema mentre un uomo la cui personalità potrebbe portarlo ad uccidere una donna non cambia carattere perché vede un corteo sfilare. Solo l'educazione può affrontare il problema alla base! Educazione, al rispetto dell'altro in primis, ma mirata a cambiare totalmente l'approccio mentale alle relazioni: nessuno è di nessuno! Si possono condividere momenti, anni, una vita ma amare davvero un'altra persona significa viverla come un valore aggiunto, accettarne l'individualità ed essere consapevoli della possibilità che un giorno possa non volere più condividere la vita con noi! E' ora di affrontare con serietà e competenza l'educazione sentimentale e sessuale dei bambini e degli adolescenti, prendendo consapevolezza che loro saranno gli adulti di domani e se continueremo a fingere che non abbiano sessualità e sentimenti questi casi saranno sempre più frequenti! Finiamola di crescere i bambini con le favole del "E vissero per sempre felici e contenti" o di riempirgli la testa dei "per sempre" che la religione continua a volerci imporre perché è proprio nel nome del "per sempre" che molti uomini hanno ucciso e continueranno a uccidere. Vi invito a leggere "IN PRINCIPIO ERA IL SESSO" (Ryan/Jethà) se siete davvero interessati a comprendere da dove veniamo e dove stiamo andando. SEXTING. SESSO A PORTATA DI CLICK.30/4/2016 ![]() Parliamo di un'attività che, chi più chi meno, tutti conosciamo: il SEXTING. Il termine in sé magari non vi dice nulla ma, nato dalla crasi tra i due vocaboli inglesi SEX e TEXTING (inviare sms), è un neologismo che sta ad indicare il comportamento, diffusissimo, di inviare messaggi con contenuti esplicitamente sessuali (testi ma anche immagini e video). Riferito originariamente agli sms telefonici, ora comprende l'utilizzo di messaggi attraverso qualsiasi via telematica: chat, social network e web in generale. In pratica SEXTING è fare sesso a distanza, scrivendosi frasi hot ed inviandosi foto o video. Cosa c'è di nuovo, che non sappiamo in tutto ciò? Praticamente nulla, considerando che chi utilizza la rete e i social network affronta la questione quasi quotidianamente ricevendo proposte velate o meno. Curiosa e interessante l'analisi proposta da THE BODY OF SEX in una puntata di qualche tempo fa che, attraverso testimonianze, interviste e storie real, ha reso espliciti punti di vista sul SEXTING che spingono ad una riflessione molto più profonda. Prendo il caso di un ragazzo, piuttosto in carne, sulla trentina e non propriamente di bell'aspetto, che racconta di non avere una storia reale con una ragazza da 9 anni ma di avere molte storie virtuali contemporaneamente. Perché? "Il SEXTING ti permette di rimettere al mondo la mia personalità, quella che non esce quando sono fisicamente con una ragazza perché mi vergogno del mio aspetto e questo mi induce timidezza e incapacità di essere me stesso". Poche parole ma che inducono una riflessione obbligata: virtualmente puoi permetterti di essere quello che sei. Lui stesso ha continuato dicendo che le storie virtuali gli permettono di essere come si sente in quel preciso momento. Usa il termine permettere in continuazione, indicativo no?! Questo ragazzo ha la possibilità di comportarsi come, nella realtà, non riuscirebbe a fare. La distanza fisica, quindi il non sentirsi sottoposto a pregiudizi sull'aspetto, gli permette di essere se stesso. La forza del SEXTING è questa. L'essere "al riparo" consente di spingersi oltre, di dire e immaginare anche situazioni che mai avremmo il coraggio di affrontare nella realtà. Il problema, semmai, nasce laddove la persona approcciata chiede un incontro in carne ed ossa; ma è un problema facilmente ovviabile: si smette di rispondere al telefono, si blocca la persona sul social network attraverso il quale si erano trascorse nottate di fuoco e giornate eccitantissime e si trova un nuovo partner. Quindi, problema sostanzialmente inesistente. Spendo poche parole per attirare l'attenzione sul discorso sociologico delle dinamiche interpersonali: è sano che un trentenne abbia sostituito i rapporti sessuali reali con un'attività sessuale di sola masturbazione, guidata da un'eccitazione meramente virtuale? La risposta è ovvia e inutile. Chiaro che questo uso del SEXTING è eccessivo e patologico, mentre invece correnti di psicologi definiscono positivo l'uso del SEXTING quando serve a stimolare la fantasia, a legare i partner anche quando sono distanti durante la giornata e a mantenere la mente viva, eccitata. Pare che ci sia una conseguenza significante pure nella produzione ormonale (se si eccita la mente, il corpo agisce!) e quindi ben venga il SEXTING, se non diventa un sostitutivo dei rapporti sessuali reali. Un altro testimone della puntata di ieri sera, invece, usa il SEXTING come metodo selettivo pre-incontro: nel rapporto virtuale valuta la compatibilità che può esserci e decide se incontrarla oppure no. Un comportamento pratico, direi, che può apparire eccessivamente cinico ma personalmente preferisco una mente cinica ad una ipocrita. Insomma, il SEXTING ha dato tante soddisfazioni emotive, ha creato coppie reali e ha creato anche problemi alle coppie reali già esistenti: per molti scoprire che il proprio partner fa sexting con altre persone equivale a tradimento, che può essere comprensibile nell'ottica dell'esclusiva a cui ci hanno educati ma nell'ottica di chi pensa che la proprietà sull'altro non esiste fare sexiting è semplicemente un modo per divertirsi, trarre piacere e niente di più. Ancora di più, per qualcuno fare sexting è il modo per trattenersi dal tradire fisicamente! In alcuni stati, in America ad esempio, il SEXTING è una pratica ancor più diffusa e consolidata, considerata "normale", che ha trovato molta forza di espansione in SNAPCHAT il cui utilizzo oggi è molto diffuso anche tra i nostri adolescenti: e questa non è una buona cosa! Se appoggio assolutamente la pratica quando è condotta tra due adulti consapevoli, la boccio in toto se parliamo di adolescenti perché non hanno la misura dell'utilizzo di questi mezzi, non considerano i rischi e non temono conseguenze. Si sentono rassicurati dal fatto di poter inviare la foto decidendo per quanto tempo questa sarà visibile al destinatario (anche pochi secondi) e poi l'immagine si cancella e il destinatario non la vedrà più: in effetti il destinatario non potrà più vederla (salvo che la fotografi a sua volta, occhio!) ma rimane comunque in rete, non viene cancellata dal database! Le variabili, nel sexting come in ogni dinamica sessuale, sono numerose e soggettive ma qualche consiglio lo volete? -decidere prima quali sono i nostri limiti nel sexting: se vi piace fare sexting ma non avete alcuna intenzione di incontrare il partner virtuale, dovete predisporre da subito una situazione che vi consenta di non esporvi. Cosa significa? Molto semplicemente fate capire subito al patner che non state cercando un incontro ma semplicemente avete