DOPPIA PENETRAZIONE: il nome più esplicito possibile per una pratica che molti desiderano ma che non tutti vivono per una serie di variabili che stiamo per affrontare.
Partiamo dal dire che è conosciuta soprattutto nella variante che vede la donna al centro delle attenzioni: se andate a googlare, i risultati riguardano un’infinità di contenuti porno che hanno come soggetto una donna penetrata contemporaneamente da due uomini. In realtà le possibilità di godersi una doppia penetrazione sono tante e diverse tra loro. In linea di massima possiamo suddividerle in tre filoni: - da sola, con due sex toy - con un partner e un sex toy - con due o più uomini (qui le possibilità “geometriche” e numeriche sono diverse). Teniamo in considerazione che la doppia penetrazione vale anche per l’uomo, che può accogliere due membri contemporaneamente o un membro e un sex toy, ecc. Diciamo che per chi non si pone limiti e ama sperimentare, le possibili varianti di pluri-penetrazione sono tante. Qui oggi parleremo dei concetti di base che riguardano la penetrazione vaginale e anale praticate in simultanea. Parlando in termini di fantasia, la DP (Doppia Penetrazione) eccita gli uomini non solo per quell’idea di “pienezza” che ovviamente induce e perché stimola un’idea di piacere estremo provato dalla partner, ma anche perché quando una donna accoglie due uomini lo spazio si fa più ristretto e le sensazioni più intense. Inoltre, il fatto di venire a contatto con il pene dell’altro uomo, attraverso la membrana che separa ano e vagina nel corpo femminile, è considerato da alcuni molto eccitante. A eccitare l’immaginario femminile, invece, oltre al piacere meramente fisico dato dalla doppia stimolazione, è l’idea di ritrovarsi a contatto con due corpi che respirano, accarezzano, baciano, entrano e provano piacere. Al di là di ogni questione di genere e di condizionamenti legati all’essere donna, l’eccitazione è stimolata dal sentirsi fisicamente sovrastate, completamente in balìa dei partner, ma al contempo essere il centro del loro piacere. Se a livello di fantasia si tratta di una situazione ritenuta intrigante dalla maggioranza delle persone e se nelle fantasie di coppia succede spesso di provare piacere immaginando questa situazione durante un rapporto, a livello pratico, invece, è tutt’altra storia perché intervengono tutte quelle dinamiche di condizionamento che le relazioni si portano dietro. Andare oltre il concetto di esclusivismo sessuale e abbracciare ideali di condivisione della sessualità con più partner rimane un obiettivo difficile da raggiungere. Quando si affronta concretamente l’argomento, infatti, sorgono subito timori importanti, primo fra tutti quello di perdersi: se introdurre una terza persona nei giochi sessuali equivale a rischiare impennate di gelosia che mettono a rischio la relazione, meglio lasciare perdere. Se non si riesce a superare il bisogno di esclusivismo sessuale, io sconsiglio sempre di intraprendere “la prova”. In questo caso lascerei perdere l’inserimento del “terzo” e ovvierei all’assenza fisica del secondo uomo con un sex toy adatto alla pratica, che può essere inserito in vagina o nell’ano, a seconda della posizione. L’importante è scegliere il giocattolo adatto al tipo di penetrazione e, sembrerebbe inutile dirlo ma forse no, aver già sperimentato in precedenza la penetrazione anale semplice, perché la DP va affrontata con cautela. Il percorso migliore è quello di provare prima con due sex toy: da sole, o giocando con il partner che -libero dal compito di essere lui l’attore della penetrazione- potrà assecondare i vostri movimenti e i vostri ritmi con un po’ più di lucidità, evitando di incorrere in spinte eccessive. Se siete sole, dovrete organizzarvi: