COME SPIEGO IL SESSO A MIO FIGLIO E A MIA FIGLIA?
Riflessioni e consigli pratici per genitori che vogliono educare i propri figli e le proprie figlie
a una sessualità consapevole
a una sessualità consapevole
So che noi adulti siamo convinti di conoscere praticamente tutto sulla sessualità ma mi sembra opportuno, prima di approfondire qualsiasi argomento correlato, chiarire l'ABC.
Dobbiamo specificare un po' di nozioni, insomma, che sono però fondamentali se vogliamo ben intendere il significato di ciò che leggeremo . Per fare questo mi avvalgo di un passaggio contenuto in "Standard per l’Educazione Sessuale in Europa" - Quadro di riferimento per responsabili delle politiche, autorità scolastiche e sanitarie, specialisti" pubblicato nel 2010 a cura dell'Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA. Qui di seguito sarà riportato il passaggio relativo alle definizioni e ai concetti ma cliccando sul link in rosso si aprirà l'intero documento (anche scaricabile) nel quale troverete riferimenti specifici ad esempio riguardo alle competenze che i nostri figli dovrebbero avere in base all'età e molte altre nozioni molto interessanti. Dateci un'occhiata. SESSUALITÁ, SALUTE SESSUALE ED EDUCAZIONE SESSUALE. DEFINIZIONI E CONCETTI. I concetti di sesso, sessualità, salute sessuale, diritti sessuali e i concetti direttamente interrelati vengono, in una certa misura, interpretati in modo differente in diversi paesi o culture. Anche quando sono tradotti in altre lingue può accadere che vengano intesi diversamente. Sono perciò necessari dei chiarimenti su come questi termini vengono utilizzati. Nel gennaio 2002 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’ambito di un’iniziativa più ampia, ha indetto una riunione tecnica di consultazione allo scopo di definire alcuni di questi concetti, per i quali non esistevano definizioni concordate a livello internazionale. Dalla riunione scaturirono definizioni operative dei concetti di sesso, sessualità, salute sessuale e diritti sessuali. Quantunque non siano ancora diventate definizioni ufficiali dell’OMS, queste definizioni si trovano sul sito web dell’OMS e il loro utilizzo va incrementando. “Sesso”: si riferisce alle caratteristiche biologiche che in generale definiscono un essere umano come femmina o maschio, sebbene nel linguaggio comune con tale termine si intenda spesso l’attività sessuale. “Sessualità”: come concetto esteso, essa è definita, con- cordemente alla definizione operativa OMS, nel modo seguente: “La sessualità umana è una parte naturale dello sviluppo umano in ogni fase della vita ed include componenti fisiche, psicologiche e sociali [...]”. Una definizione più estensiva, suggerita dall’OMS, recita: “La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita e comprende il sesso, le identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Sebbene la sessualità possa includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite o espresse. La sessualità è influenzata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali.” Per una serie di ragioni quest’ultima definizione è molto utile: sottolinea che la sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano, che non è limitata a determinate fasce di età, che è strettamente connessa al genere, che comprende vari orientamenti sessuali e che va ben oltre la riproduzione. Questa definizione chiarisce altresì che la “sessualità” comprende ulteriori elementi oltre a quelli meramente comportamentali e che essa può variare in grande misura a seconda dell’influenza di un’ampia gamma di fattori. Indirettamente, questa definizione indica anche che l’educazione sessuale deve essere intesa come riguardante aree molto più ampie e variegate della sola “educazione relativa al comportamento sessuale”, con la quale, sfortunatamente, viene talvolta erroneamente confusa. “Salute sessuale”: questa è stata inizialmente definita in una riunione tecnica dell’OMS nel modo seguente: “La salute sessuale è l’integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettuali e sociali dell’essere sessuale in modalità positivamente arricchenti e che valorizzano la personalità, la comunicazione e l’amore”. Sebbene sia alquanto datata, questa definizione viene ancora utilizzata di frequente. Nel corso della consultazione tecnica OMS del 2002 è stata concordata una nuova proposta di definizione, che recita: “La salute sessuale è uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale relativo alla sessualità; non consiste nella semplice assenza di malattie, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali come pure la possibilità di fare esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Per raggiungere e mantenere la salute sessuale, i diritti sessuali di ogni essere umano devono essere rispettati, protetti e