voglia di giocare un po'. Soprattutto mettetelo in chiaro con i patner che più vi piacciono, quelli che non desiderate perdere, perché qualora vi chiedesse un incontro e voi non doveste acconsentire, si sentirebbe rifiutato e la storia finirebbe. -usate un linguaggio che porti ad immaginare, anche le scene più spinte, ma è più efficace coinvolgere il partner con parole intense che con fotografie e video continui. Stiamo parlando di una storia virtuale e l'asso nella mancia di queste storie è l'immaginazione... più immagino, più ti desidero, più provo piacere. -al bando gli emoticon: volete mettere la differenza tra leggere "immagina la mia bocca sulla tua" e ricevere una faccina gialla che manda un cuore? Ormai fanno parte del linguaggio comune ma, come dice il nome stesso, sostituiscono le emozioni. -non dimenticate che le immagini inviate rimarranno a disposizione del partner anche quando la storia finirà e, soprattutto sul web, le immagini non si cancellano quindi usate prudenza a mostrare il volto o segni facilmente riconoscibili perché non sapete con certezza chi c'è al di là del telefono o del video: una persona che può sembrare la più onesta e buona di questa terra, potrebbe rivelarsi tutt'altro, soprattutto nel caso in cui siate voi a desiderare di interrompere la relazione. -non comunicate alcun dato sensibile: sembra scontato ma sono numerosissimi i casi di truffa basati su un approccio virtual-sessuale. -cancellate i messaggi se la storia è "clandestina" perché a volte, nelle storie virtuali, si arriva ad una confidenza che rasenta quella reale o addirittura la supera: se il vostro partner reale leggesse uno di quei messaggi potrebbe pensare che la storia non sia effettivamente solo una distrazione virtuale. -non fate promesse che non intendete mantenere: prima per una questione di rispetto ma anche per non incorrere poi in conseguenze che alle volte si sono rivelate anche estreme; se la persona, ad esempio, soffre di dipendenza affettiva e voi non lo sapete, potrebbe cercarvi realmente e anche fare di tutto, se siete sposati o impegnati, per "farvela pagare". -attenzione (molta) all'età della persona con cui fate sexting... molti minorenni si propongono come maggiorenni e si rischia la denuncia da parte dei genitori e delle autorità competenti. Concludo queste quattro chiacchiere sul SEXTING con una riflessione che ci porta molto lontano da emoticon ed eccitazione che corre attraverso il wi-fi... le lettere d'amore! Il SEXTING non è forse l'evoluzione delle ormai polverosissime missive sulle quali le emozioni venivano impresse con l'inchiostro e inviate all'amato o all'amata? Era diverso il linguaggio, erano diversi i tempi (potevano servire anche settimane perché la lettera giungesse al destinatario), non si aveva nemmeno la conferma che la lettera fosse arrivata a destinazione... ma il principio di base è lo stesso: emozionare ed emozionarsi attraverso le parole. Quindi... LET'S SEXTING! ![]() Non è un gran buon giorno per gli uomini quello che sto per dare, perché oggi si parla delle loro capacità sessuali. Sì sì, diciamo che sto per fare un quadro della situazione emersa dalla raccolta delle testimonianze di 100 donne, tra i 40 e i 55 anni, che abbiano all'attivo un minimo di 10 partner (passati o presenti) negli ultimi 5 anni. Questo studio è chiaramente condotto su un campione non numerosissimo ma ci tengo a precisare che è stato appositamente scelto per essere rappresentativo di una tipologia di donna "esperta" e in grado di fornire dati con capacità di confronto. L'analisi è risultata piuttosto difficoltosa perché, va considerato, che le donne in questione hanno espresso gusti sessuali molto differenti ma a stupirmi è stata l'uniformità dei risultati. Omettendo le considerazioni sul livello del rapporto affettivo/amoroso, perché ho chiesto loro di scindere l'ambito sessuale dagli eventi sentimentali e di essere obiettive riguardo alle performance sessuali, la linea generale che si è delineata è piuttosto netta. Curiosi di sapere? Ebbene mi duole dirvi che il livello di soddisfazione delle intervistate è alquanto sconfortante: solo il 5% ha definito gli uomini ottimi amanti, il 13% li definisce eccellenti, il 10% buoni. Il 29% ha ottenuto la sufficienza mentre, ahimè, il 43% è stato definito mediocre. Qualcuna è addirittura arrivata ad affermare che preferisce l'autoerotismo e che il più delle volte dopo il sesso con un partner ha pensato che sarebbe stato più appagante farlo da sola. Brutta batosta all'autostima maschile, che dalla notte dei tempi non perde occasione per rimarcare la propria inattaccabile virilità. Ma non infuriatevi amici miei, non prendetevela! Se ho deciso di pubblicare questi dati non è per infierire, anzi, quanto più per mettervi a conoscenza di alcune considerazioni che sono emerse durante le interviste quasi all'unanimità, e vanno a dare un quadro molto specifico sul cosa "manca" alle donne durante un rapporto sessuale. Lo so, state già pensando: "Eh ma le donne non sono mai contente!!" e in parte vi do ragione ma la sessualità non si comanda e, lo sapete già, quella delle donne è piuttosto varia e complessa. E allora via! Un bel respiro e vediamo se posso essere d'aiuto... La prima nota (a cui è dedicata la vignetta sopra) che voglio fare riguarda "il contesto emotivo": l'iniziativa e la determinazione! Molte delle donne intervistate dicono che gli uomini sembrano essere diventati delle femminucce: lo so uomini, è sempre più difficile, ma le ragazze in questione sono stupite del fatto che i "maschi" intraprendenti e freemind (quelli che cercavano le storie "senza problemi", dove il coinvolgimento sentimentale non era obbligatorio, anzi!) sembrano essere in via di estinzione. E che oggi sono gli uomini a diventare pecorelle al seguito quando una donna non vuole coinvolgersi ma limitare il rapporto ad un'amicizia di letto. Questa affermazione la lascio in sospeso, ve la pongo solo come dato raccolto perché esula un po' dall'argomento di questo post e merita un approfondimento che, di suo, potrebbe occupare lo spazio di un'enciclopedia perché le variabili determinanti sono decine, forse centinaia. Ora passiamo al sesso vero e proprio! Pochissimi uomini sanno come eccitare e portare all'orgasmo una donna mediante il sesso orale. Il cunningulus, nel quale tanti uomini si vantano di essere maestri oltre che estimatori, in realtà risulta essere una delle pratiche in cui sono meno capaci in assoluto. Qualcuna si lamenta della lingua modello "frullino", qualcuna dei denti troppo irruenti magari proprio mentre l'eccitazione sta crescendo e la clitoride è molto sensibile, qualcuna del risucchio eccessivo. Insomma l'83% delle intervistate afferma di non aver mai provato un orgasmo da cunningulus con un uomo e attribuisce l'insuccesso soprattutto alla variazione troppo repentina dei ritmi. Problematica che pare essere la causa primaria anche dell'insuccesso