Se in linea di massima detesto proprio gli articoli modello “Dieci cose che dovresti sapere sul sesso” o “Sette modi per farl* impazzire a letto”, perché solitamente sono intrisi di luoghi comuni, non di rado sono scritti veramente male e rischiano di creare confusione, oggi voglio fare una sorta di viaggio in quelle cose di cui si parla poco e male, facendo in pratica un excursus di argomenti, alcuni dei quali intendo trattare nei prossimi post.
La BISESSUALITÀ Dinamica poco studiata scientificamente parlando, accentra diversi condizionamenti socio-culturali: avere rapporti sessuali con una persona dello stesso sesso è ancora considerato un comportamento legato a una possibile omosessualità latente e ancora c’è una certa ignoranza determinata dalla consistenza anacronistica degli studi a riguardo. Unica nota positiva è che la comunità scientifica riconosce che gli studi andrebbero affrontati non solo in campo medico ma in ottica socio-antropologica perché finora la ricerca si è basata più sulla genetica e la condizione biologica, mentre è ben chiaro che a influire sul comportamento sessuale siano in larga parte i condizionamenti ambientali, socio-culturali. Quella poca educazione sessuale che riceviamo ci dice che dobbiamo provare attrazione sessuale verso il genere opposto e che se ci eccita il pensiero di avere rapporti con un individuo dello stesso sesso probabilmente siamo omosessuali. Con tutti i pregiudizi che l’essere omosessuali comporta ancora oggigiorno. La stessa scala Kinsey (redatta sessanta anni fa e ancor oggi strumento di valutazione più utilizzato) usa come riferimenti l’eterosessualità e l’omosessualità, mentre l’antropologia e i successori di Kinsey ci dicono da molto tempo che dovremmo abbandonare il concetto per il quale l’eterosessualità è sinonimo di normalità. Ancor di più, non si dovrebbero categorizzare le persone in etero/bi/omosessuali perché l’esperienza dimostra che una stessa persona può variare il suo orientamento sessuale durante la vita. Il rapporto bisessuale FEMMINILE è ben tollerato a livello sociale perché, essendo inserito in un contesto socio-culturale di stampo maschilista, la visione generale è ancora molto legata al punto di vista del piacere maschile e a concetti legati al machismo. Quindi succede che nell’immaginario collettivo due donne che fanno sesso tra loro risultano essere ben accette, anzi auspicabili proprio se si lasciano guardare da un uomo o lo fanno partecipare. Alle ragazze ho solo una cosa da dire: se vi stimola l’idea di avere un rapporto sessuale con una donna, godetevelo prima a tu per tu e comunque, se non vi va di farlo, non acconsentite solo per assecondare una richiesta da parte del vostro lui. L’incidenza delle richieste maschili riguardo a questa pratica, quindi il threesome M/F/F, è altissima: sono molti gli uomini che chiedono questo tipo di esperienza alla compagna stabile od occasionale. Personalmente sono convinta che la donna che abbia interesse nella pratica dovrebbe viverla per conto proprio, prima di condividerla: solo così potrà capire davvero se le risulta piacevole e appagante, mentre in tre presuppone dinamiche di relazione che complicano e condizionano l’esperienza. Una volta appurato che quella dinamica sessuale vi piace, sarà sicuramente più appagante un eventuale gioco a tre, sempre che vi stimoli l’idea. Non sentitevi mai obbligate, questo lo ripeterò fino alla noia riguardo a qualsiasi pratica sessuale. Per quanto riguarda i rapporti bisessuali MASCHILI il discorso diventa un po’ più complicato: si sa che, sempre per motivi di sovrastrutture di stampo machista, se un uomo prova attrazione sessuale per un soggetto del suo stesso genere, è frocio, gay, finocchio e chi più ne ha più ne metta. In realtà, una percentuale altissima di uomini si eccita al pensiero di avere un rapporto sessuale omo, anche se più solitamente cede a rapporti con trans, ad esempio, perché l’aspetto femminile del soggetto mette un po’ meno in difficoltà la propria l’identità sessuale: si può quindi avere a che fare con un pene, ma si vive meno l’ansia di essere omosessuali o essere ritenuti tali. Sappiamo bene che tutto questo è sempre dovuto ai condizionamenti socio-culturali, alle paturnie che questi ci impongono, e la prova del nove arriva dai siti di cam, ad esempio, dove i performer maschi sono guardati da tantissimi uomini che, se non fossero nascosti dietro a un nickname, mai lo farebbero e mai esprimerebbero desiderio verso un altro uomo. Sono uomini che nella vita di tutti i giorni non raccontano a nessuno di