Se nei due post precedenti che riguardavano lo squirting abbiamo analizzato alcuni aspetti del piacere che si può provare con questo orgasmo e abbiamo ribadito che una donna deve provare ad arrivarci solo se ha la curiosità e il desiderio di farlo per se stessa, oggi guardiamo la cosa dal punto di vista maschile e cerchiamo di dare anche qualche indicazione agli uomini.
Solitamente, quando parlo di squirting, i maschi manifestano un comportamento che va dal malinconico all’entusiastico: malinconia per chi non ha mai assistito o partecipato “live” a un orgasmo con squirting, entusiasmo per chi ha ricordi legati a un’esperienza passata o lo vive abitualmente. In linea generale, nell’immaginario maschile, lo squirting è una benedizione dal cielo. È quasi banale dire che questo loro amore per lo squirting nasce dalle fantasie legate al porno, ma è un dato di fatto. I siti pornografici sono zeppi di contenuti al riguardo, spesso fittizi ma qualcuno anche molto reale: non posso non citare Manuel Ferrara e Angela White, due attori che quando fanno sesso, fanno l’Amore. L’ho scritto con la maiuscola, sì, e capirete perché se vi farete il regalo di guardarli (tra gli altri, c’è un video in rete in cui lei piange -alla fine- e lui la coccola e stringe a sé). Ecco, guardate Manuel Ferrara: potrà sembrarvi assurdo, amici maschietti, ma può essere molto istruttivo riguardo al come approcciarsi alla sessualità femminile. Prendetelo come un input angelico: potete guardarvi porno e dire alla vostra partner che lo state facendo per lei. Detto questo, analizziamo alcuni spunti di riflessione prima che io mi perda a sognare su Ferrara. PERCHÉ AGLI UOMINI PIACE COSÌ TANTO LO SQUIRTING? Perché, anche se inconsapevolmente, quando si guarda un porno (e non solo) ci si identifica nell’attore/attrice che corrisponde al nostro genere, quindi gli uomini dopo aver guardato una scena di squirting si sentono efficaci e sessualmente potenti come quell’attore che non fallisce mai e che porta sempre la partner (o le partner) a livelli di piacere irraggiungibili per i più. Per gli uomini una donna che “squirta” diventa il simbolo della propria capacità sessuale. Non che non esistano quelli che invece lo amano in quanto segnale di grande piacere per la compagna, ma in media è più per una gratificazione al proprio ego che altro. CAMBIARE PUNTO DI VISTA è il primo consiglio che posso dare agli uomini perché sicuramente può favorire la condivisione in coppia dell’esperienza. Nel post precedente, parlando della mia esperienza personale, ho spiegato che ho dovuto studiare da sola cosa mi accadesse prima di condividere con il mio partner proprio perché il suo entusiasmo era diventato inconsapevolmente un’aspettativa che mi metteva a disagio e mi impediva di raggiungere il “risultato”. La sua aspettativa, in quel momento, mi creava ansia e mi distoglieva da me stessa. Ho realizzato, in sostanza, che lo squirting diventa piacere solo se la donna è in grado davvero di godere solo per se stessa. Un orgasmo egocentrico, anche un po’ egoista. Avevo bisogno di provare da sola, prima di condividere. Una volta capito come funzionava, abbiamo “lavorato” insieme alla questione fino a che sono riuscita a lasciarmi andare totalmente e vivere la gioia di quell’orgasmo con naturalezza, anche insieme a lui. Piano piano, insegnandogli l’esatto punto da toccare, il ritmo da tenere, il grado di pressione da esercitare, abbiamo costruito un momento di coppia in cui entrambi ci dedicavamo solo al MIO piacere, e così facendo è scomparsa anche l’ansia da aspettativa. Ebbene sì, l’ansia da prestazione non è una questione unicamente maschile: succede anche a noi. Anche noi donne quando “non riusciamo” ad avere un rapporto e gli uomini ci dicono “non ti preoccupare” ci sentiamo un po’ come quando agli uomini svanisce l’erezione e