della stimolazione manuale: pare che le donne provino piacere al primo tocco, lento e caldo, ma che la mano maschile fallisca quando prosegue non mantenendo lo stesso grado di velocità e pressione, cambiando troppo spesso la direzione del movimento. Ognuna ha la propria sensibilità, chiaro, ed è proprio facendo attenzione alla reazione che la donna manifesta che si indovina il ritmo giusto (testimonianza diretta: "Qualcuno sembra voler togliere la pelle sfregando la clitoride come se fosse da scartavetrare! Voglio intensità, non sono alla catena di montaggio!). In relazione a queste due pratiche il consiglio che posso dare è quello di adoperarsi in modo crescente, anche alternando i movimenti (che siano della lingua o della mano) ma in modo moderato... non c'è nessuna fretta e non va dimenticato che la clitoride è un complesso di nervi, molto sensibile, che percepisce il tatto all'ennesima potenza. La sovrastimolazione è controproducente: può dare fastidio e azzerare l'eccitazione. Servono tempo, pazienza e intensità. Forse può servire riflettere sull'analoga pratica sul glande, considerando che la clitoride è una concentrazione di terminazioni nervose... I bocciati in assoluto sono gli uomini che vivono il rapporto sessuale come se fosse una seduta di fitness e fanno continue richieste di cambio di posizione: non va dimenticato che mentre nella maggior parte dei casi l'uomo deve controllare l'erezione cercando di non godere, per le donne è diverso... e ogni rallentamento, interruzione o variazione, riporta l'eccitazione ad un grado inferiore, quindi un "tornare da capo" nel viaggio verso l'orgasmo. Così come le sedute ai cento all'ora non hanno buon effetto sull'apparato genitale femminile, soprattutto se prolungate (testimonianza diretta: "Ma capitano tutti a me gli anestesisti? A volte hanno una frenesia tale nel fare avanti e indietro che io non la sento più!"). Accenno solo alle affermazioni ricorrenti riguardo alla eiaculazione precoce (ero talmente eccitato che non ho resistito!): quasi ogni primo rapporto con nuovo partner registra il "già fatto?" entro pochi minuti. Non è un difetto se non segna la fine del rapporto, se l'uomo si adopera in modo da non far crollare l'eccitazione di lei, durante il periodo fisiologico della ripresa. Da non dimenticare che come l'uomo ha bisogno di tempo per riprendere, anche la donna dopo l'orgasmo ha un lasso di tempo (più breve e variabile) in cui la clitoride ha bisogno di tranquillità e, se stimolata, dà fastidio. Molte donne riferiscono di dover togliere la mano del partner perché gli uomini, appena la donna ha goduto, continuano a toccare la clitoride come se cercassero subito di farle avere un altro orgasmo. Fanno eccezione le pluriorgasmiche le quali possono riprendere molto prima ma comunque un attimo di "scarico" ci vuole. Concentratevi magari sulle carezze delle grandi labbra e dei seni, che non andrebbero mai dimenticati nemmeno durante la penetrazione (testimonianza diretta: "Mi toccano le tette solo all'inizio, poi se le dimenticano proprio!). Vogliamo parlare anche del sesso anale? Campo doloroso (in tutti i sensi) se non si segue il ritmo di eccitazione della donna (che ha bisogno di essere già molto eccitata per poter accogliere il pene senza provare dolore) e "forzare" è assolutamente deleterio. La tecnica migliore è sicuramente appoggiarsi facendo lieve pressione, mantenendo un'erezione quantomeno eccellente, e lasciare che sia lei a farlo entrare (ricordo di aver letto qualcosa di Califano che spiegava ad hoc proprio questo, anche se in modo piuttosto colorito). Evitate, soprattutto le prime volte se lei è restia, di farlo in doggy style (volgarmente: a pecorina)... meglio se lei è supina: può controllare meglio la penetrazione e masturbarsi contemporaneamente, favorendo la dilatazione per effetto dell'eccitazione. Non posso non specificare che il 79% delle donne apprezza il sesso anale (lo sapevate?) e che il 13% preferisce una prima penetrazione meno "dolce" (testimonianza diretta: "E' un dolore momentaneo, se riesci a controllarlo si trasforma dopo poco in piacere sublime"). Ultima cosa, poi lascio gli uomini a riflettere, la maggior parte delle intervistate riferisce che vorrebbe toccarsi la clitoride durante il rapporto ma l'uomo pare "offendersi": se la donna si masturba durante la penetrazione è perché questo aggiunge piacere, non perché voi non siete in grado di farla godere. Lasciatela fare e godetevi lo spettacolo magari. Gli argomenti sarebbero tanti, come sempre, e meriterebbero tutti approfondimento ma già qualcosa lo abbiamo detto e, nella speranza di essere stimolo al "miglioramento", vi ricordo che tutte queste discrepanze tra uomo e donna durante il rapporto hanno una soluzione semplicissima: il dialogo. Perché le indicazioni generali possono essere utili ma ognuno di noi ha una sessualità diversa, zone erogene relativamente diverse, percezioni sensoriali diverse quindi solo la vostra partner può guidarvi al meglio nella propria strada del piacere! Vi ho rimandati a settembre ma sono certa che avete capito quale sia lo spirito di questo mio scritto: non è un giudizio quanto più un invito a riflettere serenamente su queste "confidenze" da donna a donna... e a recuperare! Se vi impegnate un minimo, a settembre tutti promossi! Vi ho sussurrato all'orecchio quello che le donne non dicono! ![]() E' forse una delle domande più frequenti che mi sento fare e scopro sempre, con molto dispiacere, che c'è ancora una reale e diffusa ignoranza riguardo all'anatomia del corpo (soprattutto femminile) e alla sua fisiologia. Per parlare del piacere femminile potremmo tranquillamente tornare alla Grecia antica per saperne di più o affidarci alle dottrine induiste che hanno mappato il corpo definendo "primo chakra" quello alla base della colonna vertebrale, tra l'ano e gli organi genitali esterni nella zona del plesso coccigeo. Ebbene il primo chakra corrisponde esattamente alla geografia del nervo pelvico che le neuroscienze hanno dimostrato essere molto semplice nell'uomo: una sola diramazione che dalla colonna vertebrale arriva al pene. Molto complessa e articolata nella donna invece: dalla colonna vertebrale il nervo pelvico si divide in tre diramazioni che vanno a loro volta a diramarsi in tutto il ventre femminile, formando una rete di terminazioni nervose che interessa tutta la zona pelvica. La curiosità, che risponde anche alla domanda "Perché le donne hanno orgasmi diversi?", è che mentre nell'uomo la conformazione del nervo pelvico è una e praticamente uguale per tutti gli uomini, nelle donne è diversa da donna a donna: questa rete di terminazioni nervose non ha la stessa geografia in ogni donna ma è fisiologicamente soggettiva. Perché vi ho fatto questo discorso quasi "medico"? Per farvi capire che mentre nell'uomo la zona recettiva al piacere è quindi sostanzialmente solo quella del pene o poco più distesa, nella