provare attrazione per talune pratiche (la più quotata quella di praticare una fellatio, ma anche il pensiero di ricevere una penetrazione scalda molto). Torneremo su questo discorso in uno dei prossimi post perché l’argomentazione richiede un’analisi molto articolata e so che moltissimi uomini vivono tutto ciò come un vero e proprio conflitto. Per il momento vi dico di non preoccuparvi perché non siete anormali e comprendo perfettamente la difficoltà che si può avere nel comunicare fantasie o desideri al riguardo. Parleremo presto di come affrontare la cosa con serenità e magari trarne pure appagamento senza entrare in crisi d’identità. La PORNOGRAFIA. Direte voi: perché è rimasto ancora qualcosa da dire sulla pornografia? Sì. Sì perché i luoghi comuni al riguardo sono tantissimi. Da sempre oggetto di posizioni controverse, più spesso anche all’interno delle singole persone che si trovano a usufruirne ma a doverla demonizzare quando ne parlano con gli altri, la pornografia in alcuni aspetti è evoluta. Ad esempio le nuove produzioni degli ultimi anni hanno visto cambiare i cliché e il modo di presentare la situazione sessuale; si è diffusa ampiamente la produzione hentai che necessita di diverse considerazioni, considerando che nasce in una cultura ben diversa da quella occidentale; è incrementata notevolmente l’abitudine di diffondere contenuti multimediali autoprodotti e spesso i partner ne sono all’oscuro; è aumentato il pubblico femminile, sia perché c’è una notevole produzione di video costruiti proprio sui desideri femminili (cosa quasi inesistente fino a una decina di anni fa) quindi le donne trovano ciò su cui fantasticano, sia perché le donne hanno cambiato l’approccio alla pornografia. Questo ci porta dritti al discorso del mercato e del guadagno: sappiamo bene che il mercato offre ciò che appaga la richiesta e, contemporaneamente, condiziona il soggetto cui è indirizzato. La pornografia è sempre un male? Considerando che gli adolescenti passano in larga maggioranza per la pornografia e molto spesso è l’unico contenuto “educativo” che hanno a disposizione, non sarebbe utile produrre contenuti che indirizzano verso una sessualità consapevole? In sostanza, potremmo usare la pornografia per educarli? Inoltre sulla pornografia ci sono molte considerazioni da fare. Dalla convinzione che chi usa la pornografia sia una persona insoddisfatta sessualmente o pervertita, alla condizione fuori controllo dei contenuti pubblicati, ai canali Telegram che sono divenuti terreno fertilissimo per le diffusioni illegali, ecc. Le PRATICHE CONSIDERATE PERVERSE Si tratta di pratiche che mantengono una connotazione sempre negativa ma non necessariamente ce l’hanno. Lo stesso Kinsey, che ho nominato sopra, nei rapporti statistici sul comportamento sessuale umano dimostrò che la maggior parte delle cosiddette perversioni non era necessariamente patologica. Nei suoi studi rivelò che molte pratiche sessuali devianti dalla norma erano in realtà abbastanza comuni nella popolazione e, poiché molte delle stesse perversioni si possono trovare anche negli animali, affermò che non avesse senso interpretarle come una violazione di qualche norma naturale. Nell’ultimo DSM, il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, le parafilie in quanto tali non sono più considerate disturbi mentali ma indicano qualsiasi interesse sessuale diverso dai più diffusi; diventa disturbo solo quando causa disagio o danno alla persona stessa o ad altri. Sto parlando anche del semplice voyeurismo, dell’esibizionismo, delle pratiche sado-maso, ecc. Ne parleremo ma intanto vi anticipo una regoletta facile facile: se una cosa vi eccita e vi appaga, non entrate in casini mentali… fatela purché non porti danno o disagio a voi o ad altri. Le PRATICHE SESSUALI NON CONVENZIONALI Qui parliamo dello scambio di coppia, della coppia aperta e del poliamore. Sono tutte dinamiche che possono essere veramente comprese solo da chi le vive, eppure tutti le giudicano. Giudicare senza conoscere è un errore sempre e se lo si fa, oltre a palesarsi ignoranti, si va a condizionare la libertà altrui di vivere la propria sessualità liberamente. Banalmente dico che non capirò mai come si possa giudicare ciò che non si conosce e mi chiedo perché si avverta questo bisogno di irridere, sminuire, tacciare persone che semplicemente vivono dinamiche diverse dalle nostre. In breve, se non vi arrecano danno, che bisogno avete di esprimere un giudizio? Perché si avverte il bisogno di dire una sciocchezza come ad esempio che una coppia che pratica scambismo