soddisfatti .” Questa bozza di definizione non solo enfatizza la necessità di un approccio positivo, il piacere come aspetto essenziale e la nozione che la salute sessuale comprende non solo aspetti fisici ma anche emotivi, mentali e sociali, ma mette in guardia rispetto a possibili elementi negativi e per la prima volta menziona l’esistenza dei “diritti sessuali”, due tematiche quasi totalmente assenti nella definizione del 192. Inoltre, l’attenzione non è incentrata sui potenziali elementi negativi come sovente accade nella letteratura di settore riferita ad HIV e AIDS. In breve, si tratta di una definizione equilibrata. La salute sessuale è uno dei cinque aspetti essenziali della Strategia globale per la salute riproduttiva approvata dall’Assemblea Generale dell’OMS nel 2004. Va evidenziato che fin dai primi anni ‘50 l’OMS ha definito e affrontato la “salute” in modo molto ampio e positivo, riferendosi ad essa come a un “potenziale umano” e non meramente come assenza di malattia, includendo non solo aspetti fisici ma anche emotivi, mentali, sociali ed altri ancora. Per queste ultime ragioni, si ritiene che le definizio- ni dell’OMS siano accettabili e utili basi di partenza per un dibattito sull’educazione sessuale. Pertanto, in questo documento è utilizzato il termine “salute sessuale” che però comprende anche il significato e la nozione di “benessere sessuale”. La salute sessuale non è influenzata solo da fattori individuali, ma anche di tipo sociale e culturale. “Diritti sessuali”: comprendono in particolare il diritto all’informazione e all’educazione. Come si è detto in precedenza, la riunione OMS del 2002 ha prodotto anche una proposta di definizione di diritti sessuali che recita: “I diritti sessuali comprendono diritti umani che sono già riconosciuti da leggi nazionali, dalle carte internazionali sui diritti umani e da altre dichiarazioni di consenso. Essi comprendono il diritto di tutti gli esseri umani, liberi da coercizione, discriminazione e violenza, a: - il più alto livello raggiungibile di salute sessuale, comprendendo l’accesso ai servizi sanitari per la salute sessuale e riproduttiva; - ricercare, ricevere e divulgare informazioni relative alla sessualità; - l’educazionesessuale; - il rispetto per l’integrità fisica; - scegliere il proprio/la propria partner; - decidere se essere o meno sessualmente attivi; - relazioni sessuali consensuali; - matrimonio consensuale; - decidere se, e quando, avere figli; - ricercare una vita sessuale soddisfacente, sicura e piacevole. L’esercizio responsabile dei diritti umani richiede che tutti gli esseri umani rispettino i diritti altrui.” Quantunque si tratti solo di una proposta di definizione, essa è utilizzata come base di partenza nel presente documento, in quanto si ritiene che gli elementi presenti abbiano una larga base di consenso in tutta Europa. Inoltre, è importante sottolineare che tale definizione menziona esplicitamente il diritto all’informazione e all’educazione. A questo punto del discorso è comunque necessaria un’avvertenza. Ovviamente alcuni diritti di cui sopra sono stati pensati in riferimento ad una persona adulta e pertanto non tutti valgono automaticamente per bambini e adolescenti. Ad esempio, è chiaro che temi come il matrimonio consensuale o il diritto di decidere sulla procreazione non sono ancora pertinenti per bambini o giovani adolescenti. Il diritto del bambino all’informazione è stato altresì riconosciuto dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia dell’ONU, che ha visto la luce nel 1989 e da allora è stata ratificata dalla maggioranza degli Stati. La Convenzione afferma chiaramente il diritto alla libertà di espressione e il diritto di ricercare, ricevere e divulgare informazioni e idee di ogni natura (articolo 13); l’articolo 19 indica il dovere degli Stati di adottare delle misure educative per proteggere i minori, inter alia, dall’abuso sessuale. Recentemente l’IPPF, la principale organizzazione non governativa nel campo della salute sessuale e riproduttiva, ha adottato una Dichiarazione dei diritti sessuali. Questa Dichiarazione, ampiamente basata sui diritti umani riconosciuti a livello internazionale, presenta una struttura simile alla precedente, e ampiamente adottata, Carta dei diritti sessuali e riproduttivi della stessa IPPF30 e comprende anche il diritto all’educazione e all’informazione. La World Association for Sexual Health (WAS) ha pubblicato nel 2008 una dichiarazione sulla salute sessuale; anche questo documento riconosce i diritti sessuali come essenziali per raggiungere la salute sessuale per tutti. Avendo preso in esame le definizioni di cui sopra e altre ulteriori, seguendo l’approccio olistico e positivo che costituisce il fondamento dei presenti Standard, nel presente documento l’educazione