Se non avete letto il post precedente, ovvero la prima parte di considerazioni legate al #cunnilingus, vi invito a farlo cliccando sul link.
Partiamo quindi dando per scontato che avete capito che il cunnilingus non è quella pratica approssimativa e sbrigativa che decenni di mancata reale educazione sessuale e condizionamento da porno hanno dipinto. E non è nemmeno qualcosa in cui si è esperti perché si conosce la tecnica; lo si può essere o diventare, invece, se si riesce a sentire la partner, a leggerne le movenze, a percepirne il grado di eccitazione attraverso lo sguardo e l’udito e anche attraverso la bocca, appoggiata proprio lì. Aggiungo che verificare il grado di lubrificazione è un po’ una cartina al tornasole: se non c’è risposta, qualcosa non sta funzionando. Ma se nel post precedente ci siamo concentrati sul ruolo di chi pratica, oggi mettiamo in relazione causa-effetto in senso biunivoco. Cosa significa? Semplicemente che il risultato di un rapporto orale lo si ottiene in due, nel cunnilingus come nella fellatio. Vero che l’alto grado di piacere di queste pratiche dipende dal fatto che chi riceve può lasciarsi andare e concentrarsi esclusivamente sulle proprie sensazioni, ma è pur vero che non dipende tutto da chi pratica. Let’s go! Amici uomini: se la vostra autostima vi dice che siete dei perfetti cunnilinguatori, dovete trovare la forza di mettervi un attimo in discussione a fronte del fatto che la maggioranza delle donne afferma di ricevere raramente un cunnilingus come si deve. Vero, magari sono solo state sfortunate a non incontrare proprio voi, ma al netto del fatto che tutti gli uomini si considerano campioni nella pratica, magari c’è qualcosa che vi sfugge. Non è una critica malevola, sia chiaro: è un invito a farvi apprezzare ancora di più come amanti, anche in considerazione del fatto che molto spesso NOI DONNE per una serie di fattori che viene dal condizionamento culturale o dal vissuto in generale NON RIUSCIAMO A DIRE CHE NON STA ANDANDO PROPRIO COME DOVREBBE ANDARE. Abbiamo paura di ferirvi, di farvi sentire incapaci o pensiamo di essere frigide, termine che ci fa male dentro da sempre perché usato spesso per sminuirci anche al di fuori del contesto sessuale, quindi fingiamo di apprezzare, fingiamo di godere in fretta per poi passare ad altro. Eccolo qui il discorso biunivoco: le fanciulle mi ascolteranno e cominceranno a essere un po’ più schiette, magari a darvi indicazioni dirette su cosa piace loro e come, collaborando quindi a uno scambio vivo e partecipativo: una sintonizzazione. In linea generale però non dimenticate mai che: -introdurre i giochi di bocca mettendo la vostra partner a proprio agio, magari proprio in termini di “Adesso tocca a te godere. Vieni, sistemati qui, così. Non pensare più a niente, non devi fare niente, ci penso io a te” è un bel modo di favorire il suo piacere; -la luce: occupatevi che ci sia la possibilità di guardarsi negli occhi. Il buio a volte favorisce l’estraniamento, c’è chi lo avverte come favorente, ma in realtà l’eccitazione che viene da uno sguardo che si alza per un attimo e ci viene a cercare è sempre immediata; -non si deve andare dritti alla clitoride: anche se la tentazione è forte, quando la partner è già eccitata e la clitoride quindi è in condizione di estrema sensibilità, un approccio diretto e deciso dà nella maggioranza delle donne più fastidio che piacere. Partite dalle grandi labbra, poi le piccole, poi giocate di fantasia, insomma… la stimolazione della zona circostante induce piacere attraverso l’attesa che la bocca arrivi proprio lì. Qui mi soffermo un attimo proprio perché, essendo tutte diverse, sta agli uomini capire un po’ come muoversi ma di nostro possiamo fare quel qualcosa che solitamente li eccita e non poco: quando è il momento (cioè quando l’interno coscia, le grandi labbra e le piccole hanno già avuto sufficiente attenzione e l’attesa sta diventando eccessiva) andiamo a prender loro la testa con le mani e guidiamola esattamente lì, magari pure un po’ trattenendola, spingendola con delicatezza (poi magari pure con più convinzione) contro di noi. Capirà senza ombra di dubbio che è il momento di concentrarsi lì; -quando siete lì, mettetevi comodi fisicamente perché sapete bene che non dovete avere fretta: la lentezza, in questo caso, è alleata del nostro piacere; -non soffiate: molte donne riferiscono questa abitudine maschile a soffiare sulla clitoride. Da cosa venga l’idea che il soffio possa dare piacere non è dato saperlo ma la maggioranza delle donne lo trova sgradevole: distoglie dalle belle sensazioni, abbassa il grado di eccitazione e spesso dà proprio un fastidio enorme. Un conto è sentire il vostro respiro lì, che è decisamente piacevole (anche perché non vi vogliamo morti), un conto è provocare l’effetto compressore: no, grazie; -risulta invece molto eccitante che ogni tanto stacchiate la bocca da lì, pochi millimetri, alziate lo sguardo ai nostri occhi e ci diciate “cose”. Quali, ognuno sa di sé e della propria partner. Vale anche l’inverso, e questo lo dico alle fanciulle: qualche parola ogni tanto, finanche un vero e proprio monologo se vi eccita, indirizzato a lui che si sta tanto impegnando, potrebbe guidarlo e stimolarlo a fare ancora meglio. Che si tratti di dirty talk o semplicemente di parole ad hoc, l’effetto può essere interessante; -quando percepite che l’eccitazione della