sia una coppia “alla frutta”? Se davvero la gente avesse coscienza e conoscenza di questa dinamica, capirebbe quanta forza e quale grado di funzionalità di legame deve avere la coppia per potersi permettere di avere rapporti sessuali con soggetti esterni alla coppia. Abbiamo un’idea di quanto ci si debba fidare del partner e quale livello di complicità richieda questa pratica? Perché lasciarsi andare alla pratica in un momento di eccitazione magari non è nemmeno difficilissimo, ma quanto dev’essere forte il legame tra i partner per mantenersi saldi “dopo”? Lo stesso accade per il Cuckoldismo, che sembra essere un fenomeno così limitato ma la realtà dei dati statistici vede un elevatissima ricerca di contenuti nel web al riguardo e gli annunci sui siti dedicati sono milioni; segno che milioni di persone lo praticano. Non sono coppie “stanche” che cercano nuovi stimoli: sono coppie che in consapevolezza scelgono di condividere la sessualità in modo più ampio rispetto alle dinamiche classiche e che hanno la capacità di mantenere salda la relazione, nonostante l’introduzione di soggetti terzi nei giochi sessuali. So che spesso queste affermazioni provocano fastidio e disagio, ma se non avete mai provato, se non sapete di cosa si parla se non per sentito dire, sospendete il giudizio e magari proviamo a capire insieme prossimamente. LA POCA ATTENZIONE VERSO IL SENO La maggioranza delle donne lamenta poca attenzione verso il seno. Se a parole è una delle parti femminili più attenzionata dagli uomini, nei rapporti sessuali poi viene spesso dimenticata o poco sollecitata. La stimolazione del seno, invece, è qualcosa che –generalmente- induce molto piacere: dalla semplice stimolazione manuale sia sul capezzolo che su tutto il seno, alla stimolazione con la bocca, la lingua, i denti (piano, eh!)… fino a giochi veri e propri che possono servirsi di sex toys ma pure di cose che tutti abbiamo in casa. La biancheria la stendiamo tutti, no? Per dirne una. Parleremo presto di tutte le possibilità e di cosa succede nella stimolazione. E lo faremo anche in ottica maschile, perché sono molti gli uomini che avvertono come erogena la zona mammaria, non solo limitatamente ai capezzoli. TOCCARE UN CLITORIDE, STIMOLARLO, SUCCHIARLO, APPENA LA PARTNER HA GODUTO DI UN ORGASMO CLITORIDEO, ALLA MAGGIORANZA DELLE DONNE PROVOCA FASTIDIO; a qualcuna addirittura dolore. Qui non è necessario approfondire: semplicemente chiedete alla partner se la infastidisce, tutto qui. Perché a volte, nell’estasi post-orgasmica lei non riesce a dirlo o non lo fa per non ferirvi. La clitoride è un concentrato assurdo di terminazioni nervose, lo sapete, quindi è una questione di fisiologia e non che lei non voglia essere toccata. GLI ANELLI FALLICI, VIBRANTI O MENO Ultimamente sono stati diversi gli uomini che mi hanno contattato chiedendomi consiglio riguardo all’utilizzo di questi sex toys. Vi anticipo che sono molto utili sia nel mantenere l’erezione più a lungo, sia per prolungare il tempo orgasmico dell’uomo. Aumentano la potenzialità di piacere in diversi aspetti, insomma, e arriverà un post in cui vi spiegherò come usarli, quali sono i benefici, i rischi, e quali i modelli più funzionali da acquistare. LA RICHIESTA DEL PARTNER DI ESSERE PENETRATO Sto parlando di uomini che desidererebbero provare la penetrazione anale e lo dicono alle partner. Già che lo dicano è un gran bel passo perché significa che avvertono talmente tanta complicità da potersi permettere di manifestare un desiderio che richiama ancora molto pregiudizio. In generale l’uomo prova vergogna a chiederlo e/o teme di insinuare dubbi nella partner (torniamo un po’ al discorso della bisessualità fatto prima). Vi aiuterò a capire perché invece, un uomo che chiede, è un uomo che avverte una forte sintonia nei vostri confronti. E vi aiuterò anche a comprendere come elaborare questa richiesta per superare eventuali pregiudizi e sfruttare invece l’occasione per rendere ancora più intenso il legame sessuale che vi accomuna. IL FISTING Il termine spaventa tanti e se non viene affrontato con le giuste modalità fa più danni che bene. Come proporlo al/alla partner, come metterlo in pratica, perché fa paura, quali sensazioni dà e quali limiti sono necessari. Abbiamo tanto di cui parlare e su cui riflettere, insomma. #love
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Di sesso anale abbiamo già parlato nel post precedente sottolineando come provochi un orgasmo molto intenso dovuto alla stimolazione di una zona particolarmente ricca di terminazioni nervose di senso.