sessuale è intesa come di seguito specificato. “Educazione sessuale” significa apprendere relativamente agli aspetti cognitivi, emotivi, sociali, relazionali e fisici della sessualità. L’educazione sessuale inizia precocemente nell’infanzia e continua durante l’adolescenza e la vita adulta. Con bambini e ragazzi l’educazione sessuale mira a sostenere e proteggere lo sviluppo sessuale. Gradualmente l’educazione sessuale aumenta l’empowerment di bambini e ragazzi, fornendo loro informazioni, competenze e valori positivi per comprendere la propria sessualità e goderne, intrattenere relazioni sicure e gratificanti, comportandosi responsabilmente rispetto a salute e benessere sessuale propri e altrui. L’educazione sessuale mette bambini e ragazzi in grado di effettuare scelte che migliorano la qualità della loro vita e contribuiscono a una società solidale e giusta. Tutti i bambini e i ragazzi hanno diritto ad accedere all’educazione sessuale adeguata alla loro età. In questa definizione l’attenzione è incentrata sulla sessualità come positiva potenzialità umana e come fonte di soddisfazione e di piacere. La necessità, chiaramente riconosciuta, di conoscenze e competenze atte a prevenire problemi di salute sessuale passa in secondo piano rispetto all’approccio globale positivo. Inoltre, l’educazione sessuale deve basarsi sui diritti umani riconosciuti a livello internazionale, in particolare sul diritto alla conoscenza, che ha la precedenza sulla prevenzione dei problemi sanitari.
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Questo blog è nato in risposta alle numerose richieste che ricevo da parte di genitori che chiedono consigli riguardo a come affrontare l'educazione sessuale dei figli e soprattutto a come affrontare certe situazioni.
Credo sia ormai ovvio a tutti che la sessualità, oggi, pervade molti aspetti della vita sociale, della vita di relazione, in particolare nei media, nei social network e nella rete, con conseguente progressivo abbassamento dell'età di accesso ai contenuti sessuali da parte dei ragazzi e non solo, perché il sistema virtuale sempre più spesso escogita strategie per arrivare a coinvolgere anche bambini in tenera età. Mio figlio stesso, ad esempio, all'età di nove anni, cercando cartoni animati su YouTube, cliccò un video di quelli proposti il cui titolo era "La festa delle Winx", l'immagine di copertina era effettivamente relativa alle Winx ma si trovò in realtà linkato ad un sito porno. Per altro, di quelli che installano automaticamente il collegamento al desktop. Come tutti sappiamo i siti social combattono quotidianamente queste dinamiche ma sappiamo pure che le strategie del mercato del porno ne studiano una nuova ogni giorno. Per questo non è più sufficiente applicare blocchi per certi siti ai mezzi che usano ma diventa fondamentale educarli ad affrontare le dinamiche del mercato forti della conoscenza vera e propria della sessualità. Mantenendoli all'oscuro o educandoli in maniera non appropriata, si corre il rischio che, venendo a contatto con contenuti porno ad esempio, non ve lo dicano ma anzi, incuriositi, vadano a cercare di appagare la curiosità, acquisendo quindi concezioni distorte e non sicuramente adatte alla loro salute sessuale. Le situazioni che riguardano la sessualità, tutte, vanno affrontate con modalità di comunicazione corrette, sensibili e adattate alle caratteristiche soggettive di ogni bambino. Vi propongo qui la lettura degli STANDARD DI EDUCAZIONE SESSUALE IN EUROPA pubblicato dall'Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA.regionale. Di cosa si tratta? Linee guida, in sostanza, che riguardano l'educazione sessuale dalla nascita del bambino fino al raggiungimento della maggiore età. Sono linee guida indirizzate a professionisti educatori e responsabili nel campo ma i contenuti sono utili e comprensibili a chiunque e riportano chiaramente molte risposte alle domande che mi sento spesso rivolgere. Un po' di nozioni insomma... poi tratteremo specifiche situazioni nei post di questo blog, ma questo è un valido riferimento quando ci si chiede qualcosa in riferimento alle tappe evolutive, ad esempio. Sent spesso genitori di bambini di dieci/undici anni dire: "Eh ma il mio è ancora piccolo per queste cose". In realtà un'educazione sessuale efficace andrebbe intrapresa fin dai primissimi anni di vita, ovviamente affrontata per fasi progressive specifiche, che in questo documento potrete vedere ben definite. Ovviamente, essendo linee guida, vanno adattate all'età del bambino e contestualizzate alla sua soggettività. Chi meglio di voi lo conosce? La masturbazione o autoerotismo, come già sapete, è la pratica attraverso la quale stimoliamo i nostri organi sessuali (e altre parti del corpo) al fine di procurarci piacere e generalmente l'orgasmo.
