FELLATIO, IRRUMATIO E ALTRE QUESTIONI28/10/2020 ![]() Mi è saltato alla mente un articolo scientifico letto qualche giorno fa riguardo alla fellatio e ho dato uno sguardo agli articoli pubblicati online che parlano, appunto, di sesso orale all’uomo. As usual volevo solo dare un’occhiata ma mi sono persa per ore tra guide, forum e gente “disperata”. Parto direttamente dal fatto che, facendo una ricerca base su un qualsiasi motore di ricerca, le guide sul “come” sono scritte quasi esclusivamente da uomini. Ci sta, direte voi, essendo che sono loro a sapere cosa si sente. NI. Ni perché le diverse narrazioni che ho letto hanno in media un approccio decisamente inefficace, se si considera che destinatarie del post siamo proprio noi donne. In generale quelle guide sono tutte un monito, zero comprensione per certe dinamiche e svalutazione della donna che non lo fa, punto. Hanno pure un altro limite non da poco perché va per la maggiore l’articolo scritto su proprie preferenze personali, mentre le donne sanno bene che non tutti gli uomini amano lo stesso tipo di approccio. Al netto del fatto che io penso davvero che per il sesso orale, che sia cunningulus o sia fellatio, una società evoluta potrebbe benissimo istituire corsi di apprendimento, vediamo di fare un po’ di chiarezza. IL “COME” È IMPORTANTE –SÌ- MA È SOGGETTIVO ALL’ENNESIMA POTENZA. Tocca fare il solito discorso, quasi noioso ormai, ma ognuno di noi è altamente diverso dall’altro anche nella percezioni delle sensazioni, quindi non è la tecnica in sé a fare la differenza quanto la capacità di cogliere l’effetto che ha sul partner un certo tipo di stimolo. Se leggete qualche guida (online ce ne sono a migliaia e trovate pure libri che spiegano la tecnica), lo evincerete da voi: ogni uomo insegna a farlo nel modo che piace a lui sostenendo che quella è la guida definitiva. L’Oscar delle guide. In realtà poi succede che Luigi vi dice che i denti dovete possibilmente farveli levare, mentre Mario dice che una leggera stimolazione non è affatto male, anzi. A Luigi piace che la lingua stimoli il frenulo, Mario non lo sopporta… avverte proprio un fastidio insostenibile. Luigi ama una stimolazione rapida, Mario è un amante della lentezza. E così via. La sensibilità in zona genitale è talmente diversa, da persona a persona, che non esiste UN modo di farlo meglio. Banale, sì, ma l’unica guida davvero efficace è il partner, dal quale possiamo facilmente evincere indicazioni osservandone le reazioni ma il quale può pure farci capire esplicitamente cosa preferisce, cosa lo stimola più piacevolmente. E qui andiamo ad analizzare una questione che molti sottovalutano, relegandola a sciocchezza, ma vi assicuro che non lo è per niente: la modalità di comunicazione. COME GRATIFICARE LA PARTNER Uso il genere femminile come riferimento, non a caso: non perché io consideri solo i rapporti etero ma perché più spesso siamo noi donne ad avere problemi con terminologie e modalità di comunicazione. Facile capire che dipende sempre dal condizionamento socio-culturale ricevuto: in linea di massima la maggior parte delle donne vive ancora forte, spesso inconsapevolmente, il conflitto con il giudizio che le fa sentire delle poco di buono se sono molto aperte sessualmente. Non di meno, il condizionamento viene dal costrutto sociale per il quale la donna sessualmente libera è stata ed è tutt’ora spesso accostata alla figura della prostituta (a dirlo carinamente). Motivo per cui, se una donna sta dando un alto grado di piacere, sentirsi dire BRAVA non è il massimo. Io lo so che l’uomo che lo dice lo fa con i migliori intenti ma “brava” è un aggettivo che esprime giudizio, come se fosse una prova. E se consideriamo che quelle brave a fare fellatio sono spesso enfatizzate e correlate alla figura della prostituta, quella parola incrina la situazione. Se lo ritenete sciocco, sbagliate. Sbagliate nel senso che non otterrete nulla di buono, perché sminuite il sentire della vostra partner. Ben diverso invece se usate espressioni che riguardano solo lei, ciò che vi sta dando. Tra un “Brava” e un “Sentissi cosa mi stai facendo” o “Stare nella tua bocca è qualcosa di meraviglioso” passano molte differenze, tra cui l’eccitazione di lei. Brava ce lo diceva la maestra a scuola, voglio dire, ci siamo intesi? Provate a dirle cosa state provando invece. Spostate su di voi la situazione, su ciò che state vivendo, anziché usare un giudizio generico e stereotipato. La coinvolgerete di più, la ecciterete di più. Non che vi si chieda di tenere un comizio nel momento in cui vi state godendo la situazione, ma se vi viene di parlare, ciò che dite veicola in lei sensazioni: se la volete mantenere coinvolta ed eccitare ulteriormente, prenderle delicatamente la testa con le mani e guardarla mentre la gratificate con le parole “giuste”, avrà il suo bell’effetto. Il Dirty talk non è per tutti/e, ma fatto nel modo adeguato a chi avete davanti crea un coinvolgimento di cui non vi pentirete. Banalmente: tra un uomo che dice “Mi fai un pompino?” e uno che bacia appassionatamente mentre vicinissimo alle labbra sussurra un “Mi fai sentire la tua bocca lì dove mi manda ai matti?” su moltissime donne fa la sua bella differenza. So che in linea di massima per un uomo cambia poco sentirsi dire “La lecchi bene” piuttosto che “La tua bocca è fantastica” ma per noi donne funziona un po’ diversamente. Anche qui, dovete porre attenzione alla soggettività di chi avete di fronte, per capire come le piace sentirsi incentivata e gratificata ma vi dico di certo che l’uomo che si pone come quello che “Ah ma che stronzata. Guarda che se ti dico brava non voglio darti della t***a, eh!” ci perde. Magari si sentirà strafigo, ma di fatto metterà distanza tra sé e la partner che (succede spessissimo) smetterà di “abbassarsi” con piacere e volontariamente. VOLONTARIAMENTE. Cosa ve lo dico a fare: quando c’è di mezzo la bocca, non si scherza. La maggioranza delle donne afferma che considera più intimo l’uso della bocca rispetto a quello della vagina, ma lo sapete già, giusto? Vi invito comunque a ricordarvi che una donna, a differenza di un uomo, si trova sempre nella condizione di dover accogliere. Quindi sì, mi permetto di dire che le donne hanno diritto a certe attenzioni in più perché accogliere, quando non si prova totale piacere nel farlo, è una sorta di violenza. Non scateniamo battaglie tra i generi, lavoriamo per venirci incontro, senza sentirci inadeguati se un’abitudine che abbiamo, all’altro non piace. Siamo qui per stare meglio insieme, no? Non per decidere chi abbia ragione. Se un partner o una partner vi dicono che qualcosa li infastidisce, non fatelo, punto. Anche perché nel sesso la razionalizzazione non è sufficiente. Accogliere nella bocca il membro di una persona che ci sminuisce in altre cose, per esempio, ci viene impossibile. Dargli piacere ci diventa pesante e finiamo per non farlo più. Così come per diverse donne è impossibile farlo se non c’è una condizione di perfetta pulizia. TASTO DOLENTE Per molti uomini l’odore “maschio” è un’affermazione della mascolinità, appunto, mentre per diverse donne è un deterrente, nel doverci metterci la bocca. Anche qui le soggettività fanno la differenza, ma, se non siete certi che la partner gradisca stimoli olfattivi forti, non fatene una questione di vita o di morte. Inutile piccarsi. Diversi uomini vedono un rifiuto della propria mascolinità nella donna che chiede pulizia: si sentono proprio feriti nell’ego, spesso perché loro stessi invece amano (nella pratica inversa) che la partner non sia fresca di sapone. Al netto di tutte le discussioni e le ragioni, provate a non interpretare questo aspetto come un giudizio sulla vostra persona: è questione di gusti, punto. Partite dal presentarvi “freschi”, poi verrà da sé che se l’altro/a preferisce un odore forte lo dirà o lo farà capire. L’IRRUMATIO LA SI CONQUISTA Non lo conoscete questo termine, eh? È il termine in latino che indica la pratica in cui l’uomo spinge con i fianchi per affondare il pene nella bocca di chi sta facendo la fellatio ed eiacularle in bocca. Se volete approfondire, il discorso storico riguardante fellatio e irrumatio è molto interessante ma in sostanza il termine caduto in disuso indica la forma violenta della fellatio, che può arrivare fino al Deep throat passivo, termine derivato dal linguaggio del “porno”. Sì, perché si fa presto a dire fellatio, ma mica ne esiste solo un tipo. E mica per forza significa lui in piedi e lei in ginocchio… soprattutto se rispetto alla pratica lei non è proprio appassionata. Per chi non lo sapesse, quando un uomo sta facendo dipendere il suo piacere dalla partner, è lui quello assoggettato, anche se la posizione eretta (intendo “in piedi”) lascerebbe intendere altro. Se qualcuna avverte fastidio a inginocchiarsi, meglio evitare discussioni e invitare lui a mettersi in posizione seduta o addirittura distesa. L’UOMO STESO È UOMO ARRESO, l’avete mai sentita? Io no, ma mi è saltata in mente adesso immaginando la scena. Se dovessi consigliare un percorso in crescendo, se la partner è un po’ diffidente verso la pratica, direi che la cosa migliore è partire da stesi lasciando che sia lei a condurre il gioco, per poi arrivare gradualmente fin dove il piacere vi porta. Non dico che sia scontato poter arrivare alla situazione in cui potete prenderle la testa e ancheggiare con una certa determinazione, ma di sicuro partire da lì equivale a essere dei kamikaze. Piccolo appunto: non pretendete un “69” subito… soprattutto se vi conoscete poco. Darei priorità al piacere alternato, che consente di capirsi meglio a vicenda. Quando la conoscenza è più profonda, allora avventuratevi pure. Come al solito avrei ancora mille cose da dire e considerazioni da fare ma il post è già un “pippone”. Allora andiamo per punti; se poi volete approfondire lo facciamo nei commenti: -più o meno ovunque trovate affermazioni per le quali ci sono DONNE ALLE QUALI PIACE E DONNE ALLE QUALI NON