scegliendo un plug anale, ad esempio, potrete gestire a meraviglia il movimento. La cosa fondamentale è associare le penetrazioni alla masturbazione della clitoride, soprattutto finché non sarete esperte. In linea di massima l’associazione della masturbazione agevola ogni tipo di penetrazione e ogni tipo di orgasmo. So che parecchi uomini si sentono quasi mortificati se lei si tocca, durante un rapporto: temono di non essere “abbastanza”, di non indurre sufficiente piacere. Spiegate loro che non sono deficitari in nulla ma che toccare la clitoride simultaneamente ad altre stimolazioni amplifica il piacere, tutto qui. Una volta presa confidenza con la DP, sarà molto facile e appagante fare a meno di uno dei due sex toy e passare alla penetrazione “naturale”. Le posizioni da sperimentare sono davvero tante e la ricerca di quella che vi consente di godere più a fondo non sarà per nulla spiacevole. Sappiate anche che esistono strap-on (falli con cintura) a doppio foro che il partner può indossare, infilando il pene in un foro e un dildo nell’altro (questo strap-on viene molto utile anche alle coppie FF (Femmina-Femmina), ovviamente. Nel gioco a due, insomma, la DP è la possibilità di potenziare l’orgasmo grazie alla stimolazione fisica simultanea dei due canali. Sul gioco a tre, invece, cosa occorre sapere? Innanzitutto bisogna essere davvero convinti di mettere in pratica questa esperienza “trasgressiva”, perché anche un solo dubbio potrebbe mettere in ansia uno dei due partner maschili e fargli perdere l’erezione. Erezione che è fondamentale per la riuscita della DP: se non è “consistente” al massimo, il pene verrà spinto fuori dalla consistenza e dai movimenti dell’altro. Altro aspetto da tenere presente: durante il doppio amplesso i due uomini sentiranno il contatto dei propri membri, seppur attraverso la membrana che divide ano e vagina. Questo pensiero, se per alcuni uomini è eccitante, per altri è fonte di disagio. Chiedetevi prima come come reagireste in quella situazione onde evitare di trovarvi lì e sentirvi a disagio fino al punto di non farcela. Soprattutto nelle prime esperienze, conviene che il partner meno dotato penetri l’ano… almeno fino a che non si sarà esperti nelle pratiche: considerate che i due uomini devono mantenere un ritmo piuttosto sincronizzato e che la “regia” di tre corpi è un po’ più complessa dell’istintivo movimento di una coppia. Pratica e feeling, però, vi condurranno a orgasmi davvero importanti, sia a livello fisico che mentale. So di non dovervi dire che è importante scegliere un lubrificante di qualità e usarlo con generosità. E nemmeno devo specificare che l’utilizzo del preservativo è sempre consigliato. Dopo consigli più o meno pratici e didascalici, vi lascio con un passaggio che scrissi qualche tempo fa. Parole che dedico a chi pensa che una donna oggetto dell’attenzione di due uomini sia una donna sottomessa. “Non riusciva più a distinguere chi stesse penetrando cosa, chi stesse toccando cosa, chi stesse dicendo cosa. Era ebbra di quella sensazione incredibile del sentirli muoversi dentro di sé insieme, sfiorarsi attraverso lei, prendersi entrambi spazio nella sua carne. I loro respiri, le loro voci, le loro bocche, i loro sguardi, le loro mani, erano diventati un tutt’uno in lei. Lei. Il collante del piacere.”
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Se nei due post precedenti che riguardavano lo squirting abbiamo analizzato alcuni aspetti del piacere che si può provare con questo orgasmo e abbiamo ribadito che una donna deve provare ad arrivarci solo se ha la curiosità e il desiderio di farlo per se stessa, oggi guardiamo la cosa dal punto di vista maschile e cerchiamo di dare anche qualche indicazione agli uomini.