donna è diversamente molto più diffusa. Ecco perché si dice che una donna è clitoridea, una vaginale, etc. Quel che poco si dice è che le potenzialità femminili, ignorando il discorso anatomico, sono ancora "sfruttate" in minima parte perché si pensa che la donna goda solo con la penetrazione o con la masturbazione della clitoride. Punto. Non è così! Intanto va considerato che tutta la struttura dell'apparato riproduttivo della donna è innervato, quindi la zona recettiva alle stimolazioni è molto ampia, e che ogni donna è diversamente innervata quindi ha la necessità di capire quali siano le proprie zone maggiormente erogene. Se mettiamo in conto che ancora oggi molte donne non praticano la masturbazione per condizionamenti socio-educativi vari, è facile capire perché altrettante donne non sono in grado di raggiungere l'orgasmo: non si conoscono e quindi l'assenza dell'orgasmo potrebbe essere determinata dal fatto che durante l'atto sessuale non vengono stimolate le zone di soggettiva recettività erogena. Io sembro un po' fissata quando dico che la masturbazione è fondamentale e non solo nel periodo pre-adolescenziale e adolescenziale ma anche nel corso della vita adulta perché certi eventi possono cambiare la recettività. E le terminazioni nervose sono talmente tante che succede spesso di scoprire anche dopo anni di masturbazione nuove zone di piacere. Perché l'ignoranza in materia sessuale determinata dall'assenza di educazione sessuale (per condizionamenti religiosi e sociali) ci ha relegate a credere che o arrivi all'orgasmo con la penetrazione o ci arrivi con la stimolazione della clitoride o sei fuori: non puoi avere orgasmo! Be'... non è così! Qualcuna ad esempio ha bisogno di entrambe le stimolazioni in simultanea, qualcuna ha necessità invece di una stimolazione del perineo, qualcuna ha bisogno di una penetrazione molto profonda, qualcuna ha bisogno della stimolazione anale... insomma... ogni donna arriva a godere in modo diverso. Ma arriviamo anche a rispondere alla domanda di partenza: perché le donne possono avere più orgasmi consecutivi, senza il bisogno di aspettare? Perché avendo a disposizione diverse terminazioni nervose, un minimo cambio di posizione o di stimolazione va ad interessare terminazioni diverse da quelle che possono averle appena portate all'orgasmo e consentono quindi di avere nuovi orgasmi. Molto semplice no? Per i maschietti, ahimè, la storia è diversa: evito di annoiarvi con discorsi specifici sulla fisiologia dei neurotrasmettitori e quanto altro e semplifico molto dicendovi che il nervo è uno, si dirama all'interno della struttura del pene e quindi, una volta sollecitate quelle terminazioni, si arriva all'orgasmo e serve poi un tempo variabile da uomo a uomo perché la struttura nervosa diventi di nuovo recettiva e funzionale. La cosa curiosa, a livello "sociale" direi, è pensare che per centenni siamo state relegate ad essere lo strumento per il piacere maschile mentre l'anatomia ci spiega che NOI DONNE SIAMO FATTE PER GODERE, che abbiamo potenzialità orgasmiche molto più ampie degli uomini e quindi, concludo banalmente ma nemmeno troppo, strutturalmente dovremmo essere noi quelle che godono di più!! Capito fanciulle perché vi stimolo a continuare a masturbarvi e a cercare di conoscervi sempre di più? ![]() So che anche dopo aver letto questo articolo nessun uomo si sentirà più leggero nell'ammetterlo ma l'argomento va affrontato e, direi, andrebbe discusso molto ampliamente perché la bisessualità maschile, all'epoca "trasgressione" di pochi, oggi è arrivata a comunicare la propria evidenza grazie ai siti e ai social a tema sessuale. Cosa intendo? Che frequentando molti siti dedicati al sesso, è innegabile che nascosti dietro ad un nickname gli uomini diano liberamente spazio al proprio lato bisessuale. Ma andiamo per gradi. Premesso che la bisessualità NON è una trasgressione o una perversione (ditemi che non devo convincervi di questo, vi prego!) rimane impossibile per un uomo confessare di essere sessualmente attratto da un altro uomo. Perché? Molto semplice: perché nella società il valore di un uomo si basa sulla sua potenza, sulla sua mascolinità, sulla sua forza, e un uomo che "fa la parte della donna" è un perdente. Cazzate! O perlomeno, sono cazzate per chi ha la possibilità mentale di non ragionare secondo pregiudizi e preconcetti ma è in grado di vivere le sensazioni e le emozioni in modalità free-thinking. La via di mezzo, oggi, quella che permette di dare una valutazione più realistica sull'aspetto bisessuale degli uomini, è quella che si evidenzia come dicevo nei siti dedicati alla sessualità, in particolar modo quelli che permettono di chattare e incontrarsi virtualmente. E' un primo passo in sostanza: tranquillamente protetti da un nickname che non permette di risalire all'identità, gli uomini si lasciano andare ad un intenso gioco di voyeurismo... e una percentuale piuttosto significativa e in continua evoluzione (il 35%) anche a incontri reali. Personalmente questa evoluzione mi piace perché è indicativa di un'apertura alla ricerca del proprio benessere dissociandosi dal condizionamento dei pregiudizi, condizione mentale che auspico diventare un must prima che io muoia... nel senso che mi piacerebbe avere il tempo di assistere ad una presa di consapevolezza sessuale molto più ampia di quella attuale. Chi mi conosce sa che penso che le limitazioni nella sessualità siano solo frutto di condizionamenti educativi e che ognuno di noi dovrebbe potersi sentire libero di coinvolgersi con una persona per le sensazioni che gli da e non per schemi predefiniti. Naturalmente la bisessualità maschile, oggi, fa parte dei tabù sessuali proprio perché viene vissuta con la vergogna e il timore di essere considerati meno uomini... e come tutti i tabù ha bisogno di tempo e prese di coscienza personali che sono piuttosto difficoltose, ma non impossibili! Qualche tempo fa scrivevo questo post e devo dire che in questi giorni, impegnata per molte ore al giorno su siti di cam, ho la sensazione che stia diventando sempre più normale vivere la propria sessualità per quella che è. Anche nascosti dietro ad un nickname per ora, va bene... l'importante è non reprimersi e prendersi il piacere in relazione al proprio "essere" e non alla necessità di apparire! Insomma uomini cari... godetevi il vostro piacere, anche se virtualmente dietro ad un nickname va bene... in attesa che l'ipocrisia dia spazio al benessere reale! ![]() La bisessualità femminile è indubbiamente meglio "tollerata" e meno scandalosa di quella maschile. Anzi, per parecchie persone la bisessualità nella donna è una caratteristica allettante, un punto in più! Ne abbiamo già parlato in passato: nelle fantasie e nei desideri sessuali maschili, una donna bisessuale è fonte di eccitamento. Quindi, se una donna si dichiara bisessuale sarà presumibilmente ben vista dagli uomini e anche da alcune