PIACE. Non è vero. Tant’è che moltissime affermano che con alcuni uomini amano tantissimo farlo, con altri no. Le motivazioni vanno dal modo in cui lui “le tratta”, al grado di pulizia o preparazione (molte detestano i peli pubici, per esempio), alle pretese sulla conclusione. Lo so che per voi uomini è altamente piacevole che la partner non rifiuti lo sperma ma la questione, lo capite bene, non è una scelta razionale. Se la cosa disgusta può dipendere sia dalle caratteristiche dello sperma (qui un post sulla specificità dell’argomento), sia da un gusto personale rispetto alla cosa. Non vi fissate nel volere che ingoi a tutti i costi: se le fa schifo non può proprio farlo; se insistete, è facile che quella pratica diventi sempre meno frequente; -lo SGUARDO: mantenere il contatto visivo, in questa pratica, è per entrambi un rafforzativo davvero indiscutibile. Mai sentito nessuno che non leghi l’eccitazione allo scambio di sguardi durante la fellatio. Lui che guarda lei, lei che guarda lui. -Ah sì, i CAPELLI: la donna che discosta i capelli nell’atto, per far sì che sia possibile il contatto visivo, risulta molto seducente ed eccitante. L’uomo che segue ciò che accade con lo sguardo è una carezza eccitante, per lei. Come lo è lui che discosta i capelli di lei (o li trattiene) se lei, intenta a dare piacere, non riesce a domarli; -la LUBRIFICAZIONE: in generale agli uomini piace veder colare saliva ma non tutte le donne amano farlo perché, magari anche inconsciamente, richiama i film porno, ecc. Questione di gusti soggettivi, come sempre. Parlatene e tenete in considerazione che in commercio ci sono ottimi lubrificanti studiati apposta per facilitare lo scorrimento anche nel sesso orale. Vi invito però a evitare di sputare in qualsiasi pratica: a tanti piace, a molti fa proprio ribrezzo. Parlate, parlate, parlate! -la STIMOLAZIONE TESTICOLI/PERINEO/ANO: credo sappiate che la maggior parte degli uomini ama la stimolazione aggiuntiva, adeguata, durante la fellatio. Qui il dialogo è importantissimo perché per molti uomini il solo sentir avvicinare un dito alle natiche è PANICO! Dall’irrigidirsi (e non dove serve) all’immediata perdita dell’erezione. Stessa cosa per l’utilizzo dei DENTI: solo la minor parte degli uomini ama la stimolazione –seppur delicata- con i denti. Qualcuno la adora, soprattutto alla base del pene. Parlate, parlate, parlate! -il FRENULO, quella delicatissima porzione di pelle che sta alla base posteriore del glande e lo unisce al prepuzio, è molto sensibile perché ricco di recettori nervosi e vasi sanguigni. Una stimolazione adeguata porta piacere, troppo intensa può causare disagio. Se eccessivamente stimolato può andare incontro a lacerazioni parziali o totali e portare dolore. Qualcuno è più sensibile, qualcuno meno. Lo capirete da voi ma come sopra: parlate, parlate, parlate! Anzi, no, basta parlare! Usate la bocca per fare altro, questo weekend! ![]() Nel post precedente abbiamo parlato di alcuni oggetti in particolare e anche in questo ne vedremo altri, ma voglio prima spiegarvi una cosa. Già abbiamo detto che non sostituiscono il/la partner e non entrano in competizione. Ma, se ancora lo pensate, forse dipende dalla vostra autostima e il condizionamento che ne deriva, ragion per cui il pensiero che un oggetto possa dare piacere al/alla vostra partner vi disturba. Vi butto lì un discorso sul bisogno che il piacere dell’altro venga esclusivamente da voi. Lancio il sasso e nascondo la mano: rifletteteci da soli. E non lo sto dicendo solo agli uomini, eh, perché spesso il discorso inverso è anche più ostico. Se un uomo si compra, per esempio, una vagina finta, nella maggior parte dei casi: apriti cielo! Eppure vale il medesimo concetto: non è che lui s’innamorerà di una vagina finta o sarà attratto da lei. La userà quando vorrà darsi piacere da solo e in un modo diverso. Di male non c’è assolutamente nulla. Se avete una consapevolezza sessuale di base almeno accettabile, saprete che la masturbazione è un fatto fisiologico, anche in una persona che ha una regolare attività sessuale. Non è che si fa sesso con sé stessi soltanto in mancanza di una persona con cui condividerlo. Non si tratta di “un ripiego”. Siamo la base del nostro essere sessuale, siamo il fulcro. Non dimentichiamoci di noi. È importante toccarsi in adolescenza per conoscersi, ma lo è altrettanto continuare a farlo per mantenere un contatto diretto con il proprio sé sessuale, per poterlo condividere efficacemente con l’altro. E i sex toy usati in solitudine, per esempio, sono un ottimo modo per conoscere orgasmi diversi. Se pensate che sia una cosa sciocca, inutile, superflua, be'… dovreste ascoltare chi li usa. E dovreste farlo considerando che, a parte le preferenze soggettive, se non li avete provati non potete conoscere questa esperienza. Punto. Io ne ho provati un’infinità. Nessuno è necessario, nessuno sostituisce un partner, molti invece danno orgasmi che nessun partner può dare. Perché? Semplicemente