QUANDO UN SERVIZIO FOTOGRAFICO DIVENTA UN’ESPERIENZA SENSUALE: MARCO PULLIA ph.

Succede che un pomeriggio, mentre sfogli pagine del web cercando immagini che rappresentino i tuoi pensieri, i tuoi neuroni vengono catturati da una donna: bella? Non saprei… sicuramente intensa. Un viso che trapela serenità, soddisfacimento, amore per se stessa, calore di se stessa. In controluce.
Succede che vai a vedere il nome del fotografo e lo cerchi su FB: ci piaccia o no ormai è la via più facile per entrare in contatto con una persona che non conosci.
Succede che gli chiedi di usare questa sua foto per una pubblicazione. Inizia uno scambio di battute, idee, impressioni. Succede che la pensate allo stesso modo, che vivete nelle immagini le stesse intensità.
Succede che dopo un paio di mesi lui ti scrive un sms: “Tre minuti e sono lì”. E tu inizi a sudare, il cuore non ha più una logica di battito, le mani non ne vogliono sapere di lasciarti truccare… “Va be’, chi se ne frega!” tanto quello è il meno, quando ti vedrà capirà perché quelle foto non le vuoi fare. Fossi venti kg in meno potresti anche provarci a farti scoprire, ma così…
Succede che entra in casa tua e tu continui a sudare e a tremare mentre pensi: “Adesso glielo dico cazzo… non le faccio io quelle foto… cioè, vorrei farle ma non ce la faccio… Fossi bella o almeno magra le farei cazzo, ma così sprechiamo tempo!”.
Succede che lui sorride e continua a montare la sua attrezzatura… “Ma questo è pazzo se pensa che io mi metta davanti a questa luce grossa da illuminare tutto il vicinato! …io non dico niente, se ne accorgerà che non sono fatta per le foto… anzi, se ne è già accorto, ma davanti all’evidenza non ce l’ha fatta a dirmi che avevo ragione!”
Succede che lui è pronto, ti dice. Così, come a chiedere di avere un bicchier d’acqua. Ecco! Avevi appena smesso di sudare rincuorata dal fatto che dovrebbe aver capito che non c’è nulla di bello da fotografare in te, quindi ti dirà due volte sorridi e poi se ne andrà. Povero, tanti km, ma io tu glielo avevi detto…
Succede che ti guarda e ti dice “Spogliati”. Riso isterico, cerchi parole per insultarlo carinamente ma non le trovi. Provi a dirgli: “Dai… cominciamo con i vestiti poi magari li tolgo… “. Niente! Non molla! Ti guarda con quel mezzo sorriso di chi sa che lo farai.
Succede che lo fai. Succede che ti spogli mentre ancora le mani tremano, le braccia tremano, le gambe tremano.
Tensione.
Succede che la tensione sale perché lui prende la macchina e ti guarda, seduta su quel tavolino che ti sembra la Torre Eiffel da tanto ti espone. E quel faro poi, gli tireresti una scarpa. E’ buio, buio pesto. Solo quel fascio di luce che si appoggia prepotente su di te. Lui dice: “ Sentila quella luce”.
La musica picchia in testa, chiudi gli occhi e la ascolti cercando un modo per scioglierti, rassegnata.
Succede che cominci a fare domande su come metterti, cosa fare. Le mani sono di troppo e non sai dove appoggiarle. Lui niente, continua a dirti di fare quello che ti senti.
Succede che cerchi un pensiero, quello che più ami… lo rincorri, lo tieni stretto. Quando ti ricordi che Marco c’è, il pensiero scappa e tu lo rincorri di nuovo, ti senti al sicuro. Ti stai muovendo e quasi non te ne rendi conto. Quella luce è calda però, aveva ragione Marco quando te lo spiegava prima. E’ calda come te dentro. E se prima ti metteva a disagio adesso la cerchi, ti lasci avvolgere, la senti dentro e ti scalda.
Uno scatto.
Rincorri il pensiero.
Due scatti.
Guardi Marco, che stacca gli occhi dall’obiettivo e ti rassicura.
Tre scatti.
Non hai più bisogno di quel pensiero.
Sei solo tu adesso, con la tua intensità, con la luce che ti da il calore che tu stai dando all’obiettivo di Marco.
Nuda.
Non di vestiti.
Nuda dentro.