noi diciamo “succede, non è un problema”. Quanto siamo simili, seppur con caratteristiche diverse, eh!? Quindi, nel concreto, GLI UOMINI COSA DEVONO FARE? - SENTIRE LA PARTNER. Sentire nel senso di osservarla, ascoltarne il respiro, seguire i suoi movimenti, toccarla dove e come vuole, senza mai cambiare ritmo, soprattutto se vediamo che il piacere in lei sta crescendo: cambiare ritmo o spostare le dita anche solo di un centimetro, la riporta indietro, interrompe il piacere e bisogna ripartire quasi zero. Vi faccio sorridere: a mio marito, le prime volte, veniva male al braccio. Quindi, amici uomini, cercate di trovare una posizione di appoggio che vi consenta di mantenere abbastanza a lungo il movimento e di non spostare la mano. - EVITARE DI METTERCI TROPPA ENFASI: lo so, non è facile, però magari -anziché guardarla solo “lì” con la brama di veder uscire liquido- provate a guardarla in viso, a vedere come cambiano le sue espressioni, perché è nel percorso che lei prova piacere. Se l’evidenza dello squirting si realizza con la fuoriuscita del liquido, il piacere sta invece nel crescendo di piacere che la porterà a spingerlo fuori. Quindi i “dài” mentre le guardate la vagina, mettono ansia a lei e non vi aiutano di certo a capire quale grado di piacere abbia raggiunto in quel percorso. -USARE LA GIUSTA FORZA: la penetrazione delle dita in vagina deve essere possente, sì, ma non un vero e proprio caterpillar. Il movimento da fare lo conoscete un po’ tutti, e se non lo conoscete trovate in rete moltissimi tutorial su come farlo. Non commettete l’errore di pensare di saperlo fare a prescindere: guardatene qualcuno, guardate pure qualche video porno di massaggiatori che inducono lo squirting all’attrice di turno. Solitamente sono piuttosto realistici e abbastanza affini ai desideri femminili. - EVITATE DI TOCCARLA IN ALTRI PUNTI: la maggior parte delle donne riferisce come DISTURBANTE il fatto che lui accarezzi loro anche solo una gamba, un seno o altre parti. Attenzione particolare la dedico alla convinzione che hanno parecchi uomini riguardo al fatto che fare un cunnilingus in quel momento possa essere esaltante per lei: spesso non è così. La maggioranza delle donne, per avere questo orgasmo, deve toccarsi da sé per un motivo semplicissimo: nessuno ci sa toccare come sappiamo toccarci noi. Questo perché chi si tocca da sé si ascolta e può modificare ritmi e modalità di stimolazione in base alla percezione del suo piacere. Per quanto possa piacermi essere toccata dal partner, lui non può sentire quel che sento io, e se in altri momenti l’orgasmo lo si raggiunge anche per mano dell’altro, in questo particolare frangente diventa davvero basilare gestire in maniera ottimale l’orgasmo clitorideo. So che all’uomo toccare più punti può sembrare uno stimolo in più, magari fonte di piacere aggiuntivo, ma in quel particolare momento no: distoglie dalla sensazione specifica. Dopo l’orgasmo potrete accarezzarla finché volete. In quel momento dovete solo SEGUIRLA, SENTIRLA; se alla vostra partner piace un certo tipo di dialogo sessuale, incalzatela con le parole che la eccitano. -Per lo squirting le UNGHIE CORTE sono fondamentali: può sembrarvi una sciocchezza, ma il punto che andate a toccare è talmente sensibile che anche un accenno di unghia impedisce la giusta stimolazione. Fa male, insomma, e distoglie dal crescendo di piacere. Su questo argomento avremmo mille altre cose da dire: come arrivarci con la penetrazione, anche quella anale; come usare sex toys adatti e molto funzionali; come renderlo parte di altre pratiche; come raggiungerlo con stimolazioni diverse; ecc. Ci torniamo. Vedi post e commenti su Frontpage Post
0 Comments
NON C'È SESSO SENZA AMORE