partner è a buon punto, infilare due dita e giocare anche con l’interno può essere una combinata per niente spiacevole, anzi. Sapete dove toccare, giusto: non infilatele piegate verso il basso (cribbio!) e nemmeno come se fossero un martello pneumatico. Andate piuttosto a carezzare con una certa pressione quella zona che corrisponde esattamente alla base interna del clitoride. Poi quando si starà giungendo al dunque, simulare una penetrazione vera e propria potrebbe pure essere fantastico, ma vedete un po’ come reagisce la partner… non perdetela mai di vista; -barba, baffi, pizzetti: l’incognita. A qualcuna risultano fonti di stimolazione piacevole aggiunta, a qualcuna danno noia. Io invito le ragazze a dirvelo chiaro e tondo, magari prima del momento clou, ma voi evitate comunque di eccedere: l’effetto carta vetrata non stimola sul momento e si fa ricordare non piacevolmente nei giorni successivi. Salvo esplicite richieste da parte di lei, la delicatezza è sempre la scelta più appropriata. Se questi erano consigli integrati, mossi più verso l’universo maschile, adesso passo alle ragazze: -concedetevi questo piacere e concedetevi anche voi di non avere fretta, di non sentirvi in dovere di averne: è un momento tutto vostro. A lui piace, poi. Trovate la posizione più comoda, in cui i muscoli possano abbandonare ogni tensione, e affidatevi alla bocca di lui. Godetevi le sensazioni che sentite, non abbiate timore nel guidarlo se non sta facendo ciò che è efficace per la vostra eccitazione. Magari sarà imbarazzante la prima volta, dirlo, ma poi scoprirete che anche lui trae piacere diverso se godete davvero anziché fingere; -se lui non è solito farlo, se non si propone per un cunnilingus, è possibile che abbia avuto brutte esperienze. Ve lo dico perché diversi uomini hanno subito veri e propri traumi per le condizioni igieniche, ad esempio. Pare brutto dirlo, sembrerebbe superfluo, ma l’igiene è fondamentale perché se l’odore eccita, l’eccesso odoroso (leggi puzza) no. O, almeno, non tutti. Al punto che qualcuno ha proprio tirato una croce sull’idea di metterci la bocca. Quindi parlatene, chiedetegli il motivo, se lo vedete restio. Se semplicemente è un discorso di “fatica”, nel senso che lui lo trova noioso, potrebbe essere indicativo di una sessualità piuttosto egoistica. Fate vobis. -la donna che lo chiede risulta molto eccitante agli occhi degli uomini, in generale. Che sia bello quando, all’interno di un momento sessuale pieno ci si dedichi anche al cunnilingus, è scontato. Che di punto in bianco, magari mentre si sta facendo tutt’altro in casa, la donna decida di prendersi un po’ di piacere, si sieda comoda sulla poltrona, sul divano, e dica un semplice “Ehi” sorridendo e aprendo le gambe, non è per nulla comune. Agli uomini piace, ve lo assicuro, e voi potete prendervi un momento proprio solo vostro, anche giocando sul “Non avrai niente in cambio”. Sedetevi e basta, o magari sfruttate il tempo della sigaretta, o inscenate una specie di gioco di ruolo passeggero: difficilmente lui farà storie a inginocchiarsi. -la maggior parte degli uomini trova la sicurezza femminile estremamente eccitante. Qui interviene un discorso psicologico molto ampio e complesso: non è che ci si inventa la sicurezza, però è anche vero che potreste provarci una volta sola e vedreste che effetto ha sugli uomini sentirsi chiedere qualcosa che loro sanno darvi piacere: si sentirà lusingato, desiderato a sua volta. Non dovete temere che vi giudichi, che gli vengano paranoie perché non glielo avevate mai chiesto. Gli uomini sono meno laboriosi di noi donne (sempre in linea di massima): vedrete che saprà godersi l’evoluzione giocosa. Spero sia chiaro che non lo sto dicendo in termini di “Ecco cosa dovete fare per compiacere gli uomini” ma in accezione ben più divertente e importante: ampliare le potenzialità di eccitazione vicendevole nella coppia. -le paturnie da ceretta: lo so, ci piace essere sempre al top perché il condizionamento sociale ci ha abbastanza tartassate con queste cose. Consiglio spassionato che garantisce passione: siamo molto più sensuali quando ci abbandoniamo alle sensazioni che quando ci preoccupiamo di come appariamo ai suoi occhi. Non perdetevi l’occasione di godere e farlo godere per qualche pelo fuori posto. Del resto anche il livello di depilazione rientra nei gusti personali. -se il top è la posizione comoda, in ambiente accogliente, con la musica di sottofondo e magari pure un cuscino sotto le natiche, non disdegnate di cogliere qualche occasione in situazioni meno comuni. Magari non arriverete all’orgasmo, ma di sicuro ne guadagnerà la giocosità del rapporto. Lo stupore di una proposta del genere, in un momento inaspettato, è garante di un “poi” carico di tutto il desiderio dell’attesa. Adesso non resta che provare di nuovo, esercitarsi, approfondire. Qualcuno consigliava, ai colleghi uomini sprovvisti di partner, di fare esperienza sul cocomero, essendo in stagione: cercare di rimuovere i semini con la lingua e io ho aggiunto un “lingua larga fino a creare un leggero solco”. Attenzione però: non fatelo al pranzo domenicale con i parenti, intesi?
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Di sesso anale abbiamo già parlato nel post precedente sottolineando come provochi un orgasmo molto intenso dovuto alla stimolazione di una zona particolarmente ricca di terminazioni nervose di senso.
