GRAZIA SCANAVINI È QUESTIONE DI PELLE
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SEX TOYS/GIOCATTOLI PER ADULTI. LI CONOSCI?

6/10/2020

 
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Che i giocattoli siano uno strumento di divertimento non è sicuramente una scoperta, come non lo è associare il divertimento al piacere sessuale. 
Credo la pensasse così pure l’addetto alla sicurezza dell’ultimo aeroporto dal quale sono partita che, vedendomi appoggiare sul nastro un paio di sacchetti trasparenti con dentro i miei preferiti, prima mi ha guardata in viso, poi ha sorriso dicendo “We can never be old enough to stop playing”. Una sorta di “Non si è mai abbastanza grandi per smettere di giocare”.
Già. 
Negli aeroporti è un po’ un casino… qualche mese fa ne hanno evacuato uno perché un vibratore si era acceso dentro a una valigia pronta per essere stivata e ha fatto partire l’allarme, ad esempio. 
Quindi, se volete portarveli appresso, meglio dare un’occhiata alle regole per l’imbarco. Così come se non siete pratici e volete acquistarne qualcuno, meglio informarsi prima sulla qualità e le potenzialità di utilizzo. 
Ma andiamo con ordine. 
Oggi parliamo di sex toys, cioè di tutti quegli strumenti che si possono utilizzare per rendere il sesso più giocoso e più intenso, sia individualmente sia in coppia. 
Avevo deciso di farvi una lista ma poi ho pensato che, se fate un giro sul web, i siti specializzati e i magazine più trendy forniscono parecchie informazioni anche più dettagliate nelle specifiche di quanto potrei fare io qui, in un post. 
Ogni sito pubblica la propria lista di preferiti anche per ragioni di sponsorizzazione e marketing, però in generale le indicazioni che trovate sono davvero dettagliate e stimolanti, e c’è di che sbizzarrirsi. 
Al netto del fatto che in Italia solo il 28% delle donne possiede un vibratore, mentre nel resto del mondo occidentale si viaggia oltre il 45%, preferisco occuparmi del discorso un po’ più in generale perché anche riguardo ai sextoy, gli stereotipi e i luoghi comuni la fanno ancora da padroni. 
Rispetto ai vibratori, ad esempio, è facile sentir dire che serve per rimpiazzare un uomo. Ditemi che non devo spiegarvi che è una sciocchezza enorme e che, chi lo pensa, ha un grosso problema di autostima: a pensare che una donna possa sostituire l’uomo con un vibratore può essere solo chi vuole giustificare a se stesso l’incapacità di instaurare una relazione sana con l’altro sesso, lasciatemelo dire. E lo fa sminuendo così se stesso e il genere femminile. 
Un vibratore non è un uomo ma semplicemente un oggetto che consente un orgasmo alternativo: per quanto il design e i materiali possano essere ispirati “all’originale”, non hanno nulla a che fare né in termini di sensazione tattile né di quella affettiva, quindi leviamoci di dosso certi luoghi comuni banali e banalizzanti. 
Un po’ la “rabbia” degli uomini verso i vibratori la capisco perché quelli non fanno mai “cilecca” ma più nello specifico, chi ce l’ha con i vibratori, solitamente vive un vero e proprio conflitto con la masturbazione femminile in generale. 
Sono ancora tantissimi oggi gli uomini che non apprezzano l’autoerotismo femminile, soprattutto se parliamo di una situazione condivisa, durante un rapporto. La donna che si tocca, per molti, è simbolo di una propria inefficienza sessuale: “Se hai bisogno di toccarti mentre io ti sto penetrando, allora io non basto a farti provare piacere”. 
Questo è ciò che pensano ancora troppi uomini, che dobbiamo scusare perché tutto ciò deriva dal condizionamento socio-educativo che hanno ricevuto e dai conflitti che hanno dovuto e ancora devono affrontare a causa del perpetuo dover corrispondere ai canoni di mascolinità e potenza sessuale. Forse non tutti sappiamo o abbiamo mai pensato che, se la crescita sessuale della donna è minata da mille stereotipi, pure quella dell’uomo ha parecchi ostacoli tra i quali la parola “impotente”, ad esempio, o il bisogno di dimostrare ai pari di aver già fatto sesso in età adolescente e di avere un’attività frequente in età adulta. Discorso che magari riprenderemo ma che sta alla base del motivo per cui, per un uomo, la donna che si masturba è segno di una propria mancanza, di un’incapacità, che mina la sua autostima. 
Ragazzi, non è così. Semplicemente, essendo stimolazioni diverse, se una donna si tocca durante la penetrazione è perché il piacere viene amplificato dalla doppia stimolazione vaginale e clitoridea, punto. Una sorta di addizione matematica, niente di più. 
E se magari siete così avanti da toccarla voi, durante la penetrazione, ma lei vi sposta la mano e si tocca da sola è semplicemente perché ognuno di noi (anche voi) sa toccarsi meglio di come possa fare chiunque altro. Non sentitevi sminuiti, non è che non siete capaci: è solo che in quel momento magari, impegnati anche nella penetrazione, il tocco è incerto, o cambia ritmo e pressione, quindi il piacere clitorideo non cresce verso l’orgasmo perché i neuroni percettivi hanno bisogno di continuità e di specifici movimenti, che lei sa darsi perché li sente. Tutto qui. 
Dovete sempre tenere presente che fisicamente siamo molto diversi: la donna ha questa possibilità di associare ben più stimoli contemporaneamente, e non c’è nulla di sbagliato in voi. Semplicemente lei può associare la stimolazione clitoridea a quella vaginale, di cui vi state prendendo cura voi. Potrebbe pure pensare di associare quella anale con un vibratore e a quel punto, se volete fare di più, potreste pensare alla stimolazione dei capezzoli, per esempio, o di una parte del suo corpo che sapete essere zona erogena per lei. 
Insomma, il corpo femminile ha molte più innervazioni di piacere e possibilità di orgasmi, per conformazione fisica, quindi più se ne associano, più potente sarà il piacere. 
Avete mani e bocca, quindi potete sicuramente adoperarvi e stimolarla in diversi modi ma, siccome non avete centoquattordici mani e spesso sono impegnate a mantenere la posizione per gestire la penetrazione, i sex toys –capite bene- dovreste vederli come degli alleati.
Non a caso ne esistono a migliaia, anche se quando si parla di sex toys si pensa principalmente ai vibratori. 
Non saprei proprio da dove partire se dovessi elencarli tutti, quindi qui adesso su due piedi, ho deciso di aprire la mia valigetta e presentarvi i miei preferiti.
Ne ho un discreto numero perché per un periodo ho collaborato con una rappresentante: lei mi mandava il giocattolo da testare, io lo provavo e facevo una recensione. 

Parto sicuramente da #Womanizer, il re dei succhiaclitoride. Questo lo testai in una situazione un po’ particolare, durante una trasmissione in radio, in un clima amichevole e di divertente ironia. Io ero a casa mia, in collegamento telefonico, e i ragazzi in radio facevano da spalla a un momento che, condotto con i giusti modi, è risultato gioviale e divertente. Nulla di volgare, nulla di vergognoso. E piuttosto stupefacente per me perché il succhiaclitoride, seppur palesemente deficitario in termini di sensazioni tattili rispetto a una bocca, è un portento nel condurre all’orgasmo clitorideo. Cioè, se pure tu non volessi godere, se quello è lì ed è acceso, tu godi, punto. 
Questo succede perché, agendo meccanicamente, lo stimolo non cambia mai intensità e ritmo, salvo che sia tu ad aumentarlo o diminuirlo spingendo il bottone. E la clitoride non può esimersi dal godere. Attrezzo che consiglio vivamente alle donne che faticano a raggiungere l’orgasmo o non l’hanno mai provato. 
Dopo di lui ne ho testati altri tre per una motivazione semplicissima: ha un costo importante, quindi volevo capire se qualche prodotto meno dispendioso, potesse equipararlo nell’effetto. 
Ahimè, no. 
E ci tengo a specificare che per lui, come per tutti gli altri oggetti che citerò, non percepisco nessun compenso a scopo pubblicitario. Ho scelto di indicare i nomi commerciali solo perché capisco bene che nell’acquisto ci sia pure il bisogno di valutare la spesa, quindi preferisco indicarvi acquisti sicuri per evitarvi di spendere magari la metà ma in oggetti che poi finireste a non utilizzare… e ve lo dice una che ne ha mezzo armadio pieno.
Succede esattamente come con i vestiti: ne compriamo venti ma più della metà finiscono solo a impegnare grucce perché alla fine scegliamo sempre quell’abito che ci fa sentire meglio, no? E la metafora degli abiti si confà perfettamente perché un vestito di scarsa qualità, dopo essere stato indossato qualche volta, si deteriora, si scuce, si rompe. Se non è di buona fattura e di buoni materiali, rischiamo pure di usarlo una volta e mai più. 

Rischio che non si corre con Womanizer, che io ho da quattro anni e non ha mai sbagliato un orgasmo.
La particolarità di questo aggeggio, oltre alla qualità e alla potenzialità nel portare all’orgasmo, è che non dà mai fastidio. Mi spiego: non so se sapete che tantissime donne, subito dopo aver avuto un orgasmo clitorideo, nei minuti successivi non sopporta nessuna stimolazione della clitoride. Sentirla toccare dà addirittura una sensazione dolorosa, a qualcuna. Personalmente provo solo fastidio ma, per il tipo di stimolazione che mette in atto Womanizer, posso non toglierlo e “partire” subito per l’orgasmo successivo. Cosa che non mi succede con gli altri che ho testato e cosa che non mi è possibile nemmeno con le mie stesse mani. 


Non si corre nessun rischio nemmeno acquistando i prodotti Lelo. Un marchio che probabilmente avrete sentito nominare, del quale io non posso parlare che bene, considerando che il primo vibratore specifico per stimolare lo squirt che comprai è di questa azienda e resta sicuramente il mio preferito in termini di stimolazione. Sto parlando di Mona, garantito dieci anni e io sto fuori garanzia, con il mio, ma funziona ancora alla perfezione e il materiale non ha subìto alcun mutamento. Ha una forma talmente ben disegnata che anche per il sesso anale è davvero il top, soprattutto per chi è alle prime armi. Decisamente un attrezzo genderfluid. 
Sempre della Lelo, segnalo anche Ina Wave (un rabbit che stimola clitoride e punto G insieme), Hugo per lui (per il massaggio prostatico è top) e Tor2 (il miglior anello fallico vibrante di tutti quelli testati e valutati (tanti). 