Quante volte avete sentito ripetere questa frase? Magari lo pensate anche voi, il che sarebbe pure lecito considerando che la nostra cultura è la risultante di un conflitto, che dura da millenni e che ha sempre visto strumentalizzare la sessualità in ogni ambito: il mercato la usa per vendere, le religioni la usano per mantenere le pecore in gregge, i governi che si sono succeduti l’hanno usata per mantenere gestibile il sistema fondato sulla famiglia, attraverso l’esclusivismo sessuale. Millenni in cui, per essere persone d’animo nobile, bisognava fare sesso solo –appunto- con la persona di cui si era ufficialmente innamorati. Al netto dei retaggi culturali che ci portiamo dietro, l’oggettività ci dice che il sesso è una cosa e l’amore un’altra: potete mescolarli, identificarli l’uno nell’altro, ma la realtà è che l’eccitazione sessuale insorge anche al di fuori di un rapporto amoroso. Ovvio che ognuno fa sesso con chi vuole e secondo i propri princìpi ma voglio invitarvi a una riflessione molto semplice e lineare: se incontrate un nuovo possibile partner, non cadete nella trappola di affermare o esplicitare il concetto che non esista il sesso al di là dell’amore. È una tutela personale. Mi spiego: gli studi più attuali e attendibili che abbiamo al riguardo della coppia, ci dicono che, antropologicamente parlando, ha una durata di quattro o cinque anni. Non sono opinioni, sono studi scientifici. Ci dicono anche che non essendo monogami per natura siamo passati dal sesso inteso come dinamica a sé, indipendente dal concetto di amore (che si viveva prima dell’avvento dell’Era dell’agricoltura) alla monogamia seriale nell’amore per i primi anni, ma poi avvertiamo il bisogno di cambiare partner, di novità, perché la nostra storia biologica ci condiziona ancora oggi, con buona pace delle promesse di eterna fedeltà. Siamo biologicamente portati a cercare un nuovo partner e sesso/amore sono legati in questa dinamica perché l’educazione sociale ci ha imposto per millenni di credere che fossero la stessa cosa solo perché si è identificato il sesso con la procreazione. Se fino a un paio di decenni fa la relazione amorosa era considerata indissolubile per principio, oggi il trend è decisamente diverso: sono nettamente in aumento coloro che preferiscono cercare un nuovo partner. Quello che non cambia invece è il numero di relazioni extraconiugali basate sul sesso, più o meno durature, così come l’incidenza di rapporti sessuali occasionali fuori dalla coppia (basti pensare ai numeri della prostituzione). Per quanto possa essere destabilizzante, bisogna riconoscere che “non c’è sesso senza amore” è un’affermazione falsa, dovuta a retaggio culturale, che ripeto può benissimo essere uno stile di vita, se lo scegliete, ma potreste pure ritrovarvi tra qualche anno a non pensarla più così… e ne nascerebbe un problema insormontabile: come fate a dire al vostro partner che non la pensate più così? Finireste a nutrire le fila di coloro che tradiscono perché – e lo dico sulla base di vent’anni di studi sulle dinamiche di coppia - razionalmente siamo tutti quelli che “Nella coppia ci vuole onestà”, “Bisogna dirsi le cose”, ecc. Ma quando hai una famiglia, due figli e un mutuo da pagare, la difficoltà a parlarne è davvero tanta, troppa. Trovare comprensione, poi, è pressoché impossibile: agli occhi di tutti si diventa la “bestia”, la brutta persona. Io lo so che Cenerentola e i vari “E vissero per sempre felici e contenti” rimangono un gran bel pensare, ma sono favole. Noi, prima che concetti romantici che cambiano nell’evoluzione, siamo biologia. Poi la scarpetta, lo sappiamo tutti, poteva essere calzata solo da quella #granstronza di Cenerentola. #EnjoyYourWellBeing Vedi post e commenti su Frontpage Post |
GRAZIA SCANAVINI Educatrice umanista Ricercatrice Counselor filosofica Raccolta dei post della rubrica settimanale sulle dinamiche sessuali ideata per Frontpage Post.
Archivi
Settembre 2022
Categorie
Tutti
|