perché sono studiati per fare questo. E se non lo facessero davvero, capite bene che non ci sarebbe il mercato che c’è: le persone avrebbero smesso di comprarli. Dato per scontato che i sex toy aumentano le possibilità del piacere perché ne procurano uno diverso che può essere vissuto individualmente o condiviso con il partner, vi dico che le donne si stanno molto evolvendo su questo, traendone un beneficio personale. Infatti quando giocano con i sex toy imparano a conoscere meglio il proprio orgasmo essendo concentrate esclusivamente sul proprio piacere. Questo si verifica di conseguenza anche sul sesso a due, in senso molto positivo. Altra “curiosità” sulle donne": se li comprano di nascosto dal partner vuol dire che temono di ferirlo, come se significasse escluderlo da qualcosa o potesse scatenare in lui il pensiero che un’evoluzione in quel senso sia causata da un cambiamento sessuale, cosa che destabilizza sempre. Queste donne hanno paura di essere considerate troppo spregiudicate, poiché nell’immaginario collettivo l’apertura e la giocosità sessuale sono ancora viste con sospetto e giudizio moralistico. Abbiamo tutti 'sti casini, lo sapete: i pregiudizi, le convinzioni, le paure. Anche quando parliamo di semplici oggetti inanimati (alcuni si muovono ma non vi rubano niente, stay easy), affrontiamo le nostre insicurezze e i nostri timori. Pensate a un vibratore come se fosse un dolce. Mi piace mangiare un piatto di pasta o una bistecca, ma se c’è anche un dolcino sono più appagata. Non posso vivere solo di dolci, ovvio, ma la sensazione che mi dà il dolcino, dalla bistecca non la posso avere. Un dolcino da solo è buono, ma a fine pasto è un qualcosa che aggiunge un tocco di piacere in più. Ho parlato di vibratore ma quanti altri “dolci” esistono? Un’infinità, più o meno conosciuti. Fatevi un giro sul web, date un’occhiata così, per curiosità: scoprirete cose molto particolari e magari vi si smuoverà pure la creatività. Chissà che non vi venga voglia di regalarne qualcuno, anche. Avete mai pensato che regalare un sex toy è un po’ come dire “Mi piace che tu provi piacere”? Al partner, ma anche a un’amica, a un amico, una sorella, un fratello… basta con le sciarpe a Natale! Battute a parte, come dicevo sopra di sex toy ce ne sono tantissimi, lo sa bene chi ha fatto l’esperienza di entrare in un sexy shop anche solo per curiosare. Qualcuno forse non si sente a proprio agio immaginandosi di entrare in un negozio, ma vi garantisco che oggi il personale addetto alle vendite è spettacolare: nessuno vi guarderà sogghignando e nessuno farà caso a quale oggetto state guardando. Vi accoglieranno con un “Prego, faccia pure. Se ha bisogno sono qui” e se avete bisogno potete davvero affidarvi e chiedere, perché vi spiegheranno tutto ciò che volete sapere in tono di assoluta astensione dal giudizio. Esperienza ancor più coinvolgente potrebbe essere quella di richiedere una visita a domicilio di un rappresentante di sex toy. Sto parlando di aziende che organizzano riunioni nel vostro salotto di casa e vi mostrano diversi attrezzi. Sono aziende specializzate che trovate facilmente sul web, e come tali inviano a casa vostra una persona preparata che spesso viene definita sexual trainer perché sa affrontare la situazione con la giusta dose di ironia, competenze e consapevolezza riguardo al fatto che si sta parlando di un tema un po’ “spinoso”. Ci sanno fare, insomma. Basta contattarle per capire. Vi garantisco che una serata tra amici (dello stesso genere o misto) con un sexual trainer garantisce divertimento e giovialità. Mai a sorpresa, però, mi raccomando: la sessualità per qualcuno potrebbe essere un argomento non facile, anche se apparentemente sembra una persona aperta, emancipata, etc. Chiedete sempre. Come dovreste fare con le riunioni della Tupperware se pensate di invitare me: prima ditemelo! Sarebbe un trauma devastante che non riuscirei a elaborare! Per questo non aprirò l’armadio della cucina ma apro la mia valigetta. Abbiamo guardato alcune cose sabato scorso; oggi prendiamo in mano: - Il lubrificante: anche qui potrei beccare migliaia di euro per tutta la pubblicità che invece faccio gratuitamente al mio preferito: Durex Play, massage due in uno, a base di aloe (conf. fuxia-violacea). Ne ho provati un numero assurdo ma questo resta il mio preferito per consistenza, per capacità di asciugarsi quando lui non serve più (non si scivola all’infinito come su un pavimento di cera) e… ehm… per la forma! Ai venditori di sex toy non piace che io lo dica, ma questo lubrificante ha una forma ottima per partecipare ai giochi anche attivamente. Per la doppia penetrazione, ad esempio, quasi tutte le mie amiche lo usano perché inserito in vagina non sguscia fuori ed è sensibile ai movimenti del bacino del partner. Da sole, semisedute, ottimo per favorire lo squirting. - Pompette per capezzoli: sono bruttine da vedere, sono piccoli stantuffi in sostanza, però lo stimolo è tutt’altro che banale. Si appoggiano