Se nelle relazioni “metterci la faccia” è un obbligo, nel sesso no. Non in senso fisico.
Partiamo da qui per fare alcune considerazioni su una pratica di cui non si parla tanto ma che in una coppia può ripercuotersi negativamente sulla relazione emotiva. Stiamo parlando di #facial, termine ben conosciuto da chi frequenta il mondo del porno che indica l’atto di eiaculare sul viso di una persona. Immagino che a qualcuno l’argomento possa risultare disturbante o di cattivo gusto ma ho deciso di affrontarlo perché è una di quelle pratiche che ha talmente tante implicazioni psicologiche ed emotive che credo sia bene prenderne consapevolezza. Che sia stato il mondo del porno a condizionare tutti i vari aspetti riguardanti questa pratica sessuale è innegabile, ma vediamo di snocciolare la questione per comprendere perché, se nei rapporti occasionali lascia un po’ il tempo che trova, può essere davvero importante in un rapporto di coppia. Se sessuologia e psicologia non possono non analizzare LA COMPONENTE DOMINAZIONE/SOTTOMISSIONE che caratterizza questa pratica (a partire dalla posizione che assume il partner che riceve lo sperma, in genere in ginocchio con il volto all’altezza dei genitali dell’uomo) è pur vero che le testimonianze maschili dicono anche altro: parlano della forte emotività stimolata dalla connessione visiva tra l’uomo e la persona che riceve l’eiaculazione sul volto, del legame meno impersonale rispetto ad altre pratiche, della sensazione di complicità totale se la partner arriva ad amare l’essere cosparsa dello sperma. Molti uomini riferiscono di un estremo coinvolgimento dato dal fatto che il viso sia la parte che più amano della compagna perché nel viso si concentra l’essenza della persona, quindi bagnare di piacere il viso è come rendere omaggio alla bellezza. A livello di grado di eccitazione, è molto stimolante perché nell’immaginario la donna che “aspetta” è una donna “insaziabile”, che di te accetterebbe tutto tanto è il desiderio. Molti uomini vedono il rifiuto del contatto così diretto con lo sperma come un rifiuto di loro stessi. Le indagini in merito ci dicono che PER LA MAGGIORANZA DEGLI UOMINI È UNA DELLE COSE PIÙ ECCITANTI IN ASSOLUTO. Questo non vuol dire, però, che se il partner ce la propone dobbiamo per forza accettare: come per ogni cosa nella sfera sessuale, non ci si deve sentire in dovere di fare cose che non danno piacere a entrambi. E questa è una di quelle situazioni in cui le donne non si sentono sempre a proprio agio, sia per il fatto che viene spesso percepita come situazione umiliante e degradante (anche perché nel porno viene così presentata da decenni), sia perché spesso viene volgarmente ostentata come una pratica di disprezzo. Forse non tutte le donne sanno che gli uomini vivono il facial con approcci emotivi diversi a seconda di chi sia la destinataria dell’eiaculazione: se è la partner di cui sono innamorati, avvertono la sensazione di rendere più completo il coinvolgimento amoroso; se è partner occasionale ufficialmente impegnata con un altro uomo, diventa eccitante pensare così di togliere il possesso all’altro (un marcare territorio, uno sfregio alla concorrenza); se è partner occasionale ufficialmente libera, l’aspetto dell’insaziabilità sessuale è predominante. Insomma, l’eccitazione non ha sempre la stessa motivazione: dal “sei talmente mia che posso sporcarti come voglio”, al piacere di vedere i propri getti colpire un viso amato e ritenuto molto bello, al ritorno che ha la propria autostima verso potenziali concorrenti, alla sensazione di complicità totale, e così via. E non è sempre la stessa per lo stesso uomo, ma cambia a seconda della relazione con la partner. Essendo comunque largamente amata, la pratica viene quindi proposta spesso a DONNE CHE NON SEMPRE APPREZZANO. Le motivazioni sono anche qui molto diverse: il rifiuto dell’idea di sottomissione, la consistenza dello sperma che non è gradita a tutte, i condizionamenti socio-educativi che hanno attribuito al sesso e alle sue componenti concetti di sporcizia ma anche di giudizio negativo verso la donna che si presta a queste pratiche, ecc. Potremmo elencare decine di motivazioni pro o contro per chi sta in piedi e chi sta in ginocchio, ma credo sia più importante focalizzarci sull’IMPORTANZA DEL DIALOGO: molti siti web consigliano all’uomo di non chiedere, perché