E sugli ANELLI FALLICI mi soffermo perché in questo periodo ho ricevuto diverse richieste di consigli su quali acquistare, cosa che mi è piaciuta tantissimo perché un uomo che va oltre lo stereotipo del “non ne ho bisogno” è sicuramente un ottimo compagno di giochi. 
Ma cosa fa esattamente un cock ring? In primis rafforza l’erezione, risultando quindi un alleato per chi ha problemi a mantenerla ma anche per chi non ha problemi… allungando i tempi, il che non guasta sicuramente. Indossato intorno alla base del pene, quando è semieretto, fa sì che la successiva fase dell’erezione (quando cioè il pene va in erezione rigida e completa) venga mantenuta più a lungo. Inoltre l’anello preme sull’uretra e può quindi indurre un orgasmo molto più intenso. 
Preoccupati al pensiero di come posizionarlo? È comprensibile. Potrei pure burlarmi un po’ di voi in questo passaggio perché, se penso a quanto maldestri siete in generale anche solo a indossare un preservativo, mi viene da sorridere a immaginarvi alle prese con un anello. 
In realtà, come in tutte le cose, è solo questione di pratica. E di modello che scegliete. 
Se cercate sul web, di anelli fallici vibranti e non, ne trovate un’infinità ma in generale il modo più comune di indossarlo è alla base: tutto ciò che dovete fare è applicare una piccola quantità di lubrificante all’interno dell’anello e farlo scorrere lungo l’asta semieretta fino alla base. Tutto qui.
Dopo il rapporto va rimosso nello stesso modo, sfilandolo, quando siete tornati in semierezione. 
Quando sarete un po’ più pratici, potrete anche scegliere di indossarlo dietro allo scroto: io non so descrivervi quale differenza ci sia a livello di sensazione, non potendola provare direttamente, ma so che parecchi uomini dicono di sentirlo più fermo, più sicuro. Qui dovete sperimentare voi, insomma. Per indossarlo valgono le stesse indicazioni (semierezione e lubrificante) mentre la manovra da fare è infilare prima i testicoli e poi tirare l’anello, infilandovi il pene. Niente di complesso, nemmeno per rimuoverlo: fate la manovra inversa, prima il pene poi lo scroto. 
Ma come si sceglie un anello fallico?
Dipende dallo scopo. Se lo si sceglie come giocattolo, quelli vibranti promettono sensazioni aggiuntive anche per la partner, ad esempio. Dico “promettono” perché bene o male lo garantiscono tutti ma non tutti mantengono. Per questo ho scelto di indicarvi Tor2 della Lelo: lui so per certo essere “di parola” e il tipo di vibrazione che emette è effettivamente percepibile anche dalla partner. Diversi altri provati, soprattutto quelli monouso, lasciano il tempo che trovano.
Ma, oltre a quello vibrante che già abbiamo detto dover essere di qualità per mantenere le promesse, facciamo un breve elenco dei tipi che potete trovare: 
-anello fallico regolabile: sceglietelo in silicone e di buona qualità (quelli economici può succedere che si sciolgano). Tutto quello che dovete fare è mettere questo “laccetto” intorno alla base del pene e stringere il cordino quanto vi piace. Potete eventualmente stringerlo o allentarlo anche durante i giochi. 
-anello fallico elastico: è sicuramente la scelta migliore per i principianti. È altamente flessibile, quindi si adatta anche se la taglia non è esattamente quella giusta. Anche qui insisto sulla qualità perché quelli economici tendono a perdere elasticità e potenziale costrittivo, quindi dopo un paio di usi vi toccherebbe buttarlo.
-anelli fallici con supplemento: si tratta di anelli fallici che hanno elementi aggiuntivi che stimolano lo scroto o la clitoride o entrambi. Alcuni hanno anche un fallo supplementare. Gran bei giocattoli ma meglio provarli quando sarete già un po’ più esperti del modello base. 
-anello con teardrop: paura per il parolone? Si tratta di un anello che ha un supplemento speciale, piccolo, che va a stimolare il perineo (zona tra testicoli e ano). Stuzzica in maniera decisamente piacevole. 
Come capite bene, c’è da sbizzarrirsi ma cosa c’è da sapere riguardo alla misura da scegliere?
La maggior parte degli anelli fallici è flessibile, quindi si adatta bene alle dimensioni. Solitamente quelli di buona qualità sono in misura standard proprio perché essendo silicone ottimo non si deteriora e non cede. 
Se volete invece avventurarvi verso quelli di metallo, le misure contano eccome: dovete misurare la circonferenza della base dell’asta in erezione e dividerla per 3,14 per ottenere il diametro e scegliere l’oggetto in base al risultato ottenuto. 
Considerate che in vendita ne trovate di diversi materiali (pelle, metallo, lattice…). 
Io consiglio sempre il silicone, sia per una questione di adattabilità di forma, quindi confort, sia per questioni igieniche: si lavano molto facilmente e sono quindi più igienici. Quelli in metallo sono difficoltosi soprattutto per la scelta della misura, non così facile: una dimensione inadatta può portare dolore durante l’erezione e i rapporti (se troppo stretto) o può risultare inutile (se troppo largo). Quelli in pelle hanno spesso bottoni con i quali è possibile regolare la misura ma personalmente li trovo antiigienici. 
Ultima cosa sugli anelli: andando a esercitare un’azione meccanica, possono causare danno se non usati correttamente ma è sufficiente che non siano troppo stretti e che non li indossiate per più di venti/trenta minuti e non succederà nulla di che. 
Riassumo? Scegliete preferibilmente un anello flessibile, mantenetelo ben igienizzato e non indossatelo per “sedute” infinite. Potete togliere e rimettere.

A questo punto, guardo la mia valigetta e vedo le pompette, le pinze e gli elastici per i capezzoli; i giochini con telecomando; le lingue leccapatata (termine confidenziale) e altre cose curiose, ma realizzo di aver già scritto tantissimo. 
E volevo parlarvi anche delle diverse possibilità, in coppia o da soli, e di vivere un’esperienza interessante con le aziende professioniste dei sex toys… quelle che vengono anche a mostrarveli a casa.
Riapriamo la valigetta nel prossimo post?

​(su #womanizer leggi anche questo)
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IL SENO, QUESTO SCONOSCIUTO

15/8/2020

 

Eccoci qui a parlare di quella parte femminile che tanto appassiona tutti, uomini e donne, per mille svariate ragioni: IL SENO. 
Seno che viaggia attraverso la vita e le culture in maniera decisamente trasversale: dall’essere simbolo della maternità fino alla sua sessualizzazione e alle lotte femministe al riguardo. 
Non mi inoltrerò in alcuna discussione ideologica perché l’argomento è davvero troppo ampio per un post.
Di sicuro tutti sapete che all’interno della società c’è un eccesso di stimolo alla simbologia sessuale e che, un po’ come tutto il corpo della donna, il seno viene usato per creare un’attrattiva.
La sessualizzazione, appunto, e l’ipersessualizzazione. 
Quindi siete consapevoli tutti che se un seno ci attrae, non è semplicemente per istinto, piacere, ecc, quanto più per il fatto che il sistema guadagno ci ha condizionato la mente bombardando di “ti piace tantissimissimo” gli uomini e “devi avere almeno una quarta soda senza smagliature” le donne. 
Le strategie di marketing hanno accresciuto la percezione di desiderio nell’uomo e hanno portato le donne a doversi sentire in obbligo di fare qualcosa per corrispondere ai canoni ideali di una società a stampo maschilista.
Non sto dicendo niente di nuovo, che viviamo in un contesto sociale maschilista è dato di fatto, ce lo dicono tutti gli studi effettuati a riguardo. 
 
Ho solo introdotto a grandi linee il concetto di sessualizzazione perché la maggioranza delle donne afferma che -in media- i partner maschili le ha deluse per la bassa attenzione che è stata prestata al seno durante i rapporti sessuali, e avevo bisogno di contestualizzare per spiegarvi che se gli uomini non si soffermano così poco sui seni, probabilmente è proprio perché l’entusiasmo e l’eccitazione che hanno quando si tratta di una quarta coppa D, è in realtà scatenato più dall’ipersessualizzazione che dal reale piacere che gli uomini traggono dall’averci a che fare.
Piace, sì, ma solitamente è un passaggio veloce. 

Ma facciamo delle considerazioni…
-LA STIMOLAZIONE DEI CAPEZZOLI DURANTE I RAPPORTI SESSUALI È DECISAMENTE APPREZZATA
L’81% delle donne dice che accende il desiderio di fare sesso, il 78,2% afferma che la sollecitazione dei capezzoli AUMENTA L’ECCITAZIONE consentendo di raggiungere l’orgasmo più rapidamente e con più facilità. Lo dice uno studio dell’Università della California ma la spiegazione è veramente semplice, e fisiologica: quando i capezzoli sono sollecitati, si attiva l’ipofisi la quale rilascia ossitocina, confidenzialmente chiamata “ormone del piacere” perché amplifica le sensazione tattili e favorisce la comparsa delle contrazioni che caratterizzano l’orgasmo femminile. 
Anche per l’uomo può essere piacevole essere stimolato, però la sensibilità dei capezzoli maschili, in media, non è accentuata come quella dei capezzoli femminili. 
In media. Poi esistono tutte le possibili variabili, finanche a chi ha un solo capezzolo davvero sensibile, l’altro pare assopito. 
Pensate al fatto che NOI DONNE POSSIAMO ARRIVARE ALL’ORGASMO anche soltanto con questa stimolazione, mentre per voi uomini una simile possibilità è inverosimile (rarissimi casi). Gli uomini avvertono una sensazione decisamente più lieve. 
Tenete anche presente però che la non totalità delle persone gradisce la stimolazione dei capezzoli, quindi la regola base che ormai conoscete a memoria vale anche in questo caso: chiedetelo al partner, con molta serenità. E se al partner crea disagio, non fatevene un cruccio o una fissazione: passate ad altro, cose divertenti da fare ce ne sono, no? Se insistete, il partner non potrà far altro che mostrarvi il disagio o fingere il piacere. E noi non vogliamo finzione nel sesso, giusto?
-LA SENSIBILITÀ VARIA DA DONNA A DONNA
Può variare in funzione dell’età, della taglia e della forma dei seni, dell’attività ormonale, della quantità di terminazioni nervose. Per un sacco di motivi, insomma.
È quindi importante comprendere che qualsiasi tocco o massaggio che si faccia, dev’essere in media piuttosto delicato almeno se, o finché, non si conosce bene la partner. 

E comunque, a prescindere dalle preferenze individuali, se trattate fin da subito in modo brusco i capezzoli della partner, otterrete l’effetto contrario: fastidio, dolore. Fine del divertimento. 
Iniziate sempre con molta delicatezza: man mano che aumenta l’eccitazione, aumenterà anche il desiderio in lei di essere toccata, leccata, succhiata un po’ più forte. 
Quanto forte dovrete capirlo da lei, chiedendo, osservando, sentendo. 
Non dimenticate mai che il seno è una parte delicata del corpo.
-STIMOLARE I SENI FAVORISCE LA LUBRIFICAZIONE DELLA VAGINA
Non ho quindi bisogno di dirvi che più vi ci dedicate, più aumenta l’eccitazione nella partner, più ci sarà “da divertirsi”, dopo. Esistono i lubrificanti, sì, ma una partner più eccitata è un bel vivere, no?
Toccarli, baciarli, leccarli o erotizzarli correttamente, in qualsiasi modo aggradi entrambi i partner, aumenta il desiderio femminile e anche l’intensità del suo orgasmo. 
-MA COME SI STIMOLANO I CAPEZZOLI?
Sì sì, lo so che siete tutti massimi esperti, però un ripasso non vi farà male. E non farà male nemmeno alle donne perché ciò che segue è indicativamente ciò che produce piacere anche negli uomini. 
Abbiamo detto COMINCIARE CON DELICATEZZA: piccoli sfregamenti, tocchi delicati con le dita, con la lingua, ma anche con altri parti del corpo, con il dorso della mano… fantasia, insomma, ma delicatezza. 
Mettete in atto MOVIMENTI CIRCOLARI LENTI: toccare la punta del capezzolo con lentissimi giri a spirale per poi estendere il tocco a tutto il capezzolo, come a disegnare dei cerchi, in sostanza. 
Per molte persone LA STIMOLAZIONE ORALE È LA PIÙ PIACEVOLE e anche qui la gradualità è importante per evitare dolore o fastidio. Cominciate accostando la bocca al capezzolo e senza toccarlo espirateci aria sopra, poi un leggero soffio. Dunque appoggiate la lingua, delicatamente. Con la punta realizzate dei movimenti circolari, stimolateli un po’ ma non per troppo tempo. Passate a leccarli con la lingua più larga, avvolgeteli con le labbra e -quando l’eccitazione inizia a salire- potete succhiare e persino mordere, sempre con delicatezza e sempre che la partner non vi abbia detto che le crea fastidio, ovviamente. 
Evitate di passare dal leccare al succhiare al mordere ogni dieci secondi. Anche i capezzoli hanno bisogno di attenzione come la clitoride: la stimolazione deve essere ciclica, concedere il tempo al corpo di avere effetto sull’eccitazione. Bisogna dedicare tempo, insomma: il seno non è un contorno. 
Anche i MASSAGGI portano il loro bel piacere. Realizzati dolcemente o in modalità un po’ più decisa -sempre importante la gradualità- producono un incremento dell’eccitazione. 
Potete anche unire le due cose: sentirsi tenere “stretto” tra le mani o massaggiato il seno, mentre si riceve sesso orale al capezzolo, per la donna è estremamente eccitante. 
Qualcuno potrebbe anche chiedervi o desiderare pratiche un po’ più “brusche” come “schiaffi”, compressione del capezzolo con le dita, con i denti, ecc. Qui torniamo al solito punto: il dialogo. D’accordo voi, d’accordo tutti. 
-STIMOLAZIONI ALTERNATIVE
Di cosa sto parlando? Di tutte le possibilità che ci sono di giocare con i capezzoli, dall’uso di tessuti, di bevande, di cibi, di materiali, fino all’uso dei sex toys. 
Pochi conoscono l’esistenza di sex toys specifici, eppure sono tantissimi. Potete fare una semplice ricerca online e ne troverete una quantità infinita. Io ne ho testati diversi (testati, come se fosse stata una fatica!) e posso parlarvi di alcuni che ho provato e preferito: 
-le pompette succhiacapezzoli manuali, piacciono tanto anche agli uomini. Vanno applicate a capezzolo già stimolato e creano una bella sensazione di “aspirazione”, suzione.
- gli elastici: parliamo di elasticini in silicone che, applicati intorno alla bocca della pompetta e fatti scendere sul capezzolo quando è molto turgido, quando si leva la pompetta mantengono legato il capezzolo alla base. È una pratica da provare e che in un primo momento potrebbe pure dare fastidio, ma gradualmente ci si abitua e si impara a goderne solo il lato piacevole. Quindi andateci con calma: la prima volta qualche minuto, poi lo togliete, e gradualmente aumentate il tempo. Imparerete da voi a gestirvi, a seconda delle vostre preferenze, finanche a poterli indossare sotto agli abiti quando uscite: mantengono un particolare stato di eccitazione permanente. 
Ma a cosa servono? Intanto già è piacevole di per sé indossarli ma, quando li leverete, la sensibilità sarà molto aumentata per l’aumento della circolazione.
Quindi eventuale massaggio, sesso orale, ecc, potranno risultare anche più eccitanti. 