Solitamente, quando parlo di squirting, i maschi manifestano un comportamento che va dal malinconico all’entusiastico: malinconia per chi non ha mai assistito o partecipato “live” a un orgasmo con squirting, entusiasmo per chi ha ricordi legati a un’esperienza passata o lo vive abitualmente. In linea generale, nell’immaginario maschile, lo squirting è una benedizione dal cielo. È quasi banale dire che questo loro amore per lo squirting nasce dalle fantasie legate al porno, ma è un dato di fatto. I siti pornografici sono zeppi di contenuti al riguardo, spesso fittizi ma qualcuno anche molto reale: non posso non citare Manuel Ferrara e Angela White, due attori che quando fanno sesso, fanno l’Amore. L’ho scritto con la maiuscola, sì, e capirete perché se vi farete il regalo di guardarli (tra gli altri, c’è un video in rete in cui lei piange -alla fine- e lui la coccola e stringe a sé). Ecco, guardate Manuel Ferrara: potrà sembrarvi assurdo, amici maschietti, ma può essere molto istruttivo riguardo al come approcciarsi alla sessualità femminile. Prendetelo come un input angelico: potete guardarvi porno e dire alla vostra partner che lo state facendo per lei. Detto questo, analizziamo alcuni spunti di riflessione prima che io mi perda a sognare su Ferrara. PERCHÉ AGLI UOMINI PIACE COSÌ TANTO LO SQUIRTING? Perché, anche se inconsapevolmente, quando si guarda un porno (e non solo) ci si identifica nell’attore/attrice che corrisponde al nostro genere, quindi gli uomini dopo aver guardato una scena di squirting si sentono efficaci e sessualmente potenti come quell’attore che non fallisce mai e che porta sempre la partner (o le partner) a livelli di piacere irraggiungibili per i più. Per gli uomini una donna che “squirta” diventa il simbolo della propria capacità sessuale. Non che non esistano quelli che invece lo amano in quanto segnale di grande piacere per la compagna, ma in media è più per una gratificazione al proprio ego che altro. CAMBIARE PUNTO DI VISTA è il primo consiglio che posso dare agli uomini perché sicuramente può favorire la condivisione in coppia dell’esperienza. Nel post precedente, parlando della mia esperienza personale, ho spiegato che ho dovuto studiare da sola cosa mi accadesse prima di condividere con il mio partner proprio perché il suo entusiasmo era diventato inconsapevolmente un’aspettativa che mi metteva a disagio e mi impediva di raggiungere il “risultato”. La sua aspettativa, in quel momento, mi creava ansia e mi distoglieva da me stessa. Ho realizzato, in sostanza, che lo squirting diventa piacere solo se la donna è in grado davvero di godere solo per se stessa. Un orgasmo egocentrico, anche un po’ egoista. Avevo bisogno di provare da sola, prima di condividere. Una volta capito come funzionava, abbiamo “lavorato” insieme alla questione fino a che sono riuscita a lasciarmi andare totalmente e vivere la gioia di quell’orgasmo con naturalezza, anche insieme a lui. Piano piano, insegnandogli l’esatto punto da toccare, il ritmo da tenere, il grado di pressione da esercitare, abbiamo costruito un momento di coppia in cui entrambi ci dedicavamo solo al MIO piacere, e così facendo è scomparsa anche l’ansia da aspettativa. Ebbene sì, l’ansia da prestazione non è una questione unicamente maschile: succede anche a noi. Anche noi donne quando “non riusciamo” ad avere un rapporto e gli uomini ci dicono “non ti preoccupare” ci sentiamo un po’ come quando agli uomini svanisce l’erezione e noi diciamo “succede, non è un problema”. Quanto siamo simili, seppur con caratteristiche diverse, eh!? Quindi, nel concreto, GLI UOMINI COSA DEVONO FARE? - SENTIRE LA PARTNER. Sentire nel senso di osservarla, ascoltarne il respiro, seguire i suoi movimenti, toccarla dove e come vuole, senza mai cambiare ritmo, soprattutto se vediamo che il piacere in lei sta crescendo: cambiare ritmo o spostare le dita anche solo di un centimetro, la riporta indietro, interrompe il piacere e bisogna ripartire quasi zero. Vi faccio sorridere: a mio marito, le prime volte, veniva male al braccio. Quindi, amici uomini, cercate di trovare una posizione di appoggio che vi consenta di mantenere abbastanza a lungo il movimento e di non spostare la mano. - EVITARE DI METTERCI TROPPA ENFASI: lo so, non è facile, però magari -anziché guardarla solo “lì” con la brama di veder uscire liquido- provate a guardarla in viso, a vedere come cambiano le sue espressioni, perché è nel percorso che lei prova piacere. Se l’evidenza dello squirting si realizza con la