donne; non dai perbenisti naturalmente, pubblicamente schifate dai bigotti ma nemmeno tanto. Perché all'uomo l'idea di assistere (e ancor meglio partecipare) ad un rapporto sessuale tra due donne non dispiace per nulla! E se invece, a dichiararsi bisessuale, è un uomo? La storia cambia, e di molto. Intanto sappiate che sui siti di cam (tipo Cam4) gli uomini che guardano gli uomini sono un numero immisurabile perché nascosti dietro ad un nickname è più facile poter spaziare dove la mente vuole. E sono uomini che si dichiarano eterosessuali... mi spiego? La differenza sta semplicemente nel fatto che, per questo perbenismo/bigottismo dilagato nei decenni precedenti e ancora radicato nella mentalità diffusa, un uomo che prova piacere nell'avere qualsiasi tipo di approccio con un altro uomo, non è un uomo! E' un mezzo uomo! Perde in mascolinità! Perché il vero uomo nella nostra cultura è quello che si fa un sacco di donne, no?! Personalmente credo che l'uomo più eccitante sia quello che non si pone limiti di sorta ma la cui sessualità è guidata dall'istinto e dal piacere, libero dal condizionamento degli stereotipi. Poi chiaramente la mentalità in cui viviamo è condizionante: prova a dire sul lavoro, da uomo, che sei bisessuale... comporta quasi gli stessi problemi del dichiarare di essere omosessuale. A volte mi chiedo se, prima di morire, avrò il piacere di vivere in una società che non giudica più le persone per le dinamiche sessuali e in cui non sia necessario doversi "vergognare" o doversi nascondere. A voler semplificare al massimo, mi piacerebbe che come io amo mangiare carne e pesce, un altro ama solo la carne, un altro solo il pesce e nessuno di noi si vergogna a dirlo, anche nella sessualità ci fosse la possibilità di esprimersi liberamente... ce la farò? I WANNA HOPE! ![]() Questo è ciò che pensa la maggior parte delle donne quando "scopre" che il marito, compagno o fidanzato frequenta siti che propongono video porno o gallery di immagini a sfodno sessuale: "SE HA BISOGNO DI GUARDARE QUELLA ROBA PER ECCITARSI, SIGNIFICA CHE IO NON GLI BASTO PIù!" Niente di più sbagliato ragazze mie, non è proprio così! Perché siete deluse? Perché pensate che quella sia roba da pervertiti? Perché pensate che lui abbia bisogno di vedere donne più belle di voi? O forse perché pensate che il vostro "modo" di fare sesso non sia all'altezza delle sue aspettative e quindi lui abbia bisogno almeno di guardare ciò che gli piacerebbe fare? Dimenticate per un attimo la delusione provata scoprendo questa sua "attività" e ragionate con me su ognuna di queste domande che vi ho posto: Siete deluse perché pensate che guardare contenuti pornografici sia roba da pervertiti? Se ragioniamo in termini di valori morali di stampo religioso, sì. Ma se valutiamo basandoci sui numeri, la frequentazione dei siti pornografici è talmente alta che non possiamo non piegarci all'evidenza: mediamente un italiano su quattro fruisce della pornografia e, se consideriamo che nella media rientrano anche neonati e anziani, dovremmo dedurre che siamo una popolazione di adulti pervertiti. Immagino che stiate pensando: "Non mi interessa di ciò che fanno gli altri, da lui non me lo aspettavo!". Pensate che lui abbia bisogno di guardare donne più belle di voi in atteggiamenti sessuali? Vi assicuro che non tutte le attrici sono delle gran bellezze e, soprattutto negli ultimi anni, c'è una tendenza importante verso i cosidetti "video amatoriali", che il più delle volte in realtà sono girati in studio come tutti gli altri ma hanno come protagonisti uomini e donne di fisicità non particolarmente perfetta proprio perché devono dare l'impressione di essere persone "normali" e non attori. I video amatoriali, in sostanza, propongono protagonisti e ambiti di scena che rispecchiano la normalità, situazione che permette ancor più l'immedesimazione e lo stimolo della fantasia. Proprio alla fantasia volevo arrivare: sappiate che il 70 per cento degli uomini mentre guarda un film porno finisce per fantasticare sulla propria donna (o sulla donna desiderata)! E qui arriva la domanda successiva: pensate che il vostro "modo" di fare sesso non sia all'altezza delle sue aspettative e quindi lui abbia bisogno almeno di guardare ciò che gli piacerebbe fare? Be', questo è possibile. Soprattutto se non vi ha mai detto di guardare porno, segnale che probabilmente non avete una complicità di rapporto che vi permetta di dirvi tutto, apertamente, anche si trattasse di sole fantasie o piuttosto di desideri, e quindi di aspirazione alla realizzazione. Voi pensavate che lui vi dicesse tutto, che fosse completamente soddisfatto, che il vostro rapporto funzionasse al 100% e che lui non vi nascondesse nulla, lo so ragazze, ma non facciamone una tragedia, datemi retta. Provate piuttosto a pensare (perché così è) che lui non ve lo ha mai detto: -per il timore di ferirvi perché sapeva che la cosa vi avrebbe destabilizzate -per la paura che, dicendovelo, succedesse ciò che è successo: problemi, incomprensioni, difficili da spiegare senza sentirsi accusati -perché anche lui è cresciuto soggiogato dai concetti moralisti, e quindi si vergogna a dirlo. Ma veniamo al punto che forse vi interessa di più: perché guarda i film porno? Perché per la maggior parte degli uomini la componente visiva è la base dell'eccitazione, il voyeurismo infatti è una tendenza tipicamente maschile. Nel periodo dell'adolescenza, ad esempio, è consuetudine masturbarsi guardando giornaletti porno, per i ragazzi no?! Ecco, anche in età adulta permane questa tendenza che non è patologica sia chiaro, non almeno finché rimane un'attività non indispensabile all'eccitazione, ma un incentivo. So che molte di voi si sentono "tradite" quando scoprono che lui si eccita e pratica l'autoerotismo guardando siti porno (molti matrimoni addirittura sono naufragati dopo una scoperta del genere!) ma la maggior parte degli uomini pensa che il sesso virtuale non rappresenti un vero e proprio tradimento, per loro "tradire" è strettamente connesso al reale contatto fisico con una donna. Anche praticare sesso on line per loro non è reale tradimento ma semplicemente provano il brivido della trasgressione: sono in molti a raccontare di farlo proprio quando la compagna dorme, senza farsi vedere, eccitarsi e andare a letto per fare l'amore con lei. Non vi piace l'idea, lo so, ma in questo caso il contenuto porno o il sexting diventano uno stimolatore, un vero e proprio amplificatore del piacere che a voi non toglie nulla e si riversa sull'intensità del rapporto di coppia. Continuo a sostenervi perché so che vorreste che lui si eccitasse solo guardando voi, pensando a voi, toccando voi ma queste sono utopie ragazze... e diciamocelo chiaro: voi non avete mai fantasie che riguardino situazioni o persone diverse? Eddai! Alleggerite un po' la vostra delusione, pensate che in fin dei conti a voi piacciono i film d'amore perché vi fanno sognare