Siate prudenti nell’utilizzarli, approfondite bene l’uso prima di provare e non eccedete mai.
-vibratori succhiacapezzoli, aspiratori, pompe… vi basterà scrivere “succhiacapezzoli” su un qualsiasi motore di ricerca e scoprirete un mondo! Avrete di che divertirvi! 
-pinzette, mollettine, clip: ce ne sono un’infinità di modelli: anche qui non posso consigliare altro che andare a curiosare e divertirsi a scegliere ciò che più vi sembra piacevole e divertente. Vanno provati. 
In alternativa vi dico che anche le mollette per stendere la biancheria possono essere utili in assenza di altro: provatele lentamente e con attenzione perché i diversi modelli esercitano una diversa pressione. Anche alcune mollette per i sacchetti di cucina possono essere un bel gioco (attenzione perché spesso stringono molto). 
I SEXTOYS, anche per i seni o per i soli capezzoli, sono davvero tanti: dagli aggeggi con le lingue rotanti ai vibratori specifici. 
Sbizzarritevi, prestando attenzione alla qualità di ciò che acquistate. Io, che a oggi avrò testato un migliaio di prodotti, posso dirvi che quelli che mi porto dietro nel tempo si contano sulle dita delle mani e non sono quelli di scarsa qualità. Potete anche valutare di contattare qualche consulente o cercare tutorial online, leggere recensioni. 

Anche questo post ha assunto proporzioni piuttosto importanti in termini di lunghezza eppure avrei ancora un po’ di cose da dirvi. 
Avrei anche voluto raccontarvi di quella volta che al mare d’estate, quando avevo dieci/undici anni e mi aspettavo di essere baciata da quello che vedevo come il mio Principe Azzurro, lui mi disse che potevo pure non mettermi il reggiseno per quel niente che avevo. 
Me lo ricordo ancora quel trauma, tanto che quando mi sono iscritta a Facebook dieci anni fa sono andata a cercarlo, gli ho chiesto l’amicizia e da dieci anni appena posso lo “bastono” virtualmente per quel gesto assolutamente indelicato, soprattutto mentre ci si aspetta un bacio.
Lui pagherà all’infinito e lo sa: gli ricordo spesso che porto una quinta che rimpiangerà a vita! Voi evitate di fare battute o considerazioni negative gratuite sul seno perché per una donna non è per niente piacevole. 

Se lo fa lei con autoironia, è un conto. Voi non calcate troppo la mano. 
Butto in chiusa anche una curiosità che pochi conoscono: pure gli uomini possono allattare e non è necessario aver partorito, ma basta stimolare la lattazione. Esiste infatti la lattazione erotica, al netto di chi si scandalizza o la vede cosa perversa.
Per quanto mi riguarda, LIBERI TUTTI! 
Se una pratica vi dà piacere, se si mette in pratica con partner consenzienti e non lede nessuno, per me si può fare.

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CUNNILINGUS. SENTIRSI ED ECCITARSI A VICENDA.

1/8/2020

 
Se non avete letto il post precedente, ovvero la prima parte di considerazioni legate al #cunnilingus, vi invito a farlo cliccando sul link. 
Partiamo quindi dando per scontato che avete capito che il cunnilingus non è quella pratica approssimativa e sbrigativa che decenni di mancata reale educazione sessuale e condizionamento da porno hanno dipinto.
E non è nemmeno qualcosa in cui si è esperti perché si conosce la tecnica; lo si può essere o diventare, invece, se si riesce a sentire la partner, a leggerne le movenze, a percepirne il grado di eccitazione attraverso lo sguardo e l’udito e anche attraverso la bocca, appoggiata proprio lì.
Aggiungo che verificare il grado di lubrificazione è un po’ una cartina al tornasole: se non c’è risposta, qualcosa non sta funzionando.
Ma se nel post precedente ci siamo concentrati sul ruolo di chi pratica, oggi mettiamo in relazione causa-effetto in senso biunivoco.
Cosa significa?
Semplicemente che il risultato di un rapporto orale lo si ottiene in due, nel cunnilingus come nella fellatio.
Vero che l’alto grado di piacere di queste pratiche dipende dal fatto che chi riceve può lasciarsi andare e concentrarsi esclusivamente sulle proprie sensazioni, ma è pur vero che non dipende tutto da chi pratica. 


Let’s go!

Amici uomini: se la vostra autostima vi dice che siete dei perfetti cunnilinguatori, dovete trovare la forza di mettervi un attimo in discussione a fronte del fatto che la maggioranza delle donne afferma di ricevere raramente un cunnilingus come si deve. Vero, magari sono solo state sfortunate a non incontrare proprio voi, ma al netto del fatto che tutti gli uomini si considerano campioni nella pratica, magari c’è qualcosa che vi sfugge. 
Non è una critica malevola, sia chiaro: è un invito a farvi apprezzare ancora di più come amanti, anche in considerazione del fatto che molto spesso NOI DONNE per una serie di fattori che viene dal condizionamento culturale o dal vissuto in generale NON RIUSCIAMO A DIRE CHE NON STA ANDANDO PROPRIO COME DOVREBBE ANDARE.
Abbiamo paura di ferirvi, di farvi sentire incapaci o pensiamo di essere frigide, termine che ci fa male dentro da sempre perché usato spesso per sminuirci anche al di fuori del contesto sessuale, quindi fingiamo di apprezzare, fingiamo di godere in fretta per poi passare ad altro. 

Eccolo qui il discorso biunivoco: le fanciulle mi ascolteranno e cominceranno a essere un po’ più schiette, magari a darvi indicazioni dirette su cosa piace loro e come, collaborando quindi a uno scambio vivo e partecipativo: una sintonizzazione.

In linea generale però non dimenticate mai che: 
-introdurre i giochi di bocca mettendo la vostra partner a proprio agio, magari proprio in termini di “Adesso tocca a te godere. Vieni, sistemati qui, così. Non pensare più a niente, non devi fare niente, ci penso io a te” è un bel modo di favorire il suo piacere; 
-la luce: occupatevi che ci sia la possibilità di guardarsi negli occhi. Il buio a volte favorisce l’estraniamento, c’è chi lo avverte come favorente, ma in realtà l’eccitazione che viene da uno sguardo che si alza per un attimo e ci viene a cercare è sempre immediata;
-non si deve andare dritti alla clitoride: anche se la tentazione è forte, quando la partner è già eccitata e la clitoride quindi è in condizione di estrema sensibilità, un approccio diretto e deciso dà nella maggioranza delle donne più fastidio che piacere. 
Partite dalle grandi labbra, poi le piccole, poi giocate di fantasia, insomma… la stimolazione della zona circostante induce piacere attraverso l’attesa che la bocca arrivi proprio lì. 
Qui mi soffermo un attimo proprio perché, essendo tutte diverse, sta agli uomini capire un po’ come muoversi ma di nostro possiamo fare quel qualcosa che solitamente li eccita e non poco: quando è il momento (cioè quando l’interno coscia, le grandi labbra e le piccole hanno già avuto sufficiente attenzione e l’attesa sta diventando eccessiva) andiamo a prender loro la testa con le mani e guidiamola esattamente lì, magari pure un po’ trattenendola, spingendola con delicatezza (poi magari pure con più convinzione) contro di noi. Capirà senza ombra di dubbio che è il momento di concentrarsi lì;
-quando siete lì, mettetevi comodi fisicamente perché sapete bene che non dovete avere fretta: la lentezza, in questo caso, è alleata del nostro piacere; 
-non soffiate: molte donne riferiscono questa abitudine maschile a soffiare sulla clitoride. Da cosa venga l’idea che il soffio possa dare piacere non è dato saperlo ma la maggioranza delle donne lo trova sgradevole: distoglie dalle belle sensazioni, abbassa il grado di eccitazione e spesso dà proprio un fastidio enorme. Un conto è sentire il vostro respiro lì, che è decisamente piacevole (anche perché non vi vogliamo morti), un conto è provocare l’effetto compressore: no, grazie;
-risulta invece molto eccitante che ogni tanto stacchiate la bocca da lì, pochi millimetri, alziate lo sguardo ai nostri occhi e ci diciate “cose”. Quali, ognuno sa di sé e della propria partner. Vale anche l’inverso, e questo lo dico alle fanciulle: qualche parola ogni tanto, finanche un vero e proprio monologo se vi eccita, indirizzato a lui che si sta tanto impegnando, potrebbe guidarlo e stimolarlo a fare ancora meglio. Che si tratti di dirty talk o semplicemente di parole ad hoc, l’effetto può essere interessante;
-quando percepite che l’eccitazione della partner è a buon punto, infilare due dita e giocare anche con l’interno può essere una combinata per niente spiacevole, anzi. Sapete dove toccare, giusto: non infilatele piegate verso il basso (cribbio!) e nemmeno come se fossero un martello pneumatico. Andate piuttosto a carezzare con una certa pressione quella zona che corrisponde esattamente alla base interna del clitoride. Poi quando si starà giungendo al dunque, simulare una penetrazione vera e propria potrebbe pure essere fantastico, ma vedete un po’ come reagisce la partner… non perdetela mai di vista;
-barba, baffi, pizzetti: l’incognita. A qualcuna risultano fonti di stimolazione piacevole aggiunta, a qualcuna danno noia. Io invito le ragazze a dirvelo chiaro e tondo, magari prima del momento clou, ma voi evitate comunque di eccedere: l’effetto carta vetrata non stimola sul momento e si fa ricordare non piacevolmente nei giorni successivi. Salvo esplicite richieste da parte di lei, la delicatezza è sempre la scelta più appropriata.

Se questi erano consigli integrati, mossi più verso l’universo maschile, adesso passo alle ragazze:
-concedetevi questo piacere e concedetevi anche voi di non avere fretta, di non sentirvi in dovere di averne: è un momento tutto vostro. A lui piace, poi. Trovate la posizione più comoda, in cui i muscoli possano abbandonare ogni tensione, e affidatevi alla bocca di lui. Godetevi le sensazioni che sentite, non abbiate timore nel guidarlo se non sta facendo ciò che è efficace per la vostra eccitazione. Magari sarà imbarazzante la prima volta, dirlo, ma poi scoprirete che anche lui trae piacere diverso se godete davvero anziché fingere;
-se lui non è solito farlo, se non si propone per un cunnilingus, è possibile che abbia avuto brutte esperienze. Ve lo dico perché diversi uomini hanno subito veri e propri traumi per le condizioni igieniche, ad esempio. Pare brutto dirlo, sembrerebbe superfluo, ma l’igiene è fondamentale perché se l’odore eccita, l’eccesso odoroso (leggi puzza) no. O, almeno, non tutti. Al punto che qualcuno ha proprio tirato una croce sull’idea di metterci la bocca. Quindi parlatene, chiedetegli il motivo, se lo vedete restio. Se semplicemente è un discorso di “fatica”, nel senso che lui lo trova noioso, potrebbe essere indicativo di una sessualità piuttosto egoistica. Fate vobis. 
-la donna che lo chiede risulta molto eccitante agli occhi degli uomini, in generale. Che sia bello quando, all’interno di un momento sessuale pieno ci si dedichi anche al cunnilingus, è scontato. Che di punto in bianco, magari mentre si sta facendo tutt’altro in casa, la donna decida di prendersi un po’ di piacere, si sieda comoda sulla poltrona, sul divano, e dica un semplice “Ehi” sorridendo e aprendo le gambe, non è per nulla comune. Agli uomini piace, ve lo assicuro, e voi potete prendervi un momento proprio solo vostro, anche giocando sul “Non avrai niente in cambio”. Sedetevi e basta, o magari sfruttate il tempo della sigaretta, o inscenate una specie di gioco di ruolo passeggero: difficilmente lui farà storie a inginocchiarsi. 
-la maggior parte degli uomini trova la sicurezza femminile estremamente eccitante. Qui interviene un discorso psicologico molto ampio e complesso: non è che ci si inventa la sicurezza, però è anche vero che potreste provarci una volta sola e vedreste che effetto ha sugli uomini sentirsi chiedere qualcosa che loro sanno darvi piacere: si sentirà lusingato, desiderato a sua volta. Non dovete temere che vi giudichi, che gli vengano paranoie perché non glielo avevate mai chiesto. Gli uomini sono meno laboriosi di noi donne (sempre in linea di massima): vedrete che saprà godersi l’evoluzione giocosa. Spero sia chiaro che non lo sto dicendo in termini di “Ecco cosa dovete fare per compiacere gli uomini” ma in accezione ben più divertente e importante: ampliare le potenzialità di eccitazione vicendevole nella coppia. 
-le paturnie da ceretta: lo so, ci piace essere sempre al top perché il condizionamento sociale ci ha abbastanza tartassate con queste cose. Consiglio spassionato che garantisce passione: siamo molto più sensuali quando ci abbandoniamo alle sensazioni che quando ci preoccupiamo di come appariamo ai suoi occhi. Non perdetevi l’occasione di godere e farlo godere per qualche pelo fuori posto. Del resto anche il livello di depilazione rientra nei gusti personali.
-se il top è la posizione comoda, in ambiente accogliente, con la musica di sottofondo e magari pure un cuscino sotto le natiche, non disdegnate di cogliere qualche occasione in situazioni meno comuni. Magari non arriverete all’orgasmo, ma di sicuro ne guadagnerà la giocosità del rapporto. Lo stupore di una proposta del genere, in un momento inaspettato, è garante di un “poi” carico di tutto il desiderio dell’attesa. 

