Non chiedi le mie parole, eppure le cerchi. Elaborazione del mio sentire, esternazione del mio pensiero. Sono sicura che te le senti addosso, che ti scaldi al calore del loro tocco, che le respiri mentre ti soffiano. Un solo neurone ha carpito la tua intensità, ma sinapsi calme ed efficaci l'hanno diffusa. Ad ogni singola cellula cerebrale, ad ogni respiro, ad ogni cm della mia pelle. Un percorso lento ed efficace, come acqua che impregna la stoffa, come fumo che si mescola all'aria, come bianco che rischiara il nero. E quando le mie mani si muovono sulla mia pelle ho le sensazione che siano le tue. Il desiderio di sentirle calde, la certezza della loro bramosia.
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Le mie labbra sfiorano il tuo collo lì dove la pelle è calda ed ha odore intenso. Odore di te. Le mie mani accarezzano il tuo corpo per niente frenate dal non conoscerlo. Calore di te. La mia bocca cerca il tuo piacere incessante ed affamata. Sapore di te. La mia mente ascolta solo il tuo respiro per carpirne l'intensità. Desiderio di te. I miei occhi non cercano il tuo sguardo, non ora. Restano chiusi fino a che sentirò il tuo corpo contrarsi la tua pelle accapponarsi il tuo respiro affannarsi la tua voce gemere il tuo piacere esplodere. La tua pelle diventa la mia, il tuo respiro diventa il mio, il tuo piacere diventa il mio. Senza chiedermi se sia di uomo o di donna. Spengo. Devo spegnere. Il pensiero, con la ragione. Il desiderio, con la razionalità. L'essere, con l'apparire. Il sentire, con il dovere. E poi riaccendo. Mi chiudo dentro me stessa e mi lascio andare a pensieri di passione, a desideri improbabili, che la razionalità vorrebbe impossibili. Vivo le sensazioni come se attraversassero realmente la pelle. Qui i pensieri sono liberi di andare in qualsiasi direzione. Non c'è limite. Non c'è ammonizione. Solo io. Voglio che i tuoi occhi non mi lascino spazio. Voglio che la tua voce mi dica le cose che pensi senza temere di offendermi. Voglio che le tue braccia mi prendano con tutta la forza di cui sono capaci. Voglio che la tua bocca mi morda come fossi pane per una fame incontrollata. Voglio che il tuo corpo mi schiacci fino a togliermi il respiro. Voglio che entri dentro me senza curarti del mio sentire. Voglio che le tue mani stringano i miei capelli per guidare la mia testa al tuo piacere. Voglio che tu mi faccia tutto quello che ti viene in mente fino a dove il tuo pensiero può portarti. Perché è lì che voglio arrivare. Nelle tue fantasie. Attimi rubati. Tra passione e ragione tra desiderio e realtà tra volontà e possibilità. Momenti fugaci. Che quando finiscono ti chiedi se sia successo veramente che quando si allontanano ti lasciano dentro il desiderio di riviverli che quando ci ripensi ti portano a quelle labbra, a quell'odore, a quel calore. A quell'abbraccio. Desiderandolo. Ancora. Entrerò silenziosamente nella tua stanza e urlerò alla tua vita. Sentirai la mia voce, non con le orecchie ma con la pelle. Il mio odore sarà l'unica aria, e quando me ne andrò ti mancherà il respiro. Ti farò conoscere il desiderio che non hai mai vissuto, come se la passione che hai sentito finora fosse nulla. Le mie labbra saranno la carezza che mai avresti immaginato, la mia pelle sarà la sola cosa che vorrai addosso. Non parlerai, sentirai. Dimenticherai di esistere, vivrai. |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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