sul capezzolo e si gira la vite che, alzando lo stantuffo, crea il vuoto e risucchia il capezzolo all’interno. Usandole si imparerà ad adattarle alle proprie esigenze: c’è chi le usa sul capezzolo lubrificato perché facilita il risucchio di tessuto; c’è chi preferisce usarle sul capezzolo asciutto perché “tira di più”; se poi nell’applicarlo tirerete la pelle del seno, darà quella sensazione di “dolore buono” che a diversi piace. Va a gusti. Possono essere usate anche sulla clitoride, l’effetto è sempre il risucchio; non vi allarmate se quando toglierete la pompetta, la parte intorno alla clitoride si sarà un po’ gonfiata: è fisiologico, tornerà tutto a posto in breve. Come per tutte le cose: la giusta misura in termini di tempo. Le stimolazioni eccessive possono avere conseguenze non graditissime, ma siete grandi, giusto? - Pompette con elastico: sono pompettine come quelle che si usano nei lavaggi dell’orecchio, avete presente? Una gocciona di gomma, all’estremità della quale c'è una cannuccia di plastica dura. Vengono vendute insieme a elastici di silicone. In pratica si prende l’elastico e lo si applica intorno alla circonferenza della cannuccia, vicino all’imbocco il cui lume va poi posizionato sul capezzolo. A questo punto si schiaccia la gocciona di gomma andando a creare il risucchio del capezzolo, infine si fa scendere l’elastico che va quindi ad avvolgere la base del capezzolo risucchiato. Diventerà molto sensibile, più generoso in termini di piacere e esso stesso diventa stimolo all’eccitazione. Se non ci credete, amiche, provate a metterli una mattina prima di uscire di casa… poi mi dite. Anche qui è importante valutare il tempo: prima di usarli per lunghe passeggiate, dovete prenderci confidenza. Da pochi minuti a tutto il tempo che capite essere confacente a voi e alle sensazioni che volete avvertire. - Per i capezzoli esistono anche veri e propri gioielli che rendono interessante un eventuale incontro galante e hanno proprietà di stimolazione diversa: pinzette, morsetti, anelli, pendenti… c’è da sbizzarrirsi. - Plug anali: anche di questi ce ne sono di tipi e misure da perderci una vita. Qualcuno ha pure la versione “bellezza”: potete indossarlo e nella parte che rimane esterna (la base) sarà visibile l’imitazione di una pietra preziosa. O anche una coda, volendo (oh, son gusti!). - Le palline geisha: oltre che piacevoli, sono anche utili per migliorare la muscolatura pelvica, così come i pesi vaginali. Lo sapete che quasi la metà delle donne in età adulta ha problemi relativi alla tenuta della pavimentazione pelvica? Be', niente male prevenire certi problemi giocando. Trovate diversi siti che vi spiegano come e perché (esercizi di Kegel). Questo vi fa bene non solo in termini di piacere ma anche di salute. Nella mia valigetta ci sono pure alcuni giocattoli con telecomando esterno (divertenti da usare in coppia, anche fuori), un aggeggio fatto di venti lingue che girano a ruota, susseguendosi (tipo la ruota panoramica, insomma, e al posto di ogni seggiolino c’è una lingua di silicone), un vibratore trasparente di silicone morbido al cui interno, lungo l’asta, ci sono palline metalliche che girano e danno una sensazione particolarissima. Capito perché non c’entrano nulla i sex toy con voi? Un uomo non potrà mai far roteare delle palline metalliche dentro il proprio pene. Una donna non potrà mai stimolare il perineo di un uomo mentre lui la penetra, salvo lavori in un circo o sia una campionessa di ginnastica. Se avete curiosità verso altri oggetti, chiedete pure nei commenti. Replico volentieri. Detto questo: davvero a Natale volete regalare un’altra sciarpa o un maglione? Vai al post su Frontpage per leggere i commenti. ![]() Che i giocattoli siano uno strumento di divertimento non è sicuramente una scoperta, come non lo è associare il divertimento al piacere sessuale. Credo la pensasse così pure l’addetto alla sicurezza dell’ultimo aeroporto dal quale sono partita che, vedendomi appoggiare sul nastro un paio di sacchetti trasparenti con dentro i miei preferiti, prima mi ha guardata in viso, poi ha sorriso dicendo “We can never be old enough to stop playing”. Una sorta di “Non si è mai abbastanza grandi per smettere di giocare”. Già. Negli aeroporti è un po’ un casino… qualche mese fa ne hanno evacuato uno perché un vibratore si era acceso dentro a una valigia pronta per essere stivata e ha fatto partire l’allarme, ad esempio. Quindi, se volete portarveli appresso, meglio dare un’occhiata alle regole per l’imbarco. Così come se non siete pratici e volete acquistarne qualcuno, meglio informarsi prima sulla qualità e le potenzialità di utilizzo. Ma andiamo con ordine. Oggi parliamo di sex toys, cioè di tutti quegli strumenti che si possono utilizzare per rendere il sesso più giocoso e più intenso, sia individualmente sia in coppia. Avevo deciso di farvi una lista ma poi ho pensato che, se fate un giro sul web, i siti specializzati e i magazine più trendy forniscono parecchie