Abbiamo detto che È DOLOROSO SOLO SE NON VIENE FATTO NEL MODO CORRETTO. Se è fatto di fretta, senza il desiderio da parte di chi riceve la penetrazione, solo per compiacere il partner, senza lubrificazione e senza una dilatazione preliminare, diventa un’esperienza negativa e dolorosa. Mi preme ribadire che, come in ogni pratica sessuale, imporsi qualcosa contro il proprio desiderio equivale a commettere una vera e propria violenza su di sé. Affinché sia fonte di piacere, la penetrazione anale va affrontata con metodo e preparazione sia fisica sia psicologica, ovvero: -un DIALOGO APERTO e senza omissioni rispetto all’emotività che ci stimola l’idea di penetrare e di ricevere la penetrazione. Questo è il preliminare più importante. Non dobbiamo sentirci in dovere di farlo e nemmeno in diritto di imporlo. -la SCELTA DELLA POSIZIONE: pensate che il Kamasutra ne elenca trenta! Date un’occhiata a ciò che propone ed evitate di iniziare da quelle che richiedono doti ginniche da acrobati circensi. Scegliete, invece, quella che, a chi riceve la penetrazione, dia la sensazione di poter controllare maggiormente l’atto dell’inserimento. Se chi riceve la penetrazione sente di poter gestire la forza di chi penetra, c’è una predisposizione mentale che favorisce il rilassamento della muscolatura ed è fondamentale perché, se gestire la dilatazione del muscolo sfinterico esterno è questione volontaria, il muscolo sfinterico anale interno è composto di fibre muscolari che agiscono involontariamente; quindi, quando abbiamo paura, si contraggono. Solo se abbiamo estrema fiducia nel partner e siamo certi di poter gestire la penetrazione non proveremo dolore. -l’ASPETTO IGIENICO: considerando che del sesso ci piacciono l’aspetto passionale e l’impeto del desiderio, il sesso anale è una di quelle pratiche che richiede invece un po’ più di attenzione (sempre soprattutto le prime volte). La questione igienica specifica è spesso motivo di imbarazzo (anche se non per tutti) e può non consentire il relax completo. Cosa si può fare? Intanto l’utilizzo di un preservativo sarebbe sempre consigliato, anche se sappiamo tutti che è un’effettiva barriera che diminuisce le sensazioni. In questo caso, oltre che per tutte le motivazioni già conosciute per cui andrebbe usato, eviterebbe il timore di “sporcare e sporcarsi”. Questo anche al netto di una preparazione che è sempre consigliata: la pulizia preventiva. Può essere effettuata mediante microclisteri a base di glicerina, ad esempio, soprattutto se non si ha molto tempo per la preparazione. La cosa ottimale, per essere totalmente sicuri, è la lavanda anale: in vendita trovate veri e propri “doccini” specifici, di calibro e forma adatti, che vanno collegati al tubo della doccia. Si svita il doccino tradizionale, si avvita quello specifico, e si apre il rubinetto. Fate particolare attenzione alla temperatura dell’acqua: lasciatela correre prima di inserire il doccino in modo da essere sicuri che l’acqua sia a una temperatura fisiologica, né troppo calda, né troppo fredda. Non deve mai superare la temperatura corporea perché andrebbe a ledere le mucose interne. -la LUBRIFICAZIONE e la DILATAZIONE: scegliere un lubrificante di ottima qualità e stimolare la zona mettendo in atto preliminari piacevoli, consentiranno di favorire poi l’inserimento del pene. Le possibilità sono tantissime: la stimolazione orale, quella tattile mediante un dito, quella dilatatoria mediante plug anali specifici: ce ne sono di mille diverse tipologie, scegliete quello che vi ispira di più ed usatelo con estrema lentezza, le prime volte soprattutto. Sulla TECNICA di penetrazione ci siamo già soffermati in modo piuttosto specifico nel post precedente, mentre erano rimaste escluse alcune considerazioni “di contorno” ma ugualmente importanti: -la penetrazione anale è strettamente correlata alla psicologia, perché RIGUARDA COMUNQUE L’IMMAGINARIO DI SOTTOMISSIONE: si sente sottomesso chi viene penetrato e sente di sottomettere chi penetra. Se anche razionalmente non la viviamo così, il nostro inconscio la percepisce come tale (per tutta una serie di motivi). Non a caso -per fare un esempio- la posizione volgarmente definita “a pecorina”, in genere è quella che eccita maggiormente l’immaginario di chi penetra perché in quella posizione domina il/la partner che si trova completamente esposto/a. Proprio per questo le posizioni nelle quali chi riceve la penetrazione può controllare il movimento favoriscono la rilassatezza: creano una sorta di equilibrio tra i due partner e la percezione di sottomissione è minore. Pensiamo ad esempio alla posizione comunemente definita “a candela”: se è chi riceve il pene a stare sopra e regolare ritmi e profondità di penetrazione, la sensazione di essere dominat* decade quasi completamente. Alcune persone, soprattutto chi ha subito qualche genere di violenza, può scegliere di fare comunque sesso anale ma solo con “strumenti” di piccolo calibro o in determinati modi, e qui torniamo al discorso dell’importanza del dialogo tra i partner. Non ha nessun senso offendersi se un/a partner ci nega qualcosa nel sesso, soprattutto se ha subito violenze e cerca comunque di vivere una sessualità appagante. Forse con la comprensione ci saranno evoluzioni; con l’insistenza sicuramente no, anzi: l’insistenza diviene una violenza psicologica vera e propria che altro non farà se non creare distanza. -la penetrazione anale per CHI SOFFRE DI EMORROIDI O PATOLOGIE ANALOGHE: non è “vietata” ma richiede sicuramente un’attenzione specifica. Il sesso anale non va ovviamente praticato quando la zona è infiammata, la lubrificazione deve essere abbondante e molto delicata, soprattutto nella prima fase di dilatazione, quando ancora la muscolatura involontaria deve rilassarsi completamente. Chi soffre o ha sofferto in passato di questa patologia, è condizionato dal ricordo del dolore, quindi necessita di un po’ più di tempo e attenzioni per abbandonarsi completamente. Un'ultima nota sulla preparazione al