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SESSO, ASTENSIONE E ASTINENZA.

5/7/2022

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Eccoci qui, rientrati dalle ferie estive durante le quali sono certa che abbiate ben impiegato il vostro tempo a mettere in pratica i consigli che avevamo snocciolato nei post precedenti, giusto?
L’estate, il mare, il tempo a disposizione, le nuove conoscenze, la leggerezza del trascorrere nottate lontane dall’ansia dei problemi lavorativi… 
No, eh!?
Vedo tanti che fanno no con la testa o abbassano gli occhi, chi un po’ triste, chi un po’ ferito dai sensi di colpa: chi avrebbe voluto ma non ha potuto, chi avrebbe potuto ma non ha voluto.
Via quelle facce tristi perché oggi facciamo una di quelle riflessioni che raramente si affrontano perché, se riguardo alla sessualità persistono pregiudizi e pudore, ne esistono altrettanti sull’astinenza e l’astensione. 
Termini che la lingua italiana usa come sinonimi ma che in questo post io userò a modo mio:
sono entrambi indicativi di privazione ma, mentre l’astensione è un comportamento adottato per scelta e quindi attivo, l’astinenza è qualcosa di più sofferto, subìto, indotto da una situazione. 
Anche se l’argomento è spesso sbrigato in poche battute ironiche o racchiuso nei silenzi, le considerazioni da fare al riguardo sono tante perché l’assenza di attività sessuale è uno dei principali motivi di malessere, soprattutto all’interno della coppia. 
Prima di affrontare i diversi aspetti nella relazione, ho bisogno che sappiate che la psicologia del desiderio sessuale è qualcosa di ancora molto discusso anche tra i ricercatori nel campo della psicosessualità: se Freud l’aveva relegato a una questione meramente pulsionale, facendo un parallelo tra la soddisfazione sessuale e quella alimentare, le teorie più recenti si basano sul concetto di “incentivo” e ipotizzano che il desiderio sessuale sia dipendente dalla stimolazione ambientale. 
Cosa significa?
Che se fino a qualche anno fa si affermava che praticare sesso rispondesse esclusivamente a un bisogno di base determinato dall’istinto (come mangiare lo è per la fame) e che quindi più aumentava la deprivazione (quindi la fame) più si accumulava desiderio, le ipotesi più recenti sostengono che il desiderio sessuale è un appetito che si risveglia solo se posto di fronte a uno stimolo adeguato, quindi in quest’ottica il desiderio sessuale diminuisce con la deprivazione. 
Non vi annoierò raccontandovi gli studi al riguardo, ma mi preme che abbiate chiari questi concetti perché considerando che viviamo in una società ipersessualizzata dobbiamo essere consapevoli che spesso il desiderio sessuale è qualcosa che avvertiamo perché sottoposti a degli stimoli esterni, e non direttamente correlato al nostro grado di bisogno. 
Un po’ quello che succede quando ci viene fame perché vediamo una pubblicità tra uno spezzone di film e un altro, insomma.
La prova più semplice potete farla così: andate su un sito di video porno, ne fate partire uno a caso e il vostro corpo, anche se stavate pensando a tutt’altro e non avevate proprio nulla di sessuale in testa, reagirà alla stimolazione attivandosi in termini di desiderio. 
La posizione attuale della psicologia si può riassumere così: il desiderio sessuale dipende in modo importante dal grado di elaborazione delle aspettative che ognuno di noi ha nei confronti del comportamento sessuale, le quali sono il risultato di apprendimenti culturali conflittuali (la società dice che il sesso è appagante - quindi va ricercato - ma anche che è peccaminoso - e va evitato -), di esperienze personali (positive o negative), di eventuali stati ormonali o di deprivazione. 
Insomma, non è solo questione di “voglio” o “non voglio” ma le variabili che incidono sono numerose e questo è il punto fondamentale da cui partire per riflettere sulla privazione perché i luoghi comuni e le convinzioni errate sono alla base dei problemi che ci facciamo riguardo all’astinenza e all’astensione. 