Abbiamo detto che È DOLOROSO SOLO SE NON VIENE FATTO NEL MODO CORRETTO. Se è fatto di fretta, senza il desiderio da parte di chi riceve la penetrazione, solo per compiacere il partner, senza lubrificazione e senza una dilatazione preliminare, diventa un’esperienza negativa e dolorosa. Mi preme ribadire che, come in ogni pratica sessuale, imporsi qualcosa contro il proprio desiderio equivale a commettere una vera e propria violenza su di sé. Affinché sia fonte di piacere, la penetrazione anale va affrontata con metodo e preparazione sia fisica sia psicologica, ovvero: -un DIALOGO APERTO e senza omissioni rispetto all’emotività che ci stimola l’idea di penetrare e di ricevere la penetrazione. Questo è il preliminare più importante. Non dobbiamo sentirci in dovere di farlo e nemmeno in diritto di imporlo. -la SCELTA DELLA POSIZIONE: pensate che il Kamasutra ne elenca trenta! Date un’occhiata a ciò che propone ed evitate di iniziare da quelle che richiedono doti ginniche da acrobati circensi. Scegliete, invece, quella che, a chi riceve la penetrazione, dia la sensazione di poter controllare maggiormente l’atto dell’inserimento. Se chi riceve la penetrazione sente di poter gestire la forza di chi penetra, c’è una predisposizione mentale che favorisce il rilassamento della muscolatura ed è fondamentale perché, se gestire la dilatazione del muscolo sfinterico esterno è questione volontaria, il muscolo sfinterico anale interno è composto di fibre muscolari che agiscono involontariamente; quindi, quando abbiamo paura, si contraggono. Solo se abbiamo estrema fiducia nel partner e siamo certi di poter gestire la penetrazione non proveremo dolore. -l’ASPETTO IGIENICO: considerando che del sesso ci piacciono l’aspetto passionale e l’impeto del desiderio, il sesso anale è una di quelle pratiche che richiede invece un po’ più di attenzione (sempre soprattutto le prime volte). La questione igienica specifica è spesso motivo di imbarazzo (anche se non per tutti) e può non consentire il relax completo. Cosa si può fare? Intanto l’utilizzo di un preservativo sarebbe sempre consigliato, anche se sappiamo tutti che è un’effettiva barriera che diminuisce le sensazioni. In questo caso, oltre che per tutte le motivazioni già conosciute per cui andrebbe usato, eviterebbe il timore di “sporcare e sporcarsi”. Questo anche al netto di una preparazione che è sempre consigliata: la pulizia preventiva. Può essere effettuata mediante microclisteri a base di glicerina, ad esempio, soprattutto se non si ha molto tempo per la preparazione. La cosa ottimale, per essere totalmente sicuri, è la lavanda anale: in vendita trovate veri e propri “doccini” specifici, di calibro e forma adatti, che vanno collegati al tubo della doccia. Si svita il doccino tradizionale, si avvita quello specifico, e si apre il rubinetto. Fate particolare attenzione alla temperatura dell’acqua: lasciatela correre prima di inserire il doccino in modo da essere sicuri che l’acqua sia a una temperatura fisiologica, né troppo calda, né troppo fredda. Non deve mai superare la temperatura corporea perché andrebbe a ledere le mucose interne. -la LUBRIFICAZIONE e la DILATAZIONE: scegliere un lubrificante di ottima qualità e stimolare la zona mettendo in atto preliminari piacevoli, consentiranno di favorire poi l’inserimento