tanto le donne direbbero di no, ma di “provarci”. Di avvicinarsi al viso quasi con nonchalance, magari alzando un po’ il tiro con le parole per far sì che si scaldi molto e poi farlo. Non è il modo giusto, posso assicurarvelo: la donna non di rado la vive come una violenza psicologica vera e propria, e si rischia di mettere in crisi la relazione. Molto più funzionale spiegarle cosa si prova in termini emotivi rispetto alla pratica, quale significato ha per voi. Magari, se a priori era restia, potrebbe considerare la possibilità di provare. Mai pretendere, nel sesso, perché non è mai funzionale al ben essere di nessuno dei due. Alcuni uomini, infatti, ammettono di non provare piacere se percepiscono la partner in situazione di disagio o di disgusto. Molti uomini non propongono la pratica, anche se vorrebbero, per paura di offendere la partner o metterla in difficoltà. Qui mi rivolgo alle donne: se avete già vissuto positivamente la situazione in passato, se vi eccita pensarla, non abbiate vergogna a proporla voi per prime. Difficilmente troverete un uomo contrariato. So che magari temete di essere giudicate poco serie (sempre per quei pregiudizi socio-culturali che ci soggiogano) ma se così dovesse essere capite bene che c’è un problema di relazione. Una relazione che funziona davvero è quella in cui si può parlare di tutto, senza temere il giudizio da parte dell’altro. Concludo riassumendo tutta la questione in una frase: L’EIACULAZIONE SUL VISO HA TALMENTE TANTE COMPONENTI EMOTIVE CHE L’UNICO MODO PER EVITARE POTENZIALI PROBLEMI È PARLARNE. Un po’ come tutto ciò che riguarda il sesso, sì, ma questa magari è una pratica considerata meno “pericolosa” in termini di conseguenze perché non prevede penetrazione, quindi non prevede dolore, e potrebbe sembrare meno aggressiva. Non è così, può ferire. E anche in termini di dolore può avere il suo bel da dire perché tra le cose che forse pochi sanno è che lo sperma, negli occhi, brucia in una maniera impressionante. Quindi, una volta compreso che la partner apprezza, occhio comunque alla mira! E di mira parliamo anche nel citare alcuni consigli e CURIOSITÀ: -evitate i capelli! Agli uomini può sembrare una sciocchezza, ma alle donne infastidisce. Se lavarsi il viso non è un problema, doversi lavare i capelli (e magari trovarsi in una situazione in cui non lo si può fare) è un disagio. -è vero che lo sperma fa bene alla pelle? Devo rispondere sì, al punto che un’azienda norvegese ha prodotto una linea cosmetica a base di estratti di sperma. Sì, nella misura in cui ha una bio-composizione che vede sostanze nutrienti, tanto che esistono persone che conservano lo sperma e autoproducono creme per la pelle ma addirittura cibi e bevande. Non sono impazzita… andate pure a fare una ricerca online: troverete ricette di dolci e altre “leccornie”. De gustibus. -la spermafagia (o spermatofagia) è l’ingestione dello sperma. Principalmente l’atto viene vissuto a fini erotici, in generale al termine della fellatio. È molto comune la richiesta da parte dell’uomo che il proprio sperma venga ingerito, come conclusione perfetta di rapporto orogenitale perché, aldilà del significato di completa accettazione da parte del soggetto che ingerisce lo sperma (quindi più o meno consciamente possesso, complicità, ecc), buona parte del piacere gli deriva dal fatto che la stimolazione orale del pene non cessa durante la fase di orgasmo e successivamente ad esso, quando il pene risulta ancor più sensibile. Se l’argomento vi ha stimolato interesse, riflessione, se vi siete trovati già a dovervi confrontare tra partner al riguardo e non è andata proprio benissimo, potete dare un’occhiata online per prendere ancor più confidenza con tutte le dinamiche emotive che stanno dietro a questa pratica sessuale: esistono parecchi forum sull’argomento dove potete trovare i diversi punti di vista che riguardano sia chi ama il #facial, sia chi non ci pensa proprio, chi non è attratto, chi vorrebbe farlo ma proprio non se la sente… Leggere le testimonianze può consapevolizzare, tenendo sempre presente che sono esperienze soggettive e come tali vanno prese. Al netto di tutte le opinioni e i desideri soggettivi, la cosa fondamentale è sempre una: tanto dialogo, nessun giudizio, nessuna imposizione e nessun obbligo, se si vuole vivere una sessualità davvero appagante.