mentre gli uomini preferiscono sognare in altro modo. Cosa c'entra (direte voi)? Se voi guardate sempre film d'amore, leggete romanzi di grandi storie passionali, è forse perché lui non vi ama abbastanza??? Ora. Potete continuare a fare le deluse, a farlo sentire in colpa, ad avere rabbia o sentirvi schifate dall'aver scoperto che lui è uno di quelli che guarda quella robaccia... oppure potete sfruttare il momento per aumentare la complicità di coppia, proponendogli di scegliere un film che gli piace e farlo vedere anche a voi, per vedere che effetto vi fa. Non avete idea di quanto lo "caricherà" questo vostro comportamento perché gli darà l'idea di potervi parlare più apertamente, di poter essere sé stesso anche in quegli aspetti che solitamente è più difficile confessare per il condizionamento da tabù e per il timore di essere giudicato negativamente. So che per voi è difficile ma so anche che, se mi leggete, avete capito che sbattere i piedi per non cedere sulle proprie convinzioni è deleterio nei rapporti: se ognuno dei due partner si fossilizza sulla propria posizione, il punto di incontro diventa un miraggio! Imporre al vostro compagno di non guardare materiali porno sarebbe controproducente, sappiatelo, perché la natura istintiva non si cambia per imposizione, men che meno con ricatti morali del tipo: "se scopro che continui ti mollo": forse smetterebbe di guardarli o (più probabile) lo farebbe in maniera più accorta, ma di sicuro ne perderebbe il vostro rapporto. Lui si sentirebbe non accettato, giudicato e voi stareste sempre a controllare, pronte a far scenate se scoprite che continua: diventerebbe una lotta (inutile e deleteria), situazione nella quale sarebbe sicuramente penalizzata la complicità di coppia. Parlatene con lui e disponetevi ad ascoltarlo, senza fare tragedie che i problemi veri sono altri, credetemi. Quando vi spiegherà il perché lo fa, forse vi dirà semplicemente che non lo sa e che è così, tanto per fare, ma voi avrete il merito di avergli dato la possibilità di parlarvi apertamente e, gradualmente, ne trarrete beneficio entrambi aumentando la vostra complicità e la capacità di condividere anche i pensieri più personali. Adesso la domanda è per voi ragazze, che probabilmente ritenete schifosi i contenuti porno e forse non ne avete nemmeno mai visti perché solo il pensiero vi fa rabbrividire: leggete questo articolo! Magari scoprirete che guardare un film porno altro non è che punzecchiare in modo più diretto il nostro stimolo sessuale e, se preso con spirito giocoso e senza pesantezze da perbenisti, può diventare un piacevole diversivo! ![]() Lo sapete che quando vi parlo di qualcosa, vi do un consiglio o cerco di suggerire strade da prendere non lo faccio mai prima di aver provato. Ma questa volta è diverso... mi sembra talmente bello che mi lancio: o la va o la spacca! Vince chi ce l'ha più duro! E' un detto popolare ormai, no?! Chi l'ha duro... la vince! E' il titolo di un film! Ma poi mica abbiamo bisogno che ce lo dicano gli altri o ne facciano un titolo: lo sappiamo tutti che l'efficienza è una caratteristica indispensabile per un benessere sessuale di buon livello. Poi è chiaro, non vorrei ferire chi ha problemi realmente patologici che (ne sono certa) in situazione di svantaggio saprà sicuramente adoperarsi al meglio e non avrà esitato a rivolgersi ad un medico per una diagnosi e una terapia. Di pillole blu vi avevo già parlato in questo articolo rappresentandovi il punto di vista femminile sulla questione, ma oggi voglio essere propositiva! Domenica una persona che ha pranzato a casa mia (non dico chi è perché arrossirebbe pubblicamente e le voglio troppo bene per infliggerle questa pena) mi ha parlato del MACA ROSSO. E che diavolo è il maca? Una radice dalle proprietà tutt'altro che banali, tra cui quella di potenziare le capacità sessuali dell'uomo. Lo so, lo so, anche io appena attaccano a parlarmi di ste robe divento scettica ma questa, secondo me, vale la pena di provarla... male non farà no? Leggete qui! Prendete questo articolo un po' come volete, non ha nessun valore scientifico chiaro. Però non possiamo nemmeno negare che certe piante abbiano proprietà medicinali e che danni non ne creino, quindi, piuttosto che prendere la famosissima PILLOLA BLU se non ce n'é indicazione medica, e quindi correre rischi inutili solo per il gusto di durare di più, fatevi un po' di MACA! E se non vi va di provare con il MACA, evitate comunque di assumere sostanze che non vi abbia prescritto un medico: se lo volete più resistente, avrete anche le palle per andare dal medico e dirgli sinceramente che volete provare un'esperienza diversa, no?! Non dimenticate che le pillole che vendono di contrabbando non sono certificate, sono importate illegalmente e il desiderio di farlo meglio, potrebbe portarvi a non farlo più! Sulle sostanze chimiche non si scherza! E nemmeno farselo prestare da un amico che lo ha acquistato in farmacia vi mette al sicuro: sono farmaci che hanno effetti collaterali importanti, non sottovalutate! ![]() Quella che leggerete ora è una storia che ho scritto per altro uso ma censurata perché argomento troppo "perverso". Non chiedetemi da chi o per cosa. La uso quindi per capire in che direzione stiamo andando............ Quel che vi chiedo è votare: perversa sì o perversa no? E se votate sì, vi chiedo di scrivermi (anche privatamente) cosa c'è di perverso secondo il vostro punto di vista in una esperienza del genere se viene vissuta in questo modo... "Ho conosciuto Giovanni solo qualche mese fa, quando la mia azienda lo ha assunto in qualità di agente di commercio. Niente di appassionante, Giovanni non è il mio tipo di uomo ma siamo entrati subito in sintonia: è una persona gioviale, sto bene in sua compagnia. Due settimane fa ci siamo trovati a lavorare insieme ad un catalogo e, nel trasporto di qualche chiacchiera sulla ormai pubblica vicenda di un collega tradito dalla moglie, Giovanni mi ha fatto una confidenza: è omosessuale. La cosa non mi ha colpita molto, non mi interessa granché la vita sessuale degli altri ma mi ha incuriosita quando ha iniziato a parlarmi del rapporto tra lui e Michele, il suo compagno. Ha iniziato raccontandomi che, da quando si era lasciato con la moglie perché aveva scoperto di essere omosessuale, aveva deciso di non nascondersi più dietro a nulla. Quella sera, uscendo insieme dall’azienda, Giovanni mi ha chiesto di fargli compagnia per un aperitivo mentre aspettava che Michele lo raggiungesse. Eravamo da poco entrati al bar quando è arrivato. Abbiamo trascorso un’oretta in allegria poi mi hanno proposto di cenare con loro. Durante la cena la conversazione è inevitabilmente caduta sul discorso dell’omosessualità quando Giovanni ha detto a Michele che io sapevo della loro relazione. Come avevo immaginato, anche Michele si è rivelato essere una persona libera sessualmente e per nulla assoggettato ai condizionamenti, cosa