del pene. Le possibilità sono tantissime: la stimolazione orale, quella tattile mediante un dito, quella dilatatoria mediante plug anali specifici: ce ne sono di mille diverse tipologie, scegliete quello che vi ispira di più ed usatelo con estrema lentezza, le prime volte soprattutto. Sulla TECNICA di penetrazione ci siamo già soffermati in modo piuttosto specifico nel post precedente, mentre erano rimaste escluse alcune considerazioni “di contorno” ma ugualmente importanti: -la penetrazione anale è strettamente correlata alla psicologia, perché RIGUARDA COMUNQUE L’IMMAGINARIO DI SOTTOMISSIONE: si sente sottomesso chi viene penetrato e sente di sottomettere chi penetra. Se anche razionalmente non la viviamo così, il nostro inconscio la percepisce come tale (per tutta una serie di motivi). Non a caso -per fare un esempio- la posizione volgarmente definita “a pecorina”, in genere è quella che eccita maggiormente l’immaginario di chi penetra perché in quella posizione domina il/la partner che si trova completamente esposto/a. Proprio per questo le posizioni nelle quali chi riceve la penetrazione può controllare il movimento favoriscono la rilassatezza: creano una sorta di equilibrio tra i due partner e la percezione di sottomissione è minore. Pensiamo ad esempio alla posizione comunemente definita “a candela”: se è chi riceve il pene a stare sopra e regolare ritmi e profondità di penetrazione, la sensazione di essere dominat* decade quasi completamente. Alcune persone, soprattutto chi ha subito qualche genere di violenza, può scegliere di fare comunque sesso anale ma solo con “strumenti” di piccolo calibro o in determinati modi, e qui torniamo al discorso dell’importanza del dialogo tra i partner. Non ha nessun senso offendersi se un/a partner ci nega qualcosa nel sesso, soprattutto se ha subito violenze e cerca comunque di vivere una sessualità appagante. Forse con la comprensione ci saranno evoluzioni; con l’insistenza sicuramente no, anzi: l’insistenza diviene una violenza psicologica vera e propria che altro non farà se non creare distanza. -la penetrazione anale per CHI SOFFRE DI EMORROIDI O PATOLOGIE ANALOGHE: non è “vietata” ma richiede sicuramente un’attenzione specifica. Il sesso anale non va ovviamente praticato quando la zona è infiammata, la lubrificazione deve essere abbondante e molto delicata, soprattutto nella prima fase di dilatazione, quando ancora la muscolatura involontaria deve rilassarsi completamente. Chi soffre o ha sofferto in passato di questa patologia, è condizionato dal ricordo del dolore, quindi necessita di un po’ più di tempo e attenzioni per abbandonarsi completamente. Un'ultima nota sulla preparazione al sesso anale: sento spesso consigliare l'utilizzo di gel e creme anestetizzanti al fine di limitare il dolore. Io non sono d'accordo perché ritengo che sia un palliativo per nulla funzionale al piacere. Anestetizzare la zona porta chi viene penetrato a non sentire, a non godere e imparare a conoscere il proprio corpo. Altri aspetti che riguardano il sesso anale e non abbiamo affrontato sono: l’utilizzo dei sex toy, in particolare lo strap-on (cintura con un fallo sopra); il collegamento del piacere anale alla masturbazione e la doppia penetrazione. Che il sesso anale sia una delle pratiche più controverse è un dato di fatto.