0 Comments
Se nei due post precedenti che riguardavano lo squirting abbiamo analizzato alcuni aspetti del piacere che si può provare con questo orgasmo e abbiamo ribadito che una donna deve provare ad arrivarci solo se ha la curiosità e il desiderio di farlo per se stessa, oggi guardiamo la cosa dal punto di vista maschile e cerchiamo di dare anche qualche indicazione agli uomini.
Solitamente, quando parlo di squirting, i maschi manifestano un comportamento che va dal malinconico all’entusiastico: malinconia per chi non ha mai assistito o partecipato “live” a un orgasmo con squirting, entusiasmo per chi ha ricordi legati a un’esperienza passata o lo vive abitualmente. In linea generale, nell’immaginario maschile, lo squirting è una benedizione dal cielo. È quasi banale dire che questo loro amore per lo squirting nasce dalle fantasie legate al porno, ma è un dato di fatto. I siti pornografici sono zeppi di contenuti al riguardo, spesso fittizi ma qualcuno anche molto reale: non posso non citare Manuel Ferrara e Angela White, due attori che quando fanno sesso, fanno l’Amore. L’ho scritto con la maiuscola, sì, e capirete perché se vi farete il regalo di guardarli (tra gli altri, c’è un video in rete in cui lei piange -alla fine- e lui la coccola e stringe a sé). Ecco, guardate Manuel Ferrara: potrà sembrarvi assurdo, amici maschietti, ma può essere molto istruttivo riguardo al come approcciarsi alla sessualità femminile. Prendetelo come un input angelico: potete guardarvi porno e dire alla vostra partner che lo state facendo per lei. Detto questo, analizziamo alcuni spunti di riflessione prima che io mi perda a sognare su Ferrara. PERCHÉ AGLI UOMINI PIACE COSÌ TANTO LO SQUIRTING? Perché, anche se inconsapevolmente, quando si guarda un porno (e non solo) ci si identifica nell’attore/attrice che corrisponde al nostro genere, quindi gli uomini dopo aver guardato una scena di squirting si sentono efficaci e sessualmente potenti come quell’attore che non fallisce mai e che porta sempre la partner (o le partner) a livelli di piacere irraggiungibili per i più. Per gli uomini una donna che “squirta” diventa il simbolo della propria capacità sessuale. Non che non esistano quelli che invece lo amano in quanto segnale di grande piacere per la compagna, ma in media è più per una gratificazione al proprio ego che altro. CAMBIARE PUNTO DI VISTA è il primo consiglio che posso dare agli uomini perché sicuramente può favorire la condivisione in coppia dell’esperienza. Nel post precedente, parlando della mia esperienza personale, ho spiegato che ho dovuto studiare da sola cosa mi accadesse prima di condividere con il mio partner proprio perché il suo entusiasmo era diventato inconsapevolmente un’aspettativa che mi metteva a disagio e mi impediva di raggiungere il “risultato”. La sua aspettativa, in quel momento, mi creava ansia e mi distoglieva da me stessa. Ho realizzato, in sostanza, che lo squirting diventa piacere solo se la donna è in grado davvero di godere solo per se stessa. Un orgasmo egocentrico, anche un po’ egoista. Avevo bisogno di provare da sola, prima di condividere. Una volta capito come funzionava, abbiamo “lavorato” insieme alla questione fino a che sono riuscita a lasciarmi andare totalmente e vivere la gioia di quell’orgasmo con naturalezza, anche insieme a lui. Piano piano, insegnandogli l’esatto punto da toccare, il ritmo da tenere, il grado di pressione da esercitare, abbiamo costruito un momento di coppia in cui entrambi ci dedicavamo solo al MIO piacere, e così