Adesso andiamo per punti.
- CHI NON PRATICA SESSO, HA UN PROBLEMA
Lo sentiamo dire da chiunque e in ogni dove, ma è un’affermazione sbagliata: studi recenti e accreditati hanno dimostrato che chi si astiene dal sesso ha lo stesso grado di appagamento personale e raggiunge il medesimo stato di serenità/felicità di chi lo pratica. E non sto parlando solo di single ma anche di individui che hanno relazioni più o meno stabili. 
- COSA SUCCEDE NELLA COPPIA
Non c’è sicuramente bisogno che vi dica che all’interno della coppia, se uno dei due si astiene (e l’altro di conseguenza subisce l’astinenza), nasce un problema. Problema che solitamente ruota intorno alla convinzione del partner che subisce l’astinenza: “NON MI AMI PIÙ”.
Umanamente comprensibile che lo si pensi, ma è sbagliato. Il conflitto in questo concetto nasce dal condizionamento culturale che ha identificato il sesso con l’amore al mero fine di regolamentare l’istituzione coppia e mantenerla salda al concetto di monogamia, al fine di mantenere ordine sociale. E dipende anche dalla convinzione che una persona in salute debba necessariamente avere una vita sessuale attiva per tutta la vita, almeno fino a che non ce la fa più per motivazioni fisiche.
Non è così.
Periodi di astensione sessuale sono perfettamente fisiologici, che siano determinati da uno stato ormonale variato, da particolari momenti di stress ma anche dall’assuefazione e mille altri motivi. 
Certo che spesso si associano a problematiche legate a conflitti di coppia, ma su questo credo non si possa dire altro a parte che il desiderio sessuale tornerà solo se quei conflitti verranno affrontati e risolti. 
C’è però una dinamica sulla quale mi preme soffermarmi: quando in una coppia la partner si astiene, per esempio, il partner solitamente risolve il problema con la masturbazione, spesso aiutata da materiali pornografici. Ci troviamo quindi nella situazione in cui lei non ha desiderio sessuale e lui, attraverso i contenuti pornografici (ricordate: stimoli) aumenta la stimolazione ambientale su di sé, quindi “avrà sempre più fame”. 
Ora, non sto dicendo che non lo dobbiate fare, ognuno ragiona per sé, però è necessario avere consapevolezza che il desiderio sessuale che si prova non è un desiderio primario, è uno stato di eccitazione aumentato rispetto a quello fisiologico, ok? Vale per uomini e donne, sia chiaro. Perché è fondamentale avere questa consapevolezza?
Perché nella quasi totalità dei conflitti di coppia sul discorso sessuale succede che il partner che vorrebbe fare sesso metta in atto comportamenti che inducono l’altro partner a sentirsi in colpa, a sentirsi inadeguato. E, ovviamente, più ho fame, più chiedo cibo, più mi irrito se non lo ottengo. E più mi irrito, più induco senso di colpa, più il partner si chiuderà: al punto che anche qualora avesse un piccolo appetito, non si siederà a tavola per la paura che poi il partner si illuda di allestire banchetti nei giorni a venire, chiedendo insistentemente di abbuffarsi. 

- IL SENSO DI COLPA
È inevitabile. Nella cultura in cui siamo immersi, totalmente ignari che l’astensione sessuale non sia una “malattia”, chi non ha desiderio sessuale si sente inadeguato verso il partner. Partner che il più delle volte non è che pretende il sesso, eh, anzi: dimostra tutti i sentimenti di buona intenzione perché manifesta apprezzamento, dimostra amore, desidera coinvolgimento fisico. E allora diventa sempre più difficile non dargli ciò che vorrebbe. Ma non ci si riesce. 
Partner che difficilmente riuscirà a capire che non è la sua persona a indurci assenza di desiderio, ma è uno stato nostro. Non è lui/lei che non ci piace più, è che non ci piace e basta, in quel momento. 
Sul senso di colpa posso solo dirvi una cosa: cercate di non soffrirlo, se potete. Non siete sbagliati, è che viviamo condizionati da certe convinzioni che non ci permettono di vedere le cose per quel che sono ma ci obbligano a dover corrispondere a degli stereotipi: leggiamo ovunque che dovremmo fare sesso almeno tot volte a settimana, che dovremmo reinventare la coppia, che dovremmo essere animali sessuali sempre. Non è così: la sessualità è un fatto molto soggettivo, che condividiamo con altri, ma è solo nostro. Solo noi sappiamo come ci sentiamo e non possiamo obbligarci a nulla nel sesso, considerando quanto viscerale è il coinvolgimento che richiede. 
A fronte del senso di colpa, potrebbe venire spontaneo concedersi anche se non se ne ha voglia. Per l’uomo più difficile, per ovvi motivi, ma per le donne è un must da millenni…
Bè, non fatelo. Concedersi controvoglia ha ripercussioni psicologiche che sono simili a quelle che conseguono una violenza sessuale, e non lo dico io per opinione personale, sia chiaro. Accettare una penetrazione senza desiderarla crea un conflitto che andrà a generare ancor di più desiderio di astensione. Un trauma meno imponente di una violenza sessuale vera e propria, ovviamente, ma pur sempre un trauma. 
Saperlo dovrebbe essere utile anche agli uomini per razionalizzare: volete davvero che la partner faccia sesso con voi per accontentarvi, anche se non ne ha voglia? Se state rispondendo affermativamente, allora c’è un problema più grande nella coppia e non è quello sessuale bensì, davvero, riguarda il concetto di amore. 