sesso anale: sento spesso consigliare l'utilizzo di gel e creme anestetizzanti al fine di limitare il dolore. Io non sono d'accordo perché ritengo che sia un palliativo per nulla funzionale al piacere. Anestetizzare la zona porta chi viene penetrato a non sentire, a non godere e imparare a conoscere il proprio corpo. Altri aspetti che riguardano il sesso anale e non abbiamo affrontato sono: l’utilizzo dei sex toy, in particolare lo strap-on (cintura con un fallo sopra); il collegamento del piacere anale alla masturbazione e la doppia penetrazione. Eccoci qui a parlare di quella parte femminile che tanto appassiona tutti, uomini e donne, per mille svariate ragioni: IL SENO. Seno che viaggia attraverso la vita e le culture in maniera decisamente trasversale: dall’essere simbolo della maternità fino alla sua sessualizzazione e alle lotte femministe al riguardo. Non mi inoltrerò in alcuna discussione ideologica perché l’argomento è davvero troppo ampio per un post. Di sicuro tutti sapete che all’interno della società c’è un eccesso di stimolo alla simbologia sessuale e che, un po’ come tutto il corpo della donna, il seno viene usato per creare un’attrattiva. La sessualizzazione, appunto, e l’ipersessualizzazione. Quindi siete consapevoli tutti che se un seno ci attrae, non è semplicemente per istinto, piacere, ecc, quanto più per il fatto che il sistema guadagno ci ha condizionato la mente bombardando di “ti piace tantissimissimo” gli uomini e “devi avere almeno una quarta soda senza smagliature” le donne. Le strategie di marketing hanno accresciuto la percezione di desiderio nell’uomo e hanno portato le donne a doversi sentire in obbligo di fare qualcosa per corrispondere ai canoni ideali di una società a stampo maschilista. Non sto dicendo niente di nuovo, che viviamo in un contesto sociale maschilista è dato di fatto, ce lo dicono tutti gli studi effettuati a riguardo. Ho solo introdotto a grandi linee il concetto di sessualizzazione perché la maggioranza delle donne afferma che -in media- i partner maschili le ha deluse per la bassa attenzione che è stata prestata al seno durante i rapporti sessuali, e avevo bisogno di contestualizzare per spiegarvi che se gli uomini non si soffermano così poco sui seni, probabilmente è proprio perché l’entusiasmo e l’eccitazione che hanno quando si tratta di una quarta coppa D, è in realtà scatenato più dall’ipersessualizzazione che dal reale piacere che gli uomini traggono dall’averci a che fare. Piace, sì, ma solitamente è un passaggio veloce. Ma facciamo delle considerazioni… -LA STIMOLAZIONE DEI CAPEZZOLI DURANTE I RAPPORTI SESSUALI È DECISAMENTE APPREZZATA L’81% delle donne dice che accende il desiderio di fare sesso, il 78,2% afferma che la sollecitazione dei capezzoli AUMENTA L’ECCITAZIONE consentendo di raggiungere l’orgasmo più rapidamente e con più facilità. Lo dice uno studio dell’Università della California ma la spiegazione è veramente semplice, e fisiologica: quando i capezzoli sono sollecitati, si attiva l’ipofisi la quale rilascia ossitocina, confidenzialmente chiamata “ormone del piacere” perché amplifica le sensazione tattili e favorisce la comparsa delle contrazioni che caratterizzano l’orgasmo femminile. Anche per l’uomo può essere piacevole essere stimolato, però la sensibilità dei capezzoli maschili, in media, non è accentuata come quella dei capezzoli femminili. In media. Poi esistono tutte le possibili variabili, finanche a chi ha un solo capezzolo davvero sensibile, l’altro pare assopito. Pensate al fatto che NOI DONNE POSSIAMO ARRIVARE ALL’ORGASMO anche soltanto con questa stimolazione, mentre per voi uomini una simile possibilità è inverosimile (rarissimi casi). Gli uomini avvertono una sensazione decisamente più lieve. Tenete anche presente però che la non totalità delle persone gradisce la stimolazione dei capezzoli, quindi la regola base che ormai conoscete a memoria vale anche in questo caso: chiedetelo al partner, con molta serenità. E se al partner crea disagio, non fatevene un cruccio o una fissazione: passate ad altro, cose divertenti da fare ce ne sono, no? Se insistete, il partner non potrà far altro che mostrarvi il disagio o fingere il piacere. E noi non vogliamo finzione nel sesso, giusto? -LA SENSIBILITÀ VARIA DA DONNA A DONNA Può variare in funzione dell’età, della taglia e della forma dei seni, dell’attività ormonale, della quantità di terminazioni nervose. Per un sacco di motivi, insomma. È quindi importante comprendere che qualsiasi tocco o massaggio che si faccia, dev’essere in media piuttosto delicato almeno se, o finché, non si conosce bene la partner. E comunque, a prescindere dalle preferenze individuali, se trattate fin da subito in modo brusco i capezzoli della partner, otterrete l’effetto contrario: fastidio, dolore. Fine del divertimento. Iniziate sempre con molta delicatezza: man mano che aumenta l’eccitazione, aumenterà anche il desiderio in lei di essere toccata, leccata, succhiata un po’ più forte. Quanto forte dovrete capirlo da lei, chiedendo, osservando, sentendo. Non dimenticate mai che il seno è una parte delicata del corpo. -STIMOLARE I SENI FAVORISCE LA LUBRIFICAZIONE DELLA VAGINA Non ho quindi bisogno di dirvi che più vi ci dedicate, più aumenta l’eccitazione nella partner, più ci sarà “da divertirsi”, dopo. Esistono i lubrificanti, sì, ma una partner più eccitata è un bel vivere, no? Toccarli, baciarli, leccarli o erotizzarli correttamente, in qualsiasi modo aggradi entrambi i partner, aumenta il desiderio femminile e anche l’intensità del suo orgasmo. -MA COME SI STIMOLANO I CAPEZZOLI? Sì sì, lo so che siete tutti massimi esperti, però un ripasso non vi farà male. E non farà male nemmeno alle donne perché ciò che segue è indicativamente ciò che produce piacere anche negli uomini. Abbiamo detto COMINCIARE CON DELICATEZZA: piccoli sfregamenti, tocchi delicati con le dita, con la lingua, ma anche con altri parti del corpo, con il dorso della mano… fantasia, insomma, ma delicatezza. Mettete