che già avevo percepito nei suoi atteggiamenti nei confronti di Giovanni. Mi sentivo talmente a mio agio con loro che sono sbottata così: “ A me gli omosessuali non solo non hanno mai dato noia, credo che ognuno sia libero di andare a letto con chi vuole. Anzi, direi che rappresentano la mia fantasia erotica mai soddisfatta!” “Cioè?” chiese Michele incuriosito “Spiegami!” “Fin da giovane l’idea di guardare due uomini fare l’amore tra di loro mi ha eccitata! Al punto che alcuni anni fa ho cercato di vivere la situazione mettendo un annuncio online ma purtroppo i due ragazzi che ho incontrato avevano come fine mettere in mezzo me, non soddisfare la mia fantasia. Si erano finti omosessuali ma in realtà ho capito fin da subito che il loro modo di toccarsi era troppo superficiale e non si baciavano: chiaro segnale che non c’era intimità tra loro. Quindi, irritata, me ne sono andata e ho abbandonato la ricerca, convinta che probabilmente due omosessuali non provano nessuna eccitazione nell’essere guardati da una donna ”. “Ma tu cosa vorresti Linda? La tua fantasia cosa vede?” “Due uomini fare l’amore, semplicemente. Guardarli fare l’amore tra di loro, dal vivo. Non la finzione dei film pornografici, credo sia ben diverso.” “E tu cosa faresti se ti trovassi in quella situazione?” “Guarderei Michele! Mi metterei in un angolo a guardare. O forse non resisterei, dovrei toccarmi…” sono scoppiata in una sonora risata, che ho interrotto subito perché loro due non stavano per nulla ridendo. Credevo di averli offesi ma il mio timore è scomparso all’istante incrociando lo sguardo intenso che Michele stava rivolgendo a Giovanni, il quale ha sorriso prima al suo compagno poi a me. Quel gioco di sguardi è stato motore di eccitazione per tutti e tre. Sentivo che la situazione stava evolvendo al punto che, trascorsi non più di cinque minuti, mi sono ritrovata seduta sulla poltrona della loro stanza da letto mentre Michele stava accarezzando e spogliando Giovanni. Respiravo la loro eccitazione quando, di tanto in tanto, uno dei due si volgeva a guardarmi per poi ritornare ad amare intensamente l’altro. La loro energia sessuale era talmente intensa che mi sono abbandonata al mio piacere con assoluta naturalità. Così come è stato naturale sorridersi ed abbracciarsi dopo. E’ stata un’esperienza davvero intensa, lontanissima dal concetto di perversione che solitamente sentiamo attribuire a situazioni sessuali meno consone. E’ stata unica, non l’abbiamo mai più ripetuta nonostante io li frequenti abbastanza spesso: era una mia fantasia che Giovanni e Michele hanno esaudito nel miglior modo possibile." Ho chiesto un parere alla Dott.ssa Cristina Mambelli, riguardo a questa situazione, la quale si è espressa in questo modo: “Le fantasie erotiche rappresentano il sogno di un desiderio e quando si realizzano ci permettono di vivere realmente come in un sogno. È importante non confonderle con le perversioni sessuali che hanno come caratteristica la partecipazione di soggetti non consenzienti e l’essere vincolanti per il raggiungimento del piacere sessuale. Permettersi di desiderare e vivere il desiderio rende la vita sessuale piena e “vera”.” La Dott.ssa Mambelli riceve a Imola(BO) presso Centro di Psicoterapia e Ricerca C.P.R / Centro di Psicoterapia e Sessuologia SPECiALiSTiKA. http://www.psicologo-sessuologo.it/ ALLORA??? Sì o NO?? ![]() Ognuno di noi ha le proprie preferenze in materia sessuale: per attitudine e per vissuto. L'istinto è sicuramente il motore primo della sessualità che, fin dall'infanzia, viene mediato attraverso l'educazione (famigliare e scolastica) e le regole sociali, che vanno ad influenzare il percorso di vita in ogni fase, condizionando i rapporti sentimentali e sessuali. Fortunatamente c'è un lato della nostra personalità che, per quanto la religione e l'educazione "perbenista" abbiano tentato, si comporta in modo piuttosto ribelle e autentico: l'immaginazione, la facoltà di creare nella mente immagini che configurano una realtà possibile o di pura fantasia e anche priva di ogni senso logico. Qualcuno, però, non riesce ad essere libero nemmeno nell'immaginazione. Abbiamo parlato ampiamente di fantasie e desideri e proprio questa mattina ho avuto uno scambio con una ragazza trentenne che mi ha posto questa domanda: "Ma come si fa a immaginare? Perché io sono cresciuta in una famiglia molto chiusa e molto di Chiesa. Mia madre quando avevo quindici anni ha scoperto il mio diario in cui scrivevo proprio in quel periodo di sentire una strana emozione nella pancia quando stavo vicino a Marco, il figlio di una coppia amica dei miei, e di aver voglia di baciarlo. Ne nacque un putiferio, che a raccontarlo sembra di tornare ad un'epoca incredibilmente lontana ma parliamo di poco più di quindici anni fa. In casa successe il finimondo, il mio diario venne requisito, mio padre non mi guardò in faccia e non mi rivolse la parola per almeno due mesi e mi mandarono dall'anziano parroco del paese, a cui i miei genitori avevano chiesto di rimettermi sulla retta via. Posso sembrarti stupida ma ancora oggi avverto la stessa sensazione di vergogna di allora quando ci ripenso e quindi, nonostante mi sia sposata e con mio marito ci sia un buon rapporto, quando lui durante i rapporti se ne esce con qualche "vorrei" o "farei" io mi blocco. Mi ritorna quella sensazione di scandalo di allora, soprattutto quel sentirmi in colpa, "fatta male", "sporca". Ma i sembra possibile? Se ci penso razionalmente capisco benissimo che è una sciocchezza ma è più forte di me." E sono ancora tante le donne che vivono la sessualità condizionate da eventi di questo genere successi in adolescenza, momento in cui per eccellenza l'ideazione è il motore della crescita sessuale (oggi soppiantata purtroppo molto spesso dal sesso virtuale). Come uscirne? Non è facile, bisogna combattere contro il proprio Super-Io, quello che vi bastona appena vi sfiora l'idea di "lasciarvi andare". Fatelo intenzionalmente, provateci da sole: come? Prendetevi uno spazio di tempo solo vostro, in cui nessuno possa disturbarvi, e dedicatevi intenzionalmente a qualche attività che notoriamente stimola la fantasia. Cosa intendo? Un film porno, un racconto erotico, magari una gallery di immagini un po' spinte... provate a studiare la vostra reazione, ad ascoltare il vostro corpo. Mi spingo oltre e vi dico, guardate tutte le sezioni proposte. Vi sembro pazza? So che molti penseranno sia una pazzia ma sappiate che quello visivo è indubbiamente lo stimolo più immediato ed efficace, anche per le donne. Lo so... la pornografia fa schifo ed è roba per pervertiti (vi hanno insegnato questo no?!) ma sono pronta a scommettere che, se lo farete da sole, inevitabilmente qualche "situazione" carpirà la vostra curiosità... Dico "se lo farete da sole" perché dovete trovarvi in una situazione in cui nessuno e niente vi possa condizionare! Un sacco di donne mi dicono di