informazioni anche più dettagliate nelle specifiche di quanto potrei fare io qui, in un post. Ogni sito pubblica la propria lista di preferiti anche per ragioni di sponsorizzazione e marketing, però in generale le indicazioni che trovate sono davvero dettagliate e stimolanti, e c’è di che sbizzarrirsi. Al netto del fatto che in Italia solo il 28% delle donne possiede un vibratore, mentre nel resto del mondo occidentale si viaggia oltre il 45%, preferisco occuparmi del discorso un po’ più in generale perché anche riguardo ai sextoy, gli stereotipi e i luoghi comuni la fanno ancora da padroni. Rispetto ai vibratori, ad esempio, è facile sentir dire che serve per rimpiazzare un uomo. Ditemi che non devo spiegarvi che è una sciocchezza enorme e che, chi lo pensa, ha un grosso problema di autostima: a pensare che una donna possa sostituire l’uomo con un vibratore può essere solo chi vuole giustificare a se stesso l’incapacità di instaurare una relazione sana con l’altro sesso, lasciatemelo dire. E lo fa sminuendo così se stesso e il genere femminile. Un vibratore non è un uomo ma semplicemente un oggetto che consente un orgasmo alternativo: per quanto il design e i materiali possano essere ispirati “all’originale”, non hanno nulla a che fare né in termini di sensazione tattile né di quella affettiva, quindi leviamoci di dosso certi luoghi comuni banali e banalizzanti. Un po’ la “rabbia” degli uomini verso i vibratori la capisco perché quelli non fanno mai “cilecca” ma più nello specifico, chi ce l’ha con i vibratori, solitamente vive un vero e proprio conflitto con la masturbazione femminile in generale. Sono ancora tantissimi oggi gli uomini che non apprezzano l’autoerotismo femminile, soprattutto se parliamo di una situazione condivisa, durante un rapporto. La donna che si tocca, per molti, è simbolo di una propria inefficienza sessuale: “Se hai bisogno di toccarti mentre io ti sto penetrando, allora io non basto a farti provare piacere”. Questo è ciò che pensano ancora troppi uomini, che dobbiamo scusare perché tutto ciò deriva dal condizionamento socio-educativo che hanno ricevuto e dai conflitti che hanno dovuto e ancora devono affrontare a causa del perpetuo dover corrispondere ai canoni di mascolinità e potenza sessuale. Forse non tutti sappiamo o abbiamo mai pensato che, se la crescita sessuale della donna è minata da mille stereotipi, pure quella dell’uomo ha parecchi ostacoli tra i quali la parola “impotente”, ad esempio, o il bisogno di dimostrare ai pari di aver già fatto sesso in età adolescente e di avere un’attività frequente in età adulta. Discorso che magari riprenderemo ma che sta alla base del motivo per cui, per un uomo, la donna che si masturba è segno di una propria mancanza, di un’incapacità, che mina la sua autostima. Ragazzi, non è così. Semplicemente, essendo stimolazioni diverse, se una donna si tocca durante la penetrazione è perché il piacere viene amplificato dalla doppia stimolazione vaginale e clitoridea, punto. Una sorta di addizione matematica, niente di più. E se magari siete così avanti da toccarla voi, durante la penetrazione, ma lei vi sposta la mano e si tocca da sola è semplicemente perché ognuno di noi (anche voi) sa toccarsi meglio di come possa fare chiunque altro. Non sentitevi sminuiti, non è che non siete capaci: è solo che in quel momento magari, impegnati anche nella penetrazione, il tocco è incerto, o cambia ritmo e pressione, quindi il piacere clitorideo non cresce verso l’orgasmo perché i neuroni percettivi hanno bisogno di continuità e di specifici movimenti, che lei sa darsi perché li sente. Tutto qui. Dovete sempre tenere presente che fisicamente siamo molto diversi: la donna ha questa possibilità di associare ben più stimoli contemporaneamente, e non c’è nulla di sbagliato in voi. Semplicemente lei può associare la stimolazione clitoridea a quella vaginale, di cui vi state prendendo cura voi. Potrebbe pure pensare di associare quella anale con un vibratore e a quel punto, se volete fare di più, potreste pensare alla stimolazione dei capezzoli, per esempio, o di una parte del suo corpo che sapete essere zona erogena per lei. Insomma, il corpo femminile ha molte più innervazioni di piacere e possibilità di orgasmi, per conformazione fisica, quindi più se ne associano, più potente sarà il piacere. Avete mani e bocca, quindi potete sicuramente adoperarvi e stimolarla in diversi modi ma, siccome non avete centoquattordici mani e spesso sono impegnate a mantenere la posizione per gestire la penetrazione, i sex toys –capite bene- dovreste vederli come degli alleati. Non a caso ne esistono a migliaia, anche se quando si parla di sex toys si pensa principalmente ai vibratori. Non saprei proprio da dove partire se dovessi elencarli tutti, quindi qui adesso su due piedi, ho deciso di aprire la mia valigetta e presentarvi i miei preferiti. Ne ho un discreto numero perché per un periodo ho collaborato con una rappresentante: lei mi mandava il giocattolo da