in atto MOVIMENTI CIRCOLARI LENTI: toccare la punta del capezzolo con lentissimi giri a spirale per poi estendere il tocco a tutto il capezzolo, come a disegnare dei cerchi, in sostanza. Per molte persone LA STIMOLAZIONE ORALE È LA PIÙ PIACEVOLE e anche qui la gradualità è importante per evitare dolore o fastidio. Cominciate accostando la bocca al capezzolo e senza toccarlo espirateci aria sopra, poi un leggero soffio. Dunque appoggiate la lingua, delicatamente. Con la punta realizzate dei movimenti circolari, stimolateli un po’ ma non per troppo tempo. Passate a leccarli con la lingua più larga, avvolgeteli con le labbra e -quando l’eccitazione inizia a salire- potete succhiare e persino mordere, sempre con delicatezza e sempre che la partner non vi abbia detto che le crea fastidio, ovviamente. Evitate di passare dal leccare al succhiare al mordere ogni dieci secondi. Anche i capezzoli hanno bisogno di attenzione come la clitoride: la stimolazione deve essere ciclica, concedere il tempo al corpo di avere effetto sull’eccitazione. Bisogna dedicare tempo, insomma: il seno non è un contorno. Anche i MASSAGGI portano il loro bel piacere. Realizzati dolcemente o in modalità un po’ più decisa -sempre importante la gradualità- producono un incremento dell’eccitazione. Potete anche unire le due cose: sentirsi tenere “stretto” tra le mani o massaggiato il seno, mentre si riceve sesso orale al capezzolo, per la donna è estremamente eccitante. Qualcuno potrebbe anche chiedervi o desiderare pratiche un po’ più “brusche” come “schiaffi”, compressione del capezzolo con le dita, con i denti, ecc. Qui torniamo al solito punto: il dialogo. D’accordo voi, d’accordo tutti. -STIMOLAZIONI ALTERNATIVE Di cosa sto parlando? Di tutte le possibilità che ci sono di giocare con i capezzoli, dall’uso di tessuti, di bevande, di cibi, di materiali, fino all’uso dei sex toys. Pochi conoscono l’esistenza di sex toys specifici, eppure sono tantissimi. Potete fare una semplice ricerca online e ne troverete una quantità infinita. Io ne ho testati diversi (testati, come se fosse stata una fatica!) e posso parlarvi di alcuni che ho provato e preferito: -le pompette succhiacapezzoli manuali, piacciono tanto anche agli uomini. Vanno applicate a capezzolo già stimolato e creano una bella sensazione di “aspirazione”, suzione. - gli elastici: parliamo di elasticini in silicone che, applicati intorno alla bocca della pompetta e fatti scendere sul capezzolo quando è molto turgido, quando si leva la pompetta mantengono legato il capezzolo alla base. È una pratica da provare e che in un primo momento potrebbe pure dare fastidio, ma gradualmente ci si abitua e si impara a goderne solo il lato piacevole. Quindi andateci con calma: la prima volta qualche minuto, poi lo togliete, e gradualmente aumentate il tempo. Imparerete da voi a gestirvi, a seconda delle vostre preferenze, finanche a poterli indossare sotto agli abiti quando uscite: mantengono un particolare stato di eccitazione permanente. Ma a cosa servono? Intanto già è piacevole di per sé indossarli ma, quando li leverete, la sensibilità sarà molto aumentata per l’aumento della circolazione. Quindi eventuale massaggio, sesso orale, ecc, potranno risultare anche più eccitanti. Siate prudenti nell’utilizzarli, approfondite bene l’uso prima di provare e non eccedete mai. -vibratori succhiacapezzoli, aspiratori, pompe… vi basterà scrivere “succhiacapezzoli” su un qualsiasi motore di ricerca e scoprirete un mondo! Avrete di che divertirvi! -pinzette, mollettine, clip: ce ne sono un’infinità di modelli: anche qui non posso consigliare altro che andare a curiosare e divertirsi a scegliere ciò che più vi sembra piacevole e divertente. Vanno provati. In alternativa vi dico che anche le mollette per stendere la biancheria possono essere utili in assenza di altro: provatele lentamente e con attenzione perché i diversi modelli esercitano una diversa pressione. Anche alcune mollette per i sacchetti di cucina possono essere un bel gioco (attenzione perché spesso stringono molto). I SEXTOYS, anche per i seni o per i soli capezzoli, sono davvero tanti: dagli aggeggi con le lingue rotanti ai vibratori specifici. Sbizzarritevi, prestando attenzione alla qualità di ciò che acquistate. Io, che a oggi avrò testato un migliaio di prodotti, posso dirvi che quelli che mi porto dietro nel tempo si contano sulle dita delle mani e non sono quelli di scarsa qualità. Potete anche valutare di contattare qualche consulente o cercare tutorial online, leggere recensioni. Anche questo post ha assunto proporzioni piuttosto importanti in termini di lunghezza eppure avrei ancora un po’ di cose da dirvi. Avrei anche voluto raccontarvi di quella volta che al mare d’estate, quando avevo dieci/undici anni e mi aspettavo di essere baciata da quello che vedevo come il mio Principe Azzurro, lui mi disse che potevo pure non mettermi il reggiseno per quel niente che avevo. Me lo ricordo ancora quel trauma, tanto che quando mi sono iscritta a Facebook dieci anni fa sono andata a cercarlo, gli ho chiesto l’amicizia e da dieci anni appena posso lo “bastono” virtualmente per quel gesto assolutamente indelicato, soprattutto mentre ci si aspetta un bacio. Lui pagherà all’infinito e lo sa: gli ricordo spesso che porto una quinta che rimpiangerà a vita! Voi evitate di fare battute o considerazioni negative gratuite sul seno perché per una donna non è per niente piacevole. Se lo fa lei con autoironia, è un conto. Voi non calcate troppo la mano. Butto in chiusa anche una curiosità che pochi conoscono: pure gli uomini possono allattare e non è necessario aver partorito, ma basta stimolare la lattazione. Esiste infatti la lattazione erotica, al netto di chi si scandalizza o la vede cosa perversa. Per quanto mi riguarda, LIBERI TUTTI! Se una pratica vi dà piacere, se si mette in pratica con partner consenzienti e non lede nessuno, per me si può fare. Che il sesso anale sia una delle pratiche più controverse è un dato di fatto.