facendo è scomparsa anche l’ansia da aspettativa. Ebbene sì, l’ansia da prestazione non è una questione unicamente maschile: succede anche a noi. Anche noi donne quando “non riusciamo” ad avere un rapporto e gli uomini ci dicono “non ti preoccupare” ci sentiamo un po’ come quando agli uomini svanisce l’erezione e noi diciamo “succede, non è un problema”. Quanto siamo simili, seppur con caratteristiche diverse, eh!? Quindi, nel concreto, GLI UOMINI COSA DEVONO FARE? - SENTIRE LA PARTNER. Sentire nel senso di osservarla, ascoltarne il respiro, seguire i suoi movimenti, toccarla dove e come vuole, senza mai cambiare ritmo, soprattutto se vediamo che il piacere in lei sta crescendo: cambiare ritmo o spostare le dita anche solo di un centimetro, la riporta indietro, interrompe il piacere e bisogna ripartire quasi zero. Vi faccio sorridere: a mio marito, le prime volte, veniva male al braccio. Quindi, amici uomini, cercate di trovare una posizione di appoggio che vi consenta di mantenere abbastanza a lungo il movimento e di non spostare la mano. - EVITARE DI METTERCI TROPPA ENFASI: lo so, non è facile, però magari -anziché guardarla solo “lì” con la brama di veder uscire liquido- provate a guardarla in viso, a vedere come cambiano le sue espressioni, perché è nel percorso che lei prova piacere. Se l’evidenza dello squirting si realizza con la fuoriuscita del liquido, il piacere sta invece nel crescendo di piacere che la porterà a spingerlo fuori. Quindi i “dài” mentre le guardate la vagina, mettono ansia a lei e non vi aiutano di certo a capire quale grado di piacere abbia raggiunto in quel percorso. -USARE LA GIUSTA FORZA: la penetrazione delle dita in vagina deve essere possente, sì, ma non un vero e proprio caterpillar. Il movimento da fare lo conoscete un po’ tutti, e se non lo conoscete trovate in rete moltissimi tutorial su come farlo. Non commettete l’errore di pensare di saperlo fare a prescindere: guardatene qualcuno, guardate pure qualche video porno di massaggiatori che inducono lo squirting all’attrice di turno. Solitamente sono piuttosto realistici e abbastanza affini ai desideri femminili. - EVITATE DI TOCCARLA IN ALTRI PUNTI: la maggior parte delle donne riferisce come DISTURBANTE il fatto che lui accarezzi loro anche solo una gamba, un seno o altre parti. Attenzione particolare la dedico alla convinzione che hanno parecchi uomini riguardo al fatto che fare un cunnilingus in quel momento possa essere esaltante per lei: spesso non è così. La maggioranza delle donne, per avere questo orgasmo, deve toccarsi da sé per un motivo semplicissimo: nessuno ci sa toccare come sappiamo toccarci noi. Questo perché chi si tocca da sé si ascolta e può modificare ritmi e modalità di stimolazione in base alla percezione del suo piacere. Per quanto possa piacermi essere toccata dal partner, lui non può sentire quel che sento io, e se in altri momenti l’orgasmo lo si raggiunge anche per mano dell’altro, in questo particolare frangente diventa davvero basilare gestire in maniera ottimale l’orgasmo clitorideo. So che all’uomo toccare più punti può sembrare uno stimolo in più, magari fonte di piacere aggiuntivo, ma in quel particolare momento no: distoglie dalla sensazione specifica. Dopo l’orgasmo potrete accarezzarla finché volete. In quel momento dovete solo SEGUIRLA, SENTIRLA; se alla vostra partner piace un certo tipo di dialogo sessuale, incalzatela con le parole che la eccitano. -Per lo squirting le UNGHIE CORTE sono fondamentali: può sembrarvi una sciocchezza, ma il punto che