testare, io lo provavo e facevo una recensione. Parto sicuramente da #Womanizer, il re dei succhiaclitoride. Questo lo testai in una situazione un po’ particolare, durante una trasmissione in radio, in un clima amichevole e di divertente ironia. Io ero a casa mia, in collegamento telefonico, e i ragazzi in radio facevano da spalla a un momento che, condotto con i giusti modi, è risultato gioviale e divertente. Nulla di volgare, nulla di vergognoso. E piuttosto stupefacente per me perché il succhiaclitoride, seppur palesemente deficitario in termini di sensazioni tattili rispetto a una bocca, è un portento nel condurre all’orgasmo clitorideo. Cioè, se pure tu non volessi godere, se quello è lì ed è acceso, tu godi, punto. Questo succede perché, agendo meccanicamente, lo stimolo non cambia mai intensità e ritmo, salvo che sia tu ad aumentarlo o diminuirlo spingendo il bottone. E la clitoride non può esimersi dal godere. Attrezzo che consiglio vivamente alle donne che faticano a raggiungere l’orgasmo o non l’hanno mai provato. Dopo di lui ne ho testati altri tre per una motivazione semplicissima: ha un costo importante, quindi volevo capire se qualche prodotto meno dispendioso, potesse equipararlo nell’effetto. Ahimè, no. E ci tengo a specificare che per lui, come per tutti gli altri oggetti che citerò, non percepisco nessun compenso a scopo pubblicitario. Ho scelto di indicare i nomi commerciali solo perché capisco bene che nell’acquisto ci sia pure il bisogno di valutare la spesa, quindi preferisco indicarvi acquisti sicuri per evitarvi di spendere magari la metà ma in oggetti che poi finireste a non utilizzare… e ve lo dice una che ne ha mezzo armadio pieno. Succede esattamente come con i vestiti: ne compriamo venti ma più della metà finiscono solo a impegnare grucce perché alla fine scegliamo sempre quell’abito che ci fa sentire meglio, no? E la metafora degli abiti si confà perfettamente perché un vestito di scarsa qualità, dopo essere stato indossato qualche volta, si deteriora, si scuce, si rompe. Se non è di buona fattura e di buoni materiali, rischiamo pure di usarlo una volta e mai più. Rischio che non si corre con Womanizer, che io ho da quattro anni e non ha mai sbagliato un orgasmo. La particolarità di questo aggeggio, oltre alla qualità e alla potenzialità nel portare all’orgasmo, è che non dà mai fastidio. Mi spiego: non so se sapete che tantissime donne, subito dopo aver avuto un orgasmo clitorideo, nei minuti successivi non sopporta nessuna stimolazione della clitoride. Sentirla toccare dà addirittura una sensazione dolorosa, a qualcuna. Personalmente provo solo fastidio ma, per il tipo di stimolazione che mette in atto Womanizer, posso non toglierlo e “partire” subito per l’orgasmo successivo. Cosa che non mi succede con gli altri che ho testato e cosa che non mi è possibile nemmeno con le mie stesse mani. Non si corre nessun rischio nemmeno acquistando i prodotti Lelo. Un marchio che probabilmente avrete sentito nominare, del quale io non posso parlare che bene, considerando che il primo vibratore specifico per stimolare lo squirt che comprai è di questa azienda e resta sicuramente il mio preferito in termini di stimolazione. Sto parlando di Mona, garantito dieci anni e io sto fuori garanzia, con il mio, ma funziona ancora alla perfezione e il materiale non ha subìto alcun mutamento. Ha una forma talmente ben disegnata che anche per il sesso anale è davvero il top, soprattutto per chi è alle prime armi. Decisamente un attrezzo genderfluid. Sempre della Lelo, segnalo anche Ina Wave (un rabbit che stimola clitoride e punto G insieme), Hugo per lui (per il massaggio prostatico è top) e Tor2 (il miglior anello fallico vibrante di tutti quelli testati e valutati (tanti). E sugli ANELLI FALLICI mi soffermo perché in questo periodo ho ricevuto diverse richieste di consigli su quali acquistare, cosa che mi è piaciuta tantissimo perché un uomo che va oltre lo stereotipo del “non ne ho bisogno” è sicuramente un ottimo compagno di giochi. Ma cosa fa esattamente un cock ring? In primis rafforza l’erezione, risultando quindi un alleato per chi ha problemi a mantenerla ma anche per chi non ha problemi… allungando i tempi, il che non guasta sicuramente. Indossato intorno alla base del pene, quando è semieretto, fa sì che la successiva fase dell’erezione (quando cioè il pene va in erezione rigida e completa) venga mantenuta più a lungo. Inoltre l’anello preme sull’uretra e può quindi indurre un orgasmo molto più intenso. Preoccupati al pensiero di come posizionarlo? È comprensibile. Potrei pure burlarmi un po’ di voi in questo passaggio perché, se penso a quanto maldestri siete in generale anche solo a indossare un preservativo, mi viene da sorridere a immaginarvi alle prese con un anello. In realtà, come in tutte le cose, è solo questione di pratica. E di modello che scegliete. Se cercate sul web, di anelli fallici vibranti e non, ne trovate un’infinità ma in generale il modo più comune di