È quella che potrebbe concedere piacere a tutti, ma proprio tutti, eppure, per ignoranza, pregiudizi e leggende metropolitane che la circondano, diventa spesso causa di problematiche fisiche o psicologiche. Il danno maggiore viene dall’errata convinzione, socialmente molto diffusa, che sia doloroso: la penetrazione anale è concettualmente ritenuta da alcuni una pratica estrema, un atto invasivo, al punto che moltissimi la considerano quasi una violenza, mentre –in realtà- non lo è affatto se vissuta con consapevolezza e senza imposizioni. Partiamo demolendo il primo dei pregiudizi a suo carico: quello di genere. Fisiologicamente parlando, la stimolazione anale porta lo stesso piacere a uomini e donne perché -anatomicamente parlando- abbiamo le medesime terminazioni nervose e quindi le stesse potenzialità di piacere. Capito perché è democratica? Ovviamente sappiamo tutti quali pregiudizi esistano a carico del piacere anale maschile, ma i dati ci dicono che sempre più uomini ci si dedicano, mettendo da parte l’ignoranza e i condizionamenti che collegano il piacere anale all’omosessualità o comunque all’assenza di virilità e mascolinità. E questo è, indubbiamente, positivo. Io voglio dare per scontato che chi sta leggendo, queste sciocchezze le abbia già archiviate da tempo e che, se ancora teme che la pratica sia dolorosa, in questo post troverà l’incoraggiamento giusto per superare le sue paure. Diciamo subito che la penetrazione anale è dolorosa solo se “fatta male”, se imposta contro la volontà del partner, e se temuta per paura di soffrire. Proviamo, quindi, a predisporci come se non sapessimo che può far male e concentriamoci su alcune considerazioni che possono aiutarci a non provare alcun dolore. Ve la sentite? La POSIZIONE, in primis. Nell’immaginario collettivo la posizione più diffusa è quella volgarmente definita “a pecorina” ma quella ideale, che consente a chi viene penetrato di accogliere con più facilità e meno rischio di dolore, è la posizione supina. Potete aiutarvi mettendo un cuscino sotto le natiche e mantenendo le gambe semi-piegate: questa postura, favorisce sia i movimenti, sia il relax muscolare. Concede anche di sentirsi un po’ meno esposti e sottomessi, che potrà sembrare superfluo ma psicologicamente aiuta molto. Viene spesso consigliata anche la posizione “a cucchiaio”, con il partner sempre alle spalle quindi, ma finché non sarete avvezz* alla pratica, consiglio sicuramente quella supina anche perché permette di arrivare a stimolare la spugna perineale (e il cosiddetto Punto G) nella donna e la prostata nell’uomo, apportando in questo modo un piacere maggiore. La STIMOLAZIONE deve necessariamente avvenire con cura e non può prescindere dall’attenzione che il/la partner deve avere per noi: quando saremo esperti potremo giocare seguendo i nostri istinti, ma le prime volte dobbiamo essere noi il centro dell’attenzione. La stimolazione può essere messa in pratica in diversi modi. L’impiego di un LUBRIFICANTE agevolerà la pratica che deve essere delicata e graduale e, se avviata contestualmente alla MASTURBAZIONE, risulterà già di per sé piacevole. Considerate anche che il lubrificante è un buon alleato - così come la lingua, a chi piace - ma pure l’ano ci mette del suo lubrificandosi fisiologicamente. Quindi: voi pensate a masturbarvi, il/la partner si occuperà di stimolarvi la zona anale e lo sfintere ci metterà del suo, se non lo chiuderete voi volontariamente. La stimolazione manuale è fondamentale e rende molto più facile la successiva penetrazione. Si può fare sia, per l’appunto, con la mano o con un vibratore o anche con il pene stesso. Dettaglio importante: le unghie. Per quanto belle siano le unghie lunghe, non sono certo amiche delle penetrazioni, e anche un’unghia non troppo lunga può risultare spiacevole e fastidiosa proprio nel momento in cui c’è bisogno di non avvertire fastidi. E arriviamo al momento che tutti aspettiamo, la penetrazione. È molto importante che il partner sia attento alle nostre reazioni, che si appoggi ma senza spingere: non deve forzare ma esercitare una pressione misurata. Avvertendo la pressione forse vi verrà istintivo stringere la muscolatura, sempre per effetto di quella paura di cui parlavamo sopra. Dobbiamo pensare che non farà male, ricordate? E non lo farà, se nessuno forzerà. Quindi, nel momento in cui avvertite la pressione, concentratevi sul concetto di ACCOGLIENZA. Non dovete temere perché il/la partner non forzerà, non è lì per farvi male, ma per darvi piacere. Continuate a masturbarvi e provate ad avvertire “l’oggetto” che sta esercitando pressione come un qualcosa da accogliere, da far entrare dentro voi. A questo scopo, vi aiuterà fare una sorta di ginnastica con lo sfintere: stringere