fuoriuscita del liquido, il piacere sta invece nel crescendo di piacere che la porterà a spingerlo fuori. Quindi i “dài” mentre le guardate la vagina, mettono ansia a lei e non vi aiutano di certo a capire quale grado di piacere abbia raggiunto in quel percorso. -USARE LA GIUSTA FORZA: la penetrazione delle dita in vagina deve essere possente, sì, ma non un vero e proprio caterpillar. Il movimento da fare lo conoscete un po’ tutti, e se non lo conoscete trovate in rete moltissimi tutorial su come farlo. Non commettete l’errore di pensare di saperlo fare a prescindere: guardatene qualcuno, guardate pure qualche video porno di massaggiatori che inducono lo squirting all’attrice di turno. Solitamente sono piuttosto realistici e abbastanza affini ai desideri femminili. - EVITATE DI TOCCARLA IN ALTRI PUNTI: la maggior parte delle donne riferisce come DISTURBANTE il fatto che lui accarezzi loro anche solo una gamba, un seno o altre parti. Attenzione particolare la dedico alla convinzione che hanno parecchi uomini riguardo al fatto che fare un cunnilingus in quel momento possa essere esaltante per lei: spesso non è così. La maggioranza delle donne, per avere questo orgasmo, deve toccarsi da sé per un motivo semplicissimo: nessuno ci sa toccare come sappiamo toccarci noi. Questo perché chi si tocca da sé si ascolta e può modificare ritmi e modalità di stimolazione in base alla percezione del suo piacere. Per quanto possa piacermi essere toccata dal partner, lui non può sentire quel che sento io, e se in altri momenti l’orgasmo lo si raggiunge anche per mano dell’altro, in questo particolare frangente diventa davvero basilare gestire in maniera ottimale l’orgasmo clitorideo. So che all’uomo toccare più punti può sembrare uno stimolo in più, magari fonte di piacere aggiuntivo, ma in quel particolare momento no: distoglie dalla sensazione specifica. Dopo l’orgasmo potrete accarezzarla finché volete. In quel momento dovete solo SEGUIRLA, SENTIRLA; se alla vostra partner piace un certo tipo di dialogo sessuale, incalzatela con le parole che la eccitano. -Per lo squirting le UNGHIE CORTE sono fondamentali: può sembrarvi una sciocchezza, ma il punto che andate a toccare è talmente sensibile che anche un accenno di unghia impedisce la giusta stimolazione. Fa male, insomma, e distoglie dal crescendo di piacere. Su questo argomento avremmo mille altre cose da dire: come arrivarci con la penetrazione, anche quella anale; come usare sex toys adatti e molto funzionali; come renderlo parte di altre pratiche; come raggiungerlo con stimolazioni diverse; ecc. Ci torniamo. Vedi post e commenti su Frontpage Post Di squirting, chi lavora nel campo della sessualità, sente parlare da diversi anni. Cosa sia o cosa non sia resta argomento piuttosto dibattuto perché andiamo sulla Luna, fotografiamo buchi neri, approntiamo tecniche ingegneristiche da fantascienza ma non studiamo il piacere.
L'ultimo studio scientifico attendibile pubblicato su The journal of sexuality risale al 2015, ha un campione limitato a sette donne e anziché chiarire perpetua il "non sappiamo come succeda" in sostanza. A oggi sappiamo che lo squirting, inteso come emissione di liquido durante l'orgasmo, non può essere propriamente definito eiaculazione femminile, o comunque va suddiviso a seconda della quantità e della tipologia del liquido emesso, perché i liquidi sono due: -quantità minima, biancastro, ad alta concentrazione di PSA (antigene prostatico specifico rilasciato dalle ghiandole di Skene che si trovano in prossimità dell'uretra): sarebbe questa la reale eiaculazione femminile perché contiene appunto questo liquido che è affine alla composizione dello sperma maschile; -quantità importante, trasparente, composto principalmente da acqua e urina molto diluita, concentrazione bassa di PSA: questo è quello che generalmente viene definito squirting. Quello che abbiamo visto spesso rappresentato nei porno, per intenderci. Di sicuro si sa che quando avviene il secondo fenomeno, il liquido è prodotto dai reni, transita in vescica e viene espulso con forza durante l'orgasmo. Probabilmente assorbe il PSA nella fase di passaggio in uretra, all'altezza delle ghiandole di Skene, ma non è dato certo perché appunto il fenomeno non è stato studiato scientificamente in modo esauriente. Non lo sappiamo, punto. Negli anni il fenomeno è stato argomentato da tanti ma, mancando un riferimento scientifico certo, non si è creato altro che confusione di termini, di concetti e di dinamiche. Peccato. Lo