aver provato a guardare un porno con il compagno ma di aver avuto una reazione contraria, schifata. Provateci da sole e, se anche al momento non vi muoverà nulla (cosa su cui dubito), è probabile che nel momento di eccitazione sessuale quelle immagini vi tornino in mente e stimolino proprio quell'immaginazione che non vi siete mai concesse perché "NON SI FA!". Sembro sempre l'avvocato del diavolo, lo so, ma a me stanno a cuore il benessere fisico e mentale e quelli si raggiungono difficilmente finché non si superano i tabù! Vi consiglio questo sito che propone video con un aspetto erotico più forte di quelli abitualmente reperiti sui siti porno, che sono principalmente studiati per compiacere gli uomini (tant'è che il 98% finisce sempre nello stesso modo). In Italia, da qualche anno, LE RAGAZZE DEL PORNO stanno provando ad affermare il loro progetto sul porno al femminile ma non avendo un produttore/finanziatore alle spalle è dura e, personalmente, ho trovato il gruppo troppo lontano dall'idea del progetto: ad un evento di raccolta fondi a Trastevere, un anno fa, ho avuto modo di parlare con un paio di loro e, complice il vino, la portavoce del gruppo mi ha chiesto di mandarle le domande via mail visto che in quel momento non si sentiva molto in grado di rispondermi. Sono rimasta leggermente delusa (anche se auguro loro di farcela alla grande perché il progetto mi piace) perché in un evento promozionale avrei voluto (uffa, pesante che sono) trovare determinazione, professionalità e consistenza. Invece alle 19 del pomeriggio ho trovato una portavoce brilla in un clima che era quello di un aperitivo da salotto-bene in cui si da udienza solo agli amici di nicchia... limitante per il percorso che hanno intrapreso. Lamia non vuole essere una critica demolitiva, anzi, il progetto è interessante quindi aspettiamo di vedere il loro cortometraggio realizzato! Sull'estero, invece, tutta la mia stima invece a ERIKA LUST che trovo fantastica! Ultima raccomandazione: se ciò che vedete vi eccita, non limitatevi: vostra mamma è altrove e nessuno può giudicarvi. Sarà un piccolo passo verso un'apertura più ampia. E se la cosa vi eccita, ditelo al vostro compagno, non abbiate timore! Ricordo ancora un tardo pomeriggio di questo inverno in cui stavo guardando dei video per confrontarli, studiarli e uno di questi... ehm... diciamo che l'ho trovato particolarmente coinvolgente: ho telefonato a mio marito (che stava rientrando dal lavoro) e gli ho chiesto se potevo continuare a guardare il film o se dovevo smettere per preparare la cena... secondo voi cosa ha risposto? ![]() Qualche giorno fa, sulla mia bacheca Facebook scrivevo questo: "Vengo a sapere che un amico virtuale (con cui ho avuto anche pochi scambi e solo su bacheche pubbliche per altro, mi ha tolto l'amicizia perché sua moglie/compagna era gelosa del fatto che fossimo amici. Mi rivolgo a lei ora: ma stellina mia... rifletti... il fatto che lui mi abbia levato l'amicizia per accontentarti, ti fa sentire meglio? Ti senti al sicuro ora? Dammi retta... invece di chiedere a lui di togliere le amicizie che ritieni pericolose, fatti una domanda: QUANTO E' FATICOSO ESSERE LA DONNA DI UN UOMO NEL QUALE NON HAI FIDUCIA?" e naturalmente ne è nato un dibattito. C'è chi sostiene che sia normale, c'è chi insinua che probabilmente lui non la rassicuri abbastanza, la maggior parte dei commenti la trova una situazione assurda proprio per il fatto che si sta parlando di un ambito in cui, anche levata la "famosa amicizia" c'è la possibilità di continuare a "frequentarsi" in chat privata, senza restrizione alcuna. Ovvio che l'oggetto della discussione è sempre quello: la GELOSIA, questo antico nemico della tranquillità di coppia o, per qualcuno, ingrediente fondamentale in una coppia "che funziona". Tra questi l'amico giornalista Pellizzari che da quando abbiamo iniziato questo piacevole gioco di confronto sulle dinamiche "uomo-donna" si è un po' ammorbidito su certe convinzioni ma non su questa: la gelosia serve, è segnale di amore per l'altro e laddove non c'è significa che non si ha interesse per il partner. Io ovviamente non sono d'accordo: amo mio marito, la fiducia è intrinseca al nostro rapporto, non ho nessun bisogno e nessun stimolo a controllarlo o a pretendere che frequenti chi decido io, virtualmente o realmente. In questo post Pellizzari si schiera dalla parte dei gelosi e appoggia le richieste e le pretese da parte degli stessi nei confronti dei relativi partner: "Io sono geloso di un tuo amico virtuale quindi, se mi ami, lo devi bannare dalle tue amicizie". Personalmente ritengo la gelosia una dinamica banale e sciocca ma capisco che per molti è una questione viscerale, incontrollabile, non modulabile. Personalmente, ribadisco, credo che amare una persona ed avere fiducia nella stessa dovrebbe bastare a non uscire dal seminato se questa scherza o interagisce con altri su Facebook... certo, può dare noia, soprattutto se la serenità della coppia non è proprio al top! Non voglio di nuovo addentrarmi nei labirinti dell'argomento GELOSIA perché non ne usciremmo più. La gelosia fisiologica esiste ma dovrebbe essere correlata ad una capacità di valutazione adulta e consapevole del fatto che essere una coppia non significa doversi limitare a vicenda quanto più, semmai, fidarsi dell'altro. Che sia fondata o no, la mancanza di fiducia è un deterrente alla serenità di coppia. Soprattutto quando riguarda sciocchezze del genere amicizie virtuali e altri similari perché è ovvio che se una persona, uomo o donna che sia, vuole tradire, tradisce o ha tradito non lo spiattella su una bacheca facebook e non ve lo lascia nemmeno intendere: credo si debba temere di più chi tace rispetto a chi liberamente commenta con ironia e la giusta dose di cazzeggio un post di facebook. Ché state tranquilli... se il partner vi vuole tradire, non sarà chiedergli di bannare un amico o un'amica virtuale con il quale interagisce pubblicamente a mettervi al sicuro, anzi, magari succederà che inizino a parlare in privato per "non farsi vedere" e, lo sapete, da cosa nasce cosa... Premesso che personalmente trovo disfunzionale e patologica qualsiasi limitazione imposta al partner, il chiedere al compagno/a di interrompere un'amicizia virtuale a me sembra più una soluzione modello "occhio non vede, cuore non duole". Se questo vi rende tranquilli, sappiate però che un terzo dei profili Facebook è fittizio, utilizzato proprio da chi non vuole essere assoggettato ai tristi controlli di chi crede che un tradimento possa essere fermato con la cancellazione dell'amicizia virtuale. Il mio consiglio rimane quello: invece che avvelenarvi il fegato cercando di controllare e limitare la vita sociale del vostro partner, godetevelo e abbiate fiducia, che tanto se il tradimento deve succedere non saranno queste paranoie adolescenziali a impedirlo! UOMINI
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