Adesso non resta che provare di nuovo, esercitarsi, approfondire. 
Qualcuno consigliava, ai colleghi uomini sprovvisti di partner, di fare esperienza sul cocomero, essendo in stagione: cercare di rimuovere i semini con la lingua e io ho aggiunto un “lingua larga fino a creare un leggero solco”. 
Attenzione però: non fatelo al pranzo domenicale con i parenti, intesi?

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IL CUNNILINGUS, E PERCHÉ LE DONNE GODONO RARAMENTE

25/7/2020

 
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​Oggi parliamo di una pratica sessuale in cui gli uomini sono maestrAH NO, NIENTE.
Seleziono tutto, elimino, riscrivo. 

Oggi parliamo di una pratica in cui gli uomini PENSANO di essere maestri. 
E invece. 
Invece
una esigua percentuale di uomini risulta efficace nel portare una donna all’orgasmo mediante il sesso orale. 
A dirlo è l’83% di un campione di duecento donne, tra i 20 e i 60 anni, le quali confermano però l’ipotesi del “Studiando si impara” perché ammettono che la soddisfazione, quando è arrivata, solitamente aveva come protagonista un uomo con una certa esperienza, solitamente maturo d’età. 
Insomma:
grossi estimatori, ma poco efficaci.
Potrei sostenere la tesi per la quale anche questo rientri un po’ nel discorso che il maschilismo li ha educati a prestare più attenzione a ciò che piace a loro che a ciò che piace alle donne ma, siccome io sono poco maliziosa per carattere, penso invece che la discrepanza tra la convinzione maschile di saperci fare e il mancato soddisfacimento femminile sia da attribuire ancora una volta a quei difetti di comprensione tra i generi che non dovremmo mai smettere di cercare di cambiare. 
Sto parlando di quel condizionamento socio-culturale per il quale:
-gli uomini sono stati educati in generale a una percezione più egoistica del piacere (anche se non ne sono sempre consapevoli); inoltre, oltre alla ricerca del loro piacere fisico, devono sentirsi appagati come maschi e quindi devono convincersi di aver soddisfatto la partner in quanto ottimi amanti. E lo dico con tutto il bene che posso, perché so che le battaglie adolescenziali -che hanno dovuto combattere per rispondere ai canoni di virilità e machismo- hanno lasciato cicatrici di cui si parla molto poco. 
-pochi sono stati indirizzati a osservare con attenzione la partner, a percepire il cambio del ritmo del respiro, a osservare le espressioni del volto. In questa pratica in particolare, pochi hanno capito che è fondamentale recepire proprio con la bocca, attraverso i movimenti di lei e il cambio di consistenza della clitoride, il livello di eccitazione della partner. Cosa che gli uomini, ovviamente, pensano di fare e conoscere benissimo… In realtà, a smentirli, sono tutte le cause primarie di insoddisfazione indicate dalle intervistate, che elencheremo dopo. 
-noi donne, di contro, siamo state educate nella vergogna e anche al bisogno di far sentire l’uomo capace sessualmente, perché da lui dipendiamo storicamente parlando: se non lo soddisfiamo, lui potrebbe cercare altrove, ecc. Noi stesse siamo state educate a mettere prima davanti gli uomini: prima il loro piacere, imprescindibile. Se noi non godiamo, amen. In fin dei conti nella storia il piacere femminile ha sempre avuto ben poca importanza, se non quella di essere strumento di pregiudizio, controllo, soggiogamento: una donna che cerca e si gode il piacere non è mai stata una donna seria nella visione sociale. Non devo argomentare ulteriormente, no? Sappiamo tutti come funziona. Quindi noi donne spessissimo abbiamo finto (e continuiamo a fingere) appagamento e soddisfazione, e senza nemmeno troppa enfasi per non sembrare delle poco serie. Ricordate Gaber in Dopo l’amore? “Le sarà piaciuto?” Riascoltatelo.
-“In molte zone d'Italia praticare il sesso orale alla propria moglie (non all'amante di turno) è considerato poco virile, una cosa da "femminucce" perché l'uomo non si dovrebbe mai abbassare alla stregua di un cane che lecca. Tra gli 'ndranghetisti più ortodossi l'uomo che confessa di "andare in immersione" tra le gambe della moglie è come se dichiarasse di non avere le palle. Naturalmente non vale il fatto a parti invertite, anzi la donna che non beve lo sperma dell'uomo è considerata frigida. Gli antichi romani, che avevano una società fortemente patriarcale e reazionaria, pensavano fosse disdicevole per un uomo abbassarsi ad affondare il viso nella vagina. È una dimostrazione di debolezza e di essere al servizio di un essere che non vale (poi così tanto).” Cito queste parole del criminologo Francesco Esposito e non commento: credo che ognuno di voi possa contestualizzare e trarne l’ovvio messaggio concettuale.

Come ne usciamo? 
Per prima cosa prendiamo atto che le donne “lamentano” le seguenti situazioni.
Inutile fare gli offesi, imbastire lotte di genere modello “Eh ma le donne però”, ecc: bocca chiusa, fanciulli, e impegnarsi in modo che nessuna possa più dire che:
-gli uomini usano la lingua come un frullino: non è una gara di velocità in cui più spingete in velocità, più il motore va su di giri, prima arrivate. Sì, c’è un nesso tra l’accelerazione e l’arrivo al traguardo, ma non dobbiamo arrivarci in meno tempo possibile: si parte lentamente, lingua larga, senza fretta alcuna. Dite tutti che ci stareste ore e ore, no? Bè, è arrivato il momento di farlo davvero. Se realmente vi piace e imparate a sentirla, le donne sicuramente non disdegneranno di mettersi lì e godersi quella sorta di assenza di tempo in cui sentire il partner che si dedica esclusivamente a lei. Non sto quindi parlando di posizioni numeriche per pratiche vicendevoli, decisamente famose tra le vostre preferenze, ma di un momento in cui è lei che si stende, comoda, e si prende “un attimo” solo per sé. Sarete voi a darle quel piacere “solo suo”, in cui non deve fare niente altro che goderne. 
-cambiano il ritmo ogni due per tre e io devo ripartire da capo: questo è uno degli aspetti più ricorrenti nelle testimonianze raccolte. La crescita del piacere è come una salita, no? Per arrivare in cima dev’esserci una stimolazione crescente, che non subisca cambi troppo repentini né di modo né di ritmo. Considerate che la concentrazione di recettori di senso in quella zona è talmente alta che noi percepiamo anche il vostro respiro, per dire, e ogni volta che cambiate tipo di movimento in modo repentino, il nostro livello di eccitazione “crolla” perché i recettori vengono stimolati diversamente. Ci vuole impegno, sì, ma siete estimatori, ricordatelo. Provate proprio a usare la bocca per sentire il calore della zona che aumenta. La clitoride come si “muove”? Li avvertite quei movimenti che lei fa con i muscoli? Il respiro lo state ascoltando? Se lei stava ansimando e improvvisamente il respiro è meno affannoso, forse avete cambiato ritmo… 
-usano i denti improvvisamente, mentre ti stavano leccando, e non capiscono che fa malissimo (variante: un fastidio intollerabile): tutti sanno che la clitoride è molto, molto, molto sensibile ma pochi hanno idea di quanto lo sia, in realtà. Una clitoride eccitata, come dicevo sopra, percepisce il respiro, anche l’aria ambientale, per dire. Se lo colpite, lo mordete, ecc, può essere anche piacevole da un punto di vista soggettivo, ma siate consapevoli che è quasi “un trauma” parlando in termini di percezione sensoriale, quindi una volta ogni tanto ok, ma non quando la donna è quasi sul punto di venire. Può pure essere un gioco divertente il portarla lì lì, e poi fermarsi prima dell’orgasmo. Bello scherzo, se poi siete disposti a ripartire. 
-quel risucchio come stessero aspirando da una cannuccia: anche qui, moderazione. Succhiare sì, ma con intensa gentilezza. Non serve (e non piace) che tentiate di estirpare la clitoride: un gentil succhiare a labbra avvolgenti. Perché no la lingua che intanto gentilmente accarezza… ma niente potenze modello aspirapolvere, grazie. 

Al netto del fatto che io aprirei proprio scuole tipo #gloryhole a parti inverse e che mi espongo a nome del mio genere d’appartenenza per chiedervi di farci godere come ci piace, devo rimandarvi al prossimo post per la seconda parte di questo mini-trattato: il post ha già una lunghezza importante e avete già non poche cose sulle qual riflettere ed esercitarvi. 
Fin qui vi sembrano cose ovvie? 
Ok, posso anche darvi ragione se mi promettete che stasera invitate la vostra partner a stendersi, comoda, e mettete in atto la vostra già sicuramente eccellente capacità nell’orale ma -mentre lo fate- vi chiedete se state seguendo gli accorgimenti di cui sopra e se state sentendo la partner così come vi ho descritto. 
Poi intanto che io preparo la seconda parte.
Lingua in spalle e decisamente buona serata!

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IL FACIAL

18/7/2020

 
Se nelle relazioni “metterci la faccia” è un obbligo, nel sesso no. Non in senso fisico. 
Partiamo da qui per fare alcune considerazioni su una pratica di cui non si parla tanto ma che in una coppia può ripercuotersi negativamente sulla relazione emotiva. 
Stiamo parlando di #facial, termine ben conosciuto da chi frequenta il mondo del porno che indica l’atto di eiaculare sul viso di una persona. 
Immagino che a qualcuno l’argomento possa risultare disturbante o di cattivo gusto ma ho deciso di affrontarlo perché è una di quelle pratiche che ha talmente tante implicazioni psicologiche ed emotive che credo sia bene prenderne consapevolezza. 
Che sia stato il mondo del porno a condizionare tutti i vari aspetti riguardanti questa pratica sessuale è innegabile, ma vediamo di snocciolare la questione per comprendere perché, se nei rapporti occasionali lascia un po’ il tempo che trova, può essere davvero importante in un rapporto di coppia.

Se sessuologia e psicologia non possono non analizzare LA COMPONENTE DOMINAZIONE/SOTTOMISSIONE che caratterizza questa pratica (a partire dalla posizione che assume il partner che riceve lo sperma, in genere in ginocchio con il volto all’altezza dei genitali dell’uomo) è pur vero che le testimonianze maschili dicono anche altro: parlano della forte emotività stimolata dalla connessione visiva tra l’uomo e la persona che riceve l’eiaculazione sul volto, del legame meno impersonale rispetto ad altre pratiche, della sensazione di complicità totale se la partner arriva ad amare l’essere cosparsa dello sperma.
Molti uomini riferiscono di un estremo coinvolgimento dato dal fatto che il viso sia la parte che più amano della compagna perché nel viso si concentra l’essenza della persona, quindi bagnare di piacere il viso è come rendere omaggio alla bellezza. A livello di grado di eccitazione, è molto stimolante perché nell’immaginario la donna che “aspetta” è una donna “insaziabile”, che di te accetterebbe tutto tanto è il desiderio. Molti uomini vedono il rifiuto del contatto così diretto con lo sperma come un rifiuto di loro stessi.