e rilasciare, stringere e rilasciare… lentamente. Vi accorgerete che questo consente una percezione molto forte della sensazione che quella pressione sta esercitando e, man mano che aumenterà il piacere che vi viene dalla masturbazione, aumenterà anche la disponibilità ad accogliere l’oggetto. Guidate pure il/la partner indicandogli di aumentare o diminuire la pressione a seconda di come la percepite: sarete così più in sintonia. Qui mi fermo, nel senso che da questo momento in poi sarete voi a sentirvi e, se manterrete alta l’attenzione verso le sensazioni che state provando in termini di piacere, non avrete di certo difficoltà a godervi il tutto… perché l’orgasmo anale, specie se associato a quello della masturbazione, è davvero da “Fiuuuuuu”. Si può dire Fiuuuuuu? Abbiamo parlato in termini di “coppia” ma potete pure provare da sol*: un vibratore, magari poggiato contro il cuscino per mantenerlo fermo, e basterà muovere il bacino per regolare la pressione sullo sfintere. Questo dovrebbe rassicurarvi ancora di più, le prime volte, considerato che sarete voi direttamente a dosare il grado di pressione. Quello che sicuramente consiglio è di non provare senza la masturbazione: l’eccitazione provocata dalla stimolazione genitale distoglie dalla lucidità che razionalmente potrebbe frenarvi per paura del dolore. Una volta appresa la tecnica dell’ACCOGLIENZA (la quale consente di non essere la parte che subisce, ma parte attiva nel “risucchiare” l’oggetto dentro di voi) sarete liberi di associare il piacere anale a qualsiasi altra pratica che vi ecciti. Concludo con una riflessione dedicata agli uomini: alcuni di voi si trovano in difficoltà perché il piacere anale, in passato, è stato spesso associato all’assenza di virilità o alla tendenza alla femminilizzazione. Non fatevi condizionare da vecchi stereotipi superati e privi di alcun fondamento scientifico. Se apprezzate la stimolazione anale, una donna che non sia una sciocca non potrà far altro che apprezzare la vostra apertura mentale… e non solo quella. Un uomo che va oltre gli stereotipi e sa godersi il piacere, è un uomo attraente. Perché a definire la vostra sessualità non è quello che fate a letto, ma con chi lo fate. DOPPIA PENETRAZIONE: il nome più esplicito possibile per una pratica che molti desiderano ma che non tutti vivono per una serie di variabili che stiamo per affrontare.
Partiamo dal dire che è conosciuta soprattutto nella variante che vede la donna al centro delle attenzioni: se andate a googlare, i risultati riguardano un’infinità di contenuti porno che hanno come soggetto una donna penetrata contemporaneamente da due uomini. In realtà le possibilità di godersi una doppia penetrazione sono tante e diverse tra loro. In linea di massima possiamo suddividerle in tre filoni: - da sola, con due sex toy - con un partner e un sex toy - con due o più uomini (qui le possibilità “geometriche” e numeriche sono diverse). Teniamo in considerazione che la doppia penetrazione vale anche per l’uomo, che può accogliere due membri contemporaneamente o un membro e un sex toy, ecc. Diciamo che per chi non si pone limiti e ama sperimentare, le possibili varianti di pluri-penetrazione sono tante. Qui oggi parleremo dei concetti di base che riguardano la penetrazione vaginale e anale praticate in simultanea. Parlando in termini di fantasia, la DP (Doppia Penetrazione) eccita gli uomini non solo per quell’idea di “pienezza” che ovviamente induce e perché stimola un’idea di piacere estremo provato dalla partner, ma anche perché quando una donna accoglie due uomini lo spazio si fa più ristretto e le sensazioni più intense. Inoltre, il fatto di venire a contatto con il pene dell’altro uomo, attraverso la membrana che separa ano e vagina nel corpo femminile, è considerato da alcuni molto eccitante. A eccitare l’immaginario femminile, invece, oltre al piacere meramente fisico dato dalla doppia stimolazione, è l’idea di ritrovarsi a contatto con due corpi che respirano, accarezzano, baciano, entrano e provano piacere. Al di là di ogni questione di genere e di condizionamenti legati all’essere donna, l’eccitazione è stimolata dal sentirsi fisicamente sovrastate, completamente in balìa dei partner, ma al contempo essere il centro del loro piacere. Se a livello di fantasia si tratta di una situazione ritenuta intrigante dalla maggioranza delle persone e se nelle fantasie di coppia succede spesso di provare piacere immaginando questa situazione durante un rapporto, a livello pratico, invece, è tutt’altra storia perché intervengono tutte quelle dinamiche di condizionamento che le relazioni si portano dietro. Andare oltre il concetto di esclusivismo sessuale e abbracciare ideali di condivisione della sessualità con più