Entra. Non dire niente. Parla ai miei sensi. Parlagli piano e forte. Con carezze e schiaffi, con saliva e morsi, con anima e corpo, con diletto e passione. Concedimi. E privami. Dammi. E prendimi. Chiedimi. E comandami. Sussurrami. E urlami. Non un attimo. Non un’ora. Non una notte. Giorni e giorni. Chiusi nel nostro piacere.
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Vieni. Stenditi con me. a guardare oltre il mondo oltre l’infinito. Guardami. Non dirmi che sono bella. Non dirmi che mi ami. Non dirmi parole scontate. Parlami. Dimmi quello che senti. Dimmi l’effetto che ti fa toccare la mia pelle. Dimmi la sensazione che hai nel mordere le mie labbra. Raccogli una stella. Con cui accarezzarmi la pelle. Con cui ossigenarmi il respiro. Con cui sfiorare le mie labbra. Portami fino alla Luna. Sento il tuo desiderio di me cerco la dimensione in cui incontrarlo. Sento il tuo pensiero sulla mia pelle cerco la chiave per leggerlo. Sento la tua immagine farsi spazio tra i miei neuroni cerco di elaborarla e darle una collocazione. Sento l’intensità della tua carne che chiama la mia cerco il tuo respiro per lasciarmi andare. Sento passione indecisa, impaurita cerco di capire qual è il grado di piacere che riesci a sopportare. Tu che di me sai tutto, che conosci ogni millimetro della mia pelle. Tu che hai toccato tutto ciò che si può toccare di me, che hai, dai miei neuroni e dalla mia pelle, tutto ciò che una mente e un corpo possono dare. Tu che mi vedi ogni mattina aprire gli occhi e ogni sera chiuderli, che senti il mio respiro mentre la mia mente sogna. Tu che mi hai vista provare il massimo del dolore e il massimo del piacere, che mi hai dato lo spazio per diventare me stessa. Tu non mi perderai mai per un altro uomo. Mai. Spazio che è culla ed è infinito. Stretta nelle tue braccia e libera di danzare per te. Danza di mente e danza di corpo comandata solo dall’amore per il tuo essere. Amore svestito del significato insignificante che porta. Amore vestito solo dell’intenso richiamo dei nostri sensi. Amore che nasce nei miei pensieri per morire sulla tua pelle. Amore che nulla ha a che fare con la convenzionalità del possedersi per abitudine. E nulla ha a che fare con la paura di finire. Chiede solo di respirarti. Non ci sarà abito bianco prezioso per un giorno. Non ci sarà noiosa abitudine a stancarci della vita. Non ci sarà un letto assonnato a spegnere la passione. Non ci saranno giornate nere a portarci insoddisfazione. Non ci saranno voci inutili a darci consiglio. Non ci sarà un tempo fissato perché tutto questo finisca. Ci sarà pelle, ci sarà calore, ci sarà piacere. Ci saranno anima e carne, ci saranno mani e bocche, ci saranno sguardi e parole. Ci sarà un vestito nero in cui gli occhi degli altri vedranno il peccato, guarderanno con disprezzo per celare invidia, sogneranno di indossare almeno un minuto nella vita. Non lo toglierò. Mai. Note che mi accarezzano l’anima. Sfiorano il mio pensiero come fossero labbra sensuali. Cercano avidamente come fossero dita bramose. Entrano piano come fossero lingua delicata. Mi parlano dentro come fossero voce soffiata. Soffiata dalla tua bocca che ha sapore di whisky in questo momento, che sto desiderando abbia sapore di me. Note che diventano più intense ad ogni passaggio. Come se la tua bocca prima delicata e incerta diventasse sempre più intensa. Come se in un crescendo di desiderio le tue labbra non riuscissero a fermarsi, pretendessero di portarmi altrove. Dove sai che voglio andare. Notte di pensieri. Notte di passioni. Notte di fumo e di whisky. Notte di parole già scritte. E scrivo proprio lì. sullo stesso foglio. Parole di vite diverse, di sensazioni simili. Come fossero allo specchio. Una testa che mi attrae. Dai pensieri che come mare trascinano al largo. Dai pensieri che come onde impetuose portano intensità e d’improvviso se la portano via. Restano note che sembrano dar voce alle tue parole che le urlano dentro fino a farle sbattere contro la pelle. E la pelle vuole. Acqua che scorre. Bagna i capelli desiderosi delle tue carezze, scivola sulle palpebre chiuse ad immaginare la tua pelle, stuzzica le labbra socchiuse dall’idea di respirarti, disseta la bocca assetata del tuo piacere. Acqua che scorre. Lusinga il collo come fossero labbra, vezzeggia i seni come fosse bocca, eccita i capezzoli come fosse lingua, rilassa il ventre come fossero mani. Acqua che scorre. Lava la pelle che brama carezze, bagna il corpo che chiede possesso, distende tensioni che diventano innocue, da spazio al pensiero che cerca incessante. Acqua che scorre. Ma non lava via dalla pelle il desiderio di te. Desiderio battente. Intenso. Incalzante. Inarrestabile. Del tuo odore, del tuo sapore, della tua intensità. Immagine tratta dal web: Mauro Zani Legata, al tuo letto. Aspetto la tua bocca, aspetto le tue mani. Bendata, dalle tue mani. Aspetto il tuo respiro, aspetto le tue parole. Catturata, dall’odore della tua pelle. Aspetto di assaggiarla, aspetto di sentirla. Immobilizzata, dalla tua voce. Aspetto che mi sfiori, aspetto che mi tocchi. Interdetta, dal desiderio di te. Aspetto di sentire, aspetto di godere. L’attesa, è già piacere. Nella mia testa, stasera più che mai. Prenderti intensamente. Senza nessun