
Sono nata dentro pagine che avevano la pretesa di essere già scritte.
Sto passando la mia vita strappandole, una ad una.
Riscrivendole, una ad una.
Morirò lasciandone una intonsa.
Quella sulla quale mio figlio scriverà della mia ultima espressione.
Appagata e serena.
Di vita vissuta.
Di nulla lasciato al caso
e di nessun caso divenuto nulla.
Scriverà questo sorridendo
senza tristezza
perché io gli avrò insegnato che le cose finiscono, tutte, e non c'è replica.
E saprà che ho voluto conquistarmi la vita che più mi si addicesse.
E saprà che l'impegno mentale che mettevo nel fare qualsiasi cosa era talmente intenso da far fatica a rallentare, da non voler rallentare.
E saprà che non avevo rimorsi.
E saprà che non avevo rimpianti.
E saprà vivere.
Non sopravvivere.
Vivere.