Le modalità di autoeccitazione e di raggiungimento dell’orgasmo sono diverse da persona a persona: la masturbazione viene di solito effettuata con le mani ma sempre più spesso gli adulti utilizzano anche sex toys. Il modo nel quale ci tocchiamo e ci accarezziamo le parti erogene, così come le zone erogene stesse, sono soggettivi: ognuno di noi prova piacere in modo diverso, a seconda delle conformazioni fisiche perché ognuno di noi ha un sistema di recettori sensoriali diverso. I pensieri che facciamo, le fantasie che ci eccitano e le sensazioni che proviamo durante la masturbazione sono anch’essi diversi in funzione di chi li esperisce. La funzione più evidente della masturbazione è quella - appunto - di darsi piacere, ma la masturbazione permette anche di conoscere il proprio corpo. Non a caso durante la fase della pubertà, nel passaggio tra essere bambini e diventare adolescenti, i ragazzi sentono maggiormente l’istinto e il desiderio di toccarsi e provare piacere: è in atto un cambiamento importante che riguarda il corpo, la sua fisiologia (come funziona) e il suo aspetto esteriore, nonché la psiche. La masturbazione contribuisce a conoscere se stessi e i cambiamenti che si stanno realizzando sia fisicamente che dentro di sé. Dedicarsi quindi all’autoerotismo permette: - di individuare le proprie zone erogene: capire quali parti del corpo, se stimolate, provocano le sensazioni di maggior piacere; -di conoscere l’eccitazione: riconoscere cioè l’impulso sessuale e la sua dinamica di espressione corporea; -di aumentare il livello di autostima e di sicurezza personale: la masturbazione contribuisce all’acquisizione di una buona immagine di sé. La maggiore consapevolezza acquisita del proprio corpo, sia sul suo funzionamento che sulla sua anatomia, consentirà poi di comunicare meglio con l’altro durante i rapporti sessuali perché, se si ha già confidenza col proprio corpo e si conoscono zone e modalità di piacere, sarà più facile approcciarsi al partner ed entrare in intimità. Sperimentando il nostro corpo attraverso l’autoerotismo scopriamo una parte molto importante di noi stessi che non è mai uguale a quella degli altri: ciascuno di noi ha un proprio modo, molto personale, di esprimere il desiderio e di raggiungere il piacere sessuale. La masturbazione si pratica a tutte le età: anche i bambini fin da molto piccoli trovano piacevole sfiorarsi i genitali. Lo fanno per istinto legando semplicemente all’azione il piacere che ne traggono, imparando così a conoscere il proprio corpo. Gli adulti, proprio per il livello di piacere che si può raggiungere con la masturbazione conoscendo perfettamente il proprio corpo, possono continuare a masturbarsi per la ricerca del piacere nonostante trovino soddisfazione nella condivisione della sessualità con il partner. Nella coppia stessa la masturbazione reciproca è una pratica attraverso la quale darsi piacere reciprocamente andando così a conoscere sempre meglio le zone erogene del partner. Diversa invece è la masturbazione condivisa: i partner praticano autoerotismo in presenza dell’altro, pratica molto erotizzante perché mette in gioco il piacere di guardarsi, di provocarsi, di eccitarsi. Per quanto riguarda la masturbazione in età adolescenziale, va specificato, che non è una pratica prettamente maschile come molti pensano: anche le ragazze sentono lo stesso bisogno di darsi piacere e di conoscere il proprio corpo e le sue manifestazioni. Anzi è proprio la masturbazione, per le femmine, il modo per venire in contatto con i propri genitali che nel proprio corpo, al contrario di quello del maschio, sono “nascosti” e quindi non visibili direttamente guardandosi semplicemente allo specchio. Riguardo alla masturbazione, così come per la sessualità in genere, si sono da sempre