Le indagini in merito ci dicono che PER LA MAGGIORANZA DEGLI UOMINI È UNA DELLE COSE PIÙ ECCITANTI IN ASSOLUTO.
Questo non vuol dire, però, che se il partner ce la propone dobbiamo per forza accettare: come per ogni cosa nella sfera sessuale, non ci si deve sentire in dovere di fare cose che non danno piacere a entrambi.
E questa è una di quelle situazioni in cui le donne non si sentono sempre a proprio agio, sia per il fatto che viene spesso percepita come situazione umiliante e degradante (anche perché nel porno viene così presentata da decenni), sia perché spesso viene volgarmente ostentata come una pratica di disprezzo. 
Forse non tutte le donne sanno che gli uomini vivono il facial con approcci emotivi diversi a seconda di chi sia la destinataria dell’eiaculazione: se è la partner di cui sono innamorati, avvertono la sensazione di rendere più completo il coinvolgimento amoroso; se è partner occasionale ufficialmente impegnata con un altro uomo, diventa eccitante pensare così di togliere il possesso all’altro (un marcare territorio, uno sfregio alla concorrenza); se è partner occasionale ufficialmente libera, l’aspetto dell’insaziabilità sessuale è predominante. 
Insomma, l’eccitazione non ha sempre la stessa motivazione: dal “sei talmente mia che posso sporcarti come voglio”, al piacere di vedere i propri getti colpire un viso amato e ritenuto molto bello, al ritorno che ha la propria autostima verso potenziali concorrenti, alla sensazione di complicità totale, e così via. E non è sempre la stessa per lo stesso uomo, ma cambia a seconda della relazione con la partner.
Essendo comunque largamente amata, la pratica viene quindi proposta spesso a DONNE CHE NON SEMPRE APPREZZANO.
Le motivazioni sono anche qui molto diverse: il rifiuto dell’idea di sottomissione, la consistenza dello sperma che non è gradita a tutte, i condizionamenti socio-educativi che hanno attribuito al sesso e alle sue componenti concetti di sporcizia ma anche di giudizio negativo verso la donna che si presta a queste pratiche
, ecc.
Potremmo elencare decine di motivazioni pro o contro per chi sta in piedi e chi sta in ginocchio, ma credo sia più importante focalizzarci sull’IMPORTANZA DEL DIALOGO: molti siti web consigliano all’uomo di non chiedere, perché tanto le donne direbbero di no, ma di “provarci”. Di avvicinarsi al viso quasi con nonchalance, magari alzando un po’ il tiro con le parole per far sì che si scaldi molto e poi farlo. 
Non è il modo giusto, posso assicurarvelo: la donna non di rado la vive come una violenza psicologica vera e propria, e si rischia di mettere in crisi la relazione.
Molto più funzionale spiegarle cosa si prova in termini emotivi rispetto alla pratica, quale significato ha per voi. Magari, se a priori era restia, potrebbe considerare la possibilità di provare. Mai pretendere, nel sesso, perché non è mai funzionale al ben essere di nessuno dei due. Alcuni uomini, infatti, ammettono di non provare piacere se percepiscono la partner in situazione di disagio o di disgusto.

Molti uomini non propongono la pratica, anche se vorrebbero, per paura di offendere la partner o metterla in difficoltà. Qui mi rivolgo alle donne: se avete già vissuto positivamente la situazione in passato, se vi eccita pensarla, non abbiate vergogna a proporla voi per prime. Difficilmente troverete un uomo contrariato. So che magari temete di essere giudicate poco serie (sempre per quei pregiudizi socio-culturali che ci soggiogano) ma se così dovesse essere capite bene che c’è un problema di relazione. Una relazione che funziona davvero è quella in cui si può parlare di tutto, senza temere il giudizio da parte dell’altro.

Concludo riassumendo tutta la questione in una frase: L’EIACULAZIONE SUL VISO HA TALMENTE TANTE COMPONENTI EMOTIVE CHE L’UNICO MODO PER EVITARE POTENZIALI PROBLEMI È PARLARNE.
Un po’ come tutto ciò che riguarda il sesso, sì, ma questa magari è una pratica considerata meno “pericolosa” in termini di conseguenze perché non prevede penetrazione, quindi non prevede dolore, e potrebbe sembrare meno aggressiva.
Non è così, può ferire. 

E anche in termini di dolore può avere il suo bel da dire perché tra le cose che forse pochi sanno è che lo sperma, negli occhi, brucia in una maniera impressionante. Quindi, una volta compreso che la partner apprezza, occhio comunque alla mira!

E di mira parliamo anche nel citare alcuni consigli e CURIOSITÀ:
-evitate i capelli! Agli uomini può sembrare una sciocchezza, ma alle donne infastidisce. Se lavarsi il viso non è un problema, doversi lavare i capelli (e magari trovarsi in una situazione in cui non lo si può fare) è un disagio. 
-è vero che lo sperma fa bene alla pelle? Devo rispondere sì, al punto che un’azienda norvegese ha prodotto una linea cosmetica a base di estratti di sperma. Sì, nella misura in cui ha una bio-composizione che vede sostanze nutrienti, tanto che esistono persone che conservano lo sperma e autoproducono creme per la pelle ma addirittura cibi e bevande. Non sono impazzita… andate pure a fare una ricerca online: troverete ricette di dolci e altre “leccornie”. De gustibus. 
-la spermafagia (o spermatofagia) è l’ingestione dello sperma. Principalmente l’atto viene vissuto a fini erotici, in generale al termine della fellatio. È molto comune la richiesta da parte dell’uomo che il proprio sperma venga ingerito, come conclusione perfetta di rapporto orogenitale perché, aldilà del significato di completa accettazione da parte del soggetto che ingerisce lo sperma (quindi più o meno consciamente possesso, complicità, ecc), buona parte del piacere gli deriva dal fatto che la stimolazione orale del pene non cessa durante la fase di orgasmo e successivamente ad esso, quando il pene risulta ancor più sensibile.

Se l’argomento vi ha stimolato interesse, riflessione, se vi siete trovati già a dovervi confrontare tra partner al riguardo e non è andata proprio benissimo, potete dare un’occhiata online per prendere ancor più confidenza con tutte le dinamiche emotive che stanno dietro a questa pratica sessuale: esistono parecchi forum sull’argomento dove potete trovare i diversi punti di vista che riguardano sia chi ama il #facial, sia chi non ci pensa proprio, chi non è attratto, chi vorrebbe farlo ma proprio non se la sente…
Leggere le testimonianze può consapevolizzare, tenendo sempre presente che sono esperienze soggettive e come tali vanno prese. 

Al netto di tutte le opinioni e i desideri soggettivi, la cosa fondamentale è sempre una: tanto dialogo, nessun giudizio, nessuna imposizione e nessun obbligo, se si vuole vivere una sessualità davvero appagante.

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LA DOPPIA PENETRAZIONE: IL GRANDE AMPLIFICATORE DEL PIACERE

11/7/2020

 
DOPPIA PENETRAZIONE: il nome più esplicito possibile per una pratica che molti desiderano ma che non tutti vivono per una serie di variabili che stiamo per affrontare.
Partiamo dal dire che è conosciuta soprattutto nella variante che vede la donna al centro delle attenzioni: se andate a googlare, i risultati riguardano un’infinità di contenuti porno che hanno come soggetto una donna penetrata contemporaneamente da due uomini. 
In realtà le possibilità di godersi una doppia penetrazione sono tante e diverse tra loro.
In linea di massima possiamo suddividerle in tre filoni: 
-da sola, con due sex toy
-con un partner e un sex toy
-con due o più uomini (qui le possibilità “geometriche” e numeriche sono diverse).
Teniamo in considerazione che la doppia penetrazione vale anche per l’uomo, che può accogliere due membri contemporaneamente o un membro e un sex toy, ecc. 
Diciamo che per chi non si pone limiti e ama sperimentare, le possibili varianti di pluri-penetrazione sono tante.
Qui oggi parleremo dei concetti di base che riguardano la penetrazione vaginale e anale praticate in simultanea. 
Parlando in termini di fantasia, la DP (Doppia Penetrazione) eccita gli uomini non solo per quell’idea di “pienezza” che ovviamente induce e perché stimola un’idea di piacere estremo provato dalla partner, ma anche perché quando una donna accoglie due uomini lo spazio si fa più ristretto e le sensazioni più intense.
Inoltre, il fatto di venire a contatto con il pene dell’altro uomo, attraverso la membrana che separa ano e vagina nel corpo femminile, è considerato da alcuni molto eccitante. 

A eccitare l’immaginario femminile, invece, oltre al piacere meramente fisico dato dalla doppia stimolazione, è l’idea di ritrovarsi a contatto con due corpi che respirano, accarezzano, baciano, entrano e provano piacere. Al di là di ogni questione di genere e di condizionamenti legati all’essere donna, l’eccitazione è stimolata dal sentirsi fisicamente sovrastate, completamente in balìa dei partner, ma al contempo essere il centro del loro piacere. 
Se a livello di fantasia si tratta di una situazione ritenuta intrigante dalla maggioranza delle persone e se nelle fantasie di coppia succede spesso di provare piacere immaginando questa situazione durante un rapporto, a livello pratico, invece, è tutt’altra storia perché intervengono tutte quelle dinamiche di condizionamento che le relazioni si portano dietro.
Andare oltre il concetto di esclusivismo sessuale e abbracciare ideali di condivisione della sessualità con più partner rimane un obiettivo difficile da raggiungere. 
Quando si affronta concretamente l’argomento, infatti, sorgono subito timori importanti, primo fra tutti quello di perdersi: se introdurre una terza persona nei giochi sessuali equivale a rischiare impennate di gelosia che mettono a rischio la relazione, meglio lasciare perdere.
Se non si riesce a superare il bisogno di esclusivismo sessuale, io sconsiglio sempre di intraprendere “la prova”. In questo caso lascerei perdere l’inserimento del “terzo” e ovvierei all’assenza fisica del secondo uomo con un sex toy adatto alla pratica, che può essere inserito in vagina o nell’ano, a seconda della posizione. 
L’importante è scegliere il giocattolo adatto al tipo di penetrazione e, sembrerebbe inutile dirlo ma forse no, aver già sperimentato in precedenza la penetrazione anale semplice, perché la DP va affrontata con cautela. 
Il percorso migliore è quello di provare prima con due sex toy: da sole, o giocando con il partner che -libero dal compito di essere lui l’attore della penetrazione- potrà assecondare i vostri movimenti e i vostri ritmi con un po’ più di lucidità, evitando di incorrere in spinte eccessive. 
Se siete sole, dovrete organizzarvi: scegliendo un plug anale, ad esempio, potrete gestire a meraviglia il movimento. La cosa fondamentale è associare le penetrazioni alla masturbazione della clitoride, soprattutto finché non sarete esperte. In linea di massima l’associazione della masturbazione agevola ogni tipo di penetrazione e ogni tipo di orgasmo.
So che parecchi uomini si sentono quasi mortificati se lei si tocca, durante un rapporto: temono di non essere “abbastanza”, di non indurre sufficiente piacere. Spiegate loro che non sono deficitari in nulla ma che toccare la clitoride simultaneamente ad altre stimolazioni amplifica il piacere, tutto qui. 
Una volta presa confidenza con la DP, sarà molto facile e appagante fare a meno di uno dei due sex toy e passare alla penetrazione “naturale”.
Le posizioni da sperimentare sono davvero tante e la ricerca di quella che vi consente di godere più a fondo non sarà per nulla spiacevole.

Sappiate anche che esistono strap-on (falli con cintura) a doppio foro che il partner può indossare, infilando il pene in un foro e un dildo nell’altro (questo strap-on viene molto utile anche alle coppie FF (Femmina-Femmina), ovviamente.
Nel gioco a due, insomma, la DP è la possibilità di potenziare l’orgasmo grazie alla stimolazione fisica simultanea dei due canali. 

Sul gioco a tre, invece, cosa occorre sapere?
Innanzitutto bisogna essere davvero convinti di mettere in pratica questa esperienza “trasgressiva”, perché anche un solo dubbio potrebbe mettere in ansia uno dei due partner maschili e fargli perdere l’erezione. Erezione che è fondamentale per la riuscita della DP: se non è “consistente” al massimo, il pene verrà spinto fuori dalla consistenza e dai movimenti dell’altro.
Altro aspetto da tenere presente: durante il doppio amplesso i due uomini sentiranno il contatto dei propri membri, seppur attraverso la membrana che divide ano e vagina.
Questo pensiero, se per alcuni uomini è eccitante, per altri è fonte di disagio.
Chiedetevi prima come come reagireste in quella situazione onde evitare di trovarvi lì e sentirvi a disagio fino al punto di non farcela.
Soprattutto nelle prime esperienze, conviene che il partner meno dotato penetri l’ano… almeno fino a che non si sarà esperti nelle pratiche: considerate che i due uomini devono mantenere un ritmo piuttosto sincronizzato e che la “regia” di tre corpi è un po’ più complessa dell’istintivo movimento di una coppia. Pratica e feeling, però, vi condurranno a orgasmi davvero importanti, sia a livello fisico che mentale. 

So di non dovervi dire che è importante scegliere un lubrificante di qualità e usarlo con generosità. E nemmeno devo specificare che l’utilizzo del preservativo è sempre consigliato. 

Dopo consigli più o meno pratici e didascalici, vi lascio con un passaggio che scrissi qualche tempo fa. Parole che dedico a chi pensa che una donna oggetto dell’attenzione di due uomini sia una donna sottomessa.