limite. Comandare il tuo pensiero al mio piacere, senza che la tua immaginazione possa andare altrove che nel mio odore, nel mio patire, nel mio godere. Sarebbe tortura dolce ma alcoolizzante affinché ti abbandonassi completamente alle mie mani e al mio volere. Fino a non capire più dove la mia pelle finisce ed inizia la tua. Fino a non capire più quale sia il mio odore e quale il tuo. Può essere. Che la tua pelle mi attiri perché è pelle che ha vissuto. Che le tue braccia mi appaiano forti e gentili. Che le tue mani mi sembrino delicate e sapienti. Che il tuo viso mi trasmetta sobrietà che si dissolve in sorriso. Che la tua bocca mi dia la sensazione di calore e passione. E su quella bocca, adesso, dovrebbe esserci l’odore di me. Vorrei che l’aria che sto respirando fosse l’odore della tua pelle. Odore sconosciuto in questo momento eppure mi è indispensabile. Il mio respiro lo cerca, la mia anima si tormenta in un susseguirsi di parole. Mi prendi la testa, tu me la scopi la testa. Mai parole mi legarono così al desiderio di un odore. Fa impazzire i miei sensi. Odore bramato dai miei neuroni. Odore conosciuto al mio pensiero, caro al mio desiderio, legato alla mia passione. Ancora una volta davanti a quello specchio. Guardati. Sei l'anima di quel corpo, sei l'odore di quella pelle, sei il movimento di quelle mani, sei l'ardore di quelle labbra, sei l'intensità di quello sguardo. Respirati. Come se a respirarti fosse uno sconosciuto. Ora guardalo quel corpo riflesso nello specchio. E smetti di vederlo. Non esiste. Non ha difetti. Non è altro che lo strumento per vivere le sensazioni. Lasciale fluire. Non cercare l'ordine. Non rinchiuderti nella ricerca della perfezione corporea e nelle limitazioni dell'idea di inadeguatezza. I sensi non chiedono impeccabilità, vogliono dare per nutrirsi. Che sia sull'orlo e fino al limite, dove i limiti non esistono. Perché questo è quel che sei. Un intenso fluire di emozioni e sensazioni. Dai. L'ultima sigaretta e poi andiamo. Torniamo a quella finta vita. Io alla mia, tu alla tua. Con il desiderio di essere di nuovo vicini. Con la sensazione di esserci ancora dentro. Con gli odori delle nostre pelli ancora addosso. Con i segni della bramosia che ci ha presi. Con il calore del piacere che ci siamo dati. Con la convinzione che l'abitudine soffocherebbe la passione. O forse no. Sento il tuo desiderio di me, cerco la dimensione in cui incontrarlo. Sento il tuo pensiero sulla mia pelle, cerco la chiave per leggerlo. Sento la tua immagine farsi spazio tra i miei neuroni, cerco di elaborarla e darle una collocazione. Sento l'intensità della tua carne che chiama la mia, cerco il tuo respiro per lasciarmi andare. Sento passione indecisa, impaurita, cerco di capire qual è il grado di piacere che riesci a sopportare. Poi succede che non torna. Tu aspetti. Ti arrabbi. Ti disperi. Vuoi che torni. Non tornerà. Non c'è mai stato. Avevi il suo corpo, ma non la sua mente. Avevi l'apparenza, ma non il sentire. Non chiederti il perché. La ragione è scritta sulla mia pelle. Non cadere nella lotta delle colpe. Non è una colpa voler vivere. Non tornerà. Non c'è mai stato. La sua testa era altrove. Era sulla mia pelle. Era dentro di me. Le tue immagini mi catturano, le tue parole avvolgono i miei neuroni, i pensieri che fai entrare nella mia mente non mi lasciano spazio. Non ho altra scelta. Io ci sarò, sarò tua, potrai fare con me quello che vuoi. E nessun limite. Perché sarò eccitata, al punto in cui mi lascerò andare a sensazioni sconosciute, fortissime, indefinite. Di qualsiasi tipo. E nessun limite. Nemmeno quelli che mi trattengono dagli eccessi. Perché devo dirti questo: quando amo qualcosa, amo in eccesso. Non chiedi le mie parole, eppure le cerchi. Elaborazione del mio sentire, esternazione del mio pensiero. Sono sicura che te le senti addosso, che ti scaldi al calore del loro tocco, che le respiri mentre ti soffiano. Un solo neurone ha carpito la tua intensità, ma sinapsi calme ed efficaci l'hanno diffusa. Ad ogni singola cellula cerebrale, ad ogni respiro, ad ogni cm della mia pelle. Un percorso lento ed efficace, come acqua che impregna la stoffa, come fumo che si mescola all'aria, come bianco che rischiara il nero. E quando le mie mani si muovono sulla mia pelle ho le sensazione che siano le tue. Il desiderio di sentirle calde, la certezza della loro bramosia. I nostri respiri ancora affannati si sono rincorsi fino a un attimo fa. La tua bocca ancora stringe la mia pelle dove i denti hanno morso. Le tue mani ancora tra i miei capelli ma ora hanno mollato la presa. Il tuo sudore ancora sulla mia pelle madida del mio e del tuo. Non spostarti, resta dentro di me, voglio sentire la mia pelle che si restringe intorno alla tua. Voglio sentirti mio. Ancora. E' una scelta in salita, ma non voglio più cercarti. Ti rimetto al tuo posto, nel più nascosto dei miei neuroni. Ti rimetto sotto la mia pelle, per tenermi il tuo calore addosso. Ti rimetto in fondo ai miei occhi, per vederti quando li chiudo. Ti rimetto nella profondità del mio respiro, fino a quando sentirò l'odore della tua pelle. Perché lo sentirò. Ancora. |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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