indossarlo è alla base: tutto ciò che dovete fare è applicare una piccola quantità di lubrificante all’interno dell’anello e farlo scorrere lungo l’asta semieretta fino alla base. Tutto qui. Dopo il rapporto va rimosso nello stesso modo, sfilandolo, quando siete tornati in semierezione. Quando sarete un po’ più pratici, potrete anche scegliere di indossarlo dietro allo scroto: io non so descrivervi quale differenza ci sia a livello di sensazione, non potendola provare direttamente, ma so che parecchi uomini dicono di sentirlo più fermo, più sicuro. Qui dovete sperimentare voi, insomma. Per indossarlo valgono le stesse indicazioni (semierezione e lubrificante) mentre la manovra da fare è infilare prima i testicoli e poi tirare l’anello, infilandovi il pene. Niente di complesso, nemmeno per rimuoverlo: fate la manovra inversa, prima il pene poi lo scroto. Ma come si sceglie un anello fallico? Dipende dallo scopo. Se lo si sceglie come giocattolo, quelli vibranti promettono sensazioni aggiuntive anche per la partner, ad esempio. Dico “promettono” perché bene o male lo garantiscono tutti ma non tutti mantengono. Per questo ho scelto di indicarvi Tor2 della Lelo: lui so per certo essere “di parola” e il tipo di vibrazione che emette è effettivamente percepibile anche dalla partner. Diversi altri provati, soprattutto quelli monouso, lasciano il tempo che trovano. Ma, oltre a quello vibrante che già abbiamo detto dover essere di qualità per mantenere le promesse, facciamo un breve elenco dei tipi che potete trovare: -anello fallico regolabile: sceglietelo in silicone e di buona qualità (quelli economici può succedere che si sciolgano). Tutto quello che dovete fare è mettere questo “laccetto” intorno alla base del pene e stringere il cordino quanto vi piace. Potete eventualmente stringerlo o allentarlo anche durante i giochi. -anello fallico elastico: è sicuramente la scelta migliore per i principianti. È altamente flessibile, quindi si adatta anche se la taglia non è esattamente quella giusta. Anche qui insisto sulla qualità perché quelli economici tendono a perdere elasticità e potenziale costrittivo, quindi dopo un paio di usi vi toccherebbe buttarlo. -anelli fallici con supplemento: si tratta di anelli fallici che hanno elementi aggiuntivi che stimolano lo scroto o la clitoride o entrambi. Alcuni hanno anche un fallo supplementare. Gran bei giocattoli ma meglio provarli quando sarete già un po’ più esperti del modello base. -anello con teardrop: paura per il parolone? Si tratta di un anello che ha un supplemento speciale, piccolo, che va a stimolare il perineo (zona tra testicoli e ano). Stuzzica in maniera decisamente piacevole. Come capite bene, c’è da sbizzarrirsi ma cosa c’è da sapere riguardo alla misura da scegliere? La maggior parte degli anelli fallici è flessibile, quindi si adatta bene alle dimensioni. Solitamente quelli di buona qualità sono in misura standard proprio perché essendo silicone ottimo non si deteriora e non cede. Se volete invece avventurarvi verso quelli di metallo, le misure contano eccome: dovete misurare la circonferenza della base dell’asta in erezione e dividerla per 3,14 per ottenere il diametro e scegliere l’oggetto in base al risultato ottenuto. Considerate che in vendita ne trovate di diversi materiali (pelle, metallo, lattice…). Io consiglio sempre il silicone, sia per una questione di adattabilità di forma, quindi confort, sia per questioni igieniche: si lavano molto facilmente e sono quindi più igienici. Quelli in metallo sono difficoltosi soprattutto per la scelta della misura, non così facile: una dimensione inadatta può portare dolore durante l’erezione e i rapporti (se troppo stretto) o può risultare inutile (se troppo largo). Quelli in pelle hanno spesso bottoni con i quali è possibile regolare la misura ma personalmente li trovo antiigienici. Ultima cosa sugli anelli: andando a esercitare un’azione meccanica, possono causare danno se non usati correttamente ma è sufficiente che non siano troppo stretti e che non li indossiate per più di venti/trenta minuti e non succederà nulla di che. Riassumo? Scegliete preferibilmente un anello flessibile, mantenetelo ben igienizzato e non indossatelo per “sedute” infinite. Potete togliere e rimettere. A questo punto, guardo la mia valigetta e vedo le pompette, le pinze e gli elastici per i capezzoli; i giochini con telecomando; le lingue leccapatata (termine confidenziale) e altre cose curiose, ma realizzo di aver già scritto tantissimo. E volevo parlarvi anche delle diverse possibilità, in coppia o da soli, e di vivere un’esperienza interessante con le aziende professioniste dei sex toys… quelle che vengono anche a mostrarveli a casa. Riapriamo la valigetta nel prossimo post? (su #womanizer leggi anche questo) Vedi post e commenti su Frontpage Post #SEXANDTHEPOSTè la rubrica settimanale sulle dinamiche sessuali di cui mi curo per Frontpage Post Archivi
Ottobre 2020
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