Grazie Marco!!! Grazie per una professionalità in cui non potevo neanche sperare di imbattermi!!!
http://www.marcopullia.it/
Un'esperienza che secondo me ogni donna merita di vivere... non solo per il risultato ma per la sensazione che ti rimane addosso...
Ecco cosa pensa Marco............
http://networkedblogs.com/sxpAm
Succede che vai a vedere il nome del fotografo e lo cerchi su FB: ci piaccia o no ormai è la via più facile per entrare in contatto con una persona che non conosci.
Succede che gli chiedi di usare questa sua foto per una pubblicazione. Inizia uno scambio di battute, idee, impressioni. Succede che la pensate allo stesso modo, che vivete nelle immagini le stesse intensità.
Succede che dopo un paio di mesi lui ti scrive un sms: “Tre minuti e sono lì”. E tu inizi a sudare, il cuore non ha più una logica di battito, le mani non ne vogliono sapere di lasciarti truccare… “Va be’, chi se ne frega!” tanto quello è il meno, quando ti vedrà capirà perché quelle foto non le vuoi fare. Fossi venti kg in meno potresti anche provarci a farti scoprire, ma così…
Succede che entra in casa tua e tu continui a sudare e a tremare mentre pensi: “Adesso glielo dico cazzo… non le faccio io quelle foto… cioè, vorrei farle ma non ce la faccio… Fossi bella o almeno magra le farei cazzo, ma così sprechiamo tempo!”.
Succede che lui sorride e continua a montare la sua attrezzatura… “Ma questo è pazzo se pensa che io mi metta davanti a questa luce grossa da illuminare tutto il vicinato! …io non dico niente, se ne accorgerà che non sono fatta per le foto… anzi, se ne è già accorto, ma davanti all’evidenza non ce l’ha fatta a dirmi che avevo ragione!”
Succede che lui è pronto, ti dice. Così, come a chiedere di avere un bicchier d’acqua. Ecco! Avevi appena smesso di sudare rincuorata dal fatto che dovrebbe aver capito che non c’è nulla di bello da fotografare in te, quindi ti dirà due volte sorridi e poi se ne andrà. Povero, tanti km, ma io tu glielo avevi detto…
Succede che ti guarda e ti dice “Spogliati”. Riso isterico, cerchi parole per insultarlo carinamente ma non le trovi. Provi a dirgli: “Dai… cominciamo con i vestiti poi magari li tolgo… “. Niente! Non molla! Ti guarda con quel mezzo sorriso di chi sa che lo farai.
Succede che lo fai. Succede che ti spogli mentre ancora le mani tremano, le braccia tremano, le gambe tremano.
Tensione.
Succede che la tensione sale perché lui prende la macchina e ti guarda, seduta su quel tavolino che ti sembra la Torre Eiffel da tanto ti espone. E quel faro poi, gli tireresti una scarpa. E’ buio, buio pesto. Solo quel fascio di luce che si appoggia prepotente su di te. Lui dice: “ Sentila quella luce”.
La musica picchia in testa, chiudi gli occhi e la ascolti cercando un modo per scioglierti, rassegnata.
Succede che cominci a fare domande su come metterti, cosa fare. Le mani sono di troppo e non sai dove appoggiarle. Lui niente, continua a dirti di fare quello che ti senti.
Succede che cerchi un pensiero, quello che più ami… lo rincorri, lo tieni stretto. Quando ti ricordi che Marco c’è, il pensiero scappa e tu lo rincorri di nuovo, ti senti al sicuro. Ti stai muovendo e quasi non te ne rendi conto. Quella luce è calda però, aveva ragione Marco quando te lo spiegava prima. E’ calda come te dentro. E se prima ti metteva a disagio adesso la cerchi, ti lasci avvolgere, la senti dentro e ti scalda.
Uno scatto.
Rincorri il pensiero.
Due scatti.
Guardi Marco, che stacca gli occhi dall’obiettivo e ti rassicura.
Tre scatti.
Non hai più bisogno di quel pensiero.
Sei solo tu adesso, con la tua intensità, con la luce che ti da il calore che tu stai dando all’obiettivo di Marco.
Nuda.
Non di vestiti.
Nuda dentro.
Grazie Marco!!! Grazie per una professionalità in cui non potevo neanche sperare di imbattermi!!!
http://www.marcopullia.it/
Un'esperienza che secondo me ogni donna merita di vivere... non solo per il risultato ma per la sensazione che ti rimane addosso...
Ecco cosa pensa Marco............
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