dico perché quando ho iniziato a studiare questo fenomeno, mi sono messa in gioco in prima persona, cercando di scoprire come funzionasse. Ho prima studiato la teoria, stupendomi del fatto che ovunque si trovassero solo ed esclusivamente narrazioni riguardo alla dinamica o alla composizione del liquido, mai una narrazione emotiva di ciò che succede in quel momento. È sempre analizzato in termini di "prestazione" e mai di "emozione". Questo succede perché la sua diffusione mediatica è avvenuta attraverso la narrazione pornografica, che sappiamo bene essere stata (almeno in passato) mirata esclusivamente al pubblico maschile. Il punto di vista narrativo quindi non è mai stato quello del piacere femminile ma quello dell'appagamento maschile. Andiamo avanti, allora, ma avanti evolvendo, per cortesia. Non fermiamoci di nuovo davanti alle sciocchezze di alcuni estremismi femministi che dicono "Non provateci che andate solo a rinforzare le aspettative maschili nei vostri confronti". Non cadiamo nella trappola di rimettere ancora il nostro piacere all'eterno conflitto tra i generi. Non consideriamo lo squirting un qualcosa che andremmo a fare per il partner, pensiamolo come una possibilità tutta nostra di provare un piacere diverso. Totalizzante. Sì, perché questo è. E non lo dico solo per esperienza personale ma perché in dieci anni di confronto con le donne su questo argomento, tutte quelle che lo hanno provato, lo definiscono un orgasmo che per intensità supera tutti gli altri. Qui è necessario prendere in analisi un ulteriore conflitto: complice la difficoltà di capire come funzioni, l'impegno necessario e tutti i tabù sessuali palesi con cui la nostra società ci condiziona anche quando non ce ne accorgiamo, moltissime donne manifestano disagio quando si parla di squirting perché, essendo dall'esito incerto e dipendendo da molti fattori, temono di sentirsi meno capaci sessualmente agli occhi degli uomini. Se davvero vogliamo fare un'azione femminista costruttiva e non perpetrare l'errore di valutare sempre la nostra sessualità mettendola in relazione all'uomo, dobbiamo necessariamente porci una sola domanda: mi interessa sperimentare un tipo di piacere che non conosco, oppure no? Se non ci interessa, poco male. Non lo facciamo, punto. Ma non possiamo accusare le donne che invece sono interessate di farlo per piacere di più agli uomini. Credo che valga la pena di provare, e lo dico perché mi piacerebbe che tutte le donne potessero sperimentare quella sensazione. Non lo facciamo per vanto, non lo facciamo per sminuire le donne che non lo fanno e non lo facciamo per attirare l’attenzione degli uomini: lo facciamo perché ci prendiamo cura del NOSTRO piacere. Il MIO piacere come donna e nient’altro. Emanciparsi dal maschilismo significa compiere scelte che siano totalmente centrate su ciò che noi vogliamo, e non in termini di dispetto all’uomo. Agli uomini piace, sì. E allora? Se non proviamo (lo squirting così come qualsiasi altra cosa ci stimoli interesse sessuale) perché siamo convinte che sia solo per appagare l'uomo, leviamo a noi stesse la possibilità di emanciparci nel piacere. Se ci vietiamo un'esperienza per non dare soddisfazione a un uomo o se consigliamo alle donne di non farla perché ne godono solo gli uomini, non stiamo pensando al nostro piacere ma stiamo ragionando solo in termini (sbagliati) di lotta nelle questioni di genere. Chiudo con una considerazione che è un dato di fatto: questi consigli non vengono mai da donne che hanno provato questo tipo di orgasmo, ma vengono da quelle che non sanno cosa sia, emotivamente parlando. Non sanno che sensazioni si provano, non sanno che l'emozione è diversa a seconda che lo squirting sia provocato da un'azione meccanica o che sia "governato" attraverso la conoscenza profonda del proprio corpo. Non sanno che è l'orgasmo più egocentrico in assoluto e, anche se fosse il partner a indurlo (non necessario, eh, possiamo fare anche da sole), il partner risulta un mero strumento di piacere in quel momento perché la sensazione prende mente e corpo ed è impossibile pensare a lui. Non sanno che è un tipo di orgasmo in cui si perde proprio il controllo di sé, in cui l'energia sessuale è di un'intensità difficile da descrivere. Vedi post e commenti su Frontpage Post |
GRAZIA SCANAVINI Educatrice umanista Ricercatrice Counselor filosofica Raccolta dei post della rubrica settimanale sulle dinamiche sessuali ideata per Frontpage Post.
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