“Non riusciva più a distinguere chi stesse penetrando cosa, chi stesse toccando cosa, chi stesse dicendo cosa. Era ebbra di quella sensazione incredibile del sentirli muoversi dentro di sé insieme, sfiorarsi attraverso lei, prendersi entrambi spazio nella sua carne. I loro respiri, le loro voci, le loro bocche, i loro sguardi, le loro mani, erano diventati un tutt’uno in lei. 
Lei. Il collante del piacere.”

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SESSO ANALE: SEGRETI E BUGIE

4/7/2020

 
Di sesso anale abbiamo già parlato nel post precedente sottolineando come provochi un orgasmo molto intenso dovuto alla stimolazione di una zona particolarmente ricca di terminazioni nervose di senso.
Abbiamo detto che È DOLOROSO SOLO SE NON VIENE FATTO NEL MODO CORRETTO.
Se è fatto di fretta, senza il desiderio da parte di chi riceve la penetrazione, solo per compiacere il partner, senza lubrificazione e senza una dilatazione preliminare, diventa un’esperienza negativa e dolorosa.
Mi preme ribadire che, come in ogni pratica sessuale, imporsi qualcosa contro il proprio desiderio equivale a commettere una vera e propria violenza su di sé.
Affinché sia fonte di piacere, la penetrazione anale va affrontata con metodo e preparazione sia fisica sia psicologica, ovvero:
-un DIALOGO APERTO e senza omissioni rispetto all’emotività che ci stimola l’idea di penetrare e di ricevere la penetrazione. Questo è il preliminare più importante. Non dobbiamo sentirci in dovere di farlo e nemmeno in diritto di imporlo.
-la SCELTA DELLA POSIZIONE: pensate che il Kamasutra ne elenca trenta! Date un’occhiata a ciò che propone ed evitate di iniziare da quelle che richiedono doti ginniche da acrobati circensi. Scegliete, invece, quella che, a chi riceve la penetrazione, dia la sensazione di poter controllare maggiormente l’atto dell’inserimento. Se chi riceve la penetrazione sente di poter gestire la forza di chi penetra, c’è una predisposizione mentale che favorisce il rilassamento della muscolatura ed è fondamentale perché, se gestire la dilatazione del muscolo sfinterico esterno è questione volontaria, il muscolo sfinterico anale interno è composto di fibre muscolari che agiscono involontariamente; quindi, quando abbiamo paura, si contraggono. Solo se abbiamo estrema fiducia nel partner e siamo certi di poter gestire la penetrazione non proveremo dolore.
-l’ASPETTO IGIENICO: considerando che del sesso ci piacciono l’aspetto passionale e l’impeto del desiderio, il sesso anale è una di quelle pratiche che richiede invece un po’ più di attenzione (sempre soprattutto le prime volte). La questione igienica specifica è spesso motivo di imbarazzo (anche se non per tutti) e può non consentire il relax completo. Cosa si può fare? Intanto l’utilizzo di un preservativo sarebbe sempre consigliato, anche se sappiamo tutti che è un’effettiva barriera che diminuisce le sensazioni. In questo caso, oltre che per tutte le motivazioni già conosciute per cui andrebbe usato, eviterebbe il timore di “sporcare e sporcarsi”. Questo anche al netto di una preparazione che è sempre consigliata: la pulizia preventiva. Può essere effettuata mediante microclisteri a base di glicerina, ad esempio, soprattutto se non si ha molto tempo per la preparazione. La cosa ottimale, per essere totalmente sicuri, è la lavanda anale: in vendita trovate veri e propri “doccini” specifici, di calibro e forma adatti, che vanno collegati al tubo della doccia. Si svita il doccino tradizionale, si avvita quello specifico, e si apre il rubinetto. Fate particolare attenzione alla temperatura dell’acqua: lasciatela correre prima di inserire il doccino in modo da essere sicuri che l’acqua sia a una temperatura fisiologica, né troppo calda, né troppo fredda. Non deve mai superare la temperatura corporea perché andrebbe a ledere le mucose interne.
-la LUBRIFICAZIONE e la DILATAZIONE: scegliere un lubrificante di ottima qualità e stimolare la zona mettendo in atto preliminari piacevoli, consentiranno di favorire poi l’inserimento del pene. Le possibilità sono tantissime: la stimolazione orale, quella tattile mediante un dito, quella dilatatoria mediante plug anali specifici: ce ne sono di mille diverse tipologie, scegliete quello che vi ispira di più ed usatelo con estrema lentezza, le prime volte soprattutto.

Sulla TECNICA di penetrazione ci siamo già soffermati in modo piuttosto specifico nel post precedente, mentre erano rimaste escluse alcune considerazioni “di contorno” ma ugualmente importanti:
-la penetrazione anale è strettamente correlata alla psicologia, perché RIGUARDA COMUNQUE L’IMMAGINARIO DI SOTTOMISSIONE: si sente sottomesso chi viene penetrato e sente di sottomettere chi penetra.
Se anche razionalmente non la viviamo così, il nostro inconscio la percepisce come tale (per tutta una serie di motivi).
Non a caso -per fare un esempio- la posizione volgarmente definita “a pecorina”, in genere è quella che eccita maggiormente l’immaginario di chi penetra perché in quella posizione domina il/la partner che si trova completamente esposto/a. Proprio per questo le posizioni nelle quali chi riceve la penetrazione può controllare il movimento favoriscono la rilassatezza: creano una sorta di equilibrio tra i due partner e la percezione di sottomissione è minore. Pensiamo ad esempio alla posizione comunemente definita “a candela”: se è chi riceve il pene a stare sopra e regolare ritmi e profondità di penetrazione, la sensazione di essere dominat* decade quasi completamente.

Alcune persone, soprattutto chi ha subito qualche genere di violenza, può scegliere di fare comunque sesso anale ma solo con “strumenti” di piccolo calibro o in determinati modi, e qui torniamo al discorso dell’importanza del dialogo tra i partner. Non ha nessun senso offendersi se un/a partner ci nega qualcosa nel sesso, soprattutto se ha subito violenze e cerca comunque di vivere una sessualità appagante.
Forse con la comprensione ci saranno evoluzioni; con l’insistenza sicuramente no, anzi: l’insistenza diviene una violenza psicologica vera e propria che altro non farà se non creare distanza.
-la penetrazione anale per CHI SOFFRE DI EMORROIDI O PATOLOGIE ANALOGHE: non è “vietata” ma richiede sicuramente un’attenzione specifica. Il sesso anale non va ovviamente praticato quando la zona è infiammata, la lubrificazione deve essere abbondante e molto delicata, soprattutto nella prima fase di dilatazione, quando ancora la muscolatura involontaria deve rilassarsi completamente. Chi soffre o ha sofferto in passato di questa patologia, è condizionato dal ricordo del dolore, quindi necessita di un po’ più di tempo e attenzioni per abbandonarsi completamente. Un'ultima nota sulla preparazione al sesso anale: sento spesso consigliare l'utilizzo di gel e creme anestetizzanti al fine di limitare il dolore. Io non sono d'accordo perché ritengo che sia un palliativo per nulla funzionale al piacere. Anestetizzare la zona porta chi viene penetrato a non sentire, a non godere e imparare a conoscere il proprio corpo.

Altri aspetti che riguardano il sesso anale e non abbiamo affrontato sono: l’utilizzo dei sex toy, in particolare lo strap-on (cintura con un fallo sopra); il collegamento del piacere anale alla masturbazione e la doppia penetrazione.

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IL SESSO ANALE È DEMOCRATICO

27/6/2020

 
Che il sesso anale sia una delle pratiche più controverse è un dato di fatto. 
È quella che potrebbe concedere piacere a tutti, ma proprio tutti, eppure, per ignoranza, pregiudizi e leggende metropolitane che la circondano, diventa spesso causa di problematiche fisiche o psicologiche. 
Il danno maggiore viene dall’errata convinzione, socialmente molto diffusa, che sia doloroso: la penetrazione anale è concettualmente ritenuta da alcuni una pratica estrema, un atto invasivo, al punto che moltissimi la considerano quasi una violenza, mentre –in realtà- non lo è affatto se vissuta con consapevolezza e senza imposizioni.

Partiamo demolendo il primo dei pregiudizi a suo carico: quello di genere.
Fisiologicamente parlando, la stimolazione anale porta lo stesso piacere a uomini e donne perché -anatomicamente parlando- abbiamo le medesime terminazioni nervose e quindi le stesse potenzialità di piacere.
Capito perché è democratica?

Ovviamente sappiamo tutti quali pregiudizi esistano a carico del piacere anale maschile, ma i dati ci dicono che sempre più uomini ci si dedicano, mettendo da parte l’ignoranza e i condizionamenti che collegano il piacere anale all’omosessualità o comunque all’assenza di virilità e mascolinità.
E questo è, indubbiamente, positivo.

Io voglio dare per scontato che chi sta leggendo, queste sciocchezze le abbia già archiviate da tempo e che, se ancora teme che la pratica sia dolorosa, in questo post troverà l’incoraggiamento giusto per superare le sue paure. 
Diciamo subito che la penetrazione anale è dolorosa solo se “fatta male”, se imposta contro la volontà del partner, e se temuta per paura di soffrire.
Proviamo, quindi, a predisporci come se non sapessimo che può far male e concentriamoci su alcune considerazioni che possono aiutarci a non provare alcun dolore. Ve la sentite? 

La POSIZIONE, in primis.
Nell’immaginario collettivo la posizione più diffusa è quella volgarmente definita “a pecorina” ma quella ideale, che consente a chi viene penetrato di accogliere con più facilità e meno rischio di dolore, è la posizione supina. Potete aiutarvi mettendo un cuscino sotto le natiche e mantenendo le gambe semi-piegate: questa postura, favorisce sia i movimenti, sia il relax muscolare. Concede anche di sentirsi un po’ meno esposti e sottomessi, che potrà sembrare superfluo ma psicologicamente aiuta molto.
Viene spesso consigliata anche la posizione “a cucchiaio”, con il partner sempre alle spalle quindi, ma finché non sarete avvezz* alla pratica, consiglio sicuramente quella supina anche perché permette di arrivare a stimolare la spugna perineale (e il cosiddetto Punto G) nella donna e la prostata nell’uomo, apportando in questo modo un piacere maggiore.

La STIMOLAZIONE deve necessariamente avvenire con cura e non può prescindere dall’attenzione che il/la partner deve avere per noi: quando saremo esperti potremo giocare seguendo i nostri istinti, ma le prime volte dobbiamo essere noi il centro dell’attenzione.
La stimolazione può essere messa in pratica in diversi modi. L’impiego di un LUBRIFICANTE agevolerà la pratica che deve essere delicata e graduale e, se avviata contestualmente alla MASTURBAZIONE, risulterà già di per sé piacevole. Considerate anche che il lubrificante è un buon alleato - così come la lingua, a chi piace - ma pure l’ano ci mette del suo lubrificandosi fisiologicamente.
Quindi: voi pensate a masturbarvi, il/la partner si occuperà di stimolarvi la zona anale e lo sfintere ci metterà del suo, se non lo chiuderete voi volontariamente. La stimolazione manuale è fondamentale e rende molto più facile la successiva penetrazione. Si può fare sia, per l’appunto, con la mano o con un vibratore o anche con il pene stesso.

Dettaglio importante: le unghie. Per quanto belle siano le unghie lunghe, non sono certo amiche delle penetrazioni, e anche un’unghia non troppo lunga può risultare spiacevole e fastidiosa proprio nel momento in cui c’è bisogno di non avvertire fastidi.

E arriviamo al momento che tutti aspettiamo, la penetrazione. È molto importante che il partner sia attento alle nostre reazioni, che si appoggi ma senza spingere: non deve forzare ma esercitare una pressione misurata. Avvertendo la pressione forse vi verrà istintivo stringere la muscolatura, sempre per effetto di quella paura di cui parlavamo sopra. Dobbiamo pensare che non farà male, ricordate? E non lo farà, se nessuno forzerà. 
Quindi, nel momento in cui avvertite la pressione, concentratevi sul concetto di ACCOGLIENZA.
Non dovete temere perché il/la partner non forzerà, non è lì per farvi male, ma per darvi piacere. Continuate a masturbarvi e provate ad avvertire “l’oggetto” che sta esercitando pressione come un qualcosa da accogliere, da far entrare dentro voi. A questo scopo, vi aiuterà fare una sorta di ginnastica con lo sfintere: stringere e rilasciare, stringere e rilasciare… lentamente. Vi accorgerete che questo consente una percezione molto forte della sensazione che quella pressione sta esercitando e, man mano che aumenterà il piacere che vi viene dalla masturbazione, aumenterà anche la disponibilità ad accogliere l’oggetto.