creati miti e leggende atti a soggiogare questa pratica istintuale considerata sporca e peccaminosa dalla cultura sessuofoba che per anni ha imperato e ancora non demorde nella nostra società,che investe la sessualità di paure e pregiudizi. Proprio per questo non tutti vivono l’autoerotismo in maniera libera ma si lasciano condizionare da preconcetti e scarsa conoscenza perché magari in famiglia non si parla di sessualità o perché i propri genitori (o altre figure significative) rimandano aspetti negativi nei confronti della masturbazione. La scelta migliore è quella di non interferire ma contestualizzare. Cosa intendo? Bisognerebbe lasciare liberi i bambini di toccarsi i genitali spiegando loro, durante la crescita, che non si deve fare ovunque e davanti agli altri ma che è un comportamento intimo, da preservare quindi ai momenti in cui si è soli. Senza sgridarli ma con comprensione. Sgridarli non farà altro che indurli a sentirsi sbagliati. Così come deriderli, metterà a rischio la loro autostima, soprattutto se fatto in presenza di altre persone. Per quanto riguarda gli adolescenti invece, che già sanno di non doverlo fare in pubblico, cercate di non interferire, di non mortificarli, di non deriderli nemmeno scherzando su questo fatto. Quanti papà (e pure alcune mamme) ho sentito proferire orgogliosi agli amici, davanti al figlio, frasi come “Si ammazza di pippe”,“Non riesce a tenere a freno la bestia”, "Devo cambiare le lenzuola tre volte a settimana", ecc. Non fatelo. Arrecate danno alla sua consapevolezza sessuale e rischiate di condizionare negativamente la sua sessualità. La masturbazione è fisiologica ed è propedeutica alla salute sessuale. Guardare questo docufilm, mi ha riportata a otto, nove anni fa quando, dopo la pubblicazione su Cosmopolitan di un articolo relativo alla sex-addiction, iniziarono a contattarmi molti giovani per raccontarmi le loro storie.
Guardando queste immagini, sono tornata a un sabato notte in cui fui svegliata dal telefono che suonava in continuazione per l'arrivo di messaggi. Allarmata, mi alzai e quei messaggi venivano da un sedicenne che mi scriveva da qualche giorno per raccontarmi le sue esperienze e per chiedermi consigli perché si sentiva ossessionato dal sesso e da tutte le dinamiche relative (amici, ragazze, genitori, ecc). Quel sabato notte era successo un disastro: due ragazzine quindicenni, sedute sui wc dei bagni di una discoteca, avevano fatto a gara su chi delle due avrebbe fatto più rapporti orali a ragazzi in fila davanti a questi bagni. Non so se è chiara la scena: due bagni uno a fianco all'altro, due quindicenni sedute sui wc, due file di ragazzi in attesa del loro turno. Il ragazzo in questione si era messo in una delle due file. La gareggiante della fila che lui aveva scelto, si è fermata al settimo, lui era l'ottavo. Lui le si è messo di fronte e lei ha vomitato, dichiarandosi sconfitta. Lui, innervosito per l'attesa e le sue aspettative disattese, l'ha riempita di botte. Lo hanno dovuto placare e portare fuori dal locale. Fuori dal locale, seduto a terra, incapace di fare qualsiasi cosa, ha iniziato a scrivermi incessantemente: i contenuti dei suoi messaggi andavano dal timore della denuncia allo schifo per questa ragazza fino allo schifo per se stesso. Fermatevi, non pensate: "Giustamente!" Perché non è lui il reale responsabile di questo fatto. E guardare questo docufilm vi farà ben intendere il motivo di questa mia affermazione. La responsabilità è della società ipersessualizzata in cui vive lui e viviamo noi. Consiglio vivamente la visione di questo docufilm, ai genitori soprattutto ma farebbe bene a tutti perché il filo conduttore è un'analisi socio-antropologica che riguarda ognuno di noi, nessuno escluso. Se potete, se conoscete bene