![]() Per affrontare qualsiasi discorso sulle manipolazioni, ma soprattutto sulla questione narcisistica, è necessario aver capito che tutti siamo narcisisti e chi lo è in termini patologici non ce l'ha scritto in fronte, uomo o donna che sia. Il narcisismo è una componente della personalità, funzionale ad amare sé stessi e fondamentale per sviluppare una vita equilibrata. È una caratteristica sana, insomma, della personalità che è un’architettura relativamente stabile di tendenze comportamentali (tratti), stili cognitivi, preferenze (o motivi), disposizioni valutative (o atteggiamenti) che permettono di riconoscersi e di distinguersi dagli altri. Per semplificare, immaginiamoci una linea retta che rappresenta lo 0 della personalità, sulla quale sono allineate tutte le componenti e tutte le caratteristiche in perfetto equilibrio tra il meno e il più (prima immagine). La giusta misura di tutto. Nessuno di noi è così: abbiamo tutti caratteristiche più o meno preponderanti che non sono altro che l’ingrediente specifico della personalità unica di ognuno, ok? Diciamo che in una struttura di personalità funzionale i tratti restano tutti dentro certi limiti e interagiscono tra loro senza creare grossi casini, compensandosi. Casini che nascono invece quando uno o più tratti superano il limite al punto da condizionare la funzionalità della personalità. Quando la componente narcisismo è un po' più "alta", c'è un eccesso di vanità, che serve solitamente a compensare un difetto di autostima. La persona ha bisogno di un ritorno, di un riconoscimento importante da parte degli altri perché qualcosa non è andato benissimo nel processo della determinazione del sé durante lo sviluppo della personalità, ma non è così impattante da determinare un disturbo vero e proprio. Se, invece, nella fase di sviluppo qualcosa è andato molto storto (cosa, ne parleremo in un altro post), quindi autostima e determinazione del sé sono rimasti bassissimi (e si è sviluppata solo l'empatia cognitiva ma non quella affettiva) succede quello che vedete nella seconda figura. La caratteristica prevarica tutte le altre, condizionando la persona al punto che accentra tutte le attenzioni e tutte le energie sul sé, come una fissazione che non si limita a essere funzionale a sé stessa ma, appunto per la bassa autostima e determinazione del sé che la determinano, ha bisogno di trovare negli altri una continua conferma che il proprio sé sia grandioso. Come se avesse dentro un vuoto da colmare. Un vuoto che non ha fondo. Non riconoscendo gli altri come pari, ma solo come rifornitori di stima, in una relazione paritaria non otterrebbero abbastanza amore (inteso come riconoscimento affettivo spontaneo) per colmare il loro bisogno. Riprendiamo quel che abbiamo detto sopra: tutti abbiamo una componente narcisista. per questo, tutti tendiamo in qualche modo a far sì che gli altri ci riconoscano nel modo che piace a noi, no? Vi introduco una metafora che, chi è stato in consulenza da me, conosce già molto bene. Pensiamo alla stima come fossero BISCOTTI! In una relazione sana, due partner producono ognuno biscotti per sé (autostima) e biscotti per l'altro (stima), riuscendo così a mantenersi appagati entrambi. Una persona che ha un disturbo narcisistico della personalità, invece, vede il partner solo ed esclusivamente come una macchina che produce di biscotti. Non essendo dotato di empatia affettiva, il narcisista patologico non ha alcuna possibilità di interessarsi affettivamente al sentire e all'appagamento dell'altro. Risponde al vuoto interiore che deve colmare, quindi, usa l'empatia cognitiva per capire come si sente l'altro solo allo scopo di determinare in lui una certa risposta emotiva che lo porterà a produrre sempre più biscotti. E usa strategie affinché il partner desideri proprio produrre sempre più biscotti. Il patologico, attribuendo la propria fame e la propria assenza di energia a cose brutte che gli sono successe, a persone che gli hanno rubato i biscotti, spesso non chiede esplicitamente biscotti, anzi... usando la comunicazione perversa fa intendere al partner di non volerli, perché non vuole essere di peso, perché non li merita, perché non vuole imporre niente, ecc. Il partner, che ovviamente vuole il bene dell'amato, aumenta la produzione di biscotti perché appagare l'altro è un sentimento spontaneo e piacevole, per chi è innamorato, no? Cioè, in una relazione normale lo è. E lo è anche pensare che, dando moltissimi biscotti all'amato, questi riacquisterà presto energia e ricomincerà a produrre biscotti anche per lo scambio. Ma in questa relazione i biscotti prodotti per il patologico non bastano mai... il vuoto da colmare è a perdere. Quindi, il partner - aumentando crescentemente la produzione - arriverà a sfinirsi, a perdere ogni energia e perfino a cedere i biscotti necessari al proprio autosostentamento (autostima). Ecco perché la sensazione di vuoto interiore in cui si trova chi ha una relazione con chi è portatore di un disturbo narcisistico della personalità. Ci si svuota per riempire il vuoto dell'altro. Facendo un paragone tra il narcisista sano e quello patologico, possiamo dire che le persone sane producono biscotti per il proprio sostentamento e biscotti da scambiare nella relazione, mentre, i narcisisti patologici mangiano e basta. Vogliamo contestualizzare la metafora nelle fasi di manipolazione? Durante il primo periodo, con il LOVE BOMBING, il narcisista patologico fa uso di tutte le energie che ha per produrre temporaneamente una quantità spropositata di biscotti e ne inonda la persona che ha individuato come potenziale produttrice di biscotti. La scelta della persona dipende dal ruolo che intende darle. È sbagliato credere che le persone con disturbo narcisistico di personalità manipolino solo persone con problemi di dipendenza (fame affettiva). Solitamente