È quella che potrebbe concedere piacere a tutti, ma proprio tutti, eppure, per ignoranza, pregiudizi e leggende metropolitane che la circondano, diventa spesso causa di problematiche fisiche o psicologiche. Il danno maggiore viene dall’errata convinzione, socialmente molto diffusa, che sia doloroso: la penetrazione anale è concettualmente ritenuta da alcuni una pratica estrema, un atto invasivo, al punto che moltissimi la considerano quasi una violenza, mentre –in realtà- non lo è affatto se vissuta con consapevolezza e senza imposizioni. Partiamo demolendo il primo dei pregiudizi a suo carico: quello di genere. Fisiologicamente parlando, la stimolazione anale porta lo stesso piacere a uomini e donne perché -anatomicamente parlando- abbiamo le medesime terminazioni nervose e quindi le stesse potenzialità di piacere. Capito perché è democratica? Ovviamente sappiamo tutti quali pregiudizi esistano a carico del piacere anale maschile, ma i dati ci dicono che sempre più uomini ci si dedicano, mettendo da parte l’ignoranza e i condizionamenti che collegano il piacere anale all’omosessualità o comunque all’assenza di virilità e mascolinità. E questo è, indubbiamente, positivo. Io voglio dare per scontato che chi sta leggendo, queste sciocchezze le abbia già archiviate da tempo e che, se ancora teme che la pratica sia dolorosa, in questo post troverà l’incoraggiamento giusto per superare le sue paure. Diciamo subito che la penetrazione anale è dolorosa solo se “fatta male”, se imposta contro la volontà del partner, e se temuta per paura di soffrire. Proviamo, quindi, a predisporci come se non sapessimo che può far male e concentriamoci su alcune considerazioni che possono aiutarci a non provare alcun dolore. Ve la sentite? La POSIZIONE, in primis. Nell’immaginario collettivo la posizione più diffusa è quella volgarmente definita “a pecorina” ma quella ideale, che consente a chi viene penetrato di accogliere con più facilità e meno rischio di dolore, è la posizione supina. Potete aiutarvi mettendo un cuscino sotto le natiche e mantenendo le gambe semi-piegate: questa postura, favorisce sia i movimenti, sia il relax muscolare. Concede anche di sentirsi un po’ meno esposti e sottomessi, che potrà sembrare superfluo ma psicologicamente aiuta molto. Viene spesso consigliata anche la posizione “a cucchiaio”, con il partner sempre alle spalle quindi, ma finché non sarete avvezz* alla pratica, consiglio sicuramente quella supina anche perché permette di arrivare a stimolare la spugna perineale (e il cosiddetto Punto G) nella donna e la prostata nell’uomo, apportando in questo modo un piacere maggiore. La STIMOLAZIONE deve necessariamente avvenire con cura e non può prescindere dall’attenzione che il/la partner deve avere per noi: quando saremo esperti potremo giocare seguendo i nostri istinti, ma le prime volte dobbiamo essere noi il centro dell’attenzione. La stimolazione può essere messa in pratica in diversi modi. L’impiego di un LUBRIFICANTE agevolerà la pratica che deve essere delicata e graduale e, se avviata contestualmente alla MASTURBAZIONE, risulterà già di per sé piacevole. Considerate anche che il lubrificante è un buon alleato - così come la lingua, a chi piace - ma pure l’ano ci mette del suo lubrificandosi fisiologicamente. Quindi: voi pensate a masturbarvi, il/la partner si occuperà di stimolarvi la zona anale e lo sfintere ci metterà del suo, se non lo chiuderete voi volontariamente. La stimolazione manuale è fondamentale e rende molto più facile la successiva penetrazione. Si può fare sia, per l’appunto, con la mano o con un vibratore o anche con il pene stesso. Dettaglio importante: le unghie. Per quanto belle siano le unghie lunghe, non sono certo amiche delle penetrazioni, e anche un’unghia non troppo lunga può risultare spiacevole e fastidiosa proprio nel momento in cui c’è bisogno di non avvertire fastidi. E arriviamo al momento che tutti aspettiamo, la penetrazione. È molto importante che il partner sia attento alle nostre reazioni, che si appoggi ma senza spingere: non deve forzare ma esercitare una pressione misurata. Avvertendo la pressione forse vi verrà istintivo stringere la muscolatura, sempre per effetto di quella paura di cui parlavamo sopra. Dobbiamo pensare che non farà male, ricordate? E non lo farà, se nessuno forzerà. Quindi, nel momento in cui avvertite la pressione, concentratevi sul concetto di ACCOGLIENZA. Non dovete temere perché il/la partner non forzerà, non è lì per farvi male, ma per darvi piacere. Continuate a masturbarvi e provate ad avvertire “l’oggetto” che sta esercitando pressione come un qualcosa da accogliere, da far entrare dentro voi. A questo scopo, vi aiuterà fare una sorta di ginnastica con lo sfintere: stringere e rilasciare, stringere e rilasciare… lentamente. Vi accorgerete che questo consente una percezione molto forte della sensazione che quella pressione sta esercitando e, man mano che aumenterà il piacere che vi viene dalla masturbazione, aumenterà anche la disponibilità ad accogliere l’oggetto. Guidate pure il/la partner indicandogli di aumentare o diminuire la pressione a seconda di come la percepite: sarete così più in sintonia. Qui mi fermo, nel senso che da questo momento in poi sarete voi a sentirvi e, se manterrete alta l’attenzione verso le sensazioni che state provando in termini di piacere, non avrete di certo difficoltà a godervi il tutto… perché l’orgasmo anale, specie se associato a quello della masturbazione, è davvero