Guidate pure il/la partner indicandogli di aumentare o diminuire la pressione a seconda di come la percepite: sarete così più in sintonia.
Qui mi fermo, nel senso che da questo momento in poi sarete voi a sentirvi e, se manterrete alta l’attenzione verso le sensazioni che state provando in termini di piacere, non avrete di certo difficoltà a godervi il tutto… perché l’orgasmo anale, specie se associato a quello della masturbazione, è davvero da “Fiuuuuuu”. Si può dire Fiuuuuuu?
Abbiamo parlato in termini di “coppia” ma potete pure provare da sol*: un vibratore, magari poggiato contro il cuscino per mantenerlo fermo, e basterà muovere il bacino per regolare la pressione sullo sfintere. Questo dovrebbe rassicurarvi ancora di più, le prime volte, considerato che sarete voi direttamente a dosare il grado di pressione. 
Quello che sicuramente consiglio è di non provare senza la masturbazione: l’eccitazione provocata dalla stimolazione genitale distoglie dalla lucidità che razionalmente potrebbe frenarvi per paura del dolore. 
Una volta appresa la tecnica dell’ACCOGLIENZA (la quale consente di non essere la parte che subisce, ma parte attiva nel “risucchiare” l’oggetto dentro di voi) sarete liberi di associare il piacere anale a qualsiasi altra pratica che vi ecciti. 

Concludo con una riflessione dedicata agli uomini: alcuni di voi si trovano in difficoltà perché il piacere anale, in passato, è stato spesso associato all’assenza di virilità o alla tendenza alla femminilizzazione. 
Non fatevi condizionare da vecchi stereotipi superati e privi di alcun fondamento scientifico. Se apprezzate la stimolazione anale, una donna che non sia una sciocca non potrà far altro che apprezzare la vostra apertura mentale… e non solo quella.

Un uomo che va oltre gli stereotipi e sa godersi il piacere, è un uomo attraente. Perché a definire la vostra sessualità non è quello che fate a letto, ma con chi lo fate.
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GLI UOMINI E LO SQUIRTING

20/6/2020

 
Se nei due post precedenti che riguardavano lo squirting abbiamo analizzato alcuni aspetti del piacere che si può provare con questo orgasmo e abbiamo ribadito che una donna deve provare ad arrivarci solo se ha la curiosità e il desiderio di farlo per se stessa, oggi guardiamo la cosa dal punto di vista maschile e cerchiamo di dare anche qualche indicazione agli uomini.
Solitamente, quando parlo di squirting, i maschi manifestano un comportamento che va dal malinconico all’entusiastico: malinconia per chi non ha mai assistito o partecipato “live” a un orgasmo con squirting, entusiasmo per chi ha ricordi legati a un’esperienza passata o lo vive abitualmente.
In linea generale, nell’immaginario maschile, lo squirting è una benedizione dal cielo. 
È quasi banale dire che questo loro amore per lo squirting nasce dalle fantasie legate al porno, ma è un dato di fatto.
I siti pornografici sono zeppi di contenuti al riguardo, spesso fittizi ma qualcuno anche molto reale: non posso non citare Manuel Ferrara e Angela White, due attori che quando fanno sesso, fanno l’Amore. L’ho scritto con la maiuscola, sì, e capirete perché se vi farete il regalo di guardarli (tra gli altri, c’è un video in rete in cui lei piange -alla fine- e lui la coccola e stringe a sé).
Ecco, guardate Manuel Ferrara: potrà sembrarvi assurdo, amici maschietti, ma può essere molto istruttivo riguardo al come approcciarsi alla sessualità femminile. Prendetelo come un input angelico: potete guardarvi porno e dire alla vostra partner che lo state facendo per lei. 
Detto questo, analizziamo alcuni spunti di riflessione prima che io mi perda a sognare su Ferrara.

PERCHÉ AGLI UOMINI PIACE COSÌ TANTO LO SQUIRTING?
Perché, anche se inconsapevolmente, quando si guarda un porno (e non solo) ci si identifica nell’attore/attrice che corrisponde al nostro genere, quindi gli uomini dopo aver guardato una scena di squirting si sentono efficaci e sessualmente potenti come quell’attore che non fallisce mai e che porta sempre la partner (o le partner) a livelli di piacere irraggiungibili per i più.
Per gli uomini una donna che “squirta” diventa il simbolo della propria capacità sessuale. Non che non esistano quelli che invece lo amano in quanto segnale di grande piacere per la compagna, ma in media è più per una gratificazione al proprio ego che altro.

CAMBIARE PUNTO DI VISTA è il primo consiglio che posso dare agli uomini perché sicuramente può favorire la condivisione in coppia dell’esperienza.
Nel post precedente, parlando della mia esperienza personale, ho spiegato che ho dovuto studiare da sola cosa mi accadesse prima di condividere con il mio partner proprio perché il suo entusiasmo era diventato inconsapevolmente un’aspettativa che mi metteva a disagio e mi impediva di raggiungere il “risultato”.
La sua aspettativa, in quel momento, mi creava ansia e mi distoglieva da me stessa.

Ho realizzato, in sostanza, che lo squirting diventa piacere solo se la donna è in grado davvero di godere solo per se stessa. Un orgasmo egocentrico, anche un po’ egoista. Avevo bisogno di provare da sola, prima di condividere. 
Una volta capito come funzionava, abbiamo “lavorato” insieme alla questione fino a che sono riuscita a lasciarmi andare totalmente e vivere la gioia di quell’orgasmo con naturalezza, anche insieme a lui.
Piano piano, insegnandogli l’esatto punto da toccare, il ritmo da tenere, il grado di pressione da esercitare, abbiamo costruito un momento di coppia in cui entrambi ci dedicavamo solo al MIO piacere, e così facendo è scomparsa anche l’ansia da aspettativa. 
Ebbene sì, l’ansia da prestazione non è una questione unicamente maschile: succede anche a noi. Anche noi donne quando “non riusciamo” ad avere un rapporto e gli uomini ci dicono “non ti preoccupare” ci sentiamo un po’ come quando agli uomini svanisce l’erezione e noi diciamo “succede, non è un problema”.
Quanto siamo simili, seppur con caratteristiche diverse, eh!?
Quindi, nel concreto, GLI UOMINI COSA DEVONO FARE?
- SENTIRE LA PARTNER. Sentire nel senso di osservarla, ascoltarne il respiro, seguire i suoi movimenti, toccarla dove e come vuole, senza mai cambiare ritmo, soprattutto se vediamo che il piacere in lei sta crescendo: cambiare ritmo o spostare le dita anche solo di un centimetro, la riporta indietro, interrompe il piacere e bisogna ripartire quasi zero. Vi faccio sorridere: a mio marito, le prime volte, veniva male al braccio. Quindi, amici uomini, cercate di trovare una posizione di appoggio che vi consenta di mantenere abbastanza a lungo il movimento e di non spostare la mano.
- EVITARE DI METTERCI TROPPA ENFASI: lo so, non è facile, però magari -anziché guardarla solo “lì” con la brama di veder uscire liquido- provate a guardarla in viso, a vedere come cambiano le sue espressioni, perché è nel percorso che lei prova piacere. Se l’evidenza dello squirting si realizza con la fuoriuscita del liquido, il piacere sta invece nel crescendo di piacere che la porterà a spingerlo fuori. Quindi i “dài” mentre le guardate la vagina, mettono ansia a lei e non vi aiutano di certo a capire quale grado di piacere abbia raggiunto in quel percorso.
-USARE LA GIUSTA FORZA: la penetrazione delle dita in vagina deve essere possente, sì, ma non un vero e proprio caterpillar. Il movimento da fare lo conoscete un po’ tutti, e se non lo conoscete trovate in rete moltissimi tutorial su come farlo. Non commettete l’errore di pensare di saperlo fare a prescindere: guardatene qualcuno, guardate pure qualche video porno di massaggiatori che inducono lo squirting all’attrice di turno. Solitamente sono piuttosto realistici e abbastanza affini ai desideri femminili.
- EVITATE DI TOCCARLA IN ALTRI PUNTI: la maggior parte delle donne riferisce come DISTURBANTE il fatto che lui accarezzi loro anche solo una gamba, un seno o altre parti.
Attenzione particolare la dedico alla convinzione che hanno parecchi uomini riguardo al fatto che fare un cunnilingus in quel momento possa essere esaltante per lei: spesso non è così. La maggioranza delle donne, per avere questo orgasmo, deve toccarsi da sé per un motivo semplicissimo: nessuno ci sa toccare come sappiamo toccarci noi. Questo perché chi si tocca da sé si ascolta e può modificare ritmi e modalità di stimolazione in base alla percezione del suo piacere. Per quanto possa piacermi essere toccata dal partner, lui non può sentire quel che sento io, e se in altri momenti l’orgasmo lo si raggiunge anche per mano dell’altro, in questo particolare frangente diventa davvero basilare gestire in maniera ottimale l’orgasmo clitorideo.
So che all’uomo toccare più punti può sembrare uno stimolo in più, magari fonte di piacere aggiuntivo, ma in quel particolare momento no: distoglie dalla sensazione specifica. Dopo l’orgasmo potrete accarezzarla finché volete.
In quel momento dovete solo SEGUIRLA, SENTIRLA; se alla vostra partner piace un certo tipo di dialogo sessuale, incalzatela con le parole che la eccitano.
-Per lo squirting le UNGHIE CORTE sono fondamentali: può sembrarvi una sciocchezza, ma il punto che andate a toccare è talmente sensibile che anche un accenno di unghia impedisce la giusta stimolazione. Fa male, insomma, e distoglie dal crescendo di piacere.

Su questo argomento avremmo mille altre cose da dire: come arrivarci con la penetrazione, anche quella anale; come usare sex toys adatti e molto funzionali; come renderlo parte di altre pratiche; come raggiungerlo con stimolazioni diverse; ecc.
​Ci torniamo.

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TUTTO QUELLE CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SULLO SQUIRTING, MA NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE

13/6/2020

 
Nel post precedente abbiamo parlato dello squirting, abbiamo spiegato cosa è e come funziona, e abbiamo detto che se una donna decide di voler provare questa esperienza, come qualsiasi altra, deve farlo per se stessa.
È vero che la sessualità riguarda anche la coppia ma, perché funzioni, è necessario che ognuno conosca bene il proprio corpo, le sensazioni di cui può godere e come provarle.

