Di sesso anale abbiamo già parlato nel post precedente sottolineando come provochi un orgasmo molto intenso dovuto alla stimolazione di una zona particolarmente ricca di terminazioni nervose di senso.
Abbiamo detto che È DOLOROSO SOLO SE NON VIENE FATTO NEL MODO CORRETTO. Se è fatto di fretta, senza il desiderio da parte di chi riceve la penetrazione, solo per compiacere il partner, senza lubrificazione e senza una dilatazione preliminare, diventa un’esperienza negativa e dolorosa. Mi preme ribadire che, come in ogni pratica sessuale, imporsi qualcosa contro il proprio desiderio equivale a commettere una vera e propria violenza su di sé. Affinché sia fonte di piacere, la penetrazione anale va affrontata con metodo e preparazione sia fisica sia psicologica, ovvero: -un DIALOGO APERTO e senza omissioni rispetto all’emotività che ci stimola l’idea di penetrare e di ricevere la penetrazione. Questo è il preliminare più importante. Non dobbiamo sentirci in dovere di farlo e nemmeno in diritto di imporlo. -la SCELTA DELLA POSIZIONE: pensate che il Kamasutra ne elenca trenta! Date un’occhiata a ciò che propone ed evitate di iniziare da quelle che richiedono doti ginniche da acrobati circensi. Scegliete, invece, quella che, a chi riceve la penetrazione, dia la sensazione di poter controllare maggiormente l’atto dell’inserimento. Se chi riceve la penetrazione sente di poter gestire la forza di chi penetra, c’è una predisposizione mentale che favorisce il rilassamento della muscolatura ed è fondamentale perché, se gestire la dilatazione del muscolo sfinterico esterno è questione volontaria, il muscolo sfinterico anale interno è composto di fibre muscolari che agiscono involontariamente; quindi, quando abbiamo paura, si contraggono. Solo se abbiamo estrema fiducia nel partner e siamo certi di poter gestire la penetrazione non proveremo dolore. -l’ASPETTO IGIENICO: considerando che del sesso ci piacciono l’aspetto passionale e l’impeto del desiderio, il sesso anale è una di quelle pratiche che richiede invece un po’ più di attenzione (sempre soprattutto le prime volte). La questione igienica specifica è spesso motivo di imbarazzo (anche se non per tutti) e può non consentire il relax completo. Cosa si può fare? Intanto l’utilizzo di un preservativo sarebbe sempre consigliato, anche se sappiamo tutti che è un’effettiva barriera che diminuisce le sensazioni. In questo caso, oltre che per tutte le motivazioni già conosciute per cui andrebbe usato, eviterebbe il timore di “sporcare e sporcarsi”. Questo anche al netto di una preparazione che è sempre consigliata: la pulizia preventiva. Può essere effettuata mediante microclisteri a base di glicerina, ad esempio, soprattutto se non si ha molto tempo per la preparazione. La cosa ottimale, per essere totalmente sicuri, è la lavanda anale: in vendita trovate veri e propri “doccini” specifici, di calibro e forma adatti, che vanno collegati al tubo della doccia. Si svita il doccino tradizionale, si avvita quello specifico, e si apre il rubinetto. Fate particolare attenzione alla temperatura dell’acqua: lasciatela correre prima di inserire il doccino in modo da essere sicuri che l’acqua sia a una temperatura fisiologica, né troppo calda, né troppo fredda. Non deve mai superare la temperatura corporea perché andrebbe a ledere le mucose interne. -la LUBRIFICAZIONE e la DILATAZIONE: scegliere un lubrificante di ottima qualità e stimolare la zona mettendo in atto preliminari piacevoli, consentiranno di favorire poi l’inserimento del pene. Le possibilità sono tantissime: la stimolazione orale, quella tattile mediante un dito, quella dilatatoria mediante plug anali specifici: ce ne sono di mille diverse tipologie, scegliete quello che vi ispira di più ed usatelo con estrema lentezza, le prime volte soprattutto. Sulla TECNICA di penetrazione ci siamo già soffermati in modo piuttosto specifico nel post precedente, mentre erano rimaste escluse alcune considerazioni “di contorno” ma ugualmente importanti: -la penetrazione anale è strettamente correlata alla psicologia, perché RIGUARDA COMUNQUE L’IMMAGINARIO DI SOTTOMISSIONE: si sente sottomesso chi viene penetrato e sente di sottomettere chi penetra. Se anche razionalmente non la viviamo così, il nostro inconscio la percepisce come tale (per tutta una serie di motivi). Non a caso -per fare un esempio- la posizione volgarmente definita “a pecorina”, in genere è quella che eccita maggiormente l’immaginario di chi penetra perché in quella posizione domina il/la partner che si trova completamente esposto/a. Proprio per questo le posizioni nelle quali chi riceve la penetrazione può controllare il movimento favoriscono la rilassatezza: creano una sorta di equilibrio tra i due partner e la percezione di sottomissione è minore. Pensiamo ad esempio alla posizione comunemente definita “a candela”: se è chi riceve il pene a stare sopra e regolare ritmi e profondità di penetrazione, la sensazione di essere dominat* decade quasi completamente. Alcune persone, soprattutto chi ha subito qualche genere di violenza, può scegliere di fare comunque sesso anale ma solo con “strumenti” di piccolo calibro o in determinati modi, e qui torniamo al discorso dell’importanza del dialogo tra i partner. Non ha nessun senso offendersi se un/a partner ci nega qualcosa nel sesso, soprattutto se ha subito violenze e cerca comunque di vivere una sessualità appagante. Forse con la comprensione ci saranno evoluzioni; con l’insistenza sicuramente no, anzi: l’insistenza diviene una violenza psicologica vera e propria che altro non farà se non creare distanza. -la penetrazione anale per CHI SOFFRE DI EMORROIDI O PATOLOGIE ANALOGHE: non è “vietata” ma richiede sicuramente un’attenzione specifica. Il sesso anale non va ovviamente praticato quando la zona è infiammata, la lubrificazione deve essere abbondante e molto delicata, soprattutto nella prima fase di dilatazione, quando ancora la muscolatura involontaria deve rilassarsi completamente. Chi soffre o ha sofferto in passato di questa patologia, è condizionato dal ricordo del dolore, quindi necessita di un po’ più di tempo e attenzioni per abbandonarsi completamente. Un'ultima nota sulla preparazione al sesso anale: sento spesso consigliare l'utilizzo di gel e creme anestetizzanti al fine di limitare il dolore. Io non sono d'accordo perché ritengo che sia un palliativo per nulla funzionale al piacere. Anestetizzare la zona porta chi viene penetrato a non sentire, a non godere e imparare a conoscere il proprio corpo. Altri aspetti che riguardano il sesso anale e non abbiamo affrontato sono: l’utilizzo dei sex toy, in particolare lo strap-on (cintura con un fallo sopra); il collegamento del piacere anale alla masturbazione e la doppia penetrazione.
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GRAZIA SCANAVINI Educatrice umanista Ricercatrice Counselor filosofica Raccolta dei post della rubrica settimanale sulle dinamiche sessuali ideata per Frontpage Post.
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