partner rimane un obiettivo difficile da raggiungere. Quando si affronta concretamente l’argomento, infatti, sorgono subito timori importanti, primo fra tutti quello di perdersi: se introdurre una terza persona nei giochi sessuali equivale a rischiare impennate di gelosia che mettono a rischio la relazione, meglio lasciare perdere. Se non si riesce a superare il bisogno di esclusivismo sessuale, io sconsiglio sempre di intraprendere “la prova”. In questo caso lascerei perdere l’inserimento del “terzo” e ovvierei all’assenza fisica del secondo uomo con un sex toy adatto alla pratica, che può essere inserito in vagina o nell’ano, a seconda della posizione. L’importante è scegliere il giocattolo adatto al tipo di penetrazione e, sembrerebbe inutile dirlo ma forse no, aver già sperimentato in precedenza la penetrazione anale semplice, perché la DP va affrontata con cautela. Il percorso migliore è quello di provare prima con due sex toy: da sole, o giocando con il partner che -libero dal compito di essere lui l’attore della penetrazione- potrà assecondare i vostri movimenti e i vostri ritmi con un po’ più di lucidità, evitando di incorrere in spinte eccessive. Se siete sole, dovrete organizzarvi: scegliendo un plug anale, ad esempio, potrete gestire a meraviglia il movimento. La cosa fondamentale è associare le penetrazioni alla masturbazione della clitoride, soprattutto finché non sarete esperte. In linea di massima l’associazione della masturbazione agevola ogni tipo di penetrazione e ogni tipo di orgasmo. So che parecchi uomini si sentono quasi mortificati se lei si tocca, durante un rapporto: temono di non essere “abbastanza”, di non indurre sufficiente piacere. Spiegate loro che non sono deficitari in nulla ma che toccare la clitoride simultaneamente ad altre stimolazioni amplifica il piacere, tutto qui. Una volta presa confidenza con la DP, sarà molto facile e appagante fare a meno di uno dei due sex toy e passare alla penetrazione “naturale”. Le posizioni da sperimentare sono davvero tante e la ricerca di quella che vi consente di godere più a fondo non sarà per nulla spiacevole. Sappiate anche che esistono strap-on (falli con cintura) a doppio foro che il partner può indossare, infilando il pene in un foro e un dildo nell’altro (questo strap-on viene molto utile anche alle coppie FF (Femmina-Femmina), ovviamente. Nel gioco a due, insomma, la DP è la possibilità di potenziare l’orgasmo grazie alla stimolazione fisica simultanea dei due canali. Sul gioco a tre, invece, cosa occorre sapere? Innanzitutto bisogna essere davvero convinti di mettere in pratica questa esperienza “trasgressiva”, perché anche un solo dubbio potrebbe mettere in ansia uno dei due partner maschili e fargli perdere l’erezione. Erezione che è fondamentale per la riuscita della DP: se non è “consistente” al massimo, il pene verrà spinto fuori dalla consistenza e dai movimenti dell’altro. Altro aspetto da tenere presente: durante il doppio amplesso i due uomini sentiranno il contatto dei propri membri, seppur attraverso la membrana che divide ano e vagina. Questo pensiero, se per alcuni uomini è eccitante, per altri è fonte di disagio. Chiedetevi prima come come reagireste in quella situazione onde evitare di trovarvi lì e sentirvi a disagio fino al punto di non farcela. Soprattutto nelle prime esperienze, conviene che il partner meno dotato penetri l’ano… almeno fino a che non si sarà esperti nelle pratiche: considerate che i due uomini devono mantenere un ritmo piuttosto sincronizzato e che la “regia” di tre corpi è un po’ più complessa dell’istintivo movimento di una coppia. Pratica e feeling, però, vi condurranno a orgasmi davvero importanti, sia a livello fisico che mentale. So di non dovervi dire che è importante scegliere un lubrificante di qualità e usarlo con generosità. E nemmeno devo specificare che l’utilizzo del preservativo è sempre consigliato. Dopo consigli più o meno pratici e didascalici, vi lascio con un passaggio che scrissi qualche tempo fa. Parole che dedico a chi pensa che una donna oggetto dell’attenzione di due uomini sia una donna sottomessa. “Non riusciva più a distinguere chi stesse penetrando cosa, chi stesse toccando cosa, chi stesse dicendo cosa. Era ebbra di quella sensazione incredibile del sentirli muoversi dentro di sé insieme, sfiorarsi attraverso lei, prendersi entrambi spazio nella sua carne. I loro respiri, le loro voci, le loro bocche, i loro sguardi, le loro mani, erano diventati un tutt’uno in lei. Lei. Il collante del piacere.” |
GRAZIA SCANAVINI Educatrice umanista Ricercatrice Counselor filosofica Raccolta dei post della rubrica settimanale sulle dinamiche sessuali ideata per Frontpage Post.
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