scelgono in base al proprio potenziale di manipolazione (serve tanta energia per manipolare una persona con forte determinazione del sé) e al ruolo che intendono dare a quella persona: - per una relazione stabile, a lungo termine, una persona che ha problemi di dipendenza affettiva è la scelta migliore perché, anche se ha poca energia altalenante e produce pochi biscotti, difficilmente si rifiuterà di produrli e ancor più difficilmente deciderà di smettere. Poco, ma sempre, è un riferimento certo, una base sicura. - per una relazione a breve termine, un'ottima produttrice di biscotti (tanta autostima e tanta energia) è la sfida plus: è una persona che non ha fame, quindi, il narcisista patologico produce biscotti speciali, quelli che sa piacerle tanto (lo ha scoperto attraverso l'empatia cognitiva: tanta attenzione a tutti i dati che riesce a raccogliere) e ai quali non saprà resistere, magari solo per golosità, per la sensazione di aver incontrato un fine degustatore. C'è uno scambio di biscotti straordinariamente buoni e in abbondanza mai vista. Nella fase di GASLIGHTING, il narcisista patologico rallenta la produzione di biscotti e inizia a mangiarli solamente... motivando con qualche acciacco casuale e sfortunato della macchina che produce biscotti. Poi inizia anche a mettere in dubbio che i biscotti prodotti dal partner siano buoni come erano prima (SVALUTAZIONE), determinando così nel partner un impegno aggiuntivo: non capisce, produce i biscotti sempre con molta attenzione, dedizione... e gli sembrano buoni. Ma per l'amore che prova, che fa? Si impegna di più, prova a cambiare ingredienti seguendo le indicazioni che il manipolatore gli dà tra le righe. Più si impegna e più il manipolatore reagisce con disgusto a quei biscotti, magari insinuando che non ci sia più amore nel produrli o immettendo la figura di un terzo che produce biscotti molto più buoni. Comunicazione perversa, che produce dissonanza cognitiva: la persona manipolata non ci capisce più niente; produce sempre più biscotti nella convinzione di aver davvero sbagliato qualcosa e per dimostrare che invece li produce con amore. In questa fatica emotiva, che il manipolatore gestisce invece con la razionalità (empatia cognitiva), la persona manipolata arriva a dare tutti i biscotti che ha pur di dimostrare che lo fa con amore, eccome! Sforna biscotti e perde energia, sforna biscotti e perde energia,... fino a sfinirsi. Fino a non riuscire più a sfornare biscotti nemmeno per il proprio sostentamento. Una macchina da produzione di biscotti, che non produce praticamente più biscotti, è inutile. Quindi, viene scartata. SCARTO che il manipolatore mette in atto inducendo il partner a guardarsi per quello che è in quel momento: primo di energia, brutto, inutile. Ben lontano dalla meraviglia di energia che era all'inizio. A nulla vale cercare di recuperare o di avere un confronto oggettivo sulle quantità e sulla qualità di biscotti prodotta, anzi. Perché con la comunicazione perversa il manipolatore non farà altro che ricavare uno spazio sospeso, di misunderstanding, che gli potrebbe servire un giorno, qualora vedesse che avete recuperato energia e siete di nuovo potenziali produttori di biscotti. In quel caso, tornerà, se non ha un miglior produttore di biscotti a disposizione in quel momento. E lo farà con la scusa di chiarire il misunderstanding, o addirittura attribuendo la colpa a sé, a qualcosa che gli è successo, ecc. Proprio per questo, anche quando scarta, mette in atto le tecniche di ORBITING: presente quando gli scrivete, visualizza e non risponde? Però su Instagram mette like a quella frase d'amore rivolta a lui, a quanto vi manca, a quanto stavate bene insieme. O cuora un vostro selfie. O lo incontrate "casualmente" davanti ala palestra in cui sa benissimo che andate ogni venerdì pomeriggio alle 17, ma "Passavo di qui per caso". E voi lì appesi, nell'illusione che stia soffrendo per voi, come voi, che abbia bisogno di vedervi, ecc. No. Vi sta solo dando qualche biscotto per mantenere aperta la porta dalla quale poter rientrare nel vostro forno e mangiare biscotti nel momento in cui non avrà nessuno che sforni biscotti per lui e il livello del suo vuoto interiore stia andando in riserva. Mi fermo qui, nella speranza che questa metafora sia d'aiuto per comprendere che il vuoto a perdere è qualcosa di strutturale, che non dipende dalla volontà di chi manipola... Non può fare altro che provare a riempirlo in questo modo, ma non è colmabile. L'unica possibilità è che intervengano professionisti (psicologo e psichiatra, che riempiano il vuoto almeno parzialmente con psicoterapia e psicofarmaci che funzionano come pillole sazianti). Per i normali produttori di biscotti, invece, non c'è possibilità di riempire vuoti a perdere senza sfinirsi. E più ci si sfinisce, più sarà difficile riprendere a produrre biscotti, anche per sé. E più non se ne producono per sé, più sarà impossibile produrne per altri, soprattutto senza temere che di nuovo si tratti di una persona che vuole solo mangiare. Basilare, prima di immettersi in un'altra relazione, riportare " a regime" il proprio livello di autostima e determinazione del sé. Al di là di tutte le narrazioni romantiche, le relazioni funzionali sono quelle in cui entrambi i partner danno e ricevono. Certo, ci sono momenti in cui uno ha più bisogno dell'altro e viceversa, ma serve mantenere sempre un equilibrio tra i biscotti che si producono per sé e quelli per gli altri. Un modo semplicistico, forse, ma funzionale a restare vigili sul senso della relazione e a non sfinirsi in relazioni dannose.
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GRAZIA SCANAVINI
Ricercatrice Educatrice umanista Counselor filosofica Blog con intento educativo per favorire l'emancipazione dalle relazioni tossiche
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