Se già un orgasmo in generale non è cosa scontata per tutte, l’orgasmo legato allo squirting lo è ancora meno per una serie di motivi che vanno dal percorso che è necessario fare per capire come funziona, alle inibizioni che bisogna riuscire a contrastare e al fatto che le informazioni che si trovano in giro sono spesso incomplete, superficiali e spesso contrastanti, quando non proprio fuorvianti, e il più delle volte trattano l’argomento solo in termini “tecnici”.
Io oggi vorrei parlarvi delle sensazioni che si provano quando l’orgasmo con squirting arriva a essere la risultante di diverse stimolazioni insieme, le quali permettono di raggiungere un grado di piacere che ci fa perdere la testa.
Premesso che stiamo parlando di sensazioni, quindi di qualcosa legato agli organi di senso, dobbiamo tenere presente che ognuna di noi ha una conformazione diversa, una propria mappa di nervi di senso. Quindi questa narrazione è la mia.
La grossa fortuna è che il nostro corpo, quello femminile, ha un numero incredibile di terminazioni nervose: pensate che soltanto nella clitoride ce ne sono più di ottomila.
Ottomila!
E se la geografia del nervo pelvico maschile ha una sola diramazione che dalla colonna vertebrale arriva al pene, molto complessa e articolata è quella femminile, invece: dalla colonna vertebrale il nervo pelvico si divide in tre diramazioni che vanno a loro volta a propagarsi in tutto il ventre femminile, formando una rete di terminazioni nervose che interessa tutta la zona pelvica.
Provate a pensare a quante sollecitazioni può ricevere il cervello. Pensate anche però che proprio per questo, essendo così tante, imparare a conoscerle, riconoscerle e “gestirle” è complesso.
Se ci conoscessimo a fondo, potremmo godere in mille modi diversi associando stimolazioni di diverse parti di noi.
Questo è ciò che ho fatto io quando ho iniziato a cercare di capire come funzionasse lo squirting nella pratica: mi sono studiata.
Fuorviata da quanto trovavo in rete (e pure dai porno, sì) ho prima commesso “l’errore” di provarci da subito in coppia ma, dopo diversi tentativi e nessun esito positivo, l’unico risultato ottenuto era un groviglio di emozioni negative date dalla frustrazione mia di non capire e dalle aspettative di mio marito deluse. Non che lui me lo facesse pesare, anche perché già lo “studiare” era pratica di per sé intensa e portava comunque al piacere: ero io a sentirmi incapace. Lui aspettava, come è fisiologico che sia, e io niente. A poco servivano le sue rassicurazioni: il suo entusiasmo deluso, per me era fonte di frustrazione.
Presi allora la decisione di provarci da sola.
Ricavatami uno spazio di assoluta privacy che nessuno potesse interrompere, armata di asciugamani (nella speranza che mi servissero), vibratore ad hoc (uno di quelli ricurvi, per intenderci) e tanta pazienza, ho trascorso un’intera settimana di pomeriggi a masturbarmi prestando molta attenzione alle diverse sensazioni che sentivo toccando un punto piuttosto che un altro.
La prima “seduta” mi portò un’illuminazione: la sensazione alla quale dovevo “andare dietro” era quella stessa che avevo represso innumerevoli volte durante la penetrazione. Quella sensazione simile allo stimolo a urinare che in alcune posizioni mi faceva, appunto, temere di far pipì e che un sacco di volte mi aveva indotto a trattenere o cambiare postura. Tranquillizzata dalla cerata che avevo messo sul materasso, sotto agli asciugamani, sistematami in posizione semi-seduta con l’aiuto di cuscini dietro la schiena.
Ho iniziato a masturbarmi andando contestualmente a cercare -con il vibratore- quel punto esatto che mi provocava lo stimolo e ci ho lavorato per un paio di giorni prima di riuscire a non avvertirlo come qualcosa di “spiacevole”. Ho capito che a renderlo tale non era la sensazione in sé, quanto il condizionamento mentale della paura di bagnare.
Vinto quello, nei pomeriggi successivi mi sono goduta -termine azzeccatissimo- una vastità di orgasmi differenti tra loro, affrontando il tutto quasi con fare metodologico: provando a toccarmi in modi diversi, stimolando quindi la clitoride in modi alternativi all’abitudine e lottando non poco con il vibratore che (un po’ tutti) ha il difetto di scappare se non lo tieni.
Sono poi arrivata a capire che non serviva masturbarmi diversamente quanto stimolare quel punto che chiamano G, di cui qualcuno nega l’esistenza, che nessuno s’è mai preso briga di studiare davvero seriamente in modo esauriente, e che io in me stessa identifico come la base interna della clitoride.
In me sta proprio lì, basta infilare due dita e lo avverto come un rigonfiamento spugnoso, più duro all’interno rispetto alla consistenza del tessuto circostante.
Punto che dà sensazioni diverse a seconda di come lo si stimola: grado di pressione, modalità di tocco, ecc. La cosa certa invece è che lo stimolo deve essere costante nel ritmo e anche nella modalità: se lo si cambia “in corso d’opera” è come dover tornare dall’inizio.

Ma inizio di cosa, direte voi?
Provo a spiegarvi quello che è l’insieme di cose che concorrono a questo tipo di orgasmo, in me.
In sostanza, la masturbazione della clitoride guida il tutto: mi masturbo come per un normale orgasmo e contestualmente stimolo quel punto interno accarezzandolo -con due dita o con il vibratore- mantenendo costante il modo, sia in termini di tipo di movimento, sia di pressione. Quanto energico debba essere il tocco è ovviamente soggettivo, di certo però la pressione va esercitata verso la parete, verso la base di quel punto, quasi a comprimerlo insomma.
La sinergia delle due stimolazioni diverse è un po’ simile a una danza, a una “corsa” in crescendo.
Potrei quasi disegnarvela! 

Provate a figurarvi una linea retta rossa per l’orgasmo clitorideo, quello che già conoscete: la sua stimolazione aumenta il piacere in crescendo, no?
E figuratevi una parallela blu per il crescendo della sensazione dovuta alla stimolazione del punto interno.
Mantenendo stabile ritmo e pressione, i due piaceri crescono simultaneamente, in parallelo.
Poi si arriva a quel punto in cui il piacere clitorideo è talmente forte che, solitamente, ci si lascia andare e si gode.
Ecco. Quello è il momento da imparare a gestire e che è forse il passaggio più difficile da spiegare a parole.
Per come lo vivo io, quando arrivo al grado di piacere in cui mi verrebbe istintivo “lasciar andare”, continuo a trattenere e vado oltre: come se aggirassi l’orgasmo, come se ci girassi proprio intorno passando oltre. 
In sostanza, la linea blu continua retta, mentre la linea rossa aggira l’orgasmo “classico” e ritorna poi parallela alla linea blu.
Da lì inizia un turbinio di sensazioni che non distinguo più cosa sia rosso e cosa blu. È ancora un crescendo ma che non riesco più a razionalizzare perché la mente va altrove mentre il corpo si contrae e i muscoli del ventre spingono fuori questo liquido in preda a un’energia diffusa a tutto il corpo (tutto!) che non riesco a descrivere se non con il termine “animalesca”. Un qualcosa che non è più controllabile, un insieme di sensazioni ed emozioni irruenti, istintive, impetuose… Vi sembra esagerato? Vi basti allora sapere che spesse volte perdo proprio conoscenza o, meglio, a chi è con me sembra che io perda conoscenza mentre in realtà vado a finire in un posto che io chiamo “Il mondo bianco” dove ci sono solo io, non sento più il corpo ma divento solo mente. Resto inerme e inerte, fisicamente, ma mentalmente è come se vedessi tutto da un’altra dimensione. Ho gli occhi chiusi ma mi sembra di potermi guardare da quel posto bianco.
Riesco a sentire se mi si tocca un braccio, per esempio, o a sentire se mi si parla, ma non riesco a muovermi, a parlare, a interagire.
Sento il mio respiro, che dall’affanno del momento animalesco è passato a flebile, lento, superficiale, quasi impercettibile.
Stato che può durare da pochi secondi fino ad alcuni minuti quando poi improvvisamente riprendo il controllo del corpo e riprendo coscienza, con un atto respiratorio molto profondo al quale seguono alcuni secondi di respiro affannato.
E sorrido.
Ora. Ne è uscito un post immensamente lungo e avrei ancora da dirvi mille cose: per esempio che questo è solo UN tipo di orgasmo con squirting, ma ce ne sono tanti quanti possono essere le associazioni tra gli stimoli (la penetrazione anale, per dirne una); che a seconda delle diverse posizioni che assumete è diversa la sensazione; che se il partner sa come stimolarvi internamente, voi potete dedicarvi solo alla masturbazione ed, essendo meno impegnativo, vi godete di più il gioco; che va considerata come una possibilità, non come un obbligo o una mancanza se non interessa provarlo; che quando descrivo questa sensazione molte donne ci si riconoscono mentre altre hanno sensazioni diverse.
​Insomma, davvero tante cose ci sono da dire su questo tipo di orgasmo.

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LO SQUIRTING RIGUARDA SOLO IL NOSTRO PIACERE

6/6/2020

 
Di squirting, chi lavora nel campo della sessualità, sente parlare da diversi anni. Cosa sia o cosa non sia resta argomento piuttosto dibattuto perché andiamo sulla Luna, fotografiamo buchi neri, approntiamo tecniche ingegneristiche da fantascienza ma non studiamo il piacere.

L'ultimo studio scientifico attendibile pubblicato su The journal of sexuality risale al 2015, ha un campione limitato a sette donne e anziché chiarire perpetua il "non sappiamo come succeda" in sostanza.
A oggi sappiamo che lo squirting, inteso come emissione di liquido durante l'orgasmo, non può essere propriamente definito eiaculazione femminile, o comunque va suddiviso a seconda della quantità e della tipologia del liquido emesso, perché i liquidi sono due:
-quantità minima, biancastro, ad alta concentrazione di PSA (antigene prostatico specifico rilasciato dalle ghiandole di Skene che si trovano in prossimità dell'uretra): sarebbe questa la reale eiaculazione femminile perché contiene appunto questo liquido che è affine alla composizione dello sperma maschile;
-quantità importante, trasparente, composto principalmente da acqua e urina molto diluita, concentrazione bassa di PSA: questo è quello che generalmente viene definito squirting. Quello che abbiamo visto spesso rappresentato nei porno, per intenderci.
Di sicuro si sa che quando avviene il secondo fenomeno, il liquido è prodotto dai reni, transita in vescica e viene espulso con forza durante l'orgasmo. Probabilmente assorbe il PSA nella fase di passaggio in uretra, all'altezza delle ghiandole di Skene, ma non è dato certo perché appunto il fenomeno non è stato studiato scientificamente in modo esauriente.
Non lo sappiamo, punto.
Negli anni il fenomeno è stato argomentato da tanti ma, mancando un riferimento scientifico certo, non si è creato altro che confusione di termini, di concetti e di dinamiche.
Peccato.
Lo dico perché quando ho iniziato a studiare questo fenomeno, mi sono messa in gioco in prima persona, cercando di scoprire come funzionasse.
Ho prima studiato la teoria, stupendomi del fatto che ovunque si trovassero solo ed esclusivamente narrazioni riguardo alla dinamica o alla composizione del liquido, mai una narrazione emotiva di ciò che succede in quel momento.
È sempre analizzato in termini di "prestazione" e mai di "emozione".

Questo succede perché la sua diffusione mediatica è avvenuta attraverso la narrazione pornografica, che sappiamo bene essere stata (almeno in passato) mirata esclusivamente al pubblico maschile. Il punto di vista narrativo quindi non è mai stato quello del piacere femminile ma quello dell'appagamento maschile.
Andiamo avanti, allora, ma avanti evolvendo, per cortesia.
Non fermiamoci di nuovo davanti alle sciocchezze di alcuni estremismi femministi che dicono "Non provateci che andate solo a rinforzare le aspettative maschili nei vostri confronti".
Non cadiamo nella trappola di rimettere ancora il nostro piacere all'eterno conflitto tra i generi.
Non consideriamo lo squirting un qualcosa che andremmo a fare per il partner, pensiamolo come una possibilità tutta nostra di provare un piacere diverso. Totalizzante.
Sì, perché questo è. E non lo dico solo per esperienza personale ma perché in dieci anni di confronto con le donne su questo argomento, tutte quelle che lo hanno provato, lo definiscono un orgasmo che per intensità supera tutti gli altri.

Qui è necessario prendere in analisi un ulteriore conflitto: complice la difficoltà di capire come funzioni, l'impegno necessario e tutti i tabù sessuali palesi con cui la nostra società ci condiziona anche quando non ce ne accorgiamo, moltissime donne manifestano disagio quando si parla di squirting perché, essendo dall'esito incerto e dipendendo da molti fattori, temono di sentirsi meno capaci sessualmente agli occhi degli uomini.
Se davvero vogliamo fare un'azione femminista costruttiva e non perpetrare l'errore di valutare sempre la nostra sessualità mettendola in relazione all'uomo, dobbiamo necessariamente porci una sola domanda: mi interessa sperimentare un tipo di piacere che non conosco, oppure no?
Se non ci interessa, poco male. Non lo facciamo, punto. Ma non possiamo accusare le donne che invece sono interessate di farlo per piacere di più agli uomini.

Credo che valga la pena di provare, e lo dico perché mi piacerebbe che tutte le donne potessero sperimentare quella sensazione. Non lo facciamo per vanto, non lo facciamo per sminuire le donne che non lo fanno e non lo facciamo per attirare l’attenzione degli uomini: lo facciamo perché ci prendiamo cura del NOSTRO piacere.
Il MIO piacere come donna e nient’altro.

Emanciparsi dal maschilismo significa compiere scelte che siano totalmente centrate su ciò che noi vogliamo, e non in termini di dispetto all’uomo. Agli uomini piace, sì. E allora?
Se non proviamo (lo squirting così come qualsiasi altra cosa ci stimoli interesse sessuale) perché siamo convinte che sia solo per appagare l'uomo, leviamo a noi stesse la possibilità di emanciparci nel piacere.
Se ci vietiamo un'esperienza per non dare soddisfazione a un uomo o se consigliamo alle donne di non farla perché ne godono solo gli uomini, non stiamo pensando al nostro piacere ma stiamo ragionando solo in termini (sbagliati) di lotta nelle questioni di genere.
Chiudo con una considerazione che è un dato di fatto: questi consigli non vengono mai da donne che hanno provato questo tipo di orgasmo, ma vengono da quelle che non sanno cosa sia, emotivamente parlando.
Non sanno che sensazioni si provano, non sanno che l'emozione è diversa a seconda che lo squirting sia provocato da un'azione meccanica o che sia "governato" attraverso la conoscenza profonda del proprio corpo.
Non sanno che è l'orgasmo più egocentrico in assoluto e, anche se fosse il partner a indurlo (non necessario, eh, possiamo fare anche da sole), il partner risulta un mero strumento di piacere in quel momento perché la sensazione prende mente e corpo ed è impossibile pensare a lui.
Non sanno che è un tipo di orgasmo in cui si perde proprio il controllo di sé, in cui l'energia sessuale è di un'intensità difficile da descrivere.

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