andate a toccare è talmente sensibile che anche un accenno di unghia impedisce la giusta stimolazione. Fa male, insomma, e distoglie dal crescendo di piacere. Su questo argomento avremmo mille altre cose da dire: come arrivarci con la penetrazione, anche quella anale; come usare sex toys adatti e molto funzionali; come renderlo parte di altre pratiche; come raggiungerlo con stimolazioni diverse; ecc. Ci torniamo. Vedi post e commenti su Frontpage Post Di squirting, chi lavora nel campo della sessualità, sente parlare da diversi anni. Cosa sia o cosa non sia resta argomento piuttosto dibattuto perché andiamo sulla Luna, fotografiamo buchi neri, approntiamo tecniche ingegneristiche da fantascienza ma non studiamo il piacere.
L'ultimo studio scientifico attendibile pubblicato su The journal of sexuality risale al 2015, ha un campione limitato a sette donne e anziché chiarire perpetua il "non sappiamo come succeda" in sostanza. A oggi sappiamo che lo squirting, inteso come emissione di liquido durante l'orgasmo, non può essere propriamente definito eiaculazione femminile, o comunque va suddiviso a seconda della quantità e della tipologia del liquido emesso, perché i liquidi sono due: -quantità minima, biancastro, ad alta concentrazione di PSA (antigene prostatico specifico rilasciato dalle ghiandole di Skene che si trovano in prossimità dell'uretra): sarebbe questa la reale eiaculazione femminile perché contiene appunto questo liquido che è affine alla composizione dello sperma maschile; -quantità importante, trasparente, composto principalmente da acqua e urina molto diluita, concentrazione bassa di PSA: questo è quello che generalmente viene definito squirting. Quello che abbiamo visto spesso rappresentato nei porno, per intenderci. Di sicuro si sa che quando avviene il secondo fenomeno, il liquido è prodotto dai reni, transita in vescica e viene espulso con forza durante l'orgasmo. Probabilmente assorbe il PSA nella fase di passaggio in uretra, all'altezza delle ghiandole di Skene, ma non è dato certo perché appunto il fenomeno non è stato studiato scientificamente in modo esauriente. Non lo sappiamo, punto. Negli anni il fenomeno è stato argomentato da tanti ma, mancando un riferimento scientifico certo, non si è creato altro che confusione di termini, di concetti e di dinamiche. Peccato. Lo dico perché quando ho iniziato a studiare questo fenomeno, mi sono messa in gioco in prima persona, cercando di scoprire come funzionasse. Ho prima studiato la teoria, stupendomi del fatto che ovunque si trovassero solo ed esclusivamente narrazioni riguardo alla dinamica o alla composizione del liquido, mai una narrazione emotiva di ciò che succede in quel momento. È sempre analizzato in termini di "prestazione" e mai di "emozione". Questo succede perché la sua diffusione mediatica è avvenuta attraverso la narrazione pornografica, che sappiamo bene essere stata (almeno in passato) mirata esclusivamente al pubblico maschile. Il punto di vista narrativo quindi non è mai stato quello del piacere femminile ma quello dell'appagamento maschile. Andiamo avanti, allora, ma avanti evolvendo, per cortesia. Non fermiamoci di nuovo davanti alle sciocchezze di alcuni estremismi femministi che dicono "Non provateci che andate solo a rinforzare le aspettative maschili nei vostri confronti". Non cadiamo nella trappola di rimettere ancora il nostro piacere all'eterno conflitto tra i generi. Non consideriamo lo squirting un qualcosa che andremmo a fare per il partner, pensiamolo come una possibilità