da “Fiuuuuuu”. Si può dire Fiuuuuuu? Abbiamo parlato in termini di “coppia” ma potete pure provare da sol*: un vibratore, magari poggiato contro il cuscino per mantenerlo fermo, e basterà muovere il bacino per regolare la pressione sullo sfintere. Questo dovrebbe rassicurarvi ancora di più, le prime volte, considerato che sarete voi direttamente a dosare il grado di pressione. Quello che sicuramente consiglio è di non provare senza la masturbazione: l’eccitazione provocata dalla stimolazione genitale distoglie dalla lucidità che razionalmente potrebbe frenarvi per paura del dolore. Una volta appresa la tecnica dell’ACCOGLIENZA (la quale consente di non essere la parte che subisce, ma parte attiva nel “risucchiare” l’oggetto dentro di voi) sarete liberi di associare il piacere anale a qualsiasi altra pratica che vi ecciti. Concludo con una riflessione dedicata agli uomini: alcuni di voi si trovano in difficoltà perché il piacere anale, in passato, è stato spesso associato all’assenza di virilità o alla tendenza alla femminilizzazione. Non fatevi condizionare da vecchi stereotipi superati e privi di alcun fondamento scientifico. Se apprezzate la stimolazione anale, una donna che non sia una sciocca non potrà far altro che apprezzare la vostra apertura mentale… e non solo quella. Un uomo che va oltre gli stereotipi e sa godersi il piacere, è un uomo attraente. Perché a definire la vostra sessualità non è quello che fate a letto, ma con chi lo fate. Nel post precedente abbiamo parlato dello squirting, abbiamo spiegato cosa è e come funziona, e abbiamo detto che se una donna decide di voler provare questa esperienza, come qualsiasi altra, deve farlo per se stessa.
È vero che la sessualità riguarda anche la coppia ma, perché funzioni, è necessario che ognuno conosca bene il proprio corpo, le sensazioni di cui può godere e come provarle. Se già un orgasmo in generale non è cosa scontata per tutte, l’orgasmo legato allo squirting lo è ancora meno per una serie di motivi che vanno dal percorso che è necessario fare per capire come funziona, alle inibizioni che bisogna riuscire a contrastare e al fatto che le informazioni che si trovano in giro sono spesso incomplete, superficiali e spesso contrastanti, quando non proprio fuorvianti, e il più delle volte trattano l’argomento solo in termini “tecnici”. Io oggi vorrei parlarvi delle sensazioni che si provano quando l’orgasmo con squirting arriva a essere la risultante di diverse stimolazioni insieme, le quali permettono di raggiungere un grado di piacere che ci fa perdere la testa. Premesso che stiamo parlando di sensazioni, quindi di qualcosa legato agli organi di senso, dobbiamo tenere presente che ognuna di noi ha una conformazione diversa, una propria mappa di nervi di senso. Quindi questa narrazione è la mia. La grossa fortuna è che il nostro corpo, quello femminile, ha un numero incredibile di terminazioni nervose: pensate che soltanto nella clitoride ce ne sono più di ottomila. Ottomila! E se la geografia del nervo pelvico maschile ha una sola diramazione che dalla colonna vertebrale arriva al pene, molto complessa e articolata è quella femminile, invece: dalla colonna vertebrale il nervo pelvico si divide in tre diramazioni che vanno a loro volta a propagarsi in tutto il ventre femminile, formando una rete di terminazioni nervose che interessa tutta la zona pelvica. Provate a pensare a quante sollecitazioni può ricevere il cervello. Pensate anche però che proprio per questo, essendo così tante, imparare a conoscerle, riconoscerle e “gestirle” è complesso. Se ci conoscessimo a fondo, potremmo godere in mille modi diversi associando stimolazioni di diverse parti di noi. Questo è ciò che ho fatto io quando ho iniziato a cercare di capire come funzionasse lo squirting nella pratica: mi sono studiata. Fuorviata da quanto trovavo in rete (e pure dai porno, sì) ho prima commesso “l’errore” di provarci da subito in coppia ma, dopo diversi tentativi e nessun esito positivo, l’unico risultato ottenuto era un groviglio di emozioni negative date dalla frustrazione mia di non capire e dalle aspettative di mio marito deluse. Non che lui me lo facesse pesare, anche perché già lo “studiare” era pratica di per sé intensa e portava comunque al piacere: ero io a sentirmi incapace. Lui aspettava, come è fisiologico che sia, e io niente. A poco servivano le sue rassicurazioni: il suo entusiasmo deluso, per me era fonte di frustrazione. Presi allora la decisione di provarci da sola. Ricavatami uno spazio di assoluta privacy che nessuno potesse interrompere, armata di asciugamani (nella speranza che mi servissero), vibratore ad hoc (uno di quelli ricurvi, per intenderci) e tanta pazienza, ho trascorso un’intera settimana di pomeriggi a masturbarmi prestando molta attenzione alle diverse sensazioni che sentivo toccando un punto piuttosto che un altro. La prima “seduta” mi portò un’illuminazione: la sensazione alla quale dovevo “andare dietro” era quella stessa che avevo represso innumerevoli volte durante la penetrazione. Quella sensazione simile allo stimolo a urinare che in alcune posizioni mi faceva, appunto, temere di far pipì e che un sacco di volte mi aveva indotto a trattenere o cambiare postura. Tranquillizzata dalla cerata che avevo messo sul materasso, sotto agli asciugamani, sistematami in posizione semi-seduta con l’aiuto di cuscini dietro la schiena. Ho iniziato a masturbarmi andando contestualmente a cercare -con il vibratore- quel punto esatto che