- L’ASTENSIONE È UNA SCELTA, PIÙ O MENO CONSAPEVOLE 
Se molte persone non sanno per quale motivo non avvertono desiderio sessuale, molte praticano l’astensione per scelta: parliamo di chi segue certe dottrine, ad esempio, o di chi ha capito che quando si astiene dal sesso diventa più produttivo in termini di efficacia nello studio o nel lavoro. 
Sono tantissime le persone che si sentono più capaci se non distratte dal desiderio sessuale. Pensate che fino agli anni sessanta la medicina sosteneva che per gli uomini eiaculare fosse una dispersione di sostanze nutritive (fosforo, lecitina, ecc) talmente imponente da condizionare le capacità intellettive. 
Poi ci sono quelli che si astengono per non avere problemi “il giorno dopo”. Parliamo di persone che non hanno intenzione di instaurare una relazione affettiva e non si concedono nemmeno “avventure” sessuali per il timore di trovarsi invischiati in una situazione per la quale, anche chi dice di non crearsi aspettative, di fatto se le crea eccome.
Una sorta di tutela, insomma. Non che ne siano felici, magari, ma prediligono la tranquillità. Fenomeno crescente, e questo dovrebbe farci interrogare su tante cose. 

- È UNA SITUAZIONE SPESSO TEMPORANEA
Questo vi tirerà un po’ su il morale, credo. Se la fase di assenza di desiderio viene vissuta senza ansie particolari (proprie o indotte dal partner) tenderà a risolversi in un tempo che può essere breve ma anche fisiologicamente lungo (anche anni, sì). Però non è quasi mai permanente. 
Una nota particolare va appuntata per chi in astensione ci finisce per motivi di salute, dopo un intervento o in caso di problematiche fisiche traumatizzanti, come chi subisce modificazioni dello schema corporeo: in questi casi lo stato psico-fisico è sotto pressione per diversi motivi non fisiologici, quindi vanno affrontati con estrema cautela e anche con l’aiuto di un professionista che possa supportare e guidare nell’elaborazione della problematica. 

Fino ad ora, come avrete notato, ho solo cercato di contestualizzare il fenomeno e di farvi riflettere sulle convinzioni errate che abbiamo al riguardo, cercando di spiegare che c’è un’enorme pressione sociale verso l’essere sessualmente attivi, fare sesso e divertirsi... ma non per tutti funziona allo stesso modo e anche per ognuno di noi non funziona sempre nello stesso modo: periodi, fasi di più o meno desiderio sessuale, ma anche nullo. 
Di certo è importante focalizzare che:
- un partner che non ci corrisponde sessualmente non ha necessariamente smesso di amarci;
- non siamo macchine del sesso, checché ne dica l’ipersessualizzazione che ci bombarda quotidianamente;
- più siamo sottoposti a stimolo sessuale, più aumenta il nostro bisogno di farlo (questione puramente biochimica);
- insistere o mortificare il partner che non ci corrisponde sessualmente, altro non fa che allontanare la possibilità di riprendere l’attività sessuale;
- pretendere che il partner faccia sesso con voi, in qualche modo, è un’azione forzata che andrà a incidere anche sulla relazione di coppia, e non in senso positivo.

Insomma: IMPORRE O IMPORSI DI DESIDERARE NON È POSSIBILE. 
Lo è imporre o imporsi di avere un rapporto sessuale ma NON È FUNZIONALE NÉ AL BENESSERE INDIVIDUALE NÉ A QUELLO DI COPPIA
. 
Tutto qui? (penserete ora) Nessun consiglio?
Nel prossimo post, quando avrete ben elaborato i concetti sopra.
Perché la teoria è una cosa, ma la pratica è un’altra storia.
Al netto di aver preso coscienza che la questione non è proprio come la pensavamo noi, ora che si fa? Provate a concentrarvi su ciò che avete letto e provate a immaginare come può sentirsi la persona che vi ama ma non riesce a darvi ciò che vorreste, se siete il partner in astinenza non per scelta. 
Perché so per certo, invece, che chi si trova in fase di astensione sessuale e si sente inadeguato, ha già chiaro in mente come vi sentite voi e non sapete quanto vorrebbe rendervi felici.
#love



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    ​GRAZIA SCANAVINI
    Educatrice umanista
    Ricercatrice
    Counselor filosofica


    Raccolta dei post della rubrica settimanale sulle dinamiche sessuali ideata per Frontpage Post.

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