tutta nostra di provare un piacere diverso. Totalizzante. Sì, perché questo è. E non lo dico solo per esperienza personale ma perché in dieci anni di confronto con le donne su questo argomento, tutte quelle che lo hanno provato, lo definiscono un orgasmo che per intensità supera tutti gli altri. Qui è necessario prendere in analisi un ulteriore conflitto: complice la difficoltà di capire come funzioni, l'impegno necessario e tutti i tabù sessuali palesi con cui la nostra società ci condiziona anche quando non ce ne accorgiamo, moltissime donne manifestano disagio quando si parla di squirting perché, essendo dall'esito incerto e dipendendo da molti fattori, temono di sentirsi meno capaci sessualmente agli occhi degli uomini. Se davvero vogliamo fare un'azione femminista costruttiva e non perpetrare l'errore di valutare sempre la nostra sessualità mettendola in relazione all'uomo, dobbiamo necessariamente porci una sola domanda: mi interessa sperimentare un tipo di piacere che non conosco, oppure no? Se non ci interessa, poco male. Non lo facciamo, punto. Ma non possiamo accusare le donne che invece sono interessate di farlo per piacere di più agli uomini. Credo che valga la pena di provare, e lo dico perché mi piacerebbe che tutte le donne potessero sperimentare quella sensazione. Non lo facciamo per vanto, non lo facciamo per sminuire le donne che non lo fanno e non lo facciamo per attirare l’attenzione degli uomini: lo facciamo perché ci prendiamo cura del NOSTRO piacere. Il MIO piacere come donna e nient’altro. Emanciparsi dal maschilismo significa compiere scelte che siano totalmente centrate su ciò che noi vogliamo, e non in termini di dispetto all’uomo. Agli uomini piace, sì. E allora? Se non proviamo (lo squirting così come qualsiasi altra cosa ci stimoli interesse sessuale) perché siamo convinte che sia solo per appagare l'uomo, leviamo a noi stesse la possibilità di emanciparci nel piacere. Se ci vietiamo un'esperienza per non dare soddisfazione a un uomo o se consigliamo alle donne di non farla perché ne godono solo gli uomini, non stiamo pensando al nostro piacere ma stiamo ragionando solo in termini (sbagliati) di lotta nelle questioni di genere. Chiudo con una considerazione che è un dato di fatto: questi consigli non vengono mai da donne che hanno provato questo tipo di orgasmo, ma vengono da quelle che non sanno cosa sia, emotivamente parlando. Non sanno che sensazioni si provano, non sanno che l'emozione è diversa a seconda che lo squirting sia provocato da un'azione meccanica o che sia "governato" attraverso la conoscenza profonda del proprio corpo. Non sanno che è l'orgasmo più egocentrico in assoluto e, anche se fosse il partner a indurlo (non necessario, eh, possiamo fare anche da sole), il partner risulta un mero strumento di piacere in quel momento perché la sensazione prende mente e corpo ed è impossibile pensare a lui. Non sanno che è un tipo di orgasmo in cui si perde proprio il controllo di sé, in cui l'energia sessuale è di un'intensità difficile da descrivere. Vedi post e commenti su Frontpage Post NON C'È SESSO SENZA AMORE