mi provocava lo stimolo e ci ho lavorato per un paio di giorni prima di riuscire a non avvertirlo come qualcosa di “spiacevole”. Ho capito che a renderlo tale non era la sensazione in sé, quanto il condizionamento mentale della paura di bagnare. Vinto quello, nei pomeriggi successivi mi sono goduta -termine azzeccatissimo- una vastità di orgasmi differenti tra loro, affrontando il tutto quasi con fare metodologico: provando a toccarmi in modi diversi, stimolando quindi la clitoride in modi alternativi all’abitudine e lottando non poco con il vibratore che (un po’ tutti) ha il difetto di scappare se non lo tieni. Sono poi arrivata a capire che non serviva masturbarmi diversamente quanto stimolare quel punto che chiamano G, di cui qualcuno nega l’esistenza, che nessuno s’è mai preso briga di studiare davvero seriamente in modo esauriente, e che io in me stessa identifico come la base interna della clitoride. In me sta proprio lì, basta infilare due dita e lo avverto come un rigonfiamento spugnoso, più duro all’interno rispetto alla consistenza del tessuto circostante. Punto che dà sensazioni diverse a seconda di come lo si stimola: grado di pressione, modalità di tocco, ecc. La cosa certa invece è che lo stimolo deve essere costante nel ritmo e anche nella modalità: se lo si cambia “in corso d’opera” è come dover tornare dall’inizio. Ma inizio di cosa, direte voi? Provo a spiegarvi quello che è l’insieme di cose che concorrono a questo tipo di orgasmo, in me. In sostanza, la masturbazione della clitoride guida il tutto: mi masturbo come per un normale orgasmo e contestualmente stimolo quel punto interno accarezzandolo -con due dita o con il vibratore- mantenendo costante il modo, sia in termini di tipo di movimento, sia di pressione. Quanto energico debba essere il tocco è ovviamente soggettivo, di certo però la pressione va esercitata verso la parete, verso la base di quel punto, quasi a comprimerlo insomma. La sinergia delle due stimolazioni diverse è un po’ simile a una danza, a una “corsa” in crescendo. Potrei quasi disegnarvela! Provate a figurarvi una linea retta rossa per l’orgasmo clitorideo, quello che già conoscete: la sua stimolazione aumenta il piacere in crescendo, no? E figuratevi una parallela blu per il crescendo della sensazione dovuta alla stimolazione del punto interno. Mantenendo stabile ritmo e pressione, i due piaceri crescono simultaneamente, in parallelo. Poi si arriva a quel punto in cui il piacere clitorideo è talmente forte che, solitamente, ci si lascia andare e si gode. Ecco. Quello è il momento da imparare a gestire e che è forse il passaggio più difficile da spiegare a parole. Per come lo vivo io, quando arrivo al grado di piacere in cui mi verrebbe istintivo “lasciar andare”, continuo a trattenere e vado oltre: come se aggirassi l’orgasmo, come se ci girassi proprio intorno passando oltre. In sostanza, la linea blu continua retta, mentre la linea rossa aggira l’orgasmo “classico” e ritorna poi parallela alla linea blu. Da lì inizia un turbinio di sensazioni che non distinguo più cosa sia rosso e cosa blu. È ancora un crescendo ma che non riesco più a razionalizzare perché la mente va altrove mentre il corpo si contrae e i muscoli del ventre spingono fuori questo liquido in preda a un’energia diffusa a tutto il corpo (tutto!) che non riesco a descrivere se non con il termine “animalesca”. Un qualcosa che non è più controllabile, un insieme di sensazioni ed emozioni irruenti, istintive, impetuose… Vi sembra esagerato? Vi basti allora sapere che spesse volte perdo proprio conoscenza o, meglio, a chi è con me sembra che io perda conoscenza mentre in realtà vado a finire in un posto che io chiamo “Il mondo bianco” dove ci sono solo io, non sento più il corpo ma divento solo mente. Resto inerme e inerte, fisicamente, ma mentalmente è come se vedessi tutto da un’altra dimensione. Ho gli occhi chiusi ma mi sembra di potermi guardare da quel posto bianco. Riesco a sentire se mi si tocca un braccio, per esempio, o a sentire se mi si parla, ma non riesco a muovermi, a parlare, a interagire. Sento il mio respiro, che dall’affanno del momento animalesco è passato a flebile, lento, superficiale, quasi impercettibile. Stato che può durare da pochi secondi fino ad alcuni minuti quando poi improvvisamente riprendo il controllo del corpo e riprendo coscienza, con un atto respiratorio molto profondo al quale seguono alcuni secondi di respiro affannato. E sorrido. Ora. Ne è uscito un post immensamente lungo e avrei ancora da dirvi mille cose: per esempio che questo è solo UN tipo di orgasmo con squirting, ma ce ne sono tanti quanti possono essere le associazioni tra gli stimoli (la penetrazione anale, per dirne una); che a seconda delle diverse posizioni che assumete è diversa la sensazione; che se il partner sa come stimolarvi internamente, voi potete dedicarvi solo alla masturbazione ed, essendo meno impegnativo, vi godete di più il gioco; che va considerata come una possibilità, non come un obbligo o una mancanza se non interessa provarlo; che quando descrivo questa sensazione molte donne ci si riconoscono mentre altre hanno sensazioni diverse. Insomma, davvero tante cose ci sono da dire su questo tipo di orgasmo. Vedi post e commenti su Frontpage Post |
GRAZIA SCANAVINI Educatrice umanista Ricercatrice Counselor filosofica Raccolta dei post della rubrica settimanale sulle dinamiche sessuali ideata per Frontpage Post.
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