l'inglese, seguitelo senza i sottotitoli in italiano, e vi chiedo di astrarvi geograficamente dal contesto in cui è girato perché non succede solo in America o altrove. È così anche in Italia, seppure a noi non sia palese e non esistano per ora docufilm ambientati nel nostro Paese. Noi ieri era abbiamo finito di vedere la serie #SexEducation su #Netflix. Io la quoto, sia perché affronta la tematica sessuale in maniera disincantata e in un linguaggio adeguato a quello a cui gli adolescenti sono abituati (quindi efficace nel coinvolgerli), sia perché pur avendo la sessualità come filo conduttore affronta diversi aspetti relazionali tra pari e non: le dinamiche dell'amicizia, il bullismo, la difficoltà del riconoscimento e dell'accettazione dell'orientamento sessuale sia proprio che altrui, le dinamiche delle relazioni genitori-figli (genitori che riversano aspettative sui figli, situazioni di famiglie con genitori dello stesso sesso, rapporto dei genitori con figli omosessuali,...). Si parla di aborto, si parla dei dubbi tipici dell'età, si parla di genitori troppo assenti e genitori troppo presenti, che esercitano eccessivo controllo psicologico. Si tratta la necessità adolescenziale del far parte dei gruppi, la fragilità dell'età stessa, il timore di rimanere vergini (correlato alla pressione dell'obbligo sociale di fare sesso per essere riconosciuti come individui capaci). C'è davvero tanto. Il ritmo e la fotografia sono accattivanti soprattutto se consideriamo che la serie è pensata principalmente per un pubblico davvero giovane ma che, almeno personalmente, ho trovato interessante. La serie è VM14 e credo che effettivamente non sia adatta la visione ai più piccoli perché potrebbe creare più confusione che altro, essendo piuttosto diretta e specifica. Nelle primissime puntate ero un po' scettica perché l'ambientazione modello "american college" mi dava l'impressione di storia stereotipata ma questi stereotipi sono svaniti attraverso la forza presentata in ciascuno dei personaggi principali. La costruzione dei personaggi è una delle cose più importanti in una narrazione, più importante degli scenari e della trama stessa, e in Sex Education a mio parere sono stati elaborati molto bene. La serie è stata in grado di condensare un'enorme pluralità di complicati problemi adolescenziali sotto forma di diverse esperienze e tutte le questioni che sono state trattate sono lungi dall'essere esaurite: cioè c'è molto materiale per discussione e riflessione. Noi abbiamo scelto di guardarlo tutti insieme ed è stato un momento utile anche per capire cosa nostro figlio avesse chiaro e cosa no, perché nell'intercedere delle puntate ci ha fatto parecchie domande che forse non avrebbe mai pensato di fare: non per pudore ma proprio perché non ci sarebbe stata l'occasione scatenante. Credo che possa essere un buon veicolo per affrontare insieme un argomento che spesso mette genitori e figli in difficoltà... magari un po' di imbarazzo subito, ma sempre meno difficoltoso e più fluido che partire dal "Dobbiamo fare un discorso". Se decidete di guardarlo insieme ai vostri figli, sia però chiaro che dovete imporvi di non criticare il linguaggio e i comportamenti dei protagonisti... cioè, non fate i bigotti perché la situazione vi imbarazza ad esempio. Ricordate sempre che se volete instaurare un dialogo costruttivo con i vostri figli dovete attenervi a tre regole basilari: ACCOGLIENZA, COMPRENSIONE e SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO. Se i vostri figli non percepiscono questo, potete solo sognare che vi raccontino o vi chiedano. Insomma. Ce ne fossero di serie così e prendessero il posto di tutte le varie "americanate" che davvero fanno, degli stereotipi, un mito. |
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