Quante volte avete sentito ripetere questa frase? Magari lo pensate anche voi, il che sarebbe pure lecito considerando che la nostra cultura è la risultante di un conflitto, che dura da millenni e che ha sempre visto strumentalizzare la sessualità in ogni ambito: il mercato la usa per vendere, le religioni la usano per mantenere le pecore in gregge, i governi che si sono succeduti l’hanno usata per mantenere gestibile il sistema fondato sulla famiglia, attraverso l’esclusivismo sessuale. Millenni in cui, per essere persone d’animo nobile, bisognava fare sesso solo –appunto- con la persona di cui si era ufficialmente innamorati. Al netto dei retaggi culturali che ci portiamo dietro, l’oggettività ci dice che il sesso è una cosa e l’amore un’altra: potete mescolarli, identificarli l’uno nell’altro, ma la realtà è che l’eccitazione sessuale insorge anche al di fuori di un rapporto amoroso. Ovvio che ognuno fa sesso con chi vuole e secondo i propri princìpi ma voglio invitarvi a una riflessione molto semplice e lineare: se incontrate un nuovo possibile partner, non cadete nella trappola di affermare o esplicitare il concetto che non esista il sesso al di là dell’amore. È una tutela personale. Mi spiego: gli studi più attuali e attendibili che abbiamo al riguardo della coppia, ci dicono che, antropologicamente parlando, ha una durata di quattro o cinque anni. Non sono opinioni, sono studi scientifici. Ci dicono anche che non essendo monogami per natura siamo passati dal sesso inteso come dinamica a sé, indipendente dal concetto di amore (che si viveva prima dell’avvento dell’Era dell’agricoltura) alla monogamia seriale nell’amore per i primi anni, ma poi avvertiamo il bisogno di cambiare partner, di novità, perché la nostra storia biologica ci condiziona ancora oggi, con buona pace delle promesse di eterna fedeltà. Siamo biologicamente portati a cercare un nuovo partner e sesso/amore sono legati in questa dinamica perché l’educazione sociale ci ha imposto per millenni di credere che fossero la stessa cosa solo perché si è identificato il sesso con la procreazione. Se fino a un paio di decenni fa la relazione amorosa era considerata indissolubile per principio, oggi il trend è decisamente diverso: sono nettamente in aumento coloro che preferiscono cercare un nuovo partner. Quello che non cambia invece è il numero di relazioni extraconiugali basate sul sesso, più o meno durature, così come l’incidenza di rapporti sessuali occasionali fuori dalla coppia (basti pensare ai numeri della prostituzione). Per quanto possa essere destabilizzante, bisogna riconoscere che “non c’è sesso senza amore” è un’affermazione falsa, dovuta a retaggio culturale, che ripeto può benissimo essere uno stile di vita, se lo scegliete, ma potreste pure ritrovarvi tra qualche anno a non pensarla più così… e ne nascerebbe un problema insormontabile: come fate a dire al vostro partner che non la pensate più così? Finireste a nutrire le fila di coloro che tradiscono perché – e lo dico sulla base di vent’anni di studi sulle dinamiche di coppia - razionalmente siamo tutti quelli che “Nella coppia ci vuole onestà”, “Bisogna dirsi le cose”, ecc. Ma quando hai una famiglia, due figli e un mutuo da pagare, la difficoltà a parlarne è davvero tanta, troppa. Trovare comprensione, poi, è pressoché impossibile: agli occhi di tutti si diventa la “bestia”, la brutta persona. Io lo so che Cenerentola e i vari “E vissero per sempre felici e contenti” rimangono un gran bel pensare, ma sono favole. Noi, prima che concetti romantici che cambiano nell’evoluzione, siamo biologia. Poi la scarpetta, lo sappiamo tutti, poteva essere calzata solo da quella #granstronza di Cenerentola. #EnjoyYourWellBeing Vedi post e commenti su Frontpage Post |
GRAZIA SCANAVINI Educatrice umanista Ricercatrice Counselor filosofica Raccolta dei post della rubrica settimanale sulle dinamiche sessuali ideata per Frontpage Post.
Archivi
Settembre 2022
Categorie
Tutti
|